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Morpheus ©

TENNIS - ATP & WTA World Tour 2018

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ULTIM’ORA

HERTOGENBOSCH, 16:51

TENNIS, ATP S'HERTOGENBOSCH: VITTORIA FINALE DI GASQUET

Richard Gasquet ha vinto il "Libema Open - Grass Court Championships", torneo Atp dotato di un montepremi pari a 612.755 euro in corso sui campi in erba di 's-Hertogenbosch, in Olanda. Il tennista francese, numero 30 Atp e secondo favorito del tabellone, ha sconfitto in finale il connazionale Jeremy Chardy, numero 72 del ranking mondiale, col punteggio di 6-3 7-6 (5). Per Gasquet, 31enne di Beziers, e' la 30esima finale in carriera (15 ora i trofei messi in bacheca), la seconda in questa stagione, dopo quella raggiunta lo scorso febbraio a Montpellier (poi stoppato dal connazionale Pouille). Terza finale in carriera, invece, per Chardy: il 31enne di Pau (un titolo vinto a Stoccarda nel 2009) e' tornato a giocare un atto conclusivo in una prova Atp dopo nove anni.

 

http://sport.repubblica.it/news/sport/tennis-atp-s-hertogenbosch-vittoria-finale-di-gasquet/4743365

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Comincia nel migliore dei modi la stagione su erba 2018 per Aleksandra Krunic, che riesce finalmente a schiodare dallo zero la casella dei trofei vinti in carriera, trionfando questa settimana a s’Hertogenbosch. Per la 25enne, che l’anno scorso aveva vinto il 125.000 di Bol, si tratta della seconda finale in due anni, dopo quella persa contro la Zhang a Guangzhou la passata stagione, ma soprattutto di un percorso di crescita che ha subito diversi intoppi, ma che ora sembra finalmente essere destinato a portare i suoi frutti. Nel frattempo, tra le tante soddisfazioni, da domani la Krunic raggiungerà la posizione 39 del Ranking Wta, guadagnando ben 16 piazze e migliorando il suo personale best ranking. 

 

http://www.tenniscircus.com/circuito-wta/wta-s-hertogebosch-primo-titolo-in-carriera-per-aleksandra-krunic/

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Ashleigh Barty è la nuova regina del Wta di Nottingham 2018.La tennista australiana si impone in tre set su Johanna Kontacon lo score di 6-3 3-6 6-4, con la britannica sconfitta per il secondo anno consecutivo nell’atto conclusivo del torneo. Nel 2017 fu la Vekic ad impedirle la gioia del titolo, questa volta è un break nel decimo gioco da parte della Barty a negarle l’opportunità di festeggiare davanti al pubblico di casa. Un match lottato con due giocatrici che su erba riescono ad esprimere un gran tennis: la numero 1 del tabellone vince il primo set grazie all’allungo sul 3-2 ma cede fatalmente il servizio nell’ottavo gioco del secondo parziale. Nella frazione decisiva la Barty prova a scappar via sul 4-1 ma viene rimontata dalla Konta, la quale non riesce a gestire la pressione di servire sotto per 5-4: la giocatrice aussie classe 1996 conquista così il suo secondo titolo in carriera dopo Kuala Lumpur nel marzo del 2017. Per la Konta invece polemica con il giudice di sedia cui non stringe la mano a fine match per un overrule, lasciando il campo prima della cerimonia di premiazione.

 

https://www.sportface.it/tennis/wta-nottingham-s-hertogenbosch-2018-titoli-barty-krunic/465013

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E così Federer è veramente passato (immagino a suon di yen pesanti) ad UNIQLO.

Una mossa mirata, oltre ad incrementare il conto corrente, anche a Tokyo 2020? Vedremo....

Che fine farà il marchio RF, di proprietà Nike?

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Fognini e Cecchinato hanno vinto i tornei  di Bastad e Umag

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Berrettini in  finale a Gstaad, e giocando pure bene...intanto a Mosca la figlia diciassettenne di Saša Danilovic mette in riga da LL Kanepi, Goerges e Sasnovič e vola in finale .asd 1.83, mancina e con la stessa grinta del padre...tra un paio d'anni può essere una che demolisce tutte sul serio.

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Occhio che con Berrettini forse abbiamo trovato un vero campione. E non testa di kazzo come il sanremese 

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6 ore fa, TorinoGobba_1897 ha scritto:

Occhio che con Berrettini forse abbiamo trovato un vero campione. E non testa di kazzo come il sanremese 

 

Ho scritto qua quando Berrettini era 600al mondo che in un anno e mezzo sarebbe entrato nei cento. Può fare una bellissima carriera, ma ha dei limiti e non ha il talento di fognini

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Grandissimo :sventola: 

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Fognini in finale a Los Cabos con Del Potro.

Come ha giocato non lo so, mi sono esplosi gli occhi appena visto il taglio di capelli col quale si è presentato in campo... .asd

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Fogna stende Del Potro 

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Fabio va così, a sprazzi .asd 

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23 ore fa, Morpheus © ha scritto:

Fabio va così, a sprazzi .asd 

 

dopo la nascita del figlio sembra e dico sembra aver trovato una minima stabilità mentale :D

detto questo, quando è in giornata può battere qualsiasi top ten, anche nadal o federer.

onestamente un tennista italiano così forte era da tanto tanto tempo che non ce l'avevamo..

peccato abbia trovato questa sorta di maturazione così tardi.. se avesse avuto 27-28 anni, secondo me poteva giocarsela anche per uno slam

 

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L'ATP ha esagerato con la maxi-operazione di marketing dedicata ai giovani emergenti. Tuttavia, il Citi Open di Washington ha esaltato il concetto di “Next Gen”, visto che tutti i quattro semifinalisti sono nati dopo il 1 gennaio 1997, data limite per partecipare alle prossime Finals di Milano-Rho. Ha vinto l'unico che probabilmente non sarà a Milano: Alexander Zverev, ormai, è un big a tutti gli effetti. Numero 3 ATP, ha difeso la posizione dall'attacco di Juan Martin Del Potro. L'ultima volta che un torneo ATP aveva avuto quattro semifinalisti così giovani risaliva al 1995, a Buenos Aires, primo titolo di Carlos Moyà (gli altri tre erano Mantilla, Novak e Corretja). Nella capitale degli Stati Uniti, Zverev ha fatto valere una pesantezza di palla ben diversa rispetto ad Alex De Minaur. Il precedente in Coppa Davis, chiuso al tie-break del quinto set, faceva pensare a un match equilibrato. Ma la Davis, si sa, è un'altra cosa. E stavolta De Minaur non aveva il vate Lleyton Hewitt a guidarlo dalla panchina: è finita 6-2 6-4 e il tedesco si è aggiudicato il terzo titolo in stagione, il nono in carriera su 14 finali giocate. “È stato divertente, perché questa potrebbe essere la finale per i prossimi 15 anni, quindi spero che vi sia piaciuta” ha scherzato Zverev durante la premiazione. Non accadeva da Indian Wells 2007 che il circuito ATP non vivesse una finale così giovane: Sascha e Alex possono essere ottimisti, visto che i protagonisti di allora (Rafael Nadal e Novak Djokovic) sono diventati entrambi n.1, nonché due tra i più forti tennisti di sempre. Reduce da una finale tesa e combattuta contro Andrey Rublev, l'australiano non aveva benzina a sufficienza e si è arreso in 74 minuti. Con un servizio solido e affidabile, Zverev lo ha tenuto ben lontano dalla linea di fondo ed è stato implacabile quando ha messo in campo la prima di servizio, perdendo appena tre punti (undici in tutto, peraltro con quattro doppi falli). Alex De Minaur, abile contrattaccante, non ha quasi mai potuto imporre il suo gioco.

 

http://www.tennisitaliano.it/citi-open-il-baby-torneo-va-a-sascha-zverev-45019

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TENNIS, ATP KITZBUHEL: KLIZAN CONQUISTA TORNEO

C'e' la firma di Martin Klizan sul "Generali Open", torneo ATP 250 con un montepremi di 501.345 euro che si e' concluso sui campi in terra rossa di Kitzbuhel, in Austria. Il tennista slovacco, numero 112 del ranking mondiale, passato attraverso le qualificazioni, ha dominato la finale contro l'uzbeco Denis Istomin, numero 95 Atp: 6-2 6-2, in un'ora e 4 minuti, il punteggio in favore del 29enne mancino di Bratislava. Per Klizan si tratta del sesto titolo conquistato in carriera, in altrettante finali, poco piu' di due anni dopo il trionfo nel "500" di Amburgo (terra) nel 2016, stagione in cui aveva vinto a febbraio un altro "500" a Rotterdam (cemento indoor), risultato che lo riportera' tra i top 100 della classifica mondiale. Restano invece due i trofei nella bacheca di Istomin (sull'erba di Nottingham nel 2015 e lo scorso anno sul cemento a Chengdu) su cinque finali nel circuito Atp.

 

http://sport.repubblica.it/news/sport/tennis-atp-kitzbuhel-klizan-conquista-torneo/4749163

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Non ci voleva credere, quando ha chiuso il match con un ace centrale. Al termine di un percorso pieno di insidie, Mihaela Buzarnescu ha vinto il suo primo titolo WTA. Riuscirci a 30 anni, dopo una storia complicata (che vi abbiamo già raccontato) e una carriera iniziata soltanto un anno fa, assume un valore ancora maggiore. Giunta alla sua terza finale, la rumena si è imposta sul cemento californiano di San José, prima edizione di un torneo che aveva rischiato di scomparire dopo che l'Università di Stanford aveva alzato bandiera bianca. Lo hanno pomposamente chiamato Mubadala Silicon Valley Classic, hanno trovato una discreta location nella San José State University, ma l'evento non ha avuto un grande successo. A parte qualche rumoroso rumeno, in finale non c'era una grande atmosfera. D'altra parte, diverse eliminazioni eccellenti (su tutte Serena Williams, che peraltro ha dato forfait a Montreal) ne avevano indebolito l'appeal. In una finale inedita, la Buzarnescu ha superato Maria Sakkari con un duro 6-1 6-0, prendendosi la rivincita dopo le sconfitte a Hobart contro Elise Mertens (peraltro battuta in semifinale a San Josè) e a Praga contro Petra Kvitova. “Ho avuto la capacità di tenere a bada le emozioni e rimanere concentrata – ha detto la rumena – ho vissuto la partita come se fosse un match normale, non una finale. Anche dopo il primo set ho pensato che Maria avrebbe potuto recuperare. Ho iniziato a pensare di poter vincere sul 3-0 nel secondo". Esattamente un anno fa, la Buzarnescu vinceva un torneo ITF dopo l'altro ed era numero 142 WTA. La nuova classifica, invece, la colloca al numero 20. Un successo più che meritato, anche se la finale non c'è stata.

 

http://www.tennisitaliano.it/mihaela-buzarnescu-una-favola-a-lieto-fine-45020

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Kutnzetsova rinasce e batte la Vekic al torneo di Washington imponendosi con un 4-6 7-6(7) 6-2

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[1] S. Halep b. [3] S. Stephens 7-6(6) 3-6 6-4

Non saremo sul palcoscenico di un torneo Slam, ma nella sfida che appena 2 mesi fa è valso il titolo del Roland Garros Simona Halep ha dimostrato perché da oltre 40 settimane sia lei a sedere sul trono del tennis femminile, confermando la grande vittoria all’ombra della Torre Eiffel. Altro confronto contro Sloane Stephens, altra battaglia, molto più dura, portata a casa. Un 7-6(6) 3-6 6-4 che non sembrava più così possibile quando a fine del secondo set è andata in difficoltà dal punto di vista fisico.

Forse un semplice calo di energie, ma in quel frangente si è rivisto il trainer per controllare ancora una volta il piede dopo aver fatto una capatina nel primo match contro Anastasia Pavlyuchenkova. A fare la differenza, nell’inerzia della partita, la partenza eccezionale nel set decisivo con un break all’inizio causato da un grande lob difensivo e poi da un game di servizio tenuto con una palla corta anche un po’ fortuita, baciando il nastro e ricadendo appena al di là.

Due momenti all’interno di una partita fatta di mille emozioni e capovolgimenti, di intensità veramente elevata e di un livello generale di gioco altissimo per lunghi tratti. Il più appassionante probabilmente nel primo set, quando entrambe stavano servendo con numeri pazzeschi, superiori all’80%. Eppure, dopo 4 game la rumena aveva 2 break di vantaggio e serviva per vincere il punto del 5-1. Stephens ha trovato la forza di riemergere con una serie di dritti vincenti ma sul 4-4 di nuovo Halep a esprimersi molto bene in risposta. Non è bastato, perché un brutto turno di battuta sul 5-4 le è costato l’aggancio e in un amen si è trovata sotto 5-6 15-40. Con tanto sangue freddo è riemersa dalla buca e non è andata in affanno neppure quando si è trovata sotto 0-4 nel tie-break, spuntandola alla prima circostanza favorevole sul 7-6.

Un set da numero 1 del mondo, contro una giocatrice ottima e che ha dimostrato in tutta la settimana di valere a sua volta i piani altissimi del ranking femminile odierno. Tantissimi scambi lunghi, fisici, tele di palleggi per provare a trovare l’avversaria fuori posizione, a muovere il punto lungo le varie zone del campo. Eppure entrambe si muovono veramente bene e risultava veramente difficile chiudere il punto.

Il livello ha avuto un calo a inizio del secondo parziale, ma la statunitense ha avuto il merito di prendersi il vantaggio e conservarlo con autorità fino alle fasi finali, quando è avvenuto quel particolare calo fisico della sua avversaria. Non c’erano dolori fisici a darle fastidio, ma gli scambi non erano più lunghi, lei cercava subito l’uscita verso il lungolinea e dopo le ottime difese di Stephens provava palle corte per non faticare. Al terzo set point sul 5-3, il settimo totale, Sloane metteva a segno il punto che allungava la sfida.

L’inerzia era quasi tutta dalla sua, ma la ripartenza di Halep è stata veramente importante e abbastanza inattesa. Sul 2-0 è arrivato il controbreak e il riaggancio, ma ancora una volta è ripartita senza subire il colpo. Dal 2-2 40-0 Stephens non ha più vinto un punto e l’unico vero rimpianto è stato per un doppio fallo sulla prima palla game: quello è bastato a ridare animo alla sua avversaria che ha poi punito e conservato il vantaggio, raddoppiandolo poi sul 5-2. Non era però ancora tempo per la parola “fine”, perché un doppio fallo sul primo match point allungava ulteriormente la contesa.

Stephens accorciava fino al 5-4, ma al secondo tentativo la rumena ha giocato un game eccezionale. Dal 15-15 ha chiuso con un dritto incrociato vincente, un servizio potente al corpo e un ace esterno, inginocchiandosi per terra e festeggiando come se avesse scalato una montagna. Tanto ha voluto dire, oggi, questo successo che è valso il diciottesimo titolo WTA in carriera.

 

http://www.oktennis.it/2018/08/wta-montreal-capolavoro-halep-stephens-costretta-alla-resa-in-finale/

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[1] R. Nadal b. S. Tsitsipas 6-2 7-6(4)

Non erano poi in troppi quelli che credevano che davvero ci potesse essere equilibrio nella finale della Rogers Cup. Troppo diversi i percorsi dei due finalisti, l’esperienza, la freschezza fisica. Non che Nadal si sia riposato in settimana, ma via via gli sono venuti a cadere tutte le potenziali trappole, da Kyrgios negli ottavi fino a del Potro in semi. Era rimasto solo Cilic, che infatti è stato vicinissimo a travolgere lo spagnolo, e che forse si porterà dietro lo smash sbagliato sul 4-5 40-15 del secondo set, ma superato quello scoglio il resto è stato relativamente agevole. Dall’altra parte Tsitsipas non dimenticherà presto questa sua settimana, quella in cui è probabilmente diventato uno dei campioni che tutti aspettavamo e che sin dalla prossima volta potrà giocarsi le sue possibilità in finale magari non dopo aver dovuto battere 4 top10, i finalisti di Wimbledon e del Roland Garros e l’aspirante al trono. Partite durissime che non potevano non lasciare scorie, tant’è che l’unica curiosità era vedere quanto ne avevano lasciato, non certo se. Purtroppo ne hanno lasciato troppe, tant’è che la partita non è praticamente mai cominciata, visto che dopo lo scambio di servizi iniziali Nadal ha subito azzannato il rivale, ricordando che lui la palla dall’altra parte in qualche modo l’avrebbe sempre rimandata e che i rischi che doveva prendersi Stefanos erano eccessivi per uno che ha appena fatto 20 anni e che era così stanco da non riuscire neanche a leggere il servizio di Nadal. E va ad onore di uno che è già campione il finale del secondo set, visto che Tsitsipas è stato bravo a incunearsi tra le improvvise incertezze di Nadal, che nel momento di chiudere ha regalato il break per rientrare in partita. Forse per un mometno Tsitsipas ha pensato di poter fare l’ennesimo miracolo della settimana, ma quando Nadal ha annullato il set point con l’aiuto del nastro, si è capito che la partita non avrebbe cambiato indirizzo. Quasi inutile soffermarsi sui numeri, visto che Nadal ha perso appena un punto al servizio nel primo set e che ha infilato serie imbarazzanti per una finale di questa importanza. Lo spagnolo è sembrato, insieme al pubblico, quasi imbarazzato per la facilità dell’impresa, e forse questo lo ha distratto, facendo ricominciare un’altra partita proprio quando doveva finire la prima, cioè sul 5-4 del secondo set.  Lo spagnolo, dopo aver brekkato subito anche nel secondo set aveva poi dato l’impressione di non forzare più, evitando di infierire su un avversario già con la testa altrove e regalando al pubblico qualche manciata di minuti in più di tennis. Quindi si è forse trovato impreparato, dopo 8 game di servizio in cui aveva ceduto la miseria di tre punti, a fronteggiare le prime due palle break del match, la seconda delle quali riportava il set in equilibrio. Stefanos poi giocava un game di grande personalità, con un Nadal che sembrava ancora chiedersi come mai si stesse giocando ancora, e non è stato troppo fortunato sul setpoint, anche se lo era stato un po’ prima, quando Rafa aveva sbagliato una facile palla corta.
Il tiebreak è apparso abbastanza segnato, ache se è stato Tsitsipas a portarsi avanti per primo. Ma ancora una volta la lucidità ha tradito il greco, che sul 3-4 ha regalato il minibreak decisivo, e sul 4-5 ha perso l’ultima occasione tirando in rete un dritto che sarebbe stato definitivo.

Partita che c’è stata per soli tre game e un tiebreak quindi, ma Tsitsipas sicuramente era già contento così, e non sarà questa sconfitta a rovinare il suo compleanno. Il greco incamera il suo best ranking, da domani sarà numero 15, ad una manciata di punti da Fognini, e farà qualche pensierino al Master londinese.
Nadal torna a vincere un Masters 1000 sul cemento, cinque anni dopo l’ultima volta, a Cincinnati nel 2013,  rafforza la sua posizione al vertice del ranking e soprattutto mette le cose in chiaro in vista dello slam newyorchese, anche se il rientro di Federer – e lo strano finale di secondo set – disegna qualche nuba poco rassicurante.

 

http://www.oktennis.it/2018/08/atp-toronto-nadal-raccoglie-i-resti-di-tsitsipas-il-campione-e-ancora-lui/

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Finale seria stasera a Cincinnati ... Djokovic vs Federer tutta da vedere 

Modificato da Pat bateman
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Dritto di Federer a donne di facili costumi questa sera ... sta sbagliando l’inverosimile 

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6 4 6 4 per il serbo senza possibilità di replica direi...

 

Roger falloso come non mai, non ne entrava uno di inside out 

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Djokovic è tornato in versione robottino

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24 minuti fa, TorinoGobba_1897 ha scritto:

Djokovic è tornato in versione robottino

 

Non ancora, è migliorato ma non è nemmeno lontanamente paragonabile a quel fantastico giocatore. Vediamo se ci arriverà di nuovo.

 

Comunque giù il cappello a colui che ha vinto tutti e 9 i Masters 1000 della storia (Più uno, Amburgo, quando era 1000) oltre a tutti i trofei dello Slam. Meraviglioso.

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