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Socrates

Didier Deschamps - Calciatore E Allenatore

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Joined: 22-May-2006
17094 messaggi

grandissimo giocatore, come allenatore non mi piaceva per il gioco, per? ha avuto il merito di inventare Chiellini centrale e di far chiaramente intendere che la societ? faceva pena

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Joined: 23-Jul-2006
91 messaggi

Giocatore fenomenale...con Davids e Zidane ha formato uno dei centrocampi pi

Modificato da Alex Delarge

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Joined: 07-Oct-2007
900 messaggi

didier un grande mediano,oltre a recuperare un sacco di palloni e far filtro davanti alla difesa aveva una visione di gioco ed un senso tattico molto evoluto,tale da portare moggi e bettega alla non facile decisione di fare a meno di un fior di regista come paulo sousa,inoltre aveva un grande carisma e grinta da vendere,gi? da giocatore si vedeva che era una sorta di allenatore in campo

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Joined: 15-Apr-2008
233 messaggi

Proprio quello che ci manca ...... .uff

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Joined: 14-Nov-2006
82253 messaggi

Grande .rulez

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Joined: 01-Dec-2006
87 messaggi
grandissimo giocatore, come allenatore non mi piaceva per il gioco, per? ha avuto il merito di inventare Chiellini centrale e di far chiaramente intendere che la societ? faceva pena

.quoto Amato come giocatore (fortissimo) molto meno come nostro allenatore (certe sue visioni non le ho mai comprese .penso ).....

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Joined: 08-Jul-2006
21009 messaggi
Giocatore fenomenale...con Davids e Zidane ha formato uno dei centrocampi pi? forti della storia...

Come allenatore secondo me poteva andare bene...il "non gioco" secondo me era dovuto anche al fatto che motivare fuoriclasse contro lo Spezia (con tutto il rispetto) non ? cosa da poco... Non dimentichiamoci che gente come Trezeguet e Camoranesi hanno disputato le loro peggiori quell'anno, nonostante la serie B sia categoria inferiore alla serie A...questo la dice lunga...

Mi sarebbe piaciuto vederlo in serie A...ma aveva capito che aria tirava in societ? (altra testimonianza della grandezza di Deschamps, che da vincente voleva tornare immediatamente ai massimi livelli)... Sarebbe stato sicuramente meglio di Ranieri...

.quoto

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Joined: 07-Feb-2006
2910 messaggi

un grandissimo del ruolo,bei ricordi da giocatore

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Joined: 13-Jun-2005
21834 messaggi

Il capitano della Francia Campione del Mondo e d'Europa @@

Che giocatore, il guerriero di Bayonne!!!

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Joined: 04-Apr-2006
130769 messaggi

Deschamps: «Juve? Allenarla è stata un'avventura sportiva e umana»

Il ct della Francia: «Sono molto legato al club. Mi aveva dato tanto da calciatore e per me era importante restituire qualcosa riportandola subito in A»

 

FONTE

 

 

"Allenare la Juventus è stata una avventura sportiva e umana, io sono molto legato al club. E' stata l'unica volta che ha giocato in Serie B, per altri motivi, si giocava contro squadre piccole e poi c'è stata la soddisfazione di aver subito vinto il campionato".

 

Così Didier Deschamps, ct della Francia, dal palco del Globe Soccer ricorda la sua esperienza da allenatore della Juventus nel 2007/2008 in Serie B. "La Juve mi aveva dato tanto da calciatore e per me era importante restituire qualcosa dando il mio contributo per riportarla subito in Serie A", ha aggiunto il tecnico francese.

 

Parlando della vittoria ai Mondiali di Russia, Deschamps ha sottolineato l'importanza di un fattore come "la diversità culturale ed etnica, di giocatori provenienti da tanti paesi diversi, è stato un valore importante per la Francia".

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Joined: 04-Apr-2006
130769 messaggi
Inviato (modificato)

55062307_juve1989.png.0e751d8b023348d650bcfe17bd167d22.png   DIDIER DESCHAMPS

 

Scholes ricorda Manchester United-Juventus: "Deschamps urlò come una  ragazzina"

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Didier_Deschamps

 

 

Nazione: Francia Francia
Luogo di nascita: Bayonne
Data di nascita: 15.10.1968
Ruolo: Centrocampista
Altezza: 170 cm
Peso: 72 kg
Nazionale Francese
Soprannome: Didí

 

 

Alla Juventus dal 1994 al 1999

Esordio: 31.08.1994 - Coppa Italia - Juventus-Chievo 0-0

Ultima partita: 23.05.1999 - Serie A - Juventus-Venezia 3-2

 

178 presenze - 4 reti

 

3 scudetti

1 coppa Italia

2 supercoppe italiane

1 champions league

1 supercoppa Uefa

1 coppa intercontinentale

 

Campione del mondo 1998 con la nazionale francese

Campione d'Europa 2000 con la nazionale francese

 

La Juventus, son grand regret

 

Allenatore della Juventus dal 2006 al 2007

 

43 panchine - 30 vittorie - 11 pareggi - 2 sconfitte

 

1 campionato di serie B

 

Campione del mondo 2018 - c.t. della nazionale francese

Nations League 2021 - c.t. della nazionale francese

 

 

Didier Claude Vincent Deschamps (Bayonne, 15 ottobre 1968) è un allenatore di calcio ed ex calciatore francese, di ruolo centrocampista, commissario tecnico della nazionale francese.

Da calciatore ha vinto tre campionati francesi (uno dei quali revocato) e una UEFA Champions League con l'Olympique Marsiglia, tre campionati italiani, una Coppa Italia, due Supercoppe italiane, una Champions League, una Coppa Intercontinentale e una Supercoppa UEFA con la Juventus e una Coppa d'Inghilterra col Chelsea. È stato inoltre nominato miglior calciatore francese da France Football nel 1996.

Nel ruolo di allenatore ha sollevato una Coppa di Lega francese con il Monaco e altre tre Coppe di Lega, un campionato francese e due Supercoppe di Francia con l'Olympique Marsiglia. Ha inoltre guidato la Juventus nel campionato di Serie B 2006-2007, raggiungendo la promozione in Serie A e la vittoria matematica del torneo.

Campione del mondo nel 1998 e d'Europa nel 2000 con la nazionale francese, in entrambi i casi nelle vesti di capitano, nel 2012 ne è stato nominato selezionatore e in questa veste ha condotto i Bleus al secondo posto nell'europeo di Francia 2016 e alle vittorie del mondiale di Russia 2018 — nell'occasione, assieme a Mario Zagallo e Franz Beckenbauer, è diventato una delle sole tre personalità nel mondo del calcio ad avere trionfato al mondiale sia da calciatori sia da allenatori e, come nel caso del solo Beckenbauer, da capitano della nazionale vincitrice — e della UEFA Nations League del 2020-2021.

 

Didier Deschamps
Didier Deschamps in 2018.jpg
Deschamps nel 2018
     
Nazionalità Francia Francia
Altezza 170 cm
Peso 72 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex centrocampista)
Squadra Francia Francia
Termine carriera 2001 - giocatore
Carriera
Giovanili
1976-1983   Aviron Bayonnais
1983-1985   Nantes
Squadre di club
1986-1989   Nantes 111 (4)
1989-1990   Olympique Marsiglia 17 (1)
1990-1991    Bordeaux 29 (3)
1991-1994   Olympique Marsiglia 106 (5)
1994-1999   Juventus 178 (4)
1999-2000   Chelsea 27 (0)
2000-2001   Valencia 13 (0)
Nazionale
1989-2000 Francia Francia 103 (4)
Carriera da allenatore
2001-2005   Monaco
2006-2007   Juventus
2009-2012   Olympique Marsiglia
2012- Francia Francia
Palmarès
 
Coppa mondiale.svg Mondiali di calcio
Oro Francia 1998
Oro Russia 2018
UEFA European Cup.svg Europei di calcio
Oro Belgio-Paesi Bassi 2000
Argento Francia 2016
Transparent.png UEFA Nations League
Oro Italia 2021

 

Biografia

Nato a Bayonne, zona basca del sud della Francia, vive a Cap-d'Ail. È cugino di primo grado dell'ex tennista Nathalie Tauziat.

Caratteristiche tecniche

Giocatore

Era un centrocampista difensivo dotato di grande personalità e temperamento, derivanti a detta dello stesso Deschamps dalle sue origini di confine — «sono basco [...] e della mia gente ho la caparbietà. Quando ci mettiamo in testa una cosa, vogliamo arrivare allo scopo» —, tanto da essere paragonato all'ex juventino Giuseppe Furino al suo arrivo a Torino. Di piede mancino, la diligenza tattica e la rapidità di movimento gli consentivano di essere molto efficace in fase di ripiegamento, eccellendo in particolar modo nel tackle; dotato di un'ottima tecnica di base, ciò gli permetteva inoltre di rilanciare l'azione e proporsi a sua volta in avanti, pur se la sua indole difensiva lo portava più a rifinire per i compagni che non a cercare la battuta a rete.

Allenatore

Predilige adottare moduli basati su una difesa a quattro elementi, come il 4-4-2, il 4-3-3 o il 4-2-3-1, tutti accomunati dallo sfruttamento del gioco sulle corsie esterne.

Carriera

Giocatore

Club

Gli inizi al Nantes

Dopo una breve parentesi nel rugby inizia a giocare a calcio nella locale squadra della natìa Bayonne, l'Aviron Bayonnais, mentre frequenta la scuola primaria.

All'età di 15 anni, nel corso della Ligue d'Aquitaine, è notato dagli scout del Nantes, con il quale firma un contratto nell'aprile 1983. Gli bastano solo due anni nel settore giovanile dell'FCN, noto per essere uno dei migliori in Francia, per dar prova del suo talento. Nel 1985 è promosso in prima squadra e il 27 settembre, a diciassette anni, fa il suo debutto in première division nella vittoriosa trasferta sul campo del Brest. Le quattro stagioni trascorse a Nantes sono determinanti per il prosieguo della sua carriera: non vince alcun trofeo, causa un club all'epoca di mezza classifica, ma matura una notevole esperienza, disputando 111 partite in campionato. Durante la sua ultima stagione in maglia gialloverde, inoltre, viene convocato per la prima volta nella nazionale francese.

Olympique Marsiglia e Bordeaux

Nel 1989 si trasferisce all'Olympique Marsiglia per 17 milioni di franchi. Durante la sua prima stagione in biancazzurro è spesso relegato in panchina: disputa soltanto 17 partite, con una rete all'attivo, la maggior parte delle quali subentrando a partita in corso. Ciò nonostante viene eletto rivelazione dell'anno da France Football e vince il suo primo campionato, malgrado l'avere patito problemi di adattamento nel club. Al termine dell'annata, anche per non mettere a repentaglio il suo posto in nazionale, accetta il trasferimento in prestito al Bordeaux.

 

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Deschamps (a sinistra) al Bordeaux nel 1990, mentre insegue il romanista Thomas Berthold durante un incontro di Coppa UEFA.

 

La stagione disputata con la maglia dei girondini è decisiva per la sua carriera: ha modo di giocare regolarmente sicché al termine della stessa, dopo avere disputato 29 partite, nell'estate 1991 può fare ritorno al club di Bernard Tapie. Inizialmente quest'ultimo vorrebbe usarlo come pedina di scambio con il Paris Saint-Germain nella trattativa per portare Jocelyn Angloma alla corte dei marsigliesi, ma il giovane centrocampista si oppone fermamente; resta pertanto all'OM e, anzi, ne diviene una pedina fondamentale. Nella stagione 1991-1992 disputa 36 gare in campionato, con 4 reti all'attivo, e vince il suo secondo titolo nazionale, il primo da protagonista.

La stagione 1992-1993 è quella della consacrazione. Vince il terzo campionato nonché secondo consecutivo, seppur successivamente revocato a seguito dell'affaire VA-OM, ma soprattutto il 26 maggio 1993 lui e tutto l'Olympique Marsiglia entrano nella storia del calcio francese conquistando il loro primo titolo continentale, la Champions League: nella finale di Monaco di Baviera i biancazzurri sconfiggono per 1-0 il Milan e Deschamps, da capitano della squadra, è chiamato a sollevare al cielo la coppa. L'OM diventa il primo club transalpino campione d'Europa.

Nella stagione successiva, 1993-1994, disputa 34 partite in un campionato che la squadra conclude al secondo posto. Al termine della stagione, tuttavia, la federazione francese, dopo avere accertato le responsabilità di Tapie nell'organizzazione dell'illecito VA-OM, retrocede d'ufficio la formazione in D2: questo fatto, assieme alla voglia di misurarsi con un campionato più competitivo, spingono Deschamps a lasciare Marsiglia e la Francia.

Juventus
220px-Didier_Deschamps_-_Juventus_FC_199
 
Deschamps in azione per la Juventus nel campionato 1994-1995.

 

Nell'aprile 1994 la Juventus, anticipando i tempi, blocca Deschamps il quale, in scadenza di contratto, può essere prelevato pagando all'Olympique Marsiglia, secondo i parametri UEFA che in epoca pre-Bosman regolavano il mercato degli svincolati, un indennizzo intorno ai tre miliardi e mezzo di lire; il mese seguente il centrocampista di Bayonne firma ufficialmente con il club italiano. È una Signora nuova, lontana dallo scudetto da nove anni e che per questo ha appena cambiato molto, in campo e dietro le scrivanie. L'avventura bianconera del francese non parte nel migliore dei modi: in ottobre viene operato al tendine di Achille sinistro e resta così lontano dai campi per quasi metà stagione. Una volta guarito diventa subito indispensabile, costituendo con l'altro neoacquisto Paulo Sousa una coppia di centrocampo dall'alto rendimento, che porta la squadra torinese a vincere campionato e Coppa Italia, oltre ad arrivare in finale di Coppa UEFA persa contro il Parma.

Forte nel pressing a tutto campo e nel contrasto, con uno spiccato senso tattico, viene subito apprezzato da Marcello Lippi per la sua duttilità, lo spirito di sacrificio e l'intelligenza tattica; il tecnico gli consegna le chiavi del centrocampo bianconero per la stagione seguente in cui il club è ai margini della lotta per lo scudetto; il Milan stacca immediatamente i piemontesi che, nonostante un tentativo di riavvicinamento nel finale della stagione, chiuderanno il torneo al secondo posto. Diversa è la storia in Champions League: Deschamps è infatti il perno della squadra che, dopo un cammino entusiasmante nei precedenti turni, il 22 maggio 1996 batte ai rigori l'Ajax all'Olimpico di Roma; si tratta, sia per il club juventino sia per centrocampista, del secondo trionfo nella massima competizione europea. In precedenza, nel corso della stagione aveva già messo in bacheca la Supercoppa italiana.

 

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Da sinistra: i connazionali Zinédine Zidane e Deschamps nel ritiro estivo juventino della stagione 1996-1997.

 

È ancora protagonista nell'annata 1996-1997, ricca di trofei per il francese e i suoi compagni di spogliatoio. Il 27 novembre 1996, battendo a Tokyo gli argentini del River Plate si aggiudica la Coppa Intercontinentale. Il 6 febbraio 1997, dopo avere battuto nel doppio confronto (1-6 in trasferta e 3-1 in casa) il Paris Saint-Germain, alza al cielo la Supercoppa UEFA. Contribuisce, con 26 presenze e 1 rete (nel successo per 1-4 contro l'Udinese), alla conquista dello scudetto nell'anno del centenario del club torinese, e arriva alla finale di Champions League dove la squadra viene sconfitta dal Borussia Dortmund. Nella stagione seguente vince il suo terzo scudetto, il secondo consecutivo con la formazione juventina, e la seconda Supercoppa di Lega; raggiunge inoltre la terza finale consecutiva di Champions League, la sua quinta finale europea in sei anni, persa contro il Real Madrid.

L'annata 1998-1999 è travagliata sia per la Juventus sia per il giocatore: i risultati non arrivano, e Lippi inizia a escludere frequentemente Deschamps dall'undici titolare. I rapporti tra i due si deteriorano, così come col resto dello spogliatoio, culminando in un duro scontro tra il tecnico viareggino e il centrocampista francese alla vigilia della partita casalinga contro il Parma. Sul finire della stagione, l'unica senza successi a Torino, manifesta la volontà di chiudere con la Juventus ritenendo ormai esaurita la propria esperienza in seno al club. Sveste la maglia bianconera dopo cinque stagioni, con 4 reti in 178 presenze complessive, vincendo tutto: il suo palmarès juventino vede 3 scudetti, 1 Coppa Italia, 1 UEFA Champions League, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Supercoppa UEFA e 2 Supercoppe italiane.

Gli ultimi anni con Chelsea e Valencia
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Deschamps (a sinistra) al Chelsea nel 1999, in contrasto sul laziale Juan Sebastián Verón durante una sfida di Champions League.

 

Il 21 giugno 1999 si accorda con il Chelsea, allenato dall'amico ed ex compagno di squadra a Torino Gianluca Vialli; a Londra ritrova inoltre Marcel Desailly, suo amico fraterno. Con la maglia dei Blues disputa 27 gare andando a segno una volta, vincendo una FA Cup. Non riesce tuttavia ad adattarsi al calcio inglese, sicché al termine della stagione si trasferisce al Valencia per una cifra pari a circa 2,7 milioni di sterline. Anche l'esperienza spagnola non si rivela però felice: con la maglia del club valenciano, allenato da Héctor Cúper, ha modo di disputare soltanto 8 gare a causa di numerosi infortuni, e assiste dalla panchina alla sconfitta contro il Bayern Monaco nella finale di Champions League disputata a San Siro.

Nell'estate 2001 dà il suo addio al calcio giocato.

Nazionale

Viene convocato per la prima volta nella nazionale francese dal selezionatore Michel Platini nel 1989, a 20 anni, e il 29 aprile debutta nella partita contro la Jugoslavia valida per le qualificazioni al campionato del mondo 1990, rilevando al 76' Daniel Xuereb. La sua carriera internazionale inizia in uno dei momenti più bui del calcio transalpino: dapprima i Bleus falliscono la qualificazione a Italia '90, poi chiudono senza vittorie la fase finale del campionato d'Europa 1992, e infine non riescono a ottenere il pass per il campionato del mondo 1994.

 

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Deschamps (accosciato, secondo da sinistra) in nazionale nel 1994

 

Con l'inizio dell'era di Aimé Jacquet le cose cambiano sia per i Galletti sia per il centrocampista di Bayonne. Il tecnico di Sail-sous-Couzan inizia a ricostruire la squadra in vista del campionato d'Europa 1996, consegnando inizialmente i gradi di capitano a Éric Cantona; ma nel gennaio 1995 il talento francese chiude per sempre con la nazionale, suo malgrado, dopo la squalifica di nove mesi rimediata con la sua squadra di club, causa un violento calcio a un tifoso che lo aveva insultato mentre usciva dal campo, a seguito di un'espulsione.

Scaricato Cantona, Jacquet decide di rivoluzionare l'undici base: fuori i "vecchi" come Papin e Ginola, e spazio a quella che in seguito sarà definita la "generazione d'oro". In quest'ottica di cambiamenti, il sélectionneur transalpino affida definitivamente la fascia di capitano a Deschamps, a cominciare dall'amichevole contro la Germania del 1º giugno 1996. Diventa subito il leader dei Bleus che guida fino alla semifinale di Euro '96, dove vengono sconfitti ai tiri di rigore dalla Rep. Ceca, conseguendo comunque il migliore risultato della Francia da dieci anni a quella parte. Nel 1998, ormai da capitano e senatore dello spogliatoio, guida la sua nazionale alla vittoria del suo primo mondiale.

Due anni dopo, ancora da capitano, guida i Bleus alla vittoria del campionato d'Europa 2000, consentendo così ai Galletti di diventare la seconda nazionale, dopo la Germania Ovest del 1974, a detenere contemporaneamente sia la Coppa del Mondo sia la Coppa Henri Delaunay. In occasione della semifinale contro il Portogallo, inoltre, raggiunge la sua centesima presenza con la maglia nazionale: è il primo giocatore francese in assoluto a tagliare questo traguardo. Il 2 settembre 2000 gioca, allo Stade de France contro l'Inghilterra, la sua ultima partita in nazionale; in una gara terminata 1-1, viene sostituito al 59' da Patrick Vieira. Lascia i Bleus dopo 103 presenze e 4 reti.

Conta anche una presenza nell'Euskal Selekzioa, la rappresentativa formata da soli giocatori baschi.

Allenatore

Monaco

A 33 anni ancora da compiere decide di concludere la carriera da calciatore e intraprendere quella in panchina. Rescinde il contratto con il Valencia, e il 9 giugno 2001 viene nominato allenatore del Monaco. Costruisce una squadra con un budget molto limitato, affiancando a giovani promesse (Givet, Squillaci, Rothen, Evra) giocatori di esperienza ma scartati da alcuni grandi club europei (Roma, Nonda, Morientes, Giuly). La prima stagione alla guida del club monegasco è tutt'altro che entusiasmante, fallendo l'obiettivo primario della qualificazione alla Champions League: in campionato, a seguito di un inizio disastroso, la squadra si stacca subito dalle posizioni di testa per chiudere infine a un anonimo al 15º posto; in Coppa viene invece eliminata a sorpresa ai quarti di finale dal Nîmes, squadra di Division 2, mancando così l'ultima possibilità di accesso a una competizione europea.

Nell'annata seguente, nonostante la grave crisi finanziaria del club, guida la sua squadra a un lungo testa a testa in campionato con l'Olympique Lione, perdendo il titolo solo alle ultime giornate. Il 17 maggio 2003 vince comunque il suo primo trofeo da allenatore: la sua squadra sconfigge nella finale di Coppa di Lega per 4-1 il Sochaux.

Nella stagione 2003-2004 compie il suo capolavoro alla guida del club del Principato: dopo un'estate turbolenta, che vede la squadra inizialmente retrocessa in Ligue 2 a causa di problemi finanziari, e poi ripescata, inizia a inanellare una serie di successi sia in campionato sia in Champions League. Durante il cammino europeo la sua squadra stupisce per la qualità del gioco, frizzante ma non scriteriato. Dopo avere primeggiato nel suo girone con relativa semplicità, infliggendo tra l'altro un sonoro 8-3 ai galiziani del Deportivo La Coruña, nella fase a eliminazione diretta ha la meglio dapprima della Lokomotiv Mosca negli ottavi e poi dei più quotati Galácticos del Real Madrid nei quarti: in particolare nel doppio confronto con gli spagnoli, dopo avere perso l'andata al Bernabéu per 4-2, al ritorno recupera l'iniziale svantaggio di 1-0 e sconfigge le favorite Merengues per 3-1. In semifinale elimina il Chelsea e si qualifica per la finale di Gelsenkirchen contro il Porto allenato da José Mourinho. Il sogno della squadra del Principato si spegne all'ultimo atto: nella finale i francesi giocano una partita sottotono e vengono sconfitti con un perentorio 3-0 dai lusitani.

La quarta stagione alla guida dei biancorossi si rileva negativa per il tecnico di Bayonne. Dopo un buon inizio in campionato, la squadra si ritrova ben presto fuori dalla lotta per il titolo, e viene eliminata negli ottavi di Champions League dal PSV. Chiude infine al terzo posto in Ligue 1 e si qualifica per i preliminari di Champions League. A settembre 2005, dopo 4 sconfitte in 7 giornate di campionato e soprattutto dopo l'eliminazione all'ultimo turno preliminare di Champions League per mano del Betis di Siviglia, si dimette dall'incarico.

Juventus

Dopo quasi un anno d'inattività, il 10 luglio 2006 torna alla Juventus accettando il difficile incarico di allenare la squadra nel momento più difficile della propria storia: a seguito dello scandalo di Calciopoli, infatti, la formazione bianconera è stata retrocessa d'ufficio in Serie B con una forte penalizzazione in classifica. Deschamps si ritrova alla guida di una squadra solo lontana parente di quella a cui aveva preso parte da giocatore, privata di molti uomini importanti, ceduti sia per esigenze di bilancio sia per non aver accettato di giocare nella serie cadetta; pertanto il tecnico francese decide di lanciare, a fianco dei pochi senatori rimasti, vari giovani del vivaio, tra cui la futura bandiera bianconera Claudio Marchisio.

Dopo un avvio tra alti e bassi, a seguito dell'impatto con un ambiente molto diverso da quello solitamente frequentato dalla Vecchia Signora, la squadra inizia a risalire posizioni in classifica finché il 20 maggio 2007, con la goleada esterna sull'Arezzo (5-1), ottiene con tre giornate di anticipo la matematica vittoria del campionato e annessa promozione in Serie A. Pur avendo riportato i bianconeri nell'élite del calcio italiano, come gli viene riconosciuto de facto dai tifosi juventini e dalla stampa specializzata, Deschamps non potrà mai fregiarsi de iure di questo trionfo, poiché appena cinque giorni dopo risolve a sorpresa il suo contratto con i torinesi, a causa di sopravvenuti dissidi con la dirigenza circa i piani futuri della società, che per le ultime due gare, ormai ininfluenti, viene affidata all'allenatore in seconda Giancarlo Corradini.

Olympique Marsiglia

220px-Didier_Deschamps_2011_%28cropped%2
 
Deschamps tecnico dell'Olympique Marsiglia nel 2011

 

Il 5 maggio 2009 l'Olympique Marsiglia annuncia Deschamps quale successore di Eric Gerets alla guida del club. Il 27 marzo 2010 guida l'OM alla vittoria della Coppa di Lega francese, battendo in finale il Bordeaux per 3-1: si tratta del primo successo marsigliese nella manifestazione, nonché del primo trofeo dopo 17 anni di digiuno. Il 5 maggio 2010, battendo 3-1 il Rennes, e in concomitanza con la sconfitta dell'Auxerre a Lione, l'OM si aggiudica il nono titolo della sua storia, a diciotto anni dal precedente.

Il 28 luglio 2010 guida i marsigliesi alla vittoria della Supercoppa di Francia sconfiggendo per 5-4 ai rigori il Paris Saint-Germain. Nel dicembre dello stesso anno viene eletto allenatore francese dell'anno dalla rivista France Football.

Nazionale francese

220px-Didier_Deschamps_in_2017.jpg
 
Deschamps sulla panchina della Francia nel 2017

 

L'8 luglio 2012 viene nominato commissario tecnico della nazionale francese, ruolo in cui sostituisce Laurent Blanc, dimissionario dopo l'eliminazione della squadra ai quarti di finale del campionato d'Europa 2012. Deschamps riesce a qualificare i Bleus al campionato del mondo 2014 con qualche patema, solo ai play-off, e solo dopo aver rimontato l'Ucraina nella decisiva sfida di ritorno; nella fase finale in Brasile, con una rosa molto giovane, la Francia arriva ai quarti di finale, dove si arrende alla Germania (0-1) poi vincitrice del torneo.

Guida in seguito la nazionale al campionato d'Europa 2016 ospitato proprio dalla Francia, dove Deschamps riesce a portare i Bleus alla finale di Parigi dopo aver eliminato, tra gli altri, i tedeschi campioni del mondo in carica in semifinale; seppur favoriti dai pronostici, all'atto conclusivo i padroni di casa vengono sconfitti dal Portogallo ai tempi supplementari (0-1).

Rimasto in sella alla nazionale, nel biennio seguente raggiunge, seppur con qualche difficoltà, la qualificazione al campionato del mondo 2018. Nella fase finale in Russia, dopo avere vinto il proprio gruppo davanti alla Danimarca e aver eliminato l'Argentina agli ottavi, l'Uruguay ai quarti e il Belgio in semifinale, la Francia trionfa battendo per 4-2 la Croazia nella finale di Mosca, aggiudicandosi la Coppa del mondo per la seconda volta: nell'occasione Deschamps entra nel ristretto gruppo di campioni del mondo sia sul campo che in panchina, dopo il tedesco Franz Beckenbauer e il brasiliano Mário Zagallo. Nel corso della competizione Deschamps diventa inoltre il selezionatore con più panchine nella storia francese, superando il precedente record di Raymond Domenech in occasione della sfida contro gli argentini. Al trionfo mondiale fanno seguito gli impegni nella UEFA Nations League 2018-2019, alla cui final four la Francia non riesce a qualificarsi.

Nelle qualificazioni al campionato d'Europa 2020, la Francia primeggia nel proprio girone e, in occasione dell'ultima partita del gruppo, vinta contro l'Albania, Deschamps raggiunge quota 100 panchine da commissario tecnico dei Blues. Malgrado i Bleus godano dei favori del pronostico, la fase finale del torneo, disputata nell'estate del 2021, si chiude per i francesi già agli ottavi di finale, a causa dell'inaspettata eliminazione ai tiri di rigore contro la Svizzera.

Nei mesi seguenti la Francia di Deschamps si riscatta nella final four della UEFA Nations League 2020-2021, superando il Belgio in semifinale e la Spagna nella finale di Milano, conquistando così per la prima volta il trofeo.

 

 

Palmarès

Giocatore

Club

Competizioni nazionali
220px-Juventus_FC_-_Scudetto_1994-95_-_D
 
Deschamps festeggia la vittoria della Juventus nel campionato italiano 1994-1995.
Competizioni internazionali
220px-Juventus_FC_-_Champions_League_199
 
Ravanelli, Deschamps e Rampulla festeggiano il trionfo della Juventus nella Champions League 1995-1996.

Nazionale

Individuale

Allenatore

Club

Nazionale

Individuale

  • Inserito tra le “Leggende del calcio” del Golden Foot - 2018

Onorificenze

Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore
  — Parigi, 1º settembre 1998
Ufficiale dell'Ordine della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria Ufficiale dell'Ordine della Legion d'Onore
  — Parigi, 31 dicembre 2018. Di iniziativa del Presidente della Repubblica francese.

 

 

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55062307_juve1989.png.0e751d8b023348d650bcfe17bd167d22.png   DIDIER DESCHAMPS

 

didier_deschamps.jpg

 

 

 

Deschamps, anni 25 – scrive Angelo Caroli su “La Stampa” del 7 maggio 1994 – è stato acquistato per una cifra appena inferiore ai 2 miliardi di lire (indennità di fine contratto). Riceverà poco meno di un miliardo a stagione, vincolo triennale. Il motore dell’Olympique e della Nazionale francese era accompagnato dal suo consulente, Werth.
Allegro e felice, Didier non si è lasciato intrappolare dai luoghi comuni e dalla retorica. Ha subito spiegato di essere «rimasto impressionato dall’accoglienza in perfetto francese. Anche Vialli mi ha dato il benvenuto nella mia lingua. Umberto Agnelli mi ha chiesto del Marsiglia, della Francia. Poi ci siamo appartati io, Bettega e Giraudo. Il fotografo del club mi ha ripreso con la maglia bianconera, quelle due stelle d’oro mi hanno fatto tremare. Mi sono sentito già uno della Juve. Vivo come in un sogno, l’anno scorso si parlò di me in bianconero, ma nessuno mi aveva contattato. Dico la verità, mi par di sognare».
Si mescolano passato e presente, freschi fotogrammi da dimenticare (i guai dell’Olympique, ndr) e progetti ambiziosi. Nella Juventus ha giocato Platini, francese come lui. Deschamps sorride prima di ammettere che «una volta entrato in collegamento con la Juventus, ho pensato al grande Michel. Vorrei riuscire anch’io a rendere il vostro campionato più bello. I nuovi dirigenti mi hanno spiegato che la Juventus s’è ringiovanita a ogni livello, che vuole tornare a vincere dopo otto anni di astinenza. E mi hanno detto: sei l’uomo giusto al posto giusto. Bettega mi ha visto giocare a Monaco. Evidentemente mi ha giudicato da Juve. Spero di accontentarli, dando loro ciò che si aspettano. Sono felice e, in questo tipo di felicità, i soldi non c’entrano».

Nato a Bayonne, il 15 ottobre 1968, cresce nel Nantes, dove gioca per cinque stagioni, prima di approdare una prima volta a Marsiglia, nel 1989. L’anno successivo veste la maglia blu del Bordeaux e poi altri tre stagioni nell’Olympique Marsiglia, dove vince lo scudetto, la Coppa dei Campioni e conquista il posto fisso nella Nazionale transalpina.
Arriva alla corte di Lippi, nell’estate del 1994 e subito subisce un infortunio gravissimo: parziale rottura del tendine di Achille. Didier si deve fare operare e la convalescenza è molto lunga, sei mesi.
Didier non è il tipo che si arrende facilmente: una volta guarito diventa subito indispensabile costituendo con Paulo Sousa, una coppia di centrocampo fortissima che porta la squadra bianconera a vincere scudetto e Coppa Italia e arrivare in finale di Coppa Uefa.
«Cosa ho trovato a Torino? Una grande società, una professionalità impeccabile da parte di tutti, dal magazziniere al massaggiatore, dai medici al presidente e tutti i dirigenti. Ci mettono nelle migliori condizioni per dare sempre il cento per cento. Sono arrivato a Torino che avevo vinto due campionati francese e una Coppa dei Campioni, ma la Juventus mi ha dato ancora di più».
Fortissimo nel pressing a tutto campo e nel contrasto, ha un senso della posizione che gli consente di integrarsi con qualsiasi compagno, senza la minima difficoltà. È uno di quei giocatori, magari poco appariscenti, che fanno sempre sentire il peso della loro grande generosità agonistica e uno spiccato senso tattico. Il numero di palloni che tocca e i chilometri che percorre sono incalcolabili.
L’unico difetto che gli si può appuntare è che segna raramente: infatti, nelle 178 partite disputate con la Juventus, realizza solamente 4 goal.
Diventa insostituibile anche nella Nazionale francese della quale è l’indiscusso capitano e con la quale vince il Mondiale casalingo del 1998 e gli Europei olandesi del 2000; con la maglia “bleu” totalizza 103 presenze e 4 goal.
Con la Juventus disputa altre quattro stagioni ad altissimo livello, vincendo tutto quello che si può desiderare: in totale il suo palmarès vede tre scudetti, una Coppa Italia, una Champions League, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa Europea e due Supercoppe Italiane.
Nel 1998 entra, come altri suo compagni, in collisione con Marcello Lippi e il tecnico viareggino sarà costretto a dimettersi dall’incarico.
«Premetto che nessuno può essere soddisfatto per quello che è successo. Però è vero, sabato mattina ho litigato con Lippi, non per la decisione tecnica di tenermi fuori squadra, fatto che pure mi ha deluso e fatto arrabbiare ma che ho accettato, piuttosto perché avevo delle cose da dirgli e gliele ho dette. Mi dispiace che sia successo alla vigilia delle sue dimissioni. Per ora non lo chiamerò, ma in seguito accadrà. Questa vicenda non toglie nulla al nostro rapporto, del resto in questi cinque anni Lippi ha litigato con molti giocatori. Succede anche tra moglie e marito. Responsabile della sua dipartita? Lo sono per quello che non ho fatto sul campo, io sono uno dei più anziani del gruppo e da me ci si aspetterebbe di più».
L’estate successiva lascia Torino, per raggiungere Vialli al Chelsea, dove ritrova Marcel Desailly, suo amico fraterno. L’esperienza inglese non sarà molto fortunata e Didier terminerà la carriera l’anno seguente a Valencia. Intrapresa l’attività da allenatore, sfiora una Champions League con i francesi del Monaco, sconfitti in finale dal Porto di Mourinho.
Nell’estate del 2004 è il maggiore candidato a sedere sulla panchina della Juventus del dopo Lippi, prima del blitz “umbertiano” che porta a Torino Fabio Capello. L’appuntamento, però, è solamente rimandato; nella turbolenta estate del 2006, infatti, la nuova dirigenza bianconera lo ingaggia, per riportare la Juventus in Serie A.
Quando mancano due giornate alla fine del campionato 2006-07, raggiunta la matematica promozione nella massima serie, Didier rassegna le proprie dimissioni da allenatore della Juventus.
«Accettai la panchina della Juve senza sapere se avrei allenato in C, in B e con quale penalizzazione. Si parlava di -30, -18. Fu un modo per sdebitarmi con chi mi aveva dato tantissimo nei cinque anni vissuti a Torino da giocatore. Ottenendo la promozione in A penso di avere saldato il mio debito, di essermi messo in pari».
Successivamente, Didì, si pentirà di quella decisione: «Sul momento mi sembrò una decisione giusta, coerente. Invece fu un errore tutto mio. Con il passare del tempo ho realizzato che la gente del calcio non aveva colto le ragioni di quella mia scelta. Faccio un esempio: fui contattato dal Liverpool e la prima cosa che i miei interlocutori mi chiesero durante la riunione fu: “Perché se ne andò dalla Juve?”
Io e la società avevamo visioni diverse sul futuro e devo dire che anche chi mi stava vicino, come il mio agente, non mi consigliò al meglio. In pratica nulla fece per ricomporre la frattura. Fatto sta che venivamo da un’annata psicologicamente difficile, in cui ci ritrovammo in città e stadi mai visitati prima dalla Juve. Ogni partita era una battaglia. Consumammo davvero molte energie e sapevo che le aspettative l’anno successivo sarebbero state ancora più alte. Ma non si poteva pretendere di vincere subito lo scudetto, bisognava andare per gradi, ricostruire.
La mia posizione all’epoca era chiara: meglio prendere tre giocatori fortissimi all’anno, piuttosto che sei o sette di medio valore. Per essere all’altezza del proprio passato e delle aspettative che la circondano, la Juve ha bisogno di un continuo ricambio di campioni. Certo la qualità ha un prezzo, ma in quell’anno in B riuscii a lanciare giovani come Marchisio e De Ceglie, quindi potevamo concentrarci su pochi rinforzi di alto livello. E il discorso regge, anche se parliamo di due grandi rinforzi, piuttosto che cinque arrivi di medio valore».

 

https://ilpalloneracconta.blogspot.com/2007/10/dider-deschamps.html

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Deschamps, the French Connection - Juventus

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