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Ghost Dog

Tifoso Juventus
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  1. da Torino La Repubblica del 12 giugno 2010 Firmato l'accordo per la "continuazione del progetto stadio" tra la società e il Comune Sport, musica e shopping alla Continassa Quasi 300 mila metri di area che la Juventus riqualificherà a spese proprie per farne un parco polifunzionale, destinato allo sport libero ma anche ad aggregazione giovanile di altri tipi. E' la cosiddetta «continuazione del progetto stadio», come la definisce l'ad della Juventus, Jean Claude Blanc, che ha firmato ieri il protocollo d'intesa con il Comune per la cessione dell'area Continassa, adiacente al vecchio stadio Delle Alpi e a quello nuovo di proprietà del club bianconero, che sorgerà nello stesso sito. Un'area che il Comune ha ceduto come diritto di acquisizione alla società bianconera per 1 milione, cui se ne aggiungeranno almeno altri 60 per riqualificare la zona ma anche dotare la vasta area di foresterie, sistemare il vastissimo parco e aggregare il tutto allo stadio, per la cosiddetta «attività integrata», che investe anche sul sociale, dalla spesa al supermercato che sorgerà accanto allo stadio, a momenti di intrattenimento quali un'area musica, alcuni campi di calcio dove si potrà giocare liberamente. «Torino è l'unica città in Europa dove si potrà giocare a calcio davanti allo stadio, magari sognando di entrarci un giorno», ha sottolineato Blanc. Presenti all'incontro per la firma del protocollo d'intesa anche il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, l'assessore all'urbanistica Mario Viano e il presidente della Juventus Andrea Agnelli che si è detto «orgoglioso di rappresentare il club. Occorreranno dieci anni per sviluppare il progetto. La Juventus trasferirà nella zona anche la propria sede sociale, come già annunciato, mentre il centro sportivo resterà sempre a Vinovo. La cascina Continassa (che dà il nome all'area) verrà completamente ristrutturata e ospiterà, oltre alla sede sociale, una "Soccer school" per i ragazzi. Verrà anche riattivata e valorizzata la cosiddetta "Arena rock", che sorge su un'area di verde di circa 100 mila metri quadrati.
  2. Certo è che se qualche gruppo sente aria/area di speculazione, di questi tempi poi... Ma il gruppo Fiat a Torino non può farsi sfuggire un'occasione del genere.
  3. (Di nuovo F.Bianchi) Calciopoli-2, nuove verità dal processo Telecom Calciopoli-2: il processo Telecom di Milano entra ufficialmente nel maxi-filone di Napoli. I pm Narducci e Cipriani infatti hanno acquisito l'intervista esclusiva di Giuliano Tavaroli a Repubblica dell'altro giorno. Marco Tronchetti Provera, oggi al Giornale, ha spiegato inoltre che "è vero ciò che dice (Tavaroli a Repubblica). Moratti si era rivolto a lui, su mio consiglio, perché aveva delle questioni delicate da affrontare su vicende arbitrali che poi portarono a Calciopoli. Quello che è successo è un po' diverso: Moratti è andato direttamente dalla Boccassini a denunciare ciò che aveva saputo. Ma alla fine il giovane arbitro che poteva svelare tutta la vicenda (Nucini, ndr) non se la sentì di testimoniare e tutto è saltato". La stessa security teneva sotto controllo Bobo Vieri e altri calciatori: "C'era il timore che Vieri conducesse una vita non da sportivo - ha continuato Tronchetti Provera - e Moratti si chiedeva cosa facessero le altre squadre in tema di sicurezza. È stato normale chiedere al responsabile della sicurezza Pirelli cosa si potesse fare. Si trattava solo di una consulenza". Vieri ha chiesto i danni (milionari) e in un esposto alla Figc che venga anche revocato lo scudetto 2006 dell'Inter. Tavaroli a Repubblica parla del 2002: perché l'Inter non ha denunciato all'allora Ufficio Indagini della Figc se aveva sospetti su Moggi, De Santis, Bergamo e altri? Non si fidava della Federcalcio? Calciopoli-1 sarebbe esplosa molto prima. Sull'arbitro De Santis fu fatta un'attività di spionaggio piuttosto consistente: il dossier "Op. Ladroni prima parte" (della seconda non si sa ancora nulla). Controlli patrimoniali su di lui e sulla moglie. Fu indagato anche su questioni molto private (che non riportiamo). Non fu trovato nulla di speciale. De Santis, così come Moggi e Bergamo, è stato ammesso parte civile. Del dossier Como, che dovrebbe riguardare Moggi, al momento non si sa nulla. Tavaroli e lo stesso Moratti saranno chiamati presto a deporre a Napoli mentre questo nuovo filone Telecom ora potrebbe interessare anche alla procura federale della Figc, che prima o poi dovrà pure partire con le sue indagini (nel frattempo perché Palazzi non sente Vieri, Bergamo, Moggi, De Santis, Mazzini, eccetera?). Martedì intanto si torna in aula, a Napoli: è stato convocato Adriano Galliani, come teste della difesa, mentre non si sa ancora se potrà essere presente Pierluigi Collina. http://www.repubblic...elecom-4619015/ Ma come fanno certi giornalisti a sapere 'ste cose? Ovvio, so' collaboratori d'ingiustizia
  4. (Sempre F.Bianchi) Calciopoli, adesso tocca a Tavaroli, Galliani e c. Processo di Calciopoli, si va avanti spediti: il giudice del tribunale di Napoli, Maria Teresa Casoria, ha gi
  5. Prima di conoscere l'ulteriore enorme scoop ecco un discreto articolo. ---------------------------------------------------------------------------------------- Uno strano caso romano È normale che il pm di Calciopoli se la spassi con Moratti e Zanetti? di Andrea Valle (Libero del 01-06-2010) Non sarà sfuggito ai lettori che seguono le vicende di Calciopoli un episodio, chiamiamolo anomalo, che ha trovato spazio (risicato) sui media. Protagonista in prima battuta il pm del processo di Napoli, Giuseppe Narducci, che incontriamo non nella sua veste professionale, ma come autore di una prefazione di un libro sui mondiali di calcio che si svolsero in Argentina nel '78. Autore della prefazione, ma anche di un'intervista al capitano dell'Inter Javier Zanetti e con il merito di aver fatto tradurre il libro in italiano. Presente dunque in pompa magna alla presentazione a Roma, una cosa che appare anomala e i commenti in questo senso ci paiono esemplificati dal blog Camillo di Christian Rocca che con la sua penna mordace scrive che «il pm di Napoli, Narducci, quello del processo alla Juventus di Moggi, non si capisce bene per quale motivo abbia intervistato Javier Zanetti, il supercapitano della squadra multi campione proprio grazie alle inchieste della procura di Napoli». Ma questa è solo la prima parte, la seconda ancora più anomala, viene dall'improvvisa apparizione, durante la conferenza stampa, del presidente dell'Inter, Massimo Moratti. Il patron nerazzurro lascia in tutta fretta Milano e si proietta a Roma, dovenon era statoneppure invitato. Ora quale poteva essere il motivo di questa presenza, se non l'intenzione di incontrare il pm di Calciopoli? Non è stata certamente una cosa eticamente corretta, se ne è reso conto anche l'articolista di Repubblica che nel resoconto dell'evento non ha potuto esimersi dall'annotare che la presenza di Moratti avrebbe prestato il fianco a "dietrologie", evidenziando i "saluti calorosi" intervenuti tra i due, e proseguendo infine "poi via insieme in ascensore e nulla di più". Quel "nulla di più" voleva sgombrare il campo dalle dietrologie, ma chi glielo aveva assicurato all'articolista che non c'era niente di più, sapeva cosa si erano o si sarebbero detti? Guardiamo comunque la cosa anche dalla parte di Narducci. Il pm del processo di Napoli sa perfettamente della possibilità di una chiamata di Moratti nel processo come teste indicato dalla difesa Moggi. Ed è normale che il pubblico accusatore interloquisca con una persona, prossima ad essere convocata nel processo? Non c'entra Narducci? Ha fatto tutto Moratti, irrompendo nella conferenza e provocando l'incontro? Benissimo, in tal caso ilpmdoveva limitarsi a un saluto molto formale (non "caloroso") e meno che mai doveva lasciare la sede della conferenza insieme a Moratti, accomodandosi in ascensore. A questo punto non si può dar torto a quel sito juventino ("Giù le mani dalla Juve") che commenta risentito «non si fa nulla, neanche per salvare le apparenze ». Va detto d'altronde che il pm Narducci non è nuovo ad iniziative anomale: in una sua recente intervista, ha detto che il mondo del calcio è popolato da ipocriti, rivolgendo poi il suo pensiero, quasi riverente, verso Carlo Petrini, quasi fosse, quest'ultimo, il solo ad avere il coraggio di parlare (per dire menzogne). Ha brillato per la sua presenza alla presentazione dei libri del Petrini stesso, tra cui "Calcio nei C******I", vendite 0 regalati 5. Per chi non lo conoscesse, Carlo Petrini è un ex giocatore, implicato (e condannato) nel calcio scommesse del passato. L'anomalia della situazione appare anche da un piccolo passo indietro che facciamo. Il 3 aprile di quest'anno, subito dopo la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche "sfuggite" tra il designatore Paolo Bergamo e Massimo Moratti, la Procura (ma si parla di "fonti interne ad essa") non si è preoccupata nemmeno di valutare con attenzione le nuove telefonate , oattendere quelle che sarbbero arrivate, ma ha dato la sua "sentenza", parlando di "un'opera di disinformazione allo stato puro". Dunque, con sicurezza (apparente) basata sul niente, sibila il parere (di parte), e meno male che non è la Procura a fare il giudice. Ha un significato il fatto che quelle telefonate riguardavano l'Inter, un club forse di intoccabili? Aggiunta finale: all'indomani dell'incontro di Roma Moratti, evidentemente ringalluzzito dalla presentazione del libro, parla con la giornalaccio rosa dello "scudetto 2006" scippato alla Juve, e la sua difesa è più ferma che mai nel volerlo tenere ad ogni costo e considerarlo suo. Chissà cosa deve aver pensato in quel momento Fabio Capello, lui che ha sempre detto di sentire suo quel titolo, conquistato sul campo. ---------------------------------------------------------------------------------------- Ora ci aspetteremmo considerazioni anche d'altre penne: all'arrabbiata alla carbonara alla puttanesca ...
  6. Anche R.Beccantini si sta svegliando : snipurl.com/wt7hi Giustizia, non cemento Non tifo per gli Europei 2016, tifo per Calciopoli 2010. Non mi eccita la pioggia di cemento che un eventuale successo della nostra candidatura scatenerebbe (si decide venerd
  7. Moggi, arbitri ed escort di Marco Travaglio (L'Espresso N.20 anno LVI)
  8. Ghost Dog

    C

    Com'è come non è, ieri sera Beha non ha partecipato neanche per quei pochi soliti minuti al TG3 delle 19.00 Sorry!!! Beha presenzia all'edizione domenicale, dunque l'appuntamento dovrebbe essere per stasera.
  9. (ecco un pò di controffensiva) Sette giorni di cattivi pernsieri I giornalisti il mestiere e il tifo di Gianni Mura La Repubblica del 18-04-2010 Tanto per cambiare, si parlerà un po´ di giornalisti e giornali. Giornalista, e bravo, era Alberto Salani. È morto pochi giorni fa. Quando sei in pensione, difficile che un giornale ti ricordi, tanto più se quel giornale è morto (secondo me, è stato ucciso) a sua volta. Ci siamo conosciuti a Epoca, 35 anni fa. Era bravo perché apparteneva a quel gruppo di cui si dice, in gergo, che torna sempre col pezzo in bocca, si tratti del muro di Berlino o dell´elezione di Miss Italia. Era bravo perché viveva il mestiere con serietà e leggerezza e aveva il dono di capire subito il nocciolo della questione. Ragazzi, poche pugnette: così diceva quando si discuteva troppo sul taglio da dare a un servizio. Triglione lo chiamavamo tra amici, perché per lui Cesenatico era il centro del mondo e un fritto misto non si rifiuta mai. Poche pugnette, Triglione, d´accordo. E´ stato bello averti conosciuto e lavorare con te: una scuola di libertà. Ti siano amiche le onde del tuo mare. [Giornalista, in genere molto equilibrato, è Piero Ostellino. Così inizia il suo pezzo sul Corsera: "Comunque si concluda, il processo di Napoli è la Caporetto del giornalismo sportivo". Non mi pare che quello non sportivo sia da medaglia. Continua: "Quando era scoppiato lo scandalo, mi ero posto alcune domande e le avevo girate a qualche "collega"(si fa per dire)". Mai letto un Ostellino così indignato. "Non si trattava di difendere la Juve, ma di fare il nostro mestiere". Ah, ecco. Le domande (cinque) Ostellino le ripropone e conclude: "Ciascuno fa questo mestiere come crede. Contenti direttori e editori, contenti (quasi) tutti. Però, se quello è giornalismo...io suono il violino in un casino". Vecchia battuta, il guaio è che succede di stonare, suonando. Così mi adeguo. Se questo pezzo di Ostellino è giornalismo, e non sfogo da tifoso, io suono il piano in un casino. Non per snobbare il violino, ma per familiarità coi tasti e simpatia per Jelly Roll Morton. Il Corsera sembra tenere molto ai pezzi da tifoso, tant´è che sempre su Calciopoli ne pubblica due affiancati, firmati dallo juventino Pigi Battista e dall´interista Beppe Severgnini. Li ho letti dopo una suonatina allegra. ] Sul Corriere dello sport di ieri il presidente Zamparini fa capire quanto fosse di buon cuore Luciano Moggi. Dice Zamparini: "Un giorno, quando il Palermo era ancora in B, Moggi mi vide preoccupato. Gli dissi che c´erano arbitri molto scarsi e lui mi chiese qual era il migliore per la B: allora telefonai a Foschi che mi fece il nome di Rizzoli. Moggi chiamò davanti a me e chiese Rizzoli per il Palermo, pensavo fosse solo millantato credito, invece ci arbitrò proprio lui. Alla riunione di Lega successiva denunciai il fatto davanti a Galliani, Della Valle e altri presidenti, che non mi dissero niente. Raccontarono il fatto a Moggi e Giraudo, che si infuriarono con me". E posso pure capirli. Anche Zamparini potrebbe capirli, volendo. Cosa pretendeva, che gli mandassero un mazzo di rose?] [Rose, poi, di che colore? Titolo sul Corsera di giovedì: "Rose rosse "di sinistra" il comune di Zaia le taglia". Andiamo a leggere: "La giunta leghista di Codognè (Treviso), eletta un anno fa, ha deciso di estirpare il migliaio di fiori rossi piantati negli ultimi dieci anni dalla passata amministrazione di centrosinistra proprio nel comune dove abita il neogovernatore del Veneto, Luca Zaia". Ci sarà pure una spiegazione. Eccola: "Il sindaco Roberto Bet motiva la scelta con ragioni di bilancio e di salute, in quanto la spesa per la manutenzione dei fiori non sarebbe sostenibile e le spine comporterebbero il rischio di infezioni per i passanti in caso di cadute sui roseti". Effettivamente, non c´è rosa senza spine. Fermo restando che margherite e garofani possono avere un significato politico come il rosso delle rose e, se vogliamo, pure le stelle alpine, la cui manutenzione a Codognè sarebbe più difficile, quindi la nuova giunta fa bene a ignorare questi fiori compromettenti, ci sarebbero i tulipani, le dalie, le zinnie. No. "Nelle aiuole a bordo strada le rose rosse saranno sostituite con sassi del Piave". Geniale, specie per i passanti. Sarà una goduria schiantarsi sui sassi del Piave.]
  10. Il dubbio di Piero Ostellino Quelle Domande Sul Processo Al Calcio Corriere della Sera del 17-04-2010 Comunque si concluda, il processo di Napoli è la Caporetto del giornalismo sportivo. Quando era scoppiato lo scandalo, mi ero posto alcune domande e le avevo girate a qualche «collega» (si fa per dire). Non si trattava di difendere la Juve, ma di fare il nostro mestiere. Le hanno lasciate cadere, prendendo per buono ciò che usciva dai Palazzi. Prima: che stava succedendo alla Juve, dove l'azionista ne aveva «scaricato» i dirigenti con una fretta quanto meno inusuale? (Ora, John Elkann parla di scelta morale. Confesso, e me ne scuso, ma «da quel mondo», sportivo e finanziario - dove circolano interessi colossali e navigano fior di pescecani - la giustificazione mi pare un sedativo). Seconda: quale «ricaduta» aveva avuto sulla Juve il riassetto degli equilibri finanziari della «famiglia» dopo la scomparsa di Gianni e Umberto Agnelli? (Se l'«espulsione» di Moggi, Giraudo e Bettega non è stata - come voglio credere - una faida familiare per il potere, l'azionista ha, ora, un solo modo di mostrare che è stato amore per la Juve: farsi carico del «caso» davanti alla giustizia sportiva e finanziariamente del suo futuro). Terza: quale fondamento avevano le voci che Giraudo e Moggi progettassero di trasformare la Juve in una Public Company, esautorandone l'azionista di riferimento; che avrebbe preso a pretesto lo «scandalo» per liberarsene? (Poniamo che fossero vere. I dirigenti «infedeli» si licenziano; né si danneggiano le aziende per assecondare gli azionisti). Quarta: perché a Commissario della Federazione era stato nominato un avvocato d'affari, non uno sportivo, e chi lo aveva sponsorizzato? (Non voglio neppure pensare a «incroci» incestuosi). Quinta: dove finivano le «relazioni esterne» - l'influenza che ogni azienda cerca di esercitare nel mondo in cui opera - e incominciava la (supposta) corruzione di Moggi? (Ora, si scopre che telefonavano tutti. «Dipende da quello che ci si diceva», è la giustificazione. Gli altri telefonavano per parlare del tempo come gentiluomini inglesi? «Non si tocchi Giacinto Facchetti». Che era certamente un galantuomo; ma ciò di cui si parla è del suo ruolo istituzionale all'Inter, della quale faceva gli interessi, non della sua persona. Non bariamo, facendoci scudo di un morto!). Si arriva al processo, e l'avvocato della Juve chiede la condanna del proprio cliente (?!). Poi, la sentenza - che, secondo un esponente della Figc, «riflette un diffuso sentimento popolare», e che il silenzio-assenso della Juve accredita - dove si dice che nessuna partita è stata truccata. I campionati sarebbero stati alterati «da un clima torbido». Linguaggio da Bar Sport; ambiguità juventina che alimenta ogni sospetto. Nessuno fiata. Infine, la rinuncia della Juve al ricorso al Tar; rinuncia che danneggia gli azionisti minori. (In altri Paesi si va in galera se si danneggiano la società di cui si è azionisti e gli altri soci). Silenzio assoluto. Concludo. Per carità. Ciascuno fa questo mestiere come meglio crede. Contenti direttori e editori, contenti (quasi) tutti. Però, se quello è giornalismo... io suono il violino in un casino.
  11. Oggi le canto e le suono a tutti i perbenisti della tv di Luciano Moggi Libero del 16-04-2010 Il battagliero,
  12. Libero E adesso... Se un disonesto ci fu
  13. Libero Riscritta Calciopoli: sono tutti Moggi di Fabrizio Biasin "O sole mio" se n'
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