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Socrates

Alessandro Altobelli

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span style="line-height: 20.8px;">I 60 anni di Spillo Altobelli: da Latina  al Mundial</span>
 
 
 

 

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KhaledAlnouss on Twitter: "Happy birthday to former Juventus striker  Alessandro Altobelli, who turns 65 today. Games: 34 Goals: 15  https://t.co/3WPwU5qLJi" / Twitter
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Mai digerito l'acquisto di spillo

di quella juve ricordo con piacere Rui Barros

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2017-02-03_CORSERA_ALTOBELLI_ALJAZEERA.png

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1123573793_juve1982.png.6858e4da9cda948e976569b1e6e07910.png   ALESSANDRO ALTOBELLI

 

Classic Football on Twitter: "Alessandro Altobelli of Italy .. #Brescia  #Inter #Juventus https://t.co/BuVNcQKIOL" / Twitter

 

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Alessandro_Altobelli

 

 

Nazione: Italia Italia
Luogo di nascita: Sonnino (Latina)
Data di nascita: 28.11.1955

Ruolo: Attaccante
Altezza: 181 cm
Peso: 73 kg

Nazionale Italiano
Soprannome: Spillo

 

 

Alla Juventus dal 1988 al 1989

Esordio: 21.08.1988 - Coppa Italia - Cosenza-Juventus 0-0

Ultima partita: 25.06.1989 - Serie A - Juventus-Verona 3-0

 

34 presenze - 15 reti

 

Campione del mondo 1982 con la nazionale italiana

 

 

 

Alessandro Altobelli (Sonnino, 28 novembre 1955) è un dirigente sportivo ed ex calciatore italiano, di ruolo attaccante, campione del mondo con la nazionale italiana nel 1982.

Considerato uno dei migliori attaccanti italiani del secondo dopoguerra, ha legato il suo nome all'Inter, dove ha militato dal 1977 al 1988. Con la squadra nerazzurra ha disputato 466 partite e segnato 209 reti – secondo in assoluto alle spalle di Giuseppe Meazza (284) – vincendo uno scudetto (1979-1980) e due Coppe Italia (1977-1978 e 1981-1982).

In nazionale ha debuttato nel 1980 e partecipato a due campionati d'Europa (Italia 1980, Germania Ovest 1988) e a due campionati del mondo (Spagna 1982, Messico 1986), oltre che al Mundialito. In maglia azzurra ha totalizzato 61 presenze e 25 reti, una delle quali nella finale del Mondiale 1982 contro la Germania Ovest.

È il miglior marcatore nella storia della Coppa Italia grazie alle 56 reti realizzate, nonché il miglior cannoniere italiano in Coppa UEFA/Europa League con 25 gol. Inoltre, risulta essere il massimo cannoniere dell'Inter nella coppa nazionale e nelle competizioni UEFA per club, rispettivamente con 46 e 35 marcature (34 per le statistiche della UEFA). Pur essendo stato uno dei migliori realizzatori della sua epoca, non ha mai vinto la classifica dei marcatori della Serie A: sfiorò questo titolo nella stagione dello scudetto, quando segnò un gol in meno del capocannoniere Roberto Bettega.

 

Alessandro Altobelli
Spillo Altobelli Inter.jpg
Altobelli con l'Inter negli anni 1980
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 181 cm
Peso 73 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Attaccante
Termine carriera 1990
Carriera
Giovanili
19??-1973   Latina
Squadre di club
1973-1974   Latina 28 (7)
1974-1977   Brescia 76 (26)
1977-1988   Inter 317 (128)
1988-1989   Juventus 34 (15)
1989-1990   Brescia 32 (7)
Nazionale
1979-1980 Italia Italia U-21 2 (2)
1980 Italia Italia Olimpica 3 (3)
1980-1988 Italia Italia 61 (25)
Palmarès
 
Coppa mondiale.svg Mondiali di calcio
Oro Spagna 1982

 

Caratteristiche tecniche

Soprannominato Spillo per il fisico esile e longilineo, Altobelli era un centravanti dal repertorio completo: ambidestro, era in possesso di ottime doti tecniche e notevole abilità nel gioco aereo, nonché di grande velocità e prolificità sotto porta. Per via di tali caratteristiche, Pietro Vierchowod lo descrisse come un precursore di Marco van Basten, annoverandolo insieme all'olandese tra i più forti attaccanti affrontati in carriera.

Carriera

Giocatore

Club

170px-Alessandro_Altobelli_-_AC_Brescia_
 
Altobelli agli esordi con il Brescia nella stagione 1974-1975

 

Cresciuto nel settore giovanile del Latina, debutta in prima squadra nella stagione di serie C 1973-74 segnando sette gol e viene notato dal Brescia che lo acquista per farlo esordire in Serie B. Con le rondinelle disputa tre campionati, segnando 26 reti.

Nell'estate 1977 è ingaggiato dall'Inter: esordisce in Serie A l'11 settembre, nella sconfitta interna (0-1) con il Bologna. Al termine della stagione, conquista la Coppa Italia segnando un gol al Napoli in finale. Nella stagione 1979-1980 si laurea campione d'Italia e rimane in corsa fino all'ultima giornata per il titolo di capocannoniere: autore di 15 gol – tra cui una tripletta alla Juventus nel derby d'Italia dell'11 novembre 1979 –, viene preceduto di una marcatura da Roberto Bettega. Bissa il successo in coppa nazionale nell'edizione 1981-1982, con un'altra rete in finale, questa volta al Torino. Nell'annata 1983-1984 realizza una quaterna contro il Catania. Il 26 agosto 1987, con una tripletta sempre contro il Catania diventa il miglior marcatore della coppa nazionale, salendo a 49 reti e scavalcando così Boninsegna (fermo a 48).

 

170px-Spillo_Altobelli.jpg
 
Altobelli in maglia interista nella stagione 1982-1983

 

Terminata l'esperienza in nerazzurro, anche per contrasti con l'allenatore Trapattoni, nell'estate 1988 si trasferisce ai rivali della Juventus. Rimane in bianconero per una sola stagione, riportando anche un serio infortunio che non gli permette di esprimersi al meglio.

Ritrovatosi svincolato, nel precampionato 1989 si aggrega inizialmente all'Ascoli, in massima serie; tuttavia, non trovando un accordo contrattuale con la società marchigiana, in settembre scende di categoria tornando dopo dodici anni al Brescia, con cui gioca l'ultima sua stagione agonistica prima di ritirarsi alla conclusione del torneo cadetto 1989-1990.

Nazionale

Viene convocato in nazionale dal CT Enzo Bearzot per la fase finale del campionato d'Europa 1980 organizzato dall'Italia, in sostituzione dello squalificato Rossi. Esordisce il 18 giugno 1980, a 24 anni, nella terza gara della fase a gironi pareggiata (0-0) contro il Belgio. Nella finale per il terzo posto, persa contro la Cecoslovacchia, realizza un rigore della sequenza finale. Il 24 settembre successivo segna le prime reti in nazionale, realizzando una doppietta nella partita amichevole vinta per 3-1 contro il Portogallo a Genova.

È protagonista al campionato del mondo 1982 in Spagna, chiusosi con il trionfo italiano. In occasione della finale di Madrid dell'11 luglio contro la Germania Ovest, subentra all'infortunato Graziani al 7' e segna nei minuti finali la rete del momentaneo 3-0.

 

220px-Italia_vs_Cecoslovacchia_-_1984_-_
 
Altobelli in azione con la maglia dell'Italia nel 1984

 

Al successivo campionato del mondo 1986 in Messico è il centravanti titolare dell'Italia e segna 4 dei 5 gol realizzati dagli Azzurri nella competizione; causa inoltre un'autorete nell'incontro della fase a gironi vinto 3-2 contro la Corea del Sud (gara in cui fallisce anche un calcio di rigore). L'Italia viene tuttavia eliminata agli ottavi di finale dalla Francia di Michel Platini.

Dopo il ritiro di Scirea, con il nuovo CT Azeglio Vicini diventa il vice-capitano dietro Antonio Cabrini, e veste la fascia in 8 occasioni tra la fine del 1986 e il 1987. Scende in campo per la prima volta con la fascia da capitano al braccio l'8 ottobre 1986, nell'amichevole vinta 2-0 contro la Grecia a Bologna.

A 32 anni partecipa infine al campionato d'Europa 1988 in Germania Ovest, in cui subentra dalla panchina nelle 4 gare disputate dall'Italia, ed è autore di un gol alla Danimarca nella fase a gironi. La sua ultima presenza in nazionale rimane la semifinale europea persa 2-0 contro l'Unione Sovietica il 22 giugno 1988 a Stoccarda.

Conta 61 presenze e 25 reti in azzurro, risultando al sesto posto nella classifica dei marcatori (insieme a Baloncieri e Filippo Inzaghi😞 è preceduto da Riva (35), Meazza (33), Piola (30), Baggio e Del Piero (27).

Dirigente

Ha ricoperto il ruolo di direttore sportivo del Padova dal 1995 al 1998, e in seguito di osservatore dell'Inter.

Dopo il ritiro

170px-Alessandro_altobelli.jpg
 
Altobelli negli anni 2010

 

Ha fatto parte della nazionale italiana di beach soccer, diventando capocannoniere dei mondiali del 1995 e 1996.

Nel novembre 1991 è eletto consigliere comunale a Brescia tra le file della Democrazia Cristiana. Nel 1996 si è candidato, per il centro-destra, alla Camera dei deputati nel collegio Brescia-Roncadelle: ottenendo il 34,8% dei voti è stato sconfitto da Emilio Del Bono, rappresentante de l'Ulivo.

A partire dagli anni 2000 ha svolto il ruolo di commentatore sportivo per BeIN Sports Arabia.

Dal settembre 2020 è opinionista di A tutta rete, programma domenicale di Rai 2 condotto da Marco Lollobrigida. Sarà poi anche opinionista di Notti Europee in occasione dell’Europeo e di 90º minuto, programmi condotti sempre da Marco Lollobrigida.

Palmarès

Club

Nazionale

Individuale

Onorificenze

Collare d'oro al Merito Sportivo - nastrino per uniforme ordinaria Collare d'oro al Merito Sportivo
  — Roma, 19 dicembre 2017.

 

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1123573793_juve1982.png.6858e4da9cda948e976569b1e6e07910.png   ALESSANDRO ALTOBELLI

 

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In fondo la faccia, o meglio, l’espressione di quella faccia, è la stessa – afferma Tony Damascelli sul “Guerin Sportivo” del 3 agosto 1988 –. «Scusate il ritardo» non è soltanto il titolo di un film, ma lo slogan che accompagna la vita di Alessandro-Massimo Altobelli-Troisi, uno che a 33 anni («vi prego, dite 32», ci corregge) ricomincia dalla Juventus, tanto per restare in film, anzi in tema.
Non è un colpo di sole estivo, nemmeno un’illusione ottica, Altobelli che veste alla bianconera: ma sì, è proprio lui, l’ex garzone di macelleria a Sonnino, lo Spillo di Brescia, l’incompreso di Milano, il «mundial» di Madrid, il capocannoniere azzurro in Messico, insomma tutte queste cose insieme, confuse e arruffate come i capelli suoi, su quel viso piccolo e triangolare, buffo e un po’ afro, vispi ha gli occhi anche se certi giorni Altobelli-Troisi sembra piovuto dal cielo, passante per caso attraverso il mondo nostrano, comune e mortale o, se preferite, appena caduto dal letto. Dunque è proprio lui, juventino per gioco e per fare sul serio, quando nessuno se lo sarebbe più aspettato. Pensate un po’ che Ian Rush, quando ancora covava la varicella (!) e scriveva per Shoot la presentazione ai campionati Europei si lasciava andare a pronostici sballati: «Altobelli è stato un grande servitore della sua Nazionale» testo e pensiero di Rush «degli ultimi sei anni, ma adesso incontra fatica a mantenere lo stesso alto livello di rendimento. Dovrà lavorare per trovare un posto nella rosa dei venti uomini, ma la sua esperienza può essere importante per gli Europei. Del resto, si tratta dell’ultimo atto importante della sua carriera, infatti dopo gli Europei andrà a giocare in Svizzera».
Zero in geografia, in magia. Diciamo così. O forse Torino sta nel Canton Ticino? Rush non sapeva, dunque, che Altobelli si diverte: «Roba da fantascienza, da barzelletta, se qualcuno me lo avesse detto anche un mese fa».
Juventino da poco, ma già al cento per cento. Insomma dice di aver capito che da Piazza Duse a Milano a Piazza Crimea a Torino non sono cambiati soltanto l’indirizzo e la città, ma anche l’andazzo: «Sì, proprio così, l’andazzo. Qui a Torino si capisce subito con quale tipo di persone si ha a che fare. Volete un esempio? Ho incontrato Boniperti e mi ha trasmesso una carica, un senso di rivincita incredibili. Lui è uno che vuole sempre essere il primo, a tutti i costi, lo si capisce subito. È toccato anche a me stavolta ricevere il messaggio. Agnelli, in vece, lo avevo conosciuto soltanto da avversario, nel senso che negli spogliatoi del San Siro e del Comunale di Torino gli avevo stretto la mano e lui mi aveva fatto i complimenti».
Dai complimenti al contratto di lavoro, secondo il nuovo stile di casa Fiat e casa Juventus. Ma Altobelli parla ancora di passato recente, dell’Inter insomma, senza aspettare la domanda, spontaneamente: «Ho lasciato amici, tanti e grandi. E un presidente bravissimo».
Il telegramma potrebbe concludersi qui e, come avrete letto e decifrato, non si fa menzione dell’allenatore. Insomma, Giovanni Trapattoni è passato senza lasciare traccia. Segue nuovo comunicato: «Non posso dimenticare quello che ho fatto a Milano, ma mi sono chiesto tante volte perché mai tutto quello che ho fatto per l’Inter non è servito a nulla. Anzi, ha alimentato tanti equivoci. Insomma, sono diventato famoso per l’azzurro e non per il neroazzurro, coi gol segnati con la Nazionale e non con l’Inter. Sapete perché? Perché con l’Inter ho vinto pochissimo. Nella vita contano i fatti, i risultati finali, non quello che uno ha saputo fare nonostante tutto».
A trentatré anni, anzi trentadue, Altobelli si è stancato di partecipare, insomma il barone de Coubertin è stato sostituito dal geometra Boniperti: «La soddisfazione più grande è arrivata il giorno in cui ho incontrato il presidente della Juventus in sede. Lui mi ha detto: finalmente con noi, erano anni che cercavamo di prenderla. Di portarla qui».
E adesso? «Adesso sto bene fisicamente, ho il morale a mille, sento di avere qualcosa in più rispetto a ieri, perché questo trasferimento, inaspettato, imprevedibile ma prestigioso, mi riempie di orgoglio. E poi la Juventus è sempre la Juventus». Boniperti, rispetto a Pellegrini ha un hobby che fa impazzire di gioia Altobelli: «II presidente è un buon cacciatore. Anch’io lo sono. Con Pellegrini non potevo invece competere, nel senso che lui non sa proprio sparare. Invece con Boniperti mi divertirò».
Attenzione alla mira. Doppietta, automobili con radiotelefono, Ferrari Testarossa, Altobelli arriva da padrino in casa del padrone, ma chiarisce l’eventuale equivoco: «Lo stile Juventus? È presto per parlarne, ma lo stile è qualcosa che uno si porta appresso da quando nasce. Non si può inventare da un momento all’altro, non si può trasferire da un tipo all’altro. Ho letto e sentito dire che alla Juventus si vive come in caserma. A me non è stato ancora imposto nulla».
Torno allo slogan iniziale, scusate il ritardo: «Quando ero arrivato all’Inter speravo di poter giocare con Platini. Poi Fraizzoli decise di ricusarlo. Adesso sono arrivato alla Juve e Michel non c’è più. Forse sarebbe stato più opportuno organizzare meglio i nostri programmi di lavoro. Sarebbe stato meglio soprattutto per il sottoscritto...».
Torna a parlare dell’Inter: «Sono contento per Pellegrini. Finalmente ha potuto costruire una squadra competitiva. Quante volte sono stato costretto a dire le bugie, ad annunciare cioè che eravamo tra i favoriti, gli uomini da battere, prima e durante il campionato. Adesso lo posso anche confessare, non era vero, ma oggi, come avversario, posso dire che quest’Inter è davvero forte».
Non dice bugie sulla Juventus, cioè non si sbilancia e questo farà inquietare Boniperti. Torna a parlare di se stesso: «Non son uno che si è saputo vendere bene al pubblico. Non sono un presenzialista, il tipo che corre dietro ai premi o alle interviste. Se avessi giocato altrove forse sarei diventato più popolare, sarei, come dice lo spot televisivo della Scavolini, il più amato dagli italiani. Invece mi ritrovo a ricostruire una carriera».
Si è ritrovato, anche in altre occasioni, a ripulire un’immagine sporcata da voci maligne, da insinuazione che riguardavano le sue amicizie, i vizietti legati al mondo delle scommesse. Un giorno, durante i mondiali messicani, con gli azzurri in festa nella comunità italiana di Chipilo, lo circondammo in cento, noi giornalisti come poliziotti, perché dall’Italia era rimbalzata la voce che Altobelli, proprio lui, era ufficialmente coinvolto in un nuovo scandalo delle partite truccate: «C’è gente che non mi ha mai voluto bene, anche tra i giornalisti. C’è gente che ha cercato e cerca ancora di farmi del male. Sono una figura discussa, sì, è vero. Hanno detto e scritto anche della mia famiglia. Ma vi dico, ad esempio, che se mia moglie mi seguirà a Torino è perché lo abbiamo deciso insieme e Boniperti non c’entra nulla».
D’accordo, ma ci siamo dimenticati di parlare di pallone. Giochetto estivo: quanti gol segnerà Altobelli? «Abbastanza».
Arigiochetto estivo: da titolare o da riserva? «Vedremo, dipende da Zoff».
Lo stile Juventus è già stato recepito, assorbito e digerito. Ma c’è, per fortuna, un rigurgito finale, un ritorno all’antica, un motto giocoso: questo Rui Barros, ribattezzato Rui Bassos, è davvero il più piccolo compagno della tua vita? «Sì, lo giuro, mai visto un tipo così alto, anzi così basso. Nemmeno all’asilo».
 
«Quando i bianconeri vincevano scudetti e Coppe a ripetizione erano antipatici, è normale – afferma durante il ritiro pre-campionato – come organizzazione è tra le più forti, più serie. Boniperti è l’emblema anche se ha alle spalle un personaggio carismatico come Gianni Agnelli. L’Avvocato è molto simpatico, ottimo intenditore di calcio. Negli ultimi tempi si è divertito poco. Speriamo di farlo divertire ancora».
Spillo con la maglia bianconera, disputa solamente una stagione, totalizzando 34 presenze e realizzando 15 gol. Fino a metà stagione, l’apporto è soddisfacente; in Coppa Uefa va a segno con regolarità, in Coppa Italia è strabiliante (segna una tripletta al Vicenza e una al Taranto) e in campionato regala ai tifosi la rete della vittoria nel derby del 31 dicembre ‘88.
«Anche i palloni persi non vanno sottovalutati, così mi hanno insegnato e allora ho seguito istintivamente l’azione e mi è andata bene, ho segnato questo gol importante. Non c’era l’avvocato Agnelli, ma penso che avrà apprezzato ugualmente la mia rete. Ma non solo lui e Boniperti saranno contenti. Penso, infatti, a tutti i tifosi juventini. Potevo segnare a San Siro contro l’Inter prima di Natale ma quel gol sarebbe diventato quello della mia rivalsa personale. Questo resterà a lungo impresso nella memoria della gente. E poi dovevamo vincerla questa partita giocata con il lutto al braccio. Per Zoff che ha perso la mamma, per l’ex presidente Catella, per l’indimenticato Sarroglia. Il derby di Torino non è diverso da quello di Milano e, così come mi sentivo profondamente interista al momento di affrontare il Milan, sono subito riuscito a calarmi nei panni bianconeri. Fin da agosto, devo dire, sono entrato subito in sintonia con la Juventus, mi sono sentito uno della famiglia e mi piace dimostrare che posso giocare con continuità».
La domenica successiva apre le marcature della vittoria bianconera a Roma, contro i giallorossi. Questo il commento di Caminiti sul “Guerin Sportivo”: «Mi sia consentito soffermarmi ancora sul nome fatidico: Altobelli. È stato lui il deus ex machina, l’uomo che ha spalancato il palcoscenico all’ovazione omerica della folla. Il suo gol è stato decisivo. Si deve dire a proposito di questo giocatore unico e raro che i suoi gol sono quasi sempre decisivi. La meccanica stessa dell’azione col passaggio velocissimo, da destra del piccolo Rui Barros prevedeva l’entrata nel palcoscenico del grande solista. Infatti Altobelli è zompato al volo confuso con altri due avversari a toccare per primo quel pallone inimitabile. Inimitabile come il talento di Altobelli, venuto fuori al fuoco lento della vocazione, attraverso anni e anni di fatica, un ragazzo cresciuto tecnicamente insieme a Beccalossi, ma rispetto a Beccalossi presto vero campione. Questo gol così raro gli è anche costato un infortunio. Forse perché pareggiava un altro mito del calcio, Borel. Si è trattato del centotrentaduesimo gol di Altobelli che ha così raggiunto proprio l’antenato juventino. Aggiungo, da lontano, che il Sandro nazionale arieggia perfino fisicamente il centrattacco juventino nella leggerezza e nell’araldica fantasia dei suoi gol. Altobelli o Borel insomma: il mito del cannoniere. Speriamo che Sandro si rimetta presto. Nella disfida dello scudetto la Juventus potrebbe anche avvantaggiarsi sui suoi fortissimi avversari proprio per le qualità davvero meravigliose del suo antico giovanissimo cannoniere».    
Ma la carta di identità pretende sempre di essere rispettata e il suo rendimento cala. Cosicché Zoff gli preferisce, spesso e volentieri, l’emergente Buso. Nonostante tutto, la volontà di Altobelli è quella di rimanere a Torino: «Ho 33 anni e sono consapevole che la mia carriera è ormai giunta al tramonto; il mio desiderio sarebbe quello di concluderla in bianconero. Starei in panchina volentieri, giocando part-time a seconda delle esigenze della squadra; a differenza di Cabrini, che sente di poter dare ancora molto sul campo, non soffrirei a essere messo un po’ da parte per lasciare spazio ai miei colleghi più giovani; in fondo, alla mia età, ogni partita diventa l’ultimo esame».
Ma Boniperti non lo accontenta e Spillo ritorna al Brescia, dove conclude la sua carriera, dopo aver disputato 337 partite in Serie A e realizzato 132 gol.
 

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