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TENNIS - ATP & WTA World Tour 2018

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Intanto ancora un'affermazione per la Kvitova che, dopo il trionfo a San Pietroburgo una settimana fa, vince anche il torno di Doha battendo la Muguruza 3-6 6-3 6-4

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A Buenos Aires, Thiem batte Bedene 6-2 6-4 e fa suo il primo torneo sulla terra della stagione

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Invece Kevin Anderson a Long Island batte Nishikori 6-1 3-6 7-6(4)

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Eccoci giunti all’atto finale del Dubai Duty Free Tennis Championships, torneo WTA di categoria Premier. A giocarsi il titolo sul cemento verde degli Emirati sono l’ucraina ventitreenne Elina Svitolina (4 WTA, tds 1), detentrice del titolo, e la gran sorpresa del torneo Daria Kasatkina, russa nata vent’anni fa nella città di Togliatty (quella che noi chiamiamo ironicamente Togliattigrad). La ragazzina è in giro da un po’ e si è già presa un titolo lo scorso anno a Charleston ma in questa settimana ha vissuto momenti esaltanti che ne hanno fatto una beniamina del pubblico. Certo nelle due resurrezioni contro Konta e soprattutto ieri con Garbine Muguruza ha mostrato di possedere la durezza mentale necessaria per stare al vertice. Ma purtroppo oggi non ne aveva più.

La russa serve per prima e non sembra patire il ruolo. Gestisce i suoi turni iniziali con sicurezza ed è subito pericolosa in risposta procurandosi una palla break nel secondo gioco. Il match si snoda in lunghi palleggi nei quali è Daria a distinguersi per scioltezza di movimento, padronanza degli effetti e profondità di colpo. Mette in mostra un gran controllo del taglio rovescio ma è il dritto a tradirla più di una volta. Oltre il net Svitolina gioca un tennis maggiormente faticoso, se ci passate il termine, colpisce più forte ma non così tanto da dominare lo scambio. Poi, quando l’avversaria gioca un pessimo game cedendo la battuta, il vantaggio in qualche modo le libera il braccio. Adesso i vincenti arrivano con dritto e rovescio mentre Kasatkina continua a regalare molto dal lato destro. Com’è suo uso però si ribella quando sta con le spalle al muro. Sul 3-5 serve, concede due set point consecutivi più un terzo ai vantaggi ed è lì che gioca al meglio. Annulla e allunga il set. Svitolina è tesa quando serve per il concludere e la maggior esperienza ad alto livello le viene in aiuto. Palleggia in sicurezza cercando il dritto avversario e trova in questo modo i punti necessari alla bisogna.

Alla pausa coaching time per Daria. “… Sono nel pallone” dice lei. Come mai è 6-4 per lei e non per te? –risponde Philippe Dehaes – per una sola ragione. Giochi bene da fondo e colpisci meglio ma lasci che sia lei a prendere le decisioni. Sei coraggiosa quindi usa il coraggio”. Cerca di scuoterla e al termine le strappa anche un sorriso. Non servirà a molto. Il calo di Kasatkina prosegue in modo troppo costante per non cercarne il motivo nelle battaglie sostenute i giorni scorsi. Daria perde subito la battuta in avvio di secondo set e la campionessa ucraina è svelta a leggere il momento. Accelera il ritmo degli scambi per non darle tempo di ragionare.

La russa ci mette molto del suo. Prende ancora break, dopo aver annullato tre occasioni, quando commette doppio fallo mettendo prima e seconda out di metri e da quel momento in poi pure i membri della famiglia Al Maktoum presenti nel palco d’onore cominciano ad andarsene. Il 6-0 che chiude il match appare comunque ingeneroso perché in tre dei primi quattro giochi del set finale si è andati ai vantaggi.

 

http://www.ubitennis.com/blog/2018/02/24/wta-dubai-svitolina-bis-kasatkina-dura-solo-un-set/

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Karen Khachanov si e' aggiudicato l'"Open 13 Provence", torneo ATP 250 con un montepremi di 645.485 euro che si e' concluso sul veloce indoor di Marsiglia, in Francia. In finale, il giovane tennista russo, numero 47 del ranking mondiale e nona testa di serie, ha avuto la meglio per 7-5 3-6 7-5, in un'ora e 49 minuti di gioco.

 

Continua su: http://sport.repubblica.it/news/sport/tennis-atp-marsiglia-khachanov-vince-il-torneo/4730103

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[WC] F. Tiafoe b. P. Gojowczyk 6-1 6-4

Sotto il sole della Florida, Frances Tiafoe supera Peter Gojowczyk con il punteggio di 6-1 6-4 in poco più di un’ora, in un match condizionato dal forte vento. Il tedesco veniva da otto vittorie consecutive su tennisti a stelle e strisce in tornei ATP, quattordici a tutti i livelli. L’ultimo statunitense a batterlo era stato proprio Frances Tiafoe al Challenger di Winnetka nel 2016. Tiafoe è la seconda wild card a disputare la finale in questo torneo; il primo era stato il belga Xavier Malisse nel 1999, ma a differenza di Tiafoe si era dovuto arrendere a Lleyton Hewitt.

 

http://www.ubitennis.com/blog/2018/02/26/delray-beach-la-prima-gioia-di-francis-tiafoe/

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Sotto gli occhi di pietra del Cristo Redentore e quelli ben più vivaci del monumento tennistico brasiliano, Guga Kuerten, l’argentino Diego Schwartzman, numero 23 del mondo, ha vinto il torneo ATP 500 di Rio de Janeiro senza perdere un solo set nel corso della settimana. È il suo secondo successo a livello ATP dopo quello di Instanbul (categoria 250) del 2016. In finale l’argentino ha superato lo spagnolo Fernando Verdasco (n.40 ATP), contro il quale aveva vinto nell’unico precedente, al termine di una partita modesta tecnicamente e solo a tratti combattuta seppure più in virtù dei ripetuti errori commessi dai due protagonisti, che non per la qualità dei loro colpi.

IL MATCH

 
 

[6]D. Schwartzman  b. [8] F. Verdasco 6-2 6-3

 

http://www.ubitennis.com/blog/2018/02/26/delray-beach-la-prima-gioia-di-francis-tiafoe/

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Alison Van Uytvanck ha vinto il torneo WTA di Budapest battendo in finale la slovacca Dominika Cibulkova in tre set, 6-3 3-6 7-5. Per la belga si tratta del secondo titolo in carriera, dopo quello di Quebec City dello scorso anno (sempre sul cemento indoor), ottenuto dopo una settimana da protagonista assoluta. Van Uytvanck, infatti, si è presentata in finale senza perdere nemmeno un set, ottenendo scalpi importanti, come al secondo turno contro la testa di serie numero 5, la romena Mihaela Buzarnescu, alla quale ha lasciato le briciole (6-1 6-0), oppure ai quarti, dove ha schiantato per 6-2 6-4 la cinese Shuai Zhang, numero 2 del seeding.

In finale Van Uytvanck ha quindi completato l’opera, battendo la numero 1 del seeding, la Cibulkova. Un match che la belga stava tenendo in mano, dopo il primo set vinto per 6-3 grazie ad una particolare efficienza con la prima di servizio (76% di punti vinti e 5 palle break annullate su 5). Nel secondo parziale, però, la slovacca ha alzato il suo livello di gioco, riuscendo a prolungare gli scambi da fondo e a far cadere il muro della sua rivale. Dopo il 6-3 in favore della Cibulkova, il match è stato equilibrato nel set decisivo, fino al 5-5: Van Uytvanck, fin lì perfetta nell’annullare 6 palle break (12 in totale su 14), è riuscita a passare alla seconda occasione, vincendo per 7-5 dopo due ore e undici minuti.

 

https://www.oasport.it/2018/02/tennis-wta-budapest-2018-alison-van-uytvanck-batte-in-tre-set-dominika-cibulkova-e-si-prende-il-titolo/

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Ciao. Volevo raccontarvi una cosa.

Sono stato agli Oscar dello Sport o Laureus 2018 che dir si voglia. A Montecarlo. C'erano un sacco di campioni, da tutto il mondo, ma proprio un sacco. Pareva il paradiso dello sport.

 

C'era uno che qualche anno fa giocava a calcio molto bene che ha detto “Veloci con le domande che devo andare”.

 

(A un certo punto ho visto Federer: faceva i selfie con dei fan nella hall di un albergo e sorrideva a tutti).

 

C'era il campione di ciclismo che “basta foto, devo andare”. Ed è filato via.

 

(A un certo punto ho visto Federer in una stanzetta privata del centro congressi: faceva i selfie con gli amici del Principe e sorrideva a tutti).

 

C'era un altro, pure lui ex pedatore di livello, che ha chiesto e ottenuto di spostare la conferenza. Poi si è comunque presentato con mezz'ora di ritardo.

 

(A un certo punto ho visto Federer sul mitico red carpet: faceva i selfie con i bambini, i genitori glieli mettevano in braccio neanche fosse un Santo, lui sorrideva a tutti).

 

C'erano tre atleti fenomenali, americani che hanno fatto la storia dello sport. Parlavano tra di loro nel privé di un locale lussuoso, protetti da un paio di “gorilla”.

 

(A un certo punto ho visto Federer nei pressi del cesso: la gente usciva dal cesso e gli chiedeva i selfie. Lui sorrideva a tutti anche se leggevi nei suoi occhi il sospetto che certe mani fossero “pisciate”).

 

C'era l'ennesimo ex grande pedatore che ballava con la moglie, una donna bellissima. E tu che dici al tuo collega con un francesismo: “Porca malora che f***!”. E lui: “Pure lui è un bell'uomo però, diciamolo”. Non davano molta confidenza.

 

(A un certo punto ho visto Federer alla cena di gala: la gente andava a rompergli il c**** mentre mangiava il trancio di salmone e gli chiedeva il selfie. Lui poggiava la forchetta, si alzava e sorrideva a tutti).

 

C'erano molti altri sportivi parecchio noti, venuti clamorosamente per accattare “il gettone di presenza” e, una volta terminato il discorso di rito (“ringrazio Pluto e Paperino per la grande opportunità bla bla bla Viva lo sport bla bla bla”) si sono levati dalle balle con scatto felino alla Bolt.

 

(A un certo punto ho visto Federer. La cena era finita. La massa di invitati si è avvicinata al suo tavolo. Lui si è “consegnato”. È iniziata una processione durata non meno di 40 minuti fatta di strette di mano, selfie, abbracci, dediche, venerazioni. Lui ha sorriso a tutti, uno ad uno, fino a quando un tizio ha bloccato l'ambaradan con un'espressione francese che tradotta dovrebbe suonare come “basta c****!”).

 

Ora, io non dico che gli altri campioni sono stronzi perché non è vero: molti sono stati disponibilissimi e simpatici e, comunque, certi atteggiamenti sono anche “normali”.

 

Io dico solo che ho capito perché quello svizzero lì è “oltre”. Oltre le prestazioni, il saper giocare a tennis, i successi, l'esserci “nato” o “diventato”.

È “oltre” perché, nonostante tutto, non ha ancora perso il contatto con la realtà. E, sì: averlo “toccato con mano” (non pisciata) mi ha emozionato.

Fabrizio Biasin

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10156325205259073&id=685184072

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Nadal fermo tutto il mese di marzo, ancora non ha ripreso dall'infortunio...

 

Si preparerà per la terra rossa.

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[3] R. Bautista Agut b. [2] L. Pouille 6-3 6-4

 
 

Non sarà mai un tennista dotato di un tennis capace di creare punti particolarmente spettacolari o un personaggio capace di attrarre le folle con atteggiamenti o dichiarazioni originali fuori e dentro dal campo. Tuttavia, Roberto Bautista Agut, vincitore della 26°edizione del Dubai Duty Free Tennis Championships, come ha mostrato a Dubai, è un tennista estremamente solido e intelligente, oltre che un ragazzo perbene. Era arrivato negli Emirati reduce da tre brutte sconfitte tra Melbourne, Coppa Davis e Marsiglia, ma qui ha meritato di vincere il torneo, ritrovando al meglio le caratteristiche del suo tennis: ha perso solo un set nel corso dei cinque incontri affrontati e ora intasca con merito un ricco assegno da 565,530 dollari e altrettanto preziosi 500 punti in classifica, che lo collocano poco sotto la top 15 e ben dentro la top 20. Diventa il quarto spagnolo a vincere a Dubai -dopo Corretja nel 98, Ferrero nel 2001 e Nadal nel 2006- e succede nell’albo d’oro a campioni come Murray, Wawrinka, Djokovic, Federer e Roddick, per citare solo tutti i vincitori di questa competizione dal 2003 in poi.

 

http://www.ubitennis.com/blog/2018/03/03/atp-dubai-il-ragionier-bautista-non-sbaglia-pouille-ancora-battuto/

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Domani Fognini in finale a Rio contro Zeballos

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Fognini vince l'ATP di San Paolo battendo Jarry 1-6 6-1 6-4

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Due finali nella notte italiana nel circuito ATP e WTA. Acapulco (Messico) è stata teatro degli atti conclusivi del tabellone maschile e femminile in cui sono stati l’argentino Juan Martin Del Potro e l’ucraina Lesia Tsurenko a fare la voce grossa.

Il sudamericano, n.9 del ranking, si è imposto sul sudafricano Kevin Anderson (n.8 del ranking) con il punteggio di 6-4 6-4 in 1 ora e 41 minuti di gioco. Un match nel quale è stata la potenza dei colpi a farla da padrona con Del Potro ad essere più lucido nei momenti decisivi. Nel primo set, l’argentino ha cambiato marcia dal settimo game in avanti, conquistando il break e gestendo alla grande lo scambio, vincendo il parziale 6-4. Nel secondo parziale, il “Gigante di Tandil” ha fatto la differenza nel terzo game quando, grazie al suo dritto devastante, si è aperto più volte il campo, non soffrendo più di tanto la poderosa battuta del rivale. Avanti di un break, Del Potro ha continuato a macinare il suo tennis e sul 6-4 ha chiuso i conti.

Non altrettanto agevole il successo per la Tsurenko (n.40 WTA), uscita vittoriosa dalla sfida contro la svizzera Stefanie Voegele (n.183 del mondo) 5-7 7-6 6-2 al termine di un incontro durato 2 ore e 46 minuti. Dopo aver perso il servizio nel quinto game ed aver pareggiato i conti immediatamente nel gioco successivo, nella fase finale del primo set, l’elvetica sfrutta anche qualche errore di troppo dell’ucraina, ha incamerato il 1° parziale sul 7-5. Nella seconda frazione succede di tutto e, come spesso accade nel tennis femminile, il servizio non è dominante. Sono ben 6 i break di questo set (3 per parte) che portano all’inevitabile tie-break dove la Tsurenko fa la differenza con alcuni colpi vincenti di pregevole fattura, conquistando il parziale (7-2). Sulla scia di questo risultato, il terzo set è decisamente meno combattuto e la giocatrice dell’Est chiude la pratica sul 6-2.

 

https://www.oasport.it/2018/03/tennis-vittorie-per-juan-martin-del-potro-e-lesia-tsurenko-ad-acapulco/

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Inviato (modificato)

Bel week end di melma .. pure Roger perde

Modificato da Pat bateman

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Roger che ha buttato una vittoria certa facendosi controbreakkare in un game mentre serviva per il match.

 

Amen, capita, però peccato perché interrompe una striscia notevole.

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Primo titolo in carriera per Naomi Osaka. La tennista nipponica centra la prima affermazione in grande stile, con il Premier Mandatory di Indian Wells. Finale senza storia contro Daria Kasatkina che è crollata dal 3-3 del primo set dopo aver mancato una palla break per il 4-3 e servizio. Naomi Osaka succede nell’albo d’oro a Elena Vesnina e la prossima settimana sarà numero 22 del mondo (aveva iniziato il torneo da numero 44). Daria Kasatkina sale in undicesima posizione.

 

PRIMO SET – Daria Kasatkina ha perso un set che era partito benissimo. Naomi Osaka è scesa in campo contratta, stato d’animo normalissimo per una ventenne che alla prima finale in un Premier Mandatory parte sulla carta sfavorita, e ha fatto fatica a prendere le misure del campo. Break russo in apertura, restituito immediatamente dalla Kasatkina che non ha approfittato dello sbandamento dell’avversaria. La nipponica si è sbloccata ben presto ed è iniziata una battaglia nella quale la tennista di Togliatti ha applicato i suoi schemi di gioco: variare velocità e altezza dei colpi carichi di rotazione per non dare ritmo alla nipponica. Naomi Osaka si è difesa benissimo e quando Daria Kasatkina ha accorciato è stata sistematicamente punita. C’è un momento preciso nel quale il match ha preso una svolta definita: nel settimo gioco, sul 3-3, Daria Kasatkina ha avuto a disposizione una palla break. Naomi Osaka l’ha cancellata con un ace e la russa ha iniziato a sbagliare tutto. Tre errori consecutivi di dritto consegnano di fatto il break decisivo a Naomi Osaka: 5-3 e servizio per la tennista giapponese. Chiudere per la numero 44 del mondo su una tramortita Daria Kasatkina, che continua a sparacchiare fuori di dritto, è una formalità. 6-3 in 39 minuti.

 

SECONDO SET – Quella palla break mancata nel settimo gioco del primo set è rimasta nella mente di Daria Kasatkina. Naomi Osaka, invece, diventa sempre più sicura e ordinata. Letale con il rovescio, ma senza prendere particolari rischi. La nipponica al servizio concede le briciole. Daria Kasatkina, al contrario, pasticcia. In pochissimo la russa è sotto 4-1 con doppio break. Il primo concesso nel primo gioco con un doppio fallo, il secondo nel quinto game dopo una serie di errori tattici come una palla corta del tutto velleitaria per liberarsi dello scambio. Non c’è più partita, solo un miracolo tennistico può salvare Daria Kasatkina dal baratro. Ma le sorti della partita non cambiano: la russa continua a sbagliare e non tenere un dritto in campo, mentre la giapponese dilaga e, sul 5-2, si appresta a servire per il titolo. E’ il trionfo di Naomi Osaka, che mette la parola fine al match e al torneo dopo un’ora e 10 minuti di gioco.

Risultato:

N. Osaka b [20] D. Kasatkina 6-3 6-2

 

http://www.tenniscircus.com/circuito-wta/wta-indian-wells-trionfa-naomi-osaka/

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Sloane Stephens, con un match intelligente, di contenimento e contrattacco, ha vinto l’edizione 2018 del Miami Open. Tanti, troppi gli errori di Jelena Ostapenko, che ha scelto la tattica del “fuori tutto” come sempre, ma è incappata in una brutta giornata a livello di percentuali. Continua la striscia di finali vinte nel circuito maggiore per la statunitense, siamo a 6 su 6. Dopo aver conquistato, entrambe un po’ a sorpresa, ma assolutamente con merito, il primo titolo Slam l’anno scorso (Roland Garros Jelena, US Open Sloane), Ostapenko e Stephens, alla prima finale Premier Mandatory, erano alla caccia di un titolo pesante che ne rilanciasse la stagione. Non si erano mai affrontate in precedenza.

Solo break a inizio match, con le giocatrici alla risposta che aggrediscono l’avversariatogliendole il tempo in uscita dal servizio e prendendo il controllo degli scambi, fino al 2-2. Una piccola contestazione, in cui Stephens chiama in ritardo il challenge che non le viene concesso, scatena il pubblico, che si mette ad applaudire ogni errore di Ostapenko. Decisamente, non un modello di comportamento gli spettatori di Crandon Park questa settimana. Jelena, però, non è la tipa giusta da far arrabbiare: la sua reazione è annullare una palla break, e poi tenere il primo turno di battuta nel match con due gran vincenti, volée e poi lungolinea di dritto. 3-2 per lei, tocca a Sloane scuotersi e provare a essere maggiormente propositiva ed efficace al servizio, fondamentale che anche in semifinale contro Azarenka le aveva dato dei problemi. Brava Stephens a “mettersi in moto” a sua volta, a tenere anche lei, e a portarsi 3-3. Gli errori da parte di tutte e due continuano a essere molti, però, è comprensibile la tensione della finale. Una grandissima difesa di Sloane, che da metri fuori dal campo controlla con il dritto in chop una sequenza di botte di Ostapenko, per poi incassarne l’errore lungolinea, manda la statunitense avanti 4-3 con un ennesimo break di vantaggio.
Devi accelerare sul 100% delle palle, e convivere col fatto che ne sbaglierai qualcuna“, sono i consigli di David Taylor per Jelena al cambio campo. “Gli errori che stai facendo adesso sono perchè rallenti, non cambiare in lungolinea troppo presto, ma quando lo fai, devi accelerare“.
Nel frattempo, Stephens allunga sul 5-3, per poi trovarsi a servire per il primo set sul 5-4.  E qui le trema evidentemente il braccio, con un doppio fallo seguito da un gratuito di rovescio che regalano il controbreak a Ostapenko, tutto da rifare, 5-5. Onestamente, non è una gran partita, le ragazze danno l’impressione di “sentire” molto l’importanza del risultato. Ancora break subito da Jelena, è il quarto, poco dopo altro doppio falo su break point per Sloane, quarto servizio ceduto anche per lei, siamo 6-6. Quantità di gratuiti a parte, il canovaccio tattico ormai è chiaro: Ostapenko spinge e si prende i rischi, Stephens corre e contiene appoggiandosi. Per quanto conservativa, la strategia paga, consegnando 4 set point alla statunitense, che trasforma l’ultimo, grazie al rovescio di Jelena che finisce in rete. Nel torneo, è il primo tie-break perso dalla lettone (5 vinti su 5 finora), e il primo vinto da Sloane (uno perso finora). Speriamo che il livello salga, però. Gli spettatori, che ovviamente tifano per la tennista di casa, sono comiunque felici.
Sei troppo passiva sul dritto“, dice coach Kamau Murray a Sloane. “Gioca più servizi al corpo per disturbarle lo swing in risposta, cerca la prima palla in campo, e gioca aggressiva sulle seconde“. Per Ostapenko, sono 23 gli errori di dritto commessi finora.

Nel secondo set, la musica all’inizio non cambia: break e controbreak in avvio, con Jelena che continua a tirare forte, ma a sbagliare tanto. Dall’altra parte, una ottima Stephens sembra però entrata bene nel ritmo della partita, tiene due servizi, brekkando ancora due volte l’avversaria (siamo a 7 break subìti, e due turni di battuta salvati dalla lettone, decisamente troppo anche per la WTA). Arriva l’impietoso ma giusto 5-1, l’impressione è che ormai non ci sia molto da fare per Jelena, ma una Sloane così è veramente difficilissima da sfondare di potenza. L’ultimo game è una formalità, con tre match point consecutivi, e l’ennesimo dritto largo di Ostapenko che decreta la fine del torneo. 25 vincenti, 48 errori sono un’enormità per lei, non si vince mai con numeri simili. Dall’altra parte, 6 vincenti, 21 errori, non esaltante come tabellino, ma oggi è bastato, giusto così. Primo premier mandatory per Sloane, che diventerà 9 WTA, e bel rientro nel tennis che conta dopo un lungo periodo di appannamento.

A volte sono stata troppo aggressiva quando non era il caso“, ammette Jelena dopo il match. “Poi nel secondo set avrei dovuto avanzare di più in campo, credo sia per questo che ho perso. Sloane si è mossa benissimo, ha cambiato il ritmo, ha variato il servizio, è una grande giocatrice. Non ho ancora pensato al Roland Garros, non voglio crearmi troppe aspettative per la stagione sulla terra rossa, per non mettermi ulteriore pressione addosso. Voglio solo giocare una partita alla volta“.

Sapevo che avrei dovuto correre molto sulle palle che arrivavano“, spiega una raggiante Sloane.Questo è un posto speciale per me, sono cresciuta giocando qui, e sono felice di essere l’ultima a vincere qui. Mi mancherà. Ma la novità del trasferimento è stimolante, sono sicura che sarà una gran cosa per il torneo, gli impianti saranno fantastici. Dopo l’infortunio al piede, le mie prospettive sono cambiate, sono entrate nella mia vita altre cose, il lavoro a tennis Chanmel, il finire la scuola, mi sono resa conto che non era mica finito tutto, ci sono altre cose oltre al tennis. Sarà bellissimo vedermi nella top-10 lunedì, c’è voluto davvero molto tempo per arrivarci. Quando ero più giovane il mio coach di allora Jessie Smatt mi chiamava “diesel”, è venuto a vedermi al primo turno, io ho continuato a vincere, ed è venuto a tutti i match. Qui le iguane giganti sono una cosa speciale, e anche i gelati di Ben&Gerry, tante cose che mi mancano quando vado via. Non vedo l’ora di giocare sulla terra, è la mia superficie preferita, sono 3 anni che non vengo a Roma!“.

 

https://www.ubitennis.com/blog/2018/03/31/miami-ostapenko-fallosa-stephens-fa-sua-miami/

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Quinto titolo in carriera (su sei finali disputate) per Kiki Bertens, il primo in un torneo Premier. A Charleston, la Bertens succede nell’albo d’oro a Daria Kasatkina. Nettissima vittoria della tennista olandese su Julia Goerges, che ha raccolto appena tre giochi. L’incognita del match era la stanchezza fisica e mentale delle due tenniste, dato che la finale si è disputata dopo circa due ore dagli incontri di semifinale sospesi ieri a causa della pioggia e recuperati oggi. A pagare maggiormente le conseguenze è stata Julia Goerges, mai entrata in partita e che oggi aveva disputato il secondo incontro e dunque ha avuto meno tempo per riposare. Più fresca fisicamente e molto lucida tatticamente, Kiki Bertens, nonostante le quasi tre ore impiegate per avere la meglio su Madison Keys. La tennista olandese domani sarà numero 21 del mondo. Risale anche Julia Goerges, che si porta in undicesima posizione.

 

http://www.tenniscircus.com/circuito-wta/wta-charleston-il-titolo-e-di-kiki-bertens/

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Non solo Francia-Italia: oggi si sono decise anche le altre semifinaliste di Coppa Davis. La Spagna ha completato un’epica rimonta ai danni della Germania, mentre la Croazia ha chiuso agevolmente nei confronti del Kazakistan. Gli USA, a qualificazione acquisita hanno arrotondato il punteggio nei confronti del Belgio.

Detto del successo francese a Genova per 1-3, ora i transalpini sanno chi dovranno ospitare a settembre in semifinale: si tratta della Spagna, che ha vinto i due singolari odierni ribaltando il punteggio e superando così la Germania per 3-2. Ad aprire la fantastica giornata iberica ci ha pensato un Rafael Nadal supremo, che ha superato in tre rapidi set Alexander Zverev, con il punteggio di 6-1 6-4 6-4. Decisamente più emozionante il match decisivo: David Ferrerha vinto una sfida fantastica contro Philipp Kohlschreiber in cinque set con lo score di 7-6 (1) 3-6 7-6 (4) 4-6 7-5 in quasi cinque ore di gioco.

Dall’altra parte del tabellone, Marin Cilic non ha avuto alcun problema a superare Mikhail Kukushkin con un triplice 6-1 in appena due ore di partita regalando così il punto del definitivo 3-1 alla Croazia sul Kazakistan. I balcanici ospiteranno a settembre, in semifinale, gli USA che, dopo aver chiuso il discorso qualificazione già dopo il doppio, hanno battuto 4-0 il Belgio. A punteggio acquisito, Ryan Harrison infatti, ha superato per 6-3 6-4 Ruben Bemelmans. Anche in queste due sfide, così come a Genova, il quinto, ininfluente, incontro non si è disputato.

 

https://www.oasport.it/2018/04/coppa-davis-2018-i-verdetti-delle-altre-sfide-rimonta-spagna-croazia-sul-velluto-usa-implacabili/

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DÌ LA TUA 1

Garbiñe Muguruza, dopo un digiuno durato otto mesi, ritorna ad alzare un trofeo, il sesto della carriera, e lo fa in Messico, a Monterrey, in una finale molto combattuta contro l’ungherese Timea Babos, autrice di un torneo di spessore, che prova a conquistare con tutte le sue forze fino all’ultimo istante, senza paura. E’ stata una finale giocata prevalentemente da fondo campo, caratterizzata da colpi profondi e aggressivi, ma condita qua e là di giocate spettacolari anche a rete.

PRIMO SET – Parte forte l’ungherese, solida al servizio e molto precisa col dritto. Garbiñe fatica in risposta e non riesce a contrattaccare con efficacia. La Babos, oltre a servire bene, destabilizza l’avversaria col dritto in chop e con alcune giocate da copertina a rete. Sul 2 pari e servizio Babos, Muguruza si guadagna 3 palle break, che però vengono annullate dall’avversaria. E’ lì che l’inerzia del match cambia, con la spagnola che perde lucidità e subisce a sua volta il break. Babos sale sul 5-2, Muguruza mantiene il servizio, ma l’ungherese è concentrata e determinata. Sorretta dal servizio chiude al secondo set-point disponibile.

SECONDO SET – In apertura di set l’iberica subisce immediatamente il break a zero e l’ungherese lo conferma mantenendo il servizio. Garbiñe però reagisce, dopo una vivace discussione col suo allenatore Sam Sumyk, e lo recupera rafforzando il pressing da fondo campo, ma non prima di essere stata scherzata da un lob magistrale di Timea che manda in visibilio il pubblico. Babos non molla la presa e tiene i turni di battuta fino al 5-4 Muguruza, mancando però di sfruttare un break point sul 3 pari, indiscutibilmente il game più combattuto della partita. Chiamata a servire per allungare il set, l’ungherese non riesce a limare l’aggressività dei colpi della spagnola, che conquista così il secondo parziale.

TERZO SET – E’ una Muguruza rinvigorita, quella del terzo set, che ritrova solidità nel servizio, che spolvera le righe sulla diagonale di rovescio e che infiamma il pubblico, partecipe e indubbiamente schierato dalla sua parte. Conquista il break, nel sesto game, grazie ad un passante di rovescio spettacolare che lascia spaesata una Babos, chiamata a rete da una precedente risposta corta dell’avversaria. Da quel momento anche la fiducia nei mezzi dell’ungherese inizia a vacillare e Muguruza può così dilagare tranquillamente fino alla chiusura finale, con tanto di triplo salto di gioia; un’esultanza vera e spontanea come forse nemmeno a Wimbledon si era vista.

Per la spagnola nativa di Caracas si tratta del sesto titolo in bacheca e del ritorno alla vittoria dopo un inizio d’anno non certamente entusiasmante, fatta salva la finale al WTA Premier di Doha persa contro Petra Kvitova. E’ un risultato questo che, sebbene di minore importanza rispetto agli altri, può avere l’effetto di una considerevole iniezione di fiducia per Garbiñe, dato l’approssimarsi della stagione su terra battuta, superficie a lei molto cara. Per Timea Babos, invece, questa finale conferma l’ottimo momento di forma e rendimento che la giocatrice di Sopron, classe 1993, sta vivendo e che potrebbe portarla ad essere protagonista attiva anche nei prossimi tornei.

 

http://www.tenniscircus.com/circuito-wta/wta-monterrey-muguruza-e-la-nuova-campionessa-battuta-in-rimonta-timea-babos/

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Per il 32enne di Cuenca si tratta del quarto titolo in carriera su otto finali disputate: Andujar aveva in precedenza fatto centro a Gstaad nel 2014 ed a Casablanca (dove si giocava questo torneo prima dello spostamento a Marrakech) sia nel 2012 che nel 2011.

Marrakech (Marocco), 15 apr. (LaPresse) - Tris in Marocco per Pablo Andujar che torna al successo aggiudicandosi il 'Grand Prix Hassan II', torneo Atp 250 dotato di un montepremi di 501.345 euro che si è concluso sui campi in terra rossa di Marrakech. In una finale a senso unico lo spagnolo, numero 355 Atp, in gara con il ranking protetto - è al rientro nel tour dopo un lungo stop per un problema al gomito che lo ha costretto a ben tre operazioni - ha liquidato con un doppio 6-2, in un'ora e 22 minuti di gioco, il 23enne britannico Kyle Edmund, numero 26 del ranking mondiale e secondo favorito del seeding, alla sua prima sfida per il titolo nel circuito maggiore. Per il 32enne di Cuenca si tratta del quarto titolo in carriera su otto finali disputate: Andujar aveva in precedenza fatto centro a Gstaad nel 2014 ed a Casablanca (dove si giocava questo torneo prima dello spostamento a Marrakech) sia nel 2012 che nel 2011.

 

https://it.eurosport.com/tennis/atp-marrakech-trionfa-lo-spagnolo-andujar-battuto-edmund_sto6714717/story.shtml

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L'ultima scampagnata sul manto rosso di Bogotà porta al trionfo: Anna Karolina Schmiedlova completa l'opera dopo una settimana quasi perfetta. In poco più di 80 minuti di gioco la slovacca - che trema solo a un passo dal traguardo - supera con un netto 6-2 6-4 la padrona di casa Lara Arruabarrena - campionenessa nel 2013 e finalista nel 2017 - e acciuffa il terzo titolo in carriera dopo un digiuno di tre anni.

 

La slovacca spezza l'equilibrio iniziale - frutto di quattro break consecutivi - con un mega-parziale di 4-0 e grazie a un pacchetto di soluzioni più ampio da fondocampo argina anche il tentativo di fuga dell'avversaria nella seconda frazione. Arruabarrena fa in tempo a smuovere lo 0 dalla casella dei game in apertura e a recuperare entrambi i break di svantaggio con le spalle praticamente al muro. La spagnola - che sul 2-5 riesce anche a tenere la battuta per la prima volta nel match - chiamata a pareggiare i conti sporca però il taccuino con due errori non forzati e un doppio fallo. Schimedlova ne approfitta e trionfa.

 

https://www.tennisworlditalia.com/tennis/news/Wta_Tennis/55827/wta-bogota-schmiedlova-completa-l-opera-battuta-in-finale-arruabarrena/

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DÌ LA TUA 2

Terzo titolo in carriera per Elise Mertens che, dopo la doppietta centrata a Hobart si aggiudica il Wta International di Lugano. Vittoria in due set su Aryna Sabalenka. Match tatticamente molto accorto della tennista belga che ha disinnescato la potenza dell’avversaria con palle senza peso. Best ranking per entrambe: domani Elise Mertens sarà numero 17, mentre Aryna Sabalenka enterà in top 50, attestandosi al numero 47.

PRIMO SET – Un primo set nel quale Elise Mertens ha prevalso perché è scesa in campo con un disegno tattico. Far giocare sempre un colpo in più ad Aryna Sabalenka, variare il ritmo pur cercando di non perdere campo e tenere la giusta profondità. La bielorussa è caduta nella trappola tesa da Elise Mertens e i limiti della tennista bielorussa si sono visti tutti quando al servizio non ha potuto contare sulla prima per chiudere immediatamente o in uscita, con lo schema battuta-dritto. Emblematici, poi, alcuni errori, in particolare quando la bielorussa è stata chiamata nei pressi della rete: uno smasch fuori misura, un disastro su una palla priva di peso, uno slice in avanzamento decollato. Elise Mertens è andata in vantaggio di un break nel terzo gioco: Aryna Sabalenka ha piazzato poche prime ed è stata punita. 2-1 per la belga che ha consolidato sul 3-1. Aryna Sabalenka ha poi agganciato sul 3-3, centrando il controbreak nel sesto game, grazie a un momento di perfezione in risposta. La bielorussa ancora nei guai, con due palle break cancellate nel nono gioco, con il servizio. Il break belga era nell’aria ed è arrivato nell’undicesimo gioco: un doppio fallo, un rovescio fuori di metri e uno in rete per Aryna Sabalenka, un rovescio imprendibile di Elise Mertens e 6-5 per la belga. Al servizio per portare a casa il set, la numero 20 del mondo non ha fallito. 7-5, con 15 vincenti e 18 gratuiti per la bielorussa. 5 winners e 4 non forzati per la Mertens. Dati che mostrano quanto Elise Mertens sia stata brava a difendersi e convertire l’inerzia degli scambi. Specie quando si sono allungati.

SECONDO SET – Aryna Sabalenka in difficoltà fin dall’avvio della seconda frazione. Un doppio fallo e un rovescio inguardabile, hanno condotto la belga al break. Elise Mertens pur senza produrre un gioco trascendentale è stata in controllo, grazie anche agli errori in risposta della bielorussa. Infastidita e mandata fuori giri dalla profondità delle palle leggere di Elise Mertens, Aryna Sabalenka ha rischiato seriamente il 4-1 belga con doppio break. La tennista di Minsk si è salvata ancora una volta con il servizio ed è rimasta in scia sul 2-3. Il 4-2 belga è arrivato, mentre il contatore dei gratuiti faceva segnare oltre 30 non forzati della bielorussa, mentre Elise Mertens era sotto i 10. Un’ora e 22 minuti di gioco, e Elise Mertens  5-2, con doppio break al servizio per il terzo titolo in carriera. Turno in battuta perfetto e coppa agguantata.

 

http://www.tenniscircus.com/circuito-wta/wta-lugano-il-titolo-e-di-elise-mertens/

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DÌ LA TUA 0

PRIMO SET: Buon inizio di match da parte di Johnson, che ha servito molto bene fin da subito ed ha provato a mettere pressione al suo avversario, che in effetti ha concesso 4 palle break nei primi tre turni di battuta, ma ne è uscito indenne. Nonostante delle ottime percentuali al servizio, sulla terra battuta non conta solo quello, anzi è più semplice rispondere e Sandgren ne ha approfittato per breakkare il suo avversario nell’undiceismo gioco ed andare a servire per il set. La tds 8 si è però distratta ed ha immediatamente restituito il favore, perdendo la battuta e portando la prima frazione di gioco al tie-break. Qui, l’esperienza di Johnson ma anche il buon momento dell’americano accreditato della tds più alta tra i due dettato dall’ultimo gioco vinto hanno fatta la differenza ed il malcapitato Sandgren ha racimolato appena due punti, arrendendosi dopo un totale di un’ora ed un minuto di gioco. 

SECONDO SET: Ciò che è successo nella seconda frazione di gioco ha davvero dell’incredibile e dimostra che nel tennis ogni occasione spoon sfruttata può avere delle importanti ripercussioni. Gasato dalla vittoria del primo set, Steve Johnson prova subito ad ottenere il break che gli consentirebbe di affrontare il parziale in maniera più sciolta e tranquilla. Dopo aver fallito tre palle break nel primo gioco, la tds numero 6 ne ha mancate altre quattro nei due seguenti turni in risposta, per un totale di 7. A sorpresa, Sandgren è uscito allo scoperto e, complice qualche tenera seconda del suo avversario, ha messo a segno il break nel sesto gioco, consolidato dalla battuta tenuta a 0 nel gioco seguente. Johnson non ha quindi saputo reagire ed ha perso il servizio una seconda volta, cedendo all’avversario 6-2 e trascinando il  match al terzo set. 

TERZO SET: Nel parziale decisivo, entrambi i giocatori hanno giocato piuttosto bene e, di fatto, si sono equivalsi, non a caso nessuno dei primi 8 games è finito ai vantaggi ed i servizi non hanno avuto intoppi. Leggermente meglio con la seconda palla Sandgren, mentre Johnson ha spinto un po’ di più con la prima, mettendone in campo però lo stesso esatto numero del suo avversario. Nonostante ben 12 palle break annullate nel corso del match, nel nono gioco Sandgren si è fatto rimontare da un vantaggio di 40-15 ed alla prima palla break Steve Johnson è riuscito ad essere cinico, conquistandosi la chance di servire per il match. Qui, il servizio non lo ha assistito molto e perciò la tds 8 ha avuto una delicata palla break per rientrare in partita. Un dritto che si è fermato in rete ha però negato la gioia a Sandgren e dunque Johnson ha avuto l’occasione di chiudere, trionfando definitivamente quando il rovescio di Sandgren è caduto oltre la linea di fondo campo.

Davvero commovente la reazione di Steve Johnson, che si è quasi inginocchiato, facendo leva sulla racchetta, ed ha fatto un cenno di ringraziamento verso l’alto, scoppiando in lacrime di lì a poco. La dedica è ovviamente per suo padre, scomparso circa un anno fa ed al quale Steve era molto legato. Pochi istanti dopo, i due tennisti hanno dato vita ad un abbraccio davvero bello e sincero e Johnson non ha neppure accennato a trattenere le lacrime, anzi si è lasciato andare tra le braccia del suo avversario, che in quel momento, però, era tutt’altro che un avversario. 

Steve Johnson si riconferma campione a Houston dopo la vittoria dell’anno scorso ottenuta in finale contro Bellucci e perciò rimane stabile in classifica. Molto bene, invece, Sandgren che, grazie alla prima finale in carriera, lunedì farà il suo ingresso in Top 50.

Atp Houston – Finale

(6) Johnson d (8) Sandgren 76 (2) 26 64

 

http://www.tenniscircus.com/circuito-atp/atp-houston-steve-johnson-sconfigge-sandgren-e-si-conferma-campione/

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