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- Domenico -

Elezioni Politiche 2018: rivotare perchè no?

Elezioni Politiche 2018  

200 voti

This poll is closed to new votes
  1. 1. Per quale partito voterai alle Elezioni Politiche del 4 marzo?

    • Partito Democratico
      28
    • Movimento 5 Stelle
      56
    • Forza Italia
      8
    • Lega
      23
    • +Europa
      19
    • Liberi e Uguali
      10
    • Fratelli d'Italia
      6
    • Noi con l'Italia - Udc
      2
    • Civica Popolare
      1
    • Insieme
      0
    • Altri partiti/altre liste
      16
    • Scheda bianca (astensione)
      31


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Joined: 08-Sep-2008
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Di Maio ci tiene a precisare che qualsiasi accordo sulla presidenza delle Camere è completamente slegata da un'alleanza di Governo..

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Adesso, WhiteWolf ha scritto:

Di Maio ci tiene a precisare che qualsiasi accordo sulla presidenza delle Camere è completamente slegata da un'alleanza di Governo..

Tempo al tempo...:sisi:

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15 minuti fa, WhiteWolf ha scritto:

Di Maio ci tiene a precisare che qualsiasi accordo sulla presidenza delle Camere è completamente slegata da un'alleanza di Governo..

Quindi vuole bruciarsi così l'unica arma che aveva per convincere il Pd (secondo lui) ad appoggiare il proprio governo? .asd o siamo di fronte ad un conclamato esempio di imbecillita', oppure questo è solo un preludio ad un accordo di governo 

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Joined: 13-Jan-2010
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5 minuti fa, Ghost ha scritto:

Le condizioni di Salvini a Di Maio: “Fai un passo indietro anche tu”

Patto su legge elettorale e vitalizi, ma è braccio di ferro sulla Camera. Arriva il via libera di Grillo. La speranza di Prodi: «Silvio li fermerà»
[..]

 

Sicuramente la legge elettorale con la Lega è il piano B di Di Maio. La paura dei grillini semmai è un’altra, che Salvini chieda l’unica cosa che il M5s non è disposto a concedere: un passo indietro di Di Maio. «Se io sono disposto a non fare il premier, la stessa cosa deve dire lui». È una condizione ancora indigeribile per i 5 Stelle, disposti invece a mettere mano al programma e firmare il famoso «contratto alla tedesca» che chiedeva Di Maio. L’asse avrebbe anche la benedizione di Beppe Grillo, stufo dei tentennamenti del Pd e pronto a una politica di adattamento con i leghisti. E intanto oggi partiranno le consultazioni dei due capogruppo grillini, Giulia Grillo e Danilo Toninelli. 

 

 

 

Dai dai che ci siamo. mh

 

 

Sono shockato .meme10

 

Purtroppo i bravi ragazzi di CasaPound non ce l'hanno fatta ad entrare :(

 

 

 

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Un partito (la lega) che ha preso i voti da quelli che urlano "il sud sfrutta il nord", prova a governare con quello che ha preso più voti al sud e propone il reddito di cittadinanza.  Fico! sefz

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Joined: 02-Apr-2008
63000 messaggi

Sono abbastanza pragmatico e quindi spero sinceramente che facciano un governo 5s e lega piuttosto che tornare a votare. Poi, se faranno bene, saremo tutti felici e contenti (i benefici saranno per tutti mica solo per i loro elettori...asd) se invece faranno male, potrò sempre dire :"Io l'avevo detto" .asd

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Joined: 13-Jan-2010
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31 minuti fa, WhiteWolf ha scritto:

Eppur si muove...

 

Elezioni, Di Maio: 'Sentito Salvini. Camera vada a M5S'

 

"Ieri, poco dopo le ore 20 ho ricevuto una telefonata da Matteo Salvini. Mi fa piacere raccontarvi cosa ci siamo detti perché voglio che tutto avvenga nella massima trasparenza". Lo scrive sul blog del M5S il suo capo politico, Luigi Di Maio. Lo scambio tra i due leader, in sintesi, li ha visti riconoscersi reciprocamente la vittoria che però passa, secondo Di Maio, attraverso "l'attribuzione al MoVimento della presidenza della Camera dei Deputati" in quanto l'M5S è "la prima forza politica del Paese".

 

Il Senato andrà a Toninelli, il più vicino del M5S alla Lega .asd

 

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2 ore fa, GabrielKoi ha scritto:

"Dopo il Gender è allarme streghe": la battaglia del neosenatore leghista nelle scuole

Simone Pillon, fondatore del Family Day, annuncia che la sua prima interrogazione parlamentare sarà contro la stregoneria negli istituti di Brescia. La preside: Era un progetto sul testo "Fiabe e racconti dal mondo".

 

image.png

 

http://espresso.repubblica.it/attualita/2018/03/14/news/dopo-il-gender-e-allarme-streghe-la-battaglia-del-neosenatore-leghista-nelle-scuole-1.319535?ref=HEF_RULLO

 

 

 

A proposito del "cisonocosepiùimportanti!!" "iveriprobblemidellaggente"

 

 

Un bel governo di cazzoni/complottisti Lega-M5S è quello che serve a questo paese .meme2

 

 

 

 

Il 12/3/2018 alle 16:45 , hopper ha scritto:

 

#festivaldellascienza5stelle

 

pentacolo-in-fiamme-647729.jpg

 

 

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Joined: 01-Jun-2005
2552 messaggi
2 minuti fa, GabrielKoi ha scritto:

 

 

Sono shockato .meme10

 

Purtroppo i bravi ragazzi di CasaPound non ce l'hanno fatta ad entrare :(

 

 

 

 

Cerca, se vuoi, qualche notizia di ostia e federica angeli (dossier presentati contro sabella e la angeli, etc)  ... e improvvisamente ti accorgerai che "certi bravi ragazzi" sono molto ben rappresentati.

 

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Joined: 27-May-2011
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53 minuti fa, greenday2 ha scritto:

come vanno le prove tecniche della Santa Alleanza? 

 

sono pronti a varcare la soglia dell'anticamera dell'inferno

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Joined: 08-Sep-2008
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25 minuti fa, GabrielKoi ha scritto:

 

Il Senato andrà a Toninelli, il più vicino del M5S alla Lega .asd

 

 

Veramente oggi Toninelli mediera' per la stessa nomina con i Rappresentanti di Liberi e Uguali

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Joined: 02-Apr-2008
63000 messaggi
9 minuti fa, WhiteWolf ha scritto:

 

Veramente oggi Toninelli mediera' per la stessa nomina con i Rappresentanti di Liberi e Uguali

I voti di LeU per tale nomina contano meno di zero

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Joined: 07-Nov-2006
29394 messaggi
1 minuto fa, Tiger Jack ha scritto:

I voti di LeU per tale nomina contano meno di zero

I voti di LeU non aggiungono e non tolgono in nessuno scenario. Servono al massimo come polizza assicurativa nel caso di alleanza con il PD

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Joined: 13-Jan-2010
32375 messaggi
19 minuti fa, WhiteWolf ha scritto:

 

Veramente oggi Toninelli mediera' per la stessa nomina con i Rappresentanti di Liberi e Uguali

 

Beh, ci mancherebbe anche che non consultino tutti .asd

 

Non credo servano i 4 senatori di LeU per eleggere il loro candidato.

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27170 messaggi
54 minuti fa, Manzio ha scritto:

Quindi vuole bruciarsi così l'unica arma che aveva per convincere il Pd (secondo lui) ad appoggiare il proprio governo? .asd o siamo di fronte ad un conclamato esempio di imbecillita', oppure questo è solo un preludio ad un accordo di governo 

.penso

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10854 messaggi
1 ora fa, zart ha scritto:

 

Meh, non so

 

Ti riferisci al punto "chi ha votato per LeU"?

Chi ha votato per loro è perchè non condivideva l'operato di Renzi e l'indirizzo politico che ha preso il governo e il partito, spostato verso il centro, se non addirittura centro-dx. Sono elettori che nel Pd renziano non si riconoscono.

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7054 messaggi
12 minuti fa, Raf15 ha scritto:

.penso

.asd

era superfluo aggiungerlo.asd

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Joined: 10-Sep-2006
9141 messaggi
1 hour ago, Ghost said:

Un partito (la lega) che ha preso i voti da quelli che urlano "il sud sfrutta il nord", prova a governare con quello che ha preso più voti al sud e propone il reddito di cittadinanza.  Fico! sefz



What could possibly go wrong.  

Va detto pero' che considerando il bacino elettorale, la maggior parte plauderanno a questa inizativa. Della serie, "non importa cosa", piuttosto "chi". 

Risultati immagini per lemmings

 

 

1 hour ago, GabrielKoi said:

 

Il Senato andrà a Toninelli, il più vicino del M5S alla Lega .asd

 



Aridateme Schifani

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Joined: 25-Apr-2008
12472 messaggi
12 minuti fa, Ale29 ha scritto:

 

Ti riferisci al punto "chi ha votato per LeU"?

Chi ha votato per loro è perchè non condivideva l'operato di Renzi e l'indirizzo politico che ha preso il governo e il partito, spostato verso il centro, se non addirittura centro-dx. Sono elettori che nel Pd renziano non si riconoscono.

esatto.

quel milione e centomila voti sarebbe andato nell'astensione o 5 stelle, piuttosto che da renzi.

chi voleva sostenere il PD pur non votando PD aveva ampia scelta con le tre liste coalizzate ( tralasciando che, a posteriori, solo una delle tre ha raccolto davvero)

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Joined: 13-Jan-2010
32375 messaggi

Elettorato schizofrenico .asd

 

Dopo le politiche del 2013, che avevano registrato il più alto indice di votalità della storia (40% di elettori che hanno cambiato il loro voto), il 2018 registra comunque il 28% (terzo valore più alto) nonostante non si sia presentata nessuna forza politica nuova, al contrario del '94 e del '13.

 

 

 

 

Politiche 2018: il voto è liquido ma si conferma il tripolarismo

 

Il mutamento del sistema partitico italiano non si è ancora fermato. Persiste un assetto tripolare, ma i rapporti di forza tra partiti e coalizioni sono variati considerevolmente

 

Le Politiche del 4 marzo hanno mostrato una serie di dinamiche su cui vale la pena soffermarsi. Il primo è la conferma del superamento del bipolarismo classico, imperniato sull’asse centrodestra-centrosinistra, poiché il Movimento 5 Stelle ha dato prova di essere un polo estremamente compatto e competitivo. Il secondo elemento consiste nell’alta volatilità elettorale, intesa come quota di elettori che hanno deciso di votare una formazione diversa rispetto a cinque anni prima.

Questa elezione conferma l’assetto tripolare emerso in occasione delle Politiche 2013. Aumenta però il tasso di bipolarismo: la somma dei voti ai due poli principali (centrodestra e Movimento 5 Stelle) è pari oggi al 69,7%, un valore più alto di quello di cinque anni fa, quando i primi due poli (centrosinistra e centrodestra) si fermarono al 58,7%. In parte, la dissoluzione di Scelta Civica può spiegare questa minore dispersione.

Il centrosinistra, perdendo oltre il 6%, da primo polo diventa il terzo. Ciononostante, nello scacchiere politico si ritrova potenzialmente determinante nella formazione della nuova maggioranza parlamentare. Anche questo è un elemento per certi versi innovativo poiché dal 1994 al 2008 i terzi poli hanno inciso poco sugli equilibri parlamentari e sull’agenda politica. Basti guardare il grafico che segue per farsi una idea precisa. Nel corso della Seconda Repubblica, fino al 2013, i primi due poli hanno ottenuto sempre percentuali superiori all’80% dei voti (con il picco massimo raggiunto nel 2006, anno in cui l’Unione e la Casa delle Libertà totalizzarono oltre il 99% dei voti).

Rimane pressoché invariato il tasso di bipartitismo, ossia la somma voti ai primi due partiti: era pari 51,1% nel 2013, è del 51,3% nel 2018. Ciò è dovuto al fatto che l’arretramento di oltre 6 punti del Partito Democratico è stato più che compensato dal balzo in avanti di 7 punti da parte del Movimento 5 Stelle. In definitiva, quindi, è rimasto quasi immutato l’assetto tripolare del 2013, ma al suo interno sono cambiati notevolmente i rapporti di forza tra i poli e tra partiti all’interno dei poli stessi.

Vediamo ora come si è evoluto il voto alle varie aree politiche. Il prossimo grafico mostra la distribuzione dei voti delle ultime 4 elezioni politiche. In dodici anni il quadro politico è completamente cambiato.

 

L’area progressista nel suo complesso ha perso costantemente terreno passando da oltre il 45% dei consensi a poco più del 25%. Il centrosinistra dal 2006 a oggi ha dimezzato i consensi, con un crollo netto proprio in occasione dell’ultima tornata.

La sinistra radicale ha raggiunto il suo picco massimo con le elezioni del 2006: dalla caduta del secondo governo Prodi si è aggirata costantemente intorno al 4-5% (considerando le principali formazioni alla sinistra del PD, interne o esterne alla coalizione).

La destra moderata (Pdl e Forza Italia) nelle prime tre tornate elettorali ha sempre ottenuto quote di voti maggiori rispetto all’area radicale composta da Lega e Alleanza Nazionale prima (2006), La Destra e Fratelli d’Italia poi. Le ultime elezioni hanno visto anche il sorpasso della destra radicale su moderata peraltro con un forte distacco (oltre 7 punti percentuali).

In sintesi, negli ultimi dodici anni l’elettorato del centrosinistra e del centrodestra si è eroso, confluendo in buona parte nel Movimento 5 Stelle e nella destra radicale.

La fluidità dell’offerta elettorale degli ultimi dieci anni ha generato negli elettori una maggiore propensione al cambiamento di voto tra un’elezione e l’altra. Ciò si traduce in una ridotta fedeltà partitica e in un aumento della volatilità elettorale.

 

L’indice di volatilità elettorale del 2018 è pari al 28%, il terzo dato più alto della storia dell’Italia repubblicana dopo quelli del 2013 e 1994 (entrambe elezioni “di rottura”). La novità, rispetto a questi due precedenti, risiede nel fatto che in questa tornata la volatilità non è stata generata dall’emersione di una nuova forza partitica (nel 1994 Forza Italia e La Rete; nel 2013 il Movimento 5 Stelle e Scelta Civica), ma solo ed esclusivamente dall’insieme degli spostamenti di voto tra i partiti già esistenti.

Un altro fenomeno notevole è poi quello del riallineamento elettorale all’interno del blocco politico del centrodestra. Infatti, il sorpasso della Lega su Forza Italia costituisce un evento raro: dal 1948 ad oggi sono avvenuti soltanto due sorpassi tra partiti afferenti alla stessa area: il PCI sul PSI nel 1953 e Forza Italia sul PPI nel 1994.

Vediamo ora come si sono effettivamente rimescolati gli elettorati. Lo facciamo con un occhio ai flussi elettorali sia rispetto alle scorse Politiche 2013, sia alle Europee del 2014, così come rilevati da sondaggio di Quorum per Sky TG24.

flussipol1318 Politiche 2018: il voto è liquido ma si conferma il tripolarismo

Dal 2013 sia il Partito Democratico, sia Forza Italia (all’epoca PDL) hanno perso quasi la metà dei loro elettori, mentre il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord sono riusciti a conservare oltre l’80% di chi li aveva già votati.

Queste due formazioni hanno incrementato i consensi riuscendo ad attingere ai voti di due bacini elettorali molto distanti fra loro.

Il Movimento ha strappato voti sia al PD (16% degli ex elettori democratici) sia da Scelta Civica (12% di ex montiani), mentre la Lega si e focalizzata nella conquista degli elettori appartenenti all’area di centrodestra, in particolare quelli del PDL (22%, oltre un quinto). Probabilmente questa capacità di attrazione di M5S e Lega ha contribuito a scongiurare il tanto temuto crollo dell’affluenza.

flussieur14pol18 Politiche 2018: il voto è liquido ma si conferma il tripolarismo

Rispetto alle elezioni Europee del 2014, invece, il Partito Democratico ha perso più della metà degli elettori (50,5%).

Anche in questo caso, sia la Lega che il M5S sono stati confermati da oltre l’80% di chi li aveva già votati. Forza Italia invece, in questa tornata, ha perso meno elettori rispetto al 2013 poiché era già avvenuta la scissione di Alfano che diede vita a NCD.

A sinistra, Liberi e Uguali è riuscita a convincere soltanto il 27,1% degli elettori della lista Altra Europa con Tsipras, forse a causa delle tensioni interne tra le componenti.

In conclusione, in cinque anni il nostro sistema partitico non si è ancora assestato. Rimane infatti alta la propensione degli elettori a votare formazioni diverse tra una elezione e l’altra, punendo i partiti che hanno avuto incarichi di governo. Oggi, governare può comportare un costo elettorale maggiore rispetto al passato e questo potrebbe avere delle ripercussioni negative nell’ottica della formazione di futuri esecutivi.

 

 

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Il fisco in segreto coccola le multinazionali: ma la politica fa finta di niente

I tax ruling, gli accordi riservati che spesso permettono alle grandi aziende di ottenere sconti sulle tasse, sono ormai più di duemila nell'Ue. I nuovi dati mostrano che l'Italia ne ha in vigore almeno 78. A livello comunitario ne fanno più di noi solo Belgio, Lussemburgo e Olanda. Eppure se ne parla pochissimo

 
 
 
 
 
Il fisco in segreto coccola le multinazionali: ma la politica fa finta di niente
Ikea è una delle multinazionali che ha usufruito dei tax ruling
Le tasse sono state al centro della campagna elettorale italiana, ma c'è un tema fiscale su cui tutti i partiti hanno preferito glissare: gli accordi fiscali segreti tra le multinazionali e il nostro Paese. In gergo tecnico si chiamano tax ruling e sono contratti che spesso permettono alle grandi società di pagare meno imposte rispetto a quanto devono fare le piccole e medie imprese.

Non è un argomento marginale: secondo le stime di Tommaso Faccio, docente di economia aziendale alla Nottingham University Business School in Inghilterra, ogni anno i tax ruling costano all'Italia circa 7 miliardi di euro di imposte non versate. Tanto per dare un termine di paragone, è la stessa cifra che lo Stato spende per finanziare le università pubbliche.

IL BELGIO BATTE TUTTI
Nessun partito ha però pensato di inserire tra le proprie promesse elettorali una riforma di questi contratti. Eppure gli ultimi dati ufficiali dicono che gli accordi fiscali segreti sottoscritti fra l'Agenzia delle Entrate e le imprese multinazionali hanno raggiunto un nuovo record. Secondo il rapporto appena pubblicato dalla Commissione europea, nel 2016 i tax ruling firmati dall'Italia hanno toccato quota 78: dieci in più rispetto all'anno prima. Parliamo in realtà solo degli apa, cioè quegli specifici ruling che stabiliscono i prezzi a cui le multinazionali trasferiscono beni e servizi tra le singole società del gruppo, spesso convogliando i profitti nelle filiali con sede nei paradisi fiscali. Insomma, i dati appena pubblicati dalla Commissione europea danno conto solo di una parte del problema.
Leggendoli ci si accorge però che il boom dei tax ruling riguarda in generale tutta l'Europa, non solo l'Italia. Le statistiche indicano che gli apa sono passati in un anno da 1.252 a 2.053 all'interno dell'Ue. Un aumento del 64 per cento, spinto soprattutto dal Belgio. È infatti il piccolo Paese che ospita la sede della Commissione europea la vera sorpresa della classifica: con all'attivo 1081 tax ruling di tipo apa, Bruxelles si è piazzata in cima alla speciale graduatoria dei Paesi più generosi con le multinazionali, superando il Lussemburgo e tenendo a debita distanza Olanda e Italia, rispettivamente terza e quarta.

A TRE ANNI DA LUXLEAKS
Perché questi accordi sono preoccupanti? I tax ruling servono in teoria alle multinazionali per sapere come le autorità del Paese ospitante calcoleranno i profitti tassabili. D’altronde la struttura di una multinazionale è molto più complessa di quella di una piccola impresa. Così, diversi paesi offrono ai grandi gruppi l’opportunità di spiegare in anticipo come intendono organizzarsi fiscalmente. Con un vantaggio duplice: lo Stato sa più o meno quanto incasserà a fine anno, la multinazionale evita il rischio di controlli a sorpresa. Questa è la teoria.

La pratica indica però che i ruling possono essere usati anche per eludere il fisco, quasi sempre spostando i profitti nei Paesi dove le imposte sono più basse. Lo dimostra LuxLeaks , l’inchiesta giornalistica internazionale realizzata dal consorzio investigativo Icij (di cui fa parte L'Espresso) che tre anni fa permise di conoscere i privilegi fiscali concessi dal Lussemburgo a centinaia di società private. Colossi globali come Apple, Ikea, Deutsche Bank. Che hanno ottenuto dal Granducato il lasciapassare per spostare lì buona parte dei profitti pagando in cambio tasse ridicole, l’1 per cento o addirittura meno. 

TRASPARENZA CERCASI
LuxLeaks ha innescato un dibattito sui tax ruling. Da allora la Commissione europea ha avviato diversi indagini, arrivando in qualche caso a sanzionare delle multinazionali. È il caso ad esempio dei ruling ottenuti da Starbucks e Amazon nei Paesi Bassi, da Fiat-Chrysler in Lussemburgo e da Apple in Irlanda. La Commissione è corsa ai ripari varando anche una riforma politica. Dall’anno scorso gli Stati Ue sono infatti tenuti a scambiarsi le informazioni sui ruling emessi. In più, a partire da quest’anno tutte le multinazionali con un fatturato complessivo superiore ai 750 milioni di euro dovranno fornire alle autorità fiscali degli Stati in cui operano i dati economici divisi per nazione: fatturato, profitti, tasse, numero di dipendenti. Cifre che permettono in teoria di capire più facilmente se la multinazionale sta giocando sporco. Peccato che tutte queste informazioni non siano a disposizione dei cittadini, alimentando così sospetti sui contenuti degli accordi e ampliando quella distanza tra establishment e popolo che ha già rivoluzionato il quadro politico in diverse nazioni europee.

LA GUERRA IN CASA
L'Italia, che di questa rivoluzione politica è l'ultima protagonista in ordine di tempo, continua quindi a concedere accordi privilegiati alle multinazionali. Due mesi fa L'Espresso aveva scoperto i nomi di tre giganti internazionali che hanno ottenuto un ruling dall'Agenzia delle Entrate. Le storie di Michelin, Microsoft e Philip Morris permettono di capire in concreto i vantaggi concessi – legalmente - da questi contratti segreti. Le statistiche appena pubblicate dalla Commissione europea forniscono però un quadro d'insieme sul fenomeno, evidenziando un aspetto essenziale della vicenda. Attraverso i tax ruling gli Stati dell'Ue stanno combattendo una vera e propria guerra economica. Un conflitto basato sulla competizione fiscale, in cui ogni nazione cerca di concedere qualche vantaggio alla multinazionale di turno con l'obiettivo di attirala nel proprio Paese o di non farla scappare.

Che c'è di male? Non solo il fatto che questi accordi non possono essere sottoscritti dalle piccole e medie imprese, stabilendo così di fatto un principio di iniquità fiscale. Secondo Mikhail Maslennikov, policy advisor sulla giustizia fiscale di Oxfam Italia, una delle organizzazione che da tempo studia questi temi, i ruling sono oggi «una delle tante forme di dumping che causa considerevoli ammanchi per le casse degli Stati e mina alla radice la lotta alle elevate e crescenti disuguaglianze nei nostri Paesi». Insomma, a perderci sono le casse pubbliche dei singoli Paesi, mentre a guadagnarci sono le multinazionali che beneficiano di questi accordi. Peccato che la politica faccia finta di non saperlo.

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Napoli, rissa sfiorata all'assemblea del Pd: interviene la polizia

Tensione all’assemblea del Pd nel museo Mav di Ercolano, la prima per discutere dei disastrosi risultati elettorali, in previsione della direzione regionale martedì prossimo alla presenza del governatore Vincenzo De Luca. A un certo punto per riportare la calma e disciplinare gli interventi è stato necessario chiamare la polizia.Caos all'assemblea provinciale del Pd Napoli a Ercolano. Il caos è esploso quando il dirigente Nicola Oddati ha chiesto le dimissioni del segretario Massimo Costa, si sono scatenate reazioni scomposte da parte di molti presenti.

 

 

https://video.repubblica.it/edizione/napoli/napoli-rissa-sfiorata-all-assemblea-del-pd-interviene-la-polizia/299676/300304?ref=fbpr

 

 

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1 ora fa, GabrielKoi ha scritto:

Elettorato schizofrenico .asd

 

Dopo le politiche del 2013, che avevano registrato il più alto indice di votalità della storia (40% di elettori che hanno cambiato il loro voto), il 2018 registra comunque il 28% (terzo valore più alto) nonostante non si sia presentata nessuna forza politica nuova, al contrario del '94 e del '13.

 

 

 

 

Politiche 2018: il voto è liquido ma si conferma il tripolarismo

 

Il mutamento del sistema partitico italiano non si è ancora fermato. Persiste un assetto tripolare, ma i rapporti di forza tra partiti e coalizioni sono variati considerevolmente

 

 

 

 

flussipol1318 Politiche 2018: il voto è liquido ma si conferma il tripolarismo

 

flussieur14pol18 Politiche 2018: il voto è liquido ma si conferma il tripolarismo

 

 

 

I i mitici grafici! .oo

Per gli ultimi allucinogeni due, neanche il compianto Tango sarebbe riuscito in cotanta impresa sefz

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5 minutes ago, Aut said:

Napoli, rissa sfiorata all'assemblea del Pd: interviene la polizia

Tensione all’assemblea del Pd nel museo Mav di Ercolano, la prima per discutere dei disastrosi risultati elettorali, in previsione della direzione regionale martedì prossimo alla presenza del governatore Vincenzo De Luca. A un certo punto per riportare la calma e disciplinare gli interventi è stato necessario chiamare la polizia.Caos all'assemblea provinciale del Pd Napoli a Ercolano. Il caos è esploso quando il dirigente Nicola Oddati ha chiesto le dimissioni del segretario Massimo Costa, si sono scatenate reazioni scomposte da parte di molti presenti.

 

https://video.repubblica.it/edizione/napoli/napoli-rissa-sfiorata-all-assemblea-del-pd-interviene-la-polizia/299676/300304?ref=fbpr

 

ma quale PD

 

era il CAF di Palermo

 

che manica di pezzenti schifosi

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Inviato (modificato)
8 minuti fa, Tiger Jack ha scritto:

I i mitici grafici! .oo

Per gli ultimi allucinogeni due, neanche il compianto Tango sarebbe riuscito in cotanta impresa sefz

 

Sono spettacolari sefz

 

Tra l'altro ci dicono chiaramente che SEL e L'Altra Europa non hanno ceduto niente al M5S.

Noi veri elettori di sinitra non saliamo mai sul carro dei vincitori .the  Ma perchè siamo proprio inabili nello sceglierlo.

 

Modificato da GabrielKoi
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