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jyanluka

Juventus Story: nelle sale finalmente il film sulla società bianconera

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Il 11/10/2016 alle 13:52 , CRAZEOLOGY ha scritto:

 

Penso che uscirà anche il dvd, magari per Natale. E' una cosa voluta dall'alto. Serve a riverniciare e ridare un po' di smalto alla famiglia, che negli ultimi anni ha dato l'idea di essere molto distante dalla passione bianconera  e più impegnata in questioni di potere (calcio compreso). 

Te lo sei perso ora, ma avrai modo di vederlo se vuoi. Ne sono praticamente certo. 

totalmente in accordo

senza se e senza ma

non l'ho visto

e molto probabilmente mi emozionerò

ma puzza di ..............fim lucesefz

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Molto bello! 

Modificato da -m@rio-

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Il 14/10/2016 alle 18:11 , Dex ha scritto:

il problrma e che JE non era affatto solo....ma circondato da avvocati con esperienza trentennale e tra i migliori al mondo...e proprio a proposito di normativa con tutte le lacune clamorose di quel processo pare difficile pensare che a nessuno sia venuto in mente di fare un ricorso, di allungare il processo etcetc.......prima volta in italia in cui un processo dura 2 settimane...pure un processo per il furto di un motorino dura anni....figurati una cosa cosi mastodontica

 

Nessuno chiedeva di vincere ma di provarci, di difendersi....e questo credimi è una cosa che avrebbe fatto chiunque....chiunque avesse VOLUTO almeno....

 

Mi dispiace ma l inesperienza puo spiegare  un errore strategico etc...non la rinuncia completa a difendersi in una situazione cosi palesemente ambigua

 

Poi era giovane ma aveva pur sempre 30 anni e da qualche anno (non mese) era a capo di una holding che fattura centinaia di miliardi....abbastanza per capire semplicemente di fare un ricorso o farlo capire all esercito di professionisti trentennali che gira attorno exor

 

La questione e sicuramente diversa

 

tipo zaccone? infatti si è fidato proprio degli avvocati con esperienza trentennale.

e poi...pur sempre 30 anni? e quindi? che esperienza hai a 30 anni a quei livelli? non si parla mica di chiudere un bilancio, si tratta di affrontare, anche e sopratutto mediaticamente, lo scandalo calcistico più grave di tutti i tempi? a parole siamo tutti bravi.

 

io rimango della mia idea, e non la cambio. per me nn era in malafede, infatti poi è stato costretto ad investire per far tornare, o provarci, la juventus ai fasti del passato. per me tutti gli errori che ha fatto sono stati dettati dall'inesperienza e dal fidarsi ciecamente dei consulenti, consiglieri, o figure di riferimento.

e tutte le minghiate del tipo "voleva far fuori moggi" nemmeno le commento, visto che da azionista bastava non rinnovargli il contratto.

 

sul provare a difendersi poi andiamoci piano. perchè se i tuoi avvocati ti dicono "se ci difendiamo è molto probabile che ci mandino in serie C", ci sarei andato molto cauto dal farlo.

e con il senno di poi, visto come sono andati i processi ordinari, non so se sia stata una scelta sbagliata. il processo durato due settimane fu quello sportivo, non fare confusione.

quella corte voleva una punizione esemplare per la juve. difesa o non difesa. e l'avrebbe ottenuta, lo sappiamo tutti.

 

ma ripeto, ognuno rimane della sua idea. la mia, che si basa esclusivamente sulla MIA valutazione personale dei fatti, giusta o sbagliata che sia, è che JE abbia commesso errori madornali, che non sono necessariamente sintetizzabili con la mancata difesa. ma sempre in buona fede. chi la pensa diversamente pazienza.

Modificato da mik.mac

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Il 14/10/2016 alle 19:38 , Anth_Hardy ha scritto:

Oh comunque io il biglietto invece di 10, l'ho pagato 5 euro.
Eravamo in due, ci siamo messi a chiacchierare con la cassiera che è andata in pappa,

le diamo 20 euro e lei gentilmente ci porge i biglietti e due banconote da 5.

 

.asd

Io l ho pagato 8. E non so il perchè .asd

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15637 messaggi
Il 15/10/2016 alle 14:35 , wmontero ha scritto:

totalmente in accordo

senza se e senza ma

non l'ho visto

e molto probabilmente mi emozionerò

ma puzza di ..............fim lucesefz

 

Si. L'impressione che mi ha dato è questa.

Modificato da vikke55

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Il 14/10/2016 alle 19:35 , E.T. ha scritto:

 

eh...però, guarda un po', gli errori per inesperienza li ha solo commessi nella vicenda Juve

 

e il potere era sconfinato anche nel 2006

 

ma che discorsi sono. quella vicenda riguardava al juve. per il resto ha trattato al juve come qualsiasi altra proprietà, ha scelto e delegato le persone giuste e non ha messo becco. 

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Joined: 28-Nov-2010
11319 messaggi
Il 15/10/2016 alle 14:01 , CRAZEOLOGY ha scritto:

 

- 10 aprile 1996 
L’avvocato designa quale suo erede John Elkann. Conferisce infatti una quota del 25% in nuda proprietà del capitale della società “Dicembre ss”, che è la piccolissima capostipite di tutta la piramide di società sottostanti che fanno parte dell’impero finanziario e industriale torinese.
 

- 22 maggio 1996 
La Juve vince la Coppa dei Campioni. Viene intervistato l’Avvocato Agnelli che esce dallo Stadio Olimpico di Roma, dietro di lui una piccola folla di persone che lo accompagna. Al fondo di quella piccola folla c’è un giovanissimo John Elkann. Il giovane viene avvistato dalle tv anche in altre occasioni in compagnia di Gianni. 

 

- 17 luglio 1996 
L’Avvocato, prima di sottoporsi ad una operazione chirurgica, nella “lettera di Monaco” riconferma la volontà di designare come suo erede John Elkann. 
 

- 18 dicembre 1997 
John Elkann entra nel cda della Fiat.

- 15 gennaio 1998 
Il “Il Manifesto” pubblica un’intervista di Edoardo Agnelli, che dichiara: 
"Mio padre non voleva Iachi in consiglio Fiat, ma è stato costretto a farlo entrare..."
L’Avvocato risponde:
"La decisione è stata mia ed è stata presa immediatamente proprio per far sentire, anche simbolicamente, la continuità della vicinanza della famiglia nei confronti della Fiat e del management. Non c' è stata alcuna esitazione sulla scelta di John Elkann che, come ho già affermato, è giovane, ma ha già mostrato di possedere notevoli capacità e doti morali e gode di tutta la mia stima".

 

- 31 dicembre 2004 
John Elkann a Marrakech fa conoscenza del dirigente sportivo Jean-Claude Roger Gauderique Blanc . Tre mesi dopo, al “Cafè de Flore” di Parigi, gli chiede di entrare a far parte del cda della Juventus, e il francese accetta.

- 8 febbraio 2005 
Lapo Elkann, fratello di John, rilascia delle dichiarazioni dove si lamenta della mancanza di talenti come Cassano e di simpatia nella Juventus della Triade.

- 9 febbraio 2005 
Antonio Giraudo, ad della Juve, risponde a muso duro a quanto detto il giorno prima da Lapo, rimarcando la lunga lista di successi ottenuti anche senza il talento di Cassano e senza il sorriso.

 

- 11 maggio 2005 
Jean-Claude Blanc entra ufficialmente nel cda della Juventus insieme a Luigi Chiappero (avvocato), e insieme a Stefano Bertola (esperto economico dell’IFI). I giornali già parlano del francese come di un possibile sostituto di Giraudo. 

 

- 27 settembre 2005 
Lapo Elkann rilascia nuovamente dichiarazioni polemiche verso la Triade, paragonando Moggi e Giraudo a Caino e Abele. 

 

- 17 marzo 2006 
Breve dichiarazione di Franzo Grande Stevens: “Triade? Si cambia ovunque”.

 

- 24 marzo 2006 
La Triade viene riconfermata alla guida della Juventus.
In alcuni piccoli forum bianconeri del web qualcuno avanza qualche dubbio sulla riconferma. I rapporti della Triade con la tifoseria dello stadio non sono buoni, ma qualcuno arriva a dire: “meglio un anno in B, che continuare con quei due lì” . Forse qualcuno già sapeva che sarebbe successo qualcosa?

 

- 22 aprile 2006 
Ruggiero Palombo, su La giornalaccio rosa dello Sport, lancia una piccola anticipazione di quanto accadrà a breve, e scrive:
"Ricucci del pallone attenti all'estate" .
"Cosa potrebbe accadere se invece, magari, a campionato finito concluso nella quiete che precede la grande kermesse dei mondiali, spuntassero fuoridei bei fascicoloni che ci raccontano di questa o quella telefonata, di come il calcio viveva la sua quotidianità, non il secolo scorso ma un anno fa?" 
 

- Fine aprile 2006 
All'interno di IFIL, Andrea Agnelli non concorda affatto con quanto viene deciso sul futuro della Juve. Un venerdì pomeriggio lascia il suo ufficio nella storica sede IFIL di Corso Matteotti, al suo rientro il lunedì, dopo il weekend, l'ufficio non c'è più. In buona sostanza, di fatto, viene mandato/cacciato a Londra a lavorare con Giraudo nel settore immobiliare.
 

- 7 maggio 2006 
Juve – Palermo. Prima della partita Andrea Agnelli si reca sul campo e stringe la mano a Capello, Moggi e Giraudo. La curva espone uno striscione con la scritta: “La triade non si tocca”. Durante il match Franzo Grande Stevens viene visto confabulare parecchio in tribuna con John Elkann.
Al triplice fischio le tv inquadrano Bettega in lacrime, e intervistano Moggi, in lacrime anche lui. 
Poco dopo John Elkann rilascia la storica dichiarazione con la quale sancisce il cambio di rotta.
“Tutta la vicenda non ci lascia indifferenti, ma ci sono le sedi opportune per discuterne e per risolverle. Siamo vicini alla squadra e all’allenatore” . Un giornalista insiste e chiede se la famiglia è vicina anche alla dirigenza del club. John, visibilmente nervoso e infastidito, risponde di nuovo perentoriamente:“siamo vicini alla squadra e all’allenatore!” .
In quei giorni, in una puntata di "Porta a Porta" di Bruno Vespa, in rappresentanza della famiglia Agnelli, è presente Evelina Christillin (storica amica di famiglia) la quale sancisce ulteriormente la presa di distanza dalla Triade. 

 

.penso 

 

E si potrebbe continuare per giorni. 

Meno male che JE era giovane e inesperto. Pensa se fosse stato un vecchio volpone cosa avrebbe potuto combinare... 

Va detto però che, ad onor del vero, nel dopo calciopoli, acquisita una certa maturità e una certa sicurezza, finalmente ha cominciato a difendere la Juve con le unghie, con i denti, e con la spada. Basti vedere i giornali di famiglia come proteggono mediaticamente Andrea... .seg 

Le frasi del film, sia di JE che di LE, ad esempio, la dicono lunga. Moggi si era montato la testa. JE invece la testa se l'è montata a partire dal 1996. E forse anche da prima, quando ha capito (o gli è stato fatto capire), che forse l'erede dell'impero potesse essere lui. Nonostante ci fossero in vita ancora altri personaggi papabili in famiglia.  

E poi quello che credeva di essere il Sole sarebbe Moggi. JE no. Lui è giovane, inesperto, e umile. 

Certo, come no. sefz 

 

non cambia la mia idea. JE aveva il potere di fari fuori la triade come, dove, quando e per i motivi che gli pareva. non c'era bisogno svalutare una sua proprietà.

e comunque di quello che dicono i giornali io me ne sbatto. no perchè ultimamente avevo anche letto di un aut aut di JE ad AA "se non aggiusti il tuo matrimonio lasci la presidenza della juve". era pure virgolettato. s********e.

 

tra l'altro le dichiarazioni di edoardo agnelli per me lasciano il tempo che trovano. perchè la sua era una battaglia con una veduta molto più ampia, islam contro sionismo. infatti lo hanno fatto fuori. ma che l'avvocato fosse costretto (da chi?) a mettere nel cda un suo erede a me fa solo che ridere. poi ognuno la pensa come vuole. ma era PALESE che Edoardo non aveva la formazione, le competenze ed inizialmente l'interesse a diventare l'erede. negare questo significa negare l'evidenza.

 

per me elkann si è fatto f***e come un pivello da sciacalli e da pseudo amici di famiglia, da chi ha approfittato del vuoto di potere dato dalla mancanza di una generazione (giovannino) che avrebbe fatto il c**o a strisce a chiunque. come lo farebbe JE se calciopoli succedesse adesso. poi ognuno è libero di pensare che io sia illuso, che sia a libro paga di exor, fate voi. ma non mi schiodo dal mio ragionamento, nemmeno di fronte ad una cronologia di fatti che tra l'altro non sono manco tutti accertati.

Modificato da mik.mac

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21 minuti fa, mik.mac ha scritto:

 

non cambia la mia idea. JE aveva il potere di fari fuori la triade come, dove, quando e per i motivi che gli pareva. non c'era bisogno svalutare una sua proprietà.

e comunque di quello che dicono i giornali io me ne sbatto. no perchè ultimamente avevo anche letto di un aut aut di JE ad AA "se non aggiusti il tuo matrimonio lasci la presidenza della juve". era pure virgolettato. s********e.

 

tra l'altro le dichiarazioni di edoardo agnelli per me lasciano il tempo che trovano. perchè la sua era una battaglia con una veduta molto più ampia, islam contro sionismo. infatti lo hanno fatto fuori. ma che l'avvocato fosse costretto (da chi?) a mettere nel cda un suo erede a me fa solo che ridere. poi ognuno la pensa come vuole. ma era PALESE che Edoardo non aveva la formazione, le competenze ed inizialmente l'interesse a diventare l'erede. negare questo significa negare l'evidenza.

 

per me elkann si è fatto f***e come un pivello da sciacalli e da pseudo amici di famiglia, da chi ha approfittato del vuoto di potere dato dalla mancanza di una generazione (giovannino) che avrebbe fatto il c**o a strisce a chiunque. come lo farebbe JE se calciopoli succedesse adesso. poi ognuno è libero di pensare che io sia illuso, che sia a libro paga di exor, fate voi. ma non mi schiodo dal mio ragionamento, nemmeno di fronte ad una cronologia di fatti che tra l'altro non sono manco tutti accertati.

Non capisco un punto del tuo ragionamento.

Secondo te perché gli sciacalli e gli pseudo amici di famiglia hanno voluto ingannare JE, sfruttando la sua giovane età e il suo essere pivello? 

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Io non ho la minima intenzione di far cambiare idea a chi pensa che le vicende del 2006 siano state volute, o quanto meno organizzate, dalla proprietà della Juventus. Non ne ho né il tempo, né la voglia. E i pareri sono come i co*****i: ognuno ha i suoi.

Su quella vicenda ho una mia idea, che ho maturato in tante ore passate a documentarmi su libri, articoli, “post” di forum”, registrazioni di udienza, documenti processuali eccetera. Non ho la presunzione di ritenerla “vera”, ma tra tutte quelle di cui sono a conoscenza è senza dubbio la più coerente ed aderente ai fatti.

Già, perché stiamo parlando di fatti storici, e in questi casi il massimo cui si può aspirare è una teoria che:

  1. Sia aderente alla realtà, vale a dire che si basi su fatti riconosciuti e condivisi dagli osservatori;

  2. Sia “completa” e coerente, vale a dire che lasci “zone grigie” prive di spiegazione plausibile.

La mia teoria è che la famiglia Agnelli (intesa in senso ampio) aveva subito di malavoglia la nomina di Moggi a direttore sportivo della Juventus, che come tutti sappiamo era stata imposta da Gianni Agnelli. Che quel toscanaccio dai modi grossolani e dal passato discutibile fosse stato messo a dirigere uno dei gioielli di famiglia era stato evidentemente un boccone duro da digerire, uno dei molti che l’Avvocato, vero e proprio Re Sole dell’impero FIAT, deve aver fatto mandare giù al resto della famiglia.

Quando prima Gianni e poi Umberto lasciarono la scena, la posizione di Moggi (e di Giraudo, che era stato messo da Umberto con la chiara intenzione di limitare l’operatività del “villain” al campo sportivo, evitando che mettesse le sue manacce sulla gestione finanziaria e amministrativa) divenne molto delicata, e lui lo sapeva. L’erede designato, e cioè John Jacob Elkann fin dal 1997, da tempo pensava di liberarsene e di sostituirlo con il classico super-manager con tutte le lauree, i “master” e le referenze a posto. Se non lo fece è solo perché la Juventus continuava a vincere, e “squadra che vince non si cambia” è una regola valida anche nei salotti dell’alta finanza torinese.

Ma c’era anche un altro problema. La morte di Gianni aveva aperto una lunga e problematica guerra di successione in materia di eredità a causa dell’intransigenza della secondogenita di Gianni, Margherita, un “affare sporco di famiglia” che comportava risvolti molto fastidiosi. E tutto avveniva mentre la stessa esistenza del gruppo FIAT veniva messa in seria discussione dall’evolversi delle ultima, discutibili scelte finanziarie e strategiche di Gianni (il famoso “prestito convertendo” che di fatto avrebbe comportato l’esproprio delle quote di controllo da parte delle Banche). Questa “guerra di successione” durò molto a lungo, in pratica dalla morte di Gianni avvenuta nel 2003 fino alla nomina di John Jacob Elkann a Presidente della holding IFIL (ribattezzata EXOR nell’occasione), nel 2009. Nel periodo intercorrente le leve del potere vennero di fatto manovrate dai due super-manager investiti dall’Avvocato di gestire la delicata fase di transizione verso il nuovo Re Sole da lui stesso nominato: l’avvocato Grande-Stevens e il commercialista Gabetti. Furono loro a manovrare la barca nelle tempeste di quel periodo, e questo non va dimenticato da chi – ancora oggi – continua a spacciare l’immagine di un Jaki onnipotente fin dal giorno successivo al funerale di Gianni.

Fu in questa situazione che esplose lo scandalo mediatico del maggio 2006; scandalo generato da una fuga di notizie dalla caserma dei Carabinieri di Roma, evidentemente pilotata per dare il massimo risalto ad un’indagine che – a quel punto – aveva le migliori probabilità di ottenere successo. Le indagini su Moggi erano nate nel 2004 ed erano state immediatamente indirizzate su di lui con un semplicissimo espediente – quello di incaricare delle ricerche un “pool” di investigatori specializzato nei processi di mafia. Si sa che nelle indagini di mafia non si usa il tempo per ricercare il colpevole, che in genere è perfettamente noto, ma soltanto per “incastrarlo” con tutti i mezzi possibili. Con Moggi andò esattamente così: individuato fin da subito come “boss” di una fantomatica “cupola”, accentrò su di sé l’esclusiva attenzione delle indagini che – in realtà – avevano evidenziato comportamenti potenzialmente anomali anche di altri protagonisti dell’ambiente calcistico. Le “informative” dei Carabinieri, atti colossali  composti da centinaia e centinaia di pagine che nessuno o quasi aveva voglia di leggere fino in fondo, incolpavano Moggi e solo lui, e così il mostro venne sbattuto in prima pagina.

La verità sul modo  inaccettabilmente settario e selettivo usato dagli inquirenti in quell’indagine è emersa solo durante il dibattito in aula, e non è comunque servita a depotenziarne gli effetti. Non possiamo infatti far finta di ignorare la conclusione dei tre gradi di giudizio, che hanno portato ad una condanna – per quanto totalmente ridotta rispetto alle magniloquenti pretese dell’accusa.

Nel 2006 il can-can generato dall’emersione delle indagini su Moggi portò, come ben sappiamo, al commissariamento della FIGC ed alla ben nota farsa dei “processi sportivi” il cui risultato  fu la retrocessione della Juventus in B  e la revoca dei due scudetti 2004-2005 e 2005-2006. In quell’occasione la Juventus apparve molto, molto debole nella sua difesa, ed è questa la causa delle accuse che ancora molti tifosi le rimproverano.

A me sembra chiaro che la proprietà della Juventus, presa alla sprovvista dallo scandalo, prese la palla al balzo per liberarsi dell’indesiderato Moggi, confidando in qualche “sentenza amica” che poi non arrivò. Non vi fu alcuna volontà di organizzare lo scandalo, ma semplicemente quella di approfittarne per effettuare un “cambio della guardia” estromettendo un personaggio ormai diventato scomodo e imbarazzante. Non vennero calcolate né tantomeno capite le conseguenze potenzialmente devastanti che i processi sportivi avrebbero potuto arrecare all’immagine ed al capitale umano e materiale della Juventus S.p.A.. Questa è la vera colpa di chi allora aveva la responsabilità di curare e difendere il capitale di onorabilità e di reputazione di una gloriosa società sportiva, ed è questo che ancora rinfaccio a John Jacob Elkann ma ancora di più a chi in quei giorni aveva per le mani i destini del “gruppo FIAT”. Nessun complotto, nessun X-file.

Calciopoli fu il primo esame “da grande” di John Jacob Elkann, e lo fallì clamorosamente.

Da tifoso juventino, confido che la dura lezione sia stata imparata e che errori del genere verranno evitati in futuro.

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35 minuti fa, SICILIANO ha scritto:

Non capisco un punto del tuo ragionamento.

Secondo te perché gli sciacalli e gli pseudo amici di famiglia hanno voluto ingannare JE, sfruttando la sua giovane età e il suo essere pivello? 

 

questo non lo so. per distruggere un management che poi, nella loro testa sarebbe stato affidato a loro? per difendere gli altri asset strategici della exor? i motivi possono essere mille. io parto dal sunto che affrontare, mediaticamente, un bomba del genere non era facile per niente. poi vanno bene tutti i ragionamenti a freddo, fatti sia dai maghi della tastiera che da utenti competenti, va bene tutto, ma sono tutti stati fatti ex post. io volevo vedere chiunque di noi a prendere una scelta tra l'andare in B o difendersi con il rischio di andare minimo in C. adesso è facile scegliere.

 

non escludo nemmeno che si sia fatto consigliare male e stop, senza scomodare sciacalli e pseudo amici. ma prendi montezemolo. nel 2006 era in una posizione di forza rispetto a JE, lo ha consigliato, ma tutelando gli interessi della exor non della juve, che in quel caso non erano proprio coincidenti, perchè la prima tendeva, inevitabilmente, a tenere le distanze da quanto successo tutelando il suo nome e quindi tutti i rapporti economici e finanziari. 

 

comunque sia chiaro che so perfettamente che la maggioranza considera elkann in malafede, non juventino e vorrebbero vederlo altrove. e non intendo far cambiare opinione altrui, anche perchè non me ne va niente in tasca. io penso che sia in buona fede, soprattutto alla luce di quanto mostrato negli anni successivi e dell'aiuto finanziario (non solo in termini di aumento di capitale) erogato. alla luce della piena fiducia che ha in AA, alla luce del fatto che lui, evidentemente e palesemente, non mette bocca nelle scelte sportive e strategiche di Juventus, ed alla juve del fatto che non spinge nemmeno lontanamente per una distribuzione di dividendi. ma quello che penso io conta una testa come gli altri, e sopratutto è dedotto da una incompleta informazione degli avvenimenti (come tutti, media compresi). e se domani uscissero fatti nuovi tali da farmi cambiare idea non esiterei a dargli addosso

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33 minuti fa, ImperoBianconero ha scritto:

Io non ho la minima intenzione di far cambiare idea a chi pensa che le vicende del 2006 siano state volute, o quanto meno organizzate, dalla proprietà della Juventus. Non ne ho né il tempo, né la voglia. E i pareri sono come i co*****i: ognuno ha i suoi.

Su quella vicenda ho una mia idea, che ho maturato in tante ore passate a documentarmi su libri, articoli, “post” di forum”, registrazioni di udienza, documenti processuali eccetera. Non ho la presunzione di ritenerla “vera”, ma tra tutte quelle di cui sono a conoscenza è senza dubbio la più coerente ed aderente ai fatti.

Già, perché stiamo parlando di fatti storici, e in questi casi il massimo cui si può aspirare è una teoria che:

  1. Sia aderente alla realtà, vale a dire che si basi su fatti riconosciuti e condivisi dagli osservatori;

  2. Sia “completa” e coerente, vale a dire che lasci “zone grigie” prive di spiegazione plausibile.

La mia teoria è che la famiglia Agnelli (intesa in senso ampio) aveva subito di malavoglia la nomina di Moggi a direttore sportivo della Juventus, che come tutti sappiamo era stata imposta da Gianni Agnelli. Che quel toscanaccio dai modi grossolani e dal passato discutibile fosse stato messo a dirigere uno dei gioielli di famiglia era stato evidentemente un boccone duro da digerire, uno dei molti che l’Avvocato, vero e proprio Re Sole dell’impero FIAT, deve aver fatto mandare giù al resto della famiglia.

Quando prima Gianni e poi Umberto lasciarono la scena, la posizione di Moggi (e di Giraudo, che era stato messo da Umberto con la chiara intenzione di limitare l’operatività del “villain” al campo sportivo, evitando che mettesse le sue manacce sulla gestione finanziaria e amministrativa) divenne molto delicata, e lui lo sapeva. L’erede designato, e cioè John Jacob Elkann fin dal 1997, da tempo pensava di liberarsene e di sostituirlo con il classico super-manager con tutte le lauree, i “master” e le referenze a posto. Se non lo fece è solo perché la Juventus continuava a vincere, e “squadra che vince non si cambia” è una regola valida anche nei salotti dell’alta finanza torinese.

Ma c’era anche un altro problema. La morte di Gianni aveva aperto una lunga e problematica guerra di successione in materia di eredità a causa dell’intransigenza della secondogenita di Gianni, Margherita, un “affare sporco di famiglia” che comportava risvolti molto fastidiosi. E tutto avveniva mentre la stessa esistenza del gruppo FIAT veniva messa in seria discussione dall’evolversi delle ultima, discutibili scelte finanziarie e strategiche di Gianni (il famoso “prestito convertendo” che di fatto avrebbe comportato l’esproprio delle quote di controllo da parte delle Banche). Questa “guerra di successione” durò molto a lungo, in pratica dalla morte di Gianni avvenuta nel 2003 fino alla nomina di John Jacob Elkann a Presidente della holding IFIL (ribattezzata EXOR nell’occasione), nel 2009. Nel periodo intercorrente le leve del potere vennero di fatto manovrate dai due super-manager investiti dall’Avvocato di gestire la delicata fase di transizione verso il nuovo Re Sole da lui stesso nominato: l’avvocato Grande-Stevens e il commercialista Gabetti. Furono loro a manovrare la barca nelle tempeste di quel periodo, e questo non va dimenticato da chi – ancora oggi – continua a spacciare l’immagine di un Jaki onnipotente fin dal giorno successivo al funerale di Gianni.

Fu in questa situazione che esplose lo scandalo mediatico del maggio 2006; scandalo generato da una fuga di notizie dalla caserma dei Carabinieri di Roma, evidentemente pilotata per dare il massimo risalto ad un’indagine che – a quel punto – aveva le migliori probabilità di ottenere successo. Le indagini su Moggi erano nate nel 2004 ed erano state immediatamente indirizzate su di lui con un semplicissimo espediente – quello di incaricare delle ricerche un “pool” di investigatori specializzato nei processi di mafia. Si sa che nelle indagini di mafia non si usa il tempo per ricercare il colpevole, che in genere è perfettamente noto, ma soltanto per “incastrarlo” con tutti i mezzi possibili. Con Moggi andò esattamente così: individuato fin da subito come “boss” di una fantomatica “cupola”, accentrò su di sé l’esclusiva attenzione delle indagini che – in realtà – avevano evidenziato comportamenti potenzialmente anomali anche di altri protagonisti dell’ambiente calcistico. Le “informative” dei Carabinieri, atti colossali  composti da centinaia e centinaia di pagine che nessuno o quasi aveva voglia di leggere fino in fondo, incolpavano Moggi e solo lui, e così il mostro venne sbattuto in prima pagina.

La verità sul modo  inaccettabilmente settario e selettivo usato dagli inquirenti in quell’indagine è emersa solo durante il dibattito in aula, e non è comunque servita a depotenziarne gli effetti. Non possiamo infatti far finta di ignorare la conclusione dei tre gradi di giudizio, che hanno portato ad una condanna – per quanto totalmente ridotta rispetto alle magniloquenti pretese dell’accusa.

Nel 2006 il can-can generato dall’emersione delle indagini su Moggi portò, come ben sappiamo, al commissariamento della FIGC ed alla ben nota farsa dei “processi sportivi” il cui risultato  fu la retrocessione della Juventus in B  e la revoca dei due scudetti 2004-2005 e 2005-2006. In quell’occasione la Juventus apparve molto, molto debole nella sua difesa, ed è questa la causa delle accuse che ancora molti tifosi le rimproverano.

A me sembra chiaro che la proprietà della Juventus, presa alla sprovvista dallo scandalo, prese la palla al balzo per liberarsi dell’indesiderato Moggi, confidando in qualche “sentenza amica” che poi non arrivò. Non vi fu alcuna volontà di organizzare lo scandalo, ma semplicemente quella di approfittarne per effettuare un “cambio della guardia” estromettendo un personaggio ormai diventato scomodo e imbarazzante. Non vennero calcolate né tantomeno capite le conseguenze potenzialmente devastanti che i processi sportivi avrebbero potuto arrecare all’immagine ed al capitale umano e materiale della Juventus S.p.A.. Questa è la vera colpa di chi allora aveva la responsabilità di curare e difendere il capitale di onorabilità e di reputazione di una gloriosa società sportiva, ed è questo che ancora rinfaccio a John Jacob Elkann ma ancora di più a chi in quei giorni aveva per le mani i destini del “gruppo FIAT”. Nessun complotto, nessun X-file.

Calciopoli fu il primo esame “da grande” di John Jacob Elkann, e lo fallì clamorosamente.

Da tifoso juventino, confido che la dura lezione sia stata imparata e che errori del genere verranno evitati in futuro.

 

è un post che mi trova d'accordo in tutto. ed anche il mio giudizio si basa sul fatto che JE non era al timone in quel periodo. ed è per questo che maledico il vuoto generazionale e di potere dato dalla scomparsa di giovannino.

che poi JE abbia commesso errori non si discute minimamente

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4 ore fa, mik.mac ha scritto:

 

tipo zaccone? infatti si è fidato proprio degli avvocati con esperienza trentennale.

e poi...pur sempre 30 anni? e quindi? che esperienza hai a 30 anni a quei livelli? non si parla mica di chiudere un bilancio, si tratta di affrontare, anche e sopratutto mediaticamente, lo scandalo calcistico più grave di tutti i tempi? a parole siamo tutti bravi.

 

io rimango della mia idea, e non la cambio. per me nn era in malafede, infatti poi è stato costretto ad investire per far tornare, o provarci, la juventus ai fasti del passato. per me tutti gli errori che ha fatto sono stati dettati dall'inesperienza e dal fidarsi ciecamente dei consulenti, consiglieri, o figure di riferimento.

e tutte le minghiate del tipo "voleva far fuori moggi" nemmeno le commento, visto che da azionista bastava non rinnovargli il contratto.

 

sul provare a difendersi poi andiamoci piano. perchè se i tuoi avvocati ti dicono "se ci difendiamo è molto probabile che ci mandino in serie C", ci sarei andato molto cauto dal farlo.

e con il senno di poi, visto come sono andati i processi ordinari, non so se sia stata una scelta sbagliata. il processo durato due settimane fu quello sportivo, non fare confusione.

quella corte voleva una punizione esemplare per la juve. difesa o non difesa. e l'avrebbe ottenuta, lo sappiamo tutti.

 

ma ripeto, ognuno rimane della sua idea. la mia, che si basa esclusivamente sulla MIA valutazione personale dei fatti, giusta o sbagliata che sia, è che JE abbia commesso errori madornali, che non sono necessariamente sintetizzabili con la mancata difesa. ma sempre in buona fede. chi la pensa diversamente pazienza.

La vicenda andava chiusa prima del processo sportivo. Credo che J.E. sia stato manovrato dai vecchi zii. Detto questo, il giorno in cui J.E. non avesse più a che fare con la Juve sarei felicissimo. Per me volevano far fuori Giraudo e come effetto collaterale Moggi, ma anche  impedire loro di andare in altre squadre. Operazione comunque la si veda folle. Bastava rescindere il contratto con i due senza sacrificare la Juve. E come se per liberarsi del maggiordomo uno bruciasse la villa in cui vive.

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1 ora fa, mik.mac ha scritto:

 

ma che discorsi sono. quella vicenda riguardava al juve. per il resto ha trattato al juve come qualsiasi altra proprietà, ha scelto e delegato le persone giuste e non ha messo becco. 

 

Le persone giuste mica tanto, visto come è finita.

Quindi s'è fidato e ha fatto un enorme sbaglio.

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1 ora fa, ImperoBianconero ha scritto:

Io non ho la minima intenzione di far cambiare idea a chi pensa che le vicende del 2006 siano state volute, o quanto meno organizzate, dalla proprietà della Juventus. Non ne ho né il tempo, né la voglia. E i pareri sono come i co*****i: ognuno ha i suoi.

Su quella vicenda ho una mia idea, che ho maturato in tante ore passate a documentarmi su libri, articoli, “post” di forum”, registrazioni di udienza, documenti processuali eccetera. Non ho la presunzione di ritenerla “vera”, ma tra tutte quelle di cui sono a conoscenza è senza dubbio la più coerente ed aderente ai fatti.

Già, perché stiamo parlando di fatti storici, e in questi casi il massimo cui si può aspirare è una teoria che:

  1. Sia aderente alla realtà, vale a dire che si basi su fatti riconosciuti e condivisi dagli osservatori;

  2. Sia “completa” e coerente, vale a dire che lasci “zone grigie” prive di spiegazione plausibile.

La mia teoria è che la famiglia Agnelli (intesa in senso ampio) aveva subito di malavoglia la nomina di Moggi a direttore sportivo della Juventus, che come tutti sappiamo era stata imposta da Gianni Agnelli. Che quel toscanaccio dai modi grossolani e dal passato discutibile fosse stato messo a dirigere uno dei gioielli di famiglia era stato evidentemente un boccone duro da digerire, uno dei molti che l’Avvocato, vero e proprio Re Sole dell’impero FIAT, deve aver fatto mandare giù al resto della famiglia.

Quando prima Gianni e poi Umberto lasciarono la scena, la posizione di Moggi (e di Giraudo, che era stato messo da Umberto con la chiara intenzione di limitare l’operatività del “villain” al campo sportivo, evitando che mettesse le sue manacce sulla gestione finanziaria e amministrativa) divenne molto delicata, e lui lo sapeva. L’erede designato, e cioè John Jacob Elkann fin dal 1997, da tempo pensava di liberarsene e di sostituirlo con il classico super-manager con tutte le lauree, i “master” e le referenze a posto. Se non lo fece è solo perché la Juventus continuava a vincere, e “squadra che vince non si cambia” è una regola valida anche nei salotti dell’alta finanza torinese.

Ma c’era anche un altro problema. La morte di Gianni aveva aperto una lunga e problematica guerra di successione in materia di eredità a causa dell’intransigenza della secondogenita di Gianni, Margherita, un “affare sporco di famiglia” che comportava risvolti molto fastidiosi. E tutto avveniva mentre la stessa esistenza del gruppo FIAT veniva messa in seria discussione dall’evolversi delle ultima, discutibili scelte finanziarie e strategiche di Gianni (il famoso “prestito convertendo” che di fatto avrebbe comportato l’esproprio delle quote di controllo da parte delle Banche). Questa “guerra di successione” durò molto a lungo, in pratica dalla morte di Gianni avvenuta nel 2003 fino alla nomina di John Jacob Elkann a Presidente della holding IFIL (ribattezzata EXOR nell’occasione), nel 2009. Nel periodo intercorrente le leve del potere vennero di fatto manovrate dai due super-manager investiti dall’Avvocato di gestire la delicata fase di transizione verso il nuovo Re Sole da lui stesso nominato: l’avvocato Grande-Stevens e il commercialista Gabetti. Furono loro a manovrare la barca nelle tempeste di quel periodo, e questo non va dimenticato da chi – ancora oggi – continua a spacciare l’immagine di un Jaki onnipotente fin dal giorno successivo al funerale di Gianni.

Fu in questa situazione che esplose lo scandalo mediatico del maggio 2006; scandalo generato da una fuga di notizie dalla caserma dei Carabinieri di Roma, evidentemente pilotata per dare il massimo risalto ad un’indagine che – a quel punto – aveva le migliori probabilità di ottenere successo. Le indagini su Moggi erano nate nel 2004 ed erano state immediatamente indirizzate su di lui con un semplicissimo espediente – quello di incaricare delle ricerche un “pool” di investigatori specializzato nei processi di mafia. Si sa che nelle indagini di mafia non si usa il tempo per ricercare il colpevole, che in genere è perfettamente noto, ma soltanto per “incastrarlo” con tutti i mezzi possibili. Con Moggi andò esattamente così: individuato fin da subito come “boss” di una fantomatica “cupola”, accentrò su di sé l’esclusiva attenzione delle indagini che – in realtà – avevano evidenziato comportamenti potenzialmente anomali anche di altri protagonisti dell’ambiente calcistico. Le “informative” dei Carabinieri, atti colossali  composti da centinaia e centinaia di pagine che nessuno o quasi aveva voglia di leggere fino in fondo, incolpavano Moggi e solo lui, e così il mostro venne sbattuto in prima pagina.

La verità sul modo  inaccettabilmente settario e selettivo usato dagli inquirenti in quell’indagine è emersa solo durante il dibattito in aula, e non è comunque servita a depotenziarne gli effetti. Non possiamo infatti far finta di ignorare la conclusione dei tre gradi di giudizio, che hanno portato ad una condanna – per quanto totalmente ridotta rispetto alle magniloquenti pretese dell’accusa.

Nel 2006 il can-can generato dall’emersione delle indagini su Moggi portò, come ben sappiamo, al commissariamento della FIGC ed alla ben nota farsa dei “processi sportivi” il cui risultato  fu la retrocessione della Juventus in B  e la revoca dei due scudetti 2004-2005 e 2005-2006. In quell’occasione la Juventus apparve molto, molto debole nella sua difesa, ed è questa la causa delle accuse che ancora molti tifosi le rimproverano.

A me sembra chiaro che la proprietà della Juventus, presa alla sprovvista dallo scandalo, prese la palla al balzo per liberarsi dell’indesiderato Moggi, confidando in qualche “sentenza amica” che poi non arrivò. Non vi fu alcuna volontà di organizzare lo scandalo, ma semplicemente quella di approfittarne per effettuare un “cambio della guardia” estromettendo un personaggio ormai diventato scomodo e imbarazzante. Non vennero calcolate né tantomeno capite le conseguenze potenzialmente devastanti che i processi sportivi avrebbero potuto arrecare all’immagine ed al capitale umano e materiale della Juventus S.p.A.. Questa è la vera colpa di chi allora aveva la responsabilità di curare e difendere il capitale di onorabilità e di reputazione di una gloriosa società sportiva, ed è questo che ancora rinfaccio a John Jacob Elkann ma ancora di più a chi in quei giorni aveva per le mani i destini del “gruppo FIAT”. Nessun complotto, nessun X-file.

Calciopoli fu il primo esame “da grande” di John Jacob Elkann, e lo fallì clamorosamente.

Da tifoso juventino, confido che la dura lezione sia stata imparata e che errori del genere verranno evitati in futuro.

Concordo in buona parte. Il vero nemico però per me era Giraudo. Il vero problema era l'acquisto di azioni Juve da parte della Lafico. Moggi era il capro espiatorio perfetto per via dei suoi gigioneggiamenti con designatori e altri soggetti. Mi trovi perfettamente d'accordo dove dici che non furono capite le possibili conseguenze dello scandalo sportivo. E questo perchè tutto fu gestito da gente che il calcio non lo frequentava. Resta tuttavia paradossale che per rescindere un rapporto di lavoro con due dipendenti, mandi a donne di facili costumi la tua società. Sul punto l'unica spiegazione è appunto quella di far sparire dal calcio Moggi e Giraudo. Moggi comunque fu più una scelta di Umberto che di Gianni. Arrivò infatti dopo Bettega e Giraudo. All'inizio infatti sembrava che fosse Bettega che doveva occuparsi di mercato.

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1 ora fa, ImperoBianconero ha scritto:

Io non ho la minima intenzione di far cambiare idea a chi pensa che le vicende del 2006 siano state volute, o quanto meno organizzate, dalla proprietà della Juventus. Non ne ho né il tempo, né la voglia. E i pareri sono come i co*****i: ognuno ha i suoi.

Su quella vicenda ho una mia idea, che ho maturato in tante ore passate a documentarmi su libri, articoli, “post” di forum”, registrazioni di udienza, documenti processuali eccetera. Non ho la presunzione di ritenerla “vera”, ma tra tutte quelle di cui sono a conoscenza è senza dubbio la più coerente ed aderente ai fatti.

Già, perché stiamo parlando di fatti storici, e in questi casi il massimo cui si può aspirare è una teoria che:

  1. Sia aderente alla realtà, vale a dire che si basi su fatti riconosciuti e condivisi dagli osservatori;

  2. Sia “completa” e coerente, vale a dire che lasci “zone grigie” prive di spiegazione plausibile.

La mia teoria è che la famiglia Agnelli (intesa in senso ampio) aveva subito di malavoglia la nomina di Moggi a direttore sportivo della Juventus, che come tutti sappiamo era stata imposta da Gianni Agnelli. Che quel toscanaccio dai modi grossolani e dal passato discutibile fosse stato messo a dirigere uno dei gioielli di famiglia era stato evidentemente un boccone duro da digerire, uno dei molti che l’Avvocato, vero e proprio Re Sole dell’impero FIAT, deve aver fatto mandare giù al resto della famiglia.

Quando prima Gianni e poi Umberto lasciarono la scena, la posizione di Moggi (e di Giraudo, che era stato messo da Umberto con la chiara intenzione di limitare l’operatività del “villain” al campo sportivo, evitando che mettesse le sue manacce sulla gestione finanziaria e amministrativa) divenne molto delicata, e lui lo sapeva. L’erede designato, e cioè John Jacob Elkann fin dal 1997, da tempo pensava di liberarsene e di sostituirlo con il classico super-manager con tutte le lauree, i “master” e le referenze a posto. Se non lo fece è solo perché la Juventus continuava a vincere, e “squadra che vince non si cambia” è una regola valida anche nei salotti dell’alta finanza torinese.

Ma c’era anche un altro problema. La morte di Gianni aveva aperto una lunga e problematica guerra di successione in materia di eredità a causa dell’intransigenza della secondogenita di Gianni, Margherita, un “affare sporco di famiglia” che comportava risvolti molto fastidiosi. E tutto avveniva mentre la stessa esistenza del gruppo FIAT veniva messa in seria discussione dall’evolversi delle ultima, discutibili scelte finanziarie e strategiche di Gianni (il famoso “prestito convertendo” che di fatto avrebbe comportato l’esproprio delle quote di controllo da parte delle Banche). Questa “guerra di successione” durò molto a lungo, in pratica dalla morte di Gianni avvenuta nel 2003 fino alla nomina di John Jacob Elkann a Presidente della holding IFIL (ribattezzata EXOR nell’occasione), nel 2009. Nel periodo intercorrente le leve del potere vennero di fatto manovrate dai due super-manager investiti dall’Avvocato di gestire la delicata fase di transizione verso il nuovo Re Sole da lui stesso nominato: l’avvocato Grande-Stevens e il commercialista Gabetti. Furono loro a manovrare la barca nelle tempeste di quel periodo, e questo non va dimenticato da chi – ancora oggi – continua a spacciare l’immagine di un Jaki onnipotente fin dal giorno successivo al funerale di Gianni.

Fu in questa situazione che esplose lo scandalo mediatico del maggio 2006; scandalo generato da una fuga di notizie dalla caserma dei Carabinieri di Roma, evidentemente pilotata per dare il massimo risalto ad un’indagine che – a quel punto – aveva le migliori probabilità di ottenere successo. Le indagini su Moggi erano nate nel 2004 ed erano state immediatamente indirizzate su di lui con un semplicissimo espediente – quello di incaricare delle ricerche un “pool” di investigatori specializzato nei processi di mafia. Si sa che nelle indagini di mafia non si usa il tempo per ricercare il colpevole, che in genere è perfettamente noto, ma soltanto per “incastrarlo” con tutti i mezzi possibili. Con Moggi andò esattamente così: individuato fin da subito come “boss” di una fantomatica “cupola”, accentrò su di sé l’esclusiva attenzione delle indagini che – in realtà – avevano evidenziato comportamenti potenzialmente anomali anche di altri protagonisti dell’ambiente calcistico. Le “informative” dei Carabinieri, atti colossali  composti da centinaia e centinaia di pagine che nessuno o quasi aveva voglia di leggere fino in fondo, incolpavano Moggi e solo lui, e così il mostro venne sbattuto in prima pagina.

La verità sul modo  inaccettabilmente settario e selettivo usato dagli inquirenti in quell’indagine è emersa solo durante il dibattito in aula, e non è comunque servita a depotenziarne gli effetti. Non possiamo infatti far finta di ignorare la conclusione dei tre gradi di giudizio, che hanno portato ad una condanna – per quanto totalmente ridotta rispetto alle magniloquenti pretese dell’accusa.

Nel 2006 il can-can generato dall’emersione delle indagini su Moggi portò, come ben sappiamo, al commissariamento della FIGC ed alla ben nota farsa dei “processi sportivi” il cui risultato  fu la retrocessione della Juventus in B  e la revoca dei due scudetti 2004-2005 e 2005-2006. In quell’occasione la Juventus apparve molto, molto debole nella sua difesa, ed è questa la causa delle accuse che ancora molti tifosi le rimproverano.

A me sembra chiaro che la proprietà della Juventus, presa alla sprovvista dallo scandalo, prese la palla al balzo per liberarsi dell’indesiderato Moggi, confidando in qualche “sentenza amica” che poi non arrivò. Non vi fu alcuna volontà di organizzare lo scandalo, ma semplicemente quella di approfittarne per effettuare un “cambio della guardia” estromettendo un personaggio ormai diventato scomodo e imbarazzante. Non vennero calcolate né tantomeno capite le conseguenze potenzialmente devastanti che i processi sportivi avrebbero potuto arrecare all’immagine ed al capitale umano e materiale della Juventus S.p.A.. Questa è la vera colpa di chi allora aveva la responsabilità di curare e difendere il capitale di onorabilità e di reputazione di una gloriosa società sportiva, ed è questo che ancora rinfaccio a John Jacob Elkann ma ancora di più a chi in quei giorni aveva per le mani i destini del “gruppo FIAT”. Nessun complotto, nessun X-file.

Calciopoli fu il primo esame “da grande” di John Jacob Elkann, e lo fallì clamorosamente.

Da tifoso juventino, confido che la dura lezione sia stata imparata e che errori del genere verranno evitati in futuro.

 

Parti da un presupposto errato. Moggi, Giraudo, e Bettega, sono stati messi lì da Umberto Agnelli. Gianni in quel momento aveva deciso di non occuparsi di Juve direttamente. 

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2 ore fa, mik.mac ha scritto:

 

non cambia la mia idea. JE aveva il potere di fari fuori la triade come, dove, quando e per i motivi che gli pareva. non c'era bisogno svalutare una sua proprietà.

e comunque di quello che dicono i giornali io me ne sbatto. no perchè ultimamente avevo anche letto di un aut aut di JE ad AA "se non aggiusti il tuo matrimonio lasci la presidenza della juve". era pure virgolettato. s********e.

 

tra l'altro le dichiarazioni di edoardo agnelli per me lasciano il tempo che trovano. perchè la sua era una battaglia con una veduta molto più ampia, islam contro sionismo. infatti lo hanno fatto fuori. ma che l'avvocato fosse costretto (da chi?) a mettere nel cda un suo erede a me fa solo che ridere. poi ognuno la pensa come vuole. ma era PALESE che Edoardo non aveva la formazione, le competenze ed inizialmente l'interesse a diventare l'erede. negare questo significa negare l'evidenza.

 

per me elkann si è fatto f***e come un pivello da sciacalli e da pseudo amici di famiglia, da chi ha approfittato del vuoto di potere dato dalla mancanza di una generazione (giovannino) che avrebbe fatto il c**o a strisce a chiunque. come lo farebbe JE se calciopoli succedesse adesso. poi ognuno è libero di pensare che io sia illuso, che sia a libro paga di exor, fate voi. ma non mi schiodo dal mio ragionamento, nemmeno di fronte ad una cronologia di fatti che tra l'altro non sono manco tutti accertati.

 

1- La serie B era l'unica soluzione possibile, per loro. Dal loro assurdo punto di vista avevano ragione. 

 

2- L'aut-aut di JE ad AA, concordo con te, è una vaccata. Quel tipo di decisioni non passano di certo per le questioni personali. A meno che non siano fatti molto molto molto gravi. Di certo non gli sarà piaciuta, è pur sempre un discorso di immagine non positiva, ma non ha toccato nulla. 

 

3- Il discorso Edoardo non è da sottovalutare. Concordo con chi dice che non aveva nessuna competenza per occuparsi di nulla che riguarda il gruppo. Era una persona molto strana e del tutto particolare. Ma farlo passare per un demente, come spesso è stato fatto da più parti, è una cosa che mi fa schifo. Per conto mio, lui ha parlato sinceramente per quello che sapeva e per quello che intuiva. Ma visto che ne era fuori, ha sentito solo degli echi di quelle decisioni, quindi ha detto cose che andrebbero pesate separatamente. Non è oro colato. Il discorso islam Vs sionismo, per conto mio, è interessante ma troppo fumoso per considerarlo come unica cartina tornasole per capire come andò. Resta il fatto che il figlio non fosse convinto che il padre avesse preso quella decisione del tutto liberamente. E il padre, gli ha risposto. Rimane solo quello. Ognuno poi può, soprattutto rispetto a come sono andate le cose dopo, dal punto di vista ereditario, farsi una sua opinione. 

 

4- Quello che qualifica JE, è il dopo calciopoli, ancora più del prima. Ora il telecomando ce l'ha lui. Dei vecchi consigli sbagliati potrebbe sbattersene. Eppure, La Stampa non  riscrive calciopoli. Anzi.

Mi fermo qua, perché non posso dire pubblicamente altro.

 

5- I fatti non accertati quali sarebbero? 

 

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25 minuti fa, CRAZEOLOGY ha scritto:

 

Parti da un presupposto errato. Moggi, Giraudo, e Bettega, sono stati messi lì da Umberto Agnelli. Gianni in quel momento aveva deciso di non occuparsi di Juve direttamente. 

Che sia stato questo il peccato originale ? Infatti " la guerra " per buttare giù la triade di Umberto Agnelli  iniziò  dal 98 se non ricordo male con il processo doping ...

La mia impressione è che la Juve dell' Avvocato non sarebbe mai dico mai stata  attaccata ..

Modificato da Rete di Bettega para Zoff!

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1 minuto fa, Rete di Bettega para Zoff! ha scritto:

Che sia stato questo il peccato originale ? Infatti " la guerra " per buttare giù la triade di Umberto Agnelli  iniziò  dal 98 se non ricordo male con il processo doping ...

La mia impressione è che la Juve dell' Avvocato non sarebbe mai dico mai attaccata ..

 

Bravo. 

Secondo me, stai cominciando a ragionare senza tabù. 

In fondo, qui si ragiona sempre di Gianni e Umberto in funzione Juve, ma la realtà è che Umberto con le sue competenze, ha messo in difficoltà Gianni due volte nella Juve, e altre volte nel resto del gruppo o nei satelliti. E persino alle elezioni politiche. 

Umberto faceva bene ovunque mettesse le mani. Gianni non aveva quel talento, e chi capisce un po' di imprenditoria e organizzazione aziendale, lo sapeva. E per Gianni questo era un problema, dal punto di vista dell'immagine. 

Il Re deve essere sempre il migliore di tutti. Se invece molti cominciano a pensare che il fratello del Re forse è più bravo del RE...

Non va bene. Questo è il motivo per cui, saggiamente, Umberto stava volutamente sempre in seconda linea. Parlava poco, e non si faceva notare. Sapeva benissimo quali erano le priorità famigliari ed ereditarie. Solo che il talento, se ce l'hai, prima o poi qualcuno lo nota. 

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2 ore fa, ImperoBianconero ha scritto:

A me sembra chiaro che la proprietà della Juventus, presa alla sprovvista dallo scandalo, prese la palla al balzo per liberarsi dell’indesiderato Moggi, confidando in qualche “sentenza amica” che poi non arrivò. Non vi fu alcuna volontà di organizzare lo scandalo, ma semplicemente quella di approfittarne per effettuare un “cambio della guardia” estromettendo un personaggio ormai diventato scomodo e imbarazzante. Non vennero calcolate né tantomeno capite le conseguenze potenzialmente devastanti che i processi sportivi avrebbero potuto arrecare all’immagine ed al capitale umano e materiale della Juventus S.p.A.. Questa è la vera colpa di chi allora aveva la responsabilità di curare e difendere il capitale di onorabilità e di reputazione di una gloriosa società sportiva, ed è questo che ancora rinfaccio a John Jacob Elkann ma ancora di più a chi in quei giorni aveva per le mani i destini del “gruppo FIAT”. Nessun complotto, nessun X-file.

Calciopoli fu il primo esame “da grande” di John Jacob Elkann, e lo fallì clamorosamente.

Da tifoso juventino, confido che la dura lezione sia stata imparata e che errori del genere verranno evitati in futuro.

 

Secondo te Blanc, scelto due anni prima da JE in persona, inserito poi in un cda dove ascoltava senza dire mai una parola e riportando ai piani alti per filo e per segno (operazione spionistica di bassissimo livello, peraltro), è un caso? 

Secondo te, in un gruppo iper variegato che si aggira sui 150 miliardi di euro nel mondo, non ci sono le competenze per affrontare un qualunque terremoto mediatico o giudiziario? 

Questa gente, che è andata ad imporre il suo volere "prendere o lasciare" ad Obama, è stata presa alla sprovvista?

Beh, resta della tua opinione, ma secondo me sei un po' troppo buonista/ottimista. 

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9 minuti fa, CRAZEOLOGY ha scritto:

 

Secondo te Blanc, scelto due anni prima da JE in persona, inserito poi in un cda dove ascoltava senza dire mai una parola e riportando ai piani alti per filo e per segno (operazione spionistica di bassissimo livello, peraltro), è un caso? 

Secondo te, in un gruppo iper variegato che si aggira sui 150 miliardi di euro nel mondo, non ci sono le competenze per affrontare un qualunque terremoto mediatico o giudiziario? 

Questa gente, che è andata ad imporre il suo volere "prendere o lasciare" ad Obama, è stata presa alla sprovvista?

Beh, resta della tua opinione, ma secondo me sei un po' troppo buonista/ottimista. 

Credo che un ragionamento che fila sia un ragionamento che fila, e tanto peggio se può apparire buonista.

 

Non c'è niente di strano in tutto ciò che scrivi.

 

Nulla di strano che un fighetto con esperienza nel Roland Garros venga contattato con ampio anticipo sui tempi per sostituire un personaggio ruspante, poco manovrabile e poco appetibile, se mi perdoni il termine.

 

Nulla di strano se la Juventus, nel quadro di una bufera famigliare e finanziaria, passa in secondo piano rispetto agli esiti della lotta che stava mettendo a repentaglio il controllo sull'intero impero economico.

 

Che "questa gente" sia stata presa alla sprovvista è una tua deduzione, io ho scritto altro. Ho scritto che hanno volutamente sottovalutato le possibili conseguenze di ciò che stava accadendo, e glie ne ho attribuito la colpa.

 

Cosa c'è, di buonista, in tutto ciò?

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2 ore fa, E.T. ha scritto:

 

Le persone giuste mica tanto, visto come è finita.

Quindi s'è fidato e ha fatto un enorme sbaglio.

 

per persone giuste intendo AA. che a sua volta ha scelto marotta e paratici. e mi pare siano le persone giuste, quando ha avuto il potere di mettere AA lì

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1 ora fa, CRAZEOLOGY ha scritto:

 

Secondo te Blanc, scelto due anni prima da JE in persona, inserito poi in un cda dove ascoltava senza dire mai una parola e riportando ai piani alti per filo e per segno (operazione spionistica di bassissimo livello, peraltro), è un caso? 

Secondo te, in un gruppo iper variegato che si aggira sui 150 miliardi di euro nel mondo, non ci sono le competenze per affrontare un qualunque terremoto mediatico o giudiziario? 

Questa gente, che è andata ad imporre il suo volere "prendere o lasciare" ad Obama, è stata presa alla sprovvista?

Beh, resta della tua opinione, ma secondo me sei un po' troppo buonista/ottimista. 

 

un gruppo può anche essere da 400mld ma se c'è un vuoto di potere c'è un vuoto di potere.

tra l'altro dei 150mld la juve è sempre e soltanto stata il vizio di famiglia, non certo business.

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2 ore fa, CRAZEOLOGY ha scritto:

 

1- La serie B era l'unica soluzione possibile, per loro. Dal loro assurdo punto di vista avevano ragione. 

 

2- L'aut-aut di JE ad AA, concordo con te, è una vaccata. Quel tipo di decisioni non passano di certo per le questioni personali. A meno che non siano fatti molto molto molto gravi. Di certo non gli sarà piaciuta, è pur sempre un discorso di immagine non positiva, ma non ha toccato nulla. 

 

3- Il discorso Edoardo non è da sottovalutare. Concordo con chi dice che non aveva nessuna competenza per occuparsi di nulla che riguarda il gruppo. Era una persona molto strana e del tutto particolare. Ma farlo passare per un demente, come spesso è stato fatto da più parti, è una cosa che mi fa schifo. Per conto mio, lui ha parlato sinceramente per quello che sapeva e per quello che intuiva. Ma visto che ne era fuori, ha sentito solo degli echi di quelle decisioni, quindi ha detto cose che andrebbero pesate separatamente. Non è oro colato. Il discorso islam Vs sionismo, per conto mio, è interessante ma troppo fumoso per considerarlo come unica cartina tornasole per capire come andò. Resta il fatto che il figlio non fosse convinto che il padre avesse preso quella decisione del tutto liberamente. E il padre, gli ha risposto. Rimane solo quello. Ognuno poi può, soprattutto rispetto a come sono andate le cose dopo, dal punto di vista ereditario, farsi una sua opinione. 

 

4- Quello che qualifica JE, è il dopo calciopoli, ancora più del prima. Ora il telecomando ce l'ha lui. Dei vecchi consigli sbagliati potrebbe sbattersene. Eppure, La Stampa non  riscrive calciopoli. Anzi.

Mi fermo qua, perché non posso dire pubblicamente altro.

 

5- I fatti non accertati quali sarebbero? 

 

 

che edoardo fosse un demente non lo sostengo affatto. ma non era all'altezza, e per una grande fase della sua vita non era nemmeno suo interesse ambire al "trono". sionismo vs islam è fumoso anche per me, ma edoardo pensava solo a quello. era in un altro mondo ormai.

 

poi oh. ragazzi c'è un cda, un assemblea ordinaria e dei mezzi per far fuori dei manager. che non mi si venga a dire che la B era l'unica per far fuori due manager a contratto stipendiati dalla società perchè me ne vado di testa. cioè perdete di credibilità capite? al 31.12.2015 l'azionariato juventus vedeva 60% IFIL, 7,5 Lafico e 3,6 Giraudo. il resto al mercato. cioè il controllo della Juve era, è e sempre sarà blindato. potevano cacciare moggi e giraudo come e quando volevano, e non esiste nemmeno che "avevano bisogno di una scusa per non mettersi contro la piazza" primo perchè della piazza se ne sbattevano e secondo perchè giraudo aveva molti nemici in piazza.

 

per me fanno bene a non tentare di riscrivere calciopoli. perchè, secondo te avrebbero chance solo perchè il quotidiano nazionale con sede a torino scrive che è andata diversamente? ma siete seri? ragazzi calciopoli è una sentenza popolare prima ancora che mediatica e legale. e nessuno farà cambiare mai idea a chi ci sputa contro, nemmeno le intercettazioni uscite dopo.

Modificato da mik.mac

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10 minuti fa, mik.mac ha scritto:

 

per persone giuste intendo AA. che a sua volta ha scelto marotta e paratici. e mi pare siano le persone giuste, quando ha avuto il potere di mettere AA lì

 

pensavo ti riferissi alle persone delle quali si è fidato durante farsopoli

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11319 messaggi
4 minuti fa, E.T. ha scritto:

 

pensavo ti riferissi alle persone delle quali si è fidato durante farsopoli

 

no. come detto da altri, per me il timone durante calciopoli non ce l'aveva lui. lui aveva solo i titoli.

 

ma da quando hanno deciso che era il momento di tornare grandi lo hanno fatto in pochissimo tempo.

Modificato da mik.mac

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