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Federico Cherubini: il nuovo DG bianconero al lavoro

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Coro di vibrante protesta (cit.) dei nostri vertici societari per la farsa di sabato.

Poi la squadra "ha le palle mosce".... D'altronde da qualcuno dovranno prendere

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2 ore fa, E.T. ha scritto:

 

Non so fino a che punto sia vantaggioso essere amico di Agnelli mh

 

 

basta non presentargli tua moglie e non ci sono problemi. sefz

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Cherubini esclusivo su Tuttosport: «Via Cristiano Ronaldo, abbiamo anticipato il futuro»

Intervista al dirigente che spiega tutte le mosse della Juventus, da Locatelli a Kean: quattro pagine da non perdere in edicola su Tuttosport

 

 

 «Quando Ronaldo ci ha detto che voleva andare via abbiamo avuto un solo pensiero. E non era: esce Cristiano dobbiamo sostituirlo. Era: esce Cristiano, dobbiamo anticipare il futuro. Kean non è il sostituto di CR7, ma l'elemento di un piano per continuare a vincere, ma con un altro progetto». Parole di Federico Cherubini, responsabile dell'area calcio della Juventus. Parole estratte da una lunghissima intervista che uscirà sull'edizione di Tuttosport in edicola: quattro pagine di botta e risposta per capire cosa è successo quest'estate e cosa succederà nel futuro della Juventus, che non cambia l'obiettivo (i trofei), ma sceglie un percorso più sostenibile e in linea con i tempi. E poi ancora le curiosità sulla trattativa Locatelli, Kaio Jorge, l'addio di Ronaldo, le garanzie su Kean e molto molto altro. Non perdete Tuttosport in edicola.

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Già col calcio zoppicate parecchio ed é materia pure per una sedia. Ma lèggere i post sulla Fiat, su Marchionne e sul salvataggio sembra di stare al cabaret, una cazzata via l’altra :haha:

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12 minuti fa, Vespa76 ha scritto:

Cherubini esclusivo su Tuttosport: «Via Cristiano Ronaldo, abbiamo anticipato il futuro»

Intervista al dirigente che spiega tutte le mosse della Juventus, da Locatelli a Kean: quattro pagine da non perdere in edicola su Tuttosport

 

 

 «Quando Ronaldo ci ha detto che voleva andare via abbiamo avuto un solo pensiero. E non era: esce Cristiano dobbiamo sostituirlo. Era: esce Cristiano, dobbiamo anticipare il futuro. Kean non è il sostituto di CR7, ma l'elemento di un piano per continuare a vincere, ma con un altro progetto». Parole di Federico Cherubini, responsabile dell'area calcio della Juventus. Parole estratte da una lunghissima intervista che uscirà sull'edizione di Tuttosport in edicola: quattro pagine di botta e risposta per capire cosa è successo quest'estate e cosa succederà nel futuro della Juventus, che non cambia l'obiettivo (i trofei), ma sceglie un percorso più sostenibile e in linea con i tempi. E poi ancora le curiosità sulla trattativa Locatelli, Kaio Jorge, l'addio di Ronaldo, le garanzie su Kean e molto molto altro. Non perdete Tuttosport in edicola.

 

Sarebbe interessante ma spendere un euro per tuttosport va contro l'etica. 

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Io davero non riesco acapire perché si buttino tanti soldi per acquisti di giocatori spesso sbagliati e non si investa un milioncino per prendere un dirigente tipo Sartori che, da molti anni, dimostra grande competenza e porta a casa giocatori a poco che nel tempo si rivalutano. Non mi dite che all'Atalanta o al Chievo è più facile perché lui, o uno come lui, sarebbe capace di comprare giocatori bravini, magari non da Juve, che poi si rivenderebbero comunque guadagnandoci. Cherubini non lo conosco, ma era solo il vice di uno che non era un fenomeno. Non si poteva scegliere qualcosa di meglio, non essendo un problema di soldi? Proprio non ci arrivo a capire perché Agnelli non lo faccia.

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1 minuto fa, Cirene ha scritto:

Io davero non riesco acapire perché si buttino tanti soldi per acquisti di giocatori spesso sbagliati e non si investa un milioncino per prendere un dirigente tipo Sartori che, da molti anni, dimostra grande competenza e porta a casa giocatori a poco che nel tempo si rivalutano. Non mi dite che all'Atalanta o al Chievo è più facile perché lui, o uno come lui, sarebbe capace di comprare giocatori bravini, magari non da Juve, che poi si rivenderebbero comunque guadagnandoci. Cherubini non lo conosco, ma era solo il vice di uno che non era un fenomeno. Non si poteva scegliere qualcosa di meglio, non essendo un problema di soldi? Proprio non ci arrivo a capire perché Agnelli non lo faccia.

Ma fammi capire che obiettivo dovrebbe avere per te la Juventus? 

È comprare giocatori da Juventus oppure quello che hai scritto sopra? 

 

 

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Adesso, Marcello1975 ha scritto:

Ma fammi capire che obiettivo dovrebbe avere per te la Juventus? 

È comprare giocatori da Juventus oppure quello che hai scritto sopra? 

 

 

Ti fa schifo che la Juve guadagni dei soldi per reinvestirli. Uno brava compra giocatori da Juve e quelli che non si rivelano tali, ma sono comunque buoni, li rivende guadagnandoci. Il contrario dei nostri incompetenti dirigenti che non fanno né l'uno né l'altro perché di calciatori capiscono poco.

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2 minuti fa, Cirene ha scritto:

Ti fa schifo che la Juve guadagni dei soldi per reinvestirli. Uno brava compra giocatori da Juve e quelli che non si rivelano tali, ma sono comunque buoni, li rivende guadagnandoci. Il contrario dei nostri incompetenti dirigenti che non fanno né l'uno né l'altro perché di calciatori capiscono poco.

Ah ok grazie 

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9 ore fa, Bradipo76 ha scritto:

 

Sarebbe interessante ma spendere un euro per tuttosport va contro l'etica. 

Ha smesso di comprarlo anche mio padre, ed è tutto dire. .asd

 

Anzi, dice che lo compra solo il giorno dopo la partita ma non hai mai capito il nesso! 

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Ha detto con CR7 zero margini visto come ci ha parlato. Ripeto, tutto dipende da quando vi ha parlato, perchè a 3 giorni dalla fine del mercato il margine era un contratto da 30 milioni a stagione fino a giugno 2022. 

Modificato da Peaky Blinders

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Cherubini esclusivo su Tuttosport: «Via Cristiano Ronaldo, abbiamo anticipato il futuro»

Intervista al dirigente che spiega tutte le mosse della Juventus, da Locatelli a Kean: quattro pagine da non perdere in edicola su Tuttosport
 
 
 «Quando Ronaldo ci ha detto che voleva andare via abbiamo avuto un solo pensiero. E non era: esce Cristiano dobbiamo sostituirlo. Era: esce Cristiano, dobbiamo anticipare il futuro. Kean non è il sostituto di CR7, ma l'elemento di un piano per continuare a vincere, ma con un altro progetto». Parole di Federico Cherubini, responsabile dell'area calcio della Juventus. Parole estratte da una lunghissima intervista che uscirà sull'edizione di Tuttosport in edicola: quattro pagine di botta e risposta per capire cosa è successo quest'estate e cosa succederà nel futuro della Juventus, che non cambia l'obiettivo (i trofei), ma sceglie un percorso più sostenibile e in linea con i tempi. E poi ancora le curiosità sulla trattativa LocatelliKaio Jorge, l'addio di Ronaldo, le garanzie su Kean e molto molto altro. Non perdete Tuttosport in edicola.
Il piano per rilanciare il futuro ci sta ma se nell anno che va via Cr7 resti fuori dalla champions mi sa che sto futuro che progetta lo realizzerà tra parecchi anni.
Io personalmente la strategia di quest anno la ritengo parecchio discutibile e probabilmente anche incompleta. Ma tanto alla fine se pur avessero sbagliato le valutazioni non lo ammetteranno mai. Resta il fatto che ad oggi sono parecchio freddo verso questa juve, non sono soddisfatto del progetto, non sono soddisfatto delle scelte di comunicazione, né delle scelte tecniche e nemmeno delle scelte "politiche"

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9 ore fa, Vespa76 ha scritto:

Cherubini esclusivo su Tuttosport: «Via Cristiano Ronaldo, abbiamo anticipato il futuro»

Intervista al dirigente che spiega tutte le mosse della Juventus, da Locatelli a Kean: quattro pagine da non perdere in edicola su Tuttosport

 

 

 «Quando Ronaldo ci ha detto che voleva andare via abbiamo avuto un solo pensiero. E non era: esce Cristiano dobbiamo sostituirlo. Era: esce Cristiano, dobbiamo anticipare il futuro. Kean non è il sostituto di CR7, ma l'elemento di un piano per continuare a vincere, ma con un altro progetto». Parole di Federico Cherubini, responsabile dell'area calcio della Juventus. Parole estratte da una lunghissima intervista che uscirà sull'edizione di Tuttosport in edicola: quattro pagine di botta e risposta per capire cosa è successo quest'estate e cosa succederà nel futuro della Juventus, che non cambia l'obiettivo (i trofei), ma sceglie un percorso più sostenibile e in linea con i tempi. E poi ancora le curiosità sulla trattativa Locatelli, Kaio Jorge, l'addio di Ronaldo, le garanzie su Kean e molto molto altro. Non perdete Tuttosport in edicola.

 

 

Questo conferma che hanno anticipato la mossa post-ronaldo che sarebbe avvenuta nel 2022.

Ergo, niente "spenderemo i soldi di Ronaldo in 2-3 campioni" a fine contratto di CR7, come troppo ingenuamente si illudeva qualcuno.

 

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Joined: 15-May-2010
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RONALDO – “Diciamo subito che margini per trattenerlo non ce n’erano. Certe decisioni non sono negoziabili e, in fondo, non sarebbe stato opportuno per il club, perché il club è più importante di qualsiasi cosa e rimarrà sempre, al di là dei giocatori. Quindi, per il bene del club era giusto concentrarci sul futuro e non trattenere Ronaldo. E la scelta di fronte alla quale ci siamo messi non era: esce Cristiano, come lo sostituiamo. Era: esce Cristiano, dobbiamo pensare ad anticipare un pezzo di futuro, quello che comunque avremmo costruito al termine di questa stagione, quando sarebbe scaduto il suo contratto. E così abbiamo fatto”.

KEAN – “Lui sostituto di Ronaldo? Ecco, quello è proprio sbagliato. E si dovrebbe sgombrare il campo da questo ragionamento. Noi anticipiamo il futuro di un anno, non sostituiamo Ronaldo con Kean. Anche perché Ronaldo non è sostituibile, non credo che ci sarebbe stato sul mercato qualcuno di assimilabile a lui. Esce Cristiano e, diciamo, chiude una sorta di ciclo, di fase, di era CR7 alla Juve e se ne apre un altro, che non è la sostituzione di un calciatore con un altro di cui poi peso il valore e le differenze, ma un’operazione in linea con la direzione che comunque avremmo preso. Cercando di dare un segnale: riportare a casa un ragazzo che esce dall’attività di base del club, così che possa diventare un esempio per chi ne fa parte ora, il segnale che nella Juventus c’è spazio per chi cresce nel settore giovanile”.

CARATTERE KEAN – “Allora, io mi assumo tutto il rischio di quello che sto per dire. Io conosco Kean da tantissimi anni e non voglio raccontarvi che sia un santo, ma nel calcio prendersi etichette è facilissimo, togliersele è difficilissimo. Io ho parlato con Leonardo e lui mi ha detto che Moise ha avuto un comportamento molto regolare. Parliamo di un ventenne che non avrà la maturità di un trentenne, ma lo conosco: è un ragazzo pieno di valori e, se trova il giusto ambiente, è un calciatore che può dare tanto. Io non vedo il bad boy di cui si parla”.

ANCORA RONALDO – “Segnali prima dell’ultima settimana? Noi nella settimana prima di Udine avevamo segnali chiari sulla sua permanenza, per dire…”.

MENDES – “Al lavoro da giugno? Vero, ma con segnali diversi. Ovvero, con segnali che non c’erano prospettive. Non voglio essere ipocrita e dire che gestire la situazione Ronaldo il 28 di agosto sia stato piacevole, se fosse successo un mese prima sarebbe stato meglio per tutti. L’abbiamo gestita a tre giorni dalla fine delle trattative, ma l’unico rischio potenziale è stato che un giocatore come Kean non fosse disponibile nell’ultima settimana di mercato. Dicono: eh, ma la Juve non era pronta a sostituire Ronaldo, doveva cautelarsi prima. Rispondo: ci sono tempi che non si possono gestire, voglio dire: non tutti i giocatori aspettano fino al 31 di agosto in attesa di capire se Ronaldo va o resta. Condizioni di cessione? Vorrei ricordare che negli ultimi anni molto spesso abbiamo anche pagato per chiudere un rapporto con un giocatore. Devo dire che come in tutte le operazioni c’è sempre qualcosa che si poteva fare meglio, ma so anche che, con altri club, non saremmo riusciti a ottenere nemmeno un indennizzo”.

MANCHESTER CITY – “Non ce ne sarebbero state le condizioni. Lo United da questo punto di vista si è comportato in modo diverso, in un mercato nel quale ognuno tira i propri interessi, lo United si è comportato da club di tradizione. Poi, diciamocelo, una volta che Cristiano Ronaldo ci parla nel modo in cui ci ha parlato, non ci può essere epilogo diverso. In quei giorni è stato molto diretto, esprimendo la sua volontà e noi, come ho detto, abbiamo reagito pensando al bene del club e non il bene immediato, ma nell’ottica di uno sviluppo di un piano che poteva iniziare prima. Non potevamo costringere una persona a rimanere in un contesto che non riconosceva più. Con grandissimo rispetto di Ronaldo, cito quello che disse il presidente quando inaugurò il Museum: “La nostra storia è fatta da grandissimi campioni, allenatori e dirigenti, ma il club resta sempre la cosa più importante”. Questa è la filosofia che ci ha guidato anche in questa occasione”.

ALLEGRI – “È una scelta precisa, anche per dare stabilità tecnica al progetto che negli ultimi anni non c’era stata. Pentiti? Se si guarda a posteriori, è sempre facile rimpiangere le scelte. Dico che in quel momento quelle scelte apparivano come le migliori, con il senno di poi…”.

DE SCIGLIO E RUGANI – “De Sciglio e Rugani non stanno alla Juventus perché sono, come qualcuno dice, “invendibili”. Sono alla Juventus perché crediamo che siano dei valori aggiunti di questa rosa. Mattia De Sciglio ha delle qualità di assoluto livello e ha un’età per avere ancora ambizioni, per esempio il ritorno in Nazionale. Daniele Rugani ha giocato cento e più partite con la Juventus, si è sempre fatto trovare pronto e ha anche vinto tanto. La Juventus ha sempre fatto convinvere grandissimi giocatori con altri giocatori fondamentali per l’equilibrio dello spogliatoio. Io sono sicuro, e mi assumo anche le responsabilità di ciò che dico, ma sono sicuro che questi giocatori sono importanti per la Juventus. Parliamo di due ragazzi seri e sempre professionali con la società. In una squadra ci sono molti tasselli e ognuno deve essere consapevole del proprio ruolo. Se sai di non essere un titolare e ti fai trovare sempre pronto senza lamentarti alla seconda panchina sei importante per la squadra, altrimenti diventi un problema per lo spogliatoio. C’è stato un momento in cui la Juventus aveva 23/24 giocatori di livello mondiale, quando Khedira scherzava e diceva che la partitella del giovedì sembrava un quarto di Champions, ma c’è statao anche un momento in cui vincevi e avevi i Padoin, perfetti per completare la squadra. Adesso in un progetto in cui stai puntando sulla creazione di una forte entità di squadra, ovvero un gruppo solido che fa della compattezza il punto di forza, avere giocatori con quelle caratteristiche è fondamentale per gli equilibri di spogliatoio”.

RINNOVO DYBALA – “Ottimismo corretto? Sì, credo di sì. In giro aumenta la tendenza a liberarsi a parametro e quasi tutte le squadre in Italia hanno qualche problema di rinnovo. Però sono tranquillo. Diciamo che, come per Locatelli, non mi interessa metterci un incontro in più se alla fine raggiungo un accordo soddisfacente. E c’è l’intenzione da tutte le parti di raggiungere un accordo soddisfacente. Non lo ordina nessuno che si debba chiudere al secondo incontro. Poi le parodie sui tanti pranzi con Carnevali mi hanno anche fatto sorridere. La volontà è chiara ed è stata espressa da Allegri. Dybala ha una centralità nel progetto, credo che abbia l’età e le caratteristiche per farlo. Poi quella centralità tecnica non significa che si deve caricare tutta la Juventus sulle sue spalle, perché ci sono giocatori che possono trascinare la squadra insieme a lui. Se si gira vede Bonucci e Chiellini e si sente in buona compagnia”.

DONNARUMMA – “Perché non l’abbiamo preso? Perché la Juventus ha un portiere con un contratto lungo e un’affidabilità nella quale continuiamo a credere. Per cui abbiamo ritenuto che non fosse prioritaria la sostituzione tra i pali e, per la logica delle scelte che stiamo facendo non avrebbe avuto senso fare quello che ha fatto il Paris Saint Germain. Cioè, non era opportuno creare quella condizione con due portieri importanti nello stesso organico”.

ROSA – “Bè, intanto la Juventus non ha una rosa di soli “potenziali”, ma ha anche molti giocatori esperti come Chiellini, Bonucci, Danilo, Dybala, Morata, Cuadrado e lo stesso De Ligt che possono dare un contribuito di esperienza. Sono forse meno rispetto al passato, è vero, ma ci sono. E poi, quando parlo di “giocatori di potenzialità”, non parlo di ragazzini, ma sono nazionali e hanno una dimensione internazionale riconosciuta. Certo, possono e devono fare uno step ulteriore. Insomma, se devo pensare alla Juventus del futuro, non penso a una Juventus di una squadra che alleva i talenti in chiave mercato, ma di una squadra che compete per vincere”.

COMPETITIVITÀ – “Il primo punto, l’ho detto e lo ribadisco, resta la competitività: l’obiettivo è vincere ogni competizione alla quale partecipiamo, la sfida è riuscire a farlo con un progetto diverso. Sì, il rischio sportivo si alza un po’ di più, questo è evidente. Ma noi dobbiamo compensare questo rischio con la cultura del lavoro, la solidità, la storia del club, la disciplina, tutti aspetti che rendono questa società unica e che ci viene riconosciuto da molti ragazzi, spesso stranieri. E’ bello che abbiano questa percezione del nostro ambiente. E’ un valore, forse il più forte che abbiamo e che non dobbiamo mai perdere di vista. In questo senso, l’idea di riportare nel club dei nostri ex calciatori è importante, perché sono portatori del Dna. Abbiamo figure storiche come Nedved e Pessotto, ma il rientro di Storari e Padoin, per esempio, manda segnali che vanno in questa direzione, perché sono i testimoni di questa cultura e sanno come portarla avanti”.

MERCATO – “Abbiamo un piano di investimenti per i prossimi anni e sappiamo già quanto potremmo spendere sul mercato. E sono convinto che potremo cogliere altre opportunità, ovviamente orientate al tipo di campagna acquisti che abbiamo condotto finora: giovani con grandi potenzialità e, possibilmente, italiani. Anche se bisogna essere cauti nel fare previsioni, bisogna capire che tipo di mercato tornerà quando si attutiranno definitivamente gli effetti della pandemia. Quest’anno c’è stato un mercato schizofrenico: a un problema economico globale, ci sono state risposte domestiche molto differenti, anche per circostanze differenti”.

HAALAND – “Niente corsa ad Haaland e un colpo alla Haaland in stile Dortmund col Salisburgo? Sì, seguendo l’ordine delle cose direi di sì, poi stiamo alla finestra e guardiamo se capitano delle opportunità. Non vorrei precludere niente a prescindere. Una cosa è certa: qualsiasi investimento andrà nella direzione di un profilo giovane. È completamente fuori dal nostro piano investire su altri giocatori”.

RIMPIANTO HAALAND – “Dico sì, sarebbe stupido rispondere in modo diverso. Tutto, però, va contestualizzato. C’è un tema quando ti approcci a un giocatore di quell’età da squadra italiana, ed è il tema del prestito che spaventa i giovani (il norvegese era ancora al Molde, ndr). Eravamo all’inizio del progetto della seconda squadra e la prospettiva che potevamo offrire ad Haaland era, ai suoi occhi, forse meno allettante, perché il circuito dei prestiti è un deterrente per i profili come il suo. Oggi saremmo attrezzati forse in modo diverso per far fronte alla domanda che ti pone un giocatore della sua età, cioè: che prospettive ho, firmando per voi?”.

KAIO JORGE – “Ecco, torniamo alle opportunità di cui parlavamo, con Allegri pensavamo di aggiungere qualcosa a centrocampo, che è stato Locatelli. L’altro era un centravanti giovane, un vice di Morata, e in questo senso Kaio Jorge è stata una risposta perfettamente in linea con il progetto. È un 2002, con caratteristiche interessantissime. Mi spiace per l’infortunio, ma è arrivato con grandissimo entusiasmo: è un ragazzo super professionale, sta lavorando tanto per recuperare e, quando parli con lui, capisci che è molto focalizzato sul calcio. Mi trasmette il piacere di stare qui e di apprendere dai suoi compagni, almeno così è stato nei primi giorni di allenamento con la squadra. Sono curioso di vedere cosa potrà fare, ma ho la consapevolezza che abbia grandi potenzialità”.

IHATTAREN – “Per esempio, l’altro 2002 che abbiamo preso, Ihattaren, si sarebbe trovato davanti una serie di giocatori con le stesse caratteristiche e non avrebbe giocato molto. Per cui abbiamo percorso la via del prestito per dargli l’opportunità di esprimersi, anche perché ha fatto tante partite fra i grandi e da noi si sarebbe trovato in un limbo. Kaio da noi può crescere e ambientarsi in una situazione più protetta: arriva da un altro continente e per un ragazzo di 19 anni questo ha sempre un peso importante. Ihattaren arriva da un campionato europeo, è già più pronto ad affrontare il calcio italiano”.

LOCATELLI – “È stata una trattativa molto trasparente per cui forse ha dato l’impressione di essere lunga. Raccontare che non ci stessimo vedendo quando in realtà lo stavamo facendo sarebbe stato irrispettoso, non avevamo nulla da nascondere. Ma per capire la durata, è necessario fare un passo indietro fino al giorno della mia presentazione, quando dissi che la squadra, per me e per l’allenatore, era competitiva e che avremmo affrontato un mercato nel quale eventualmente cogliere le occasioni. In teoria, in pura teoria, avremmo potuto non fare nessuna operazione. Diciamo che poi è intervenuto un evento esterno come l’intervento chirurgico di Arthur e così abbiamo pensato che avremmo potuto anticipare questo piano di investimento e mettere a disposizione di Allegri un elemento in più a centrocampo, anche per migliorare il reparto, innestando un giocatore perfettamente in linea con il piano di sviluppo che caratterizzerà i prossimi anni. Giovani, possibilmente italiani”.

STIPENDI BASSI – “È noto che la nostra politica sia quella del contenimento dei costi, compresi gli ingaggi”.

I TEMPI DI LOCATELLI – “Legittimamente le due parti volevamo mantenere dei punti fermi. Per loro era un aspetto di natura economica, per noi di natura finanziaria e quindi si è verificato questo allungarsi nei tempi. Alla fine è stata una di quelle trattative dalle quali ti alzi felice e scontento insieme, in cui cioè devi mollare qualcosa e qualcosa ottieni”.

 

Modificato da Borja Poohttana
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" L’abbiamo gestita a tre giorni dalla fine delle trattative, ma l’unico rischio potenziale è stato che un giocatore come Kean non fosse disponibile nell’ultima settimana di mercato"

Si però così un po' si contraddice, perchè se Kean non è il sostituto di Ronaldo per ragioni tecnico-sportive-qualitative-ecc lo è come elemento di Rosa.

Ovvero se rimaneva CR7 Kean non veniva acquistato, quindi di fatto è da considerare come "sostituto" (seppur in campo lo sarà decisamente di più Chiesa).

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L'intervista è interessante.... e allora leggiamola tutta

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Federico Cherubini, erede di Fabio Paratici alla Juventus, parla del progetto bianconero in una lunga intervista a Tuttosport. Partendo dall'addio di Cristiano Ronaldo, finito al Manchester United negli ultimi giorni di mercato: "L'ambizione e la volontà è quella di mantenere una squadra competitiva, perché è il primo paletto del club, sempre. Ma attraverso un progetto diverso, che passerà da un ringiovanimento che cambierà, inevitabilmente, il volto della rosa. Se prima c'erano giocatori con un peso specifico e un background di spessore, nel nuovo corso ci sarà un valore potenziale che l'allenatore dovrà sviluppare, fermo restando che in queste due settimane abbiamo avuto 16 nazionali in giro. Restiamo molto competitivi e non cambiamo il punto di arrivo che è sempre la vittoria, ma con una strada differente". 

DAI GIOCATORI PRONTI ALLE POTENZIALITA' - "Sì, con un progetto che chiude un po' il cerchio su quella che è una strategia di ancora più ampio periodo perché è iniziata qualche anno fa, quando è stato avviato il progetto della seconda squadra. Tra gli obiettivi c’è quello di portare stabilmente, e non in modo saltuario, dei prodotti della filiera in prima squadra. E non come appendice, ma proprio come elementi che siano nei 22 giocatori che si alternano da titolari". 

LA ROSA - "Beh, intanto la Juventus non ha una rosa di soli "potenziali", ma ha anche molti giocatori esperti come Chiellini, Bonucci, Danilo, Dybala, Morata, Cuadrado e lo stesso De Ligt che possono dare un contribuito di esperienza. Sono forse meno rispetto al passato, è vero, ma ci sono. E poi, quando parlo di "giocatori di potenzialità", non parlo di ragazzini, ma sono nazionali e hanno una dimensione internazionale riconosciuta. Certo, possono e devono fare uno step ulteriore. Insomma, se devo pensare alla Juventus del futuro, non penso a una Juventus di una squadra che alleva i talenti in chiave mercato, ma di una squadra che compete per vincere". 

LA COMPETITIVITA' - "Il primo punto, l'ho detto e lo ribadisco, resta la competitività: l'obiettivo è vincere ogni competizione alla quale partecipiamo, la sfida è riuscire a farlo con un progetto diverso. Sì, il rischio sportivo si alza un po' di più, questo è evidente. Ma noi dobbiamo compensare questo rischio con la cultura del lavoro, la solidità, la storia del club, la disciplina, tutti aspetti che rendono questa società unica e che ci viene riconosciuto da molti ragazzi, spesso stranieri. E’ bello che abbiano questa percezione del nostro ambiente. E’ un valore, forse il più forte che abbiamo e che non dobbiamo mai perdere di vista. In questo senso, l'idea di riportare nel club dei nostri ex calciatori è importante, perché sono portatori del Dna. Abbiamo figure storiche come Nedved e Pessotto, ma il rientro di Storari e Padoin, per esempio, manda segnali che vanno in questa direzione, perché sono i testimoni di questa cultura e sanno come portarla avanti". 

IL MERCATO - "Abbiamo un piano di investimenti per i prossimi anni e sappiamo già quanto potremmo spendere sul mercato. E sono convinto che potremo cogliere altre opportunità, ovviamente orientate al tipo di campagna acquisti che abbiamo condotto finora: giovani con grandi potenzialità e, possibilmente, italiani. Anche se bisogna essere cauti nel fare previsioni, bisogna capire che tipo di mercato tornerà quando si attutiranno definitivamente gli effetti della pandemia. Quest'anno c'è stato un mercato schizofrenico: a un problema economico globale, ci sono state risposte domestiche molto differenti, anche per circostanze differenti". 

HAALAND - "Niente corsa ad Haaland e un colpo alla Haaland in stile Dortmund col Salisburgo? Sì, seguendo l'ordine delle cose direi di sì, poi stiamo alla finestra e guardiamo se capitano delle opportunità. Non vorrei precludere niente a prescindere. Una cosa è certa: qualsiasi investimento andrà nella direzione di un profilo giovane. È completamente fuori dal nostro piano investire su altri giocatori". 
 

RIMPIANTO HAALAND - "Dico sì, sarebbe stupido rispondere in modo diverso. Tutto, però, va contestualizzato. C'è un tema quando ti approcci a un giocatore di quell'età da squadra italiana, ed è il tema del prestito che spaventa i giovani (il norvegese era ancora al Molde, ndr). Eravamo all'inizio del progetto della seconda squadra e la prospettiva che potevamo offrire ad Haaland era, ai suoi occhi, forse meno allettante, perché il circuito dei prestiti è un deterrente per i profili come il suo. Oggi saremmo attrezzati forse in modo diverso per far fronte alla domanda che ti pone un giocatore della sua età, cioè: che prospettive ho, firmando per voi?". 

. E il tema caldo è ovviamente la cessione di Ronaldo al Manchester United: "Diciamo subito che margini per trattenerlo non ce n’erano. Certe decisioni non sono negoziabili e, in fondo, non sarebbe stato opportuno per il club, perché il club è più importante di qualsiasi cosa e rimarrà sempre, al di là dei giocatori. Quindi, per il bene del club era giusto concentrarci sul futuro e non trattenere Ronaldo. E la scelta di fronte alla quale ci siamo messi non era: esce Cristiano, come lo sostituiamo. Era: esce Cristiano, dobbiamo pensare ad anticipare un pezzo di futuro, quello che comunque avremmo costruito al termine di questa stagione, quando sarebbe scaduto il suo contratto. E così abbiamo fatto". 

KEAN - "Lui sostituto di Ronaldo? Ecco, quello è proprio sbagliato. E si dovrebbe sgombrare il campo da questo ragionamento. Noi anticipiamo il futuro di un anno, non sostituiamo Ronaldo con Kean. Anche perché Ronaldo non è sostituibile, non credo che ci sarebbe stato sul mercato qualcuno di assimilabile a lui. Esce Cristiano e, diciamo, chiude una sorta di ciclo, di fase, di era CR7 alla Juve e se ne apre un altro, che non è la sostituzione di un calciatore con un altro di cui poi peso il valore e le differenze, ma un’operazione in linea con la direzione che comunque avremmo preso. Cercando di dare un segnale: riportare a casa un ragazzo che esce dall’attività di base del club, così che possa diventare un esempio per chi ne fa parte ora, il segnale che nella Juventus c’è spazio per chi cresce nel settore giovanile". 

IL CARATTERE DI KEAN - "Allora, io mi assumo tutto il rischio di quello che sto per dire. Io conosco Kean da tantissimi anni e non voglio raccontarvi che sia un santo, ma nel calcio prendersi etichette è facilissimo, togliersele è difficilissimo. Io ho parlato con Leonardo e lui mi ha detto che Moise ha avuto un comportamento molto regolare. Parliamo di un ventenne che non avrà la maturità di un trentenne, ma lo conosco: è un ragazzo pieno di valori e, se trova il giusto ambiente, è un calciatore che può dare tanto. Io non vedo il bad boy di cui si parla". 

ANCORA RONALDO - "Segnali prima dell'ultima settimana? Noi nella settimana prima di Udine avevamo segnali chiari sulla sua permanenza, per dire...". 

MENDES LAVORAVA DA GIUGNO? - "Vero, ma con segnali diversi. Ovvero, con segnali che non c’erano prospettive. Non voglio essere ipocrita e dire che gestire la situazione Ronaldo il 28 di agosto sia stato piacevole, se fosse successo un mese prima sarebbe stato meglio per tutti. L’abbiamo gestita a tre giorni dalla fine delle trattative, ma l’unico rischio potenziale è stato che un giocatore come Kean non fosse disponibile nell’ultima settimana di mercato. Dicono: eh, ma la Juve non era pronta a sostituire Ronaldo, doveva cautelarsi prima. Rispondo: ci sono tempi che non si possono gestire, voglio dire: non tutti i giocatori aspettano fino al 31 di agosto in attesa di capire se Ronaldo va o resta. Condizioni di cessione? Vorrei ricordare che negli ultimi anni molto spesso abbiamo anche pagato per chiudere un rapporto con un giocatore. Devo dire che come in tutte le operazioni c’è sempre qualcosa che si poteva fare meglio, ma so anche che, con altri club, non saremmo riusciti a ottenere nemmeno un indennizzo". 

 

IL CITY - "Non ce ne sarebbero state le condizioni. Lo United da questo punto di vista si è comportato in modo diverso, in un mercato nel quale ognuno tira i propri interessi, lo United si è comportato da club di tradizione. Poi, diciamocelo, una volta che Cristiano Ronaldo ci parla nel modo in cui ci ha parlato, non ci può essere epilogo diverso. In quei giorni è stato molto diretto, esprimendo la sua volontà e noi, come ho detto, abbiamo reagito pensando al bene del club e non il bene immediato, ma nell’ottica di uno sviluppo di un piano che poteva iniziare prima. Non potevamo costringere una persona a rimanere in un contesto che non riconosceva più. Con grandissimo rispetto di Ronaldo, cito quello che disse il presidente quando inaugurò il Museum: “La nostra storia è fatta da grandissimi campioni, allenatori e dirigenti, ma il club resta sempre la cosa più importante”. Questa è la filosofia che ci ha guidato anche in questa occasione". 

ALLEGRI - "È una scelta precisa, anche per dare stabilità tecnica al progetto che negli ultimi anni non c’era stata. Pentiti? Se si guarda a posteriori, è sempre facile rimpiangere le scelte. Dico che in quel momento quelle scelte apparivano come le migliori, con il senno di poi...". 

DE SCIGLIO E RUGANI - "De Sciglio e Rugani non stanno alla Juventus perché sono, come qualcuno dice, “invendibili”. Sono alla Juventus perché crediamo che siano dei valori aggiunti di questa rosa. Mattia De Sciglio ha delle qualità di assoluto livello e ha un’età per avere ancora ambizioni, per esempio il ritorno in Nazionale. Daniele Rugani ha giocato cento e più partite con la Juventus, si è sempre fatto trovare pronto e ha anche vinto tanto. La Juventus ha sempre fatto convinvere grandissimi giocatori con altri giocatori fondamentali per l’equilibrio dello spogliatoio. Io sono sicuro, e mi assumo anche le responsabilità di ciò che dico, ma sono sicuro che questi giocatori sono importanti per la Juventus. Parliamo di due ragazzi seri e sempre professionali con la società. In una squadra ci sono molti tasselli e ognuno deve essere consapevole del proprio ruolo. Se sai di non essere un titolare e ti fai trovare sempre pronto senza lamentarti alla seconda panchina sei importante per la squadra, altrimenti diventi un problema per lo spogliatoio. C’è stato un momento in cui la Juventus aveva 23/24 giocatori di livello mondiale, quando Khedira scherzava e diceva che la partitella del giovedì sembrava un quarto di Champions, ma c’è statao anche un momento in cui vincevi e avevi i Padoin, perfetti per completare la squadra. Adesso in un progetto in cui stai puntando sulla creazione di una forte entità di squadra, ovvero un gruppo solido che fa della compattezza il punto di forza, avere giocatori con quelle caratteristiche è fondamentale per gli equilibri di spogliatoio". 

RINNOVO DYBALA - "Ottimismo corretto? Sì, credo di sì. In giro aumenta la tendenza a liberarsi a parametro e quasi tutte le squadre in Italia hanno qualche problema di rinnovo. Però sono tranquillo. Diciamo che, come per Locatelli, non mi interessa metterci un incontro in più se alla fine raggiungo un accordo soddisfacente. E c’è l’intenzione da tutte le parti di raggiungere un accordo soddisfacente. Non lo ordina nessuno che si debba chiudere al secondo incontro. Poi le parodie sui tanti pranzi con Carnevali mi hanno anche fatto sorridere. La volontà è chiara ed è stata espressa da Allegri. Dybala ha una centralità nel progetto, credo che abbia l’età e le caratteristiche per farlo. Poi quella centralità tecnica non significa che si deve caricare tutta la Juventus sulle sue spalle, perché ci sono giocatori che possono trascinare la squadra insieme a lui. Se si gira vede Bonucci e Chiellini e si sente in buona compagnia". 

SU DONNARUMMA - "Perché non l'abbiamo preso? Perché la Juventus ha un portiere con un contratto lungo e un’affidabilità nella quale continuiamo a credere. Per cui abbiamo ritenuto che non fosse prioritaria la sostituzione tra i pali e, per la logica delle scelte che stiamo facendo non avrebbe avuto senso fare quello che ha fatto il Paris Saint Germain. Cioè, non era opportuno creare quella condizione con due portieri importanti nello stesso organico". 

SU KAIO JORGE - "Ecco, torniamo alle opportunità di cui parlavamo, con Allegri pensavamo di aggiungere qualcosa a centrocampo, che è stato Locatelli. L'altro era un centravanti giovane, un vice di Morata, e in questo senso Kaio Jorge è stata una risposta perfettamente in linea con il progetto. È un 2002, con caratteristiche interessantissime. Mi spiace per l'infortunio, ma è arrivato con grandissimo entusiasmo: è un ragazzo super professionale, sta lavorando tanto per recuperare e, quando parli con lui, capisci che è molto focalizzato sul calcio. Mi trasmette il piacere di stare qui e di apprendere dai suoi compagni, almeno così è stato nei primi giorni di allenamento con la squadra. Sono curioso di vedere cosa potrà fare, ma ho la consapevolezza che abbia grandi potenzialità". 

SU IHATTAREN - "Per esempio, l'altro 2002 che abbiamo preso, Ihattaren, si sarebbe trovato davanti una serie di giocatori con le stesse caratteristiche e non avrebbe giocato molto. Per cui abbiamo percorso la via del prestito per dargli l'opportunità di esprimersi, anche perché ha fatto tante partite fra i grandi e da noi si sarebbe trovato in un limbo. Kaio da noi può crescere e ambientarsi in una situazione più protetta: arriva da un altro continente e per un ragazzo di 19 anni questo ha sempre un peso importante. Ihattaren arriva da un campionato europeo, è già più pronto ad affrontare il calcio italiano". 

SU LOCATELLI - "È stata una trattativa molto trasparente per cui forse ha dato l’impressione di essere lunga. Raccontare che non ci stessimo vedendo quando in realtà lo stavamo facendo sarebbe stato irrispettoso, non avevamo nulla da nascondere. Ma per capire la durata, è necessario fare un passo indietro fino al giorno della mia presentazione, quando dissi che la squadra, per me e per l'allenatore, era competitiva e che avremmo affrontato un mercato nel quale eventualmente cogliere le occasioni. In teoria, in pura teoria, avremmo potuto non fare nessuna operazione. Diciamo che poi è intervenuto un evento esterno come l'intervento chirurgico di Arthur e così abbiamo pensato che avremmo potuto anticipare questo piano di investimento e mettere a disposizione di Allegri un elemento in più a centrocampo, anche per migliorare il reparto, innestando un giocatore perfettamente in linea con il piano di sviluppo che caratterizzerà i prossimi anni. Giovani, possibilmente italiani". 

STIPENDI BASSI - "È noto che la nostra politica sia quella del contenimento dei costi, compresi gli ingaggi". 

I TEMPI PER LOCATELLI - "Legittimamente le due parti volevamo mantenere dei punti fermi. Per loro era un aspetto di natura economica, per noi di natura finanziaria e quindi si è verificato questo allungarsi nei tempi. Alla fine è stata una di quelle trattative dalle quali ti alzi felice e scontento insieme, in cui cioè devi mollare qualcosa e qualcosa ottieni". 

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L'intervista di Cherubini è agghiacciante. E' pur vero che il Covid sui clubs di calcio ha avuto un impatto devastante. Detto questo, puntare su giovani talenti ha senso se sei così abile da trovare i futuri campioni. Un Locatelli ad es. sarà un nuovo Tacchinardi/Marchisio, non il nuovo Pirlo. Se come Boniperti negli anni 70 sai scovare Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli ecc. avrai un futuro luminoso. Se scovi invece i Verza, Fanna, Prandelli ecc. ti consegni alla mediocrità. Inoltre oggi, nonostante tutto, per trovare giovani forti devi comunque spendere tanto. A poco trovi solo le scamorze. Infatti credo che Kaio Jorge non diventerà un big se no i soliti noti ce lo avrebbero fregato e il Santos non lo avrebbe regalato. Infine non puoi fare una squadra solo di giovani. La Juve bonipertiana aveva gli Zoff, Morini, Furino, Altafini a fare da chioccia. Io sono sconfortato. Siamo passati dalla Juve di Ronaldo a quella di Cobolli in un amen. 

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8 minuti fa, Kris ha scritto:

Il piano per rilanciare il futuro ci sta ma se nell anno che va via Cr7 resti fuori dalla champions mi sa che sto futuro che progetta lo realizzerà tra parecchi anni.
Io personalmente la strategia di quest anno la ritengo parecchio discutibile e probabilmente anche incompleta. Ma tanto alla fine se pur avessero sbagliato le valutazioni non lo ammetteranno mai. Resta il fatto che ad oggi sono parecchio freddo verso questa juve, non sono soddisfatto del progetto, non sono soddisfatto delle scelte di comunicazione, né delle scelte tecniche e nemmeno delle scelte "politiche"

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La Juve per ricostruire e risalire ai piani alti europei (prima 4-8 squadre) e italiani (scudetto, senza se e senza ma) dovrà fare una cosa molto semplice.

Che non è spendere 200mln per Mbappè, 150 per Haaland o altre cose del genere.

 

Dovrà "semplicemente" azzeccare le mosse di mercato, che costeranno meno ma che dovranno rendere, possibilmente anche di più della spesa, di sicuro non di meno.

 

Il problema non è non prendere Haaland ma non prendere i Berna, i Ramsey, i Rabiot ecc e al contempo trovarti i nuovi Vidal, Pogba, Dybala.

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Joined: 17-Sep-2020
6453 messaggi

intervista condivisibile

sputtana chiaramente ronaldo e dice cose sensate

niente più operazioni da ebeti come higuain 30enne o ramsey o rottami vari.

fiducia ai giovani possibilmente italiani

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4 minuti fa, Moeller 73 ha scritto:

L'intervista di Cherubini è agghiacciante. E' pur vero che il Covid sui clubs di calcio ha avuto un impatto devastante. Detto questo, puntare su giovani talenti ha senso se sei così abile da trovare i futuri campioni. Un Locatelli ad es. sarà un nuovo Tacchinardi/Marchisio, non il nuovo Pirlo. Se come Boniperti negli anni 70 sai scovare Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli ecc. avrai un futuro luminoso. Se scovi invece i Verza, Fanna, Prandelli ecc. ti consegni alla mediocrità. Inoltre oggi, nonostante tutto, per trovare giovani forti devi comunque spendere tanto. A poco trovi solo le scamorze. Infatti credo che Kaio Jorge non diventerà un big se no i soliti noti ce lo avrebbero fregato e il Santos non lo avrebbe regalato. Infine non puoi fare una squadra solo di giovani. La Juve bonipertiana aveva gli Zoff, Morini, Furino, Altafini a fare da chioccia. Io sono sconfortato. Siamo passati dalla Juve di Ronaldo a quella di Cobolli in un amen. 

 

Infatti il progetto è proprio qui.

Dovranno dimostrarsi abili.

Da un certo punto di vista è ottimo, così non ci saranno scusanti o altro, dipenderà non da discorsi di plusvalenze, di parametri zero, di occasioni impossibili da non cogliere (CR7) ma unicamente dalla capacità dello staff tecnico-dirigenziale di scegliere i giocatori con grandi prospettive e costi bassi (o comunque accettabili).

 

Ovviamente non sarà uno scherzo, ma sono pagati per questo, e se non ci riusciranno avanti un altro, nè più nè meno come succede per i giocatori in campo.

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Joined: 01-Jun-2005
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1 minuto fa, IlPilotaDiRonaldo_ ha scritto:

intervista condivisibile

sputtana chiaramente ronaldo e dice cose sensate

niente più operazioni da ebeti come higuain 30enne o ramsey o rottami vari.

fiducia ai giovani possibilmente italiani

 

Dice anche con ritengono De Sciglio e Rugani giocatori da Juventus. ;)

 

oltre a sottolineare che anche se fosse andato via a giugno non avrebbero fatto operazioni diverse post Ronaldo.

Si sarebbero limitati a trattare di più Kean (per abbassare il prezzo, stile trattativa Locatelli).

Ma non sono i 5mln in più o in meno che cambiano il mercato o le prospettive.

 

Modificato da DoctorDoomIII

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Joined: 09-Jun-2007
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4 minuti fa, DoctorDoomIII ha scritto:

 

Dice anche con ritengono De Sciglio e Rugani giocatori da Juventus. ;)

 

A parte questa cosa obbrobriosa, l' uscita di Ronaldo è  una figura di M***A comunque la si voglia mettere.

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Joined: 26-Mar-2010
11230 messaggi
17 minuti fa, Moeller 73 ha scritto:

L'intervista di Cherubini è agghiacciante. E' pur vero che il Covid sui clubs di calcio ha avuto un impatto devastante. Detto questo, puntare su giovani talenti ha senso se sei così abile da trovare i futuri campioni. Un Locatelli ad es. sarà un nuovo Tacchinardi/Marchisio, non il nuovo Pirlo. Se come Boniperti negli anni 70 sai scovare Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli ecc. avrai un futuro luminoso. Se scovi invece i Verza, Fanna, Prandelli ecc. ti consegni alla mediocrità. Inoltre oggi, nonostante tutto, per trovare giovani forti devi comunque spendere tanto. A poco trovi solo le scamorze. Infatti credo che Kaio Jorge non diventerà un big se no i soliti noti ce lo avrebbero fregato e il Santos non lo avrebbe regalato. Infine non puoi fare una squadra solo di giovani. La Juve bonipertiana aveva gli Zoff, Morini, Furino, Altafini a fare da chioccia. Io sono sconfortato. Siamo passati dalla Juve di Ronaldo a quella di Cobolli in un amen. 

Parla di acquistare solo giovani, non di fare una squadra di soli giovani. Nel frattempo quelli che hai adesso crescono e accumulano esperienza e non sono più da considerare giovani. 

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Joined: 05-Oct-2007
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20 ore fa, Terminator-J ha scritto:

io mi ricordo una juve di ranieri arrivare terza e seconda con un budget ridicolo rispetto a quello con cui ci faremo un paio di anni in El con Agnelli...

cmq. ognuno ha le sue opinioni, ci mancherebbe

Io non mi ricordo di nessun utente che in un anno di forum sia riuscito a non scrivere una cosa positiva sulla Juve....positiva nel senso più ampio del termine....su una partita,una giocata,un giocatore una mossa della società...

Ma che ne so,pure una risata o una risposta divertita ad un altro utente.

Bravissimo...sei riuscito ad attirare la mia attenzione 

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Joined: 01-Jun-2005
16000 messaggi
1 minuto fa, Don Chisciopeth ha scritto:

A parte questa cosa obbrobriosa, l' uscita di Ronaldo è  una figura di M***A comunque la si voglia mettere.

 

Lo riporto perchè o dell'intervista si accettano tutte le parole di Cherubini o si può mettere in discussione ciò che si vuole.

Pensare che dica la verità solo per quel che fa comodo non è proprio corretto. :)

 

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