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Afbeeldingsresultaat voor dani alves juventus

 

Modificato da Socrates

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un De Ceglie più scuro .the

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E con un palmares piú ricco ..... Dani Alves ha vinto piú Champions League in carriera che la Juve in tutta la sua esistenza. :|

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2016-12_GUERINO_DANI_ALVES.jpg

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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg   DANI ALVES     

 

Manchester City line up swoop for Juventus full back Dani Alves….if he  lowers wage demands | The Sun

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Dani_Alves

 

 

Nazione: Brasile Brasile
Luogo di nascita: Juazeiro
Data di nascita: 06.05.1983
Ruolo: Difensore
Altezza: 172 cm
Peso: 70 kg
Nazionale Brasiliano
Soprannome: Dani - Vampiro Baiano

 

 

Alla Juventus dal 2016 al 2017

Esordio: 20.08.2016 - Serie A - Juventus-Fiorentina 2-1

Ultima partita: 03.06.2017 - Champions League - Juventus-Real Madrid 1-4

 

33 presenze - 6 reti

 

1 scudetto

1 coppa Italia

 

Copa America 2007 e 2019 con la nazionale brasiliana

Confederations Cup 2009 e 2013 con la nazionale brasiliana

 

 

 

Daniel Alves da Silva, meglio conosciuto come Dani Alves (Juazeiro, 6 maggio 1983), è un calciatore brasiliano, difensore del Pumas UNAM, e della nazionale brasiliana, con la quale si è laureato campione del Sud America nel 2007 e nel 2019.

 

Nel corso della sua carriera ha conquistato 44 trofei ufficiali che lo rendono, al 2022, il giocatore più titolato della storia del calcio con in bacheca nel seguente ordine: una Coppa del Nord-Est con il Bahia; due Coppe UEFA, una Supercoppa UEFA, una Coppa del Re e una Supercoppa di Spagna con il Siviglia; sei campionati spagnoli, quattro Coppe del Re, quattro Supercoppe di Spagna, tre UEFA Champions League, tre Supercoppe UEFA, tre Coppe del mondo per club FIFA con il Barcellona; un campionato italiano e una Coppa Italia con la Juventus; due campionati francesi, una Coppa di Francia, una Coppa di Lega francese e due Supercoppe di Francia con il Paris Saint-Germain; un campionato Paulista con il San Paolo; un campionato mondiale Under-20 con la nazionale Under-20; due Coppe America e due FIFA Confederations Cup con la nazionale maggiore; un oro olimpico con la nazionale olimpica.

Ritenuto uno dei migliori interpreti del ruolo di terzino destro della storia del calcio, è stato inserito per cinque volte nella Squadra dell'anno UEFA (2007, 2009, 2011, 2015 e 2017) e per otto volte nel FIFA FIFPro World XI (2009, 2011, 2012, 2013, 2015, 2016, 2017 e 2018). Rientra inoltre nel gruppo ristretto di calciatori con 1000 presenze ufficiali.

 

Dani Alves
07 07 2019 Final da Copa América 2019 (48226649586) (cropped).jpg
Dani Alves con la nazionale brasiliana nel 2019
     
Nazionalità Brasile Brasile
Altezza 172 cm
Peso 70 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Difensore
Squadra   Pumas UNAM
Carriera
Giovanili
1996-1998   Juazeiro
1998-2001   Bahia
Squadre di club
2001-2002   Bahia 25 (2)
2002-2008   Siviglia 175 (11)
2008-2016   Barcellona 247 (14)
2016-2017   Juventus 33 (6)
2017-2019   Paris Saint-Germain 48 (2)
2019-2021   San Paolo 56 (3)
2022   Barcellona 14 (1)
2022-   Pumas UNAM 3 (0)
Nazionale
2002-2003 Brasile Brasile U-20 17 (0)
2021 Brasile Brasile olimpica 6 (0)
2006- Brasile Brasile 124 (8)
Palmarès
 
Olympic flag.svg Olimpiadi
Oro Tokyo 2020
Transparent.png Mondiali di calcio Under-20
Oro Emirati Arabi 2003
Transparent.png Copa América
Oro Venezuela 2007
Oro Brasile 2019
Transparent.png Confederations Cup
Oro Sudafrica 2009
Oro Brasile 2013

 

Caratteristiche tecniche

Terzino destro dotato di ottima tecnica, buona velocità di base e resistenza fisica, è in grado di ricoprire anche i ruoli di esterno di centrocampo e di ala. In carriera ha dimostrato un'eccellente continuità di rendimento e ha conseguito ottimi risultati in zona gol, avendo collezionato un gran numero di assist e reti. Inoltre è un buon calciatore di punizioni dalla media e lunga distanza.

Carriera

Club

Bahia

Cresciuto calcisticamente nel Bahia, esordisce in prima squadra nell'incontro del Campeonato Brasileiro Série A 2001 contro il Paraná Clube. In questa partita, vinta dal Bahia per 3-0, fornisce due assist trasformati in gol e subisce un fallo punito con un calcio di rigore. A seguito di ciò, l'allenatore Evaristo de Macedo gli conferma un posto da titolare nella squadra.

Siviglia

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Dani Alves con la maglia del Siviglia nel 2007.

 

A metà del 2002 passa in prestito al Siviglia, che lo acquista a titolo definitivo. Nel corso delle sei stagioni trascorse nelle file del club andaluso, dal 2002 al 2008, vince due Coppe UEFA, una Supercoppa europea e una Coppa del Re.

Nel giugno 2006 viene annunciato il suo trasferimento al Liverpool, ma l'affare salta.

Nell'agosto 2007 il calciatore afferma di voler lasciare il Siviglia dopo una proposta di ingaggio avanzata dal Chelsea. In seguito il Siviglia rifiuta l'offerta del Chelsea, del valore di 36 milioni di euro, giudicandola inadeguata. Il 28 agosto 2007, pur essendo stato convocato per il ritorno della partita di qualificazione alla UEFA Champions League 2007-2008 contro l'AEK Atene, non si presenta all'aeroporto per prendere il volo per Atene, suscitando lo sdegno di José Maria Del Nido, presidente del Siviglia. Rimarrà comunque nelle file del club andaluso per un'altra stagione.

Barcellona

220px-Dani_Alves_17527.jpg
 
Dani Alves in azione al Barcellona in una partita della UEFA Champions League 2008-2009 contro il Rubin.

 

Nel giugno del 2008 viene annunciato il trasferimento del brasiliano al Barcellona per 32 milioni di euro, più vari bonus in base ai risultati conseguiti, che faranno salire il prezzo a 40 milioni. Il 1º luglio seguente Alves si congeda dal Siviglia attraverso una conferenza stampa in cui, visibilmente commosso, ringrazia la squadra per tutto quello che gli ha dato; il giorno dopo passa al Barcellona, con cui esordisce in gare ufficiali il 13 agosto 2008, nel terzo turno di qualificazione di UEFA Champions League contro il Wisła Cracovia. L'esordio nella Primera División spagnola con la maglia blaugrana risale al 31 agosto 2008 contro il Numancia. Il 13 maggio vince per la seconda volta la Coppa del Re, mentre tre giorni dopo vince per la prima volta la Liga grazie alla sconfitta del Real Madrid sul campo del Villarreal. Il 27 maggio Alves si laurea anche campione d'Europa vincendo la UEFA Champions League allo stadio Olimpico di Roma contro il Manchester Utd, anche se non disputa la finale a causa di un'ammonizione rimediata nella semifinale di ritorno contro il Chelsea, nella quale figurava tra i diffidati.

All'inizio della stagione 2009-2010 vince la Supercoppa di Spagna contro l'Athletic Bilbao e la prima Supercoppa europea contro lo Šachtar. Il 19 dicembre 2009 vince con il Barcellona la Coppa del mondo per club contro l'Estudiantes; questa vittoria permette alla squadra catalana di centrare il sextuple, ovvero a primeggiare in tutte le sei competizioni disputate nell'anno solare. Vince anche il campionato spagnolo, per la seconda volta in carriera. Il 21 agosto 2010 vince la supercoppa spagnola ai danni della sua ex squadra, il Siviglia. Nella stagione 2010-2011 il Barcellona si riconferma ad alti livelli e Dani Alves, con le sue prestazioni, contribuisce alla vittoria della UEFA Champions League, in contro il Manchester United (come due anni prima) e del campionato.

Il 17 agosto 2011 vince la Supercoppa di Spagna contro il Real Madrid. Il 25 gennaio 2012, nella partita di Coppa del Re contro il Real Madrid, sigla il gol del 2-0 per il Barcellona, rete che permette alla squadra catalana di qualificarsi alla semifinale. Il 25 maggio vince per la terza volta la Coppa di Spagna in finale contro l'Athletic Bilbao (3-0). Per la stagione 2012-2013 cambia il proprio numero di maglia, ereditando la casacca numero 22 da Éric Abidal. Il 21 agosto 2013 fornisce un assist al compagno Neymar per il suo primo gol con la maglia dei blaugrana nell'andata della Supercoppa di Spagna a Madrid contro l'Atlético (1-1). Dani Alves disputa anche la gara di ritorno, che sancisce la vittoria del trofeo da parte del Barcellona.

 

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Dani Alves con il trofeo della Supercoppa UEFA conquistato con il Barcellona nel 2015.

 

Il 27 aprile 2014, durante la partita di campionato Villarreal-Barcellona, mentre si accinge a battere un calcio d'angolo, gli viene lanciata dagli spalti una banana. Dani Alves, senza scomporsi, risponde a questo gesto chiaramente razzista in modo singolare: raccoglie il frutto, lo sbuccia e lo mangia, continuando poi a giocare. Mediaticamente l'accaduto suscita grande eco e l'atteggiamento del calciatore diviene un simbolo della lotta contro il razzismo, tanto che Dani Alves, in segno di solidarietà, viene imitato sui social network da molti altri calciatori, da altri sportivi e anche da personalità non legate al mondo del calcio. Il 17 settembre 2014, nella partita vinta per 1-0 in casa contro l'APOEL in UEFA Champions League, raggiunge quota 300 presenze in tutte le competizioni con la maglia del Barcellona. Il 17 maggio 2015, grazie alla vittoria esterna contro l'Atlético Madrid, si aggiudica con i colori blaugrana il campionato spagnolo per la quinta volta. Il 30 maggio vince per la quarta volta la Coppa del Re, grazie al 3-1 contro l'Athletic Bilbao, mentre il 6 giugno si aggiudica per la terza volta la UEFA Champions League battendo con i compagni la Juventus per 3-1 a Berlino.

Nella stagione 2015-2016 decide di indossare la maglia numero 6 lasciata libera da Xavi. Comincia la nuova stagione vincendo la Supercoppa UEFA contro il Siviglia. Per Alves si tratta del quarto successo personale, uno in meno rispetto al record di cinque vittorie detenuto da Paolo Maldini.

Il 2 giugno 2016 il Barcellona annuncia sul proprio sito ufficiale che il giocatore ha assunto la decisione di lasciare la compagine catalana.

Juventus

Il 27 giugno 2016 si trasferisce alla Juventus, scegliendo la maglia numero 23. Il 21 settembre, in occasione di Juventus-Cagliari di Serie A, sigla il proprio primo gol ufficiale in maglia bianconera. Quella stessa settimana, il 27 settembre, sigla anche la rete del definitivo 0-4 in casa della Dinamo Zagabria, primo gol in UEFA Champions League con i bianconeri. Il 27 novembre, in seguito ad un contrasto di gioco con Lucas Ocampos avvenuto nel corso della partita persa per 3-1 contro il Genoa, subisce la frattura composta del perone sinistro.

Rientrato dall'infortunio, realizza altre due reti nella fase a eliminazione diretta di Champions League, contro Porto e Monaco, contribuendo al raggiungimento della finale, poi persa 1-4 contro il Real Madrid. Il 17 maggio segna il gol dell'1-0 nella vittoria contro la Lazio in finale di Coppa Italia. Il 29 giugno risolve anticipatamente il contratto che lo legava al club bianconero, dopo aver vinto lo scudetto e la Coppa Italia con la Juventus e dopo aver collezionato con la stessa squadra 33 presenze totali e 6 reti segnate.

Paris Saint-Germain

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Dani Alves con la maglia del Paris Saint-Germain nel 2018.

 

Il 12 luglio 2017 firma un contratto biennale con il Paris Saint-Germain, decidendo di indossare la maglia numero 32. Il 29 luglio seguente, all'esordio con la nuova maglia, segna subito il suo primo gol, nella Supercoppa di Francia vinta contro il Monaco.

A fine stagione colleziona complessivamente 41 presenze e 5 gol in tutte le competizioni, arricchendo il suo palmarès da record con la Ligue 1, la Coupe de France e la Coupe de la Ligue.

Nella seconda stagione i parigini conquistano solo 2 trofei su cinque: la Supercoppa di lega e la sesta Ligue 1 in sette anni. La squadra viene eliminata agli ottavi di Champions League dal Manchester United, ai quarti di Coupe de la Ligue dal Guingamp e in finale di Coppa di Francia ai rigori contro il Rennes, dopo aver condotto per 2-0 grazie allo stesso brasiliano che sblocca l'incontro. Dani Alves si ripete anche nella serie dal dischetto ma non riesce nell'occasione ad alzare il suo 43º titolo.

Al termine della stagione, non rinnova il suo contratto con la società francese, lasciando quindi la squadra.

San Paolo

Svincolatosi dal Paris Saint-Germain, il 2 agosto 2019 viene ufficializzato dal San Paolo, con cui firma un contratto valido fino a dicembre 2022. Sceglie di indossare la maglia numero 10. Dopo due anni e la vittoria di un Campionato Paulista nel 2021, il 17 settembre dello stesso anno risolve il contratto con la società brasiliana in scadenza nel dicembre 2022.

Ritorno al Barcellona

Il 12 novembre 2021 viene annunciato un principio di accordo per il suo ritorno al Barcellona fino al termine della stagione, scegliendo di indossare la numero 8. Pur allenandosi con la squadra catalana dallo stesso mese, il contratto del brasiliano viene registrato il 5 gennaio 2022. Lo stesso giorno fa il suo secondo esordio con la maglia blaugrana nella vittoria per 2-1 contro il CD Linares in Coppa del Re. Tre giorni dopo debutta anche in campionato, nel pareggio per 1-1 contro il Granada, partita nella quale fornisce l'assist a Luuk de Jong per il momentaneo vantaggio. Il 6 febbraio è protagonista nell'El Otro Clasico contro il Atlético Madrid, partita in cui segna una rete, la prima al ritorno in maglia blaugrana, mette a referto un assist e viene espulso. Mette insieme 17 presenze e un gol e 21 giugno 2022 il Barcellona comunica al giocatore di non voler rinnovare il suo contratto.

Pumas UNAM

Il 21 luglio 2022 firma un contratto annuale con il Pumas UNAM, squadra messicana di primo livello.

Nazionale

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Dani Alves in un'amichevole tra Brasile e Scozia nel 2011.

 

A livello giovanile ha preso parte al Mondiale Under-20 2003, vincendo il torneo con il Brasile e venendo nominato come terzo miglior calciatore di quella competizione.

La sua prima partita con la nazionale brasiliana, seppur non ufficiale, avviene il 7 ottobre 2006, entrando come sostituto nell'amichevole contro il club kuwaitiano Al Kuwait Kaifan, mentre 3 giorni dopo esordisce ufficialmente nell'amichevole contro l'Ecuador. Viene convocato dal commissario tecnico Carlos Dunga per la Copa América 2007 in Venezuela. Gioca le tre partite della fase a gironi e la finale vinta contro l'Argentina; contro gli argentini è autore del secondo gol del Brasile che alla fine si imporrà sull'avversario per 3-0. Due anni dopo è tra i convocati di Dunga per la FIFA Confederations Cup 2009, vinta dal Brasile, in cui è autore di un gol nella semifinale contro il Sudafrica.

Nel maggio 2010 è stato convocato dal commissario tecnico Carlos Dunga per il Mondiale 2010 in Sudafrica. Il 15 giugno fa il suo esordio mondiale subentrando a Maicon nella prima sfida della fase a gironi contro la Corea del Nord. Il 25 giugno, con il Brasile già qualificato agli ottavi di finale, gioca da titolare la terza sfida della fase a gironi contro il Portogallo. Sempre da titolare gioca l'ottavo di finale contro il Cile e il quarto di finale contro i Paesi Bassi che sancisce l'eliminazione del Brasile.

Nel 2011 Mano Menezes lo ha convocato per la Coppa America in Argentina dove Dani Alves ha disputato 2 delle 4 partite dei verdeoro, eliminati nei quarti di finale dal Paraguay ai rigori (0-2).

 

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Dani Alves con il trofeo della Confederations Cup vinto con il Brasile nel 2013.

 

Il 14 maggio viene inserito, dal CT Luiz Felipe Scolari, nella lista dei 23 convocati per la FIFA Confederations Cup 2013, che si è svolta in Brasile dal 15 al 30 giugno 2013 come preludio del Mondiale 2014. Disputa da titolare tutte e cinque le partite del Brasile, compresa la vittoriosa finale contro la Spagna. Viene convocato per la Coppa del mondo 2014 svoltasi in Brasile. In questa competizione è titolare fino ai quarti di finale, poi, a causa di uno scarso stato di forma, perde il posto da titolare in favore di Maicon. Salta dunque la semifinale contro la Germania (1-7) che sancisce l'eliminazione del Brasile e anche la finale per il terzo posto persa contro i Paesi Bassi (0-3).

L'11 giugno 2015 viene in seguito integrato dal commissario tecnico Carlos Dunga, nella lista definitiva alla Copa América 2015, a causa dell'infortunio di Danilo. Dani Alves gioca titolare tutte le 4 partite del Brasile, compreso il quarto di finale perso contro il Paraguay.

Nel 2018 è costretto a saltare i mondiali in Russia a causa di un infortunio al ginocchio.

Convocato per la Copa América 2019, vince la competizione con la fascia di capitano.

Nell'estate del 2021 partecipa con la nazionale olimpica allenata da Andrè Jardine alle Olimpiadi di Tokyo. Gioca tutte e sei le partite del torneo, laureandosi campione olimpico grazie alla vittoria per 2-1 dopo i tempi supplementari sulla Spagna.

Record

Palmarès

Club

Competizioni statali

Competizioni nazionali

Competizioni internazionali

Nazionale

Competizioni giovanili e olimpiche

Competizioni maggiori

Individuale

  • Squadra ideale della Liga: 1 - 2014-2015
  • Inserito tra le "Leggende del calcio" del Golden Foot - 2021

 

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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg   DANI ALVES     

 

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Il re dei social tra i calciatori di Serie A – scrive Antonio Barillà, sul “Guerin Sportivo” del dicembre 2016 – il top player che la Juventus ha strappato al Barcellona per inseguire il sogno della Champions, Dani Alves ha vinto da solo più titoli internazionali (dodici) di tutti gli altri bianconeri ed è capitano del Brasile con cui ha disputato novantasette partite, ma i tifosi non ricordano soltanto discese, dribbling e cross: ne amano classe o carisma in campo quanto estro, solarità e generosità fuori, qualità a portata di smartphone o tablet attraverso Instagram, Facebook e Twitter. Accanto alle figurine classiche d’ogni campione, il web propone una galleria di look eccentrici, danze e canzoni, post ironici e riflessioni profonde.
 

Dani Alves è sempre stato così, sopra le righe e fuori dagli schemi, sin da quando, piccino, si alzava all’alba per aiutare papà Domingues a coltivare meloni, pomodori e cipolle nel terreno che oggi gli appartiene: considerava un fratellino ogni melone che nasceva e aveva un amico immaginario di nome Melao. Lasciò la campagna a tredici anni per trasferirsi al Juazeiro a cercare fortuna nel calcio. Voleva diventare famoso, fingeva sempre di firmare, partecipò come comparsa al film “Guerra de canudos”, ripeteva che sarebbe diventato calciatore o musicista: è diventato calciatore, ma non ha mai accantonato l’altra grande passione, difatti suonar la chitarra in ritiro per i compagni e sui social per milioni di seguaci. «In un’altra vita deve essere stato cantante, non c’è altra spiegazione», sospira la compagna Joana. Musicista è divento Ney, il fratello che divise con lui le speranze della scuola calcio: compositore di Forrò, danza popolare diffusissima nel Nordest del Brasile.
Dani Alves ama i tatuaggi, i colori accesi, le acconciature originali, gli accessori vistosi, l’abbigliamento stravagante. Ma non è la moda scontata dei calciatori personaggi, è la spontaneità di un personaggio che conosce l’arte del pallone. «Odio tutto ciò che circonda il calcio – confessò una volta – vivo in questo mondo, ho un ruolo, ma non ne faccio pienamente parte, non sempre sono a mio agio. Ho i miei difetti, ma sono onesto. Non mi vedo nel calcio dopo il ritiro, non farò l’allenatore: ho altri interessi, la mia intenzione è quella di mettermi uno zaino in spalla e andare in giro per il mondo. Una vita normale mi annoierebbe. Il mio modo di vestire mi rispecchia, così come la mia auto».
Mai banale, il terzino venuto dal Barcellona. Spesso stupisce, spesso commuove. Come quella volta in cui, a pochi minuti dal derby con l’Espanyol, notò un tifoso non vedente seduto vicino a Joana: Io prese in braccio e Io portò con sé in campo, inserendolo nella rituale foto di squadra. Joana filmò e pubblicò tutto, i social impazzirono. «La possibilità – commentò – di rendere reale il sogno di Carlos (il nome del ragazzo, ndr) mi dà la carica per andare avanti a combattere in questo mondo. L’animo nobile di persone come Carlos è un esempio dei veri valori della vita, una dimostrazione di come bisogna godersi tutto ciò che abbiamo, le piccole cose che potrebbero essere enormi se solo noi non fossimo così avidi. Dobbiamo comprendere quanto siamo fortunati soltanto a detenere tutti i sensi e le capacità di una persona senza handicap. Mi ha emozionato così tanto vedere questo ragazzo con la faccia piena di lacrime perché era in mezzo ai suoi idoli, campioni che purtroppo è in grado di seguire soltanto alla radio. Grazie Carlos, per averci mostrato che la felicità è così semplice da raggiungere». Inutile descrivere il diluvio di like e di commenti entusiasti, gli stessi sbocciati quando Abidal svelò che Dani Alves si era offerto di donargli parte del suo fegato per il trapianto, o quando, al Madrigal di Vila–Real un tifoso lanciò una banana al neo bianconero: poteva inveire, adombrarsi, ignorare, invece la mangiò e andò a battere l’angolo tranquillo. «Papà mi diceva sempre: “Mangia banane per evitare i crampi”». Questa storia la sanno tutti, molti ignorano il successivo capitolo: l’autore del gesto, un ragazzo di ventisei anni, fu infatti bandito dallo stadio, accusato di discriminazione, odio e violenza per motivi razzisti e pure licenziato. Allora Dani Alves intervenne e chiese di restituirgli il lavoro: «Probabilmente voleva fare uno scherzo e ha scatenato un pandemonio…».
L’altro Alves è dissacrante. Tra le immagini più bizzarre pubblicate su Instangram, quella in cui ha i pantaloni abbassati e grandi occhiali da sole, l’indice davanti alla bocca e l’altra mano a coprire le parti intime. «La vita è un grande gioco ed io sono un piccolo giocatore», il commento, che qualcuno interpretò come messaggio cifrato al Barça che non accettava la sua proposta del rinnovo. Possibile, benché in assoluto non sia tipo da appelli in codice e acrobazie dialettiche: «Col Barcellona – ammise infatti successivamente – ho quasi chiuso. Poco rispetto, merito di più». Come si dice? Senza peli sulla lingua. Così genuino e schietto da precipitare, a volte, nella polemica. Dopo l’eliminazione del Barcellona dalla Champions, postò un video in cui, indossando una parrucca, imitava Joana che lo consolava. I tifosi, amareggiati per l’addio alla coppa, s’infuriarono, ma lui non fece un passo indietro: «Lotta per chi sei e per chi sarai». Istrionico, stravagante, spirito libero, ma sempre se stesso. Uno che al galà del Pallone d’Oro s’è presentato con due foglie di marijuana come toppe sui gomiti della giacca e che ha sorpreso al contrario quando, da ambasciatore del progetto “Tour n’Cure”, che sostiene la lotta all’Epatice C (a proposito: pagherà personalmente i trattamenti a trecento ammalati), ha scelto un banale completo grigio scuro con cravatta in tono.
A Torino, il giorno della presentazione, ha sfoggiato uno smoking nero a pois bianchi, giocando sui colori della Juventus come aveva già fatto, da grande comunicatore, quando il trasferimento non era ancora ufficiale: in posa con Joana che indossava un vestito zebrato, stringendo un paio di cuscini zebrati anch’essi. Negli stessi giorni, con la compagna, aveva interpretato un ballo in costume tribale, poi aveva fatto boom con un video in cui stappava una bottiglia di birra con una… sforbiciata. Joana è una complice perfetta, al di là della passione per il ballo, la musica e i social (ha svelato lei la nuova casa torinese, un attico in centro, immortalandosi… di spalle davanti alla piscina del terrazzo) ne condivide il senso dell’umorismo e l’originalità quotidiana. La prova? Quando lei dichiarò in un’intervista che s’erano sposati e lui smentì, neanche a dirlo attraverso il web, la modella di Tenerife chiarì con un sorriso: «Ci siamo sposati a Parigi, ma non in un modo ufficiale: a modo nostro…».
Chissà com’era vestito lo sposo, e chissà che mise sceglierà quando davvero porterà la compagna all’altare: magari riproporrà quella con cui si presentò al Camp Nou prima di una sfida di Champions con il Bayern (giacca rossa, camicia bianca, papillon e bermuda neri, ciabatte screziate nero–bianco–fucsia) o quella che esibì prima di un Clasico: giacca grigio–lucida, quasi argento, pantaloni neri e scarpe color oro? Oppure la giacca rossa con camicia bianca, cravatta nera a pois bianchi, bermuda di jeans schizzati di vernice e scarpe candide che scelse per andare a trovare l’amico Felipe Massa a Montmelò? Look improbabili, in effetti, ma non addosso a lui, prestigiatore di colori e distillatore d’ironia, giocoliere nel cambiare tagli di capelli e modello di occhiali: primo accessorio, per altro, lanciato dalla sua linea di moda, Bam Bam, che poi è il nomignolo che diede la sorella e cori cui ancora lo chiamano in famiglia.
Attenzione, però, ché la bizzarria del look s’alterna alla profondità del pensiero: «Non perdere mai il focus degli obiettivi – ha scritto qualche settimana fa – Il godimento viene in seguito al grande sforzo, alla grande dedizione e al grande equilibrio… Non solo nella professione, ma anche nella vita quotidiana, dedicati sempre più di quanto pensi vada bene, perché quando il tuo talento non riesce il lavoro ti dà una mano. Cerca sempre di capire per cosa siamo fatti in questa vita, tenta di capire qual è il miglior “dono” e sarai una persona realizzata…». E poi: «Sono come un Picasso, sono difficile da capire, ma se si riesce a decifrarmi rendo per il valore che deve avere una grande opera… Voglio arricchirmi di emozioni, perché è quello che fa battere il mio cuore. Non so se sono pazzo o diverso, voglio per la mia vita solo ciò che può catturare la mia mente… So quanto io sia privilegiato, amo la mia professione e sono ancora ben pagato… Mi piacerebbe che tutti un giorno potessero realizzare il proprio talento, avere la soddisfazione di stabilire un atteggiamento positivo per la propria vita, che vada bene per poter scrivere la storia come una grande poesia di Tom Jobim».
 
SIMONE NAVARRA, JUVENTIBUS.COM 27 DEL GIUGNO 2017
Dani Alves e la sua ragazza, bellissima, vanno via. Il terzino–ala brasiliano ha deciso di cambiare indirizzo, guadagnare un po’ di più e andare dal suo maestro più importante, Guardiola. La Juventus, Torino e l’Italia sono state un passaggio, un momento che poteva pure portare una vittoria in Europa ma è servito comunque ad andare via da Barcellona senza lasciare troppi strascichi. La maglia numero ventitré assume i contorni di una piccola maledizione, dopo l’esperienza di Arturo Vidal, e adesso dovrà trovare un altro indossatore. Si spera più stabile. Le interviste TV rilasciate ad amici carioca non hanno chiarito le reali motivazioni di quanto avvenuto. Alves ha detto e non detto, spiegato e poi nascosto la mano. L’invito a Dybala di cambiare aria è parso quasi un sasso lanciato nello stagno di vacanze ed estate alle porte. I tifosi si sono arrabbiati il giusto e lui ha aggiunto la smentita di prassi e la società ha gettato acqua sul fuoco. Una rescissione non si nega al giocatore arrivato gratis e se si possono mantenere buoni rapporti perché non farlo. Potrebbe sempre accadere di ritrovarsi avversari. Il mondo è piccolo.
Dani Alves è un brasiliano molto europeo che con la maglia juventina ha fatto bene per meno di dieci settimane. Potevano essere fondamentali per raggiungere il traguardo sperato. Sono servite, adesso, solo a lasciare un ricordo meno amaro. Alves non è Diego o Melo. Alves è della famiglia di Tévez, dei giocatori che hanno speso tutto o quasi e provano a spremere ancora un po’ dalla fortuna e dalle loro gambe vestendo panni diversi, cercando di rimettersi in forma e definendo il mondo che gli sta intorno come loro vogliono. Dani Alves certamente meno importante di Tévez, per la società e i tifosi. Ma è quella razza lì.
Questo ragazzo molto tatuato però potrebbe comunque esser stato utile. Perché forse a Torino, nei piani alti di una società con tante questioni da risolvere, è stato compreso che i campioni altrui è meglio lasciarli scivolare altrove, dove si è più abituati alla confusione, ai balletti, ai messaggi scherzosi. Torino non è Milano e queste operazioni non sono ripetibili ovunque e comunque. Mister Allegri a Torino ha il passo di Trapattoni e non di Ancelotti che nel capoluogo lombardo ci aveva lasciato il cuore e molto altro. Alves non sopportava certe limitazioni? Possibile. Quando però la Juventus ha scelto di ridere troppo, di dimenticare l’aspetto militare e sabaudo è diventata una schifezza da settimo posto o peggio. Si chieda a Delneri quel che vuol dire. Lui che ha vissuto la costruzione dopo il disastro. Alves si porta via il divertimento e anche quella spensieratezza che tanto fa bene a quelli seduti sugli spalti. In squadra certe cose forse non vengono molto ben comprese. Se andranno via altri pezzi importanti della difesa come la si conosce sinora significherà che si è intrapresa una strada. Dove porterà? Lo scopriremo solo alla fine di agosto.
 
LA MAGLIA DELLA JUVE, DEL 28 GIUGNO 2017
Dani Alves ci saluta e ringrazia, chiedendo scusa per qualche atteggiamento da noi mal interpretato (abbiamo equivocato: abbiamo pensato che consigliare a Dybala di approdare in un’altra squadra per completare la sua crescita non fosse un incentivo alla “Joya” a legarsi a vita alla Juve. Abbiamo pensato che mettere in mostra, a stretto giro di posta dalla delusione di Cardiff, le tue scarpe utilizzate nella finale di Berlino non fosse un modo di sottolineare la tua capacità di vincere la Champions senza e contro la Juve, bensì un prezioso omaggio virtuale ai collezionisti di memorabilia bianconera). Siamo stati ingenui, abbiamo interpretato male. O, forse, abbiamo il cuore meno puro del tuo, forse abbiamo familiarità con l’animo cospiratore. La tua classe, non l’abbiamo mai messa in discussione. La tua decisività nel tratto conclusivo della stagione l’abbiamo sottolineata, eccome. Pensavamo che tu ti sentissi grato di appartenere a un club che aveva già vinto tutti i trofei internazionali quando il Barcellona non aveva mai vinto la Coppa dei Campioni. Pensavamo che tu ti sentissi appagato dal far parte di una formazione dalla storia onusta di gloria e da un presente di altissimo profilo. Pensavamo che lo spirito guerriero della Vecchia ti fosse entrato, seppur in minima parte, nel corredo genetico. Pensavamo che tu, proprio perché campione riconosciuto e avviato alla fase discendente della parabola agonistica, ti prendessi maggiormente a cuore la nostra maglia e ci tenessi a onorarla nel migliore dei modi fino alla fine, comportandoti come un maestro, aiutando i giovani a crescere, dando l’esempio. Pensavamo che tu volessi divenire anche una leggenda juventina. Invece no: ci siamo sbagliati e lo ammettiamo, senza vergogna ma con le gote arrossite per l’errore commesso, un errore un po’ grossolano. Ma sappiamo come gira il mondo, e ci rendiamo conto che, in fondo, in questo calcio può succedere di amare una maglia così tanto da pensare che un giocatore che la veste seppur da poco tempo possa affezionarvisi sinceramente. Del resto, è successo qualche anno fa a un vecchio ragazzo di nome Andrea Pirlo; Andrea Pirlo non venne da noi solo per soldi, venne da noi per vincere, per far vedere al mondo che era ancora Andrea Pirlo. E Andrea Pirlo, in quanto a talento, ti è superiore, e non di poco. Ciao, Dani. Ci sono tanti modi per esternare la purezza dei propri sentimenti. Il tuo, a noi non è piaciuto. In tutto e per tutto. Buon proseguimento, ovunque la tua vena romantica ti porterà.
 
Il suo saluto: «Mi piacerebbe ringraziare tutti i tifosi della Juventus per l’anno vissuto, i miei compagni per avermi accolto e per essere dei veri professionisti. Grazie a loro questo club vince e arriva alle finali. Credo che il mio rispetto verso questo club e la sua tifoseria è consistito nella mia dedizione, il mio impegno, la mia passione e tutto il mio sforzo per far parte di questa squadra, che cresce ogni giorno. Chiedo scusa a ogni tifoso juventino se hanno pensato che io abbia fatto qualcosa per offenderli, mai ho avuto questa intenzione: ho un modo spontaneo di vivere le cose sicché pochi lo capiscono… Anche se sembra, non sono perfetto, ma il mio cuore è puro. Oggi finisce il nostro rapporto professionale e porterò con me tutti quelli che rendono davvero e di cuore la Juventus un grande club. Come sapete ho il difetto di dire sempre quello che penso e che sento… Io sento che devo dire grazie al signor Marotta per l’opportunità che ho avuto di averlo come dirigente, un grande professionista che ama la sua professione. Io non gioco a calcio per denaro, gioco a calcio perché amo questa professione e rispetto chi la pratica. Amo il calcio e mai il denaro mi tratterrà in qualche posto. Grazie mille!».
 

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