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JuvenTao

Chi E' Raffaele Guariniello?

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Joined: 27-Sep-2007
8977 messaggi

Di padre napoletano e madre piemontese[1], ha conseguito la Laurea in Giurisprudenza a 23 anni. Ha poi proseguito gli studi con Giovanni Conso, conseguendo la libera docenza in procedura penale all'Universit

Modificato da JuvenTao

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Joined: 23-Oct-2007
168 messaggi

amico di boniperti,vanno a caccia insieme .the

si professa juventino come travaglio

.oddio .oddio

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Joined: 01-May-2010
20273 messaggi

E' costato allo Stato (cio

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Joined: 02-Nov-2007
429 messaggi

amico di boniperti,vanno a caccia insieme .the

si professa juventino come travaglio

.oddio .oddio

il raglio dell'asino

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Joined: 03-Jul-2005
2251 messaggi

Guarda che a Claudio Brachino l'hanno sospeso e indagato per aver fatto la stessa cosa con un magistrato anti silvio :D indosser

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Joined: 23-Oct-2007
168 messaggi

il raglio dell'asino

voglio sperare che ti riferisci a guariniello .penso

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Joined: 18-Apr-2007
457 messaggi

Questo Guariniello ha la coscienza parecchio sporca. Non

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Joined: 24-Aug-2010
67 messaggi

Mi ricorda Boldi quando in ANNI 90 la cupola la cupola...e ha arrestato il Papa...

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Joined: 19-Jul-2006
56 messaggi

amico di boniperti,vanno a caccia insieme .the

si professa juventino come travaglio

.oddio .oddio

Si professa juventino! ma solo per fare colpo! Ma e` veramente amico di Boniperti?

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Joined: 07-Nov-2006
4362 messaggi

Raffaele Guariniello ha amici in quello strano pseudoesperimento sociale, che di fatto

Modificato da Gulag

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Joined: 05-May-2008
2980 messaggi

PS: ma non l'avevano "promosso" lontano dal Piemonte?

disse che avrebbe voluto terminare la sua carriera a Napoli dato che

"Gianmim

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Joined: 18-Oct-2008
124 messaggi

se questo e' juventino. io sono perdazzurro..

.penso

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Joined: 11-Sep-2006
411 messaggi

Guariniello

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Joined: 14-Jun-2008
11014 messaggi

Faccia di ghisa

di GIACOMO SCUTIERO (Uccellino di Del Piero.com 25-10-2011)

Una vita da Aggiunto, da tre anni Vicario di Caselli sotto Maddalena. Quelli

che buttano in soffitta le pagine in cui Narducci infila il segnalibro:

l

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Joined: 14-Jun-2008
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Marmo e Lepore verso l

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Joined: 14-Jun-2008
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Giustizia I difficili equilibri al Csm. Piero Grasso resta all'Antimafia

Nuovi capi nelle Procure Roma e Napoli, sfida aperta

Pignatone, ora in Calabria, favorito nella capitale

di GIOVANNI BIANCONI (CorSera 03-11-2011)

ROMA

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Joined: 14-Jun-2008
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Procura, gli incarichi

Lepore, si apre

la successione

in campo Roberti

L

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Joined: 09-Jan-2011
22443 messaggi

disse che avrebbe voluto terminare la sua carriera a Napoli dato che

"Gianmim

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Joined: 14-Jun-2008
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Nessuna novità: Guariniello resta in corsa ma da outsider.

Pignatone e Roberti favoriti.

___

Dopo Lepore, il domino delle Procure

Pignatone tra i 20 magistrati in corsa

Lo scenario

Il capo dell’ufficio requirente di Reggio

Calabria in bilico tra la Capitale e Napoli

art.non firmato (Il Mattino 09-12-2011)

Napoli e Roma destinate a viaggiare in parallelo. Se entro la prima metà di

gennaio, il Csm dovrà provvedere a chiudere il caso della presidenza del

Tribunale di Roma (in testa, c’è la candidatura di Alemi), più complessa

sembra essere invece la partita per la guida delle due Procure. C’è un

candidato comune - Pignatone - che sembra essere orientato a puntare sulla

capitale. Per Napoli, dove dallo scorso dicembre svolge il ruolo di

procuratore vicario l’aggiunto Sandro Pennasilico, la partita è aperta. Sono

più di venti le domande arrivate alla prima commissione del Csm per puntare

alla Procura del Centro direzionale. Ci sono il procuratore aggiunto di Torino

Raffaele Guariniello, i procuratori Giovanni Colangelo (Potenza), Pignatone

(Reggio Calabria), Franco Roberti (Salerno), Corrado Lembo (Santa Maria Capua

Vetere), Paolo Mancuso (Nola). Hanno presentato domanda anche gli aggiunti che

per anni hanno affiancato il procuratore Lepore: è il caso dello stesso

procuratore vocario Pennasilico, di Rosario Cantelmo, di Cafiero De Raho, Aldo

De Chiara, Francesco Greco. Nomi che si ritrovano anche nella delicata partita

aperta per la Procura di Torre Annunziata, dove dal prossimo aprile lascerà

per raggiunti limiti d’età il capo dei pm Diego Marmo. Per l’ufficio

inquirente oplontino, hanno presentato domanda l’aggiunto Aldo De Chiara

(ecologia), Alfredo Greco, già procuratore a Vallo della Lucania, Eva Troiano,

giudice a Salerno, il procuratore di Sala Consilina Amato Barile, il vicario

della Procura di Napoli Pennasilico, il sostituto procuratore generale di

Salerno Antonella Giannelli, gli aggiunti partenopei Cantelmo, (che coordina

il pool anticamorra anche nell’area vesuviana) e Francesco Greco, che a Napoli

guida il pool reati contro la pubblica amministrazione. Non passano

inosservate le richieste dell’attuale numero due della Procura di Torre

Annunziata, Raffaele Marino, il procuratore di Ariano Irpino, Luciano

D’Emmanuele, l’aggiunto napoletano Federico Cafiero de Raho, capo del pool

anticasalesi. Puntano su Torre Annunziata anche Maria Antonietta Troncone,

procuratore aggiunto a Nola, Erminio Rinaldi, procuratore aggiunto a Salerno,

Luigi Gay, procuratore aggiunto a Santa Maria Capua Vetere, Maurizio Stanziola,

sostituto pg a Napoli, il procuratore di Sant’Angelo dei Lombardi Antonio

Guerriero, Laura Triassi, pm a Potenza, Amedeo Sessa, pm a Nocera inferiore,

il procuratore di Lanusei Domenico Fiordalisi, il pm di Bari Elisabetta

Pugliese e il pm di Salerno Maurizio Cardea.

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Joined: 14-Jun-2008
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ASSEGNANSI PROCURE

ECCO CHI LOTTA

PER ROMA E NAPOLI

Grasso scade all’Antimafia e pensa

alla politica. Pignatone nella Capitale

di ANTONELLA MASCALI (il Fatto Quotidiano 28-01-2012)

Due procure importanti, quella di Roma e quella di Napoli, nelle prossime

settimane avranno nuovi capi, nominati dal Consiglio superiore della

magistratura. E presto dovrebbe esserci un cambio, voluto dal ministro della

Giustizia, Paola Severino, alla direzione del Dap (il dipartimento

dell’amministrazione penitenziaria), guidato da Franco Ionta. In autunno,

invece, se si voterà nell’aprile 2013 dovrebbe aprirsi la partita alla

successione di Piero Grasso a capo della Procura nazionale antimafia. Le

indiscrezioni tra Palermo e Roma dicono, infatti, che entrerà in politica.

D’altronde, lui stesso in un’intervista al Giornale di Sicilia del 5 gennaio

l’ha fatto capire: “Non guardo a un’eventuale esperienza politica sotto forma

di schieramento con un partito, cosa che è estranea al mio ruolo, alla mia

funzione e alla mia cultura. Penserei piuttosto a quella che ho definito una

lista civica nazionale”. In effetti, ha rifiutato l’offerta di una parte del

Pd di candidarsi a sindaco di Palermo.

La nomina più sicura, a oggi, è quella del procuratore di Roma: al Csm c’è

una convergenza su Giuseppe Pignatone, attuale capo della Procura di Reggio

Calabria. Ci sono pareri favorevoli e trasversali sul magistrato che da 4 anni

guida una procura difficilissima come quella di Reggio Calabria. Con l’arrivo

da Palermo di Pignatone e del procuratore aggiunto, Michele Prestipino, sono

decollate indagini contro la ‘ndrangheta e le sue collusioni anche in stretta

collaborazione con la Procura di Milano.

IL POSTO di procuratore capo di Roma l’avrebbe tanto voluto l’attuale

reggente, il procuratore aggiunto, Giancarlo Capaldo. Di chance ne aveva molte,

ma un pranzo quanto meno inopportuno l’ha fatto cadere in disgrazia. Nel

dicembre 2010 è stato ospite a casa dell’avvocato Luigi Fischetti, legale del

figlio, con a tavola l’allora ministro Giulio Tremonti e il suo braccio destro,

il deputato del Pdl, Marco Milanese, indagato a Napoli e in quel periodo già

“attenzionato” dalla Procura di Roma che lo avrebbe messo sotto inchiesta

nelle settimane successive. Per quel banchetto la Prima commissione del Csm ha

aperto un fascicolo. Il nuovo procuratore di Roma, che dovrebbe insediarsi al

massimo tra un mese e mezzo, dovrà dare prova di resistenza alle pressioni che

nell’ufficio soprannominato “il porto delle nebbie” sono sempre state

fortissime. Sono in corso indagini delicatissime sulla corruzione. Dalla mega

inchiesta con tanti rivoli di Finmeccanica, a Sogei, Enav, un filone della P 4,

un filone di Mediatrade, Rai cinema e Rai spa. Anche il prossimo procuratore

di Napoli si ritrova un ufficio al centro di inchieste importanti e che hanno

provocato polemiche a non finire. Non solo quelle sulla camorra, sul clan dei

casalesi in particolare, che vede indagato, tra gli altri, il deputato del Pdl,

Nicola Casentino, ma anche l’inchiesta su Valter Lavitola e la corruzione

internazionale. La partita per la direzione di Napoli è ancora aperta. Sono 16

i candidati alla successione di Giandomenico Lepore, procuratore partenopeo

fino al 15 dicembre scorso. Fra loro hanno fatto domanda al Csm quattro

procuratori aggiunti di Napoli: Francesco Greco, Rosario Cantelmo, Federico

Cafiero de Raho e Sandro Pennasilico. C’è anche il procuratore aggiunto di

Torino, Raffaele Guariniello. Ci sono poi diversi procuratori che vorrebbero

guidare l’ufficio napoletano. Fra loro, Paolo Mancuso, procuratore di Nola. A

Napoli, fra l’altro, ha coordinato le inchieste che portarono alla

collaborazione dei boss Carmine Alfieri e Pasquale Galasso; Corrado Lembo,

procuratore di Santa Maria Capua Vetere, Giovanni Colangelo, procuratore di

Potenza e Francesco De Leo, procuratore di Livorno. In questo momento i

favoriti sembrano essere Colangelo, Mancuso e De Leo. La nomina imminente,

però, sembra essere quella del capo del Dap. La poltrona di Franco Ionta, ex

procuratore aggiunto di Roma e fino a poche settimane fa anche commissario

straordinario per il piano carceri, traballa. Nominato dal governo precedente,

Ionta è criticato dall’alto e dal basso. Secondo quanto risulta al Fatto

Quotidiano, quando ancora Berlusconi era premier, c’è stata una sollecitazione

scritta del Quirinale perché venisse affrontato il problema carceri, ma Ionta,

pare che non abbia neppure risposto.

E GIOVEDÌ scorso il primo presidente della Cassazione, Ernesto Lupo, ha

parlato di “scarsi risultati” del piano carceri. Diversi dirigenti

dell’ufficio di Ionta e una larga fetta della polizia penitenziaria lamentano

l’assenza di una politica carceraria. Il ministro Severino ha tempo fino a

metà febbraio per confermarlo o revocarlo. Le voci di via Arenula danno il

capo del Dap in uscita anche se l’operazione non è facile, essendo Ionta un

protetto di Gianni Letta. Ma già circolano nomi su chi potrebbe prendere il

suo posto: Livia Pomodoro, presidente del Tribunale di Milano, Paolo Mancuso,

che concorre, come detto, alla Procura di Napoli e che è già stato

vicedirettore del Dap, Francesco Maisto, presidente del Tribunale di

sorveglianza di Bologna, una vita spesa per avere un sistema penitenziario

civile. Anche Maisto è stato un magistrato distaccato al Dap. Nei corridoi del

ministero della Giustizia girano, inoltre, i nomi di Giovanni Tamburino,

presidente del Tribunale di sorveglianza di Roma e Angelica Di Giovanni, ex

presidente del Tribunale di sorveglianza di Napoli.

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Secondo le ultime, pericolo Guariniello scongiurato a Napoli

___

Giustizia Il caso

Veti, pareri, incroci, elezioni

Ecco cosa frena la scelta

del procuratore di Napoli

Lepore: «Ritardo ingiustificabile, logiche correntizie»

Casella (Csm): «Noi pronti, nomi entro il 14 febbraio»

di GIANLUCA ABATE (Corriere del Mezzogiorno 02-02-2012)

ROMA — Sei mesi prima che Giovandomenico Lepore andasse in pensione (l'ha

fatto il 14 dicembre scorso), il Csm aveva bandito il concorso per la sua

successione. Obiettivo, come sempre accade in questi casi, assicurare una

continuità tra il vecchio e il nuovo procuratore. Questa volta, invece, prima

di conoscere la rosa dei possibili successori di Lepore bisognerà attendere

fino al 14 febbraio. Cioè tre mesi dopo la sua uscita di scena, con l'ufficio

ancora affidato alla reggenza di Sandro Pennasilico e l'Anm di Napoli che —

all'inaugurazione dell'anno giudiziario — ha chiesto al Csm di far presto e

bene. Un concetto che il presidente della giunta napoletana dell'Anm Francesco

Valentini ribadisce così: «Fatta salva l'indiscussa professionalità e

l'abnegazione di Sandro Pennasilico, è ovvio che il concetto di vicariato mal

si sposa con un ufficio come la Procura di Napoli». Durissimo l'ex procuratore

Giovandomenico Lepore: «Sandro Pennasilico l'ho scelto io come vicario, è un

magistrato validissimo. Ciò non toglie che tutto ciò però sa di provvisorio, e

non è assolutamente normale che il Csm ci metta tanto tempo a designare il mio

successore. Questo vale per Napoli, ma anche per qualsiasi altro ufficio. È un

ritardo che non può essere giustificato se non con questioni correntizie e non

di merito».

Che avranno certamente pesato (e continuano a farlo), ma non sono state le

sole. E così, tra veti incrociati, ritardi burocratici e accavallamento di

nomine, la Procura di Napoli rischia (molto verosimilmente) di dover aspettare

addirittura marzo prima che il suo nuovo capo venga nominato. Problema che la

quinta commissione referente del Csm riprenderà ad affrontare solo la

settimana prossima: questa è quella cosiddetta bianca, in cui i consiglieri

non si riuniscono, e in più di mezzo ci si mette il rinnovo del Comitato

direttivo centrale dell'Anm. Le elezioni sono previste per il 12, 13 e 14

febbraio prossimi, e la sensazione è che nessuno voglia esporsi prima degli

altri per non perdere voti a causa di una scelta contestata. Scelta che,

inevitabilmente, s'intreccia con quella della nomina del nuovo procuratore di

Roma. Impossibile procedere separatamente, dal momento che il capo dei pm di

Reggio Calabria Giuseppe Pignatone ha presentato domanda per entrambi gli

uffici: la sua nomina a procuratore di Roma appare (quasi) scontata, ma prima

di rinunciare a Napoli il magistrato vuol essere certo che sia così.

Dovesse uscire di scena Pignatone per Napoli, la commissione si ritroverebbe

di fatto spaccata. Stando agli schieramenti (sempre però suscettibili di

variazioni), i togati Francesco Cassano e Paolo Enrico Carfì e il laico di

centrosinistra Glauco Giostra appoggerebbero Paolo Mancuso. Il vicepresidente

Tommaso Virga, invece, sarebbe a favore di Corrado Lembo, per il quale

potrebbe votare anche il laico di centrodestra Bartolomeo Romano. Giovanni

Colangelo, invece, resterà il candidato ufficiale di Unicost, che in

commissione è rappresentata dal consigliere Giuseppina Casella. Soluzioni

alternative ancora sul tavolo sono quella «esterna» del procuratore di Livorno

Francesco De Leo e quelle «interne» dei due procuratori aggiunti di Napoli

Francesco Greco e Alessandro Pennasilico. La proposta finale, dunque, dovrebbe

arrivare non all'unanimità. E, soprattutto, dovrebbe arrivare prima del 15

febbraio: quel giorno il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

presiederà il plenum del Csm, e per quella data i consiglieri vogliono

chiudere la partita di Napoli e Roma (almeno) in commissione.

«Siamo pronti, entro il 14 febbraio sarà approvata la delibera con le

proposte», conferma Pina Casella. Che non entra nel merito delle nomine ma

alle critiche sui ritardi risponde così: «È vero che la vacanza del posto di

procuratore di Napoli è stata pubblicata sei mesi prima che Giovandomenico

Lepore andasse in pensione. Ed è vero anche che ci dovrebbe essere un

automatismo, in questi casi. È pur vero però che una buona parte del ritardo

dipende dai Consigli giudiziari: i pareri sui candidati ci sono stati

trasmessi appena una settimana fa. E non è un mistero neppure che la scelta

per Roma e Napoli debba essere contestuale, dal momento che il dottor Giuseppe

Pignatone ha fatto domanda per entrambi gli uffici». Il rischio, adesso, è che

una spaccatura in commissione renda più difficile, e quindi lungo, il lavoro

del plenum: «Mi auguro che non ci sia alcuna divisione, e personalmente mi

adopererò affinché si trovi una soluzione che sia la più condivisa possibile».

Oltre a far bene, però, c'è anche da far presto, come ha chiesto l'Anm di

Napoli: «Un appello che condivido, registro che si pongono il problema di un

ufficio importante». Qualche dubbio, invece, sulla frase usata da Francesco

Valentini a Castelcapuano durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario:

«L'Anm sarà il cane da guardia del Csm». Un'espressione «un po' forte», dice

Pina Casella, che può essere interpretata in diversi modi: «Se con questo

s'intende l'esercizio di una doverosa attività di vigilanza, allora è

condivisibile. Ma se si sfocia nella delegittimazione istituzionale, come

talvolta avviene, be' allora no».

Qualsiasi cosa accada in commissione da qui al 14 febbraio, la partita al

plenum si annuncia completamente diversa dagli equilibri emersi fino ad ora.

Paolo Mancuso è dato tra i «favoriti» (cosa che solitamente accade quando si

vuol bruciare qualcuno), ma c'è da capire se il Pdl lo considera ancora una

toga rossa o meno. Una fetta di partito sembra riconoscergli oggi, rispetto al

passato, «equilibrio» (ricordando che durante l'inchiesta su Berlusconi e

Saccà tenne segrete intercettazioni mediaticamente suggestive ma senza alcun

rilievo penale), ma se dovesse esserci un veto del Pdl i laici di centrodestra

appoggerebbero un altro candidato. Consensi trasversali anche per Lembo e

Colangelo, che sembra molto gradito a gran parte dei pm napoletani.

La ricerca di equilibri sulla nomina del procuratore, intanto, ha provocato

una prima conseguenza immediata. «Congelata» di fatto la nomina del

procuratore aggiunto cui aspira l'ex pm anti-casalesi Raffaele Cantone, oggi

in Cassazione. Il timore è quello di ritrovarsi un ticket Mancuso-Cantone.

Sono quelle «questioni correntizie» di cui parla Giovandomenico Lepore?

Lepore_successione.jpg

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Joined: 14-Jun-2008
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Commissione direttivi del Csm:

Giuseppe Pignatone nuovo procuratore capo a Roma

Nei quattro anni di lavoro a Reggio Calabria, il magistrato

siciliano ha guidato una lotta senza quartiere alla 'ndrangheta.

Le sue inchieste - che gli sono costate pesanti intimidazioni -

hanno delineato una struttura unitaria delle cosche, capaci di

inserirsi nel tessuto economico del nord Italia facendo rimanere

la testa dell'organizzazione nel capoluogo reggino

di PIERLUIGI GIORDANO CARDONE (Blog il Fatto Quotidiano 07-02-2012)

L’attuale procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, sarà il

prossimo capo della Procura di Roma, dove prenderà il posto di Giovanni

Ferrara, diventato sottosegretario del governo Monti. Per la conferma

definitiva servirà il sì del plenum del Consiglio superiore della magistratura,

ma questo passaggio sembra quasi una formalità in considerazione del fatto

che il nome di Pignatone è stato indicato all’unanimità dalla Commissione

direttivi del Csm, il che rende praticamente scontato il via libera alla

nomina.

Giuseppe Pignatone, 62 anni, si insediò alla guida della Procura di Reggio

Calabria quattro anni fa e da allora il magistrato siciliano ha guidato una

lotta senza quartiere alla ‘ndrangheta. Prima dell’esperienza calabrese, il

procuratore era stato a Palermo, dove da procuratore aggiunto aveva, tra le

altre cose, coordinato le indagini che hanno poi portato alla cattura di

Bernardo Provenzano. Nei quattro anni alla guida della procura reggina,

Pignatone – oggetto anche di pesanti intimidazioni mafiose – ha guidato una

serie di indagini contro le cosche di Reggio Calabria e provincia culminate

nell’operazione del 13 luglio 2010 in Italia e all’estero, con oltre 300

arresti.

Anche grazie al coordinamento con la procura della Repubblica di Milano, poi,

le indagini di Pignatone e dei suoi pm ha portato al delinearsi di una

struttura unitaria delle cosche della ‘ndrangheta calabrese, capaci di

inserirsi di prepotenza nel tessuto economico e sociale di molte regioni del

nord (Lombardia, Piemonte e Liguria in primo luogo) ma di far rimanere la

testa dell’organizzazione a Reggio Calabria. Un quadro a tinte fosche, quindi,

testimoniato anche dai sequestri e dalle confische di beni dal 2008 in avanti,

dalle indagini sul narcotraffico, sui rapporti con la politica, dall’area

grigia. L’ultimo allarme di Pignatone è arrivato il primo febbraio scorso, in

un convegno in cui il procuratore ha descritto la situazione reggina dopo gli

ultimi sviluppi: “Non c’è – ha detto – una sola fetta sociale vergine e i

rischi di contagio sono costanti. Ciò è essenzialmente dovuto al crescente

ruolo degli enti locali, agli appalti, alle assunzioni, alla fornitura dei

servizi, nel quadro del controllo del territorio che le cosche perseguono.

Interfacciarsi con i politici, per la ‘ndrangheta, significa governare la

clientela che aumenta il suo potere e il suo ‘riconoscimento sociale’”. E

infine una considerazione: non c’è “così come per il terrorismo, la figura di

un ‘grande vecchio’ che sta dietro ogni decisione delle cosche, sia singolo o

come gruppo di persone, poiché le indagini finora svolte danno sì un’idea

unitaria del fenomeno, ma è illusorio credere che basterebbe individuare e

colpire quella ‘figura’ per sconfiggere definitivamente la ‘ndrangheta”.

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Joined: 14-Jun-2008
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La Giustizia, le nomine Attesa per il successore di Lepore in pensione dallo scorso dicembre. Una ventina i nomi nella «rosa»

Nuovo capo della Procura, Colangelo in pole

L’incarico la prossima settimana In corsa anche il pm torinese Guariniello e sette campani

di GIUSEPPE CRIMALDI (Il Mattino 10-02-2012)

La Procura della Repubblica di Napoli potrebbe avere un nuovo capo già la

prossima settimana. La conferma arriva al «Mattino» da fonte qualificata del

Consiglio superiore della magistratura: nei prossimi giorni, da lunedì,

infatti, la commissione che propone al plenum gli incarichi direttivi

formalizzerà il nome del successore di Giovandomenico Lepore.

Tra gli oltre venti candidati - tutti magistrati di prim’ordine - prende

sempre più corpo una candidatura: è quella di Giovanni Colangelo, che

dall’aprile del 2008 ricopre la carica di capo dell’ufficio inquirente di

Potenza. E anche se l’esperienza insegna che i giochi di corrente che

determinano le nomine in ruoli apicali degli uffici giudiziari italiani (e che

dunque bisogna attendere il giorno della ufficializzazione delle nomine stesse),

sul nome di Colangelo convergono ormai tutti. A questo punto tocca alla

commissione incarichi direttivi formalizzare al plenum la proposta di nomina.

Si conferma una circostanza apparsa ben chiara già qualche mese fa: e cioè

che i futuri vertici di due Procure di primo livello nazionale - quelle di

Roma e Napoli - avrebbero subìto il destino di correre in parallelo; nel senso

che - in quelle complesse alchimie che regolano i rapporti tra le correnti

interne alla magistratura - gli accordi per i capi delle Procure di Napoli e

della Capitale si sarebbero intrecciati. Mercoledì si comincia, e si entra nel

vivo con Roma: sarà il giorno di Giuseppe Pignatone, l’ex procuratore di

Reggio Calabria che otterrà il voto all’unanimità dal plenum di Palazzo dei

Marescialli. Sarà, insomma, il prossimo capo della Procura di Roma.

Sessantadue anni, Pignatone si insediò in Calabria quattro anni fa, dopo

essere stato a Palermo come procuratore aggiunto ed aver coordinato le

indagini che portarono alla cattura di Bernardo Provenzano.

Ma torniamo a Napoli. Al di là delle indiscrezioni che convergono al momento

tutte sul nome di Colangelo, per la poltrona fino a qualche settimana fa

occupata da Lepore concorrono, come si diceva, nomi noti della magistratura

campana e nazionale. Dall’aggiunto Sandro Pennasilico, che attualmente ricopre

l’incarico di «vicario», agli «aggiunti» Rosario Cantelmo, Federico Cafiero de

Raho, Aldo De Chiara e Francesco Greco. Ci sono poi le candidature del

procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello, e dei procuratori della

Repubblica di Salerno, Franco Roberti, di Santa Maria Capua Vetere Corrado

Lembo, di Nola Paolo Mancuso.

Ieri, intanto, il Consiglio superiore della magistratura ha formalizzato

altre importanti nomine. Si tratta di quattro magistrati che entrano a far

parte della Direzione nazionale antimafia, diretta da Piero Grasso. Ce l’ha

fatta il napoletano Francesco Curcio, pubblico ministero che è stato titolare

di tanti delicati fascicoli d’inchiesta nel capoluogo partenopeo (quello su

Alfonso papa e sulla P4, solo per citarne dei più recenti). Nominati alla

Procura nazionale antimafia Franca Imbergamo, sostituto procuratore generale a

Palermo, un passato trascorso a indagare sulle più scottanti inchieste su Cosa

Nostra; il campano Filippo Spiezia, che dopo essere stato pm a Salerno ha

fatto parte di Eurojust; ed Elisabetta Pugliese, sostituto procuratore finora

in servizio presso la Direzione distrettuale antimafia di Bari. Non ce l’hanno

fatta, nonostante i titoli vantati, altri due magistrati napoletani: Luigi

Alberto Cannavale (penalizzato dalla giovane età rispetto ai concorrenti) e

Antonio D’Amato.

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