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JuvenTao

Chi E' Raffaele Guariniello?

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Joined: 14-Jun-2008
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GIUSTIZIA

Tre nomi ancora in corsa per guidare la Procura

Per la poltrona lasciata vacante da Lepore è gara al Csm tra Mancuso, Colangelo e Lembo

di DARIO DEL PORTO (la Repubblica.it - Napoli 13-02-2012)

Partita a tre per la Procura di Napoli. Fra oggi e domani la commissione

Incarichi direttivi del Csm potrebbe esaminare la pratica per la guida

dell'ufficio inquirente del Centro direzionale. Ma a differenza di quanto

accaduto per Roma, dove le correnti hanno proposto all'unanimità il nome di

Giuseppe Pignatone, per la poltrona lasciata vacante da Giandomenico Lepore

l'intesa appare molto più lontana.

La rosa dei candidati, in tutto 22, si è ristretta, nei fatti, ai procuratori

di Nola, Paolo Mancuso, Potenza, Giovanni Colangelo e Santa Maria Capua Vetere,

Corrado Lembo. Il Csm vorrebbe chiudere il primo atto prima di mercoledì,

quando la seduta plenaria sarà presieduta dal Capo dello Stato Giorgio

Napolitano

In questo momento Mancuso, Colangelo e Lembo, tutti magistrati di altissimo

livello e consumata esperienza, sembrano aver messo fuori gioco altri

candidati pure autorevoli e accreditati fra i quali il vicario Sandro

Pennasilico, che sta dirigendo con mano sicura la Procura da quando, il 14

dicembre scorso, Lepore è andato in pensione, e il procuratore aggiunto

Francesco Greco, che coordina il pool Mani pulite.

Nessuno dei tre però è riuscito a unire tutte le diverse componenti di

Palazzo dei Marescialli. Anzi, non si esclude neppure una spaccatura che

potrebbe far arrivare in plenum di tre distinte proposte, una per ciascun

candidato.

La commissione Incarichi direttivi è presieduta dal "togato" Tommaso Virga,

di Magistratura indipendente e composta da Glauco Giostra, "laico" di

centrosinistra, dai "togati" Paolo Carfì, del Movimento per la giustizia,

Francesco Cassano, di Magistratura democratica, Pina Casella, di Unità per la

Costituzione e dal "togato" di centrodestra Bartolomeo Romano. Gli

schieramenti di partenza indicano Colangelo sostenuto da Unicost, Mancuso

dalle correnti di sinistra e Lembo da Mi e dall'area moderata.

La "diplomazia" delle correnti lavora in queste ore per evitare la tripla

proposta. Ma almeno in commissione non sembrano esserci i presupposti per un

voto unanime, come fu otto anni fa per Lepore. Poche ore, e il quadro sarà più

chiaro. Unica incognita il maltempo, che potrebbe far slittare la discussione.

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Il personaggio Il pm

Perquisizioni in bici

e versi di poesie

Lo stile Guariniello

di MARCO IMARISIO (CorSera 15-02-2012)

TORINO — E i francesi che ci studiano di sicuro non perdono tempo. Sulla

scrivania del suo ufficio c'e l'intestazione nuova di zecca del congresso che

si terrà a Parigi il prossimo 25 febbraio. Le «nouvelles frontières» del

processo penale dopo il caso Thyssen si sono subito allargate fino a

comprendere anche la sentenza Eternit. «Ormai siamo delle attrazioni

internazionali...».

La fenomenologia di Raffaele Guariniello è di difficile comprensione anche

per i suoi colleghi, figurarsi per i profani. Ma non può comunque prescindere

dalla sua robusta dose di autoironia, che impone di usare con cautela le sue

parole. Adesso che ha vinto due processi di importanza capitale con metodi di

indagine che stanno diventando oggetto di studio all'estero, nessuno gli

rinfaccia più lo spirito di iniziativa che lo ha portato ad occuparsi di

tutto. Non è certo il caso di scherzare su cose tremendamente serie, ma se le

morti da amianto sono un punto di arrivo nelle indagini sulla malattie

professionale, pochi ricordano che il suo primo intervento in questo campo

riguardò un caso di dermatite.

A volte gli basta un articolo di giornale per aprire un fascicolo.

L'inchiesta sul doping nel mondo del calcio cominciò così, con la famosa

intervista di Zdenek Zeman. Ma è bastato anche meno, la segnalazione di un

amico, un intervento ascoltato ad un convegno, o le sentenze della Cassazione

che ogni due mesi va a spulciarsi di persona. Lavora molto, e per questo non

transige sulle distanze. Quando il tribunale di Torino si spostò nella nuova

sede, cambiò casa anche lui per essere più vicino all'ufficio.

Guariniello non passa inosservato. La sua prima inchiesta fu una cosuccia da

nulla come la perquisizione negli uffici della Fiat, anno di grazia 1971, alla

ricerca del reparto che schedava i lavoratori. I mezzi erano quel che erano e

il giovane Guariniello si presentò a cavallo di una bicicletta guidata da un

vigile urbano. La ricerca si stava rivelando infruttuosa, quando un impiegato

si assentò adducendo una improvvisa necessità fisiologica. Lo seguì fino

all'ultimo piano. Trovò quel che cercava, 354. 077 schede su vita privata e

orientamenti politici dei dipendenti presenti e passati. L'inchiesta fu poi

trasferita per legittima suspicione.

«Avete visto che lo so fare anch'io?». Era l'agosto del 2002, la procura di

Torino era un deserto quando risuonò il suo grido. Aveva appena risolto il suo

primo e unico caso di cronaca nera, una ragazza uccisa dal suo fidanzato. Ha

sempre sofferto per la maggiore considerazione della quale godono i colleghi

che si occupano di delitti e criminalità. Ci legge una mancanza di rispetto

per i temi dei quali si occupa, quell'urlo fu una rivincita professionale.

Il contraltare della sua fama, legata a indagini clamorose, da addebitare al

succitato spirito d'iniziativa e al fatto che in Italia nessuno fa certe

inchieste, è la critica sulle inchieste non andate in porto. «Ma io processo i

problemi, non le persone» è la sua filosofia dichiarata. «Se i problemi si

risolvono, buon per tutti». Nel 1994, dopo l'alluvione in Piemonte, indagò

cinquanta sindaci accusandoli di un «delitto di pericolo» per non aver preso

precauzioni contro l'esondazione. Furono costretti a costruire gli argini, e

la pratica venne archiviata.

«Posso mettere a verbale che lei è un rompicoglioni?». La frase, che ha avuto

un certo successo, fu pronunciata da Lorenzo Necci, ex amministratore delegato

delle Ferrovie, che nel 1998 versò allo Stato un cospicuo obolo per uscire

dall'indagine sui treni all'amianto. L'anno seguente indagò gli amministratori

delegati delle nove multinazionali del petrolio: troppo benzene nei

carburanti. L'indagine era nata dalla denuncia del titolare di un

distributore. La legge venne cambiata in corsa. Nel 2002 toccò ai vertici

della Bayer, per via di un farmaco considerato nocivo. Nulla di fatto, ma

sugli scaffali quella medicina non c'è più.

La poesia è la sua grande passione, e lui ha i modi del viaggiatore

cerimonioso dell'amato Giorgio Caproni. Ma la tenacia con la quale difende il

suo lavoro non ha nulla di lirico. «Guardi che io di processi ne ho persi

pochi». A chi gli obietta la sorte della celebre inchiesta sul doping della

Juventus, squadra della quale è tifoso, ribatte estraendo alla velocità della

luce da un cassetto la sentenza della Cassazione che dichiara prescritto il

reato. Si accomodino pure i francesi a studiare il fenomeno Guariniello. Con

una sola avvertenza: nel bene e nel male si tratta di un prodotto

difficilmente esportabile.

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Dossier / La rivoluzione in aula

La nuova geografia della

giustizia frena Guariniello

La riforma dimezza l’area d’intervento dei pm torinesi

per aumentare le competenze territoriali di Ivrea

I magistrati non si potranno più occupare di processi fuori dalla loro giurisdizione

di ALBERTO GAINO (LA STAMPA 06-08-2012)

«Questa è la risposta alla procura nazionale» è l’ironico e amaro commento di Raffaele Guariniello dopo la consultazione della nuova mappa geografica degli uffici giudiziari italiani, che alla voce Torino dimezza la competenza territoriale di giudici e pm. Fra questi ultimi vi sono Guariniello e il suo pool, già falcidiato dal limite della decennalità dell’incarico, anche per le specializzazioni di alto profilo.

Ma adesso viene il più: «via» Cavagnolo che con tutto il Chivassese rientrerà nella competenza degli uffici giudiziari di Ivrea, insieme all’intero Canavese; Cavagnolo era sede dello stabilimento Eternit che ha consentito a Guariniello e ai pm Sara Panelli e Gianfranco Colace di attrarre la competenza territoriale e difenderla nel processone contro i vertici della multinazionale dell’amianto. Quel dibattimento è stato salvato; lo sarà il secondo che il pool prepara, per disastro ambientale, contro l’Eternit: la strage di vite innocenti, nella cava e intorno alla cava di Balangero? Con la riforma anche quella zona «passa» ad Ivrea. Come Ciriè, Settimo Torinese (con i processi sui tumori professionali alla Pirelli), Volpiano (altra zona industriale con fabbriche ad alto rischio ambientale su cui Guariniello ha vigilato con pignoleria).

E poi Caselle, che ospita nel proprio territorio l’aeroporto di Torino: Guariniello lo ha praticamente fatto ammodernare a colpi di inchieste giudiziarie, aperte puntualmente al fine della prevenzione di incidenti.

Basta riandare alla cronaca degli ultimi 15 anni per rendersene conto: le luci di pista non venivano gestite da un sistema efficiente, il pm lo ha imposto e l’aeroporto, qualche anno fa, è stato il solo nel Nord a funzionare in un periodo particolare di nebbie padane. E ancora: la pista era stata realizzata su di un terreno che, con l’arrivo di ogni estate, per la siccità e il drenaggio di più acqua dalle falde per irrigare i campi attigui all’aeroporto, provoca il fenomeno di una maggiore pressione sul manto della pista. Lo si è scoperto dopo l’improvvisa formazione di una crepa dove gli aerei atterrano e decollano. Ora quel manto viene rifatto prudenzialmente ogni anno. Ed è un’altra buona cosa per la sicurezza dell’aeroporto Pertini.

Dalla «porta» di Caselle Guariniello è intervenuto sulle interferenze che provocavano sulle strumentazioni di bordo i cellulari accesi sugli aerei. E, da ultimo, sempre lui è riuscito a porre all’attenzione generale, dopo aver scoperto alcuni casi sospetti, la necessità dei test su consumo di alcol e droga da parte dei piloti. Vale per tutti i cieli d’Italia. E significa più sicurezza per tutti.

Per il ministro della Giustizia, Paola Severino, la riforma di tribunali e procure italiane per ridurne sensibilmente il numero deve salvare gli uffici giudiziari di Ivrea che hanno però una competenza territoriale largamente insufficiente. Così si è deciso di sottrarre a quelli torinesi l’area geografica che parte a Nord e Nord-Est dalla periferia della città per accorparla con Ivrea. E, ad esempio, Guariniello e il suo pool, modello indicato per la procura nazionale sugli infortuni sul lavoro e le malattie professionali (Eternit, ThyssenKrupp, Pirelli, doping, Sla...) ne uscirebbero dimezzati.

A maggior ragione, dopo l’intervento del Parlamento che, a sua volta, vuole salvare gli uffici giudiziari di Pinerolo, accorpati con il loro territorio poco industriale più di montagna a quelli torinesi. Per risparmiare il tribunale e la procura di Pinerolo si deve fare la stessa operazione concepita per Ivrea: ampliarne la competenza territoriale, attirando su Pinerolo la zona della Valsusa.

La procura nazionale antinfortuni per il momento non si fa. E Guariniello, già retrocesso da un’altra riforma a pm, da procuratore aggiunto che era, è destinato a chiudere la propria carriera in magistratura onorato (a parole) ma con un ufficio sempre più piccolo.

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