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Nero VS Bianco

Tifoso Juventus
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  1. Mamma mia che incubo quest'anno ci mancava pure l'inter in finale e un ritorno al 2010.
  2. Essai com'è, facendo zapping su i canali mediaset alla ricerca di un Pressing Champions League qualunque sono inciampato su sta roba. Capita.
  3. No, mi sono documentato, il "comico fenomeno" della spassosissima battuta è Alberto Farina...............Mamma mia.
  4. Segnalo questo. Niente di che intendiamoci...per lo meno battuta già trita e ritrita. Ieri sera, nella puntata di Honolulu (programma di Italia 1, una mescola di "Made in sud e Colorado) spunta uno skech con vari "comici", parodia della casa di carta, botta e risposta sui nomi di città che si affibbiano fra improponibili e inpronunciabili, spunta un fenomeno (quello, non ricordo il nome, che a "Colorado" faceva lo spacciatore e appariva sempre a fine puntata) che si affibbia il nome Juventus. Contro battuta "Ma non è un nome di città!". Battuta finale "No, ma è un nome da ladri" Ovviamente le risatone si sprecano. Tanto per tenervi informati.
  5. Enorme e sincero cordoglio da parte mia per la scomparsa del più grande dei presidenti della Juventus, figura iconica e fondamentale della storia del club. ** Ma non posso dimenticare la sua presa di posizione nel 2006 a favore dei colpevolisti, contro Moggi e Giraudo e di appoggio all'operato di Zaccone e proprietà sbandierando i "4 illeciti" insieme a lui accettando la serie B con penalizzazione per far calmare la piazza. Una coltellata al cuore non degna di lui e di cosa la sua figura rappresentava per la Juventus e la sua tifoseria. R.I.P. presidente. R.I.P. Grandissimo presidente! Grazie di tutto...ma con l'asterisco **
  6. Li ho postati su K A L C I O M A R C I O! - Lo Schifo Continua Sezione Calciopoli (Farsopoli) 5 articoli a pagina 303 TUTTI GLI UOMINI DEL (NUOVO) DELINQUENTE di Antonio La Rosa
  7. TUTTI GLI UOMINI DEL (NUOVO) DELINQUENTE - V e ultima parte di Antonio La Rosa A – a questo punto torniamo alla sentenza del Collegio Arbitrale, le cui motivazioni ancora tardano ad arrivare (*): che sia una pronuncia politica è fuor di dubbio, ma se questo è il panorama, Gravina avrebbe dovuto difendere l’operato della giustizia sportiva. G – al contrario, proprio perché la sua poltrona è traballante ha dovuto svendersi la giustizia sportiva della Federcalcio, per tentare di rientrare in gioco. A – quindi il non essersi costituito come FIGC al Collegio Arbitrale per te sarebbe una mossa per tentare di ricucire lo strappo con De Laurentiis? G – certamente. Unico soggetto che poteva sollevare l’inammissibilità del ricorso avanti al Collegio Arbitrale, era proprio la Federcalcio, cosa che avrebbe costretto il Collegio Arbitrale ad una sentenza in punto di diritto sportivo, e quindi a dovere prendere atto che non ha competenze su decisioni della giustizia sportiva della FIGC. A – che poi fu, nella sostanza, la motivazione per cui a suo tempo il Collegio Arbitrale CONI si dichiarò incompetente sulla questione della assegnazione dello scudetto 2006 all’Inter. G – come vedi, la giustizia del CONI dipende da chi la richiede e anche da chi rappresenta in giudizio. A – anche qui ci sarebbe tanto da dire: il Napoli che fa affiancare il proprio legale, Avv. Grassani, dal prof. Avv. Enrico Lubrano: qui non ho bisogno di fare ricerche, so già che Lubrano è docente di diritto sportivo alla LUISS, l’Università privata di Confindustria … G – collega quindi di Malagò A – anche lui docente alla LUISS? G – controlla A - … vero, sono colleghi docenti universitari. Aggiungo che Lubrano ha lavorato per il CONI e da Malagò è stato anche nominato commissario della Federazione Italiana Sport Equestri. G – quindi l’uomo di fiducia, braccio destro di Malagò, rappresenta il ricorrente Napoli SSC, di fronte ad un giudice che è nominato dal CONI, ovvero da Malagò, con i suoi poteri. A – il cerchio si chiude, considerando che il presidente, Franco Frattini, è anche ex ministro della Repubblica e uomo di Forza Italia… G – come Sibilia, candidato in pectore alla presidenza della Federcalcio. A – sarebbe lui il “trade union” di tutta l’operazione? G – non sarebbe, è lui. Ti dovrebbe essere chiaro, il quadro l’hai disegnato tu, io ti ho solo guidato nella ricerca, dovevi unire solo i punti, come in un famoso gioco della Settimana Enigmistica. A – uniamo allora questi punti. Sibilia, il candidato presidente FIGC, è campano, di Forza Italia, stesso partito di Frattini, che poi è il partito di Berlusconi, di fatto grande alleato in affari cinematografici e non, con Aurelio De Laurentiis, che è proprio il presidente della più importante squadra campana. G – va bene ma non farti fuorviare troppo dalle sigle, qui la questione non è come le contrapposizioni politiche che si conoscono in altri contesti. A – lo so bene, stavo solo unendo i punti come da te detto. Intanto tornando a Sibilia, è sostenuto dalla LND, che conta molto in Federcalcio, e quasi sicuramente potrebbe avere il sostegno della Lega Serie B, visto che Baiata (**) è persona appoggiata da Lotito, alleato di De Laurentiis, ed anche di Galliani, attualmente al Monza, e dunque sono due leghe abbastanza forti a convergere su questa candidatura; probabilmente anche la Lega Serie A, vista la situazione, potrebbe allinearsi. G – potrebbe però non essere scontato, in Serie A ci sono le società più forti, non tutte in sintonia, che è meglio non inimicarsi, Dal Pino potrebbe scegliere un profilo basso, essere defilato, così non scontenterebbe nessuno. A – questo spiegherebbe il fermento nella Associazione Italiana Arbitri, che potrebbe inserirsi in questo contesto e schierandosi con il vincitore potrebbe rivendicare maggiore potere. G – diciamo di si. Ma ancora non sei arrivato al punto. A – mi ci sto avvicinando. Il punto è il ruolo del CONI in questa vicenda. G – della politica no? A – non ti capisco … G – poco fa abbiamo parlato di Spadafora … A – si, ed è qui il punto che mi sfugge, perché se nel campo di gioco della Federcalcio, si è innestato una sorta di accordo che unisce soggetti che hanno anche un chiaro riferimento politico, Spadafora teoricamente non dovrebbe avallare tale operazione G – dimentichi quello che hai detto prima, Spadafora uomo navigato, allievo di Mastella, campano (non casuale questa origine), quindi abile nei giochi politici di corridoio. A – in sostanza, Spadafora mette sotto ricatto il CONI con il progetto di riforma del CONI, che toglierebbe potere al presidente, e porterebbe il comitato olimpico sotto controllo del governo, cosa che ha prodotto la reazione del CIO con la minaccia di escludere l’Italia dai giochi olimpici di Tokio; in cambio potrebbe rinunciare a quel disegno di legge, ma in cambio di maggior potere nelle federazioni sportive, in particolare nel calcio, la più potente. G – continua A – il compromesso sarebbe un candidato che può unire tutti i contendenti: Sibilia, politico di Forza Italia, garanzia quindi per il CONI, che con lui potrebbe finalmente avere maggiore influenza e controllo sul calcio, cosa non riuscita con il commissariamento del 2018, ed entrare negli affari dei diritti televisivi. G – che da buon campano traina pure i consensi del suo territorio anche quelli avversari. Hai notato o no che De Laurentiis si è schierato alle regionali con De Luca, e che il centrodestra ha presentato una candidatura a perdere alle regionali? A – anche questo è un dato che avevo trascurato, De Luca, Spadafora a difesa del Napoli, pensavo fosse solo una questione di tifo e di politica locale, invece c’era altro a quanto capisco. G – c’è in gioco il potere nel calcio, e il potere genera potere come sai. A – il che significa che tutti otterrebbero la loro fetta di bottino, il CONI che con Sibilia mette le mani nel calcio, Sibilia che darebbe via libera ai suoi elettori per avere gli spazi di influenza che desiderano, magari rimettere le mani sulla giustizia sportiva … G – fosse solo quello. Chi controlla Federazione e Lega Serie A, ha messo le mani sul calcio per i prossimi anni, in maniera pesante, e con una coalizione del genere, non ci saranno opposizioni A – perché? G – ma ti rendi conto che significa una Federazione presieduta da un uomo che ha a suo favore il potere politico, quello sportivo, e i grandi elettori del calcio? Forse dimentichi una cosa, nella famosa vicenda che voi chiamate “farsopoli”, si parla solo di Juventus, ma si dimentica che le società processate e condannate furono anche altre, la Fiorentina, la Reggina, la Lazio, di striscio anche la Roma: ovvero società che erano in difficoltà ed avevano necessità di protezione, e chi ha potere può proteggere, non certo chi è fuori dalla stanza dei bottoni. A – mi stai dicendo che, ad esempio, uno come Cairo, ostile attualmente a Lotito e De Laurentiis, potrebbe ammorbidirsi? G – perché no? Il Torino è nelle ultime posizioni, una retrocessione potrebbe essere tragica, per salvarsi potrebbe avere bisogno di qualche aiuto, e come lui anche altre società. A – che poi, essendo ognuna un voto, quello di Crotone, Torino, Genoa, Parma, Spezia etc. vale come il voto di Juventus, Inter, Milan, Roma, Fiorentina, Atalanta. G – visto che ci arrivi? Stesso discorso per quanto riguarda Assocalciatori e AIA, contano poco, ma potrebbero anche avere più spazio purchè fedeli alla linea. La verità è che in questo momento la politica tiene per i cosiddetti il calcio. A – perché? G – sei davvero distratto: hai letto la vicenda del “Decreto Crescita”, salteranno le agevolazioni fiscali per le società che avevano tesserato giocatori stranieri; inoltre è aperto il contenzioso sugli sgravi fiscali chiesti dalle società a seguito del COVID-19. A – come dire, il calcio ha bisogno della politica per non finire definitivamente nei guai, con il rischio che salti tutto. G – quindi calcio debole di fronte alla politica, e debole al suo interno, quindi facilmente aggredibile dall’esterno e colonizzabile. Ti è chiaro adesso? A – adesso capisco la tua frase iniziale, dichiarazione di guerra di Malagò a Gravina: la sentenza non fa solo un favore al Napoli, ma assesta un colpo gravissimo al mondo calcio, mette in discussione l’autonomia organizzativa della Federazione, e presumo che quando leggeremo la motivazione della sentenza, qualcosa del genere emergerà. G – ancor di più se quel disegno si completerà a febbraio con l’elezione del nuovo presidente federale. A – e la Juventus? G – farà come le stelle di Cronin, starà a guardare, nel dilemma tra puntare decisamente alla Superlega, o adeguarsi e cercare il suo spazio. Del resto al calcio italiano non conviene che la Juventus si defili, o che perda troppa attrattiva. Lo sanno bene anche i nemici di Andrea Agnelli, senza la Juventus il calcio italiano sarebbe attualmente poca cosa, grandi club con prospettive internazionali non ce ne sono, le milanesi ancora con situazioni societarie instabili, le romane non hanno mai avuto appeal internazionale, idem il Napoli, men che meno altre, e comunque nessuna avrebbe strumenti finanziari idonei per competere con squadroni come Real, Barcellona, Bayern, PSG, le inglesi. Come dire, il calcio italiano senza Juventus attirerebbe poche risorse economiche dall’estero, quindi … A – quindi meglio averla dentro, magari meno vincente e competitiva in Italia, giusto? G – questa è considerazione che fai tu. A – velenosa questa conclusione, no? G – non velenosa, realistica. Calciopoli non puntò realmente a demolire la Juventus, ma ad eliminare qualcuno dal mondo del calcio, e ci riuscì. Adesso la Juventus è la proprietà, è la famiglia, questo le da forza, ma forse in un momento di debolezza delle altre, troppa forza rispetto alle contendenti. Quindi capirai quando all’inizio ti dicevo che la si vuole magari meno vincente, ma sempre in primo piano per non deprimere il calcio italiano. Insomma adesso si sono fatti più furbi, hanno capito pure loro che nel 2006 andarono oltre certi limiti rischiando di travolgere l’intero settore pur di distruggere qualcuno. A – quindi si accentuerà il contesto ostile alla Juventus, presumo, anche se non dovrebbe esserci altra evoluzione negativa. G – il futuro non possiamo prevederlo, anche perché tutto può essere in movimento, compreso l’assetto della proprietà bianconera, della cassa di famiglia, delle società del gruppo, e i rumors montano, ma questa è un’altra storia. A – cominciamo un’altra analisi di prospettive future? Vedo che però si è fatto tardi … G – tardissimo per me, che a quest’ora ho già cenato da almeno un’ora (nota: l’orologio segna le ore 21,15), mentre mi hai trattenuto qui costringendomi al digiuno. A – oddio … io a quest’ora della sera mi preparo da buon te***ne all’aperitivo serale. Vuol dire che rimanderemo il tutto a quando potrò averti ospite a pranzo o cena. G – offri tu naturalmente, per farti perdonare di avermi tenuto finora. A – accetto! (Fine) Note: (*) le motivazioni della pronuncia del Collegio Arbitrale CONI sono state depositate qualche giorno addietro: con l’assunto che l’ASL ha fatto bene ad intervenire, è stato inferto un duro colpo, nel senso che adesso, essendosi stabilita una gerarchia di fonti normative, il diritto sportivo è assoggettato alle decisioni di organi esterni, quindi fine dell’autonomia del calcio. (**) proprio oggi Balata è stato riconfermato presidente della Lega Serie B, con Adriano Galliani vice presidente, tutto come previsto da Gola Profonda 2 Questo è quanto. Piuttosto, tornando ad Adriano Galliani, come mai era presente al Meazza, l’altra sera, in occasione di Milan – Juventus? Non è un dirigente di Serie A o federale, non ha nulla a che spartire con il Milan, in momenti di stadi chiusi possono entrare solo le squadre, con i dirigenti, il gruppo arbitrale ed eventuali commissari di campo e dirigenti Federali e di Lega. Eppure l’abbiamo visto tutti in primo piano … https://www.juworld.net/articolo.asp?id=25141 E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
  8. TUTTI GLI UOMINI DEL (NUOVO) DELINQUENTE - IV di Antonio La Rosa A – non penso sia un disegno preordinato, sarebbe grave pensarlo, significherebbe dare ragione a chi sostiene che gli arbitri decidano le sorti dei campionati. G – infatti non la decidono, ma possono mandare segnali a chi di dovere. In questo fa sempre storia la famosa affermazione dell’allora presidente federale Carraro, nella poco reclamizzata intercettazione della sua telefonata con Bergamo, quella del celebre “che non faccia errori per carità a favore della Juventus perchè sennò sarebbe un disastro”, successivamente a Bergamo dice testualmente “Rodomonti se sbaglia a favore della Juventus succede l'ira di Dio. Siccome poi c'è.... tra l'altro, tenga presente che si gioca domenica sera; lunedì c'è l'elezione della Lega eccetera, per cui sarebbe una roba disastrosa”. A – quindi intendi dire che sono messaggi elettorali, come dire, gli arbitri possono come categoria schierarsi diversamente e assecondare chi sarà eletto? G – in maniera grezza si. In maniera più raffinata, c’è una parte del settore arbitrale che è in rotta con Nicchi, vorrebbe altra guida, sarebbe pronta quindi al “golpe” interno, ed avendo capito chi potrebbe essere vincente, lancia messaggi al potenziale vincitore, e cosa meglio di dimostrarsi ostili o non condizionabili dalla Juventus, per ingraziarsi e annunciare sostegno a qualcuno? A – quindi ci sarebbe secondo te una “alleanza” pronta a sostenere un candidato alternativo a Gravina. G – dico di più: dalla descrizione dei contendenti in campo, che tu hai fatto prima, emerge chiaramente che il candidato alla rielezione, Gravina, oggi è molto più debole di quanto si pensi, non ha veri alleati, nonostante la sua gestione vada considerata positiva della Federazione, basti pensare solo ai risultati della Nazionale, rinata. A – torno alla tua frase iniziale, il CONI ha dichiarato guerra alla Federcalcio, che poi era l’argomento della discussione. G – dovresti avere già chiaro il quadro, o devo spiegartelo ancora? A – sinceramente non vedo ancora nitidamente il ruolo di Malagò, se non di provare a mettere le mani nel calcio, come manifestato con la fase commissariale di FIGC e Lega Serie A. G – allora ti guido io, come si fa con i principianti. Poco fa si parlava della sezione arbitrale di Roma, ed anche di Tivoli, provincia di Roma, sei designazioni su quattordici con la Juventus in campo. Chi ci sta a Roma? A – il Papa, il governo … G – smettila di cazzeggiare anche se una cosa attinente l’hai indicata e non è certamente l’inquilino del Vaticano. A – ci sta la sede del CONI, ci sta Malagò e il suo club esclusivo, Circolo Canottieri Aniene … G – ecco, chi è Giovanni Malagò, lo sai? A – mi aiuterò come solito con Wikipedia: ricordo però che la sua elezione a presidente del CONI fu a sorpresa, fece le scarpe al candidato favorito, Pagnozzi, supportato dall’uscente Petrucci e dalle federazioni più importanti, FIGC compresa. G – quindi uno che sa organizzare al meglio complotti e imboscate per essere vincente. A – poi continuando, a Roma c’è l’AS Roma, ma mi pare che attualmente non abbia preso davvero piede nella Capitale la nuova dirigenza; e c’è la SS Lazio, ovvero Lotito. G – uno dei grandi elettori, Lotito, come sai, per le ramificazioni che ha costruito grazie a Galliani e Tavecchio. Ma rimani ancora a Roma, hai detto che c’è il governo, giusto? A – ti riferisci al ministro Spadafora? G – a chi allora? A – ma che io sappia, non è che corra buon sangue tra Malagò e il CONI, con Spadafora, e in genere con i grillini, dopo la vicenda della candidatura di Roma per le Olimpiadi, sabotata proprio dai grillini. G – di nuovo lettura superficiale. Penso ti riferisca al progetto di riforma del CONI e dello sport. A – si, anche se una riforma ritengo sia necessaria, il CONI è una enclave incontrollata e incontrollabile, un contropotere in Italia, così potente che ricordo bene come nel 1980, contro le decisioni di governo, di boicottare le Olimpiadi di Mosca, decise comunque la partecipazione degli atleti italiani. G - Eppure Spadafora ha un passato che è illuminante. Che dovrebbe farti capire che certe guerre vanno minacciate per ottenere qualcosa in cambio. A – ok, devo fare altra ricerca. Vincenzo Spadafora, di Afragola, provincia Napoli … quindi altro soggetto campano … vedo che ha lavorato sia alle dipendenze del presidente regione Campania, uomo UDEUR, dunque Mastella, poi di Pecoraro Scanio, altro campano, ma del gruppo dei Verdi, leggo pure … “nominato, dal presidente della Camera Gianfranco Fini e dal presidente del Senato Renato Schifani, primo garante per l'infanzia e l'adolescenza”. G – oggi è ministro in rappresentanza del Movimento 5 Stelle. A – uomo buono, insomma, per tutte le stagioni e tutte le posizioni di governo, ma mi basta sapere che è stato di gradimento pure a Clemente Mastella, per capire che è personaggio che sa navigare alla grande nei corridoi del Palazzi che contano. G – uomo quindi abile ad alzare i toni di un conflitto, per abbassarli al momento giusto, quando occorre ottenere quello che è il proprio obiettivo. A – e quale sarebbe? G – due soggetti che aspirano ad essere padroni della stessa cosa, o si fanno la guerra perché ne rimanga uno solo ad avere tutto, o, realisticamente, quando la guerra sarebbe sanguinosa e incerta, a trovare i punti convergenti per gestire in comune quella cosa ambita. Qui parliamo di sport, con la sua proposta di legge, Spadafora intende assoggettare il CONI al potere politico, Malagò, che è comunque espressione di potere politico, vuole mantenere il suo potere esclusivo. A – comincio a vederci più chiaro. Se Spadafora non può mettere le mani totalmente sul CONI, potrebbe però accontentarsi di avere maggiore spazio in certi settori dello sport, con l’appoggio di Malagò. G – bravo! Ognuno otterrebbe un ridimensionamento apparente del proprio potere, ma di fatto rimarrebbe Malagò dominus del CONI, e Spadafora avere i suoi uomini di fiducia o a lui graditi, dentro lo sport. (4 – fine alla prossima puntata) https://www.juworld.net/articolo.asp?id=25131
  9. TUTTI GLI UOMINI DEL (NUOVO) DELINQUENTE - III di Antonio La Rosa A – tuttavia, con Gravina sembrava essersi raggiunta una sorta di pacificazione, bene o male il calcio nel suo complesso sta risalendo, in campo europeo la Nazionale è tornata competitiva, si è qualificata alla grande, adesso pure la final four della Nation League; anche come club, adesso non è solo la Juventus a stazionare stabilmente in Europa … G – ti interrompo immediatamente. Il calcio italiano non è solo quello professionistico, ma è soprattutto quello dilettantistico o semiprofessionistico come si diceva un tempo, e sono proprio Lega Pro e LND (la lega dilettanti), ad avere un peso ancora oggi spropositato in federazione; inoltre ci sono pure altre componenti di rilievo, gli arbitri, l’assoallenatori, l’assocalciatori, tutte componenti che vogliono dire la loro nella spartizione della grande torta che è nelle mani della Lega Serie A, ed avere maggiore visibilità. A – traduco il tuo pensiero: lo statuto federale è troppo sbilanciato, vale meno chi produce economicamente di più, quindi contano di più quelli che a ben vedere producono pochissimo, anzi nulla, visto come è in crisi da anni il calcio dilettantistico e come la Lega Pro inizia con un numero di squadre che durante l’anno si riduce sempre per fallimenti. G – cominci ad entrare in tema. Ed allora ti suggerisco una cosa, comincia a vedere chi sono i contendenti, quali aspirazioni hanno, e capirai perché uno come De Laurentiis in questo momento è determinante, per cui è quasi intoccabile. Almeno se non succede un cataclisma. A – da dove inizio? G – ad esempio dalla Lega Nazionale Dilettanti, che ha già prodotto un presidente federale da recente, Tavecchio. A – vedo che il presidente è ancora Cosimo Sibilia, uno di quelli che fece cadere Tavecchio, e sostenne Gravina. G – non lo sostiene più, fidati. Ma ti sei fermato alla superficie, non è da te, chi è Cosimo Sibilia? A – leggo su Wikipedia: nato ad Avellino, un curriculum interessante di incarichi politici, per tre legislature consigliere regionale in Campania di Forza Italia, poi senatore dal 2008 del Popolo delle libertà, riconfermato nel 2013, passato alla Camera nel 2018, sempre con Forza Italia. Curiosità, è per caso il figlio di Don Antonio Sibilia, all’epoca vulcanico presidente dell’Avellino? G – si. Andiamo avanti A – Lega Pro: qui le notizie sono più scarne, il presidente attuale è Francesco Ghirelli, attualmente segretario generale della Federcalcio, un passato politico da presidente della Regione Umbria, con all’epoca il PDS diciamo antesignano del Partito Democratico attuale. Se capisco però dovrebbe essere vicino a Gravina. G – ma come vedi ha i suoi riferimenti politici pure lui, soprattutto la sua Lega è quella maggiormente in crisi, diciamo quella che avendo bisogno di maggiore attenzione ed interventi, ha meno voce in capitolo, non essendo certo di avere appoggi totali dai componenti la Lega Pro. Andiamo avanti A – Lega Professionisti Serie B: presidente Mauro Baiata, origini sarde ma vive a Roma, un passato anche di procuratore federale nel calcio dilettantistico. Vedo che ha anche un precedente diciamo rilevante, l’operazione di blocco dei ripescaggi, a seguito del fallimento di Bari, Avellino e Cesena, contestata da Fabbricini, all’epoca commissario federcalcio, e che venne vista come uno sgarbo proprio a Gravina e alla Lega Pro, fino a poco tempo prima guidata proprio da Gravina. G – bene, cominci ad intravedere come stanno le cose in vista delle prossime elezioni federali di febbraio 2021. Non dimenticare che in B è già presente e determinante Claudio Lotito, padrone della Salernitana, mentre in C aspira ad essere promosso in B il Bari che oggi è di proprietà di De Laurentiis. A – insomma due voti in A, e due possibili voti in B, si è decisivi, anzi trainanti, a fronte di panorami frastagliati. G – e non dimenticare che adesso in B c’è pure il Monza, ovvero Galliani, alleato storico dei due. A – tradotto, Baiata eseguirà quello che vogliono Lotito e Galliani, che poi è magari quello che vuole De Laurentiis. G – altra cosa che forse ti sta sfuggendo. Parlare di Galliani significa parlare di Berlusconi, leader di Forza Italia, e significa parlare di Mediaset, ottima cliente della Filmauro, casa cinematografica del presidente del Napoli. Hai sentito la storia di Vivendi, il gruppo francese che vuole scalare Mediaset? A – certo che l’ho sentita, ma cosa per adesso bloccata da un emendamento ad hoc. G – emendamento di una maggioranza parlamentare diversa, che fa un favore ad un partito della minoranza. A – questo ci sta pure, tante volte nella Prima Repubblica, le maggioranze governative accettavano compromessi con le minoranze per quieto vivere. G – si, ma in politica, qui stiamo parlando di calcio, e vedrai che c’entra. Continua nella tua analisi dei soggetti interessati. A – Lega Serie A: attuale presidente Dal Pino, considerato uomo molto vicino a Lotito, fu lui a portarlo in Lega, leggo pure che ha un passato di manager sia in Fininvest, sia alla Pirelli. Ecco adesso comincio a rivedere tutto il contesto di farsopoli, Pirelli, Fininvest, manca solo Confindustria e ci saremmo già o quasi. G – manca altro per realizzarlo, ma non è questo l’argomento, se può tranquillizzarti, stavolta l’obiettivo non è distruggere la Juventus, al limite ridimensionarla quel quanto basta per far emergere altri soggetti, ma più che altro gestire potere e denaro, cosa che si può fare anche con la Juventus vincente degli scorsi anni. Continua … A – poi c’è l’assoallenatori, presieduta da Renzo Ulivieri, personaggio che politicamente si dichiara di sinistra, cerca di fare l’uomo scomodo ogni tanto, ma alla fine si adegua, insomma dandogli il contentino può essere fedele a Gravina, ma anche cambiare posizione. G – appunto, altro sostegno diciamo incerto nonostante i proclami attuali che lo vedono schierato per Gravina. A – l’assocalciatori, da ultimo ha un nuovo presidente, Umberto Calcagno, so che è stato un ex calciatore con un passato niente affatto trascendentale, laureatosi, avvocato che si occupa di diritto sindacale calcistico, diritto del lavoro. G – può valere anche per lui lo stesso ragionamento fatto per Ulivieri, possono essere fedeli alla linea attuale, ma anche fare il salto della quaglia. A – andiamo agli arbitri, che secondo i media, sono controllati dalla Juventus … G – questo lo dicono i media, e c’è chi ha interesse proprio dall’interno a farlo dire, pur sapendo che è l’opposto, soprattutto da quando designatore è Rizzoli, degno successore di Pierluigi Collina. A – attualmente il presidente è Nicchi … G – che ha una poltrona tremolante. A – scusami, ma non è stato lui a nominare Rizzoli designatore per la serie A? G – e con ciò? Gli amici di ieri possono diventare nemici oggi, nuovamente amici domani, scannarsi dopodomani. Piuttosto, visto che parli di designatore, hai notato gli arbitri designati per le partite della Juventus finora nella nuova stagione? A – posso rivedere, alcuni li ricordo bene. G – non basta, devi rivedere arbitro e provenienza, capirai molto. A – ok. Prima giornata, Juventus – Sampdoria, Calvarese di Teramo; seconda giornata Roma – Juventus, Di Bello di Brindisi; terza giornata, la famigerata gara rinviata, Doveri, originario di Volterra, ma sezione di Roma; quarta giornata, Fourneau di Roma; quinta giornata, Pasqua di Tivoli ma nato a Nocera Inferiore; sesta giornata, Abisso di Palermo; settima giornata Massa di Imperia; ottava giornata, Maresca di Napoli; nona giornata, di nuovo Pasqua di Tivoli, ma nato a Nocera Inferiore; decima giornata, Orsato di Schio … G – che si è fatto perdonare il mancato giallo a Pjanic, in una partita, quella contro l’Inter, nella quale consentì di tutto ai nerazzurri, ma quello che si racconta è un solo episodio marginale … A – undicesima giornata, nuovamente Di Bello di Brindisi; dodicesima giornata, Doveri di Roma … G – anche in questo caso seconda designazione nell’anno. A – solo che Juventus – Napoli non si è giocata. Tredicesima giornata, Calvarese di Teramo; quattordicesima giornata, La Penna di Roma, credo di avere finito. G – e non noti che già tre arbitri, su un totale di 22 arbitri tra A e B, sono stati designati due volte? Non ti accorgi che dodici delle quattordici designazioni provengono dal centrosud, quattro da Roma, un arbitro di Tivoli nato a Nocera Inferiore, ha diretto la Juventus due volte, e la seconda contro una squadra campana, quella della espulsione finale a Morata? Non vedi che i due designati del nord sono arbitri che agli occhi dei nostri media avevano da farsi perdonare qualcosa? (3 – continua) Appendice: ho appreso che per Juventus – Udinese del 3 gennaio, è stato designato Giacomelli, della sezione di Trieste, altro arbitro molto criticato da ultimo, per Milan – Roma, insomma deve riabilitarsi. Un tempo gli arbitri erano inibiti dal dirigere gare con squadre della regione di appartenenza della propria sezione; ma forse non conosco bene la geografia, magari è stato ricostituito il Territorio Libero di Trieste, non appartenente al Friuli Venezia Giulia … https://www.juworld.net/articolo.asp?id=25130
  10. TUTTI GLI UOMINI DEL (NUOVO) DELINQUENTE - II di Antonio La Rosa A – quindi devo desumere che De Laurentiis sia in rotta con Gravina. G – Facciamo un passo indietro: a dire il vero è Gravina che ha rotto gli equilibri che si erano creati in Federazione, ed oggi si assiste al tentativo di restaurazione da parte di coloro che avevano messo le mani sul calcio italiano, che sono invero i responsabili dei problemi del calcio italiano. A – ti riferisci al cartello che aveva portato Tavecchio alla guida della Federcalcio? G – certamente. Ricorderai come venne eletto Tavecchio alla presidenza e chi furono gli sponsor dell’operazione. A – a suo tempo ebbi modo di parlarne sul sito. Fu la prima sconfitta di Andrea Agnelli, che aveva sostenuto in Lega la candidatura di Abodi, come momento di rinnovamento, ed in un primo tempo aveva ottenuto l’adesione delle società del centrosud, Fiorentina, Roma e Napoli, mentre dall’altro lato, a sorpresa, nacque una alleanza tra Galliani, Lotito, Preziosi e Pulvirenti, che puntò alla riconferma di Beretta, ma soprattutto a ridare potere a Galliani, ed invero quest’ultimo eletto vice presidente, fu per anni il vero gestore della Lega. G – il metodo per acquisire consensi dovresti ricordarlo, venne usata in maniera pesante la giustizia sportiva come arma di ricatto. A – ricordo pure questo. Periodo della vicenda calcioscommesse, pesantemente coinvolto il Napoli, e tre suoi giocatori, in primo grado squalifica dei tre e penalizzazione del Napoli per responsabilità oggettiva, sentenza poi ribaltata in appello, annullata la penalizzazione, ridimensionata l’accusa verso Paolo Cannavaro, Grava e Gianello. G – vediamo se hai buona memoria sulla vicenda. A – certo. Il processo d’appello sul ricorso del Napoli e dei tre calciatori, venne fissato il 17 gennaio 2013, l’elezione di Beretta alla riunione di Lega Serie A del 18 gennaio 2013, con De Laurentiis che ostentò pubblicamente il suo voto a favore di Beretta, facendo il salto della quaglia. Rimasero totalmente fuori dagli accordi, Juventus, Roma e Fiorentina, cosa gravissima, per il bacino che le tre ricoprivano e ricoprono. G – capirai bene che ancora una volta la giustizia sportiva è stata usata come arma di ricatto o di vendetta. Questo perché, come sai, i componenti gli organi di giustizia sportiva, sono di nomina federale, quindi rispondono più a chi li ha piazzati lì, che a precisi principi di imparzialità. Cosa che ha ben compreso proprio De Laurentiis, che come condizione per l’appoggio a Tavecchio, l’anno successivo, dopo le dimissioni di Abete, a seguito del fallimento ai mondiali di Brasile, chiese ed ottenne la nomina del suo amico Pecoraro a capo della Procura Federale, per subentrare a Stefano Palazzi. A – questo vorrebbe dire che anche in questa vicenda la giustizia sportiva ha operato più a tutela di interessi di parte, che non per tutelare principi di diritto. G – non precisamente, anche se i Giudici Sportivi federali hanno applicato le norme vigenti, ma capirai che occorreva difendere soprattutto il valore dei protocolli adottati per poter iniziare la stagione. Il Collegio del CONI ha invece notificato con il suo provvedimento, la dichiarazione ufficiale di guerra di Malagò a Gravina. A – perché dichiarazione di guerra? G – evidentemente da ultimo sei stato distratto e non hai posto la giusta attenzione alle ultime evoluzioni delle vicende di Palazzo. Tavecchio aveva costruito un forte gruppo di controllo della Federazione, ed anche della Lega Serie A, gruppo che però è saltato non avendo portato risultati apprezzabili: il calcio italiano è divenuto di retroguardia, la figuraccia della mancata qualificazione ai mondiali 2018, le situazioni drammatiche del calcio dilettantistico e semiprofessionistico, tutte cose che hanno messo a serio rischio l’autonomia della Federazione, già compromessa dopo il 2006, primo forte ingresso della politica e della finanza nel mondo del pallone, ma non per dare qualcosa, bensì per prendersi qualcosa. A - non torniamoci ancora su quella sciagurata estate, inizio del degrado del nostro calcio: so bene che pur di assassinare qualcuno, si è preferito assassinare anche il movimento sportivo, salvaguardare solo qualche potentato: già la stessa elezione di Abete, dopo il periodo commissariale, era un segnale, il fratello di Luigi Abete, già Aeroporti di Milani, poi BNL, e uomo di collegamento tra finanza milanese e politica, fin dai tempi dei referendum di Mario Segni. G – adesso però il pericolo è anche più forte, perché ci sono diversi intrecci e lotte di potere, il calcio è una torta notevole, che serviva anche a finanziare lo sport olimpico italiano con il Totocalcio, lo finanzia ancora, ma come sai, gli appetiti vengono mangiando, e poter gestire quella mole di denaro che sono i diritti televisivi, non è cosa da trascurare, specie in un momento nel quale i soldi nello sport cominciano a scarseggiare. A – d’accordo, ma i diritti televisivi, maggiore introito del calcio, dipendono dalla Lega Serie A. G – giusto. Però se non puoi immediatamente mettere le mani sulla “capitale”, si può sempre cominciare con l’invasione di territori limitrofi, no? A – mi sto perdendo adesso … G – ti ricordi come e perché è stato eletto Gravina presidente della Federcalcio? A – si, dopo le dimissioni di Tavecchio … G – ti perdi il passaggio fondamentale. Le dimissioni di Tavecchio furono prodotte dal ritiro della fiducia accordatagli precedentemente dai due presidenti delle leghe minori, la Legapro, cioè Gabriele Gravina, e la Lega Dilettanti, cioè Cosimo Sibilia. Nell’immediato, venne nominato Commissario federale, da parte del presidente del CONI, Malagò, il segretario generale del CONI, Raffaele Fabbricini, il quale, andata pure in crisi la Lega Serie A, ebbe a nominare commissario di Lega … proprio il suo capo, Malagò. A – che bel conflitto di interessi, il dipendente che nomina il suo capo a Commissario. G – ma non Commissario di una organizzazione qualsiasi, bensì della più importante in Italia, nel panorama sportivo, la Lega Serie A. Capirai bene che quando il CONI, per via dei suoi due rappresentanti più potenti, mette mani anche temporaneamente nel calcio, sport fino a questo periodo non proprio controllabile dai vertici dello sport nazionale, non avendo necessità di prebende e aiuti, a differenza delle federazioni minori. A – questo è vero, anche a causa di una regolamentazione assurda, che di fatto rende determinanti i soggetti piccoli a discapito di quelli più grandi e numerosi. E capisco bene che il voto della, che so, Federtamburello, è più facile da conquistare, rispetto a quello della Federcalcio. G – è sufficiente far avere qualche regalia al momento giusto per averne la fedeltà, lo capisci bene questo. (2 – continua) https://www.juworld.net/articolo.asp?id=25128
  11. Buona lettura e indignatevi quanto basta se ritenete il tutto plausibile. TUTTI GLI UOMINI DEL (NUOVO) DELINQUENTE - I di Antonio La Rosa Come avevo promesso, dopo avere fatto le mie opportune verifiche sia della autenticità del personaggio che mi aveva fornito certe indicazioni e notizie, sia della attendibilità di quanto da egli dettomi, da oggi vi inizierò il racconto i retroscena di vicende che si stanno verificando in questo periodo, e quali siano probabilmente i disegni che alcun soggetti vorrebbero realizzare, per prendere il totale controllo del nostro calcio, ripetendo in maniera ancora più radicale e sciagurata, quanto accaduto nel 2006. Intendiamoci, stavolta l’obiettivo non sembra essere quello di ridimensionare fortemente una società a danno di un’altra, magari con processi farsa: stavolta le modalità sono più raffinate, ben sapendosi che una seconda farsopoli è improponibile, mentre più agevole è mettere all’angolo chi è contro, ridimensionare o rendere difficile la vita a chi è vincente (leggasi Juventus) e andare oltre un semplice quinquennio di dominio di cartone come fu per l’Inter morattiana. ******* Anche stavolta, come mi accadde nel 2006, ho avuto delle importanti imbeccate da parte di qualcuno che in questo mondo ci vive e ne conosce meglio di noi storie personali, vicende, retroscena, intrecci vari, che naturalmente da parte di chi come me e come voi tutti, segue il calcio per passione e non per professione. E come comprenderete, essendo informazioni e rivelazioni “riservate”, non posso fare nomi, quindi come nel mio precedente “Tutti gli uomini del delinquente”, chiamerò l’informatore “Gola Profonda 2”. Come detto, a seguito dell’articolo pubblicato dopo Juventus – Fiorentina, giornata grottesca iniziata con la sentenza del Collegio Arbitrale del CONI, su Juventus – Napoli, ho ricevuto moltissime mail, una di queste, che vi riproduco, mi colpì, soprattutto per chi la firmava: Eccovela: “Buongiorno a lei, sono rimasto sorpreso dal suo articolo pubblicato ieri sera. Ma non per quanto scrive, bensì perché non vedo nelle sue parole una lucida visione di quanto sta accadendo e potrebbe accadere: eppure lei è la stessa persona che nel 2006, senza esserne ancora a conoscenza, anticipò cosa ci poteva essere dietro la vicenda denominata “Calciopoli”, gli interessi economici e gli intrecci trasversali tra personaggi appartenenti ai poteri forti economici del Paese. Eppure, certe cose ad un attento osservatore come lei, non dovrebbero sfuggire. Concludo dicendole: ricordo che lei, in una serie di articoli pubblicati sul sito Juworld.net, venne invitato a “seguire il denaro”, in relazione alla vicenda Calciopoli e Scommessopoli 2012, che coinvolse Antonio Conte. Le do una dritta, e vedremo che ci arriverà facile, questa volta oltre a seguire il denaro, segua pure la sete di potere, che deriva da ambienti in cui da sempre vige il famoso detto “cumannà è meglio ca f…re” Cordiali saluti” ******* Anche stavolta una firma che temevo fosse un tentativo di qualcuno di spacciarsi per qualche altro, ho risposto invitando l’interlocutore intanto a darmi una conferma della sua identità e se era disposto a spiegarmi quanto scrittomi, magari dandomi delle chiavi di lettura che a me sfuggivano: così quando il personaggio mi ha ulteriormente replicato, visto che siamo in tempi di lockdown, e dunque non lo potevo invitare nel solito ristorantino della grande città ove mi ero incontrato due volte con il precedente “Gola Profonda 1”, gli ho chiesto se disposto ad una conferenza audio – video per parlare dell’argomento ed avere io quei ragguagli e quelle chiavi di lettura necessarie. Ne è scaturita una lunga conversazione che vi trascrivo in maniera sostanzialmente riassuntiva ma fedele, dove G sta per “Gola Profonda 2” ed A sta per chi vi scrive: G – adesso, dopo avere avuto la conferma della mia identità, mi dica pure cosa vuole sapere, anche se la avverto che qualcosa di riservatissimo o che potrebbe farmi riconoscere, dovrò necessariamente tacerla. A – molto bene. Le chiedo però, almeno, se qualcosa non potrà rivelarla, almeno non mi metta fuori strada e se per caso io capisco di cosa si tratta, per qualche dettaglio, non me lo neghi. G – vedremo. Quindi tornando al sodo, si aspettava o no la sentenza del Collegio di Garanzia del CONI? A – più che aspettarmela, la temevo. Perché per mia esperienza, in Italia le normative esistono e dovrebbero essere uguali per tutti, ma le deroghe ci sono sempre per chi ha amicizie importanti e influenze. G – ecco una lettura superficiale che non è da lei. In Italia nulla è casuale, se uno ha la perfetta visione della situazione e dei legami attorno al mondo dello sport e del calcio. Questo esito era ancora più certo e scontato dell’esito di Calciopoli, il fatto che lei temesse, dimostra che lei non è stato affatto attento. A – vede, io non sono persona che vive e lavora in questo mondo, amo il calcio e la Juventus, per mio diletto scrivo di calcio, cerco di stare attento anche a ciò che lo circonda, ma devo privilegiare la mia attività e le mie cose, quindi mi possono sfuggire particolari più o meno importanti e non capire appieno certi fenomeni. G – ad esempio le è sfuggito la incredibile passività della società bianconera, non si è costituita nel giudizio in prima istanza, non si è costituita in sede di appello, neppure a parlarne in sede di Collegio Arbitrale. Se lo è chiesto il perché? A – diciamo che, conoscendosi come operano i nostri media, una resistenza anche in sede giudiziale, sarebbe stata ulteriore benzina sul fuoco delle ormai deliranti aggressioni e polemiche a senso unico provenienti da Napoli. Piuttosto, possiamo darci del tu, mi trovo male a discutere in maniera così formale. G – certamente. La tua lettura è anche comprensibile ma non è quella più veritiera: Andrea Agnelli non è persona che combatte battaglie perdute in partenza. Dovresti saperlo ormai. A – intendi dire che sapeva già come sarebbe finita? G – intendo dire che Agnelli non ha voluto intromettersi un una guerra che non era la sua, ma nella quale poteva essere usato da uno dei contendenti, anche se poi i media hanno voluto descrivere la vicenda come una guerra tra Juventus e Napoli, trattandosi invece di una guerra tra De Laurentiis e la FIGC, Gravina in particolare. A – mi stai dicendo che la partita non disputata Juventus – Napoli è stato il pretesto allora. G – certamente. La guerra che De Laurentiis ha da tempo scatenato è su due fronti, uno più mediatico e banale, contro la Juventus, ma solo perché gli fa comodo, così ha media a suo favore, come noterai; ma quella vera è in federazione dove il presidente del Napoli lamenta di non essere stato trattato a dovere e dove rivendica maggiore potere, ridottosi a seguito del pensionamento di Pecoraro, che come sai , è stato spesso usato a fini non certamente compatibili con la giustizia sportiva. (1 – continua) https://www.juworld.net/articolo.asp?id=25127
  12. Dalle postille di Antonio La Rosa: https://www.juworld.net/articolo.asp?id=25070 LE MIE POSTILLE 1 – IL MIO RICORDO DI PAOLO ROSSI Permettetemi un omaggio ben diverso di quelli che avrete letto in questi giorni o ascoltato in tv. Chi sia stato Paolo Rossi, noi juventini lo sappiamo bene, e penso non occorra spendere fiumi di parole per ricordarlo e ricordarci cosa ha rappresentato per noi e per il calcio italiano. Ma è bene invece ricordare a chi oggi falsamente lo omaggia, cosa aveva detto e fatto contro di lui ieri e l’altro ieri. Mi riferisco alla vicenda calcioscommesse, nella quale venne tirato in ballo solo per il suo nome (così dichiararono Cruciani e Trinca nel processo penale, nel quale fu assolto come altri), e per la quale venne fustigato dai media, soprattutto quando si seppe il suo ritorno in bianconero: fa male oggi leggere uno sconcertante Sconcerti far finta di nulla quando all’epoca era stato uno dei più feroci accusatori di Rossi. Paolo Rossi fu l’uomo che fece gioire una Nazione intera, per la vittoria ai mondiali di Spagna, ma oggi in tanti dimenticano, ipocritamente. Io lo ricordo bene il Mundial 1982, soprattutto il contesto e il "pre" mondiali. Per questo il mio modo di ricordare Paolo Rossi, sarà molto diverso da quello che leggerete in giro, perchè mai nessuno si è scusato con lui, e con tutto il gruppo artefice di quella impresa, salvo poi salire silenziosamente sul carro dei vincitori. Le prime polemiche furono lanciate perchè venne ridotta la squalifica di Rossi da 3 a 2 anni, in tempo per essere convocato, nella vicenda calcioscommesse: vicenda che lo vide coinvolto per una banalità ("non mi interessa quello che farete, mi basta segnare i miei due gol", la presunta frase incriminata che lo fece ritenere corresponsabile di una combine), poi rivelatasi anche farlocca. La sua convocazione però toglieva spazio a qualcuno che aveva buona stampa soprattutto a Roma, Roberto Pruzzo, stampa che ancora montava all'epoca la polemica sul famoso gol, in fuorigioco, di Turone dell'anno precedente, dunque non perdeva occasione per attaccare Bearzot, colpevole di dare fiducia totale al gruppo dei giocatori juventini in Nazionale. Fu pure l'anno del finale di campionato al cardiopalmo, con la Juventus vittoriosa all'ultima giornata a Catanzaro e la Fiorentina bloccata a Cagliari: il giorno dopo un incandescente "Processo del Lunedì" con Franco Zeffirelli a dire di tutto e di più contro i bianconeri e contro Boniperti, al punto da guadagnarsi sul campo una querela. Si scatenò una campagna di stampa violentissima contro la Nazionale, ricordo articoli intitolati "Preparate i pomodori, rientriamo presto", accuse a Bearzot per avere convocato Rossi, per preferire il blocco juventino, Zoff, Gentile, Cabrini, Tardelli, Scirea, Rossi, e non dare spazio a Tancredi, Nela, Pruzzo, Di Bartolomei; proprio Biscardi era il principale artefice di questa campagna di odio, il suo "processo" era il pulpito dal quale parlavano le grandi firme dell'epoca, Melidoni, De Cesari ed altri, si esibivano in show anti Nazionale anche due esponenti politici espressione tardiva di un compromesso storico antijuventino, tale Senatore Publio Fiori, democristiano, che non perdeva occasione per ricordare di essere stato vittima delle BR, gli avevano sparato alle gambe, e tale Senatore Giuseppe Pirastu, comunista: entrambi avevano presentato una interpellanza al governo, presieduto da Giovanni Spadolini, chiedendo di intervenire pesantemente sul settore tecnico della Federcalcio, insomma commissariare la FIGC, cambiare commissario tecnico, e imporre altre convocazioni. Facevano insomma il tifo contro, in maniera anche peggiore di quanto sarebbe accaduto nel 2006. Ma non è che altri fossero da meno, la stampa milanese non sopportava la mancata convocazione di Beccalossi, ma non potendo criticare Antognoni, se la prendeva con Rossi, perchè avrebbe voluto Altobelli titolare; e così ogni conferenza stampa di quel periodo era una sorta di processo a giocatori e a Bearzot. Non solo: accuse varie ai giocatori, si facevano girare strane notizie su di loro, e un bel giorno uscì pure lo scoop che, naturalmente, non poteva non toccare il più attaccato di tutti, Rossi. In camera Rossi era assieme ad Antonio Cabrini, il bello per eccellenza della Nazionale, ma qualcuno mise in giro che erano stati messi assieme perchè erano "amanti", Rossi il marito, Cabrini la moglie. Fu la goccia che fece traboccare il vaso: il gruppo per porre fine a questo scempio, proclamò il silenzio stampa, delegando uno per tutti a parlare con i giornalisti, e la scelta fu proprio un pugno nello stomaco, Dino Zoff, ovvero il più taciturno e riservato, un modo per dire loro "con voi abbiamo chiuso". Il dopo lo conoscete tutti, tre partite che non è che furono brutte, contrariamente a quello che si dice: bene la prima con la Polonia, fummo sfortunati a non riuscire a segnare; ottimo primo tempo con il Perù, poi il braccino, e la terza quasi un incubo, dato che era ancora recente il ricordo della figuraccia del 1966 con la Corea del Nord. Alla fine tutti a festeggiare, compresi quelli che avrebbero dovuto andare a nascondersi, a cominciare da Biscardi e soci. Ah, dimenticavo: gli autori del gossip contro Rossi e Cabrini, furono due esordienti giornalisti del quotidiano milanese Il Giorno, uno forse non vi dirà granchè (Claudio Pea), l'altro invece ... Paolo Ziliani Sempre in attesa sulla riva del fiume.
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