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TENNIS - ATP & WTA World Tour 2018

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Alle porte già la nuova stagione con vari tornei iniziali sia maschili che femminili. Per gli SLAM e i Masters di fine anno utilizzeremo come sempre dei topic a parte.

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Rafael Nadal ha comunicato il proprio forfait al torneo di Brisbane che comincerà domenica, prima competizione ufficiale della stagione. Il numero 1 al mondo, che aveva già rinunciato all’esibizione di Abu Dhabi, ha ancora dei fastidi al ginocchio destro e dunque ha preferitosalvaguardarsi in vista degli Australian Open in programma a metà gennaio. Il primo Slam della stagione rimane l’obiettivo del 31enne che su Twitter si è dichiarato ancora non pronto dopo l’ultima lunga stagione che gli ha regalato i successi al Roland Garros e allo US Open.

 

https://www.oasport.it/2017/12/tennis-rafael-nadal-rinuncia-al-torneo-di-brisbane-problemi-al-ginocchio-mirino-sugli-autralian-open/

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Federer presente a Perth invece 

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Sono l’ucraina Elina Svitolina (n.6 del mondo) e la rumena Simona Halep (n.1 del mondo) ad esultare in questo sabato 6 gennaio dedicato alle finali dei WTA di Brisbane (Australia) e Shenzhen (Cina).

 

La giocatrice dell’Est si è imposta 6-2 6-1 in 1 ora e 7 minuti contro la bielorussa Aliaksandra Sasnovich (n.88 del ranking). Un match dominato dalla vincitrice di Roma e del Canadian Open 2017, facendosi largo con il suo tennis completo. La partenza di Elina è subito devastante andando avanti 3-0 ed impressionando per la profondità de propri colpi. La Svitolina si costruisce altre tre chance per bissare il break ma la Sasnovich riesce a salvarsi con il servizio. Non può però nulla nell’ottavo game quando la n.6 WTA sciorina i suoi colpi migliori per far propria la prima frazione. Nel secondo parziale la musica non cambia e la superiorità dell’ucraina è schiacciante in ogni zona del campo. Il rapido 6-1 in 32′ permette alla 23enne nativa di Odessa di aggiudicarsi il primo titolo 2018.

 

https://www.oasport.it/2018/01/tennis-simona-halep-ed-elina-svitolina-trionfano-a-shenzhen-e-brisbane/

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Risponde presente, come detto, anche la Halep soffrendo però maggiormente contro la ceca Katerina Siniakova (n.47 del mondo). La n.1 del ranking si è aggiudicata la vittoria finale con lo score di 6-1 2-6 6-0 in 1 ora e 13 minuti di partita, iniziando nel miglior modo possibile la sua stagione. Nel primo set, la rumena non concede nulla all’avversaria, dando grande continuità al proprio tennis “arrotato”. La giovane ceca soffre la regolarità di Simona non trovando mai la misura dei colpi. Sul 6-1 la frazione è tutta di marca “Halep”. Nel secondo set, improvvisamente, qualcosa si rompe nel meccanismo perfetto della giocatrice di Constanța che inizia ad alzare decisamente il numero di errori gratuiti permettendo alla Siniakova di rientrare in partita e vincere facilmente il secondo set 6-2. Una campionessa la si vede nel momento difficile e nel terzo parziale è egemonia pura della rumena, suggellata dal 6-0 finale.

 

https://www.oasport.it/2018/01/tennis-simona-halep-ed-elina-svitolina-trionfano-a-shenzhen-e-brisbane/

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Dopo Murray anche Serena dà forfait a Melbourne.

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Trionfo svizzero nella Hopman Cup 2018. Roger Federer e Belinda Bencic riportando il titolo del torneo di esibizione a squadre entro i propri confini 17 anni dopo. L’anello di congiunzione è sempre lui: il fenomeno rossocrociato. Era il 2001 quando in coppia con Martina Hingis, l’attuale n.2 del mondo trionfava. Ne è passata di acqua sotto i ponti e lui è sempre lì a vincere e ad emozionare. Svizzera che si è imposta dunque 2-1 contro la Germania in quest’edizione grazie ai successi nel singolare maschile e nel doppio misto. 

 

Nel primo match è semplicemente spettacolo! Federer ed Alexander Zverev (n.4 del mondo) mettono in mostra un tennis d’alta scuola ed alla fine è l’asso svizzero a spuntarla con il punteggio di 6-7 6-0 6-2 in 1 ora e 50 minuti di partita. Il tedesco cerca subito di mettere sotto pressione il campione elvetico costringendolo a salvare due palle break nel gioco d’apertura. Stessa condizione poi vissuta da “Sascha”messo alle stretta da Roger ma comunque in grado di annullare le chance al rivale con il servizio. La partita si sviluppa lungo il filo dell’equilibrio e l’epilogo al tie-break è scontato. Il 21enne di Amburgo si dimostra molto più lucido sorprendendo il rivale con accelerazioni improvvise che non gli consentono di comandare lo scambio. Sul 7-4 il teutonico conquista il primo parziale. Nel secondo set la musica cambia completamente e Federer mette in mostra tutto il suo repertorio salendo decisamente nelle percentuali di efficacia al servizio (ben oltre l’80% dei punti conquistati con la prima di servizio contro il 30% dell’avversario). Un 6-0 che non ammette repliche e stronca psicologicamente il n.4 ATP investito dalla furia creativa del “Maestro”. Applausi ed ancora applausi per il fenomeno di Basilea nel terzo set. Altro dominio incontrastato, rappresentato dal doppio break del terzo e quinto game, suggellato da giocate sopraffine come quella del match point quando, dopo uno scambio lungo la diagonale di dritto, una palla corta di rovescio va stamparsi sulla riga regalando un altro sorriso a “Sua Maestà” e chiudendo sul 6-2.

 

 

 

 

Nel primo parziale dà ancor più sicurezza alla ex n.1 del mondo. Nel secondo set, infatti, la Bencic “esce fuori dal campo” non riuscendo mai a trovare una breccia nella difesa della teutonica che, invece, sa quando far male all’avversaria. Da fondo non c’è storia ed il doppio break del quarto e sesto gioco chiude i conti sul 6-1.

E’ il doppio a regalare dunque il successo alla nazionale svizzera: 4-3 4-2 lo score per la coppia Bencic/Federer, contro Zverev/Kerber, che può dunque festeggiare ed iniziare nel miglior modo possibile il 2018.

 

 

https://www.oasport.it/2018/01/tennis-hopman-cup-2018-svizzera-germania-2-1-roger-federer-trionfa-17-anni-dopo/

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L'intelligenza trionfa sulla forza. Gilles Simon, che ha eliminato le prime tre teste di serie, compreso il campione in carica Bautista Agut, conquista il tredicesimo titolo in carriera, il primo da Marsiglia 2015, nella prima edizione del Maharashtra Open a Pune, nuova sede del torneo in calendario a Chennai dal 1996 al 2017.

 

Il francese piega 76 62 Kevin Anderson, all'undicesima sconfitta su 14 finali giocate, e diventa il secondo francese nell'albo d'oro dopo Jerome Golmard, scomparso dopo una lunga battaglia contro la SLA, che qui vinse nel 2000 il suo secondo e ultimo titolo ATP.

Un trionfo che lo riporterà la prossima settimana fra i primi 60 del mondo. E' lotta di geometrie e centimetri, quelli che nel fisico mancano a Simon, quelli che a Anderson mancano nella ricerca della palla sulle pennellate strette del francese.

Gillou manca quattro palle break in un interminabile quarto game del primo set che crea l'atmosfera emotiva della partita. "Il mio talento è il timing sulla palla" diceva del suo gioco qualche tempo fa Simon, e ne dà un altro saggio con la risposta che costringe per la prima volta ai vantaggi Anderson, al primo torneo con l'ex coach di Jim Courier, Brad Stine.

Gillou inizia a seminare dubbi nel percorso del sudafricano, che si sente costretto a soluzioni affrettate e subisce il break al settimo game. Va a servire per il set il francese, alla prima finale da Metz 2015, ma sorprende in negativo per un paio di letture tatticamente improprie, per un lungolinea di dritto impreciso e il piazzamento che consente a Anderson di infilare il passante di rovescio e il controbreak del 5-5.

Ribalta poi il tiebreak da 0-2 a 5-3, decisiva una risposta bloccata che prelude al passante vincente, e completa il 7-4 col punto manifesto della partita. Lo scambio, da 39 colpi, è sfiancante. Gillou resiste, assorbe i colpi pesanti di Anderson che però non riesce ad aprirsi il campo, regge, contrattacca, erode centimetri e fiducia e chiude col lungolinea vincente.

Vince il secondo tiebreak della settimana, il 137mo in carriera, in 68 minuti, e avvia una piccola grande rivoluzione. E dicono che sia un'evoluzione, a cui dà seguito e continuità vincendo i primi sette punti del secondo set.

Anderson, che insegue la seconda rimonta consecutiva, la 63ma in carriera, salva le tre palle break ma Simon aumenta le frustrazioni del sudafricano che alla fine il servizio lo perde nel sesto game. Non riesce a massimizzare le caratteristiche delle palline, che sono diverse da quelle usate all'Australian Open e a detta di Cilic penetrano più rapidamente nell'aria, e non riesce a sfruttare al meglio l'ampiezza del campo.

Il sudafricano, che prima della finale aveva salvato nove delle 11 palle break concesse, record nel torneo, continua a regalare molto quando il francese lo attacca dal lato del rovescio e vede allontanarsi, insieme al titolo, la possibilità di tornare in top 10 per la prima volta dall'unica settimana passata da numero 10 nell'ottobre del 2015.

Simon, che tornerà in campo per la sua prima finale di doppio in carriera, si prende l'abbraccio della Oxford d'Oriente sull'ultimo errore di rovescio di un Kevin Anderson che dalla metà del secondo set ha smesso di crederci.

Con 35 vincenti, Simon identifica la via giusta per tornare a riveder le stelle. .

 

https://www.tennisworlditalia.com/tennis/news/Atp_Tennis/54574/atp-pune-simon-torna-a-riveder-le-stelle-primo-titolo-dal-2015/

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E' Gael Monfils il vincitore dell'Atp 250 di Doha, torneo in preparazione agli Australian Open che si disputa sul cemento del Qatar. Il francese, a cui gli organizzatori avevano concesso una wild card, ha demolito in finale il giovane Andrey Rublev, sconfitto con lo score di 6-2 6-3 in un'ora di gioco. Per Monfils si tratta del settimo titolo in singolare della carriera, il primo da Washington 2016: un buon viatico per risalire posizioni nel ranking Atp, in cui è scivolato al numero 46. 

L'avvio della finale di Doha 2018 vede Monfils dominare al servizio, con traiettorie potenti che Rublev non riesce a disinnescare. Nei propri turni di battuta, il giovane russo incide però da fondo campo, dando vita a un bel duello con il francese, che con il dritto non si tira indietro. Nel terzo game Monfils ha a disposizione due palle break consecutive: il transalpino converte immediatamente la prima, resistendo da fondo in uno scambio in cui Rublev pressa senza sosta di rimbalzo, prima di affossare con il dritto il colpo che gli fa perdere la battuta. Troppi gli errori non forzati del russo, che esagera nel voler provare a sfondare Monfils, trovandosi ben presto sotto 4-1 e poi 5-2, altro game nel quale il russo concede il servizio, in maniera pressochè identica al break precedente, con dritto diagonale che non supera la rete. In meno di mezz'ora di gioco il francese si trova avanti di un set, prende fiducia, inventa colpi come un gran rovescio lungolinea, sfonda con il servizio e dà l'impressione di essere in totale controllo del match, nonostante Rublev provi a rialzare la testa nel game d'apertura del secondo parziale. Ma per il russo c'è poco da fare, perchè altri errori non forzati, sia di rovescio che di dritto, lo condannano nel quarto game, lanciando Monfils sul 3-1. La wild card francese si conferma in stato di grazia, annullando due palle break nel game successivo, mentre il rivale inizia a cedere anche dal punto di vista mentale. Sotto 4-1, Rublev alterna colpi vincenti ad altri gratuiti, mentre Monfils non sbaglia granchè alla battuta, issandosi fino al 5-3 e chiudendo la sfida al nono gioco, grazie a una prima che il rivale non riesce a controllare. Finisce dunque rapidamente una sfida mai in discussione, con Monfils che si aggiudica a sorpresa un torneo prestigioso, che ha visto perdere per strada tutti i suoi principali favoriti durante la settimana. 

 

https://www.vavel.com/it/tennis/atp-tennis/864960-atp-doha-monfils-schianta-rublev-e-si-prende-il-titolo.html

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[3] N. Kyrgios b. R. Harrison 6-4 6-2

In un’epoca in cui il tennis maschile di altissimo livello pare essere appannaggio di giocatori nati negli anni ’80, fa piacere rendere conto di un torneo in cui il più “vecchio” dei semifinalisti era il ventiseienne Dimitrov e dove in finale la somma delle età dei due protagonisti era abbondantemente sotto i 50 anni. A disputarsi il titolo a Brisbane sono infatti stati il venticinquenne statunitense Ryan Harrison (n.47 ATP) e il ventiduenne australiano Nick Kyrgios (n.21 ATP). A parte questo, onestamente la partita non ha riservato altri spunti di particolare interesse: a vincere è stato il più giovane, il più esuberante, il più… tutto. Kyrgios era nettamente favorito, in virtù della classifica, dei precedenti (due a zero in suo favore) e, soprattutto, di un talento oggettivamente molto superiore a quello dello statunitense, un onesto e generoso impiegato della racchetta. E infatti ha vinto Kyrgios, senza patemi né sceneggiate, come vince un giocatore che questi tornei dovrebbe ruminarli con disinvoltura se vuole puntare lo sguardo in alto, laddove si entra nella storia del tennis. Ryan Harrison si consola invece con la terza finale raggiunta in carriera dopo quelle di Memphis (vinta) e Atlanta (persa), entrambe giocate nel 2017, ovvero da quando è iniziato il sodalizio con il nostro Davide Sanguinetti (intervistato a Londra dal Direttore durante le ATP Finals), un coach stimato e di successo che potrebbe forse un giorno rappresentare un autorevole candidato alla guida della nostra squadra di Davis.

 
 

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Back to back to back. Julia Goerges ha chiuso il 2017 con il titolo a Mosca e Zhuhai, e iniziato il 2018 sulla stessa onda emotiva. Con la 14ma vittoria consecutiva a cavallo delle due stagioni, la tedesca ha sconfitto Caroline Wozniacki 6-4 7-6(4) e conquistato il titolo all'ASB Classics di Auckland.

 

"E' una sensazione straordinaria, devo dire" ha spiegato Goerges, qui finalista anche nel 2016, "non solo per la vittoria, ma per la solidità che ho mostrato per tutta la settimana". Alla nona partecipazione a Auckland, in effetti, Goerges ha corso i maggiori rischi al primo turno, nella battaglia contro Monica Puig chiusa all'1.21 della notte, ora locale, davanti solo a qualche aficionado dei più testardi.

 

Anche oggi, tuttavia, il Centrale non offriva certo la sua miglior cornice possibile, anche perché i biglietti, peraltro non proprio economici, sono stati messi in vendita solo ieri secondo quanto rivela il New Zealand Herald.

Chi c'era si è goduto una Julia Goerges in fiducia, che ha tratteggiato vincenti da entrambi i lati con la libertà, anche mentale, di chi conosce esattamente l'obiettivo e possiede il percorso. Wozniacki, non proprio convincente nel corso della settimana, inizia nella maniera peggiore.

 

Fatica a trovare ritmo, a contrastare le accelerazioni della tedesca che completa il break al primo game. Goerges si affida, e non è certo una novità, alle basi del suo tennis, servizio e dritto, per occupare il centro e mantenere il controllo degli scambi.

Alla danese mancano le occasioni per trasformare le situazioni difensive in opportunità offensive, non riesce a depotenziare la tedesca sulla diagonale destra e finisce per perdere campo. La numero 14 del mondo non concede palle break in tutto il set.

Ha un solo piccolo momento di pausa, nell'ultimo game, che si traduce nell'errore di rovescio per il 30-30. Chiude però ogni spiraglio con il settimo ace, saranno 11 a fine match, 46 nell'intero torneo. Wozniacki apre il secondo set con un ace, ma chiude il primo game con un doppio fallo che trasforma il suo orizzonte in una montagna da scalare.

 

Goerges, che ha vinto le ultime 22 partite in cui ha iniziato con un set di vantaggio, trova la risposta a ogni tentativo della danese. Ci prova, Wozniacki, a guadagnare campo, a spingersi più in là degli schemi di contrattacco, ma la tedesca non perde di vista il piano di gioco, non cambia scena né per volontà né tanto meno per reazione o costrizione.

 

E' proprio questo il grande cambiamento rispetto al recente passato che le ha permesso di chiudere il 2017 fra le prime venti dopo un lustro, da numero 1 di Germania. E' il risultato del lavoro con coach Geserer, della ritrovata fiducia verso il proprio tennis e il percorso tecnico intrapreso, condizione necessaria e sufficiente per non perdere di vista il traguardo nelle fisiologiche oscillazioni di uno sport che come nessun altro abitua alla sconfitta e insegna ad assorbire i dardi delle alterne fortune.

Nemmeno quando, con due doppi falli consecutivi, regala il controbreak a Wozniacki che per un momento torna a sperare di poter ancora diventare la giocatrice con la miglior classifica di sempre nell'albo d'oro del torneo.

 

Salvate due chances di break nel game successivo, riesce ad allungare al tiebreak. Ma Gorges, che pure ha un bilancio negativo, 50-65 in quelli giocati nei match di main draw del circuito maggiore, non perde il controllo del gioco e al primo match point chiude alla sua maniera.

 

Stampa un gran dritto, si prende il trofeo e vola verso Melbourne. .

 

https://www.tennisworlditalia.com/tennis/news/Wta_Tennis/54583/wta-auckland-goerges-non-si-ferma-terzo-titolo-di-fila/

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Spero che sia l’anno della consacrazione di Kyrgios. Può stare sul c**** ma il tennis ha bisogno anche di personaggi come lui 

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Murray si opera all'anca e ritornerà nel periodo estivo.

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Complimenti a Camila Giorgi, che in tre giorni a Sydney asfalta in successione Stephens, Kvitova e Radwanska concedendo solo le briciole. Adesso una rinata Kerber in semi.

 

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Vista la partita, l'ha letteralmente demolita. Vediamo domani contro la Kerber ma, se trova finalmente la continuità che attendiamo da sempre da lei, abbiamo trovato la ragazza di punta per i nostri colori.

 

Migliorata fisicamente, tecnicamente, e anche mentalmente. Il talento non l'è mai mancato. 

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La Giorgi considerata la pochezza del tennis femminile attuale, dove tenniste mediocrissime e con meno talento di lei riescono ad ottenere risultati clamorosi, dovrebbe stare nella top 10 fissa. 

La sua carriera finora ha dell’assurdo (in negativo) 

Modificato da TorinoGobba_1897

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3 minuti fa, TorinoGobba_1897 ha scritto:

La Giorgi considerata la pochezza del tennis femminile attuale, dove tenniste mediocrissime e con meno talento di lei riescono ad ottenere risultati clamorosi, dovrebbe stare nella top 10 fissa. 

La sua carriera finora ha dell’assurdo (in negativo) 

 

Citofonare a casa del suo papà.

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Ma il padre di Kozlov è il nuovo coach di Camila? Durante la partita continuavano ad inquadrarlo, pensavo fosse lì per la Radwanska ma ha fine partita ha esultato come un pazzo....asd mi sembra strano che abbia "esonerato" suo papà....penso

 

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23 ore fa, TorinoGobba_1897 ha scritto:

La Giorgi considerata la pochezza del tennis femminile attuale, dove tenniste mediocrissime e con meno talento di lei riescono ad ottenere risultati clamorosi, dovrebbe stare nella top 10 fissa. 

La sua carriera finora ha dell’assurdo (in negativo) 

La pensavo come te ma ho cambiato idea. Il talento vero consiste nel giocare bene i punti decisivi e nel riuscire a mantenere costanza ad un certo livello; non nel sparare colpi sensazionali intervallati da pause, secondo me , difficilmente curabili. 

Oggi con la Kerber si è visto. Onore comunque alla Giorgi per le tre partite vinte a Sidney, ci mancherebbe. Ma sia per lei sia per Fognini il discorso sul talento lascia il tempo che trova. E non è colpa nè del coach nè della Federazione. Sono entrambi buonissimi giocatori ma campioni veri proprio no. 

 

Kerber Giorgi  62 63

Medvedev Fognini 26 64 61

Modificato da vincenxo

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Il 11/1/2018 alle 16:07 , TorinoGobba_1897 ha scritto:

La Giorgi considerata la pochezza del tennis femminile attuale, dove tenniste mediocrissime e con meno talento di lei riescono ad ottenere risultati clamorosi, dovrebbe stare nella top 10 fissa. 

La sua carriera finora ha dell’assurdo (in negativo) 

i colpi ci sono e sono sicuramente da top 10 ma mancano la testa e la tattica...ad esempio dovrebbe avere il record di doppi falli nel circuito femminile.

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18 ore fa, kenpachi ha scritto:

i colpi ci sono e sono sicuramente da top 10 ma mancano la testa e la tattica...ad esempio dovrebbe avere il record di doppi falli nel circuito femminile.

 

Se non si stacca dal Padre non migliorerà mai

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Protagonista indiscussa di questo inizio di stagione è Angelique Kerber, trionfatrice a Sydney. La tedesca, Hopman Cup compresa, non ha ancora perso una partita quest’anno, cedendo solo due set contro peraltro giocatrici di tutto rispetto (Venus Williams e Cibulkova, oltre a Camila Giorgi in semifinale). Anche oggi in finale contro l’ottima Ashleigh Barty, la giocatrice di Brema ha mostrato un tennis particolarmente solido, supportato da una condizione fisica brillante, vincendo con un netto 6-4 6-4 in un’ora e undici. Che il cambio di allenatore in off-season le abbia fatto bene? Certamente fare peggio del 2017 era difficile: un annus horribiliscominciato da numero uno e chiuso da 22 del mondo. Kerber diventa a questo punto una delle principali accreditate alla vittoria finale degli Australian Open, in un tabellone femminile come sempre incerto e imprevedibile. Per la tedesca si tratta dell’undicesimo titolo in carriera.

 

https://www.oasport.it/2018/01/tennis-angelique-kerber-rinasce-a-sydney-elise-mertens-vince-a-hobart/

 

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Ad Hobart, invece, la vittoria finale è andata a Elise Mertens. La giocatrice belga ha avuto vita abbastanza facile in un tabellone che non le ha offerto particolari difficoltà fino alla semifinale (ai quarti ha addirittura approfittato di un walkover), quando ha affrontato la britannica Heather Watson prevalendo al terzo set. In finale, poi, si è trovata di fronte la romena Mihaela Buzarnescu, battuta con il punteggio di 6-1 4-6 6-3 al termine di una battaglia durata due ore e trenta minuti. Una bella affermazione per la giovane belga, che a 22 anni è al suo secondo titolo della carriera, replicando quello vinto qui lo scorso anno (passando le qualificazioni da 127 del mondo, oggi è 36), proponendosi come uno dei nomi più interessanti di questo 2018.

 

https://www.oasport.it/2018/01/tennis-angelique-kerber-rinasce-a-sydney-elise-mertens-vince-a-hobart/

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Ad Auckland è stato un torneo di alto livello. È stata una grande corsa quella di Juan Martin Del Potro, fermatasi però sul più bello, in finale. L’argentino ha eliminato in sequenza i giovani terribili Denis Shapovalov e Karen Khachanov, poi in semifinale si è sbarazzato di David Ferrer, tutti match vinti in due set. Nell’epilogo, però, DelPo si è arreso a Roberto Bautista Agut in tre set. Lo spagnolo ha così coronato un torneo giocato in maniera solida, in cui ha rischiato grosso in semifinale contro Robin Haase, vincendo solo al tie-break del terzo set, per poi trionfare in finale. Una bella battaglia conclusa 6-1 4-6 7-5, tra capovolgimenti di fronte e occasioni sprecate da entrambi i lati. Alla fine l’ha spuntata Robertino, al settimo titolo in carriera, il secondo ad Auckland dove aveva già vinto nel 2016. Del Potro, apparso stanco nel terzo set, può comunque consolarsi con il ritorno in top 10 per la prima volta da agosto 2014: il gigante di Tandil sta tornando.

 

https://www.oasport.it/2018/01/tennis-bautista-agut-la-spunta-su-del-potro-ad-auckland-medvedev-vince-la-finale-tra-next-gen-a-sydney/

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Sfida marcata Next Gen nella finale di Sydney. Sembrava potersi coronare una settimana perfetta per il padrone di casa (in tutti i sensi, essendo nato proprio qui) Alex de Minaur, che dopo aver messo in fila gli scalpi di Fernando Verdasco, Damir Dzumhur, Feliciano Lopez e Benoit Paire, ha vinto in maniera netta il primo set della sfida con il russo Daniil Medvedev (6-1). Il giovane aussie, però, si è spento sul più bello, lasciando strada al rivale nel secondo parziale (6-4). Nel set decisivo, poi, è venuta fuori la maggiore “esperienza” di Medvedev, che ha sfruttato appieno il cambio d’inerzia del match volando subito sul 4-0 ma facendosi riprendere prima di riuscire a spuntarla in volata (7-5). Due prospetti davvero interessanti, destinati a far parlare di sé ancora per molto tempo. Già dagli Australian Open probabilmente, dove possono far tremare chiunque (Berdych affronterà al primo turno de Minaur ed è avvertito). Per Medvedev, già giustiziere di Paolo Lorenzi ai quarti e di Fabio Fognini in semifinale, si tratta del primo torneo vinto in carriera.

 

https://www.oasport.it/2018/01/tennis-bautista-agut-la-spunta-su-del-potro-ad-auckland-medvedev-vince-la-finale-tra-next-gen-a-sydney/

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