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Tiger Jack

Nuovo Stadio Roma: Investimento da un Mijardo de euri. Più nartro mezzo e quarche piotta, poi se vede

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Tuttapposto  .rulez

 

 

 

Il tesoriere del PD e l'aiutino al costruttore nei guai col fisco. E tra i pasticci di Parnasi spunta il nome di Totti

 

LA VERITA' (G. Amadori) - Nell’80 d.C. l’imperatore Tito inaugurò a Roma l’Anfiteatro Flavio, realizzato dopo otto anni di lavori e grazie al tesoro del tempio di Gerusalemme. Gli architetti dell’epoca erroneamente lo costruirono su un terreno acquitrinoso e instabile. Eppure dopo quasi 2.000 anni il Colosseo è ancora lì, seppur monco. Il suo erede, il Pallotta Stadium, voluto dai nuovi signori della Città eterna, compreso il sindaco Virginia Raggi, sembra dover nascere sotto auspici peggiori, sempre vicino all’acqua, ma con fondamenta molto più fragili: oggi non c'è un tempio da saccheggiare e le ditte che dovrebbero realizzarlo sono sedute su una montagna di debiti con l’Erario e per questo sono a rischio fallimento. A contribuire al loro salvataggio, per ora, è stato un consulente molto speciale, il tesoriere del Pd Francesco Bonifazi, senatore e uomo d’onore, per dirla con Shakespeare, seppur insieme con il costruttore Luca Parnasi (quello dello stadio) sia indagato per finanziamento illecito ai partiti. Bonifazi ha fatto da intermediario con Equitalia in favore del gruppo Parsitalia della famiglia Parnasi quando era uno degli uomini più potenti del Giglio magico e il suo amico Matteo Renzi era azionista di maggioranza del governo del patrizio Paolo Gentiloni Silveri. In questa storia di intrighi degni di un peplum non poteva non comparire il campione dei moderni giochi gladiatori: il capitano Francesco Totti, con la sua villa imperiale da 36 vani, degna di quella dell’imperatore Adriano. Ma che cosa c’entri lui ve lo racconteremo solo alla fine.

 

IL POLITECNICO. Annali e fonti narrano che il senatore Bonifazi abbia trasformato di fatto la Res publica in un socio occulto dello stadio della As Roma, un’opera che il sindaco Raggi ha detto che si farà, anche se il Politecnico di Torino, con una consulenza, ha avvertito comune e governo: per realizzarlo sarà necessario investire miliardi di euro per le infrastrutture. A mettere tutti d’accordo, destra, sinistra e pure i grillini, ci ha pensato Luca Parnasi, il costruttore per cui nei giorni scorsi la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per corruzione. Insieme con altri 5 indagati è anche accusato di associazione per delinquere finalizzata, tra le altre cose, a ottenere «provvedimenti amministrativi favorevoli alla realizzazione del Pallotta Stadium e di altri progetti imprenditoriali riconducibili all’operatività del sodalizio». Un copione che in riva al biondo Tevere si ripete da circa 2 millenni. Le indagini hanno svelato che i rapporti con la politica sono la specialità di Parnasi. Per esempio, secondo gli inquirenti capitolini, l’imprenditore avrebbe foraggiato in vista delle elezioni del 2018 Pd e Lega finanziando le loro fondazioni, Eyu e Cento Voci, attraverso l'immobiliare Pentapigna, controllata al 99 per cento dallo stesso Parnasi e amministrata formalmente dal suo cocchiere (l'autista Nicola Ciardello). Per questo i tesorieri Bonifazi e Giulio Centemero (Carroccio) potrebbero finire alla sbarra, anche se i magistrati romani stanno cercando di capire se un codicillo della cosiddetta legge Spazzacorrotti non li immunizzi.

La vicenda dello stadio è però soprattutto la storia di un salvataggio targato Pd. Tutti sanno che il costruttore potrà preservare il suo impero solo se porterà a compimento il nuovo Colosseo, ma c’è un passaggio precedente che in pochi hanno notato e che ha permesso a Parnasi, grazie ai democratici, già populares, di arrivare all'ultimo «stadio» della sua corsa. Nel 2012 Sandro Prnasi, capostipite della sua gens, aveva affidato la gestione del gruppo Parsitalia (noto per aver realizzato il Ministero della Salute, la sede della Provincia di Roma e quella dell’Atac e con un patrimonio netto di oltre 220 milioni) al figlio Luca, che venne nominato anche ad della Parsitalia Real Estate srl (tenete a mente questo nome), la società che gestiva tutti i servizi del gruppo. Purtroppo la conduzione del figlio non è stata fortunata, infatti la holding, dopo appena 4 anni, ha presentato un piano di ristrutturazione. Parsitalia, oggi controllata dalla madre di Luca Parnasi, attraverso la Figepa (la quale possiede circa il 62 per cento delle azioni), ha chiuso il 2017 con 122 milioni di perdite. Il patrimonio netto nel 2017 è sprofondato da -58 milioni a -180 milioni. I debiti sono saliti a quota 250 milioni, con UniCredit a guidare la fila dei creditori. Tra questi c'è pure l’Agenzia delle Entrate, che a inizio 2018 ha chiesto il fallimento del gruppo Parsitalia per un debito di 35 milioni. Ma la holding di mamma Parnasi non può fallire per molti motivi, non ultimo i tifosi della squadra giallorossa, il cui giubilo può valere centinaia di migliaia di voti elettorali. Il fallimento della Parsitalia coinvolgerebbe inevitabilmente anche l’Eurnova di Luca Parnasi, proprietaria dei terreni di Tor di Valle, e farebbe tramontare il sogno del nuovo Colosseo romano dedicato a quello che i Latini chiamavano «pilae ludum».

 

IL PARERE. Ed è a questo punto che compare sulla scena il senatore Bonifazi. Infatti Parsitalia ha evitato il crac dopo la presentazione all'Agenzia delle entrate, da parte dello studio legale-tributario BL (Francesco Bonifazi e Federico Lovadina), di un parere pro veritatecontenente «pertinenti argomentazioni da sottoporre al Fisco da cui desumere la convenienza per quest'ultimo all'adesione di un accordo ex 182-ter legge fallimentare, posto che con tale strumento l’Erario otterrebbe la maggiore somma ritraibile dalla valorizzazione dell'attivo». Anche nel bilancio di ParsitaliaReal Estate (quella che vi avevamo chiesto di tenere a mente) si parla dell’incarico conferito allo studio BL, «relativo alla redazione di un parere pro veritate da trasmettere al’Erario, ove si dimostri la maggior convenienza per l’Ente gestore di pervenire alla sottoscrizione di un accordo di ristrutturazione anziché dare avvio ad altre procedure liquidatorie o fallimentari». Più o meno la stessa voce è stata inserita nel bilancio della Parsitalia General Contractor la terza società del gruppo oggi controllato dalla madre di Luca Parnasi. Il lavoro di Bonifazi e Lovadina deve essere stato ottimo, visto che a distanza di circa un anno Equitalia non ha portato a compimento l'istanza di fallimento, nonostante la holding non abbia presentato un concordato né ristorato il debito. Qualcuno potrebbe obiettare che è difficile immaginare che Equitalia potesse accanirsi con società che avevano come consulente il tesoriere del Partito in quel momento al governo. E così l’udienza per il fallimento della Parsitalia è stata rinviata dal 27 marzo 2018 al 17 ottobre 2018, come detto, senza il ricorso all'istituto del concordato, che normalmente consente di rinviare l'accertamento dello stato di insolvenza. Una posticipazione in cui probabilmente a avuto il suo peso anche il parere del senatore democratico. In tal modo Equitalia, non avendo chiesto il fallimento di Parsitalia, è diventata socia di fatto del gruppo, legato a doppio filo al destino dello stadio. A ottobre, a quanto ci risulta, è arrivata un’altra proroga, che sarebbe stata ottenuta, questa volta, grazie a una cosiddetta comfort letter della Capital Dev, società controllata al 100 per cento dall’UniCredit e che a oggi non ha ancora depositato il bilancio del 2017. Capital Dev nel 2014-2015 ha acquistato alcune cosiddette «good company» (con in pancia, però, 700 milioni di debiti) del gruppo Parsitalia al prezzo di 100 milioni. La stessa Capital dev a ottobre del 2018 avrebbe attestato davanti ai giudici che sarebbero in corso trattative per una richiesta di risarcimento da parte di Parsitalia. La holding di mamma Parnasi avrebbe lamentato di essere stata danneggiata a causa della revoca di alcuni appalti e l’epistola spiegherebbe che, se risarcita, Parsitalia potrebbe portare avanti la transazione fiscale con l’Erario.

 

COLLEGAMENTI.  Ma per comprendere meglio il collegamento tra Parsitalia e lo stadio bisogna fare un passo in avanti. I destini del gruppo di mamma Parnasi sono collegati (per via dei debiti con Equitalia) alla Capital holding del figlio Luca. La Capital holding è titolare del 99,99% della Eurnova spa (proprietaria dei terreni di Tor di Valle), sebbene il 50% delle quote sia in pegno al fallimento della Sais spa (richiesto sempre da Equitalia). La Capital è a sua volta controllata da Luca Parnasi: per il 19% direttamente e per l’80% attraverso quell’ Immobiliare Pentapigna che ha erogato, come risulta dalle indagini della Procura di Roma, circa 400.000 euro alle fondazioni Eyu (presieduta da Bonifazi) e Cento voci. Il legame è rappresentato da una somma non indifferente di crediti che il gruppo Parsitalia deve riscuotere dalla Capital holding e che sono a detta del liquidatore Parsitalia (vedere bilancio 2017) indispensabili per poter presentare all’Erario il citato accordo di transazione fiscale.

 

CIFRA TONDA. Purtroppo la Capital Holding di Luca Parnasi difficilmente riuscirà a saldare la Parsitalia (e quindi Equitalia) se non venderà lo stadio a qualcuno, dato che la sua controllante (Pentapigna, al 100 per cento di Luca) deve a sua volta 24 milioni all’Erario, un debito scaduto da oltre 3 anni e che sommato a quelli della Parsitalia fa cifra tonda: 60 milioni di euro che approssimativamente, confrontando il prezzo del pane, si tradurrebbe in 10 milioni di sesterzi. Non basta. Spulciando tra gli atti depositati alla Camera di commercio, tanto la Eurnova quanto la stessa Capital Holding hanno chiuso l’ultimo bilancio ufficiale (quello del 2016) in perdita: 724mila euro la prima, 10,5 milioni la seconda. In particolare, la Capital Holding è stata capace di accumulare una perdita così consistente a fronte di ricavi irrisori, appena 323mila euro. Non solo: il debito è già salito a 56 milioni di euro. Discorso analogo va fatto per la capogruppo Pentapigna che, rispetto ad un valore della produzione di 2,8 milioni di euro, ha accumulato debiti per 62 milioni. Numeri che ci regalano la fotografia di società tecnicamente fallite, visto che il debito, nel migliore dei casi, è circa 30 volte superiore ai ricavi. Ma sembra che i Parnasi non possano portare i libri in Tribunale. Forse per questo il senatore Bonifazi ha potuto chiedere e ottenere dalla tecnicamente fallita Pentapigna 150.000 euro per una ricerca sul mercato immobiliare, costata a Eyu meno di 10.000 euro. Certo, secondo alcuni addetti ai lavori, chi ha attinto alla greppia di Pentapigna e delle sue controllate potrà, in caso di fallimento, essere accusato di concorso in bancarotta.

 

CHIAVI. Ma veniamo al gladiatore Franciscus Totus. Anche lui sarebbe stato coinvolto in un pasticcio di Parnasi. Nel 2011 la Bel Eur {di proprietà per l'80 per cento della Capital Holding e oggi in liquidazione) ha venduto al Capitano una villa di 36 vani in zona Eur alla modica cifra di 7.911.700 euro: 2,6 sono stati versati sull’unghia, il restante tramite un mutuo acceso con UniCredit. Ma qualcosa, a quanto ci è stato riferito da alcuni fornitori, non deve essere andato per il verso giusto. E la famiglia Totti ha chiesto le chiavi prima della fine dei lavori. L’11 dicembre 2014 il fondo Upside, gestito da Bnp Paribas Real Estate Investment Management Italy e la Parsitalia Real Estate (rappresentata al rogito da Sandro Parnasi, dopo che a settembre il figlio Luca aveva lasciato l’incarico di amministratore delegato) hanno trasferito a titolo di «datio in solutum» (formula latina che indica la sostituzione della prestazione originariamente dovuta con una di natura diversa) un appartamento di 87 metri quadrati (più cantina e soffitta) al ventiquattresimo piano dell’esclusiva Torre Eurosky, a due passi dal villone. Valore dell’immobile:990.000 euro. Una cifra pagata, non si comprende bene a quale titolo, dalla società terza nella compravendita, la Parsitalia Real Estate. Quest'ultima nel 2017 ha chiesto all'Agenzia delle entrate una transazione fiscale per un debito di 11 milioni, allegando il parere pro veritate del solito studio BL. Se la Parsitalia Real Estate dovesse fallire, qualcuno potrebbe decidere di approfondire questa compravendita che ha spogliato la traballante immobiliare di un bene del valore di quasi un milione di euro. Insomma siamo di fronte a un complicato intrigo che si risolverà solo con la realizzazione del Pallotta Stadium. Duemila anni fa gli abitanti della Capitale venivano ammansiti con panem et circenses, ma nella Città eterna i costumi sembrano non essere cambiati.

 

(11.02.2019)

 

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ROMA  - "I ritardi nel progetto stadio ci hanno riportato indietro di due o tre anni. Pensavamo che oggi ci saremmo trovati molto più vicini all'apertura e tutto ciò ci avrebbe aiutato a generare entrate di gran lunga maggiori, per poter competere costantemente con i più grandi club di europa". È tornato su un tema di stretta attualità il presidente della Roma, James Pallotta, in un'intervista esclusiva pubblicata sul sito della società giallorossa. Pallotta spiega che il progetto Roma lo emoziona ancora, nonostante le difficoltà tra cui quelle relative alla costruzione dello stadio sui terreni di Tor di Valle.

"Onestamente, gli ultimi sei o sette mesi sono stati difficili, a causa dei ritardi nello stadio - ha detto Pallotta - ma ora stiamo facendo nuovamente progressi. E non è un segreto che sono stato deluso da alcuni risultati in questa stagione. Come ho detto prima, dobbiamo migliorare, perchè abbiamo alzato l'asticella dei nostri obiettivi sapendo che possiamo raggiungerli. Se riusciamo a sistemare certe cose, vedrete il mio entusiasmo salire alle stelle".

Riguardo al progetto dello stadio, il numero uno della Roma evidenzia che "non possiamo diventare un club top 10 senza uno stadio. Possiamo vivere grandi anni, come la scorsa stagione, e passare periodi in cui andiamo fino in fondo in champions league, ma voglio arrivare a essere tra i top 10 e non parlo solo in termini di fatturato, ma di tutto: mi riferisco al campo, alla percezione che c'è di noi, ai media, ai social, a tutte queste cose".

E per riuscirci, ha ribadito Pallotta, "abbiamo bisogno di più entrate: per questo dico che lo stadio è il punto di svolta. Se si pensa che io sia più ossessionato dallo stadio rispetto alla squadra, semplicemente è perchè non passa il mio messaggio: è proprio perchè sono ossessionato dalla squadra che ho questa determinazione a costruire lo stadio, per mettere su un gruppo in grado di competere stabilmente a parità di condizioni con certi avversari".

Gli obiettivi del patron giallorosso sono chiari: "Tra cinque anni la Roma deve giocare nel nuovo stadio. Mi piacerebbe vedere una grande squadra sul campo, competere per i trofei, davanti a dei tifosi entusiasti a roma e in tutto il mondo e un management solido in tutte le aree".
Modificato da 19ouch83
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5 anni? Lo fanno costruire a Totti da solo? 

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Calma, non c'è tutta questa fretta

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19 hours ago, JUtente said:

5 anni? Lo fanno costruire a Totti da solo? 

 

42 minutes ago, Gelone said:

Calma, non c'è tutta questa fretta

 

visto come vanno le cose in quella città secondo me è una previsione troppo ottimista!

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BEVUTI ALTRI 4!

Hahahahahahaha

 

Repubblica:

Tangenti sul nuovo stadio della Roma: arrestato Marcello De Vito, presidente 5 Stelle dell'assemblea capitolina

 

Terremoto giudiziario nel Movimento 5 Stelle romano. Marcello De Vito, presidente dell'assemblea capitolina è stato arrestato all'alba con l'accusa di corruzione. I carabinieri di Via In Selci hanno perquisito il suo appartamento. L'esponente grillino avrebbe incassato direttamente o indirettamente delle elargizioni, questa l'ipotesi dei pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli, dal costruttore Luca Parnasi. De Vito, in cambio, avrebbe promesso - all'interno dell'amministrazione pentastellata guidata dalla sindaca Virginia Raggi - di favorire il progetto collegato allo stadio della Roma.

DALL'ARCHIVIO - IL GRANDE AFFARE DELLO STADIO

La misura cautelare emessa dal dip del tribunale di Roma riguarda in tutto 4 persone (per 2 indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per gli altri i domiciliari). Una misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale riguarda invece due imprenditori. L’indagine "Congiunzione astrale" si concentra sulle condotte corruttive e il traffico di influenze illecite nell'iter per la realizzazione del nuovo stadio della Roma, la costruzione di un albergo presso la ex stazione ferroviaria di Roma Trastevere e la riqualificazione dell’area degli ex Mercati generali di Roma Ostiense. L’inchiesta ha fatto luce su una serie di operazioni corruttive realizzate dagli imprenditori attraverso l’intermediazione di un avvocato e un uomo d’affari, che secondo l'accusa avrebbero interagito con De Vito al fine di ottenere provvedimenti favorevoli alla realizzazione di importanti progetti immobiliari.

Cronaca
Stadio Roma, chiesto rinvio a giudizio per Luca Parnasi e altre 14 persone
223

Il nome di De Vito compariva spesso nell'ordinanza che aveva portato all'arresto di Parnasi e di Luca Lanzalone ex presidente di Acea lo scorso giugno. Da quella inchiesta sono finite a processo 18 persone, accusate di aver messo in piedi un sistema corruttivo per la costruzione dell'impianto del club giallorosso, progetto che dovrebbe sorgere a Tor di Valle. I pm avevano messo nel mirino nomi di spicco dell'imprenditoria e politica romana come il costruttore Parnasi e gli esponenti di Pd e Fi, Pier Michele Civita, Adriano Palozzi e Davide Bordoni.

Il 10 dicembre, in un altro filone della stessa inchiesta, erano finiti alla sbarra altri personaggi di rilievo - sempre coinvolti nell'affaire del tempio giallorosso - tra cui l'avvocato genovese Luca Lanzalone, voluto al vertice di Acea dalla nomenclatura pentastellata. Associazione a delinquere, finanziamento illecito e corruzione i reati contestati a seconda delle posizioni. Gli avvisi di garanzia erano stati notificati all'imprenditore Parnasi ritenuto dagli inquirenti "il capo e organizzatore" dell'associazione a delinquere che ha cercato di pilotare le procedure amministrative legate al masterplan, approvato, nell'ambito della conferenza dei servizi, nel febbraio del 2018.

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L'As Roma però è sempre parte lesa :sisi:

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1 ora fa, Tiger Jack ha scritto:

L'As Roma però è sempre parte lesa :sisi:

ovvio 

‘a raggi va avanti fino in fondo mh 

senza vergogna 

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Er vento del Nord @@

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Ogni volta che si costruisce qualcosa in Italia andrebbe costruito un carcere adiacente all'opera per i suoi corrotti 

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e Ranieri che ne dice dello stadio nuovo ?

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2 ore fa, B/N ha scritto:

ovvio 

‘a raggi va avanti fino in fondo mh 

senza vergogna 

La cosa "strana" è che per questa vicenda corruttiva hanno arrestato imprenditori, politici, mediatori, professionisti, ecc... però l'iter amministrativo per l'approvazione de o stadio daa Rioma è "regolare"...boh...

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35 minuti fa, birbo ha scritto:

e Ranieri che ne dice dello stadio nuovo ?

 

Ricordo che nel 2009 partecipò alla presentazione dello Stadio "Franco Sensi" mai realizzato .asd

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Qualcuno è stupito o meravigliato? E vorrei ribadire che trovo sacrosanto che la Roma, la Lazio, la Lodigiani o la Virtus Montesacro, tanto per rimanere in città si possano costruire in base alle possibilità uno stadio di proprietà. Ora per colpa di una sordida accolita composta da banche politica, palazzinari e cravattari made in USA, la Roma dovrà, quasi sicuramente, rimandare l'innaugurazione del proprio impianto.

In questo senso, si, la Roma è parte lesa.

La cosa però che mi sconcerta di più, non è la corruttela un tanto al chilo che a Roma purtroppo è più diffusa dei rigatoni con la pajata, ma è la corsa mediatica a scagionare quello o l'altro personaggio...Pallotta, non sa nulla, Baldissoni, non sa nulla, e via via discorrendo come se sto stadio del c**** lo avessero voluto prima Marino e poi la Raggi.

Il fatto semmai, da mettere in risalto, è un'altro, a Roma, purtroppo da altre parti non saprei dire, senza l'appoggio del comparto bancario ed edilizio non si muove nulla e spesso e volentieri, come più volte è stato evidenziato da diverse inchieste, la componente che si muove al di fuori delle leggi lo fa con la sicumera e sfrontataggine di chi sa di avere poco o nulla da temere.

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Inviato (modificato)
 

Tangenti per lo stadio della Roma, arrestato il presidente del consiglio comunale dell’M5S

Indifferente agli arresti di giugno, Marcello De Vito avrebbe continuato a prendere mazzette. In manette anche l’avvocato Mezzacapo. Imbarazzo nel Movimento

 

Grazia Longo
roma
 

Completamente indifferenti agli arresti del 13 giugno scorso hanno continuato a intascare mazzette. Una nuova bomba giudiziaria deflagra nel Comune di Roma guidato dalla sindaca Virginia Raggi. Il presidente dell’assemblea capitolina, Marcello De Vito, 45 anni, anch’egli del M5S, è stato arrestato questa mattina per corruzione. Insieme a lui è finito in carcere, con la stessa accusa, anche l’avvocato Camillo Mezzacapo, vicino al M5S e complice di De Vito nell’attività corruttiva.

 

Leggi - Inchiesta stadio, Parnasi: “Pagavo tutti i partiti politici”

Al centro dello scandalo, la costruzione del nuovo stadio della Roma (la società sportiva è estranea alla vicenda) che lo scorso giugno aveva già portato all’arresto di nove persone tra cui l’imprenditore Luca Parnasi e dell’avvocato Luca Lanzalone, presidente di Acea legato al Movimento Cinque Stelle. Le indagini riguardano inoltre la costruzione di un albergo vicino all’ex stazione ferroviaria di Roma Trastevere e la riqualificazione dell’area degli ex Mercati generali di Roma Ostiense.

Leggi La lunga storia del nuovo Stadio della Roma

 

L’aspetto sconvolgente di questo secondo filone dell’inchiesta, seguito sempre dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, coordinati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e la pm Barbara Zuin, riguarda proprio il proseguimento dell’attività corruttiva anche dopo gli arresti di 9 mesi fa. De Vito e Mazzacapo si spartivano, infatti, le tangenti - pagate sotto forma di consulenze fittizie e fatture false - convinti di essere in una perfetta «congiuntura astrale» (di qui il nome dell’operazione) per la presenza del M5S sia nel governo cittadino che in quello del Paese.

 

Leggi La filosofia di Parnasi: “Spenderò nelle elezioni. È un investimento da fare per la nostra credibilità. Ho visto il M5S, un trionfo”

 

Marcello De Vito, con 6 mila 541 preferenze, nel 2016 è stato il consigliere del M5S più votato. Si era anche candidato alle «Comunarie» per correre da sindaco ma venne silurato dagli stessi alleati del Movimento perché sospettato di aver trafficato su una licenza edilizia. L’accusa si rivelò poi falsa.

 

Le indagini, oltre ai due arresti in carcere, vedono altre due persone ai domiciliari e una misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale nei confronti di due imprenditori. Per la prima tranche sono andate a processo 18 persone. I reati contestati a vario titolo sono associazione a delinquere e finanziamento illecito ai partiti. «Congiunzione astrale» ha fatto luce su una serie di operazioni corruttive realizzate da imprenditori attraverso l’intermediazione dell’avvocato Marcello De Vito ed un uomo d’affari, che fungono da raccordo con il presidente dell’Assemblea comunale capitolina al fine di ottenere provvedimenti favorevoli alla realizzazione di importanti progetti immobiliari.


In mattinata si stanno eseguendo anche perquisizioni al Campidoglio.

 

Leggi Lo scivolone del partito dell’onestà

 

Marcello De Vito prometteva di sbloccare le delibere non solo per la costruzione dello stadio, favorendo Parnasi, ma anche per la realizzazione di un albergo nell’ex stazione ferroviaria di Trastevere (favorendo così il gruppo Statuto) e la riqualificazione dei Mercati Generali di Roma Ostiense (favorendo in questo modo il gruppo Toti). Ai fratelli Toti il procuratore Paolo Ielo aveva contestato il traffico di influenze ma il gip hai tenuto si trattasse di corruzione e ha quindi disposto la misura interdittiva dall’attività professionale.

 

Per altri due imprenditori sospettati di traffico di influenze, essendo stata messa in atto dopo il 2 febbraio 2019, sono invece scattati i domiciliari. E così adesso il provvedimento “spazzacorrotti” fortemente voluto dal M5S si abbatte proprio su due imprenditori coinvolti nell’inchiesta che vede agli arresti il presidente del consiglio comunale grillino.

 

Dalle intercettazioni emerge la convinzione di considerarsi fortunati, nel concludere affari loschi, grazie alla presenza del M5S sia nel governo cittadino che in quello nazionale. Mazzacapo, il 4 febbraio scorso, al telefono, dice De Vito: «Questa congiunzione astrale ... è tipo l’allineamento della cometa di Halley, hai capito? Cioè è difficile secondo me che si riverifichi così .... e allora noi, Marcè, dobbiamo sfruttarla sta cosa, secondo me, cioè guarda...ci rimangono due anni». E in un’altra intercettazione, come riporta la gip Maria Paola Tomaselli, sempre Mezzacapo, manus longa del presidente del consiglio comunale, afferma: «È come quando passa la cometa di Halley, cioè che state voi al governo qua di Roma e anche al governo nazionale». La gip Tomaselli sottolinea quindi che «il suo potere (di Marcello De Vito, ndr) di influenza e di intervento è stato notevolmente amplificato per il fatto che il Movimento risulta essere non più solo al governo di Roma ma al governo del Paese».

 

https://www.lastampa.it/2019/03/20/italia/tangenti-per-lo-stadio-della-roma-arrestato-il-presidente-del-consiglio-comunale-dellms-7yIjADqzxgLwQHaW9xtRWP/pagina.html

Modificato da ClaudioGentile

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stanno battendo ogni record, gente in carcere per corruzione senza ancora aver posato una cazzzo di prima pietra

 

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6 ore fa, j0k3r ha scritto:

 

Ricordo che nel 2009 partecipò alla presentazione dello Stadio "Franco Sensi" mai realizzato .asd

 

niente 'stadio Franco Sensi '? Pazienza :singer:

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E come te sbaji .asd

 

IMG_20190321_091036.jpg

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6 ore fa, Tiger Jack ha scritto:

E come te sbaji .asd

 

IMG_20190321_091036.jpg

AS Partelesa S.p.A.

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15 ore fa, running ha scritto:

Non si fa 'sto stadio, non si fa. Tura una brutta aria. Parlano tanto di Napoli, ma la vera vergogna d'Italia e' Roma.

Se fa, se fa... e se fa pure bene :sisi:

Così si vantava Daniele Frongia, già vice-sindaco e assessore allo sport, ora ennesimo indagato per corruzione

 

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Modificato da Tiger Jack
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4 pere per teee ho portato staseraaaa..... peeerderee  la Championssss

il Cantante Ranieri col Napoli ha dato grande spettacolo canoro  :singer:

siamo sicuri mangi la colomba pasquale e che non torni  invece  Di Francesco ? 

 

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Roma, Pallotta: "Il nuovo stadio? Siamo sui tempi del Colosseo..."

Il presidente interviene con sarcasmo sulle lungaggini di varia natura relative al nuovo impianto

di FRANCESCO MORRONE

ROMA -  Mentre la Roma vede il sogno della Champions sfumare all'orizzonte, dall'altra parte dell'oceano James Pallotta torna sull'argomento che più gli sta a cuore: il nuovo stadio. Il patron statunitense, parlando allo "Sports Decision Maker", il summit annuale organizzato da Sports Business, ha scelto l'ironia per commentare i tempi necessari alla costruzione dell'impianto che dovrà sorgere nella zona di Tor di Valle. "Il nuovo stadio? Nessuno sa quanto ci sia voluto per costruire il Colosseo, ma noi di sicuro ci stiamo avvicinando", ha sentenziato da Miami Pallotta, sempre in attesa di novità dal Comune per il via libera ai lavori. Le inchieste che nei mesi scorsi hanno travolto prima il costruttore Luca Parnasi e poi il presidente dell'assemblea capitolina, Marcello De Vito, hanno avuto l'effetto di rallentare enormemente l'iter amministrativo. Ecco spiegato allora il sarcasmo di Pallotta, stanco di doversi scontrare con difficoltà burocratiche e scandali made in Italy che presto o tardi potrebbero spingerlo a cedere il club. "Se non mi fanno fare lo stadio, io me ne vado", ha del resto sempre ripetuto l'imprenditore di Boston. Per quanto riguarda la Roma, invece, che dopo il pareggio di ieri con il Genoa ha forse detto addio per sempre alle speranze di entrare in Champions, il presidente ha ricordato che "le entrate da sponsorizzazioni sono aumentate grazie ad una aumentata presenza sui social media", aggiungendo che "il reparto digital del club è il migliore nell'ambito sportivo".

PALLOTTA: "IL CALCIO IN AMERICA DEVE ANCORA CRESCERE" - Nel suo lungo intervento, Pallotta si è soffermato anche sul confronto tra il calcio europeo, che da mesi inizia a ragionare sulla possibilità di creare una Superlega, e quello statunitense, ovvero la Major League Soccer nata nel 1993. "La sfida più grande che deve vincere la MLS è l'eterno confronto con le leghe europee - ha spiegato il presidente giallorosso -. Ci sono delle limitazioni che non ne permettono la crescita e non ci sarà mai la possibilità così di attrarre i grandi campioni: sarò probabilmente già morto quando sarà divenuta di interesse mondiale. Al momento è una bella competizione locale ma molti tifosi americani preferiscono vedere le partite della Premier League o della Serie A. In questo senso, se nascesse davvero una Superlega europea, che porterebbe alcune gare ad essere disputate anche nel weekend, ci sarebbe un ulteriore rallentamento della crescita della MLS. Ho rifiutato l'opzione di acquisire la franchigia londinese che partecipa alla OverWatch League a causa della mancanza di fiducia nelle opportunità di ricavi che i giochi digitali possono portare".

 

https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/roma/2019/05/06/news/roma_pallotta_il_nuovo_stadio_siamo_sui_tempi_del_colosseo_-225620590/

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