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Sbicca

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  1. C'è il rischio concreto che Atalanta e Roma si giochino la Champions a campionato finito... Juventus e Bologna hanno il destino nelle proprie mani, ma tanti discorsi sulla correttezza dei campionati andrebbero a farsi benedire. Per carità, le ragioni dei rinvii sono più che legittime, ci mancherebbe. Però nessuno che fa una riflessione seria su quanto incida giocare un campionato a 20 squadre (tra cui ci sono realtà che non meriterebbero neanche di stare tra i professionisti) a cui aggiungere un osceno quadrangolare in Arabia Saudita a gennaio. Chiaramente parlo di addetti ai lavori, quelli che oltre a partorire idee come "Serie A made in Italy" o ad adoperarsi per salvare squadre fallite o sull'orlo del fallimento fanno ben poco.
  2. Difendere lo 0-0 in un derby è una roba che non si può guardare. Mancano idee, manca atletismo, manca cattiveria, manca carattere, manca lucidità... Detto questo, Vlahovic certi gol li deve fare, pochi c***i. Il problema è che quando sbaglia piano piano sparisce dalla partita. E come lui tutta la squadra. Il prossimo allenatore dovrà lavorare molto anche su questo...
  3. Vero. Purtroppo però il sistema calcio in Italia è pieno di società sull'orlo del fallimento o già praticamente fallite. Abbiamo un centinaio di società professionistiche e di queste ce ne sono poche coi conti a posto, in mano a proprietà economicamente solide dietro. Probabilmente sono molte di più le società che si reggono grazie a magheggi. Finché reggono con deroghe, concessioni e salti mortali vari alla FIGC va bene tutto, perché altrimenti dovrebbero riformare l'intero sistema. Riformare il sistema richiede che ne siano capaci e ne abbiano la volontà. La realtà è che tutte e due le condizioni vengono a mancare, ed è tutt'altro che recente il problema. Di proprietà improponibili nei decenni ne sono passate tante tra serie A, serie B e serie C e la resistenza che è stata fatta (e viene fatta tutt'ora) alla formazione di seconde squadre è una palese dimostrazione d'intento. Finché c'è da fare deroghe, salvare personaggi di dubbio valore morale e tirare avanti il carrozzone facendo più o meno gli interessi di quelli che garantiscono di mantenere tutto il sistema così com'è, cariche comprese, la Federazione è in prima linea. Anzi, se qualcuno di quei personaggi improponibili ha vinto pure qualcosa viene pure celebrato se se ne presenta l'occasione.
  4. Oggi erano importanti i 3 punti, visti i risultati di Atalanta e Bologna. Forse ne bastano anche meno di 70 per arrivare in Champions. Intanto servirebbe fare 6 punti nelle prossime 2 e arrivare a 68 agli scontri diretti, a quel punto sinceramente sarei tranquillo. Poi ci sono le partite con Salernitana alla 36^ e Monza alla 38^ che mi auguro siano comunque ininfluenti.
  5. Primi 60' incoraggianti, con qualche occasione che si poteva sfruttare meglio. Gli ultimi 35' la solita partita di gestione, piuttosto deludente. I 3 punti erano fondamentali e quelli sono arrivati. Personalmente ci avrei messo la firma visto l'andazzo.
  6. Purtroppo la visione di Marotta sta dando i suoi frutti altrove, proprio come avvenuto a Torino, e non è un caso. Soprattutto in determinate condizioni, come quelle in cui si trovano le squadre italiane oggi, è importante badare al sodo e creare squadre che diano garanzie nel proprio campionato. Per quanto riguarda la Juventus è anche un discorso storico: quando ha avuto chi sapeva programmare, mantenere i bilanci e fare di necessità virtù i risultati sono sempre arrivati, anche andando oltre quelle che erano le proprie possibilità in alcuni casi. Personalmente gli scudetti non li ho mai snobbati, anzi. Resto fedele all'idea, forse un po' retorica, che è proprio lì che vedi la bontà di un lavoro, perché è nell'arco di 38 partite che si vede chi ha lavorato meglio degli altri. La Champions League, ma qualsiasi altra competizione a eliminazione diretta, porta con sé il rischio che a fare la differenza possa essere l'episodio, la giornata storta. Il campionato no e se un'annata è storta è perché si è sbagliato qualcosa, o perché qualcuno è stato più bravo. Con buona pace di chi in Italia ha visto episodi decidere i campionati, a vincere lo scudetto è in genere la più forte. In questo senso avere una squadra competitiva in campionato, che finisce stabilmente in Champions League, ti permette di poter mettere in piedi una squadra che può giocarsela un po' con chiunque in una competizione a eliminazione diretta. Anche per questo rimpiango gli anni degli scudetti.
  7. Condivido il tuo ragionamento. Fosse arrivato prima e non a luglio, non sono così sicuro della conferma di Allegri. Credo che si arriverà fino a giugno così anche perché resto convinto che ad oggi nessun allenatore, tra quelli che potrebbero dare qualcosa, accetterebbe di venirsi a giocare le ultime 8/10 partite alla Juventus, in queste condizioni. Onestamente ho fiducia in Giuntoli e credo che non cambierà tanto per farlo (sarebbe l'ennesimo errore, dopo esserci passati con Sarri, con Pirlo e con il ritorno di Allegri) ma per dare inizio a un progetto tecnico, probabilmente con la nomina di un nuovo direttore sportivo. A quel punto avrà senso cominciare a valutare il lavoro di Giuntoli.
  8. Ti dico onestamente, non tremavo ma di sicuro prendere l'Inter dopo l'addio di Conte sarebbe stata una scelta migliore anche per lui e sono convinto di questo. Poi con i "se" non andiamo da nessuna parte. Allegri ha dimostrato di saper lavorare bene in certe condizioni, con squadre fatte e finite, tanto quanto ha dimostrato i suoi enormi limiti nel lavorare in altre condizioni, con squadre in costruzione. Fosse andato all'Inter, considerando il livello a cui li aveva riportati Conte e la gestione Marotta e il livello della serie A, non sono così sicuro che avrebbe fatto un disastro. Poi ti dico, non la reputavo una buona scelta riprenderlo, ma non mi sarei neanche aspettato che avesse fatto così male come negli ultimi due anni...
  9. Quando ha smesso di fare il presidente della Juventus nel vero senso della parola. Alla Juventus le cose hanno sempre funzionato quando i ruoli sono ben definiti, cosa che negli ultimi anni di presidenza di Andrea Agnelli non è accaduto. Una gestione sportiva affidata a Paratici e in buona misura anche ad Allegri, con tutto quello che ne è conseguito. Passi l'acquisto di Cristiano Ronaldo, su cui ha avuto un peso negativo anche la pandemia e sono d'accordo, ma da quel momento in poi è iniziato il declino gestionale e sportivo della Juventus. Un esempio su tutti? Pirlo allenatore della prima squadra con Tudor collaboratore tecnico. Vedi oggi dove sono Pirlo e Tudor e l'insensatezza di quella scelta diventa palese, al pari dell'inadeguatezza di chi quella scelta l'ha presa e l'ha avallata. Allegri nel 2014 fu un'ottima intuizione, perché era l'uomo giusto al momento giusto, nel contesto giusto. Allegri nel 2021 è stata una pessima scelta, perché era l'allenatore sbagliato, nel momento sbagliato e con i modi sbagliati (un quadriennale a certe cifre è fuori dal mondo, viste le difficoltà della Juventus). Richiamare Allegri è solo l'ultima scellerata scelta di quella gestione, ma è la scelta di un presidente che si espone in prima persona, quando alla Juventus dovrebbe affidarsi a chi gestisce l'area sportiva. Poi può essere una scelta condivisa o meno, ma se paghi qualcuno per dirigere la squadra, di quello ti devi fidare, altrimenti da lì cominciano i problemi. Allegri l'ha voluto lui, l'esonero di Sarri l'ha voluto lui, l'arrivo di Pirlo idem. In questo senso, pagare dirigenti per la gestione sportiva ha poco senso e crea situazioni che si trascinano, che ti condizionano e ti vincolano, come nel caso della Juventus di oggi, che paga scelte sbagliate fatte negli anni...
  10. Vedere la Lazio giocare fino alla fine per vincerla e la Juventus giocare per il pareggio è deprimente. Non ci sono parole. La squadra non c'è più mentalmente e l'allenatore si sta dimostrando incapace di dare qualcosa. Non mi piacciono i cambi in corsa, non mi piacciono i traghettatori, ma vista la situazione a questo punto cambiare di sicuro non peggiorerebbe le cose...
  11. Condivido ciò che scrive Agresti. Da non sottovalutare neanche il fatto che ad oggi sarebbe difficile trovare qualche allenatore che accetta di lavorare alla Juventus in queste condizioni, perlomeno tra quelli che potrebbero darti qualcosa in più. Un traghettatore potrebbe funzionare, ma la realtà dice che raramente funzionano. Anzi, se dovessi fare una congettura, la squadra e Allegri sono già stati informati del cambio (ipotizzo a gennaio/fine gennaio, dando la qualificazione in Champions League già per fatta) e alcuni giocatori hanno mollato un po' mentalmente. Non mi sorprenderebbe, anche perché al netto dell'inadeguatezza di Allegri nel gestire una squadra in costruzione e delle lacune della squadra stessa, le ultime 8 partite indicano un crollo psicologico che non si era visto in questa misura neanche lo scorso anno quando si parlava di penalizzazioni. Non so se perché traumatizzati (in questo senso neanche l'ambiente aiuta, tifosi compresi) o per altre ragioni. Se così fosse non lo riterrei un errore, ma avrei ritenuto più opportuno un comunicato in cui si diceva chiaramente che a fine stagione Allegri e la Juventus avrebbero preso strade diverse, una cosa inusuale nel calcio italiano ma che in certe situazioni potrebbe portare non per forza ad una svolta negativa.
  12. Sbicca

    Champions League 2023/24

    I risultati in Europa negli ultimi 2 anni delle italiane, con la Juventus fuori dalla Champions League, ha fatto credere a tutti che il livello del calcio italiano non fosse così distante da altre realtà europee. La realtà invece è quella che ha descritto Tudor quando allenava il Marsiglia, dicendo che "se si giocasse Empoli - Strasburgo, lo Strasburgo vincerebbe con ampio margine, lo stesso per Reims - Spezia". In Italia servirebbe una profonda riforma del sistema calcistico, ma c'è chi preferisce vedere squadre improponibili, con proprietà improponibili, tra i professionisti. Il declino del calcio italiano parte da lontano, da quando le cose andavano bene ma ci si preoccupava solo di gridare "al ladro" quando vinceva la Juventus, perché la Juventus per molti era l'unico problema e continua ad essere così. Siamo pur sempre il paese in cui i Tanzi e i Cragnotti hanno inculato azionisti delle proprie aziende e vinto trofei con le proprie squadre, il paese dei Gaucci e dei Matarrese, dei Lotito, dei De Laurentiis, dei Ferrero che portano squadre al fallimento. Non è un caso se un Manenti è stato proprietario di una squadra di serie A anche se per pochi giorni. Non è un caso se il Lecco è finito in serie B nonostante strutture inadeguate e si ritrova un presidente che chiede di intercettare i propri giocatori. Tra serie A, serie B e serie C abbiamo un centinaio di squadre professionistiche, con proprietà tremende e con strutture che in Inghilterra raramente le trovi tra i dilettanti. Però il problema continua ad essere la Juventus, e quando la Juventus non è in Europa è una condizione sufficiente per qualcuno per credere che il livello del calcio italiano è in crescita e non in declino. Qui il calcio è una mangiatoia per molti, compresi quelli che nel calcio hanno "riciclato" soldi ed oggi vengono rimpianti e considerati dei vincenti. Questo è frutto di quello che è stato permesso negli anni '80 e '90, quando il calcio italiano era un punto di riferimento, e nessuno ha mosso un dito per migliorare l'intero movimento. Le Champions League del Milan nel 2007 e dell'Inter nel 2010, la Conference League della Roma nel 2022, Euro2020 e le 3 finaliste in Europa dello scorso anno non hanno fatto altro che illudere molti che non si rendono conto che è tutto frutto del caso. Perché in Italia programmare a lungo termine è impensabile, non è conveniente. Meglio sperare nelle botte di c**o e ostacolare chi invece con la programmazione ha ottenuto risultati importanti. Quindi sì, vederli mentre si svegliano dal loro sogno rosicando e si scontrano con la realtà che hanno contribuito pesantemente a costruire è una goduria.
  13. Scelte cervellotiche sia dall'inizio che a partita in corso (al solito) e troppa imprecisione generale. Questa era una partita alla portata col senno di poi
  14. Sbicca

    Paul Pogba

    Se non sbaglio però in quel caso il TAS ha confermato quanto già deciso da Tribunale Naso Antidoping che aveva assolto Palomino. Quello che mi chiedo è se un eventuale ricorso al TAS vinto da Pogba può portare all'annullamento della squalifica o a una sua revisione. Se l'assunzione di una sostanza vietata c'è stata credo che Pogba non ne esce da questa situazione e si tiene i 4 anni di squalifica. Tuttavia sarebbe un bel colpo per la giustizia sportiva italiana, vista anche la pena, mai vista neanche lontanamente per casi del genere e sproporzionata se si considerano casi in cui l'assunzione è stata consapevole, anche con sostanze diverse e se si considera che 4 anni non li ha beccati neanche chi ha truccato le partite. Ma ho seri dubbi che sia possibile.
  15. Sbicca

    Paul Pogba

    Dispiace vedere un giocatore del suo talento finire così una carriera, dopo un declino iniziato nel 2018. Personalmente lo ritengo il più grande rimpianto del calcio moderno ed è triste che finisca così. Detto questo la sentenza ribadisce che spesso la soluzione migliore per uscirne in qualche modo è il patteggiamento e questo è un problema serio per la giustizia sportiva. Perché il rischio è, come nel caso di Conte di qualche anno fa, di patteggiare per una pena che non si meriterebbe. Non è questo il caso di Pogba, ma non ricordo a memoria un pugno così duro. In passato per casi simili ci sono state pene di qualche mese o di poco superiori a un anno.
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