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zlafe

ItalVolley: si va a Rio! World Cup agli USA

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Sisi chiaro.. è palese che ha avuto contrasti in passato con Mosna (non mi ricordo di episodi particolari ma sicuramente quanto il presidente di Trento era a capo della Lega)

 

E nominare allenatore Blengini, invece che Stoytchev ad esempio, confermerebbe ulteriormente questa teoria!

 

 

Montali è da troppo tempo fuori dal giro della pallavolo e ormai ha cambiato vita e credo che nemmeno a lui interessi rimettersi in gioco tornando ad allenare la nazionale col rischio di rovinare il ricordo della sua nazionale degli anni 2000

 

Un Anastasi 2 lo abbiamo già avuto e onestamente a me non ha lasciato un buon ricordo, ma sempre meglio che avere Blengini.. anche se ormai mi sto rassegnando  .oddio

 

E' vero, Anastasi 2 non ha convinto, però può dare una spinta in più. Si parla anche di Lorenzetti, attuale allenatore del Modena. 

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Tutti tranne Stoytchev insomma!

 

Tra un po' ci mettono in mezzo anche Lucchetta e Claudio Galli  :261:

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Tutti tranne Stoytchev insomma!

 

Tra un po' ci mettono in mezzo anche Lucchetta e Claudio Galli  :261:

 

No, Stoytchev gli sta sul c****! sefz Parlano anche di Bernardi.

 

PS: Sarebbe ora che quello str**** di Magri si levi dalle palle, sono 20 anni che guida la Fipav .bah

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Articolo di Luca Muzzioli che condivido in pieno.. dalla prima all'ultima parola (punteggiatura compresa)

Premesso, e interesserà a pochi, secondo me il ciclo azzurro di Mauro Berruto si era esaurito dopo il Mondiale di Polonia, per lui e per il suo staff.

Un ciclo che ci ha fatto divertire, emozionare, gioire e soffrire. Bronzi d'oro come quello olimpico (era il risultato alla portata, troppo superiori Russia e Brasile), argenti d'oro come quelli di Copenhagen 2013, ori mancati come a Vienna 2011, emozioni vibranti al torneo di qualificazione olimpico di Sofia, World League da 6 politico, una Grand Champions Cup da 8 pieno. Comunque belle emozioni per cui Mauro andrà sempre ringraziato.

Però.... detto ciò, questa federazione ha sbagliato due volte (a dire il vero nelle ultime settimane anche più) decidendo di non gestire il suo bene più prezioso. La Nazionale (lasciata sola) e l'immagine (a livello di strategie comunicazionali siamo all'ABC). Credo fermamente che nel momento che ha “non-deciso” di affrontare e analizzare pubblicamente l'esito del il Mondiale polacco (con la scusante del torneo iridato femminile alle porte su cui puntare i riflettori) e proseguire con il Ct di Torino, questo andava supportato, non sopportato. Andava spalleggiato, difeso.

I silenzi di quest'ultimo anno (come le assenze federali al fianco del team nella prima parte della stagione) sono la madre di tutti gli errori. Silenzi e assenze. Se poi al fianco del silenzio ufficiale aggiungiamo gli spifferi federali (sempre da parte dei soliti al servizio dei soliti con le solite modalità, a dispetto di tutti gli altri) che hanno fatto capire all'ex Ct di non godere della fiducia della Fipav - mancanza mai comunicata apertamente -. Ciò ha indotto al gesto che lo fa uscire da vincitore, mentre pone il movimento sulla faccia della medaglia perdente.

Sì, vince Mauro che se ne va. Seppur in una situazione non facile della sua gestione, alla vigilia di decisioni importanti, dopo altre decisioni popolari o impopolari di inizio estate. Nonostante tutto questo vince lui. Che piaccia o no al mondo dei social che ha troppo facilmente dimenticato che dietro ai personaggi pubblici da dileggiare liberamente a colpi di tastiera ci stanno sempre e comunque delle persone. Vince lui perché lo fa dicendo che alle regole non si deroga, neanche per conservarsi una poltrona di prima classe nella corsa al sogno olimpico.

Perde la Federazione che non l'ha difeso. Senza mai intervenire nel fuoco di fila arrivato a 360°. I rumors su quanto le parti (Magri e Berruto) si siano detti lunedì fatte uscire ad arte su alcuni media sono state il segnale. Una persona con la dignità del tecnico torinese non poteva restare a dispetto di chi da una parte dice “le faremo sapere” e dall'altra alimenta focolai senza adoperarsi a spegnerne altri.

La verità (la mia) è che la Fipav (intesa come vertice politico/gestionale, non punto il dito su chi lavora sodo negli uffici centrali e nei comitati periferici) è nel caos, incapace di seguire quanto causato con la propria non-gestione. Organizza eventi, si candida per ogni possibile appuntamento, senza riceverne vantaggi politici a livello internazionale ma nello stretto non sa gestire una squadra nazionale, “LA” squadra nazionale. Manda formazioni senza senso logico a Baku per rispettare richieste politiche, impone d'imperio il club Italia poi non comunica nei tempi nemmeno la lista atleti, ha dipendenti che si permettono di apostrofare giornalisti sui campi internazionali e che nonostante ciò restano impuniti...

Meglio il calcio. Sì, meglio il calcio. Quando Prandelli si è dimesso, si è dimesso a ruota anche il presidente federale Abete. Se il progetto tecnico del Ct aveva fallito allora la responsabilità era anche dei vertici federali. Qui Berruto si dimette invece Magri resta - inamovibile - e deciderà il prossimo Ct. Fingerà di far passare i nomi al vaglio di un Consiglio federale esautorato (che gli stessi consiglieri si lamentino che tanto è sempre tutto deciso dai soliti due/tre, è noto) e si andrà avanti così. Come se niente fosse.

Ed ora via al toto tecnico. A un mese dalla World Cup, con i “fab four” da gestire, come il potenziale arrivo in gruppo di Juantorena con cui aveva parlato Berruto.

Chapeau

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Joined: 01-Jan-2009
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Sono d'accordo, Berruto doveva andare via dopo il mondiale, Magri va cacciato a calci in c**o. Si punti su Stoytchev, secondo me l'unico che possa fare la differenza

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Leggo blengini

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Inviato (modificato)

Nazionale a Blengini con un incarico a tempo.. fino a ottobre dopo gli europei (per evitare il doppio incarico?!) e poi si vedrà!!  .oddio

 

Che gran bel modo per preparare al meglio le Olimpiadi

Modificato da zlafe

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Io odio Magri, lo odio profondamente, Blengini è un sopravvalutato. Evidentemente non vogliono far crescere la nazionale

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Caro Magri il doppio incarico di Stoytchev ti faceva schifo, quello di Blengini ti sta bene? .oddio .oddio

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Ed ecco che arriva la prima vaccata di Blengini.. dei 4 c'è il ritorno solo di 2 (ovviamente Zaytsev e Sabbi.. molto prevedibile dato che è il suo opposto a Macerata)

No a Travica e invece che chiamare Baranowicz convoca nonno Sottile!!  .oddio  E guarda un po' era il palleggiatore della sua Latina lo scorso anno.. che m***a

A sto punto già che c'era poteva lasciare a casa Rossini e chiamare Manià

 

Per il resto c'è finalmente l'ingresso di Juantorena, mentre non si vedono ancora Parodi e Kovar.. qui direi che li vorrà preservare per la stagione di Macerata e quindi a completare il reparto di posti 4 ci sono Antonov e Massari

 

Detto questo con Giannelli, Zaytsev, Juantorena, Lanza, Birarelli, Buti/Piano, Colaci dobbiamo spaccare parecchi culi senza se e senza ma!! 

 

Palleggiatori: Daniele Sottile, Simone Giannelli, Davide Saitta
Schiacciatori: Osmany Juantorena, Filippo Lanza, Oleg Antonov, Jacopo Massari
Opposto: Luca Vettori, Ivan Zaytsev, Giulio Sabbi
Centrali: Simone Buti, Matteo Piano, Emanuele Birarelli, Simone Anzani
Liberi: Salvatore Rossini e Massimo Colaci.

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È proprio assurdo in che mani sta la pallavolo italiana. Blengini è un altro servo, poi magari smentisce tutti, ma ad oggi vale poco

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Comunque so contento che punti sul giovine palleggiatore

 

a me travica non è mai piaciuto (ripeto che comunque è un commento da ignorante dello sport)

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Nemmeno a me Travica non ha mai convinto troppo ma questa decisione non mi piace per 2 motivi:

1) Perché riprendere in nazionale solo 2 dei 4 che hanno commesso la cazzata? O li perdoni tutti o nessuno!! (tra l'altro la decisione di berruto di cacciarli era condivisa dallo staff, e quindi anche blengini, e avvallata dalla federazione, ovvero magri.. ora tutti a sparare contro berruto ovviamente)

2) pur quanto talentuoso Giannelli è pur sempre un 19 con pochissima esperienza alla spalle e puntare forte su lui può rischiare di essere devastante se non dovesse girare bene (non me lo auguro).. per questo dovevi affiancargli una figura tra il palleggiatore con grande esperienza che gli insegna a gestire la pressione dei momenti delicati (uno alla vermiglio) oppure un altro alzatore di livello che può sostituirlo in caso di difficoltà (e questo poteva essere proprio travica oppure baranowicz).. sottile .oddio e saitta non sono ne l'uno ne l'altro!

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Ho chiuso l'altro topic e spostato di qua gli ultimi interventi sul post World League. Mi dispiaceva perdere interventi interessanti che comunque riguardano da vicino i prossimi eventi in programma per la nazionale.

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Nel frattempo Travica dice la sua sull'esclusione:

 

 

Pallavolo - Travica: "Non doveva finire così, non credo di meritarlo"

Il palleggiatore epurato dalla Nazionale dall'ormai ex ct Mauro Berruto racconta finalmente la propria versione dei fatti sul proprio blog, da cui traspare una grandissima amarezza: "Le motivazioni non sono state solamente disciplinari"

 

Per Dragan Travica è il giorno della verità. O almeno della sua verità, quella taciuta in prima battuta dopo essere stato cacciato dal ritiro della Nazionale dall'ex ct Mauro Berruto, prima dell'inizio delle Final Six di World League insieme a Ivan Zaytsev, Giulio Sabbi e Luigi Randazzo. Ora, dopo che Sabbi e Zaytsev sono stati riconvocati dal nuovo ct Blengini e lui e Randazzo invece no, questo diventa il tempo delle confessioni. E così Drago racconta tramite il proprio blog quello che è accaduto insieme a qualche retroscena. Dalla lunga lettera aperta traspare tanta amarezza, seppur con l'ammissione di aver sbagliato nel fare tardi quella sera. Ecco il testo integrale di quanto scritto dall'ormai ex capitano della Nazionale azzurra di pallavolo. "Azzurro macchiato. Sono disteso sul parquet di una palestra nella periferia di Rio de Janeiro, non sto nemmeno facendo stretching, guardo l’infinito assorto nei miei pensieri. Penso a quanto è pesante questo momento, a quanto tutto si muove al rallentatore, a quanto è teso l’ambiente che mi circonda, anche il mio sorriso lo è. Mi disincanto pensando che domani ci sarà tutto il giorno libero e mi farà bene alla testa. Mi alzo e vado sotto la doccia. Cena in hotel. C’è un ristorante italiano proprio a poche centinaia di metri, quindi a cena decido di non abbuffarmi. Avevo una gran voglia di pasta e pizza italiana. Così, in compagnia, a pancia mezza vuota ci incamminiamo. Alla nostra sinistra ci sono le onde dell’oceano che fanno sempre un rumore affascinante, c’è energia positiva. Ci sediamo, sono più o meno le 22.00, ordiniamo del cibo italiano e leggo un messaggio di Mauro che dice di rientrare entro le 23.30. Lo rileggo e lo comunico alla squadra. Sono perplesso, siamo perplessi. Dentro al ristorante fa eco questa frase: “Il giorno dopo è libero, perché alle 23.30?”Solitamente non ci era mai stato dato un rientro preciso quando il giorno dopo era libero, o comunque non ci era mai stato dato prima della mezzanotte. Ecco perchè sono rimasto perplesso e un filo infastidito perché da lì a poco più di un’ora dovevamo rientrare. Era sabato, la domenica sarebbe stata libera, e la partita d’esordio sarebbe stata il mercoledì. Non capivo il senso di quel messaggio, o meglio, non ne capivo un senso costruttivo. Quella serata e il giorno dopo le avevo pensate come gli ultimi momenti di svago prima di entrare definitivamente con la testa nella finale, sapevo che avrebbe fatto bene un po’ a tutti, così ho scosso la testa e ho smesso di dondolarmi sulla sedia, sbuffando. Ricordo perfettamente che il giorno precedente a quella sera mi sono sentito dire, non dai miei compagni di squadra, di provare oltre che ad allenarci bene anche di rilassarci un po’, di alleggerire la testa, di sfruttare i momenti liberi, “poi da lunedì tutti con la testa nello scatolone”. Quella frase mi risuona ancora oggi. La mia mente, quando faccio per posare il cellulare sul tavolo, va alla partita del Foro Italico contro il Brasile, anzi al giorno prima. Sulla strada verso gli spogliatoi, prima dell’allenamento di rifinitura, mi viene comunicato che dopo la partita (quella partita, come ricorderete, finì molto tardi) potevamo mangiare dove volevamo, che eravamo liberi e che, addirittura, potevamo dormire fuori dall’hotel. Non mi era mai successo, in quasi otto anni di Nazionale, di avere il permesso di dormire dove volevo durante un ritiro, per di più a due giorni da una partita, con uno spostamento di un paio di centinaia di km e due allenamenti in mezzo. Si perché venerdì giocammo al Foro Italico, ma la domenica si replicava a Firenze, sempre contro il Brasile. Non sto qui nemmeno a giudicare se era giusto o meno, non sto a dire se abbiamo fatto tardi o meno e se qualcun ha dormito fuori o in hotel. Non è questo il punto.Odio giudicare, ma amo dire quello che penso, a modo mio, e in questo caso è giusto farlo anche in maniera completa, perché di completo ultimamente c’è stato proprio pocoTorniamo a Rio. La premessa è importante: l’ambiente era molto teso, ormai da tempo, da troppo tempo e i famosi “penso ma non dico” erano all’ordine del giorno. In questo preciso istante mi viene in mente l’immagine del bruco che mangia una mela caduta a terra, e piano piano marcisce. C’era poco dialogo, c’era incoerenza, c’era egoismo, staff e giocatori camminavano su due binari diversi, distanti e in direzioni opposte. Non ci si guardava nemmeno più negli occhi. Io personalmente stavo soffrendo, sia per come stavamo in campo, sia per come ci stavamo preparando ad una finale, sia perché volevo fare, fare e ancora fare ma c’era come se qualcosa mi tenesse e mi tirasse indietro e una volta voltatomi non vedevo nessuno. Non riuscivo a trovare risposte ai mille “perché” che mi giravano per la testa. Sembrava di vivere una convivenza forzata. Una sensazione bruttissima, soprattutto nello sport. Sono convinto ancora oggi che stessimo soffrendo tutti tanto. La verità, in poche parole, è che non si doveva arrivare a quel punto. Invece ci siamo arrivati, e di peso. Al ristorante, dopo aver ricevuto quel messaggio, si chiacchierava, si scherzava e si mangiava del buon cibo italiano. Non volevamo tornare in hotel, non lo credevamo giusto in quel momento, il giorno dopo era senza allenamenti e volevamo respirare un po’ di libertà e un po’ di spensieratezza. Onestamente non c’era davvero niente di male nel farlo. Avevamo voglia di stare ancora insieme quella sera, si stava davvero bene. Ovviamente eravamo pienamente consapevoli che stavamo disobbedendo ad una regola, ma in quel momento ci sentivamo tutto tranne che in colpa. Anche questo mi ha fatto pensare. Ci alziamo, prendiamo un taxi e andiamo a vedere un quartiere caratteristico di Rio, con un bel panorama di luci dall’alto, una scalinata tutta colorata e molto artistica, facciamo qualche foto mentre passiamo in mezzo a tre bambini che a piedi nudi giocano a calcio in mezzo alla strada. Tra una battuta e l’altra finisce la scalinata e decidiamo di sederci ad un tavolo e ordinare la classica bibita brasiliana, la Caipirinha. C’era davvero un bel clima, finalmente. Esce anche qualche confidenza sul momento che stavamo vivendo, condivisione di molti pensieri e in qualche modo stavamo caricandoci per fare una finale al meglio delle nostre capacità, che in quel momento non erano sicuramente le nostre migliori di sempre. Ma dovevamo e volevamo provarci. La medaglia era alla nostra portataLo sapete anche voi quando si passano quelle serate in compagnia, fatte di poco, di quel poco che basta, di chiacchiere e spensieratezza, e una volta tornato a casa si ha la sensazione di aver passato un momento piacevole, leggero, utile, lo ripeto, utile. In quell’istante, ironia della sorte, veniamo beccati, ovviamente inconsapevolmente. L’avremmo scoperto l’indomani. Già dalla mattina seguente sento che qualcosa non va, ma decido di non pensarci. Arriva sera, riunione dell’ultimo minuto. Ci sediamo e l’ultimo chiude la porta. La comunicazione era quella che mi aspettavo. Qualcuno dello staff quella notte ci ha visto attorno a quel tavolo verso le due e il giorno dopo lo ha detto all’orecchio di Mauro Berruto. Era quindi appurato che là fuori non eravamo solo in quattro. La conoscete anche voi quella frase che recita “la legge è uguale per tutti”. Non vi viene da sorridere anche a voi adesso? Forse sono dettagli, ma io sono pignolo. Mi sono sentito spesso dire che staff e giocatori sono due cose diverse, ma ho sempre preso le distanze da questa teoria. In una squadra si è tutti ugualiLa mattina successiva l’aereo che torna in Italia ha quattro posti che ci aspettano. Dopo la riunione me ne torno in camera. E’ stata una notte infinita e insonne come il viaggio per tornare a casa, e i pensieri formavano un tornado inesauribile. Credo che potrei scrivere un’enciclopedia se mettessi nero su bianco tutto quello che mi è passato per la testa in quei giorni. Uno dei tanti era la sensazione di aver subito un’ingiustizia. Mi spiego meglio: sono pienamente consapevole di aver disobbedito ad una regola, e sono pienamente d’accordo che quando si disobbedisce ad una regola, giusta o sbagliata che sia, bisogni pagare. E mi sembra di aver pagato più che sufficientemente. Credo fosse giusto prendere provvedimenti nei nostri confronti, come credo anche che se ne potessero prendere molti altri e diversi da quello inflittoci. Ma è successo quello che è successo e andava accettato. Ho avuto l’onore di passare abbastanza estati in Nazionale per averne viste di tutti i colori. Di cotte e di crude. I miei occhi hanno visto molto peggio, le mie orecchie hanno sentito molto molto peggio rispetto a quello che è successo quel sabato sera di Rio. Era palese che ci fosse dell’altro in quella punizione.Ogni giorno che passa mi rendo sempre più conto che le motivazioni non sono state solamente disciplinari…anzi. Quasi mi vergogno a dirlo, ma lo penso, è più forte di me. Non so se quella decisione, prima pensata, ragionata, e poi concretizzata una ventina d’ore dopo l’accaduto, fatta dall’allenatore e condivisa dalla Fipav, sia stata un decisione di forma, di convenienza, autoritaria, politica, rancorosa, o sia stata la classica “palla al balzo” da calciare di collo pieno, non lo so. Cioè lo immagino, ma non ne sono sicuro e quando non sono sicuro di qualcosa preferisco non esprimere opinioni. Uscito da quella stanza ho deciso di prendermi le mie responsabilità, in silenzio. Senza se e senza ma. Sono state settimane in cui ho parlato poco, non ne avevo voglia, avevo solo il desiderio di starmene a casa con le persone che con uno sguardo hanno capito tutto e mi hanno abbracciato. Mi sento abbastanza lucido e abbastanza maturo da capire che bisogna prendersi sempre le proprie responsabilità, soprattutto quando queste responsabilità pesano e bruciano come i carboni ardenti. L’ho sempre fatto e continuerò sempre a farlo. Non ricordo altre volte in cui abbia disobbedito ad una regola nel mio percorso con la maglia azzurra, e se sono arrivato a farlo lì e in quel momento sono convinto che non sia successo per caso. Inconsciamente o consciamente nulla succede per caso. Da quando ho lasciato quella stanza non ho mai avuto un confronto con nessuno, o almeno non l’ho avuto con chi ha preso quella decisone. Zero, vuoto assoluto. E’ finita così. Nemmeno il tempo di uno sguardo. Sarei falso a non dire che mi sarei aspettato un confronto, ma la mia non è una polemica, è solo una considerazione ovvia che faccio quando due parti hanno condiviso tanto insieme e in un attimo le strade si sono biforcate. Non è una questione di regole, non è una questione di logica, è una questione di pancia, di animo, di cuore. Di umanità. Altrimenti a che cosa serve costruire rapporti? Credo nei rapporti umani, mi sono sempre alimentato da questi, e spero di non smettere mai di farlo. Nemmeno dopo tutta questa storiaHo girato abbastanza grazie alla pallavolo, ho conosciuto persone di varie culture e varie mentalità. In Russia mi dicevano sempre che noi italiani parliamo tanto, gesticolando in continuazione. Credo faccia parte della nostra cultura. Comunicare è una cosa bellissima e sicuramente in Italia lo sappiamo fare molto bene. Mi sono reso conto però, molto spesso,che noi parliamo tanto senza guardare negli occhi. Abbiamo perso quella sensibilità d’animo fondamentale per avere fiducia nel prossimo e rispetto nel prossimo, che sono le basi per costruirsi e svilupparsi come popolo. Per quella maglia ci ho messo la faccia, spesso e volentieri, e il cuore in ogni singolo secondo, in ogni singola palla. Lo voglio fare anche ora, in questo ultimo capitolo. Chi mi conosce come atleta sa che ho sempre fatto il massimo per dare il giusto esempio, dentro e fuori dal campo, e credo di aver sempre dato un buon contributo in questo senso. Ho dato tutto e tanto, volevo sempre stare in prima fila, soprattutto quando la m***a non ci faceva nemmeno più respirare. C’è storia se mi penso con quella maglia addosso, ci sono un mare di cose belle da raccontare, ma non mi va nemmeno di elencarle perché odio parlare bene di me stesso e non ho mai preteso una pacca sulla spalla da nessuno in vita mia. Mi sono sempre arrangiato, per voglia di farlo e a volte per forza di cose. Credo solo che non dovesse finire così, credo di non meritarlo. Questa sarà l’unica cicatrice che porterò con me dopo aver vissuto queste ultime settimaneVoglio ringraziare chi c’era in quella camera d’albergo quella domenica dopo la riunione. Credo che quel momento, per quanto fosse triste, mi abbia fatto capire il senso della vita. Non dello sport, della vita. Ringrazio Giovino, il mio eterno compagno di stanza. La mattina seguente, con la valigia in spalla, l’ho abbracciato per salutarlo e dopo tanto tempo mi ha fatto piangere. Nessuna parola, solo un lungo abbraccio. Ti conosce bene solo chi ti vede piangere. Pura verità"

 

 

 

 

 

 

 

bhè alla fine non dice non ci sono accuse dirette

 

fatto sta che se il ct fosse rimasto berruto non so come sarebbe finita

essendo cambiato non so se c'è molto da commentare.. forse è semplicemente una scelta tecnica.. illuminatemi

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Inviato (modificato)

Ho chiuso l'altro topic e spostato di qua gli ultimi interventi sul post World League. Mi dispiaceva perdere interventi interessanti che comunque riguardano da vicino i prossimi eventi in programma per la nazionale.

 

Bravo, potere dei moderatori! sefz

 

PS: Come metto il calendario in prima pagina, adesso?

Modificato da sangigibuffon

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La Nazionale Italiana di volley maschile sta rinascendo a Cavalese sotto gli ordini del nuovo CT Chicco Blengini. Nell’amena località montana, tra le suggestive Dolomiti della Val di Fiemme, gli azzurri devono voltare pagina dopo il disastroso Mondiale in Polonia (tredicesimo posto, peggior risultato degli ultimi trent’anni) e la brutta World League culminata con la “Cacciata dei 4” che ha poi portato alle dimissioni di Berruto e alla ridefinizione dei giocatori in campo.

 
Chiaro anche il planning di lavoro di Birarelli e compagni. Fino al 9 agosto saranno impegnati con gli allenamenti a Cavalese, sessioni sempre a partire dalle ore 17.00 circa fino alle 19.30. Qualche giorno di pausa e riprenderanno poi il 13, Ferragosto in montagna, chiusura il 17 agosto. Nuovo stop e ultimo periodo di allenamenti dal 22 al 26 agosto.
 
A quel punto ci si preparerà per le amichevoli. La Federazione ne aveva già schedulate due qualche mese fa: il 27 a Trento e il 28 a Verona, sempre contro l’Argentina. Sì, la squadra di Julio Velasco, il guru del volley internazionale che ci guidò alla vittoria di due Mondiali. Quel Velasco di cui Blengini è stato vice per sei anni tra Piacenza, Modena e Montichiari. Un’autentica sfida del cuore che ci farà capire qualcosa in più di questa Italia e sulle sue reali potenzialità.
 
Terminate le due sfide sarà tempo di fare le valigie alla volta del Giappone dove l’8 settembre inizierà la Coppa del Mondo, il primo evento qualificante alle Olimpiadi 2016. L’Italia debutterà contro il Canada.

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Manca meno di un mese all’inizio della Coppa del Mondo di volley maschile, appuntamento cruciale della stagione perché assegna i primi due pass per le Olimpiadi 2016.

 

L’Italia volerà in Giappone a caccia del biglietto aereo per Rio de Janeiro e di una qualificazione fondamentale per l’intero movimento. Gli azzurri saranno impegnati in estremo Oriente dall’8 al 23 settembre: 11 partite in 15 giorni con due trasferimenti all’interno del Paese. Un’autentica maratona.

 

Sarà anche un tour de force per i supporter di Birarelli e compagni, costretti a notti insonni per seguire la banda di Chicco Blengini. Molte partite dell’Italia, infatti, saranno nella nostra notte costringendoci ad autentici veglioni.

 

Di seguito l’intero calendario dell’Italia con giorni e orari. Come potrete vedere avremo 4 partite alle 5 del mattino, 3 incontri alle 4 di notte, altri 3 alle 8 del mattino e la sfida contro i padroni di casa all’ora di pranzo. In Giappone sono avanti sette ore rispetto all’Italia.

 


MARTEDÌ 8 SETTEMBRE:


05.10     Italia vs Canada (a Hiroshima)


MERCOLEDÌ 9 SETTEMBRE:


05.10     Italia vs Australia (a Hiroshima)


GIOVEDÌ 10 SETTEMBRE:


05.10     Italia vs Egitto (a Hiroshima)


VENERDÌ 11 SETTEMBRE:


Giornata di riposo


 


SABATO 12 SETTEMBRE:


05.10     Italia vs USA (a Hiroshima)


DOMENICA 13 SETTEMBRE:


12.20     Italia vs Giappone (a Hiroshima)


LUNEDÌ 14 e MARTEDÌ 15 SETTEMBRE:


Giorni di riposo e di trasferimento


 


MERCOLEDÌ 16 SETTEMBRE:


08.10     Italia vs Iran (a Osaka)


GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE:


08.10     Italia vs Tunisia (a Osaka)


VENERDÌ 18 SETTEMBRE:


08.10     Italia vs Venezuela (a Osaka)


SABATO 19 e DOMENICA 20 SETTEMBRE:


Giorni di riposo e di trasferimento


 


LUNEDÌ 21 SETTEMBRE:


04.10     Italia vs Russia (a Tokyo)


MARTEDÌ 22 SETTEMBRE:


04.10     Italia vs Argentina (a Tokyo)


MERCOLEDÌ 23 SETTEMBRE:


04.10     Italia vs Polonia (a Tokyo)


 


Vai con le ore piccole! .rulez


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Cristo infattibile

 

io mi facico le repliche .asd

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Cristo infattibile

 

io mi facico le repliche .asd

 

Infatti io ero ironico .asd Già ho iniziato a lanciare le bestemmie .asd 

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CONVOCATI PRE RITIRO

 

Centrali: Mengozzi, Buti, Piano, Birarelli, Anzani, Alletti

Palleggiatori: Sottile, Giannelli, Saitta

Schiacciatori/opposti: Vettori, Juantorena, Zaytsev, Lanza, Antonov, Sabbi, Botto, Massari

Liberi: Rossini, Giovi, Colaci

Modificato da sangigibuffon

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Prima intervista italiana di Juantorena

Modificato da sangigibuffon

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CONVOCATI COPPA DEL MONDO

 

Centrali: Mengozzi, Buti, Piano, Birarelli, Anzani, Alletti

Palleggiatori: Sottile, Giannelli, Saitta

Schiacciatori/opposti: Vettori, Juantorena, Zaytsev, Lanza, Antonov, Sabbi, Botto, Massari

Liberi: Rossini, Giovi, Colaci

 

Queste sono le preconvocazioni per il ritiro.. alla coppa del Mondo ne andranno 14 

 

Verranno tagliati 2 centrali, 1 palleggiatore, 2 attaccanti di palla alta e 1 libero

Modificato da zlafe

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Queste sono le preconvocazioni per il ritiro.. alla coppa del Mondo ne andranno 14 

 

Verranno tagliati 2 centrali, 1 palleggiatore, 2 attaccanti di palla alta e 1 libero

Sì, infatti mi sono fatto fregare dal sito Fipav, che riportava quell'elenco come i convocati per la coppa

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Joined: 01-Jan-2009
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Intanto cambia la formula della World League 2016

 

 

Inattesa rivoluzione per la prossima edizione della World League di volley maschile. La competizione itinerante, il cui nuovo format aveva convinto ed entusiasmato nelle ultime due stagioni, è stata radicalmente stravolta dal Consiglio della FIVB riunitosi ieri a Losanna (Svizzera).

 
Le novità sono dovute alla necessità di ridurre la durata della manifestazione a massimo un mese visto che prima si dovranno disputare gli ultimi tornei di qualificazione olimpica e poi dal 5 agosto si disputeranno le Olimpiadi a Rio de Janeiro.
 
 
 
Alla World League prenderanno parte sempre 32 squadre divise in tre fasce, proprio come nel 2014. La novità sta però nel fatto che nel Gruppo 1 saranno presenti 12 Nazionali e soprattutto nel meccanismo di gara: ora si disputeranno tre weekend in una sede unica dove, di volta in volta, si affronteranno quattro formazioni stilando poi una classifica finale tra le 12 partecipanti; in questa stagione, invece, erano presenti due classici gironi da 4 squadre ciascuno dove le varie formazioni si affrontavano due volte per weekend, alternandosi tra casa e trasferta.
 
 
 
Il meccanismo diventa così identico a quello del Grand Prix femminile. Alle Final Six si qualificheranno le prime cinque della classifica generale e il Paese organizzatore (ancora da decidere la sede dell’atto conclusivo, il cui tanto discusso format in due gironi da 3 più semifinali è stato confermato).
 
L’Italia è naturalmente nel Gruppo 1 insieme a: Francia, Serbia, USA, Polonia, Brasile, Iran, Australia, Russia (le squadre già presenti nella massima fascia nel 2014), Bulgaria, Argentina e Belgio (promosse dal gruppo2 insieme alla detentrice Francia).
 
 
 
Questo il programma dettagliato della World League 2016 di volley maschile:
 
PRIMO WEEKEND, 17-19 giugno:
 
Pool A (in Australia): Italia, Francia, Australia, Belgio
 
Pool B (in Brasile): USA, Brasile, Iran, Argentina
 
Pool C (in Russia): Serbia, Bulgaria, Russia, Polonia
 
SECONDO WEEKEND, 24-26 giugno:
 
POOL D (in Polonia): Francia, Polonia, Argentina, Russia
 
POOL E (in Italia): Italia, USA, Australia, Belgio
 
POOL F (in Serbia): Serbia, Bulgaria, Brasile, Iran
 
TERZO WEEKEND, 1°-3 luglio:
 
POOL G (in Francia): Francia, Brasile, Belgio, Polonia
 
POOL H (in USA): USA, Bulgaria, Australia, Russia
 
POOL I (in Iran): Italia, Serbia, Iran, Argentina
 
 
 
Il Gruppo 2 sarà composto da 12 squadre: Giappone, Paesi Bassi, Canada, Finlandia, Repubblica Ceca, Cuba, Corea del Sud, Portogallo (squadre già nel gruppo2 nel 2014); Egitto, Turchia, Slovacchia, Cina (promosse dal gruppo3 del 2014). Anche in questo caso tre weekend in Pool rotanti, le migliori tre della classifica si qualificano alla Final Four insieme al Paese organizzatore.
 
La composizione del Gruppo 3 non è ancora stata resa nota (ci saranno 8 squadre).

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