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Vengeance

Lo Straordinario Caso Di Maurizio Capobianco

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Joined: 22-Apr-2008
3431 messaggi

Salve, in questi giorni mi sono ricordato di questo elemento e della sua vicenda che immagino ricorderete. Comunque mi sembra doveroso ricordare la ridicolezza di quest'uomo come emblema (ancora una volta) della nullità dell'accusa e della malafede di certa gente. Partiamo dall'inizio questo essere, era un dirgente della Juve che nel 2007 non manco' di spalare un po' di m***a (secondo la moda del momento) su Moggi e la Juve rilasciando questa intervista sul giornale (?) la Repubblica:

Ex dirigente della Juve rivela

"Così Moggi pagava gli arbitri"

di MARCO MENSURATI

TORINO - Due premesse. La prima: "Tutto quello che dirò è documentato e dimostrabile". La seconda: "Sono in causa con la Juve davanti al tribunale del lavoro di Torino. Ho cominciato a lavorare con Boniperti nel 1984. Un uomo eccezionale. Poi nel settembre del 2005, dopo che già da tempo i miei rapporti con Giraudo erano degenerati, sono stato costretto a lasciare la società". Maurizio Capobianco, ex dirigente di Juventus F. C., è un tipo così. Uno a cui piace parlare chiaro, diretto e, soprattutto, dire le cose esatte.

Fino ad oggi, le inchieste erano accusate tutte di avere un punto debole: non si capiva per quale motivo, al di là di evidenti interessi di carriera e di posizione, gli arbitri italiani avrebbero dovuto rendere servigi a Moggi & co. Ora, per la prima volta, si capisce come gli arbitri "venivano ripagati". Spiega Capobianco: "Solo agli inizi del 2005 sono venuto a conoscenza di almeno quattro casi in cui la Juve ha fatto arrivare beni di ingente valore a due arbitri italiani, a un esponente della Figc, e a uno della Covisoc".

Beni di ingente valore?

"Beni facilmente monetizzabili che venivano consegnati per il tramite di società terze a soggetti terzi. Terzi legati agli arbitri da rapporti di parentela".

Si tratta di affermazioni pesanti, se ne rende conto?

"Sono tutte cose che, all'occorrenza, posso dimostrare".

A quando risalgono i casi in questione?

"Risalgono agli inizi della gestione Giraudo-Moggi nell'anno '95".

Chi sono questi arbitri?

"Questo non ho intenzione di dirlo, al momento".

Quanto ingenti erano questi beni monetizzabili?

"20-25 milioni di lire, per ogni "gratificazione"".

Dalle intercettazioni è emerso che Bergamo e Pairetto erano in ottimi rapporti con la Juve.

"Bergamo non so, Pairetto era di casa alla Juve".

Quei "beni" erano destinati a loro?

"Non ho intenzione di dire di più, ora. La mia intenzione è solo quella di dare un contributo di verità a tutta questa storia. Però per quanto riguarda Pairetto una cosa le posso dire: nel 2000 proprio lui tirò fuori la storia dei Rolex della Roma. Beh: pochi mesi prima, nell'ottobre del 1999, ricevette dalla Juve una moto che, in seguito, non mi pare si sia premurato di restituire".

Perché si è deciso a raccontare queste cose proprio adesso?

"Perché prima di Calciopoli quello che vedevo erano i frammenti di una vicenda che ha acquistato senso compiuto solamente dopo. Solo ora mi rendo conto di come hanno rovinato una società con una storia di oltre cento anni, con la complicità di arbitri, giornalisti, e istituzioni".

Cominciamo dai giornalisti?

"Sulla questione giornalisti la Juve aveva consulenze molto ricche con società vicine ad alcuni di loro. Almeno in un caso, a inizio stagione si stipulava un contratto per studiare dei progetti di comunicazione. Poi a giugno, se la Juve aveva vinto lo scudetto, la società decideva di realizzare quei progetti e pagava il premio alla società di comodo: i progetti, ovviamente, non vedevano mai la luce".

Un premio scudetto ai giornalisti. E sulla società Juve le inchieste hanno raccontato tutto?

"Quasi. Della Semana srl, la società voluta fortemente nel luglio 2003 da Giraudo e partecipata dalla Juve per il 30 per cento, si è parlato poco".

Cosa si poteva dire?

"Che attraverso la Semana, Moggi e Giraudo, in violazione della legge Pisanu, finanziavano indirettamente le curve. Nei bilanci ci sono fatture da decine di migliaia di euro a gara per l'acquisto di coreografie, striscioni e quant'altro".

A cosa serve la Semana?

"Gestisce tutte le attività che ruotano attorno allo stadio e agli impianti. Cosa che, almeno fino a quando c'ero io, ovvero marzo 2006, faceva a prezzi maggiorati del 20%, così come il contratto oltremodo oneroso stipulato con Juventus prevedeva. Va detto che la Semana è per il 30 per cento della Juve, per l'altro 70 di una ragnatela di fiduciarie che portano a Giraudo".

Che però adesso non ha più nulla a che vedere con la Juventus.

"Che mi risulti Semana è sempre operativa, Giraudo ha ancora il 2 per cento della Juve e questo fa di lui uno degli maggiori azionisti bianconeri. C'è ancora Bettega, è consulente: io me lo ricordo Bettega in società, partecipava a tutte le riunioni con Moggi e Giraudo. Oggi decide tutto Secco (Alessio, direttore sportivo, ndr) che in passato non ha mai mosso un dito senza il consenso di Moggi. Il direttore del personale Sorbone è lo stesso. Renato Opezzi (ad di Semana e procuratore della Juventus, ndr), è da sempre il braccio destro di Giraudo. Il direttore finanziario Michele Bergero e il direttore marketing Fassone (ex guardalinee Aia, ndr) sono sempre lì. La nuova Juve di Cobolli, la chiamano... Ma se si sono tenuti persino Bertolini".

Bertolini, quello che andava in Svizzera a comprare le sim per Moggi?

"Sì. È ancora lì. Fa l'osservatore ufficiale con tanto di presentazione nell'ottobre 2006 sul sito internet Juventus. Ma dico: è implicato con uno degli scandali peggiori della storia del nostro calcio e noi ce lo teniamo..."

Non si è mai accorto della rete svizzera di Moggi?

"Solo frammenti... Una volta viene da me la signora Gastaldo, ex-dirigente amministrativa e mi dice: "Questo Bertolini, ma che ci fa con tutte 'ste schede svizzere?"... Era disperata perché Bertolini quando riceveva l'ordine da Moggi andava da lei, prendeva tre-quattro mila euro in contanti e se ne andava in Svizzera. E così rimaneva un buco nella cassa. E la signora Gastaldo (in società fino al 2005, ndr), che è una persona molto seria e pignola, un paio di volte ricordo che mi chiese di vendere a privati degli orologi e dei preziosi della società per colmare il buco creato".

Sembra esserci un rapporto strano tra gli orologi e la Juventus...

"In dieci anni ho visto entrare centinaia e centinaia di orologi delle marche più prestigiose: Jaeger Le Coltre, Franck Muller, Cartier, Girard Perregaux, Bulgari. La destinazione degli stessi, a parte quelli che finivano ai soliti giornalisti amici (oltre che a giocatori e staff), sono segreti custoditi da Giraudo e dalla Gastaldo che ne teneva la contabilità".

Parliamo delle complicità. Fabiani, il ds del Messina che tirava le fila del mondo arbitrale insieme a Moggi, l'ha mai visto?

"Era di casa anche lui. Era così in confidenza con Moggi che all'inizio pensavo fossero parenti. Quando arrivava a Torino si prendeva gli uffici del settore giovanile e quelli diventavano i suoi uffici anche per giorni. La Juventus gli ha addirittura regalato una macchina".

Le istituzioni.

"Moggi e Giraudo in Figc facevano quello che volevano. Io rimasi molto colpito da come venne coperto un caso di positività alla cannabis di un giocatore. Lo scoprì l'Uefa, '97. Lo comunicò alla Figc e finì tutto lì".

La Gea.

"Ricordo che un caso che mi segnalò la signora Gastaldo. Nel dicembre 2004 si è coperta una provvigione liquidandola con un contratto di consulenza a una società di comodo. La fattura da 250.000 euro era intestata a una cooperativa romana di giornalisti dietro la quale, a dire della Gastaldo, c'era la Gea".

Si rende conto che questa intervista a Torino rischia di renderla impopolare?

"I primi dieci anni alla Juventus sono stati i dieci anni più belli della mia vita professionale. Penso che il mio contributo di verità sia dovuto".

(11 maggio 2007)

Ecco dalle parole di questa mer... persona a modo, sembra che Moggi sia quel cattivone di cui parlano tutti, ma... guardate la sua udienza al processo di Napoli lo scorso anno... (tratto da ju29ro)

Capobianco: c'erano regali, ma non per gli arbitri

TheXFactor Martedì 11 Agosto 2009 23:08

Una delle deposizioni più attese al processo di Napoli, da almeno due anni a questa parte, era quella di Maurizio Capobianco, un ex dipendente della Juventus che nel settembre 2005 se ne andò col dente avvelenato, tanto da intentare causa davanti al Tribunale del Lavoro di Torino. Molto scalpore, nella primavera del 2007, destò un'intervista nella quale si diceva in grado di svelare, finalmente, importanti retroscena sui fantomatici metodi moggiani di corruzione arbitrale, fino ad allora mai provati nonostante la "macchina spropositata" delle intercettazioni. Il 30 giugno scorso, in un'aula di Napoli, per Capobianco è giunto il momento della verità.

“Così Moggi pagava gli arbitri”. O forse no.

"Così Moggi pagava gli arbitri" è il titolo di un articolo pubblicato da La Repubblica in data 11 maggio 2007 a firma di Marco Mensurati che riportava un’intervista al teste, responsabile del Back Office della Juventus F.C. dal 1999 al 2005. Chi si ricorda di quell'intervista avrà sicuramente presente il passaggio in cui Capobianco si riservava di fare in un secondo tempo il nome degli arbitri a cui erano destinati dei beni di ingente valore.

Finalmente arriva il momento di spiegarlo nella sede deputata: il tribunale. E come ormai d'abitudine in questa storia, quando si viene al dunque la montagna partorisce il topolino.

Infatti, le rivelazioni di Capobianco si sono limitate alla descrizione del contenuto di una busta che, nei primi mesi del 2005, la signora Gastaldo, all’epoca dirigente amministrativo della società bianconera, gli avrebbe consegnato con la richiesta di tenerla fuori dall’azienda. Il teste ha raccontato di aver custodito la busta presso la sua abitazione, anche perché non gli fu mai chiesto di renderla. All’interno della busta avrebbe rinvenuto un elenco di assegnatari di sconti fino al 50% per autovetture Fiat, tra i quali figurerebbero le mogli di Pairetto e di Trentalange, che avrebbero acquistato un'autovettura nel '95. Curioso: si tratta, in entrambi i casi, di fischietti torinesi, che in quanto tali, ricordiamo, erano preclusi dalla possibilità di dirigere partite della Juve (e ovviamente del Toro). Incalzato dall’avvocato Trofino, il teste è stato costretto a riconoscere che tale sconto veniva applicato a numerose persone che gravitavano nell'orbita Juve, ammettendo di averne usufruito lui stesso in almeno due occasioni nelle quali ha acquistato un’autovettura scontata per poi rivenderla immediatamente e trarne profitto.

Quanto al discorso dei beni di valore dati in dono agli arbitri, che è poi l'ipotesi per la quale erano state preannunciate rivelazioni clamorose, Capobianco ha raccontato di aver rinvenuto, sempre all’interno della medesima busta, un elenco di orologi acquistati e destinati ai giocatori, staff tecnico dirigenti, alcuni giornalisti ed alcuni procuratori. Questo è quanto, di arbitri non vi sarebbe nemmeno l'ombra. Quali siano i beni destinati agli arbitri, e quali siano gli arbitri beneficiari degli stessi, nemmeno in quest’aula di tribunale si è potuto sapere. A questo punto, si aspetta con ansia un articolo di Repubblica per chiarire ai suoi lettori i dettagli anticipati con tanta enfasi due anni fa.

Ancora con la storia della GEA

"La Gea e la Juve sono la stessa cosa", così Capobianco, in barba alle sentenze di un tribunale della Repubblica, ha poi voluto definire il rapporto che intercorreva tra la società di procuratori e la società bianconera. Volete sapere in base a quali fatti ha fatto tale affermazione? Semplice, per aver a volte visto Moggi senior in compagnia del figlio. Incalzato dai legali della difesa, ha poi precisato di averlo visto, Moggi senior, anche in compagnia di altri procuratori, non necessariamente della GEA. D'altronde, è normale che un dirigente calcistico abbia a che fare con procuratori di giocatori, o no? Significativo il commento di Teresa Casoria: “Il figlio stava spesso dove stava il padre ed è pacifico che fossero due entità diverse”. Il presidente del tribunale anche in questa circostanza ha dato l’impressione di avere compreso che questo processo è basato sulle ”chiacchiere”. La Morescanti (difesa Fabiani) ha poi ricordato che il tribunale di Messina, in seguito ad una deposizione di Capobianco, nella quale aveva riferito di un regalo di autovettura a un parente di Fabiani, si è pronunciato decretando l'archiviazione del relativo procedimento.

Insomma, nemmeno con la deposizione di Capobianco i tifosi bianconeri sono riusciti a comprendere il motivo delle sentenze di tre anni fa. Ultimamente Oliviero Beha, mai tenero in passato con la Triade, ha invitato i suoi colleghi a raccontare ciò che sta emergendo realmente in questo processo, mentre Alessandro Gilioli de L’Espresso ha pubblicato un articolo nel quale se la prende coi giudici rei di non essere in sintonia con l'atmosfera colpevolista del 2006. Chi può aver timore che tra qualche mese il diavolo del calcio italiano possa uscire pulito anche da quest’aula di tribunale? Qualche sospetto ce l’ho…

Tra l'altro il sempre informatissimo sui processi ( :haha: ) Pistocchi, cita qualche mese fa su Sportitalia l'intervista fatta a questo soggetto spacciandola per verità! :haha:

A voi i commenti su questo soggetto... tanto per ridere un po' e dimostrare ancora una volta (qualora ce ne fosse bisogno) la pochezza dell'accusa e la voglia matta di diffamare Moggi solo per il gusto di farlo...

Modificato da Vengeance

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Joined: 10-Sep-2006
5137 messaggi

Ho cominciato a lavorare con Boniperti nel 1984. Un uomo eccezionale.

Questa

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Joined: 13-Jul-2006
6 messaggi

Ex dirigente della Juve rivela

"Cos

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Joined: 19-Jun-2005
418 messaggi

Ma io mi chiedo: perch

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Joined: 10-Sep-2006
5137 messaggi

Forse sono troppe le persone da querelare.

Bisognerebbe fare una querela cumulativa.

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Joined: 18-Apr-2007
457 messaggi

Spero davvero che dopo il processo partano tante di quelle querele da arricchire Moggi come un pasci

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Joined: 10-Mar-2009
182 messaggi

sono sicuro che su repubblica hanno pubblicato una rettifica chiedendo scusa ai lettori per aver dato informazione distorta e diffamatrice intervistando un personaggio inattendibile :haha:

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Joined: 30-May-2009
991 messaggi

ennesimo mistero

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Joined: 13-Aug-2006
1721 messaggi

madonna che i***** che é pistocchi.

Modificato da morig67

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