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Bradipo76

NEFANDEZZE MEDIATICHE E ANTIJUVENTINISMO VARIO

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13 ore fa, djmayhem ha scritto:

Argomento della seea: la juve rubba

Screenshot_20210502_211525.jpg

IL vero limite del progetto superlega era continuare a giocare il campionato nazionale. La vera conquista sarà liberarsi per sempre di queste macchiette alla Marino, che imparano la lezioncina a memoria da recitare in caso di sconfitta con la Juve.

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come c'era da immaginare, nei 9 anni precedenti il nostro scudetto è sempre stato messo in discussione o comunque avvelenato da ogni sorta di polemica (muntari, orsato, ecc), nonostante l'evidente superiorità. Quest'anno che è stato il campionato più falsato del millennio tra covid, asl, var applicata random, partite perse a tavolino e poi rigiocate, gol annullati contro una certa squadra ma solo per un "errore", partite rinviate per due positivi solo per certe squadre, ecc. lo scudetto è il più bello, il più meritato, il più godurioso, il più valido, il più più

e io che ci speravo nella superlega...

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Ieri sera su Sky ospite Conte e ad un certo punto parte con la soubrette lo sketch dello "scudetto dei record" con tanto di infografica dove si sono dovuti inventare statistiche random per far risaltare uno scudetto che di record all'interno non ne aveva.

 

In proiezione possono fare 94 punti, tanto di cappello, hanno vinto e c'è poco da dire, ma si celebra questo scudetto più di quelli che ne hanno vinti 9 di fila.

 

Ah, e occhio che di fronte alle accuse di Marino NESSUNO che faccia presente che il fallo fosse netto.

 

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Joined: 23-Aug-2005
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La fake news è diventata realtà. Il nostro gol è irregolare (come al solito).

image.png.24abe14761fa4f9783c39a124f89bc6d.png

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7 minuti fa, zack80 ha scritto:

La fake news è diventata realtà. Il nostro gol è irregolare (come al solito).

image.png.24abe14761fa4f9783c39a124f89bc6d.png

Come non lo sai, da regolamento il gol della Juve , se decisivo, è sempre irregolare! 

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Poi dopo uno dice "perché sei favorevole alla SL"...

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13 ore fa, Juventino qui, bianconero l ha scritto:

TSO

TSOEC: Trattamento Sanitario Obbligatorio E Continuativo.

 

a questo personaggio brucia ancora non essere mai stato chiamato alla Juventus, anni fa più e più volte ne ventilarono la possibilità...

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stanno schiattando?!

bene

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Inviato (modificato)
Leggete soprattutto le parti in grassetto  :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: 
Inter scudetto: pazienza e talento, una vittoria che è anche una lezione di vita

Spodestato il regno della Juventus, è un sigillo su un periodo che si chiude. Per il bene di tutti, probabilmente. A Torino c’era l’hybrys, la tracotanza di chi sfida gli dèi

 

Campioni d’Italia, finalmente! Il diciannovesimo scudetto dell’Inter è arrivato alle 16:52 del 2 maggio 2021. Mancava da dieci anni, undici mesi e quattordici giorni. Sono andato a riprendere la mia bandiera a scacchi nerazzurri dalla cassapanca dove stava dal 2010, e l’ho appesa al balcone. Luminosa come sempre: aveva soltanto bisogno d’aria. E l’aria è arrivata. Un vento impetuoso.

Uno scudetto speciale, questo dell’Inter. Perché mancava da tanto tempo, perché ricompensa la pazienza, perché ha riempito il silenzio degli stadi vuoti, perché premia le ossessioni romantiche di Antonio Conte. Perché abbiamo, finalmente, una formazione da imparare a memoria. Handovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Hakimi, Barella, Brozovic, Eriksen, Perisic; Lautaro, Lukaku. Altri si sono rivelati utili, ma questi sono indispensabili.

Uno scudetto speciale perché segna un cambio di stagione. Antonio Conte lo ha ripetuto più volte. La sua idea di calcio è pugilistica: se vuoi laurearti campione, devi buttar giù l’avversario. Durante l’anno ha parlato più volte della necessità di «spodestare» la Juventus, campione d’Italia dal 2012 al 2020. Sabato sera, a Crotone, l’allenatore nerazzurro lo ha ripetuto: interrompere il monopolio dei bianconeri — di cui è stato, in passato, allenatore vincente — è come «far cadere un regno».

Il regno adesso è crollato, fragorosamente. La Juve lotta con altre quattro squadre per tre posti in Champions League (il 15 maggio dovrà giocare con l’Inter campione d’Italia, in cerca di un lasciapassare). Non è crudeltà sportiva, è una presa d’atto, un sigillo su un periodo che si chiude. Per il bene di tutti, probabilmente. La sconfitta della Juventus, dopo nove scudetti consecutivi, era opportuna. Vincere sempre è controproducente. Nello sport, e non solo.

Cominciamo col dire che i meriti dei campioni entranti sono indiscutibili; ma i demeriti dei campioni uscenti sono evidenti. L’imbarazzo della SuperLega, di cui la Juventus era capofila. L’inesperienza di Andrea Pirlo, mandato allo sbaraglio. L’invadenza — tattica, salariale, psicologica, mediatica — di Cristiano Ronaldo. C’è una parola antica che aiuta a capire cos’è accaduto a Torino: hybrys, la tracotanza di chi sfida gli dèi. Che esistono anche nel calcio, e non sono sempre benevoli. Non solo: la vittoria, quando diventa prevedibile, perde gusto.

La felicità diventa semplice sollievo per il dispiacere evitato. I festeggiamenti juventini, negli ultimi anni, erano diventati una sorta di doveroso rituale. In ogni d’angolo d’Italia, s’è rivisto l’entusiasmo fanciullesco di una volta. Perché la gioia della vittoria, quasi sempre, è proporzionale all’intensità dell’attesa e al ricordo della sconfitta. Per noi interisti la meraviglia del 19° scudetto è figlia delle tante delusioni che l’hanno preceduta. L’incanto del 22 maggio 2010 — Triplete nerazzurro — nasce dal dolore del 5 maggio 2002, scudetto buttato all’ultima giornata. Saper perdere aiuta a vincere. Non vale solo per le società, i dirigenti, gli allenatori e i giocatori. Vale anche per noi tifosi. La lezione della sconfitta è il valore pedagogico dello sport, quello che dobbiamo insegnare ai nostri figli. So che per alcuni lettori juventini potrà sembrare una provocazione, invece vuol essere una consolazione. Torneranno a vincere. Non troppo presto, mi raccomando.

 

 

https://www.corriere.it/sport/21_maggio_02/scudetto-inter-pazienza-talento-vittoria-che-anche-lezione-vita-12e44a38-ab7f-11eb-a155-ccb2f12f7395.shtml?&appunica=true

 

 

 

Non so cosa mi fa impazzire di più, le "ossessioni romantiche di Conte", la Juve che perde "per il bene di tutti, "l'imbarazzo della superlega" come se l'Inter non centri nulla, lo stipendio di Ronaldo o il pippotto finale sul valore pedagogico della sconfitta, fatto da un rappresentante di una delle tifoserie che meno sa perdere in assoluto (eppure dovrebbero essere abituati). Da Pulitzer :261: :261: :261: :261: :261:

Modificato da gianluca88

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4 minutes ago, gianluca88 said:
Leggete soprattutto le parti in grassetto  :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: 
Inter scudetto: pazienza e talento, una vittoria che è anche una lezione di vita

Spodestato il regno della Juventus, è un sigillo su un periodo che si chiude. Per il bene di tutti, probabilmente. A Torino c’era l’hybrys, la tracotanza di chi sfida gli dèi

 

Campioni d’Italia, finalmente! Il diciannovesimo scudetto dell’Inter è arrivato alle 16:52 del 2 maggio 2021. Mancava da dieci anni, undici mesi e quattordici giorni. Sono andato a riprendere la mia bandiera a scacchi nerazzurri dalla cassapanca dove stava dal 2010, e l’ho appesa al balcone. Luminosa come sempre: aveva soltanto bisogno d’aria. E l’aria è arrivata. Un vento impetuoso.

Uno scudetto speciale, questo dell’Inter. Perché mancava da tanto tempo, perché ricompensa la pazienza, perché ha riempito il silenzio degli stadi vuoti, perché premia le ossessioni romantiche di Antonio Conte. Perché abbiamo, finalmente, una formazione da imparare a memoria. Handovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Hakimi, Barella, Brozovic, Eriksen, Perisic; Lautaro, Lukaku. Altri si sono rivelati utili, ma questi sono indispensabili.

Uno scudetto speciale perché segna un cambio di stagione. Antonio Conte lo ha ripetuto più volte. La sua idea di calcio è pugilistica: se vuoi laurearti campione, devi buttar giù l’avversario. Durante l’anno ha parlato più volte della necessità di «spodestare» la Juventus, campione d’Italia dal 2012 al 2020. Sabato sera, a Crotone, l’allenatore nerazzurro lo ha ripetuto: interrompere il monopolio dei bianconeri — di cui è stato, in passato, allenatore vincente — è come «far cadere un regno».

Il regno adesso è crollato, fragorosamente. La Juve lotta con altre quattro squadre per tre posti in Champions League (il 15 maggio dovrà giocare con l’Inter campione d’Italia, in cerca di un lasciapassare). Non è crudeltà sportiva, è una presa d’atto, un sigillo su un periodo che si chiude. Per il bene di tutti, probabilmente. La sconfitta della Juventus, dopo nove scudetti consecutivi, era opportuna. Vincere sempre è controproducente. Nello sport, e non solo.

Cominciamo col dire che i meriti dei campioni entranti sono indiscutibili; ma i demeriti dei campioni uscenti sono evidenti. L’imbarazzo della SuperLega, di cui la Juventus era capofila. L’inesperienza di Andrea Pirlo, mandato allo sbaraglio. L’invadenza — tattica, salariale, psicologica, mediatica — di Cristiano Ronaldo. C’è una parola antica che aiuta a capire cos’è accaduto a Torino: hybrys, la tracotanza di chi sfida gli dèi. Che esistono anche nel calcio, e non sono sempre benevoli. Non solo: la vittoria, quando diventa prevedibile, perde gusto.

La felicità diventa semplice sollievo per il dispiacere evitato. I festeggiamenti juventini, negli ultimi anni, erano diventati una sorta di doveroso rituale. In ogni d’angolo d’Italia, s’è rivisto l’entusiasmo fanciullesco di una volta. Perché la gioia della vittoria, quasi sempre, è proporzionale all’intensità dell’attesa e al ricordo della sconfitta. Per noi interisti la meraviglia del 19° scudetto è figlia delle tante delusioni che l’hanno preceduta. L’incanto del 22 maggio 2010 — Triplete nerazzurro — nasce dal dolore del 5 maggio 2002, scudetto buttato all’ultima giornata. Saper perdere aiuta a vincere. Non vale solo per le società, i dirigenti, gli allenatori e i giocatori. Vale anche per noi tifosi. La lezione della sconfitta è il valore pedagogico dello sport, quello che dobbiamo insegnare ai nostri figli. So che per alcuni lettori juventini potrà sembrare una provocazione, invece vuol essere una consolazione. Torneranno a vincere. Non troppo presto, mi raccomando.

 

Ma perché non si impicca certa gentaglia?!

 

:sventola::sventola::sventola::sventola:

 

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6 ore fa, Moeller 73 ha scritto:

Bulgarelli mi ha fatto sempre tenerezza. Messo lì anche lui senza sapere perché. 

infatti lui voleva solo continuare a fare la telecronaca del ciclismo e poi del biliardo  

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1 ora fa, gianluca88 ha scritto:
 

 

 

 

Non so cosa mi fa impazzire di più, le "ossessioni romantiche di Conte", la Juve che perde "per il bene di tutti, "l'imbarazzo della superlega" come se l'Inter non centri nulla, lo stipendio di Ronaldo o il pippotto finale sul valore pedagogico della sconfitta, fatto da un rappresentante di una delle tifoserie che meno sa perdere in assoluto (eppure dovrebbero essere abituati). Da Pulitzer :261: :261: :261: :261: :261:

 

Appunto, perché l'inter non aveva aderito alla Superlega?

Comunque non c'è problema per la lezione della sconfitta, a Settembre riprendiamo (mi auguro)

 

Modificato da djmayhem

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4 ore fa, zack80 ha scritto:

La fake news è diventata realtà. Il nostro gol è irregolare (come al solito).

image.png.24abe14761fa4f9783c39a124f89bc6d.png

Guarda caso a parlare (a sproposito) sono Pierpaolo Marino e Andrea Carnevale. 
Ma lo staranno facendo a nome della societá per cui lavorano o della loro squadra del cuore nella città di chiagnefottopoli?

É partito il treno per tirare la volata champions ai puffi. Prepariamoci a un’uscita al giorno da parte dei militanti neo melodici sparsi su tutto il territorio nazionale (come successo per la sentenza coni).

 

 

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Modificato da B&W Pride

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2 ore fa, gianluca88 ha scritto:
Leggete soprattutto le parti in grassetto  :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: 
Inter scudetto: pazienza e talento, una vittoria che è anche una lezione di vita

Spodestato il regno della Juventus, è un sigillo su un periodo che si chiude. Per il bene di tutti, probabilmente. A Torino c’era l’hybrys, la tracotanza di chi sfida gli dèi

 

Campioni d’Italia, finalmente! Il diciannovesimo scudetto dell’Inter è arrivato alle 16:52 del 2 maggio 2021. Mancava da dieci anni, undici mesi e quattordici giorni. Sono andato a riprendere la mia bandiera a scacchi nerazzurri dalla cassapanca dove stava dal 2010, e l’ho appesa al balcone. Luminosa come sempre: aveva soltanto bisogno d’aria. E l’aria è arrivata. Un vento impetuoso.

Uno scudetto speciale, questo dell’Inter. Perché mancava da tanto tempo, perché ricompensa la pazienza, perché ha riempito il silenzio degli stadi vuoti, perché premia le ossessioni romantiche di Antonio Conte. Perché abbiamo, finalmente, una formazione da imparare a memoria. Handovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Hakimi, Barella, Brozovic, Eriksen, Perisic; Lautaro, Lukaku. Altri si sono rivelati utili, ma questi sono indispensabili.

Uno scudetto speciale perché segna un cambio di stagione. Antonio Conte lo ha ripetuto più volte. La sua idea di calcio è pugilistica: se vuoi laurearti campione, devi buttar giù l’avversario. Durante l’anno ha parlato più volte della necessità di «spodestare» la Juventus, campione d’Italia dal 2012 al 2020. Sabato sera, a Crotone, l’allenatore nerazzurro lo ha ripetuto: interrompere il monopolio dei bianconeri — di cui è stato, in passato, allenatore vincente — è come «far cadere un regno».

Il regno adesso è crollato, fragorosamente. La Juve lotta con altre quattro squadre per tre posti in Champions League (il 15 maggio dovrà giocare con l’Inter campione d’Italia, in cerca di un lasciapassare). Non è crudeltà sportiva, è una presa d’atto, un sigillo su un periodo che si chiude. Per il bene di tutti, probabilmente. La sconfitta della Juventus, dopo nove scudetti consecutivi, era opportuna. Vincere sempre è controproducente. Nello sport, e non solo.

Cominciamo col dire che i meriti dei campioni entranti sono indiscutibili; ma i demeriti dei campioni uscenti sono evidenti. L’imbarazzo della SuperLega, di cui la Juventus era capofila. L’inesperienza di Andrea Pirlo, mandato allo sbaraglio. L’invadenza — tattica, salariale, psicologica, mediatica — di Cristiano Ronaldo. C’è una parola antica che aiuta a capire cos’è accaduto a Torino: hybrys, la tracotanza di chi sfida gli dèi. Che esistono anche nel calcio, e non sono sempre benevoli. Non solo: la vittoria, quando diventa prevedibile, perde gusto.

La felicità diventa semplice sollievo per il dispiacere evitato. I festeggiamenti juventini, negli ultimi anni, erano diventati una sorta di doveroso rituale. In ogni d’angolo d’Italia, s’è rivisto l’entusiasmo fanciullesco di una volta. Perché la gioia della vittoria, quasi sempre, è proporzionale all’intensità dell’attesa e al ricordo della sconfitta. Per noi interisti la meraviglia del 19° scudetto è figlia delle tante delusioni che l’hanno preceduta. L’incanto del 22 maggio 2010 — Triplete nerazzurro — nasce dal dolore del 5 maggio 2002, scudetto buttato all’ultima giornata. Saper perdere aiuta a vincere. Non vale solo per le società, i dirigenti, gli allenatori e i giocatori. Vale anche per noi tifosi. La lezione della sconfitta è il valore pedagogico dello sport, quello che dobbiamo insegnare ai nostri figli. So che per alcuni lettori juventini potrà sembrare una provocazione, invece vuol essere una consolazione. Torneranno a vincere. Non troppo presto, mi raccomando.

 

 

https://www.corriere.it/sport/21_maggio_02/scudetto-inter-pazienza-talento-vittoria-che-anche-lezione-vita-12e44a38-ab7f-11eb-a155-ccb2f12f7395.shtml?&appunica=true

 

 

 

Non so cosa mi fa impazzire di più, le "ossessioni romantiche di Conte", la Juve che perde "per il bene di tutti, "l'imbarazzo della superlega" come se l'Inter non centri nulla, lo stipendio di Ronaldo o il pippotto finale sul valore pedagogico della sconfitta, fatto da un rappresentante di una delle tifoserie che meno sa perdere in assoluto (eppure dovrebbero essere abituati). Da Pulitzer :261: :261: :261: :261: :261:

 

lo sfigato Severgnini parla più della Juve che dell'Inter

ossessionati dalla Juve anche quando devono festeggiare la loro squadra di M***A

 

 

 

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4 ore fa, zack80 ha scritto:

La fake news è diventata realtà. Il nostro gol è irregolare (come al solito).

image.png.24abe14761fa4f9783c39a124f89bc6d.png

 

ma il virgolettato di chi è... di Ciro o' pescivendolo ?

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2 ore fa, gianluca88 ha scritto:
Leggete soprattutto le parti in grassetto  :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: :261: 
Inter scudetto: pazienza e talento, una vittoria che è anche una lezione di vita

Spodestato il regno della Juventus, è un sigillo su un periodo che si chiude. Per il bene di tutti, probabilmente. A Torino c’era l’hybrys, la tracotanza di chi sfida gli dèi

 

Campioni d’Italia, finalmente! Il diciannovesimo scudetto dell’Inter è arrivato alle 16:52 del 2 maggio 2021. Mancava da dieci anni, undici mesi e quattordici giorni. Sono andato a riprendere la mia bandiera a scacchi nerazzurri dalla cassapanca dove stava dal 2010, e l’ho appesa al balcone. Luminosa come sempre: aveva soltanto bisogno d’aria. E l’aria è arrivata. Un vento impetuoso.

Uno scudetto speciale, questo dell’Inter. Perché mancava da tanto tempo, perché ricompensa la pazienza, perché ha riempito il silenzio degli stadi vuoti, perché premia le ossessioni romantiche di Antonio Conte. Perché abbiamo, finalmente, una formazione da imparare a memoria. Handovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Hakimi, Barella, Brozovic, Eriksen, Perisic; Lautaro, Lukaku. Altri si sono rivelati utili, ma questi sono indispensabili.

Uno scudetto speciale perché segna un cambio di stagione. Antonio Conte lo ha ripetuto più volte. La sua idea di calcio è pugilistica: se vuoi laurearti campione, devi buttar giù l’avversario. Durante l’anno ha parlato più volte della necessità di «spodestare» la Juventus, campione d’Italia dal 2012 al 2020. Sabato sera, a Crotone, l’allenatore nerazzurro lo ha ripetuto: interrompere il monopolio dei bianconeri — di cui è stato, in passato, allenatore vincente — è come «far cadere un regno».

Il regno adesso è crollato, fragorosamente. La Juve lotta con altre quattro squadre per tre posti in Champions League (il 15 maggio dovrà giocare con l’Inter campione d’Italia, in cerca di un lasciapassare). Non è crudeltà sportiva, è una presa d’atto, un sigillo su un periodo che si chiude. Per il bene di tutti, probabilmente. La sconfitta della Juventus, dopo nove scudetti consecutivi, era opportuna. Vincere sempre è controproducente. Nello sport, e non solo.

Cominciamo col dire che i meriti dei campioni entranti sono indiscutibili; ma i demeriti dei campioni uscenti sono evidenti. L’imbarazzo della SuperLega, di cui la Juventus era capofila. L’inesperienza di Andrea Pirlo, mandato allo sbaraglio. L’invadenza — tattica, salariale, psicologica, mediatica — di Cristiano Ronaldo. C’è una parola antica che aiuta a capire cos’è accaduto a Torino: hybrys, la tracotanza di chi sfida gli dèi. Che esistono anche nel calcio, e non sono sempre benevoli. Non solo: la vittoria, quando diventa prevedibile, perde gusto.

La felicità diventa semplice sollievo per il dispiacere evitato. I festeggiamenti juventini, negli ultimi anni, erano diventati una sorta di doveroso rituale. In ogni d’angolo d’Italia, s’è rivisto l’entusiasmo fanciullesco di una volta. Perché la gioia della vittoria, quasi sempre, è proporzionale all’intensità dell’attesa e al ricordo della sconfitta. Per noi interisti la meraviglia del 19° scudetto è figlia delle tante delusioni che l’hanno preceduta. L’incanto del 22 maggio 2010 — Triplete nerazzurro — nasce dal dolore del 5 maggio 2002, scudetto buttato all’ultima giornata. Saper perdere aiuta a vincere. Non vale solo per le società, i dirigenti, gli allenatori e i giocatori. Vale anche per noi tifosi. La lezione della sconfitta è il valore pedagogico dello sport, quello che dobbiamo insegnare ai nostri figli. So che per alcuni lettori juventini potrà sembrare una provocazione, invece vuol essere una consolazione. Torneranno a vincere. Non troppo presto, mi raccomando.

 

 

https://www.corriere.it/sport/21_maggio_02/scudetto-inter-pazienza-talento-vittoria-che-anche-lezione-vita-12e44a38-ab7f-11eb-a155-ccb2f12f7395.shtml?&appunica=true

 

 

 

Non so cosa mi fa impazzire di più, le "ossessioni romantiche di Conte", la Juve che perde "per il bene di tutti, "l'imbarazzo della superlega" come se l'Inter non centri nulla, lo stipendio di Ronaldo o il pippotto finale sul valore pedagogico della sconfitta, fatto da un rappresentante di una delle tifoserie che meno sa perdere in assoluto (eppure dovrebbero essere abituati). Da Pulitzer :261: :261: :261: :261: :261:

Il collione, piu che celebrare la vittoria della sua squadra dem*****a, celebra la sconfitta della Juve...un frustrato

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Inviato (modificato)

'' Finalmente abbiamo una formazione da recitare a memoria''. 

Severgnini dice, stranamente, una cosa sacrosanta. 

La differenza tra un progetto (il loro) e la collezione di giocatori (noi) è questa. 

La differenza tra una squadra sana (loro) e una banda di acciaccati (noi). 

La differenza tra un dirigente preparato, serio e esperto (Marotta) e dei parvenu (i nostri). 

 

 

 

Modificato da Chris Cornell
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19 ore fa, Chris Cornell ha scritto:

A Conte di quello che è successo alla Juve e all Inter dal 2004 al 2011 credo freghi niente perché era in altre squadre. 

Risponderà qualcosa tipo ''l'unico scudetto che mi interessa è il prossimo'' e se la caverà. 

 

appunto una non risposta equivale ad una risposta .asd altrimenti dici senza problemi che sono 19 ma se lo eviti, a noi juventini fa lo stesso ma non ai cartonati...

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1 ora fa, Chris Cornell ha scritto:

'' Finalmente abbiamo una formazione da recitare a memoria''. 

Severgnini dice, stranamente, una cosa sacrosanta. 

La differenza tra un progetto (il loro) e la collezione di giocatori (noi) è questa. 

La differenza tra una squadra sana (loro) e una banda di acciaccati (noi). 

La differenza tra un dirigente preparato, serio e esperto (Marotta) e dei parvenu (i nostri).

penso sia l'unica cosa sensata e il motivo principale per cui sono riusciti a dominare la parte decisiva della stagione

un blocco di 13-14 giocatori sempre disponibili (oltre al fatto di non avere avuto particolare pressione dalle avversarie nel momento clou)

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https://www.sportmediaset.mediaset.it/calcio/napoli/napoli-edoardo-de-laurentiis-attacca-mazzoleni-era-al-bar_31805743-202102k.shtml

 

Ecco a voi

 

questa è la sudditanza verso gli arbitri, prepariamoci a queste ultime 4

Modificato da Jamaine

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Joined: 30-Apr-2009
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Fanchiulo anche a Tuttosport che mette in prima pagina il numero 19. Pure questo giornale ha chiuso con me.

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Joined: 18-Oct-2008
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Inviato (modificato)
4 hours ago, iosonogobbo said:

Fanchiulo anche a Tuttosport che mette in prima pagina il numero 19. Pure questo giornale ha chiuso con me.

 

Beh... giornale... 

 

:sventola::sventola::sventola::sventola:

Modificato da gianky99

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Joined: 30-Apr-2009
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7 ore fa, Sabaudo ha scritto:

non è che possono mettere 18 per fare piacere a noi eh...

Possono limitarsi a scrivere campioni d'Italia, senza specificare il numero del titolo. 

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Joined: 01-Aug-2006
1108 messaggi
Inviato (modificato)
14 ore fa, Mr.Simpatia11 ha scritto:

penso sia l'unica cosa sensata e il motivo principale per cui sono riusciti a dominare la parte decisiva della stagione

un blocco di 13-14 giocatori sempre disponibili (oltre al fatto di non avere avuto particolare pressione dalle avversarie nel momento clou)

scusa se mi intrometto ma, la partita di ritorno prescritti-sassuolo e' stata rinviata per che cosa?

Modificato da juventinosi

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Joined: 11-Aug-2008
12751 messaggi
2 minuti fa, juventinosi ha scritto:

scusa se mi intrometto ma, la partita di ritorno prescritti-torino e' stata rinviata per che cosa?

intendi Inter - Sassuolo?

perché il campionato ha cambiato le regole in corsa e quindi le partite con un tot di positivi per squadra (per cui si avevano diverse date di recupero possibili) non si sono più disputate .asd

in ogni caso, le partite in cui hanno dovuto fare a meno di 4-5 titolari si possono contare sulle dita di una mano...soprattutto nel girone di ritorno

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