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SICILIANO

Desecretate Pecoraro

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Nel corso dell'indagine denominata "Alto Piemonte" vengono effettuate delle intercettazioni riguardanti dei tesserati della Juventus: Agnelli, Calvo e D'Angelo. 

I tre vengono ascoltati come testimoni ed i PM della procura di Torino, non avendo riscontrato nulla di rilevante ai fini penali, decidono di non indagarli. 

Questa decisione arriva dopo un lavoro impeccabile ed approfondito dei PM della giustizia ordinaria che avevano addirittura adottato una misura altamente invasiva intercettando una conversazione tra D'Angelo, il suo avvocato e Andrea Agnelli, subito dopo aver ascoltato D'Angelo come testimone. In quest'intercettazione si rivela come D'Angelo e Agnelli neanche ricordano di aver incontrato Rocco Dominello (presunto affiliato alla 'ndrangheta), dimostrando fin troppo chiaramente come non siano per nulla in collaborazione con la criminalità organizzata, venendo così facilmente scagionati senza particolari obiezioni. 

 

Gli atti in possesso della procura di Torino vengono trasferiti alla procura federale per capire se possano esserci dei reati di natura sportiva.

 

Il procuratore federale Pecoraro invia un deferimento per violazione dell'articolo 12 del codice di giustizia sportiva che consiste nell'aver violato la norma che stabilisce a 4 il numero massimo di biglietti vendibili ad un solo soggetto. 

Le pene per questo reato consistono al massimo in una multa e nella squalifica dei tesserati bianconeri. La società Juventus, per responsabilità diretta, rischia invece qualche giornata di squalifica del proprio stadio. 

 

Il procuratore federale Pecoraro non si è però limitato al lato sportivo nel suo deferimento, aggiungendo una parte dove accosta Andrea Agnelli alla malavita organizzata (anche se intende la criminalità organizzata e non la malavita come scrive). Pecoraro si sostituisce così di fatto alla giustizia ordinaria, senza averne il potere ma riuscendo (in quello che razionalmente appare il suo intento) di screditare mezzo stampa, a livello mediatico, il presidente della Juventus.

Escono infatti su certi mezzi di comunicazione degli stralci di intercettazioni che la procura federale ha l'obbligo ed il dovere di non spifferare ai giornalisti ma che invece vengono rese pubbliche.  

 

Il procuratore federale Pecoraro, precedentemente al suo deferimento viene ascoltato dalla commissione parlamentare antimafia (che è un organo istituito allo scopo di conoscere fattispecie concrete al fine di poter in seguito emanare delle leggi migliori). 

In questa sede Pecoraro mente a tutti i senatori e deputati presenti inventandosi degli stralci di una presunta intercettazione che si rivela essere inesistente e frutto dunque della sua fantasia. 

Nello specifico, le falsità che Pecoraro riferisce all'antimafia riguardano il rapporto collaborativo di Andrea Agnelli con un presunto componente della malavita organizzata calabrese: Rocco Dominello. Le menzogne di Pecoraro sostengono che Agnelli incontrasse quest'uomo a feste e compleanni e continuano arrivando al punto di leggere una presunta frase detta telefonicamente da Andrea Agnelli a D'Angelo: "Hanno arrestato due fratelli di Rocco Dominello, noi parliamo con lui, Rocco è incensurato".

In realtà invece l'intercettazione alla quale Pecoraro fa riferimento è del 5 Agosto 2016 e tra Calvo e D'Angelo e dice: "Hanno arrestato due fratelli di Rocco Dominello, noi abbiamo parlato con lui. Lui è incensurato". 

Pecoraro mente (interpretate voi se in buona fede e con scarsissima perspicacia o pericolosamente sapendo di mentire) mettendo in bocca ad Andrea Agnelli delle parole che il presidente della Juventus non ha mai proferito e che sono state dette dopo l'arresto dei fratelli Dominello (avvenuto nel Luglio 2016 e del quale Calvo e D'Angelo vengono a conoscenza dai mass media) con un significato completamente diverso.

Pecoraro lascia intendere con le sue parole che Agnelli conoscesse certamente la storia mafiosa della famiglia Dominello, esibendone delle prove inesistenti.

La verità conclamata dagli atti mostra invece una palese estraneità da parte di Calvo e D'Angelo, che cadono dalle nuvole quando scoprono dell'arresto dei fratelli di Rocco Dominello e si rincuorano in ogni caso per aver avuto dei contatti soltanto con lui che resta incensurato. 

Rocco Dominello è (stato) un ultras della Juventus, entrato nella curva sud bianconera grazie a Fabio Germani, amico di Antonio Conte. 

Agnelli, Calvo e D'Angelo incontravano 1 o 2 volte l'anno i capi ultras, tutti insieme, con l'accordo della Digos e cedendo loro dei biglietti controllati dalla questura. 

Rocco Dominello è ancora oggi incensurato ma anche se venisse in futuro condannato, l'aver legalmente acquistato dei biglietti dalla Juventus non rende assolutamente la società e coloro che glieli hanno venduti colpevoli di un qualsiasi reato. Alla stessa stregua lo sarebbe se no un qualsiasi venditore che cede dei beni o servizi (sotto il controllo delle autorità) ad un individuo che non sa chi sia e che in seguito si scoprirà essere un malavitoso. 

 

Resta il fatto che Agnelli e la Juventus dovranno rispondere in sede sportiva della vendita di un numero di ticket superiore a 4 per singolo individuo. La quale viene giustificata per motivi logistici: la Juve ha tifosi provenienti da qualsiasi parte della penisola e per distribuire i tagliandi è una grossa limitazione questa regola impartita dagli organi federali. 

La Juve è comunque disposta a pagare la multa prevista per questa semplice violazione. 

 

Pecoraro dovrà invece rispondere di un deferimento dove fa menzione alla complicità tra la malavita organizzata e la Juventus, quando la stessa è chiaramente smentita dalla giustizia ordinaria ma che lui ha avvalorato citando davanti alla commissione parlamentare antimafia una intercettazione che si è inventato. 

Un comportamento immensamente grave che ha visto l'attuale procuratore federale abusare clamorosamente del suo potere, a quanto pare per ledere l'immagine di un onesto, onorato e rispettabile cittadino italiano come Andrea Agnelli. 

E questo la Juventus (e qualsiasi essere pensante che non sia accecato dall'odio frutto di continue sconfitte sportive) non lo può tollerare. 

 

Il 5 Aprile Pecoraro torna davanti alla commissione antimafia per chiarire la sua posizione. 

In questa sede afferma di aver interpretato a suo modo l'intercettazione tra Calvo-D'Angelo attribuendo certe frasi al PM che gli avevano lasciato intendere il coinvolgimento di Andrea Agnelli.  

Nella sua spiegazione Pecoraro non riesce a mettere in luce una logica lineare e dimentica che anche solo interpretare non sia affatto il suo ruolo, essendo lui attualmente il procuratore federale chiamato ad occuparsi unicamente dell'ambito sportivo. 

Pecoraro, in commissione antimafia, tiene pure a precisare di non aver mai associato Andrea Agnelli alla malavita organizzata, negando quanto lui stesso ha scritto nel deferimento fatto pervenire al presidente della Juventus. 

 

In seguito alle parole di Pecoraro interviene Spataro (procuratore del tribunale di Torino).

Il PM, sentitosi chiamato in causa dalle confuse spiegazioni di Pecoraro, precisa di aver trasmesso gli atti senza mai esprimere alcuna interpretazione.

Pecoraro a sua volta replica di non avergli attribuito nessuna interpretazione.

Appare evidente l'intenzione di Pecoraro di generare confusione data l'impossibilità di poter uscire pulito da questo storia. 

Il procuratore federale appare infatti agli occhi di tutti confuso, irrazionale e sicuramente inappropriato al ruolo che ricopre.

 

Il riferimento alla malavita organizzata scritto nel suo deferimento si poggia su basi che lui stesso non riesce a spiegare ma ha provato a creare inventando un'intercettazione per poi (una volta scoperto) ritrattare rifugiandosi dietro una stramba ed imprecisata interpretazione. Inoltre Pecoraro non ha il diritto di occuparsi di questi temi che chi di dovere (la giustizia ordinaria) ha inderogabilmente smentito. 

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Joined: 14-May-2007
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Ottimo riassunto, grazie

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Joined: 20-Apr-2009
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Per caso vuoi aggiungere anche l'intervista di Grancini, cira il metodo con il quale la Juventus distribuisce i biglietti agli ultras? che, chissa' come mai, i giornalai (tra cui ziliani e pistacchio) non hanno preso in considerazione sefz

 

di Fabio Giambò

Caso ultras-bagarini: day by day, tutti i passaggi che riguardano la Juve

********************

Su Top Calcio 24 è intervenuto anche Loris Grancini, il capo-ultras rappresentante dei Vikings citato da Andrea Agnelli in una delle intercettazioni rese note dall’HP alcuni giorni fa, che ha voluto chiarire il rapporto del tifo organizzato con Andrea Agnelli e la dirigenza bianconera: Tutti i biglietti dati agli ultras sono dati su autorizzazione della Questura: noi, come Dominello (che ricordiamo essere incensurato, o perché è calabrese è un malavitoso?), siamo sempre stati invitati sempre dalla Questura per discutere di questo e per organizzare l’ordine pubblico in occasioni di partite importanti come i derby o la finale di Coppa Italia con il Napoli. Eravamo soliti, noi ultras dunque compreso Dominello, incontrare Agnelli una volta all’anno circa agli eventi organizzati tutti insieme, si discuteva di coreografie e cose del genere, noi il rapporto ce l’abbiamo sempre avuto con D’Angelo: tutto alla luce del sole, tutto ciò che riguarda la nostra attività è a conoscenza della Questura”.

 

******************

 

http://www.juventibus.com/bagarini-passaggi-juve/

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Joined: 14-Nov-2006
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2 minuti fa, ClaudioGentile ha scritto:

Per caso vuoi aggiungere anche l'intervista di Grancini, cira il metodo con il quale la Juventus distribuisce i biglietti agli ultras? che, chissa' come mai, i giornalai (tra cui ziliani e pistacchio) non hanno preso in considerazione sefz

 

di Fabio Giambò

Caso ultras-bagarini: day by day, tutti i passaggi che riguardano la Juve

********************

Su Top Calcio 24 è intervenuto anche Loris Grancini, il capo-ultras rappresentante dei Vikings citato da Andrea Agnelli in una delle intercettazioni rese note dall’HP alcuni giorni fa, che ha voluto chiarire il rapporto del tifo organizzato con Andrea Agnelli e la dirigenza bianconera: Tutti i biglietti dati agli ultras sono dati su autorizzazione della Questura: noi, come Dominello (che ricordiamo essere incensurato, o perché è calabrese è un malavitoso?), siamo sempre stati invitati sempre dalla Questura per discutere di questo e per organizzare l’ordine pubblico in occasioni di partite importanti come i derby o la finale di Coppa Italia con il Napoli. Eravamo soliti, noi ultras dunque compreso Dominello, incontrare Agnelli una volta all’anno circa agli eventi organizzati tutti insieme, si discuteva di coreografie e cose del genere, noi il rapporto ce l’abbiamo sempre avuto con D’Angelo: tutto alla luce del sole, tutto ciò che riguarda la nostra attività è a conoscenza della Questura”.

 

******************

 

http://www.juventibus.com/bagarini-passaggi-juve/

Fabio Giambò sta facendo un'ottima informazione. 

L'aspetto più rilevante che ha detto Grancini (l'autorizzazione della questura sui biglietti) l'ho scritto anche se su questo ero in dubbio se inserirlo o meno perché non so se ci sono altri riscontri che sia sicuramente così.  

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Joined: 05-Oct-2008
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Grazie, ottima sintesi di quanto accaduto.

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Joined: 15-Jul-2006
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Frales .oo

complimenti per il riassunto!!! Aspettiamo altre notizie , e speriamo nella desecretazione del capo gregge .the

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Joined: 12-Aug-2006
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Leggevo su calciomercato.com che cita l'innominabile giornale rosa che verrà desecretata entro questa settimana o al max inizio della prossima su istanza della Juventus.

Speriamo sia la volta buona per chiudere qualche bocca (e qualche carriera...)

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Joined: 15-Apr-2007
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54 minuti fa, SICILIANO ha scritto:

...Il procuratore federale Pecoraro, in seguito al suo deferimento viene ascoltato dalla commissione parlamentare antimafia...

 

In realtà l'audizione di Pecoraro in commissione antimafia è antecedente (7 marzo) al deferimento di AA (18 marzo).

 

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Joined: 20-Apr-2009
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45 minutes ago, SICILIANO said:

Fabio Giambò sta facendo un'ottima informazione. 

L'aspetto più rilevante che ha detto Grancini (l'autorizzazione della questura sui biglietti) l'ho scritto anche se su questo ero in dubbio se inserirlo o meno perché non so se ci sono altri riscontri che sia sicuramente così.  

Figurati se i giornalai hanno interesse ad approfondire le parole di Grancini. E se fossero vere? No, non possono correre questo rischio. .oddio

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Joined: 18-Oct-2008
74251 messaggi

 

Quello che fa imbarazzo è che oramai questa gente è talmente arrogante e supponete che non si prenda più neanche la briga di fare qualcosa per rendere credibili le loro menzogne... si sentono così superiori da potere sparare boiate e mentire spudoratamente perché tanto la gente non si deve permettere di dubitare della loro parola... peggio del feudalesimo .... 

 

:sventola::sventola::sventola::sventola:

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Joined: 20-Apr-2009
40693 messaggi

Se qualcuno della societa' legge, avvisatela che "Pecoraro" e "Di Lello" stanno facendo filtrare altre telefonate ai quotidiani, in particolare il fatto. Ma e' legale una cosa del genere? Vorrei chiedere a qualche esperto: Pecoraro, Di Lello, ed il clan dei napoletani posso falsificare una intercettazione che non gli e' stata passata a loro dalla Procura Ordinaria di Torino e farla passare per quella "Secretata"? E se dovessero fare una cosa del genere, potrebbero essere sbugiardati con assoluta certezza? Grazie

 

22 minutes ago, Marmas said:

 

 

 

 

il_fatto_quotidiano-2017-03-30-58dc2f037

 

 

 

Banditi.

 

 

 

 

15 minutes ago, Marmas said:

 

 

Si è aperto un nuovo fronte di indagine: gli striscioni :haha::haha:

 

 

8MSU8TQ.jpg

 

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Joined: 28-Mar-2017
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Ricordiamoci sempre che pecoraro è colui che da prefetto di Roma trattò con genny a' carogna durante una finale di coppa Italia e ebbe frequentazioni poco chiare con buzzi  e  carminati  in "mafia capitale". 

È stato già detto ma è bene ricordarlo sempre. 

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Inviato (modificato)
1 minute ago, ClaudioGentile said:

"Come fa @napolista ad avere in mano le carte COMPLETE del deferimento Juve?"

 

 

"Di Lello, Taglialatela o qualcuno di Pecoraro ha interesse a far filtrare x processare su stampa."

 

 

La situazione qua sta degenerando, questi staranno facendo il taglia e cuci per Pecoraro a Napoli. O lo hanno gia; fatto. .oddio

@br1BUFFONcin1

@brera

Modificato da ClaudioGentile

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Joined: 20-Apr-2009
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6 minutes ago, troppogobbo1897 said:

Ricordiamoci sempre che pecoraro è colui che da prefetto di Roma trattò con genny a' carogna durante una finale di coppa Italia e ebbe frequentazioni poco chiare con buzzi  e  carminati  in "mafia capitale". 

È stato già detto ma è bene ricordarlo sempre. 

image.jpeg

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Joined: 15-Apr-2007
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Inviato (modificato)

Da un sito amico del capogregge, stralci del deferimento ad AA per fatti già noti

 

Continuano a rimestare nella M***A, sempre la stessa e sempre più nauseabonda.

 

Maiali.

 

 

1 ora fa, Marmas ha scritto:

Per la Procura Figc, Agnelli sapeva degli striscioni su Superga. Disse a D’Angelo: “Bucci è un ciuccio, lo hanno beccato”

 

ESCLUSIVA, LE CARTE INCHIESTA PROCURA FIGC – «Bucci e D’Angelo introdussero gli striscioni nello stadio, furono beccati dalle telecamere di sorveglianza. Agnelli era tutt’altro che inalberato al telefono».

 

 

Le carte dell’inchiesta della Procura Figc

È vero, la notizia del provino alla Juve di un giovane Bellocco, cognome pesante a Rosarno e dintorni, Piana di Gioia Tauro, era già uscita. E poi uno potrebbe sempre dire che la colpa dei padri non deve ricadere sui figli. Un “provino” fu chiesto, per esempio, nel 1994 anche dai fratelli Graviano di Brancaccio, esponenti di punta dei Corleonesi coinvolti nella strategia stragista di Cosa Nostra, al Milan, attraverso Marcello Dell’Utri. Il prescelto era un promettente centrocampista offensivo Gaetano D’Agostino.

Dunque, anche se già filtrata, la storia di Mario Bellocco e la raccomandazione arrivata al direttore della Juve, Marotta, nelle diverse carte delle inchieste sulla Juve, la curva e la ndrangheta, si racconta anche questa storia a mo’ di esempio «dello stretto legame fra Rocco Dominello e Fabio Germani e i vertici della Juventus».

 

Gli striscioni su Superga

Un rapporto che sfiora il masochismo, sembra di capire leggendo gli atti. Ricordate la indicibile vicenda dei fuochi pirotecnici e degli striscioni inneggianti alla sciagura di Superga (quando l’aereo che riportava a casa la squadra del Torino precipitò), portati nella curva in occasione del derby dai dirigenti della Juventus?

Nella relazione di polizia giudiziaria sul derby Juventus-Torino del 23 febbraio 2014 si legge che «gli striscioni clandestinamente introdotti, pur nella consapevolezza che la loro esposizione avrebbe comportato una salata ammenda per la Società, inneggiavano alla tragedia di Superga e comportarono il sanzionamento della Juventus da parte del giudice sportivo, con una ammenda di 25.000 euro».

 

Agnelli dice di Bucci: “Ale sei un ciuccio, ti hanno beccato”

Alessandro D’Angelo e Raffaele Bucci (poi suicidatosi, ndr), «al fine di evitare lo sciopero del tifo ed eventuali ritorsioni nei confronti della propria Società di appartenenza, si prestarono a introdurre personalmente, all’interno dello stadio, degli zaini contenenti striscioni e fumogeni, così eludendo la sorveglianza delle forze dell’ordine».

Tale “condotta” fu però ripresa dalle telecamere di sorveglianza come dimostrato dalla conversazione del 25 febbraio del 2014 nella quale, per l’appunto, «D’Angelo informa Bucci che ė stato beccato e gli riferisce che il Presidente l’aveva apostrofato con la frase “Ale sei un ciuccio, ti hanno beccato”. Per altro – annota il procuratore federale Pecoraro – il presidente Agnelli era perfettamente a conoscenza dell’introduzione di materiale vietato all’interno dello stadio perché di ciò informato dal D’Angelo con il quale risulta intrattenere un rapporto personale di amicizia oltre che rapporti di natura professionale».

 

“Sono dei co*****i”

Sapeva, Agnelli. Il 23 febbraio del 2014 il presidente Agnelli è al telefono con D’Angelo. È appena finito il derby. E il Security Manager della Juve racconta che gli ultras non avevano mantenuto i patti nonostante gli zaini con gli striscioni e i fuochi pirotecnici. «Il presidente Agnelli si limitava a rispondere “ma no no sono dei co*****i” senza altro commento, con ciò dimostrando di essere perfettamente al corrente dei rapporti fra i propri collaboratori ed esponenti del tifo organizzato e della malavita, gestiti al fine di assecondare i tifosi».

 

Interrogato, Agnelli addebita ogni responsabilità a D’Angelo

Il 16 febbraio scorso (2017), Andrea Agnelli chiede di essere sentito dalla procura federale e a proposito della vicenda del derby con il Torino, «addebita la responsabilità della introduzione ddi gli zaini al solo D’Angelo, sostenendo: “Mi inalberai molto e gli dissi che quel che era accaduto non avrebbe dovuto più verificarsi”. Al di là del fatto – scrive la Procura – che la riferita arrabbiatura ė smentita dal tenore delle telefonate intercettate, non v’è chi non veda come il semplice inalberarsi a fronte di tanto improvvida quanto pericolosa e autolesionistica condotta, come già detto, non costituisce di certo condotta consona di colui che, in qualità di Presidente rappresenta la società e riveste una posizione di garanzia, viene a sapere che un proprio dipendente ha commesso un fatto di tale gravità che avrebbe potuto certamente condurre a risvolti di natura penale e a conseguenze ben più gravi».

 

Agnelli non ha mai denunciato né allontanato i suoi collaboratori

Ma c’ė una considerazione generale che inchioda Agnelli. Nell’atto di deferimento al Tribunale sportivo, il procuratore Pecoraro scrive: «Ulteriore conferma del fatto che il Presidente non solo fosse consapevole dei rapporti strutturati e delle concessioni fatte in favore dei gruppi del tifo organizzato e di esponenti malavitosi, ma che acconsentiva a tale condotta, è la circostanza che il Presidente della società non ha mai denunciato tali condotte alle Autorità – statuali e di settore – competenti, né ha mai allontanato dalla compagine sociale i propri collaboratori e dipendenti che attuavano questo sistema».

 

 

 

Modificato da Marmas

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20 minutes ago, Marmas said:

Da un sito amico del capogregge, stralci del deferimento ad AA per fatti già noti

 

Continuano a rimestare nella M***A, sempre la stessa e sempre più nauseabonda.

 

Maiali.

 

 

 

 

 

 

A questo punto la societa' DEVE far intervenire il Procuratore della Procura di Torino, Armando Spataro, che deve fare una dichiarazione nella quale dica che i fatti sono gia' stati giudicati dalla Procura di Torino e non stanno come stanno facendo filtrare attraverso Il Fatto quotidiano.

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1 minuto fa, ClaudioGentile ha scritto:

A questo punto la societa' DEVE far intervenire il Procuratore della Procura di Torino, Armando Spataro, che deve fare una dichiarazione nella quale dica che i fatti sono gia' stati giudicati dalla Procura di Torino e non stanno come stanno facendo filtrare attraverso Il Fatto quotidiano.

 

Non è mica colpa di Spataro se Pecoraro si fa le seghe mentali con la sciarpetta che gli ha prestato Taglialatela al collo.

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3 minutes ago, Marmas said:

 

Non è mica colpa di Spataro se Pecoraro si fa le seghe mentali con la sciarpetta che gli ha prestato Taglialatela al collo.

Certo che NON e' colpa di Spataro. Pero' allo stesso momento qualcuno DEVE intervenire per richiamare all'ordine e alla sobrieta' questa situazione. Qua ci troviamo il presidente ed i dirigenti che da semplici testimoni la procura federala di Pecoraro e la Commissione antimafia di Bindi e Di Lello li stanno facendo passare non solo per accusati di complicita' mafiosa ma addirittura gia' pure colpevoli.

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Comunque piu' ci penso piu' trovo ridicolo e vergognoso che una Commissione parlamentare (nello specifico l'antimafia) invece di indagare lei stessa sul fenomeno mafioso, per esempio facendosi trasmettere gli atti dalla Procura della Repubblica di Torino (nell'inchiesta penale Alto Piemonte per scoprire eventuali infiltrazioni mafiose in Piemonte) e poi studiarseli per contro proprio, addirittura si fa dare gli atti dal procuratore federale Pecoraro.

 

La commissione antimafia, per contro, si va a fidare di un venditore di fumo, quale si e' dimostrato essere Pecoraro, spalleggiato in questa sua battaglia personale contro il presidente della Juventus Andrea Agnelli, addirittura dal presidente del comitato mafia ed eventi sportivi, Di Lello. Pecoraro che deferisce una persona stimata ed al di sopra di ogni sospetto, quale il presidente Andrea Agnelli e', tanto che nel deferimento equipara lo stesso Agnelli ad un malvivente e ad uno 'ndranghetoso.

 

Pecoraro che poi, nella trasmissione del deferimento al presidente Agnelli, non aggiunge una intercettazione, a tuttoggi "fantasma," che, secondo lui, Rosy Bindi, e Di Lello, sarebbe la prova della collusione dello stesso Agnelli, ma la secreta nella commissione antimafia, consegnandola nelle mani del Di Lello.

 

Ancora oggi, a distanza di 12 giorni, sta ancora secretata, ma nel frattempo, il presidente Agnelli, che dovra' essere ascoltato dalla stessa commissione antimafia, non e' venuto a conoscenza di questa famosa intercettazione, che a quanto pare, la stessa procura della repubblica di Torino, sembra non avere mai trasmesso al procuratore federale, perche' non esiste, come confermato dalle parole del Senatore Esposito, componente della commissione antimafia ,Sen. Esposito: 'Sono abbastanza certo che l'intercettazione non esista ...

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Joined: 03-Mar-2017
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Adesso, Jules ha scritto:

In buona sostanza il Pecoriccio si sta desecretando da solo sul Fatto Quotidiano che, tanto per cambiare, interpreta a favore dell'accusa. E d'altronde, si sa, il Fatto Quotidiano ha sempre fatto da megafono a PM di qualsiasi risma.

In fondo la magistratura ha talmente poco potere in Italia che ha per forza bisogno di un minimo di appoggio mediatico... un po' di sentimento popolare preventivo aiuta a raggiungere i risultati.

 

Che vergogna questi media

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Joined: 03-Mar-2017
6064 messaggi
Adesso, Jules ha scritto:

 

Io direi che faccia schifo proprio il sistema che sta a monte dei media... perché i media non sono altro che una "longa manus" dello stesso.

Purtroppo la stampa non è un servizio al cittadino bensì un servizio allo Stato e alle sue istituzioni atto ad indirizzare il pensiero del cittadino.

 

Le istituzioni ce le abbiamo tutte contro, dunque il sistema dei media si adegua

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Joined: 16-Mar-2017
1505 messaggi

Magari mi sbaglierò, ma con questa mossa di passare le sue carte al megafono del giustizialismo invasato, Pecoraro mi da l'impressione di un pugile alle corde, piuttosto che di uno che lavora ai fianchi.

Se tutto il materiale che ha a disposizione per infangare è questo, potrebbe avere i giorni contati.

Sui frutti di questa mossa, bisognerà vedere se questo fango sarà spalmato o meno al di là dei confini neo-borbonici. Fino a ora mi sembra che la canea mediatica stia chiusa in gabbia.

 

Quanto alla vergogna tutta italiota che risponde al nome di Fatto Quotidiano, spero che questa illegale fuga di notizie vada a ingrossare il faldone della denuncia della Società.

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Joined: 12-Sep-2007
13171 messaggi

Il Fatto e Repubblica sono il megafono di una certa sinistra che ha grosso interesse a ritornare in auge in qualche modo.

 

Il sen. Esposito ha centrato il punto: c'è un interesse politico di qualcuno dietro tutta questa faccenda, che sta prendendo sempre più i contorni di una enorme montatura, caratterizzata da intercettazioni palesemente illegali e false. E questo interesse politico è di gente che vuole intercettare i voti a Napoli.

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Joined: 23-Mar-2011
156835 messaggi

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13615 messaggi

Adesso sono rimasti a parlare degli striscioni?

ahah poveretti, stanno alla frutta.

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