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Gianluca Vialli

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1990-2004.png.fcf86b8f4521a9baeb20346f548f0514.png   GIANLUCA VIALLI  

 

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http://it.wikipedia.org/wiki/Gianluca_Vialli

 

 

Gianluca Vialli nasce a Cremona il 9 luglio 1964 e proprio nella squadra della sua città natale inizia la carriera, arrivando a disputare 4 campionati in prima squadra, contrassegnati da due promozioni: dalla C1 alla B nel 1980-81 e dalla B alla A nel 1983-84.
La villa dei Vialli, a Cremona, che tutti chiamano ancora Castello. Perché sono ricchi, i Vialli. Vecchia storia. «Quello è il figlio di un miliardario», dicevano.
Allora, Gianluca si infastidiva e la madre Maria Teresa smentiva: «Borghesi, ecco che cosa siamo. Diciamo che stiamo bene, non ci lamentiamo di certo. Mio marito lavora ed ha cinque figli grandi: come potrebbe essere ricco ??? Gianluca ha un modo di fare elegante che non dipende dai soldi, ma dalla tradizione di una famiglia della quale fanno parte ingegneri, professionisti ed anche un rettore universitario».
Nell’estate 1984 passa alla Sampdoria, con la quale esordisce in serie A il 16 settembre, proprio contro i grigiorossi: la partita si gioca a Genova e finisce 1-0 per i padroni di casa. Il suo arrivo coincide col periodo d’oro della società blucerchiata, ancora a secco di vittorie a livello nazionale ed internazionale: negli otto anni di permanenza conquista 3 Coppe Italia (1984-85, 1987-88 e 1988-89), una Coppa delle Coppe (1989-90), uno scudetto (1990-91) ed una Supercoppa di Lega (1991).
Si permette il lusso di dire “no” al Milan; tantissimi soldi alla Sampdoria ed un ingaggio da re. «Ringrazio il presidente Berlusconi, ma voglio restare a Genova. Ho bisogno di un ambiente come questo della Sampdoria. E poi adesso è una grande squadra, hanno smesso di considerarci dei piccoli viziati perennemente con la testa fra le nuvole. Voglio vincere qua, poi ci penserò».
La delusione più grande arriva proprio il giorno della sua ultima partita nella Sampdoria, la finale di Coppa dei Campioni contro il Barcellona persa 1-0 ai tempi supplementari, pochi minuti dopo la sua uscita dal campo. Si rifarà quattro anni più tardi con la Juventus, vincendo il trofeo ai danni dell’Ajax, ed anche in quell’occasione si tratta del passo d’addio: è il coronamento a quattro stagioni indimenticabili in maglia bianconera, iniziate nel 1992-93 con la Coppa Uefa e proseguite con scudetto e Coppa Italia (1994-95) ed, appunto, Coppa dei Campioni (1995-96).
Vialli, all’inizio, vive Torino sognando Genova. Il mare di Nervi è tutta un’altra cosa rispetto al Po e la Juventus è molto lontana dal “pianeta-Samp”, dove Boskov lasciava vivere tranquillamente i giocatori. Nella sua seconda stagione in bianconero, soffre meno la mancanza del mare, ma subisce una serie incredibile di infortuni, tanto da mettere in discussione il prosieguo della carriera. In società parla di lui come di un “ex”, Trapattoni, quando emigra in Germania, è convinto che Gianluca sia un giocatore sul viale del tramonto.
Lo stesso Vialli racconta la sua metamorfosi da bomber declinante in leader vincente: «Nei primi due anni di Juventus ero “Brancaleone alle crociate” e non capivo. Ma come? Investi miliardi e poi mi fai allenare su un campo di patate, con poca assistenza e mi lasci da solo a preoccuparmi di tutto. Io ho bisogno di un profeta: se penso troppo mi faccio male, sono ossessivo, troppo perfezionista. E mi disperdo, mi deprimo. Io ho bisogno di pensare a giocare e basta. Ora lo faccio, ho attorno uno staff competente che decide per me. Il mio profeta è la Juventus e Lippi è l’uomo chiave».
Lippi e la “cura” Ventrone lo rimettono in perfetta linea con le esigenze di un calcio atletico e tecnico al tempo stesso. Vedendolo tirato a lucido nel ritiro di “Villar Perosa”, l’Avvocato Giovanni Agnelli, rivolto a Lippi disse: «Scusi, ma questo Vialli quando è arrivato alla Juventus era grasso come un tacchino, adesso è magro, bello, corre e segna. Cosa gli avete fatto?»
Lippi conosce la cura adatta a guarire tutti i mali di Vialli. Il tecnico gli dichiara la propria stima e lo ripulisce da un aspetto fisico non certo consono ad un grande campione come lui. Vialli ritrova lo scatto e quell’elasticità atletica che a Genova gli avevano permesso goals impossibili in acrobazia. A 31 anni vola prima sullo scudetto e poi sulla tanto agognata Coppa dei Campioni. Gianni Agnelli ora è entusiasta e non esita a paragonarlo a “Gigi” Riva.
Grande combattente e trascinatore, le tifoserie per le quali ha giocato hanno sempre riconosciuto in lui un esempio da additare agli altri e lo hanno perdonato nei periodi di cali di forma; uno degli ultimi modelli di “bandiera” di una squadra, di giocatore capace di trascinare undici giocatori con la stessa maglia alla ricerca di un unico obbiettivo: la vittoria. «Fare il capitano della Juventus è una grandissima soddisfazione, ma anche una grande responsabilità; ci sono molti oneri, ma anche molti onori. Credo che questo ruolo dia una carica psicologica notevole, perché ti senti in dovere di dare tutto quello che hai dentro; la fascia di capitano ti impone di cercare di non essere criticabile, negli atteggiamenti e nel rendimento. Poi, siccome nessuno è perfetto, è difficile poter svolgere questo ruolo nel migliore dei modi, però l’importante è cercare sempre di farcela».
A Genova era più di Mancini. Vialli era il culmine di un progetto, di una squadra irriverente e meravigliosa. Con Pagliuca, Mannini, Pari, Vierchowod, Lombardo, Dossena, Cerezo. Quella di Boskov e di Paolo Mantovani. Luca è stato l’anima più di “Mancio” per i goals e perché Roberto c’era stato prima di lui e ci sarebbe stato oltre lui. Vialli no; fu quella Sampdoria, quella, dello scudetto, della Coppa delle Coppe, della finale di Coppa Campioni persa contro il Barcellona a “Wembley”. Destro, sinistro, dribbling, testa, rovesciata. Luca segnava in ogni modo. È stato uno di quelli che ha cambiato il modo di giocare degli attaccanti italiani; la congiunzione tra la generazione dei Paolo Rossi e quella dei Totti. Alla Juventus non ha cambiato solo la muscolatura che Zeman ha sempre giudicato sospetta. A Torino, Vialli ha creato un modello per sé stesso e poi per tutti gli altri. A trenta anni, campione strapagato e celebre, tornava a coprire a centrocampo come uno che doveva prendersi il posto in prima squadra. Così come si è preso il diploma; da ragazzo aveva abbandonato gli studi al penultimo anno da geometra, a Cremona. Si presentò all’esame nel 1993; 42/60. Per la mamma che ci teneva, per sé stesso che, forse, l’aveva preso come un insulto alla sua intelligenza.
Gianluca ha sempre avuto un rapporto contraddittorio con la maglia della Nazionale: i vari C.T. che hanno allenato l’Italia non hanno mai potuto prescindere dalle sue grandi doti dinamiche ed esplose ma, alcune volte, è stato confinato in panchina, come ad esempio nei mondiali casalinghi del 1990, quello che dovevano rappresentare la sua consacrazione a livello mondiale, quando fu costretto a farsi da parte per lasciare spazio al momento magico di Schillaci; le sue caratteristiche naturali di grande leader in campo hanno sempre fatto di lui un personaggio scomodo per le squadre nelle quali ha militato, soprattutto in relazione agli allenatori: da ricordare a tal proposito il conflittuale rapporto con Arrigo Sacchi, alla guida della Nazionale dopo la gestione di Vicini.
Dentro il suo armadietto negli spogliatoi dello stadio “Comunale”, Vialli teneva una piccola fotografia di Arrigo Sacchi, come stimolo a dimostrare all’allora C.T., che aver escluso Vialli dalla Nazionale era stato un clamoroso errore. E tale si rivelò alla luce del tormentato Mondiale di Usa 1994, con il drammatico epilogo ai calci di rigore, e del successivo Europeo, due anni dopo in Inghilterra, culminato con l’eliminazione nella prima fase. Per spiegare il suo divorzio da Sacchi, Vialli dice: «Forse eravamo due galli nello stesso pollaio». E si tolse la soddisfazione di far capire a Sacchi, intenzionato a richiamarlo in azzurro a patto che il resto della squadra lo accettasse, che ne avrebbe volentieri fatto a meno.
Gullit, diventato allenatore/giocatore del Chelsea, chiede al club di ingaggiare Vialli, all’indomani del trionfo della Juventus in Champions League. Il feeling fra i due dura poco, tanto che Vialli viene escluso dalla formazione titolare. Umiliato ma non domo, Gianluca prepara, in silenzio, la sua rivincita, come aveva fatto l’anno in cui vinse lo scudetto con la Sampdoria, all’indomani dei deludenti Mondiali italiani. Con pazienza, aspetta il suo momento, che non tarda ad arrivare. La squadra londinese non gira e Gullit viene licenziato dal Chelsea, che, nel febbraio del 1998, rilancia Vialli. Nella doppia veste di giocatore/allenatore, guida il Chelsea alla conquista della seconda Coppa delle Coppe, dopo aver eliminato in semifinale il Vicenza dei miracoli di Guidolin. Nello stesso anno vince la Coppa di Lega inglese ed una Supercoppa Europea. Il tutto si aggiunge ad una Coppa d’Inghilterra cui aveva contribuito nel 1997 come centravanti.
Vialli sfiora anche la finalissima di Champions League, dopo aver fatto fuori la Lazio nei quarti, quasi fosse un’altra vendetta da consumare nei confronti delle squadre italiane. E torna persino ad indossare i panni del calciatore, sia pure come saltuariamente, per il suo derby personale con il suo grande amico Roberto Mancini, approdato anche lui nella terra di Albione.
Vialli non ha mai cercato vendette ma solo di fare bene il suo lavoro in un Chelsea che è una multinazionale, dove gli inglesi che fanno i titolari sono pochissimi. Ha dichiarato a “La Stampa”: «Beh, se elimino squadre italiane dimostro che, quando me ne andai dalla Juventus, non lo feci per un posto comodo in calcio di serie B, come qualcuno vedeva il football inglese».
All’Inghilterra ha sempre detto grazie, per avergli dato la possibilità di entrare, da allenatore del Chelsea, in un supermercato ed esserci rimasto tre ore da uomo qualunque senza che nessuno gli rompesse le scatole eppure perché poteva andare a prendersi i biglietti del cinema e tornare a casa col taxi pubblico.
Il Watford di Elton John ha messo in discussione tutto. Ha scelto la serie B, perché ci doveva essere un progetto, un’idea, un futuro, ma c’era solo un nome vuoto. Luca ha smesso di allenare lì, alla periferia della metropoli che adora. Ha cercato una squadra senza candidarsi davvero; desiderava che qualcuno dall’Italia lo chiamasse. L’hanno fatto, ma non quelle che avrebbe desiderato lui. Ha sperato nella Nazionale del dopo Lippi e nella Juventus del dopo Moggi. Non è andata, forse perché non è un tipo facile per una società, per un presidente e per un direttore sportivo, perché è popolare ed allora scomodo, perché dice di non aver avuto mai un padrone e, probabilmente, è vero.


http://ilpalloneracconta.blogspot.com/2007/07/gianluca-vialli.html

 

 

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il pianto di vialli

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Un grande giocatore, un trascinatore... come giornalista quando parla di Juve meglio stendere un velo pietoso...

parlare come juventino, forse sicuramente significa perdere il cibo per la tua famiglia , non

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Gianluca Vialli - Spelersprofiel | Transfermarkt

 

 

 

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Video: Gianluca Vialli stunner picked for Juventus #GoalOfTheDay -Juvefc.com

 

 

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Vialli parla del tumore, la foto commuove il web: i tifosi gli scrivono 'Non mollare'

Gianluca Vialli parla del tumore: Questa malattia è più dura di quanto si  possa sperare

 

FONTE

 

 

 

Gianluca Vialli è tornato nel mondo del calcio, dopo che gli è stato diagnosticato il cancro. L'ex centravanti della Juventus è stato infatti nominato capo Delegazione della Nazionale, entrando a tutti gli effetti nello staff azzurro. Commovente il rientro, anche per l'immagine che Vialli stesso ha dato di sé: segnato visibilmente dalla malattia, non ha perso l'occasione per ribadire i suoi intenti operativi, senza che ciò che lo ha colpito vada ad influenzarne il lavoro. Parole coraggiose, che hanno avuto eco sul web. 

LA MALATTIA - "Sto bene, sto continuando le cure ma i risultati sono positivi, quindi non ha senso che io non continui a fare una vita normale. Ringrazio Gravina per avermi aspettato, nei prossimi giorni ci sarà modo di approfondire con lui come allargare il mio contributo, oggi ci sono i presupposti per dire sì. Percentuali? No, io ogni tanto vedo percentuali di altre cose...quindi le percentuali è meglio lasciarle stare. Oggi l'idea è essere qui anche per il prossimo raduno (a novembre, ndr) e poterci partecipare con il nuovo ruolo".

CONDIZIONAMENTO - "Da parte mia non c'è alcun problema, se possibile mi sento una persona migliore" spiega ancora Vialli. "Spero che neppure da altri ci sia alcun tipo di condizionamento: quando arriverà una sconfitta, sperando che non arrivi mai, la mia salute non deve minimamente incidere. Sono qui per vedere come funzionano le cose, per calarmi in questa situazione, per capire. Ho trovato tanti amici, a cominciare da Roberto (Mancini, ndr), con cui ho vissuto momenti fantastici. È bello rientrare in un certo tipo di routine, sono un po' arrugginito. E poi qui a Roma c'è anche una partita che può essere decisiva: quindi è il momento giusto, il che rende tutto molto speciale".

 

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Joined: 04-May-2006
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Grande Luca.......non mollare mai......!!!!!....Capitano vero !!!!!
 


 

Grande  giocatore e grande persona.

 

....

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Joined: 19-Aug-2008
29083 messaggi

Situazione complessa. Quando l'ho visto in Tv mi sono chiesto se fosse proprio Vialli. Purtroppo sta combattendo una battaglia molto difficile. Che Dio lo protegga.

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Joined: 04-Apr-2006
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Gianluca Vialli sta male: il tumore lo sta distruggendo, “mi spiace per i miei cari”.

Gianluca Vialli è affetto da adenocarcinoma.  Il suo unico dispiacere è far star male la sua famiglia dopo la sua dipartita. Lui però lotta come un leone.

Afbeeldingsresultaat voor vialli: il tumore mi sta distruggendo

 

FONTE

 

 

 

Risale allo scorso marzo l’annuncio con il quale Gianluca Vialli ha informato di aver iniziato delle nuove cure per debellare il cancro. L’ex attaccante della Juventus e della Nazionale, infatti, sta purtroppo affrontando una terribile lotta contro il cancro al pancreas.

La lotta contro il cancro.

Gianluca Vialli sta combattendo una terribile lotta contro il cancro e tutti i suoi fan e tifosi gli sono vicino, non abbandonandolo mai in un momento difficile come questo. Numerosi, infatti, gli striscioni di solidarietà esposti negli stadi per mostrare la vicinanza al calciatore, che ancora una volta mostra di avere uno spirito da combattente.

Come dichiarato dallo stesso Gianluca Vialli, infatti, “Non vorresti mai far soffrire le persone che ti vogliono bene: i miei genitori, i miei fratelli e mia sorella, mia moglie Cathryn, le nostre bambine Oliva e Sofia”.

Per poi aggiungere: “L’ho affrontato come quando facevo il calciatore. Mi sono dato subito degli obiettivi a lunga scadenza: non morire prima dei miei genitori e portare le mie figlie all’altare. E poi degli obiettivi a breve scadenza: l’operazione, la degenza, la chemio, la radio, le vacanze in Sardegna con un fisico da far vedere”. Parole davvero molto toccanti quelle dell’ex attaccante, che dimostrano la sua grande forza e voglia di vivere. Fortunatamente Vialli può far affidamento sull’affetto di amici e parenti che gli sono stati sempre affianco in questo periodo.

12.300 casi di adenocarcinoma in un anno.

A proposito della malattia che ha colpito l’ex calciatore, inoltre, ricordiamo che tra tutti i tumori che colpiscono il pancreas, l’adenocarcinoma è il tipo più comune. In base ai dati dell’AIOM del 2018, si rileva una prevalenza annua della patologia di 22 mila casi ed una incidenza di 12.300 casi pari al 3% dell’incidenza di tutti i tumori.

Un dato che a quanto pare risulterebbe in crescita nel 2019, portando l’adenocarcinoma pancreatico al secondo posto in termine di mortalità tra tutti i tumori. La maggior parte dei casi di adenocarcinoma viene diagnosticata quando il tumore è in fase avanzata, proprio per questo motivo si tratta di una lotta contro il tempo che porta i pazienti a dover far fronte a dei trattamenti particolarmente difficili.

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Joined: 01-Jun-2005
12218 messaggi

Provo davvero un grande dispiacere per Vialli, speriamo possa sconfiggere questa malattia.

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Joined: 21-Feb-2008
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Pancreas? Mamma mia. :(

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Joined: 16-Sep-2010
17903 messaggi

Mio padre se ne è andato per il pancreas.

Un abbraccio al grande Gianluca. Gran calciatore.

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Joined: 12-Apr-2011
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caspita, pensavo si stesse riprendendo ed invece ... :(

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Joined: 18-Jul-2006
19336 messaggi

Che dire .... Delle parole retoriche il grande Gianluca se ne fa poco , posso solo augurargli di cuore di sconfiggere questa tremenda malattia.

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Joined: 04-Apr-2006
130539 messaggi
3 ore fa, lunastorta ha scritto:

Mio padre se ne è andato per il pancreas.

Un abbraccio al grande Gianluca. Gran calciatore.

Anche il mio.

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Joined: 04-Aug-2005
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mamma mia Gianluchino come s'è ridotto, mi dispiace davvero tanto :(

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Joined: 21-Feb-2008
4395 messaggi

Ho visto un video molto carino in cui cantava e scherzava con i ragazzi della Nazionale. Mi auguro possa almeno vivere serenamente questi mesi. Forza Gianluca! :782_gift_heart:

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Joined: 29-Apr-2014
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Che dispiacere enorme  :,(

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Joined: 14-Jun-2008
14903 messaggi

ho visto anche io questo articolo l'altro giorno e mi sono intristito tanto. forza capitano.

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Vialli, messaggio da brividi: 'Sono grato'

Vialli: Dopo la malattia la mia vita è cambiata, non mi vergogno di piangere

 

FONTE

 

 

 

Una battaglia lunga, difficile, sentita. Che continua ancora oggi. Luca Vialli, tornato in Nazionale nel ruolo di capo delegazione, prosegue le cure ma soprattutto ama ancora tantissimo la vita.
 
Attraverso una foto pubblicata sul suo profilo Instagram, l'ex attaccante e capitano della Juventus si mostra sorridente in riva al mare. E poi scrive: "Sono grato". Un'immagine davvero potente, che ha scatenato tantissimi commenti. La maggior parte di questi, di grandissimo sostegno e di mostruosa forza.   
 
Gianluca Vialli - Tutti Gli Uomini Della Signora - TifosiBianconeri.com
 
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Joined: 15-Dec-2008
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Sembra stia meglio rispetto alle immagini uscite in precedenza. Ma si è poi capito cos'abbia? Si era parlato, senza avere sufficiente riscontro, di tumore al pancreas.

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Gianluca Vialli sta vincendo contro il cancro: “Gli esami non danno segni di malattia, sono felice”

Gianluca Vialli racconta i suoi ultimi mesi, quelli caratterizzati dalla malattia e la lotta contro un tumore al pancreas: "A dicembre ho concluso 17 mesi di chiemioterapia. Vedo i peli che ricrescono e non mi devo più disegnare le sopracciglia con la matita. Sono felice, anche se lo dico sottovoce".

 

vialli-768x511.jpg

 

 

 

Gianluca Vialli sta sempre meglio. La partita contro il tumore al pancreas, con il quale convive ormai da tempo, è una di quelle in cui non puoi mai abbassare la guardia. Perché l'avversario è sempre pronto a colpirti. Ma l'ex centravanti di Sampdoria e Juventus, oggi capo delegazione della Nazionale, ha la scorza dura e sa cosa vuol dire affrontare una sfida. Ne ha parlato a ‘Repubblica', raccontando gli ultimi progressi. ......

 

Continua -> https://bit.ly/2xdAeTN

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Vialli: 'Cancro? Ora sto bene, ma ho paura che possa tornare'

Vialli: 'Cancro? Ora sto bene, ma ho paura che possa tornare'

 

 

 

L’ex attaccante della Juventus Gianluca Vialli, ha rilasciato un’intervista al Times in cui ha parlato della sua battaglia contro il tumore al pancreas: "Fisicamente sto bene e sto riacquistando i muscoli, ma sono ancora molto spaventato e preoccupato tanto che ogni volta che mi sveglio o vado a letto con qualche malessere penso subito che il tumore sia tornato". .....

 

"La mia famiglia mi ha aiutato a superare questo periodo, con le mie figlie ho riso e cercato il lato divertente della cosa, ma c'erano giorni in cui mi chiudevo in bagno per non farmi vedere piangere".

 

Continua -> https://bit.ly/2y1hp6B

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