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Morpheus ©

CICLISMO - UCI World Tour 2018

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Si parte il 16 gennaio con il Santos Tour Down Under. Come sempre i grandi giri li tratteremo a parte con appositi topic.

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Froome sarà al giro!!

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ottima notizia Froome al giro

speriamo non sia sfigato e soprattutto non lo usi come preparazione al Tour

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Percorso molto scenografico; non in  senso denigratorio eh, passeranno in un sacco di bei posti.

 

La presenza di Froome mi fa piacere, ormai ho fatto pace col fatto che è lui il più forte .asd

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Ringraziate gli sponsor (del giro di quest'anno) israeliani... hanno sborsato bei soldoni sia a Froome che al Team Sky per averlo al Giro .asd

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14 ore fa, tano87 ha scritto:

Ringraziate gli sponsor (del giro di quest'anno) israeliani... hanno sborsato bei soldoni sia a Froome che al Team Sky per averlo al Giro .asd

 

Israele minaccia il boicottaggio del giro perché sul sito c'è scritto "West Jerusalem" .asd

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Per risoluzione ONU è giusto.... Ma per loro no, ma stavolta non voglio dare torto a RCS. 

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Il 29/11/2017 alle 18:08 , Morpheus © ha scritto:

Froome sarà al giro!!

 

Sta notizia mi ha sorpreso molto

 

Il 29/11/2017 alle 20:54 , tano87 ha scritto:

Ringraziate gli sponsor (del giro di quest'anno) israeliani... hanno sborsato bei soldoni sia a Froome che al Team Sky per averlo al Giro .asd

 

Ah ecco  

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Il 29/11/2017 alle 20:51 , vale85 ha scritto:

 

 

La presenza di Froome mi fa piacere, ormai ho fatto pace col fatto che è lui il più forte .asd

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È di André Greipel la prima della stagione: il tedesco della Lotto-Soudal, infatti, si è imposto nella frazione inaugurale del Tour Down Under 2018, corsa che di fatto apre il calendario ciclistico del nuovo anno in Australia. Buona prova per Elia Viviani, cui è mancato solo qualcosa negli ultimi 50 metri.

La tappa è stata caratterizzata da una fuga a 3 di Nickolas Dlamini (Team Dimension Data), Scott Bowden(UniSA-Australia) e William Clarke (EF-Drapac-Cannondale), che hanno avuto un vantaggio massimo prossimo ai cinque minuti, pochi per pensare di precedere il gruppo nei 145 chilometri da Adelaide a Pyndoch. Nel finale la QuickStep-Floors ha costruito un ottimo treno per Viviani, al primo appuntamento ufficiale con la maglia della formazione belga. Elia ha lanciato la volata sulla sinistra della carreggiata, mentre sulla destra sono usciti Caleb Ewan (Mitchelton-Scott) e André Greipel: il tedesco ha messo sui pedali maggiore potenza degli avversari negli ultimi 10 metri, andando a conquistare la 17esima vittoria della carriera in questa corsa, un record. Ewan è riuscito a difendere il secondo posto, mentre il Campione del Mondo Peter Sagan (Bora-Hansgrohe) ha chiuso terzo. Quarta posizione finale per Viviani, che probabilmente non ha ancora trovato la miglior condizione e ha pagato dazio nella fase finale, quando la sua azione si è affievolita. Buona quinta piazza per Simone Consonni (UAE-Emirates), in forte rimonta, mentre Matteo Montaguti (AG2R) ha chiuso ottavo. Decimo Riccardo Minali (Astana).

Grazie agli abbuoni, Greipel in classifica generale ha 4” di vantaggio su Ewan e Clarke, che ha conquistato qualche secondo in fuga. I big per la generale, però, sono attesi nei prossimi giorni.

 

https://www.oasport.it/2018/01/tour-down-under-2018-andre-grepel-si-impone-in-volata-nella-prima-tappa-viviani-quarto-consonni-quinto/

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Non fa sconti la seconda tappa del Tour Down Under, con arrivo a Stirling dopo un finale tutt’altro che scontato. C’è ancora una volata, ma i velocisti hanno dovuto faticare molto negli ultimi chilometri. Ad imporsi è il padrone di casa Caleb Ewan (Mitchelton-Scott) che in una sfida a coppie supera il compagno di squadra Impey e i due della Bora-Hansgrohe Sagan e McCarthy. Per l’australiano, grazie agli abbuoni, arriva anche la maglia di leader della classifica generale.

La partenza è simile a quella di ieri: pronti via quattro uomini in fuga, tre già visti nella prima tappa. Si tratta di Nicholas Dlamini (Dimension Data), William Clarke (EF Education Frist – Drapac p/b Cannondale) e Scott Bowden (UniSA – Australia), accompagnati da Jaime Castrillo (Movistar). Il gruppo comunque gestisce la situazione andando a chiudere a circa 15 chilometri dall’arrivo sull’ultimo degli attaccanti, proprio il corridore della Movistar.

Da lì in poi aumentano le velocità nel plotone verso lo sprint finale: il primo a partire è Daryl Impey, che mette in crisi tutti i velocisti. Il campione del mondo Peter Sagan prova ad uscire dalla ruota del sudafricano ma deve desistere, poco dopo parte una progressione impressionante di Caleb Ewan che beffa anche il compagno di squadra. Quarta piazza per il vincitore uscente su queste strade, Jay McCarthy (Bora-hansgrohe). In casa Italia ancora un buon Elia Viviani (QuickStep-Floors), sesto.

 

https://www.oasport.it/2018/01/tour-down-under-2018-tappa-e-maglia-per-caleb-ewan-in-un-finale-teso-sesto-viviani/

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La prima è servita: Elia Viviani ha subito sbloccato la casella delle vittorie in maglia QuickStep-Floors dominando la volata della terza tappa del Tour Down Under 2018, 120 chilometri da Glenelg a Victor Harbor.L’azzurro ha colto il momento giusto, e allo sprint ha vinto anche con un buon margine di vantaggio sugli avversari diretti.

La tappa, accorciata per il grande caldo, è stata caratterizzata dalla fuga per gran parte solitaria di Scott Bowden (UniSA-Australia), che però non ha opposto troppa resistenza quando il gruppo l’ha raggiunto, anche considerando gli oltre 40° in cui i corridori si sono ritrovati a correre. Nel finale, attacco di Thiago Machado(Katusha-Alpecin), che però dopo una decina di chilometri in avanscoperta è stato riassorbito dal gruppo a 8 dal traguardo. Da quel momento in avanti, le squadre dei velocisti hanno preso il controllo della situazione, con la Mitchelton-Scott che ha provato a costruire un treno per il capitano Caleb Ewan. Il giovane australiano, però, ha avuto un’esitazione a circa 200 metri dall’arrivo, proprio quando Elia Viviani ha deciso di lanciare la sua volata in rimonta. 

Grazie a questa scelta di tempo perfetta, l’azzurro è passato a doppia velocità di fianco ad Ewan, andando a prendersi la prima posizione sul rettilineo finale in leggera salita per tagliare il traguardo in prima posizione e inaugurare nel migliore dei modi la nuova maglia. Seconda posizione per il tedesco Phil Bauhaus (Sunweb), mentre Ewan ha chiuso il podio in terza posizione. Ottima quarta posizione per il giovane azzurro Simone Consonni (UAE Emirates), mentre Peter Sagan (Bora-Hansgrohe) ha chiuso in quinta posizione, troppo attardato rispetto agli altri sprinter nelle fasi decisive della corsa. In classifica generale, resta al comando Ewan che ora ha 10” di vantaggio su Viviani, che è il più immediato inseguitore. 

 

https://www.oasport.it/2018/01/tour-down-under-2018-elia-viviani-sfreccia-a-victor-harbor-prima-vittoria-stagionale-per-lazzurro/

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Peter Sagan è diventato il primo Campione del Mondo in carica a vincere una tappa nelle 20 edizioni il Tour Down Under: lo slovacco si è imposto oggi nella quarta frazione, 128 chilometri da Norwood a Uraidla, che presentava le prime vere difficoltà altimetriche nel finale, che hanno escluso diversi velocisti dalla lotta per il successo parziale.

Come di consueto, i corridori sono stati accompagnati dal gran caldo per tutta la tappa. Due atleti della UniSA-Australia hanno provato la fuga sin dai primi chilometri: Zak Dempster e Alexander Porter. Il secondo ha presto lasciato solo il compagno, che ha provato a resistere quanto possibile al ritorno del gruppo sfidando anche temperature oltre i 40°, ormai una costante di questi giorni in Australia. Purtroppo per lui, poco da fare, e il gruppo è tornato sotto prima delle fasi conclusive della gara, che hanno visto gli atleti affrontare una salita che per quanto non impossibile ha creato una certa selezione. Peter Sagan (Bora-Hansgrohe) è stato sin da subito molto attivo e prima ha provato ad attaccare da solo, poi con quattro compagni d’avventura. Il gruppo dei big, ridotto ad una trentina di unità, è riuscito a rientrare prima dello sprint, velocissimo e praticamente tutto in discesa: Daryl Impey (Mitchelton-Scott) ha scelto i tempi giusti per provare ad anticipare, ma sulla sua ruota si è fiondato proprio Sagan, che è riuscito a scavalcarlo ormai a pochi metri dal traguardo per conquistare il successo. Terza piazza per lo spagnolo Luis Leon Sanchez (Astana) mentre l’azzurro Diego Ulissi (UAE Emirates) ha chiuso quarto. Ottava posizione per Domenico Pozzovivo (Bahrain-Merida), tra i più propositivi nella fase in salita. Sagan, con questa vittoria, ha anche conquistato la leadership in classifica generale alla vigilia della tappa di Willunga Hill che deciderà la corsa australiana.

 

https://www.oasport.it/2018/01/tour-down-under-2018-peter-sagan-spettacolo-e-vittoria-nella-quarta-tappa-diego-ulissi-ai-piedi-del-podio/

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Richie Porte rispetta il pronostico e trova il successo in solitaria nella quinta tappa del Tour Down Under. Il tasmaniano ha dimostrato ancora una volta di non avere rivali sulla salita di Willunga Hill, che lo vede vincitore per il quinto anno consecutivo. Porte però non può esultare del tutto, perché non arriva la maglia di leader, che va invece sulle spalle di un bravissimo Daryl Impey, che resiste nel finale e arriva in seconda posizione a soli 8” dal corridore della BMC.

Subito dopo il via parte una fuga formata da sette uomini: Thomas De Gendt (Lotto Soudal), Nicholas Dlamini (Dimension Data), Scott Bowden (UniSA-Australia), Mads Würtz Schmidt (Katusha-Alpecin), Zakkari Dempster (UniSA-Australia), Fumiyuki Beppu (Trek-Segafredo) and Nuno Bico (Movistar Team). Il loro vantaggio cresce rapidamente e arriva a toccare 5 minuti. Nel finale però entra in azione la BMC che va ad aumentare l’andatura e a ridurre rapidamente il distacco. Sul primo passaggio su Willunga Hill, il gruppo di testa si spezza e rimangono solo De Gendt e Dlamini. Il belga scollina poi da solo, con circa un minuto di vantaggio sul gruppo, ma verrà poi ripreso a 10 km dal traguardo, a causa del fortissimo ritmo imposto dalla EF-Education, che nel frattempo era subentrata in testa al gruppo.

All’imbocco della salita finale, la BMC riprende il controllo della corsa, con Rohan Dennis che imposta l’andatura sulle prime rampe. Con un ritmo regolare il passista australiano screma progressivamente il gruppo e a 2 km dal traguardo arriva il primo attacco di Richie Porte. L’unico corridore in grado di seguire il suo ritmo è Jay McCarthy (Bora-Hansgrohe), ma poco dopo il tasmaniano sferra un’altra e decisiva accelerazione e fa il vuoto dietro di sé. Nel frattempo tra i più attivi nel gruppo inseguitore c’è il nostro Diego Ulissi (UAE Team Emirates), che non riesce però a fare la differenza. Porte va quindi a trovare la vittoria in solitaria con 8” di vantaggio su Daryl Impey (Mitchelton-Scott), che con uno scatto negli ultimi metri riesce ad anticipare i rivali e a guadagnare secondi fondamentali. Terza posizione, a 10”, per Tom Jelte Slagter (Dimension Data) che regola un gruppetto in cui troviamo Egan Bernal (Team Sky), al quinto posto e anche Ulissi, che chiude settimo.

In classifica generale guida quindi Impey, a pari tempo con Porte, ma primo grazie alla miglior serie di piazzamenti nelle tappe precedenti. Impey è quindi vicinissimo a diventare il primo sudafricano a vincere questa corsa, visto che la breve tappa di domani non dovrebbe portare alcun distacco. Il podio virtuale è completato da Slagter, a 16” dalla vetta. Il miglior italiano è Ulissi, che si trova in quarta posizione a 20”.

 

https://www.oasport.it/2018/01/tour-down-under-2018-richie-porte-domina-ancora-su-willunga-hill-ma-la-maglia-di-leader-va-a-daryl-impey/

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Si chiude come si era aperto il Tour Down Under 2018, prima corsa a tappe World Tour della stagione. Nella sesta ed ultima tappa, davvero veloce su un circuito nei pressi di Adelaide (90 chilometri in totale), ad imporsi è ancora una volta in volata il tedesco André Greipel, che si conferma il corridore più vincente sulle strade australiane (è nettamente in testa a questa speciale graduatoria, a quota 18 successi). Per quanto riguarda la classifica finale, vittoria a sorpresa per il sudafricano Daryl Impey, abile a resistere ieri a Willunga Hill sulla progressione di Richie Porte.

Ci si aspettava una corsa molto dura oggi, nonostante il percorso non presentasse particolari difficoltà e infatti così è stato. Velocità folli sin dalla partenza, con tantissimi corridori a caccia della fuga giusta e degli abbuoni, vista una classifica molto corta. Alla fine però, in chiave graduatoria non è cambiato praticamente nulla, con la Mitchelton-Scott che ha saputo gestire al meglio la situazione. Tra i più attivi ci sono stati Logan Owen (Team EF Education First-Drapac p/b Cannondale) e Ben O’Connor (Dimension Data) che sono stati gli unici a guadagnare abbastanza spazio su un gruppo lanciato ad oltre 50 km/h. Negli ultimi due giri c’è stato il ricongiungimento, con il plotone che si è lanciato definitivamente verso la volata.

Ad organizzare il miglior treno è stata la Sunweb per il teutonico Phil Bauhaus, che non è riuscito però a mettere in strada tutta la sua energia (solo quarto). A trionfare un altro corridore di casa Germania: André Greipel (Lotto-Soudal) che con il colpo di reni è riuscito a battere in un durissimo testa a testa la stella di casa Caleb Ewan (Mitchelton-Scott). Terza piazza per il campione del mondo Peter Sagan (Bora-hansgrohe), mentre il migliore degli italiani è Elia Viviani (Quick-Step Floors), quinto; settimo Simone Consonni (UAE Emirates).

 

https://www.oasport.it/2018/01/tour-down-under-2018-ultima-volata-ad-andre-greipel-classifica-generale-a-daryl-impey/

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Cadel Evans Great Ocean Road Race all’australiano della Bora. Bel finale, garone di Oss al servizio del vincitore; podio completato da Impey, Battaglin in top ten

La parola più temuta dal ciclonerd degli anni ’10 è una e una sola: “georestricted”. Con la variante “geoblocked”. Significa che una data corsa, se c’è di mezzo quella parola, diverrà molto più difficile da seguire, per ragioni di diritti tv riservati a determinate aree geografiche e negati ad altre; e a volte succede che se non viene fuori qualche streaming pirata dell’ultim’ora, guardarla – la gara – sarà proprio direttamente impossibile.

Voi direte che ci sono settecentottantamilavirgolaqualcosa problemi molto più seri di questo, e non vi si potrà certo dare torto; ma sacrificare il sonno per seguire una diretta testuale della Cadel Evans Great Ocean Road Race, con la consapevolezza di dover comunque aspettare che un’anima pia pubblichi dopo l’alba una sintesi decente su YouTube, non predispone a una luminosa domenica di gioia nei cieli.

Anche perché poi la corsa – a conti fatti – risulta gradevole, e spiace non averne potuto godere in diretta delle immagini, ma ormai è andata così e pazienza. Ha vinto Jay McCarthy, il ciclista che anni fa ribattezzammo J-Mac, proprio come un noto attore hard, e il finale della CEGORR(acronimo ormai ufficiale della gara australiana) è stato in effetti parecchio hard, con un gruppetto in avanscoperta raggiunto sul rettilineo finale da un altro gruppetto, comprendente quest’ultimo Elia Viviani autore di un numero da Folletto, nel senso dell’aspirapolvere, Elia che con una rimonta pantagruelica si è ingoiato uno dopo l’altro una quindicina di avversari in 100 metri, recuperandone 50 (di metri, sempre), in poche pedalate. Non gli bastò, se non per far secondo e per avere una nuova “miglior volata non vinta” in bacheca. Da sottolineare poi il garone di Daniel Oss, spesosi in maniera superefficiente per McCarthy: e in casa Bora-Hansgrohe si fregano le mani, non tanto per la pur dignitosa Cadel Evans Great Ocean Road Race testè conquistata, ma per avere finalmente un gregario fortissimo da affiancare a Peter Sagan più avanti.

 

Bella fuga con Lasse Norman Hansen protagonista
164 km con circuito finale da 17 da ripetere 3 volte e mezza a Geelong, ed ecco qua la quarta edizione della gara intitolata a Cadel Evans, seconda prova del World Tour disputata in Australia e fin qui sfuggita, nelle prime tre repliche, ai corridori di casa. Come ben sapete se siete arrivati fin qui, oggi Jay McCarthy ha interrotto l’ancor breve digiuno aussie.

 

Fuga a 5 attiva sin dai primissimi chilometri, due uomini della selezione nazionale australiana, ovvero Alexander Porter (già visto al recente Tour Down Under) e Sam Welsford, l’olandese Robbert De Greef (Roompot-Nederlandse Loterij), il russo Pavel Kochetkov (Katusha-Alpecin) e una vera bestia da traino come il danese Lasse Norman Hansen, punta di diamante dell’Aqua Blue Sport.

Il quintetto, in barba all’impegno di Mitchelton-Scott e Quick-Step Floors in gruppo, ha costruito un vantaggio che è arrivato a toccare i 6’30” quando mancavano soli 75 km alla conclusione, e poi ha iniziato a perdere i pezzi sui vari passaggi (quattro in totale) per Challambra Crescent, salita simbolo del circuito finale. In realtà una salitella di un chilometro appena, con pendenze mai esagerate (si sta sull’8-9%), ma il resto del lavoro di selezione è stato operato dal caldo, ancora persistente nell’estate australiana.

Al primo passaggio da Challambra Crescent, ai -60, hanno perso contatto Welsford e De Greef, al secondo si è esaurito Porter che poi ha mollato un po’ più avanti, ai -38; e bisogna dire che pure il gruppo, tirato sempre forte per ridurre il gap dai primi, si è sfoltito di parecchio, fino a contare appena una trentina di unità quando, al terzo passaggio ai -26, è stato Lachlan Morton (Dimension Data) a fare una bella trenata.

 

Chaves fa i numeri alla prima gara, Oss generosissimo
Al penultimo passaggio da Challambra il margine per Hansen e Kochetkov si è ridotto a pochi secondi rispetto a un primo gruppetto; poi un secondo gruppetto, dopo essersi staccato in salita, si è riunito col primo, Tim Roe (altro rappresentante della selezione nazionale di casa) ha tentato la sortita, ma senza fortuna, e ai -15 i due superstiti della fuga sono stati infine ripresi. Non rimaneva che un passaggio dalla salitella, ed è stata la LottoNL-Jumbo a forzare tempi e modi, impostando in maniera dolorosa per tanti quest’ultima Challambra Crescent.

 

Dopo il lavoro dei suoi gregari, è stato George Bennett a spingere in prima persona, e il suo affondo ha prodotto un gruppetto di nove uomini al comando della corsa quando mancavano 9 chilometri: con lui c’era il suo compagno Robert Gesink, quindi avevamo una coppia Bora-Hansgrohe formata da Jay McCarthy e Daniel Oss, una coppia Mitchelton formata da Daryl Impey (vincitore del TDU) e – udite udite – Esteban Chaves all’esordio stagionale, quindi c’erano ancora Simon Gerrans (BMC), un positivo Roger Latour (AG2R La Mondiale) e il sempre solido Dries Devenyns (Quick-Step Floors).

Erano pochi ma buoni i secondi che ballavano rispetto ai primi inseguitori, e il miscuglio tra coppie e singoli nel drappello ha dato vita a interessanti batti&ribatti, ed è qui che Daniel Oss si è consacrato gregario del giorno: prima ha chiuso su Latour sullo strappetto di Meville, poi ha annullato un tentativo a due di Chaves e Bennett ai -5.5, poi ha stoppato ancora Bennett ai -3.7, infine ha lavorato (con buoni esiti) all’attacco più serio di questo finale, condotto da un Chaves più che mai pimpante, scattato poco dopo i -3 alla conclusione.

Il colombiano ha tenuto bene pochi metri di margine per un paio di chilometri, ma le velocità dietro sono aumentate via via, per cui agli 800 metri ha dovuto arrendersi. Le velocità aumentavano perché se da un lato bisognava riprendere l’attaccante, dall’altro bisognava provare a respingere il rientro di diversi inseguitori. Il primo obiettivo è stato centrato, il secondo no, e ci si è trovati ai 500 metri con una situazione molto fluida: sui componenti del gruppetto di testa sono rientrati i primi avanguardisti del secondo drappello, e uno di questi, José Isidro Maciel (per gli amici JIM) Gonçalves della Katusha è andato ad aprire le ostilità impostando uno sprint lunghissimo, con l’intento di favorire il compagno Maurits Lammertink, poco lontano.

 

 

McCarthy porta a casa il bottino nonostante il ritorno impetuoso di Viviani
Invece alla ruota del portoghese c’era appostato Jay McCarthy, che ravanando nel borsello ha trovato un’unica fiche, bella grossa, e ha deciso di giocarla. Come? Anticipando in maniera esasperata lo sprint, lanciandosi a 300 metri dalla fine. Alla sua ruota c’era Gerrans, che però ha fatto vedere di non avere il colpo da ko di qualche stagione fa, infatti è rimbalzato indietro.

Devenyns ha provato a reagire in qualche modo, ma intanto da dietro (e dall’altro lato) emergeva come un pazzo il suo compagno Viviani, che dalle posizioni di retroguardia del secondo gruppetto aveva già fatto una prima volata per riportarsi in coda ai primi, e poi ha piazzato lì la rimonta di cui scrivevamo all’inizio, una risalita tanto impetuosa quanto difficoltosa, visto che più che ciclismo pareva slalom, con tanti avversari da superare di volta in volta, e tutti – ovviamente – non da una traiettoria comoda, ma dovendo sempre allargare all’esterno. Tutto ciò nello spazio di 200 metri. E nonostante in quello spazio Elia abbia coperto circa 7-8 chilometri in più rispetto a McCarthy, il quale invece era davanti e andava dritto per dritto, alla fine è riuscito ad arrivare a un’incollatura dall’australiano.

McCarthy-Viviani all’arrivo, quindi, e poi terzo posto per Impey; a seguire Devenyns, Gerrans, il vincitore del 2017 Nikias Arndt (Sunweb), Steele Von Hoff (Nazionale Australiana), Lammertink, Enrico Battaglin (LottoNL) al nono posto e Lars Bak (Lotto Soudal) a chiudere la top ten. Il gruppetto, formato da 24 uomini, è stato chiuso da Eros Capecchi (Quick-Step); nel secondo drappello, cronometrato a 20″, anche Oss tra gli staccati del finale (27esimo lui), e Salvatore Puccio (Sky) piazzatosi 25esimo.

Si chiude così la scampagnata australiana di inizio stagione per il World Tour; la massima categoria del ciclismo UCI tornerà tra poco meno di un mese con l’Abu Dhabi Tour, ma da qui ad allora avremo modo di assistere già a tante altre gare. E l’appetito (per i grandi appuntamenti) continuerà a venir mangiando.

 

 

http://www.cicloweb.it/2018/01/28/mccarthy-rimontone-viviani/

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Tanto, lo si sa, che da 14 lunghi anni scatti anche lassú lasciandoli tutti dietro incantando stelle e Paradiso alzandoti sui pedali.
 

Quaggiú invece manchi come se fosse ieri, e vivi nel cuore di chi ti ha amato davvero e che mai dimenticherà la tua grandezza.
 

Ciao Marco.

 

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Non solo alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018: la Norvegia vince anche nel caldo della Penisola arabica grazie ad Alexander Kristoff, che si è imposto nella prima tappa dell’Abu Dhabi Tour 2018, priva di particolari difficoltà altimetriche.

Le squadre dei velocisti, data la composizione della tappa, non hanno faticato a controllare la corsa nei 189 chilometri tra Madinat Zaya e Adnoc School, dove era posto l’arrivo al termine di un lunghissimo rettilineo. Nei chilometri finali i treni degli sprinter hanno provato ad organizzarsi: come di consueto, si è fatta notare la QuickStep-Floors, in favore di Elia Viviani. Sulla sinistra il veronese ha lanciato la sua volata ma non è riuscito ad essere incisivo, chiudendo al quarto posto.

Sulla destra, Alexander Kristoff ha trovato il varco giusto per passare l’australiano Caleb Ewan (Mitchelton-Scott) e regalare il successo parziale alla UAE Emirates. Alle sue spalle, ottima rimonta dell’azzurro Andrea Guardini che con la maglia della Bardiani-Csf è riuscito ad arrampicarsi fino in seconda posizione con un finale molto veloce, relegando Ewan al terzo gradino del podio. Alle spalle del già citato Viviani, il britannico Daniel McLay (EF-Drapac), mentre Niccolò Bonifazio (Bahrain-Merida) e Michael Bresciani (Bardiani-Csf) hanno chiuso rispettivamente in sesta e settima posizione.

https://www.oasport.it/2018/02/abu-dhabi-tour-2018-alexander-kristoff-batte-andrea-guardini-nella-prima-tappa/

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Sono già cinque in stagione! Quest’annata per Elia Viviani è iniziata alla grande: il campione olimpico dell’omnium di Rio 2016, approdato alla Quick-Step Floors, continua a vincere. Oggi il velocista tricolore si è imposto nello sprint della seconda tappa dell’Abu Dhabi Tour: volata dominata per l’azzurro sul traguardo di Yas Beach. Per lui c’è anche il primato in classifica generale, alla pari con Kristoff, ma davanti per i piazzamenti.

Come di consueto fuga sin dai primi chilometri di gara: al comando Charles Planet (Team Novo Nordisk), Joey Rosskopf (BMC), Alexander Porsev(Gazprom – Rusvelo), Alessandro Tonelli (Bardiani – CSF) e Jaco Venter (Dimension Data). Le squadre dei velocisti gestiscono la situazione, poi, a 50 chilometri dall’arrivo, il gruppo aumenta prepotentemente l’andatura, spaccandosi in più tronconi: ad inseguire c’è il leader della generale Kristoff, davanti invece grossi nomi come Alejandro Valverde (Movistar), che ha seguito il movimento dei suoi, Julian Alaphilippe (Quick Step), Ilnur Zakarin e Marcel Kittel (Katusha – Alpecin), André Greipel (Lotto – Soudal), Danny van Poppel (LottoNL – Jumbo), Rohan Dennis (BMC) Caleb Ewan e Simon Yates (Mitchelton – Scott), Fabio Aru e Rui Costa (UAE Team Emirates). Nulla di fatto: il plotone si ricompatta a 25 dall’arrivo e si organizza per la volata.

Elia Viviani sfrutta al meglio il lavoro della Quick-Step e fa valere la sua punta di velocità, imponendosi senza problemi. Alle sue spalle Danny Van Poppel (LottoNL-Jumbo) e Pascal Ackermann (BORA-hansgrohe). In casa Italia da sottolineare l’ottava piazza di Niccolò Bonifazio (Bahrain-Merida).

https://www.oasport.it/2018/02/abu-dhabi-tour-2018-elia-viviani-vince-in-volata-la-seconda-tappa-per-lui-anche-la-maglia-di-leader/

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Finale spettacolare nella terza tappa dell’Abu Dhabi Tour. Una volata di gruppo combattuta fino all’ultimo centimetro ha visto il tedesco Phil Bauhaus conquistare il successo al fotofinish davanti ai connazionali Marcel Kittel e Pascal Ackermann. Quarto posto per Elia Viviani, che resta leader della generale.

La fuga di giornata è formata da quattro corridori: Marco Maronese (Bardiani – CSF), Sergey Firsanov (Gazprom-RusVelo), Pierre Rolland (EF Education First-Drapac p/b Cannondale) e Sam Brand (Novo Nordisk). Tra di loro però non c’è accordo e il gruppo va a ridurre rapidamente il distacco, riprendendoli a circa 50 km dal traguardo. Subito dopo arriva il secondo sprint intermedio, vinto da Elia Viviani (Quick-Step Floors) che conquista così 3” fondamentali per la generale. Il forte vento laterale porta alla formazione di diversi ventagli e nella concitazione del momento c’è una caduta che coinvolge anche Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates). Il campione europeo non riporta particolari conseguenze e rientra poco dopo in gruppo il quale si avvia con ritmo regolare verso lo sprint finale.

La volata viene lanciata dagli uomini della Quick-Step Floors, con Elia Viviani che parte però troppo lungo, mentre alla sua ruota si piazza perfettamente Phil Bauhaus (Sunweb). Provano invece la rimonta da dietro Marcel Kittel (Katusha – Alpecin) e Pascal Ackermann (Bora – Hansgrohe). La vittoria si decide così in un incredibile fotofinish a quattro che premia di pochi millimetri Bauhaus davanti a Kittel, Ackermann e Viviani. Alle loro spalle troviamo Caleb Ewan (Mitchelton-Scott) e André Greipel (Lotto Soudal), mentre Andrea Guardini (Bardiani – CSF) si piazza decimo. In classifica generale resta quindi leader Viviani con 3” su Kristoff e Bauhaus.

https://www.oasport.it/2018/02/abu-dhabi-tour-2018-phil-bauhaus-batte-al-fotofinish-marcel-kittel-quarto-elia-viviani-che-resta-leader2/

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Primo anticipo di grandi classiche del Nord in Belgio: appuntamento tradizionale con le pietre della Omloop Het Nieuwsblad 2018, entrata a far parte del circuito World Tour. L’Astana dimostra una forma spaziale in questa prima parte della stagione: Michael Valgren riesce a sorprendere con un numero da finisseur il gruppetto dei migliori involandosi da solo sul traguardo di Meerbeke.

Come di consueto parte un gruppo molto folto all’attacco nei primi chilometri di gara: Marco Mathis (Katusha – Alpecin), Aleksejs Saramotins (Bora – Hansgrohe), Michael Van Staeyen e Kenneth Vanbilsen (Cofidis), Brian Van Goethem e Tim Ariesen (Roompot – Nederlandse Loterij), Edward Planckaert (Sport Vlaanderen – Baloise), Michael Carbel Svendgaard (Fortuneo – Samsic), Dries De Bondt (Veranda’s Willems-Crelan) e Ludwig De Winter (WB Aqua Protect Veranclassic) riescono a guadagnare circa 5′ di vantaggio sul plotone.

Con i primi passaggi sui muri belgi si è, ovviamente, disfatto il plotoncino al comando e il gruppo dei migliori è riuscito a recuperare secondo su secondo. A circa 70km dall’arrivo sono praticamente stati ripresi i battistrada, con i primi scatti dal gruppo: Wellens, Naesen, Dillier, Juul-Jensen, Kuznetsov, Grondahl Jensen, Matthews, Van Poppel, Van Gestel, Stybar e Kung sono riusciti ad avvantaggiarsi, ma l’Ag2r La Mondiale è andata a chiudere. Sul Berendries si sono mossi anche i pezzi grossi: Wellens, Van Avermaet, Colbrelli e Vanmarcke.

La squadra favorita della corsa, la Quick Step-Floors, è andata a chiudere il buco per i propri capitani. La gara è andata a decidersi sul Muur: Vanmarcke, Stybar, Van Avermaet, Naesen, Colbrelli, Valgren, Gatto, Lutsenko, Trentin, Oss, Van Aert, Wisniowski e Lampaert hanno spaccato la corsa in due, guadagnando circa 30” sul gruppo, con gli italiani dunque in grande spolvero.

Scatti e controscatti davanti, con l’accordo che è ovviamente saltato negli ultimi 3 chilometri in vista dell’arrivo. A 2 chilometri è scattato Michael Valgren (Astana), che ha sfruttato la superiorità numerica: in gruppo si sono guardati e l’unico che ha provato ad inseguire è stato l’olandese Vanmarcke. Il danese Valgren però ha trovato lo scatto giusto al momento giusto, trionfando a braccia alzate. Wisniowski e Vanmarcke completano il podio.

https://www.oasport.it/2018/02/omloop-het-nieuwsblad-2018-michael-valgren-sorprende-tutti-con-uno-scatto-da-finisseur/

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Quarta tappa per l’Abu Dhabi Tour, corsa a tappe negli Emirati Arabi che è entrata a far parte del circuito World Tour. Nella breve cronometro di 12.6 chilometri con partenza ed arrivo in quel di Al Maryah Island, ad imporsi è Rohan Dennis (BMC), campione australiano della disciplina, che riesce a primeggiare con il tempo di 14’20”.

Distanza breve, ma distacchi piuttosto alti per tutti gli inseguitori, che non sono riusciti a tenere il passo del fenomenale cronoman oceanico. Il primo degli umani è Jonathan Castroviejo (Sky), a 14”, poi il compagno di squadra e nazione Miles Scotson (BMC). Solo dodicesimo, invece, Tom Dumoulin (Sunweb): il campione del mondo a cronometro ha sfoggiato la sua maglia iridata, ma non è comunque sembrato al top, perdendo 31”. Il migliore degli italiani è Diego Ulissi (UAE Emirates), quindicesimo a 37”.

Questa la classifica odierna: 

1 Rohan Dennis (BMC Racing Team)
2 Jonathan Castroviejo (Team Sky) +14”
3 Miles Scotson (BMC Racing Team) +16”
4 Jos van Emden (LottoNL-Jumbo) +16”
5 Wilco Kelderman (Team Sunweb) +16”
6 Brent Bookwalter (BMC Racing Team) +17”
7 Nikias Arndt (Team Sunweb) +22”
8 Patrick Bevin (BMC Racing Team) +23”
9 Alejandro Valverde (Movistar Team) +27”
10 Alex Dowsett (Team Katusha – Alpecin) +29”

In classifica generale Dennis è in testa davanti ovviamente a Castroviejo e Scotson. Domani il duro arrivo in salita a Jebel Hafeet deciderà la vittoria finale.

https://www.oasport.it/2018/02/abu-dhabi-tour-2018-tappa-e-maglia-per-rohan-dennis-a-cronometro/

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Alejandro Valverde conquista la quarta edizione dell’Abu Dhabi Tour. Il corridore murciano si è imposto nella tappa regina sull’arrivo in salita a Jebel Hafeet, battendo in uno sprint a due il colombiano Miguel Angel Lopez e diventando così leader della classifica generale.

La fuga di giornata è formata da nove corridori: Rudy Barbier (AG2R La Mondiale), Michael Bresciani (Bardiani – CSF), Niccolò Bonifazio (Bahrain Merida), Nikolay Trusov (Gazprom-RusVelo), Lawson Craddock (EF Education First-Drapac p/b Cannondale), Joonas Henttala (Novo Nordisk), Matthias Brändle (Trek – Segafreo), André Greipel e Frederik Frison (Lotto Soudal). Il loro vantaggio sale rapidamente e arriva a toccare i 9’ nella parte centrale della tappa. Il gruppo aumenta notevolmente l’andatura negli ultimi 50 km ma all’imbocco della salita finale di Jebel Hafeet, ai -11 km, i fuggitivi mantengono ancora un vantaggio di circa 2’.

Quando iniziano le rampe più dure, ai -7 km, esplode la corsa. Craddock rimane solo al comando tra i fuggitivi, mentre dal gruppo il primo a provare l’attacco è Davide Formolo (BORA – hansgrohe), che poco dopo viene raggiunto da altri tre corridori: Alejandro Valverde (Movistar), Julian Alaphilippe (Quick-Step Floors) e Miguel Angel Lopez (Astana). Questi quattro vanno a riprendere Craddock, che cede e perde contatto. Poco dopo rientrano sulla testa anche Wilco Kelderman (Sunweb), Niklas Eg (Trek – Segafredo) e Rafał Majka (BORA – hansgrohe). Si forma così un gruppetto al comando con sette corridori che si andrà a giocare la vittoria.

Ai -4 km sferra l’attacco Lopez che prova l’azione in solitaria. Un chilometro più tardi parte al contrattacco anche Valverde che poco dopo lo raggiunge. Si forma così una coppia di testa, mentre al loro inseguimento troviamo Alaphilippe, Majka e Kelderman. Valverde sfrutta alla perfezione le sue doti veloci per saltare Lopez negli ultimi metri e conquistare così la vittoria allo sprint davanti al colombiano. Terzo posto per Alaphilippe a 15”, davanti a Majka e Kelderman. A 37” troviamo invece Formolo, poco dietro arrivano Eg e la coppia della UAE-Team Emirates con Diego Ulissi e Rui Costa. In classifica generale arriva quindi il successo finale di Valverde, con 17” di vantaggio su Kelderman e 29”su Lopez. Il miglior italiano è Formolo, sesto a 1’13” seguito da Ulissi, settimo a 1’18”.

 

https://www.oasport.it/2018/02/abu-dhabi-tour-2018-alejandro-valverde-trionfa-sulla-salita-di-jebel-hafeet-e-conquista-la-generale/

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Benoot da vero PIONIERE vince la "Strade bianche" da autentico pioniere travolto dal freddo e dal fango.

 

Eroe

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Una giornata da tregenda, una giornata Eroica come il nome che era dato a questa corsa qualche anno fa. La dodicesima edizione della Strade Bianche, corsa entrata a far parte del circuito World Tour, va al belga Tiesj Benoot, riuscito ad arrivare in quel di Piazza del Campo a braccia alzate in solitaria. Prima vittoria da professionista per il giovane corridore della Lotto Soudal: ha scelto il momento giusto per cogliere un risultato che rimarrà sicuramente nella storia. Davvero dominante oggi.

Davvero tanta confusione nelle prime fasi di gara, con anche i mezzi di informazione che hanno fatto tanta fatica a seguire l’andamento della corsa. Sono andati via una decina di corridori: Pierre Latour e Quentin Jauregui (Ag2r La Mondiale), Antoine Duchesne (FDJ), Victor Campenaerts (Lotto Soudal), Alejandro Valverde (Movistar), Edvald Boasson Hagen (Dimension Data), Primoz Roglic (Lotto NL Jumbo) e Alexandr Riabushenko (UAE Team Emirates). Il gruppo dei migliori si è spezzato più volte, ovviamente a causa dello sterrato e delle condizioni meteo, ma ha gestito al meglio la situazione, non lasciando più di 5′ ai migliori.

Davanti è cambiato tutto a circa 60 chilometri dal traguardo: si è distrutto il gruppo al comando, da dietro sono arrivati una quindicina di uomini che hanno sorpreso tutti i rivali. Si è formato un plotoncino comprendente Kwiatkowski, Kung, Latour, Oss, Power, Valverde, Rojas, Andersen e Van Aert, tanti nomi davvero attesissimi, compreso il campione uscente. Sul tratto numero 8, quello di Sante Marie è esplosa la corsa: Wout Van Aert, campione del mondo di ciclocross, si è messo a tirare a tutta davanti, mentre dietro gli altri favoriti rimasti arretrati hanno provato a rientrare. In un secondo momento davanti è riuscito a tornare Peter Sagan, con la maglia di campione del mondo.

Al contrattacco all’uscita dallo sterrato sono andati Van Aert e Romain Bardet: nel frattempo alle loro spalle la situazione si è ricompattata, con circa una ventina di corridori alle loro spalle. Il plotoncino non ha trovato l’accordo e i due al comando hanno guadagnato da subito circa un minuto di vantaggio. Scatti e controscatti dietro, ma solo scaramucce tra i grandi favoriti. Gli unici a guadagnare un po’ di spazio sono i belgi Tiesj Benoot e Peter Serry, che però restano distanti circa 40” dalla vetta.

Nel penultimo tratto di sterrato l’attacco decisivo però lo porta Benoot: il corridore della Lotto Soudal stacca il compagno di fuga e si lancia all’inseguimento del duo al comando, raggiunto nel giro di poche pedalate. Nell’ultimo tratto di strade bianche, ormai diventate solo fango, è ancora una volta Benoot a muoversi: scatto impressionante a staccare Bardet e Van Aert, costretti ad accontentarsi della piazza d’onore. Nelle fasi finali la situazione rimane stabile: il belga riesce a trionfare in solitaria, Bardet va a prendersi il secondo posto e Van Aert chiude una cavalcata sorprendente in terza piazza. A circa un minuto di distacco arrivano Alejandro Valverde (Movistar) ed il primo degli italiani: un fantastico Giovanni Visconti (Bahrain-Merida).

 

 

https://www.oasport.it/2018/03/strade-bianche-2018-trionfo-di-tiesj-benoot-in-una-giornata-eroica-quinto-giovanni-visconti/

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