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Riccardo2

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  1. Il processo di Norimberga (in realtà furono più di uno), quello ai principali criminali di guerra che tra il '45 e il '46 mise alla sbarra prima, e alla forca poi, una notevole quantità di ex nazisti, e il processo sportivo di Calciopoli del 2006 che fece giustizia (fino a che punto?) di parte dell'illegalità nel calcio presentano diverse analogie e anomalie giuridiche, tanto da poter tranquillamente dibattere, con il senno del poi, sulla loro incostituzionalità. Vediamole.1) La scelta del tribunale.*Gli Alleati decisero che la sede adatta era il Tribunale di Norimberga, definendolo militare e internazionale. La prima definizione vale parzialmente, dato che soltanto il giudice sovietico era militare, gli altri tre civili. Anche la seconda è circoscritta, visto che non era molto internazionale ma aveva giudici di Francia, Regno Unito, Unione Sovietica e Stati Uniti, cioè soltanto le nazioni vincitrici della Seconda guerra mondiale. Inoltre a Norimberga i poteri legislativo, giudiziario ed esecutivo non vennero separati. In pratica chi istruì il processo fu anche lo stesso che decise leggi e condanne, negando qualunque principio di terzietà, essendo nient'altro che i vincitori contro i vinti.*Nel 2006 la Figc montò il palco per Calciopoli e decise lei giudici e leggi da applicare. Anche qui l'organo giudicante fu lo stesso che emanò le leggi su imputati chiamati in causa da quell'organo stesso.2) Il sentimento collettivo avverso.*Alla base del voler colpire a tutti i costi gli ex gerarchi nazisti c'era la fretta dell'opinione pubblica mondiale che chiedeva giustizia (o vendetta) in qualsiasi modo. Ci sono diversi documenti e testimonianze che provano la volontà da parte di importanti politici, militari e anche cittadini dei Paesi Alleati, di voler vedere morto qualunque tedesco fosse stato portato in giudizio, a prescindere dalle effettive responsabilità di ognuno.*Alla base del voler colpire a tutti i costi gli ex dirigenti juventini e la Juventus c'era la fretta dell'opinione pubblica italiana anti-juventina che chiedeva giustizia (o vendetta) in qualsiasi modo. Questo sentimento condizionante è stato messo nero su bianco da alcuni relatori della Figc stessa. Il 7 maggio 2006, alla pubblicazione delle prime intercettazioni di Luciano Moggi, l'aria che si respirava era quella della resa dei conti definitiva contro la Juventus.3) Condanne eseguite per reati commessi anche dai Paesi accusatori mai finiti a processo.*Unione Sovietica: 30 novembre 1939 - 13 marzo 1940, parecchie decine di migliaia di morti causati dall'occupazione militare della Finlandia per scopi imperialisti. L'unica conseguenza politica fu l'allontanamento dell'URSS dalla Società delle Nazioni. 3 aprile 1940 - 19 maggio 1940, eccidio di Katyn', 22.000 civili e militari polacchi massacrati. 1944-1948, centinaia di migliaia di stupri dell'Armata Rossa a donne tedesche, dalla presa di Berlino in guerra alla zona di occupazione sovietica della Germania in tempo di pace. Francia: responsabile, sotto Charles de Gaulle, di aver lasciato liberi di agire i famigerati Goumiers mentre compivano depredazioni disumane ovunque, anche in Italia. Stati Uniti: 6 e 9 agosto 1945, polverizzazione atomica di Hiroshima e Nagasaki decisa da Harry Truman, 200.000 cittadini sterminati subito (i più fortunati) e un numero indefinito nel corso degli anni per le ferite. Regno Unito: consegna di prigionieri di guerra sovietici a Iosif Stalin e serbocroati a Josip Broz Tito, che naturalmente vennero trucidati. Tra il 1942 e il 1945 bombardamenti a Lubecca, Amburgo e Dresda con le granate al fosforo, vietate dalle convenzioni di internazionali. Moltissimi i civili arsi vivi e, come in Giappone, imprecisato il numero di chi morì successivamente. Di tutto questo non c'è traccia alcuna, dato che agli avvocati tedeschi fu impedito di appellarsi al principio giuridico del Tu quoque (anche tu lo hai fatto). Vero è che la Germania ha la colpa storica di aver dato il via a tutto, ma un tribunale che si rispetti deve giudicare e, nel caso, condannare, e non attuare vendette e ritorsioni prestabilite, soprattutto se il comportamento delle nazioni rappresentate per la difesa della giustizia non è stato migliore di quello dei rei.*Juventus: revoca del titolo di campione d'Italia 2004-2005, non assegnazione del titolo di campione d'Italia 2005-2006, retrocessione all'ultimo posto nella Serie A 2005-2006 e 8 punti di penalizzazione per la Serie B 2006-2007. Lazio: 30 punti di penalizzazione nella Serie A 2005-2006 e 3 punti di penalizzazione per la Serie A 2006-2007. Perdita del posto UEFA per la stagione 2006-2007. Raggiungimento del preliminare Champions League per la stagione 2007-2008, causa i 3 punti di penalizzazione avuti nel campionato 2006-2007 contro i 15 della Fiorentina (virtualmente terza) e gli 8 del Milan (quarto). Fiorentina: 30 punti di penalizzazione nella Serie A 2005-2006 e 15 punti di penalizzazione per la Serie A 2006-2007. Perdita diretta del preliminare Champions League per la stagione 2006-2007. Perdita del preliminare Champions League per la stagione 2007-2008 causa penalizzazione in favore della Lazio. Milan: 30 punti di penalizzazione nella Serie A 2005-2006 e 8 punti di penalizzazione per la Serie A 2006-2007. Perdita dell'accesso diretto alla Champions League 2006-2007, da raggiungere previo turno preliminare. In ogni caso quarto nella Serie A 2006-2007 con raggiungimento del turno preliminare di Champions League 2007-2008, poi evitato grazie alla vittoria della Champions League 2006-2007 e conseguente qualificazione diretta all'edizione successiva. Reggina: 11 punti di penalizzazione per la Serie A 2006-2007 e 100 000 euro di ammenda. Salvezza raggiunta comunque nella Serie A 2006-2007. Arezzo: 6 punti di penalizzazione per la Serie B 2006-2007. Retrocessione nella Serie B 2006-2007 a causa della penalizzazione. Inter: non processata per mancanza di telefonate a suo carico (scoperte poi nel 2010), assegnazione a tavolino del titolo di campione d'Italia 2005-2006 non conferito alla Juventus come prima classificata e posto Champions League 2006-2007 raggiunto matematicamente in luogo dei preliminari come terza classificata nella Serie A 2005-2006. Si è accertato che la dirigenza juventina non era l'unica a esercitare pressioni indebite su arbitri e designatori o comunque ad avere contatti, a volte al limite a volte oltre, con il governo del calcio (si consiglia l'ascolto di tutte le telefonate), ma è quella che ha pagato il prezzo massimo. Le altre hanno avuto, chi più chi meno, condanne miti, e in un caso nemmeno la chiamata in giudizio. Tuttavia spesso erano più che altro farneticazioni di personaggi che cercavano di darsi più importanza di quella che effettivamente avevano (si rimanda al paragrafo 8 per capire questo punto), ma la legge dovrebbe valere per tutti, in ogni caso. Da notare poi che l'avvocato della Juventus, Cesare Zaccone, con la condanna appena emessa in primo grado alla retrocessione in Serie C, chiese la stessa pena comminata a Fiorentina e Lazio, cioè la B con 15 punti di penalizzazione. Mentre però Fiorentina e Lazio vennero "promosse" in A, la Juventus si trovò da sola in B e il "Tu quoque" altrui è passato in sordina, sia nel dibattimento sia nell'informazione pubblica, dato che quando si parla di Calciopoli la gente pensa soltanto a una squadra, "quella".4) La retroattività.*L'8 agosto 1945 l'Accordo di Londra sancì l'istituzione del Tribunale di Norimberga e varò una nuova legislazione, quella sui crimini contro la pace (o guerra di aggressione), i crimini di guerra e il genocidio. Venne redatta apposta per il processo ma era inesistente al tempo in cui gli imputati avrebbero commesso il reato, quindi la resero retroattiva per poterli condannare per delle azioni intraprese quando ancora non erano illegali. Uguale per il principio, riconosciuto oltre che in Germania anche dagli ordinamenti militari del Regno Unito e degli Stati Uniti, che se in tempo di guerra una legge penale è violata in esecuzione di un ordine superiore, il responsabile è soltanto colui che ha impartito l’ordine e non chi l'ha eseguito, a meno che quest'ultimo non abbia usato esagerazione nell'obbedire all'ordine stesso, oppure nel caso in cui fosse consapevole che farlo l'avrebbe portato ad eccedere. Ma è ovvio che questi due cavilli sono aleatori e del tutto interpretabili, sicché già alla fine del 1944 gli angloamericani modificarono il codice per poter avere mano libera nei confronti dei prigionieri inserendo il concetto della totale responsabilità dei subordinati per qualsiasi crimine impartito dall'alto, rendendo così l'esecutore materiale colpevole quanto il mandante. La legislazione sulle tipologie di crimine resterà fino ai giorni nostri mentre la legge sulla responsabilità militare verrà riportata nella forma pre-Norimberga nel 1946 per mantenere la distinzione tra chi obbliga il subordinato all'esecuzione di un ordine e il subordinato stesso che è costretto a rispettarlo pena, spesso, il carcere o la fucilazione.*Riguardo Calciopoli accadde una cosa uguale quando la Juventus venne sentenziata a causa della famosa cupola moggiana, definita "illecito strutturato" (una sorta di fantomatico crimine contro la pace dei nazisti), inventato al momento dal Presidente della Corte D’Appello Disciplinare Piero Sandulli, per permettergli di usare le varie violazioni all'articolo 1 della Juventus trasformandole, sommate l'una all'altra con un arzigogolo algebrico tuttora misterioso, nel ben più grave articolo 6. Come se un imputato per varie rapine venisse automaticamente considerato un assassino dalla giuria. Quindi è innegabile, per stessa ammissione del Sandulli, che di illecito strutturato non c'era traccia alcuna nel Codice di giustizia sportiva fino a quando venne aggiunto in fretta e furia appunto per avere un appiglio legale compromettente da usare contro i bianconeri. Ricordiamo che la Costituzione italiana vieta la retroattività penale.5) Eliminazione di un'intera classe dirigente.*Gran parte dei vecchi appartenenti all'ormai abolito regime totalitario ricevette o la pena di morte o l'ergastolo, altri furono costretti a svariati anni di carcere. Solo tre vennero assolti. Il cadavere di Martin Bormann, con la pena capitale inflittagli in contumacia in quanto fuggiasco, fu trovato nel 1972. Hermann Göring si suicidò la notte prima dell'esecuzione e Robert Ley lo fece il 25 ottobre 1945, prima dell'inizio del dibattimento. Altri, come Adolf Hitler e Joseph Goebbels, si tolsero la vita tra fine aprile e inizio maggio 1945. In sostanza il Processo ai principali criminali di guerra ha raggiunto gli obiettivi previsti.*La dirigenza della Juventus venne azzerata nelle cariche, in quanto i due principali protagonisti (e unici bersagli), Luciano Moggi e Antonio Giraudo, furono prima squalificati per 5 anni e poi radiati. Si salvò solo Roberto Bettega, il componente meno importante della Triade, che dal 2009 al 2010 ricoprì la carica di vicedirettore generale della nuova società. Nel 2006, in sostituzione dell'ormai deposto consiglio d'amministrazione, subentrarono nuovi personaggi nei ruoli chiave. Per quanto riguarda il resto del calcio, rimase praticamente tutto come prima, con gli altri dirigenti che ricevettero brevi squalifiche scontate le quali tornarono al comando. Anche Franco Carraro, dimessosi da presidente della Figc in seguito alla condanna, si riciclò in altri ruoli di potere. Il processo di Calciopoli ottenne così gli effetti voluti, se consideriamo però esclusivamente la Juventus.6) Il piano Morgenthau.*Era un abbozzo di programma statunitense da attuare in Germania per occuparla militarmente al fine di impedirle una futura riorganizzazione, deindustrializzandola e smembrandola in staterelli da assegnare ai Paesi che la combatterono e che subirono la sua ferocia. Il piano, che prevedeva di fare razzia della Germania, trovò poi compimento ma in una versione più morbida.*Appena retrocessa in B la Juventus finì preda dei saccheggi di numerose società europee che si accaparrarono quasi tutti i gioielli a prezzo di saldo, costringendola a un lungo periodo di miserie calcistiche.7) Disparità di trattamento tra accusa e difesa.*A disposizione dell'accusa: tecnologie migliori per intercettare i colloqui dei prigionieri con i loro avvocati, bobine video per scopi dimostrativi, psichiatri-spie per carpire di riflesso dai prigionieri le tattiche dei loro avvocati e più tempo per preparare il lavoro, dato che i quattro giudici, nei mesi durante le fasi di allestimento del processo, intrattennero rapporti riservati con i propri governi al fine di studiare il modo migliore per punire i responsabili della guerra. Inoltre poterono alloggiare nei migliori alberghi tra l'acclamazione della popolazione che seguiva il dibattimento tramite i giornali e li considerava eroi. A disposizione della difesa: tecnologie ridotte al minimo per rallentargli il lavoro, poco tempo per le arringhe, materiale video non utilizzabile (più avanti si spiega perché), alloggiamento in strutture fatiscenti simil-carcerarie per fiaccarne il morale e platea pubblica a loro ostile.*Nel 2006 i legali separati di Juventus, Moggi e Giraudo non ebbero che pochissimi giorni per imbastire una difesa, non potendo per motivi di tempo e lacune tecniche accedere alle prove, essendo così costretti a patteggiare per l'impossibilità di poter fare altro. Infatti non poterono usufruire delle potenziali prove a discolpa dei propri rappresentati, cioè le famose bobine telefoniche tenute in un cassetto e scoperte nel 2010 dai legali di Moggi e quindi non a loro disposizione nel 2006 per permettergli di adottare tattiche diverse dal patteggiamento. Se non altro però, al contrario dei tedeschi, la sera tornavano nelle proprie comode abitazioni.8) I limiti delle intercettazioni.*Tra il 1942 e il 1943 i tecnici statunitensi captarono e decifrarono numerose comunicazioni dei comandanti delle SS, provenienti dai campi di concentramento, e rivolte a Berlino. In nessun messaggio si faceva riferimento a uccisioni con il gas o omicidi di massa. Nonostante ciò è indubbio che una mole impressionante di esseri umani sia deceduta in quei campi. Anche nelle camere a gas, secondo parecchie testimonianze. Non sempre le intercettazioni dicono tutto.*La divulgazione delle prime telefonate di Moggi con i suoi soci in affari presentò fin da subito (vedi paragrafo 2) un accanimento popolar-mediatico che indusse i non juventini a equipararle moralmente a telefonate tra stragisti mafiosi e ad aumentarne così l'effettiva gravità. Tra l'altro in diversi episodi quelle registrate erano più che altro millanterie o mezze verità. Infatti possiamo annotare il caso della conversazione tra Luciano Moggi e sua moglie, quella in cui il Direttore Generale si vanta di aver chiuso l'arbitro Gianluca Paparesta nello spogliatoio del Granillo la sera del 6 novembre 2004 dopo la gara Reggina-Juventus, fatto poi smentito in sede processuale. Se per quanto concerne i campi di concentramento i messaggi intercettati celarono una verità dimostrata poi dalla storia, semplicemente perché i gerarchi non ne fecero riferimento nei loro dialoghi con i propri superiori, nel caso di Moggi la crearono ex novo, per parole sue, in una sorta di millantato credito del quale l'interessato faceva largo uso (e non solo lui) per accrescere la propria immagine di potere, come del resto potrebbe fare chiunque di noi al telefono con un amico, senza per forza essere delinquenti, qualunque cosa dovessimo dire in un colloquio privato. Circostanza che comunque, pur negata in tribunale, resterà nell'immaginario collettivo degli anti-juventini.9) Manipolazione o invenzione delle prove.*A Norimberga, per impressionare la giuria, vennero mostrati filmati di bombardamenti della Luftwaffe sulle città europee e campi di concentramento nazisti. Si è però accertato, con analisi tecniche successive e con testimonianze di spettatori tedeschi che si riconobbero sullo schermo, che le prove subirono un inquinamento (accennato nel paragrafo 7): mentre parte del materiale era autentica, vennero parimenti aggiunti fotogrammi che proponevano sì i bombardamenti menzionati prima, compresi però anche quelli dei britannici su Dresda del febbraio 1945, ripresi dai cineamatori teutonici, requisiti dagli Alleati durante la cattura di Berlino, e spacciati quindi in aula come attacchi del Reich. In più alcune immagini dei campi di prigionia erano quelle relative agli ultimi giorni di guerra, quando a mo' di rappresaglia vi vennero rinchiusi i nazisti stessi, una volta liberati gli ebrei. Inoltre il Tribunale di Norimberga accolse la tesi sovietica, e la commutò in pena come aggravante di crudeltà, secondo la quale i fanatici hitleriani avevano l'abitudine di produrre sapone con i cadaveri dei reclusi, teoria entrata nella demagogia comune. Ma successivamente diversi ebrei, tra cui Shmuel Krakowski nel 1990, negarono il fatto.*Nel corso del dibattimento di Calciopoli emersero molte incongruenze, sia nella requisitoria dell'accusa, sia da un punto di vista puramente tecnico, sul fascicolo delle SIM svizzere. Qui sarebbe troppo lungo da analizzare il tutto, comunque in sostanza è evidente come, nonostante la sentenza finale certifichi l'esistenza di una ragnatela di celle non intercettabili con al centro Moggi e ai lati alcuni arbitri, nel corso del dibattimento è emersa una tale quantità di sviste sia tecniche sia di ricostruzione cronologica della storia, che è impossibile non ammettere che ci sia stata una pesante sofisticazione del castello accusatorio. 10) Gli imputati sbagliati.*A Norimberga venne chiamato in causa un imputato fantoccio, Hans Fritzsche, in qualità di conduttore radiofonico del Ministero della Propaganda Nazista, cioè il portavoce di Goebbels. Non potendo convocare quest'ultimo, morto suicida l'1 maggio 1945, gli Alleati si accontentarono del suo vice in rappresentanza, ma dovettero assolverlo in quanto fu chiaro che il suo ruolo era soltanto di supporto ideologico al diretto superiore Goebbels e non esercitò alcun effettivo esercizio pratico in quanto accaduto. Nemmeno le leggi "ad nazistam" di Norimberga poterono affondarlo. Fu tuttavia condannato successivamente a nove anni di reclusione dalla Corte di Denazificazione della Germania Ovest, ma verrà definitivamente assolto da quest'ultima e scarcerato nel 1950.*Durante Calciopoli vennero processati e sospesi dall'Ordine diversi giornalisti perché, come emerso da alcune telefonate, soprattutto con Moggi, tennero un comportamento non rispettoso della deontologia professionale. Uno di questi però non avrebbe nemmeno dovuto presentarsi al banco degli imputati. Ignazio Scardina, giornalista della Rai, si trovò chiamato in causa a seguito delle dichiarazioni di alcuni colleghi che lo accusavano di aver realizzato servizi televisivi compiacenti nei confronti di Moggi, e denigratori verso i nemici dell'allora DG della Juventus. Allontanato dalla Rai, dovette rispondere penalmente di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva e per danno erariale di fronte alla Corte dei Conti. Fu assolto con formula piena da entrambe le accuse e reintegrato dalla Rai, alla fine di una vicenda che gli costò molto in termini di salute.
  2. Tramite le trascrizioni dei verbali dei processi Calciopoli (Napoli, udienze del 26 maggio 2009 e 15 marzo 2011), Telecom (Milano, 9 e 26 marzo 2010, 2 novembre 2011 e 6 giugno 2012), Ufficio Indagini FIGC (3 e 12 ottobre 2006) stralciati nel fondamentale (per noi) ricorso di Massimo De Santis contro l'Inter (1 settembre 2011, un'autentica miniera d'oro perché riporta diversi verbali di altri processi utilissimi a chiarire questa complicata vicenda), Relazione Palazzi (1 luglio 2011), documenti esclusivi e mai pubblicati che ho avuto la fortuna di poter reperire privatamente, articoli di giornali da fonti qualificate e video, ricostruiamo l'Operazione Ladroni, anche nota come Dossier Ladroni, una storia di spionaggio calcistico da far invidia al miglior Alfred Hitchcock.Qualche istruzione per l'uso: una parte del materiale è caricata dal sito JU29RO, dato che solo lì mi è stato possibile reperirla. Per scrupolo ho cercato anche su IL TRIPLETE SIAMO NOI e AZZURRANDIA, ma non ho trovato nulla. Ad ogni modo si tratta di copie di documenti e trascrizioni di verbali verificabili con molte ore di registrazioni sonore tuttora reperibili (pur se oggi l'audio talvolta è disturbato) su Radio Radicale (https://www.radioradicale.it/processi/2 ... calciopoli) da me ascoltate in diretta all'epoca parola per parola, perciò la fonte di provenienza non inficia in nessun modo la validità del racconto. Gli illeciti sportivi e penali di cui andremo a parlare verranno tutti dimostrati con tante pagine di tribunale, quindi né lo scrivente né l'amministrazione del sito avranno nulla di cui preoccuparsi, anche perché prima di pubblicarlo ho pagato la consulenza di due avvocati che mi hanno dato il via libera. Approfondimenti e considerazioni troveranno spazio nella seconda metà in modo di non appesantire la cronaca, che già di per sé è piuttosto laboriosa, perciò se ne consiglia la lettura, soprattutto del dibattimento, un poco per volta, scusandomi in anticipo per non essere riuscito a sintetizzare più di così.Nei rimandi ai PDF il numero indicato delle pagine da leggere (come garanzia che non sto inventando nulla) è quello presente nella copia della pagina stessa, quando invece manca fa testo il numero della barra superiore del PDF, mentre altre foto sono caricate da un archivio (Flickr) in quanto avute personalmente da un gentile avvocato di Calciopoli, e queste dovrete ingrandirle per visualizzarle meglio. Per vedere i contenuti cliccate con il tasto destro del mouse per fare "apri link in un'altra scheda". In caso di eventuali problemi tecnici segnalatemelo, grazie.Buona lettura, per chi ce la farà.ESTATE 2002.L'arbitro Danilo Nucini, nato a Ravenna ma della sezione di Bergamo, e il vicepresidente orobico dell'Inter Giacinto Facchetti, conosciutisi nel 1997/1998 (pag.50 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 5-2009.pdf) e dal 2001 in rapporti di stima, divenuti man mano strettamente confidenziali (pag. 42 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf), si alleano per far luce su alcune situazioni sospette nel calcio (pag. 12 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf).Nucini racconta a Facchetti di un gruppo di arbitri che agirebbe in malafede condizionando le partite su indicazione di Luciano Moggi, potente direttore generale della Juventus. Il gruppo, secondo lui formato da Massimo De Santis, Salvatore Racalbuto, Pasquale Rodomonti, Marco Gabriele, Luca Palanca, Paolo Bertini, Emilio Pellegrini, Cosimo Bolognino, Stefano Cassarà, Matteo Trefoloni, Gianluca Paparesta e Stefano Farina (pag. 32 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf) è il nucleo primordiale di quella che durante Calciopoli nel 2006 diverrà nota come Combriccola Romana, espressione resa pubblica già il 5 giugno 2004 in un interrogatorio alla polizia giudiziaria da Francesco Dal Cin, presidente del Venezia, in merito a presunti intrallazzi tra il Messina e Moggi (http://archiviostorico.giornalaccio rosa.it//200 ... 4742.shtml).A Facchetti interessa perché l'Inter è ancora scottata da vicende mai digerite e sempre con la Juventus di mezzo. D'accordo, i veleni dell'anno di grazia 1961 tra la Famiglia Agnelli e Moratti Angelo sono ormai sopiti, ma la controversa stagione 1997/1998 culminata nel celebre Iuliano-Ronaldo, e lo scudetto sfumato proprio nel periodo in questione nel drammatico 5 maggio 2002, campionato anche questo non esente da polemiche, hanno incendiato più che mai le recenti relazioni tra Zebra e Biscione. In particolare è il nome di De Santis ad attirare l'attenzione dell'ex grande capitano, in quanto l'Inter non ha accettato non solo il rigore negato a Ronaldo dal tivolese contro il Chievo Verona il 21 aprile 2002, ma soprattutto l'atteggiamento con cui intimò minacciosamente al Fenomeno di rialzarsi, come se si fosse tuffato. Invece Nucini cerca la vendetta personale: egli è convinto che un rigore assegnato in Juventus-Bologna ai felsinei, nella gara al Delle Alpi del 14 gennaio 2001, gli abbia precluso ogni possibilità di grande carriera, così ora vuole regolare i conti (pag. 2 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 5-2009.pdf).AUTUNNO 2002.Facchetti, dopo avere annotato molte informazioni dall'amico (raccolte nelle 250 pagine di appunti personali che Nucini era solito rileggersi prima delle udienze, pagg. 31-32 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 5-2009.pdf), ne discute con il presidente Massimo Moratti, il quale non vede l'ora di passare all'azione. L'intento è quello di usare Nucini come cavallo di #@*§ (locuzione menzionata più volte da lui stesso e che purtroppo il discutibile algoritmo censurerà automaticamente, pag. 28 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf) per fare breccia tra le mura nemiche e rompere il Sistema Moggi da dentro. Con discrezione ovviamente, poiché si tratta pur sempre di un arbitro in attività che non dovrebbe avere nessun tipo di rapporto preferenziale con alcuna società.Moratti, oltre a servirsi di lui come talpa nel Palazzo, vuole anche sfruttare le grosse potenzialità tecniche ed economiche di cui dispone per andare a fondo della storia.DICEMBRE 2002.Giuliano Tavaroli, ex brigadiere ingauno e responsabile sicurezza del gruppo Pirelli (ma in procinto di passare a Telecom Italia l'1 marzo 2003 e de facto già plenipotenziario nella stessa da anni, pagg. da 65 a 69 https://web.archive.org/web/20160413095 ... elecom.pdf) viene convocato da Moratti, in presenza di Facchetti, nell'ufficio milanese della Saras (pagg. 4-5 http://download.ju29ro.com/files/ricors ... AfUm1uCSMk), l'azienda petrolifera di proprietà del magnate, per l'attuazione concreta del piano. Pirelli (principale marchio pubblicitario interista) e Telecom sono entrambe presiedute da Marco Tronchetti Provera, che è, oltre che diretto superiore di Tavaroli, anche consigliere d'amministrazione dei nerazzurri e amico personale di Moratti e anch'egli invitato alla discussione, dato che, citando il G.I.P. Giuseppe Gennari, tutto ciò riguarda un "possibile ostacolo alla sua attività imprenditoriale" (pag. 204 https://archiviodpc.dirittopenaleuomo.o ... nasiti.pdf).La Telecom è il quartier generale: avvalendosi della sponda di Provera dall'interno e delle strutture tecnologiche aziendali, Moratti e Facchetti vogliono fornire a Tavaroli una serie di nomi su cui indagare tramite intercettazioni telematiche, cioè il rilevamento dei dati sui traffici telefonici per poter scoprire connessioni truffaldine tra vari soggetti (da non confondere con le intercettazioni telefoniche vere e proprie, come quelle di Calciopoli).Il bersaglio più importante da mettere nel mirino è Massimo De Santis, arbitro di quel Chievo-Inter appena trascorso, ma ci sono anche il ben tristemente noto presidente della FIGC Franco Carraro, i designatori arbitrali Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto nonché Alberto Pairetto, figlio di Pierluigi che nel 2013 diverrà un collaboratore della Juventus ma nel 2002 faceva il tecnico informatico, il guardalinee Enrico Ceniccola, il direttore sportivo della Triestina amico di Moggi ed ex addetto agli arbitri della Juventus Angelo Mariano Fabiani, il direttore dell'Avellino Luigi Pavarese e anche lui amico di Moggi sin dai tempi del Torino, naturalmente lo stesso Luciano e l'amministratore delegato juventino Antonio Giraudo e i calciatori dell'Inter per i quali Moratti intende verificarne la professionalità nella vita privata, in particolare Vieri, noto come il re delle discoteche milanesi, e già sorvegliato speciale una prima volta tra 1999 e 2000 al suo arrivo all'Inter.In realtà questa vasta opera di spionaggio consiste di due fascicoli separati. Quello primario, relativo a dirigenti e arbitri è l'Operazione Ladroni (anche detta Pratica CoMo, dove per CoMo si intende Combriccola Moggi), mentre i controlli sui giocatori fanno parte del Progetto Care (in inglese care significa cura, assistenza), aperto all'alba del 2000, quindi in principio indipendente, e poi a inizio 2003 confluito nel faldone principale (pag. 131 https://archiviodpc.dirittopenaleuomo.o ... nasiti.pdf).Passano pochi giorni quando in un secondo appuntamento Facchetti consegna a Tavaroli tutti i nominativi che gli interessa seguire, con maggior attenzione per De Santis (pag. 6 http://download.ju29ro.com/files/ricors ... AfUm1uCSMk).Tavaroli, dopo aver dato istruzioni a Fabio Ghioni, creatore nel 2002 di quel contingente di pirati informatici nato come difesa della Telecom dalle intrusioni informatiche esterne, e poi finito a compiere esso stesso le intrusioni telematiche a danno altrui che da fine 2003 diverrà ufficialmente nominato Tiger Team(pag. 136 https://web.archive.org/web/20160413095 ... elecom.pdf), contatta Emanuele Cipriani, investigatore privato di Firenze e amministratore di un'agenzia del settore, la Polis d'Istinto. Sarà lui a occuparsi fisicamente dei "sospetti", con pedinamenti e controlli dei conti bancari, mentre il termine Pratica CoMo è un'idea di Adamo Bove, ex commissario e stretto collaboratore di Tavaroli in Telecom. Infatti questo altro non è che il nome in codice dell'Operazione Ladroni utilizzato alla Telecom comprendente i controlli dei tabulati telefonici, invece il Ladroni è quello in voga alla Polis e riguarda appostamenti fotografici e accertamenti patrimoniali. Si può dedurre perché quando interrogarono i dipendenti delle rispettive società, essi ignoravano il nome usato dagli altri, vedasi Cipriani che non conosceva la CoMo (pag. 96 https://www.tuttosport.com/files/Documento1.pdf) e Caterina Agata Plateo, segretaria di Bove e unica donna coinvolta (ma molto importante) che non sapeva del Ladroni (https://live.staticflickr.com/65535/519 ... 72f0_c.jpg).Noi adotteremo la dicitura "operazione" della Polis in quanto è passata alle cronache così, invece la Telecom registrava tutti i fascicoli come "pratiche". Ma ad aprire le danze sono i due alleati bergamaschi che per la prima battuta di caccia scelgono Milano. La preda è Fabiani.FINE DICEMBRE 2002.Si svolge nel capoluogo lombardo (non so il posto esatto, forse l'Excelsior Hotel Gallia) la cena di Natale a cui partecipano arbitri e dirigenti di A e B.Facchetti conosce Fabiani di reputazione ma non di faccia (pag.64 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf), così incarica Nucini di informarsi sul suo conto (pag. 14 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 5-2009.pdf).Ma non appena quest'ultimo lo domanda ai colleghi, loro lo guardano stupiti. Addirittura Salvatore Racalbuto gli risponde malamente, al che si accende un parapiglia e il buon Danilo lo invita a proseguire la discussione fuori dal ristorante (pagg. 13-14 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf).Perché questa reazione? Pare che Fabiani sia un argomento talmente delicato da far tremare i polsi. Non a Nucini, però.Il giorno dopo De Santis, in auto con lui mentre si dirigono al campo di allenamento di Linate, lo rassicura sullo screzio, dicendogli che Racalbuto fa parte dell'organizzazione e quindi deve fare quello che gli ordinano loro e che l'episodio non avrà nessuna ripercussione (pag. 14 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf).Bizzarro il fatto che De Santis faccia tranquillamente questa delicata confidenza a un estraneo. O si fida totalmente di Nucini come se fosse un affiliato alla banda, e non lo era, anche se più avanti vedremo che i due si erano già avvicinati da più di un anno, oppure il Nostro è un fenomenale infiltrato che in un attimo avrebbe potuto mettere sotto scacco il Sistema, se solo a quell'allenamento avesse avuto un microfono per registrare di nascosto la conversazione. Intanto però Fabiani è stato messo nel mirino.Un dubbio: Facchetti conosceva Fabiani solo di nome, ma lo voleva vedere perché reputato "interessante": da chi ha preso quell'informazione? Forse oltre che da Nucini attingeva notizie da altri canali riservati mai resi pubblici da nessuno?GENNAIO-FEBBRAIO 2003.Nel primo bimestre 2003 la macchina organizzativa guidata dal duo Tavaroli-Cipriani inizia l'attività vera e propria (pag. 35 https://archiviodpc.dirittopenaleuomo.o ... nasiti.pdf e pag. 16 http://download.ju29ro.com/files/ricors ... -inter.pdf) finanziata dalla Pirelli con due pagamenti da 50.000 Euro per onorare i servizi della Polis D'Istinto (pag. 7 http://download.ju29ro.com/files/ricors ... AfUm1uCSMk), fatture emesse da Cipriani tramite la società Worldwide Consultants Security Ltd (abbreviata WCS) di cui è amministratore per nasconderne la provenienza e non far figurare l'Inter, benché fosse ragionevolmente ovvio che spiare un arbitro potesse servire più a una società calcistica che a un'azienda produttrice di pneumatici (Pirelli che infatti anni addietro commissionò a Telecom e Polis D'Istinto l'Operazione Paperino per sorvegliare la concorrente Michelin, pag. 126 https://archiviodpc.dirittopenaleuomo.o ... nasiti.pdf e l'Operazione Banzai per la Yokohama, pagg. 30-31 https://www.penalecontemporaneo.it/uplo ... izioni.pdf, quelle sì davvero aree di sua competenza), appurato inoltre che l'Inter era protetta dal nascente Tiger Team di Ghioni esattamente come la stessa Telecom (pagg. da 108 a 111 https://archiviodpc.dirittopenaleuomo.o ... nasiti.pdf e pag. 204 https://web.archive.org/web/20160413095 ... elecom.pdf) oltre ad essere buona cliente della Polis d'Istinto (cioè dal Progetto Care, pagg. 56-57 https://www.penalecontemporaneo.it/uplo ... R%20UD.pdf). L'espediente Pirelli, svelato da Cipriani (pagg. 94-95 https://www.tuttosport.com/files/Documento1.pdf), mentre per Tavaroli fu un errore amministrativo dello stesso (pagg. 7-8 http://download.ju29ro.com/files/ricors ... AfUm1uCSMk), servirà alla società nerazzurra per tenersi svincolata dai futuri procedimenti per le cause civili di risarcimento danni intentate contro di essa non risultando coinvolta e venendo così assolta (https://noiradiomobile.org/un-arbitro-f ... i-dossier/). Certo che l'investigatore fiorentino deve proprio essere o un gran distratto o un incapace totale, visto che tra il 1997 e il 2005 ha "erroneamente" utilizzato la WCS e un'altra sua società, la Security Research Advisor ltd, per emettere fatture su lavori svolti per Pirelli e Telecom con un valore totale di oltre 10 milioni di Euro (pag. 10 https://archiviodpc.dirittopenaleuomo.o ... nasiti.pdf).Come detto prima è De Santis il nome più caldo da seguire: la sua vita viene passata al setaccio da Telecom e Polis d'Istinto, familiari compresi (pag. 93 https://www.tuttosport.com/files/Documento1.pdf). L'obiettivo è incastrarlo durante incontri proibiti con qualche dirigente di società (il che per paradosso non sarebbe comunque stato gravissimo, visto che anche Nucini è arbitro mentre tiene i contatti con l'Inter), oppure accertarne una disponibilità finanziaria sproporzionata rispetto ai suoi guadagni effettivi che possa far propendere per un flusso illegittimo di denaro a sua disposizione. Stessa cosa per tutti gli altri, compreso un clamoroso insospettabile che scopriremo poi.16 MARZO 2003.Dopo il preambolo della movimentata cena di Natale a Milano, Nucini entra nel vivo del gioco. Sa che per arrivare a Moggi deve passare da Fabiani, così inizia a lavorarselo e lo incontra una prima volta all'aeroporto di Lamezia Terme dopo la partita Cosenza-Triestina (pag. 14 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 5-2009.pdf). Il DS gli si presenta spontaneamente (forse proprio dopo aver saputo del battibecco con Racalbuto) promettendogli sostegno per la carriera e dandogli tre numeri telefonici da contattare in caso di necessità (pag. 8 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf), sebbene verrà poi accertato dal maresciallo capo Sergio Ziino che una delle tre utenze era inattiva in quel periodo (pagg. 2-3-4 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf).Questa risulta essere la prima occasione in cui si vedono a tu per tu, quindi significa che Fabiani era assente alla famosa cena, altrimenti si sarebbe accorto che due scalmanati si stavano picchiando per lui. Resta comunque una perplessità circa la veridicità di questo incontro, perché dalla documentazione di viaggio prodotta da Silvia Morescanti, avvocato, oltre che di Fabiani, anche di Bergamo e Maria Grazia Fazi al processo di Calciopoli, non c'è il nominativo del DS tra i biglietti dell'aereo per il volo Trieste-Cosenza (pag. 51 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 5-2009.pdf), ma potendo esistere una spiegazione tecnica a noi ignota, prendiamo per buona la cosa.21 MARZO 2003.Si gioca Messina-Genoa in Serie B, e Nucini è autore di un tremendo arbitraggio contro i liguri.Questa partita è importante perché il direttore messinese è Luigi Pavarese, vecchio contubernale di Moggi e uno dei profili su cui si concentrano le indagini di Telecom e Polis D'Istinto. Per i giornali la sua prestazione è raccapricciante, e alcuni sollevano il dubbio che sia impossibile infilare tante topiche madornali in buona fede (https://ricerca.repubblica.it/repubblic ... ucini.html). A pensar male si potrebbe azzardare che l'abbia fatto apposta per ingraziarsi uno degli adepti al culto moggiano e guadagnarsi un posto nell'organizzazione. Così pare: poche ore dopo gli telefona Fabiani perché vuole vederlo prima possibile.25 MARZO 2003.Eccoci così al secondo appuntamento Nucini-Fabiani nei pressi dell'albergo bergamasco Starhotels Cristallo Palace. Il direttore triestino gli conferma che se si dimostrerà loro amico (cioè della Combriccola) potrà trovare più spazio in Serie A, e per assicurarlo che non millanta gli passa una rassicurante telefonata di Moggi (pag.15 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 5-2009.pdf). Piano piano sembra che stia riuscendo a guadagnarsi la stima del grande capo. Buon per la finanziatrice Pirelli che il suo ruspante lavorio sottobosco sembri funzionare, dato che l'estate 2003 porta brutte notizie sul fronte delle indagini più professionali.LUGLIO 2003.Telecom e Polis D'Istinto chiudono i rispettivi incarichi senza produrre risultati utili al committente. La vita privata di De Santis pare integerrima: l'alto tenore di vita riscontrato da Cipriani è compatibile con i ricchi guadagni da arbitro FIFA e UEFA, tenendo anche in conto il lavoro da impiegata della moglie Francesca Di Giacomo (pagg. 92-93 https://www.tuttosport.com/files/Documento1.pdf). Non porta a nulla nemmeno l'oscuro lavoro di Adamo Bove (pag. 6 http://download.ju29ro.com/files/ricors ... AfUm1uCSMk) e della sua segretaria Caterina Agata Plateo, nonostante abbiano utilizzato ogni stratagemma possibile per trovare contatti tra De Santis e Moggi, tra cui l'infido Radar, un sistema informatico che permette la schermatura dei controlli sui tabulati telefonici, consentendo l'acquisizione clandestina dei dati senza che resti traccia della sorgente, cioè di chi ha utilizzato il programma (https://live.staticflickr.com/65535/517 ... 6d10_c.jpg). Una procedura massonica che la Telecom ha adoperato per un decennio e poi finita sotto inchiesta (pag. 42 https://archiviodpc.dirittopenaleuomo.o ... nasiti.pdf).Nota a margine su Bove: morirà apparentemente suicida il 21 luglio 2006, dopo mesi di angherie subite dai superiori, gettandosi da un cavalcavia della tangenziale di Napoli in via Cilea mentre era indagato nel processo Telecom-Sismi, di cui questa storia è solo una goccia nell'oceano. La sua morte presenta ancora oggi diversi aspetti mai chiariti legati al ruolo che ricopriva nel gigante della telefonia.25 SETTEMBRE 2003.Fallito il tentativo di scoprire qualcosa con la tecnologia, prosegue senza sosta la rudimentale strategia da trincea del soldato Nucini. Ecco infatti il suo terzo, ultimo e fondamentale faccia a faccia con Fabiani (nel frattempo divenuto direttore del Messina di Pietro Franza, altro fedelissimo di Moggi), in un albergo di Torino, il Concord Hotel, questa volta con l'obiettivo di farlo parlare dal vivo con Luciano in persona, il quale gli garantisce la propria protezione (pag. 4 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf). Ce l'ha fatta: è riuscito a diventare un affiliato e, teoricamente, a portare a casa la prova regina per vendicarsi del suo nemico juventino. Quale prova? Un bel regalo italiano, italianissimo ricevuto da Moggi, ma questo passaggio della storia verrà trattato con cura alla fine e capirete il motivo della sottile puntualizzazione.INIZIO OTTOBRE 2003.Ora Nucini dovrebbe avere in mano il necessario per incastrare Moggi e quindi, ospite a casa di Facchetti a Cassano d'Adda per ragguagliarlo sulle novità, tenta con l'amico la spallata decisiva (pag. 5 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... -10-06.pdf). Decidono che è ora di denunciare tutto, ma non concordano sul come: Facchetti, in possesso da mesi di quei tre numeri telefonici dati da Fabiani a Nucini il 16 marzo all'aeroporto di Lamezia e girati a lui da quest'ultimo (pagg. 5-6 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf) oltre che del gentile omaggio di Moggi a Nucini, non vuole comparire in prima persona davanti alle istituzioni giudiziarie ma desidererebbe informare la magistratura (a tal proposito ha già cercato invano di convincere Moratti, pag. 13 http://download.ju29ro.com/files/ricors ... -inter.pdf), mentre l'arbitro, presagendo la malparata, non intende esporsi da solo senza un appoggio forte, così finisce tutto in un nulla di fatto, almeno per il momento. L'incomprensione segna l'inizio del raffreddamento dei loro rapporti.12 OTTOBRE 2003.Nucini dirige un pessimo Avellino-Messina in Serie B.A questa partita sarà dedicato un approfondimento a parte in quanto in tribunale verrà citata per accusarlo (e lo farà nientemeno che il figlio di...lo leggerete) di arbitraggio doloso e pentitismo. Cioè l'essere stato al servizio di Moggi, per farla breve. E sarà la sua ecatombe come testimone di Calciopoli a Napoli.FEBBRAIO (?) 2004.Finalmente, nonostante il passo falso in casa Facchetti di quattro mesi prima e la contrarietà a farlo da solo, Nucini si presenta alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano per vuotare il sacco su tutto quanto ha scoperto nella sua attività di infiltrato. In realtà questo è il vero buco nero del romanzo, ma ne tratteremo ampiamente dopo. Per ora limitiamoci al fatto che in suo onore si è scomodata nientemeno che la celebre Ilda Boccassini.19 NOVEMBRE 2004.Il magistrato Boccassini, forse insospettita da Nucini, chiede a Telecom i file di logs di alcuni contatti telefonici ad indirizzo calcistico controllati dall'azienda. Un file di log è un tabulato telefonico contenente tutte le informazioni di una scheda: le chiamate in entrata e uscita, gli SMS, e anche gli spostamenti fisici identificabili con il tracciamento delle celle a cui si aggancia la scheda. Evidentemente ha intuìto qualcosa che l'ha portata a svolgere un'indagine parallela su quella Telecom che a sua svolta nel 2003 indagò su altri e che nel 2004 spiò proprio la Procura di Milano. Con calma capiremo tutto.30 NOVEMBRE 2004.Non avendo ottenuto risposta, Boccassini inoltra un sollecito alla Telecom ribadendo l'urgenza di conseguire quei dati (pag. 1 https://www.tuttosport.com/files/FilesLog.pdf).3 MAGGIO 2005.Nell'ambito di un'indagine per appropriazione illecita a danno della Telecom a carico di Tavaroli e Cipriani, i carabinieri di Milano e Roma sequestrano vario materiale informatico negli uffici Telecom e Polis D'Istinto (pag. 70 https://archiviodpc.dirittopenaleuomo.o ... nasiti.pdf). Tra questo materiale c'è anche il computer portatile dell'indagato Tavaroli. Però, mentre tutto il resto finisce negli uffici della Polizia Postale e delle comunicazioni di Milano, struttura specializzata per analizzare tali dati, il suo portatile prende la strada del Nucleo Operativo 2^ Sezione Carabinieri Comando Provinciale di Roma in via In Selci al civico 88, dove il maggiore Attilio Auricchio sta ancora coordinando le indagini dell'inchiesta di Calciopoli, le quali termineranno il 12 aprile 2007 con l'atto di chiusura della Procura di Napoli. Vi mostrerò il verbale in esclusiva e fate attenzione a questo 3 maggio 2005 perché è una data fondamentale non solo per la nostra storia, e sicuramente lo è, ma con enormi probabilità anche per Calciopoli stessa. Seguirà dibattito.MAGGIO 2005.Fabio Ghioni ordina ad Agata Plateo la distruzione di 18 fascicoli sui quali si erano concentrate le intercettazioni telematiche della Telecom nel biennio precedente (https://live.staticflickr.com/65535/518 ... 379d_z.jpg). Questo accade dopo l'irruzione dei CC del 3 maggio, nel timore che gli inquirenti facessero un'ulteriore retata in altre sedi aziendali.30 MAGGIO 2005.La Telecom invia alla Procura di Milano i dati richiesti con il sollecito del 30 novembre (pag. 2 https://www.tuttosport.com/files/FilesLog.pdf), dai quali si evince che l'azienda telefonica spiava la Juventus, il guardalinee Enrico Ceniccola amico di De Santis, Luigi Pavarese, la Gea World di Alessandro Moggi, figlio di Luciano, il Messina e la Triestina per via di Fabiani, il Crotone e la Reggina, i designatori arbitrali Bergamo e Pairetto e il figlio di quest'ultimo, la Figc, oltre che Christian Vieri e altri calciatori e persino Nestore Rueca, il marito della "zarina" Maria Grazia Fazi, l'influente segretaria della Commissione Arbitri Nazionale. Tutto questo è documentato dagli appunti personali di Agata Plateo finiti al processo Telecom e avuti da un gentile avvocato che dopo vi farò leggere.Intanto Ilda Boccassini, soddisfatta dalla risposta della Telecom, chiude la pratica iniziata con Nucini a febbraio 2004 archiviandola come modello 45, che è la denominazione con cui vengono classificati i fascicoli contenenti notizie di reato manifestamente infondate. Nel caso opposto si parla di modello 21.15 GIUGNO 2005, ORE 14:00.Il computer di Tavaroli, con decreto del 9 giugno, viene ispezionato in via In Selci (ecco il famoso verbale https://live.staticflickr.com/65535/519 ... 1a9c_c.jpg).Come accennato in precedenza la vicenda del portatile di Tavaroli è, insieme con il caso Boccassini, un grande enigma sul quale l'avvocato di De Santis, Paolo Gallinelli, ha indirizzato le proprie attenzioni (https://www.sporteconomy.it/si-riapre-u ... -tavaroli/). Chissà se tra le innumerevoli pratiche Telecom vi fosse anche il resoconto digitale dell'Operazione Ladroni? Forse sì, vedremo che lo dirà anche Cipriani, altrimenti la Procura di Milano non si sarebbe presa il disturbo di spedirlo ai carabinieri romani impegnati nell'indagine di Calciopoli. Peccato che non lo sapremo mai, perché quel computer non esiste più, ma ci servirà lo stesso per chiudere il racconto in modo interessante.Questa è la cronologia certificata dai tribunali. Ora mettiamo a fuoco alcuni punti nodali.IL CONTROSENSO ALLA BASE.Prima di addentrarci nei tecnicismi, esordiamo con la cosa che balza subito all'occhio, cioè che la società Inter ha coltivato rapporti amicali con un arbitro tra il 2002 e 2003.Il 14 luglio 2006 la Commissione d’appello federale, presieduta da Cesare Ruperto, accusò la Juventus di «(...) avere intrattenuto i contatti, realizzati anche su linee telefoniche riservate, e partecipato agli incontri, con modalità non pubbliche, sopra menzionati; condotte contrarie ai principi di lealtà probità e correttezza e, al contempo, dirette a procurare un vantaggio alla società Juventus, mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità ed indipendenza, propri della funzione arbitrale. Con l’aggravante di cui al comma 6 dell’art. 6 C.G.S., per la pluralità di condotte poste in essere e per l’effettivo conseguimento del vantaggio in classifica (...)» (pag. 3 https://www.giornalaccio rosa.it/Hermes%20Foto/2 ... 150706.pdf).Vedremo che anche l'Inter, sebbene senza aver né tentato un'irregolare scalata in classifica né discusso con i designatori delle celebri griglie arbitrali di moggiana memoria, ha però intrattenuto contatti riservati e incontri non pubblici con un esponente del settore arbitrale. Anzi, l'abbiamo già visto, ma cercheremo di comprenderlo meglio. Motivazioni e modalità sono differenti, ma è la sostanza che conta per noi.Partiamo dall'inizio. Detto in principio che i due concittadini Facchetti e Nucini si sono conosciuti durante la stagione calcistica 1997/1998 (pag.50 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 5-2009.pdf), nel tempo hanno allacciato un rapporto di reciproca cordialità, intensificatosi durante un Inter-Udinese del 25 febbraio 2001, episodio del quale Nucini parla l'11 maggio 2006 in un'intervista a La Repubblica, a firma di Marco Mensurati (https://www.repubblica.it/2006/05/sezio ... ucini.html), nella quale racconta bene la genesi del suo rapporto di stima prima, e amicizia poi, con Facchetti dal 2001 al 2003 (il commissario da lui menzionato nell'articolo è Pasquale D'Addato, commissario arbitrale).In questo Inter-Udinese la sua dimostrazione di equilibrio ha prodotto una moderazione diplomatica del regolamento a "favore" (mi si passi il termine volutamente forzato) dei nerazzurri per una mancata ammonizione al centrocampista Luigi Di Biagio, tanto che Facchetti, persona comunque notoriamente cavalleresca (tranne con la Juventus dopo le aspre polemiche in panchina del 9 marzo 1997, ricordate il fuorigioco di Ganz?), si è sentito in dovere di apprezzarne la saggezza (pagg. 40-41 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf). Fin qui nulla di originale.Più particolare il caso dei presunti scambi di favori occorsi tra i due amici. Vediamo di che si tratta.Nel secondo semestre 2006 escono alcune indiscrezioni sulle emittenti televisive lombarde private (non Mediaset, ovvio) secondo le quali c'era un accordo tra le due parti per far avere a Nucini un incarico come addetto arbitri dell'Inter in cambio della sua testimonianza contro Moggi e De Santis alla giustizia ordinaria.La cosa finisce a Napoli per il processo di Calciopoli, in Cancelleria Nona sezione Penale, presieduta dal giudice Teresa Casoria.In prim'udienza nel 2009 inizialmente Nucini nega questo patto, ma poi aggiunge che Facchetti si adoperò per trovargli un non meglio specificato posto di lavoro una volta appeso il fischietto al chiodo, nel timore che se avesse parlato con i giudici sarebbe stato licenziato dalla federazione arbitrale (pag. 43 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 5-2009.pdf). Un paracadute, in pratica.Versione della proposta di assunzione all'Inter confermata nel 2010 da Tavaroli (pag. 6 http://download.ju29ro.com/files/ricors ... AfUm1uCSMk).Poi l'1 dicembre 2010, a Milano per delle SIT (Sommarie Informazioni Testimoniali) rese da Nucini ai carabinieri, la vicenda assume contorni più definiti: l'offerta di Facchetti riguardava dei colloqui da fargli sostenere in prestigiosi istituti bancari milanesi come baratto per la sua denuncia al giudice. Di quest'atto abbiamo traccia al controesame di Calciopoli del 2011, quando l'avvocato di Moggi, Maurilio Prioreschi, rievoca l'accaduto (pagg. 30-31 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf). Ad avvalorare la tesi c'è il fatto che nessuno dei dirigenti nominati in tribunale, tra cui il futuro amministratore delegato interista Ernesto Paolillo (pag. 30 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf), ha mai smentito la voce, nemmeno dopo che la notizia è stata riportata sia nella Relazione Palazzi dell'1 luglio 2011 (pag. 56 http://download.ju29ro.com/files/palazz ... lecito.pdf) sia nel ricorso di De Santis dell'1 settembre 2011 (pagg. 10-11 http://download.ju29ro.com/files/ricors ... -inter.pdf). Tutto questo pare essere avvenuto nel 2003 (pag. 50 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf).Cosicché, un sodalizio calcistico che dovesse premurarsi di offrire incontri professionali a un arbitro per aiutarlo in prospettiva della fine della sua carriera (avrebbe dovuto chiuderla nel 2004 ma l'allargamento a 20 squadre della Serie A ne ha posticipato il termine di un anno rischiando anche nell'immediato se si fosse messo contro il Sistema a favore dell'Inter) farebbe qualcosa che andrebbe ben oltre i legittimi contatti che possono avere le due parti. Lo stesso Nucini considera anormali, date le circostanze, tutte le frequentazioni che ebbe con Facchetti tra 2001 e 2003 (pag. 38 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 5-2009.pdf), sebbene la Commissione Disciplinare Nazionale non ha riscontrato fatti stigmatizzabili a tal proposito (pag. 55 http://download.ju29ro.com/files/palazz ... lecito.pdf).Tuttavia ci sarebbero stati i presupposti per teorizzare, sottoponendole a inchiesta per appurarne la concretezza, quelle famose condotte sleali che con altre procedure nel 2006 stravolgeranno il pallone italiano: purtroppo nessuno ci ha pensato, ma giusto per smentire o confermare l'accaduto, sarebbe stato utile chiamare a testimoniare sotto giuramento quei direttori di banca con cui Nucini avrebbe svolto i colloqui.In sostanza quest'ultimo e l'Inter volevano debellare la corruzione nel calcio perché sapevano che taluni arbitri intrattenevano rapporti sconvenienti con alcune società, una in particolare (e avevano ragione, basta leggere un paio di pagine della sentenza penale di Calciopoli, per esempio le 175 e 427 http://media2.giornalaccio rosa.it/giornalaccio rosa/cont ... li_new.pdf). Solo che per farlo si sono comportati nello stesso modo, cioè intrattenendo tra di loro rapporti sconvenienti. Una sorta di cortocircuito, ed è irrilevante che l'Inter non abbia ricavato, com'è di buonsenso pensarlo, neanche un punto in classifica in più grazie a Nucini, anche perché l'unica direzione di gara ufficiale con i nerazzurri è quella con l'Udinese del 25 febbraio 2001 riportata poc'anzi nell'articolo di Mensurati, la partita di Di Biagio, occasione in cui nacque la reciproca simpatia con Facchetti, poi ci furono due amichevoli estive con il Watford il 31 luglio 2001 e lo Stoccarda il 29 luglio 2002 (per le quali non mi degno nemmeno di consultare i tabellini) e il marginale quarto uomo fatto in Inter-Parma di campionato il 26 settembre 2004. Solo in un caso la squadra di Moratti "beneficiò" di squalifiche da lui comminate a giocatori avversari nel turno precedente, cioè quando il 20 aprile 2005, in Fiorentina-Messina, sua ultima partita in carriera, espulse Marco André Zoro Kpolo e ammonì il diffidato Filippo Cristante, di conseguenza i peloritani affrontarono l'Inter nella giornata seguente senza questi due titolari, ma entrambe le decisioni furono corrette e ciò avvenne quasi due anni dopo la fine dell'amicizia con Facchetti.Insomma, tutto questo sarebbe troppo poco, anzi, davvero il nulla cosmico, se il problema fossero i meri punti in classifica. Già, ma non sono quelli il guaio.FACCHETTI CAPRO ESPIATORIO.Sulla gestazione e lo sviluppo dell'Operazione Ladroni non c'è univocità, perché ognuno ha detto una cosa diversa dagli altri, ma su un punto Tavaroli e Moratti si sono trovati d'accordo: le mani in pasta le aveva l'ormai defunto Giacinto. Procediamo con calma giacché l'accusa è grave.Tavaroli, interrogato in prigione a Voghera il 29 settembre 2006, afferma di essere stato chiamato da Moratti a fine 2002 in Saras perché Facchetti doveva parlargli della faccenda che sappiamo e che poi porterà avanti nei dettagli organizzativi proprio con il vicepresidente (pagg. da 4 a 8 http://download.ju29ro.com/files/ricors ... AfUm1uCSMk), e soprattutto nei suoi ricordi del 2002 cita un maggiore dei carabinieri di Milano, tale Andrea Chittaro: tenete a mente questo nome che ci tornerà utile alla fine per chiudere il cerchio.Il 20 giugno 2012, interrogato nell'ambito del processo Telecom-Sismi, conferma tutto, sempre ponendo Facchetti in qualità di referente per la pratica (pagg. 6-7-8 https://www.penalecontemporaneo.it/uplo ... izioni.pdf).Invece Moratti è indotto alle spiegazioni il 3 ottobre 2006 al cospetto di Francesco Saverio Borrelli, capo dell'Ufficio Indagini della FIGC, e lo fa smentendo Tavaroli circa la convocazione in Saras di fine 2002 e negando ogni implicazione sugli spionaggi, quantomeno quelli su De Santis e Moggi, ma ammette invece di avergli commissionato un rapporto su Nucini, l'insospettabile clamoroso (rimembrate?), per sondarne la sincerità prima di affidargli Facchetti (pagg. 11-12 http://download.ju29ro.com/files/ricors ... -inter.pdf, riprenderemo il discorso verso la fine).A proposito del caro Cipe, Moratti assicura a Borrelli che si oppose alla sua volontà di voler inviare Nucini in Procura dal giudice Boccassini, causa la genericità delle accuse, e che casomai ci sarebbe dovuto andare l'arbitro da solo per conto proprio, definendosi però sicuro sul fatto che non sia stato Facchetti a dare il compito di agire a Tavaroli (pag. 12 http://download.ju29ro.com/files/ricors ... AfUm1uCSMk).Allora chi è stato? Semplice, Tavaroli di propria sponte. A sobillarlo è sempre il presidente Massimo, in un'intervista a Claudio Sabelli Fioretti di Affari Italiani del 31 agosto 2006 (non fate caso all'errore di stampa Ceccherini-Ceccarini, l'articolo è autentico, https://www.affaritaliani.it/sport/mora ... fresh_cens), dove svela che la storia nacque per l'interessamento di un'ossequiosa persona (di sicuro Tavaroli, tifoso del Torino, perché Cipriani non seguiva il calcio, pag. 87 https://www.tuttosport.com/files/Documento1.pdf) che volontariamente gli chiese il permesso di indagare in quanto allertato da qualcuno, non si sa chi (pag. 13 http://download.ju29ro.com/files/ricors ... -inter.pdf).Però il 4 ottobre 2006, il giorno dopo l'interrogatorio da Borrelli, esce un pezzo de La Repubblica, firmato da Corrado Zunino che ha assistito alla deposizione di Moratti in FIGC, dove è riportato un suo virgolettato (neanche a dirlo, mai smentito: "L'affare Nucini e tutto quello che è venuto dopo li ha seguiti Giacinto.") con cui la responsabilità viene sversata su Facchetti (https://www.repubblica.it/2006/10/sezio ... ref=search). Così l'ex grandissimo numero 3, facendo la media delle affermazioni morattiane, non sarebbe l'artefice dell'Operazione Ladroni (quello è Tavaroli) ma "solo" il suo esecutore materiale, mentre Moratti non ne sapeva quasi nulla.Alla fine il capitano della Grande Inter è stato chiamato in causa da Tavaroli e Moratti che in modi differenti hanno scaricato la patata bollente alla sua memoria.Però, essendo a quei tempi dirigente senza deleghe, era privo dei poteri necessari per ordinare un intrallazzo di questa portata, e di sicuro non poteva farlo senza l'autorizzazione presidenziale. Quindi, o l'Operazione Ladroni è stata creata e/o condotta da Facchetti di propria sponte, o il via libera l'ha consentito Moratti, dato che non si è auto-creata e potendo escludere per decenza l'ipotesi che Tavaroli o Cipriani se la siano inventata di sana pianta a tempo perso, come ha voluto far credere il presidentissimo.Visto che però nel frattempo Facchetti era già morto da un mese, in questo modo il magnate del petrolio si è assicurato sia di restarne fuori (sé stesso e come Inter) sia di evitare eventuali supplementi d'inchiesta perché, primo il presunto responsabile non c'era più, e secondo, se anche si fosse mossa un'accusa postuma nei suoi confronti, sarebbe stato agevolmente fatto passare dai legali dell'Inter come una testa calda che avrebbe agito da solo oltre le proprie incombenze, non avendo avuto nel 2002/2003 i poteri dirigenziali per adoperarsi in nome della società. Un po' come Leonardo Meani con il Milan, per intenderci, quando Adriano Galliani lo ridimensionò alla stregua di semplice bidello pressoché sconosciuto che giocava a sua insaputa con gli arbitri, e ovviamente i giudici sportivi gli hanno pure creduto.E giusto per "inquadrare il teste" (espressione cara al magistrato Teresa Casoria quando polemizzava con i pubblici ministeri Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci riferendosi a Nucini, pag. 25 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf) rammentiamo che nella sentenza di proscioglimento dell'Inter per lo spionaggio su De Santis (https://noiradiomobile.org/un-arbitro-f ... i-dossier/) l'incidenza probatoria di Tavaroli viene definita scarsa, dato che ha rilasciato le sue dichiarazioni da imputato e quindi non soggiacendo all'obbligo di verità a differenza del testimone, e nel corso degli anni anche lui è incappato in qualche piccola incongruenza, comunque considerata fisiologica. Scarso ma non spergiuro: il vertice alla Saras del dicembre 2002 è presumibilmente avvenuto, non ne abbiamo la certezza matematica, ma senza dubbio il triumvirato Telecom-Pirelli-Inter si è riunito più volte per parlare di tale questione, poi che sia successo un mese prima o dopo, alla Saras o a Canicattì non cambia il nocciolo, perché il fatto è sussistito, e nessuno lo può smentire in alcun modo. Anzi, l'hanno confermato tutti, ed è appurato che la due diligence, come si chiama in gergo tecnico, riguardante la Pratica Como, venne commissionata in Pirelli e poi passata subito alla Telecom (pag. 87 https://www.tuttosport.com/files/Documento1.pdf) ed era considerata importante, di livello 1 (pag. 55 https://www.penalecontemporaneo.it/uplo ... R%20UD.pdf).Trascurabile infine Cipriani che resta sul vago, riferendo solo di generici incontri occorsi tra Tavaroli e l'Inter (pag. 92 https://www.tuttosport.com/files/Documento1.pdf).A sbrogliare la matassa ha provveduto la Cassazione, condensando succintamente e plausibilmente il tutto così come emerso dal dibattimento (e più avanti nella lettura se ne avrà ulteriore attendibile ratifica), indicando Moratti come richiedente dell'Operazione Ladroni (da intendersi però nel senso stretto del termine e non genericamente come fatto finora, cioè i pedinamenti della Polis D'Istinto e non i tabulati della Pratica CoMo, ossia il ramo Telecom), quindi Cipriani esecutore materiale aizzato da Tavaroli a sua volta istigato da Tronchetti Provera su sollecito di Moratti, e Facchetti come contatto con Cipriani e Tavaroli(pag. 13 punto 10 https://archiviodpc.dirittopenaleuomo.o ... elecom.pdf).Richiedente o no, è pacifico che il presidente, ricevendo la gentile offerta della persona che " si offrì di farlo", non gli intimò certo di lasciar perdere nonostante l'illegittimità della cosa. E, sapendo che il proprio dipendente Facchetti stava appunto conducendo tale azione con quella persona, altrettanto pacificamente lo lasciò fare.Un sunto che infatti, forse oltre le effettive imprudenze, inchioda anche Giacinto alle proprie colpe ma da leggere con cautela, visto che poggia sulle versioni di Moratti e Tavaroli contro di lui e manca quella del diretto interessato, scomparso poche settimane prima (per la gioia di qualcuno?) che i due vuotassero il sacco. Se fosse stato vivo e vegeto le versioni rese agli inquirenti sarebbero state uguali? Quella di Tavaroli forse, quella di Moratti no, io credo.JAMES BOND ALL'ITALIANA.Capitolo spionaggio: argomento scabroso, perché l'Inter non è stata riconosciuta responsabile in sede civile dell'attività Telecom-Polis D'Istinto ma capiremo successivamente il modo in cui il coinvolgimento nerazzurro si è materializzato davvero, almeno per quanto riguarda Nucini. Per ora cerchiamo di intuire la portata di queste attività sottotraccia, definite in sede penale "molto odiose" (pag. 460 http://media2.giornalaccio rosa.it/giornalaccio rosa/cont ... li_new.pdf) essendo invasive non solo del presente dei soggetti coinvolti (familiari compresi) ma anche del loro passato, dato che gli investigatori della Polis D'Istinto di Cipriani, cioè nello specifico l'Operazione Ladroni, hanno recuperato stati patrimoniali e visure catastali a partire da fine anni '90, compiendo così un'inaccettabile intromissione nella dignità altrui.Invece per quanto concerne la Pratica CoMo, ossia la raccolta tabulati della Telecom, i nominativi da porre sotto osservazione erano indicati da Tavaroli ai suoi collaboratori Fabio Ghioni, che sguinzagliava il Tiger Team, e Adamo Bove che svolgeva le proprie indagini con la collaborazione della sua segretaria Caterina Agata Plateo (https://live.staticflickr.com/65535/518 ... 4149_c.jpg), la quale a sua volta trascriveva i dati a computer con Word ma senza stamparli direttamente perché solo così il Radar proteggeva l'anonimato dell'operatore. E come promesso, ecco alcune utenze di quelle che ho potuto reperire. Esse sono in mezzo ad altre che ho censurato in quanto soggetti a noi sconosciuti e non inerenti alla nostra discussione; ingrandite le foto dopo averle aperte per leggere meglio: https://live.staticflickr.com/65535/517 ... a397_c.jpg, https://live.staticflickr.com/65535/517 ... 12fa_c.jpg, https://live.staticflickr.com/65535/517 ... 4fe6_c.jpg, https://live.staticflickr.com/65535/517 ... f19b_c.jpg, https://live.staticflickr.com/65535/517 ... 3d09_c.jpg, https://live.staticflickr.com/65535/517 ... c522_c.jpg).Sostanzialmente una conferma di quanto già sapevamo, ma almeno abbiamo un'idea visiva di cos'è stata questa storia.Incuriosito, ho provato a chiamare qualcuno di questi recapiti del 2003: Moggi, Pavarese e Pairetto sono inesistenti, Ceniccola non prende e a quello di Racalbuto ha risposto un uomo. Non gli ho chiesto se fosse l'ex arbitro perché, nel pur labilissimo caso affermativo, avrei poi dovuto spiegargli come ho ottenuto privatamente quel numero. Peccato, sarebbe stato bello parlare della cena natalizia del 2002....Tornando all'elenco, inaspettatamente non compare da nessuna parte, nemmeno in altri documenti, il nome di Danilo Nucini nonostante l'ammissione di Moratti, e su questo ricaveremo delle considerazioni.Adesso invece proviamo a comprendere quanto possa essere stata grave tutta questa situazione.Immaginiamo un caso limite ma possibile nella vita reale: l'azienda X spia il dirigente Y della concorrenza per carpirne segreti industriali; a un certo punto il Cipriani di turno, per conto di X, scopre che Y tradisce la moglie e ne fotografa le scappatelle in albergo con l'amante. Ecco che improvvisamente Y diventa ricattabile da X, magari costretto a svelargli dati riservati della propria azienda in cambio del silenzio con la moglie. Sì, non è quanto accaduto da noi con De Santis, ma le potenzialità negative di azioni del genere potrebbero divenire devastanti.Certo che poi non è un reato scoprire in modo più o meno casuale che un Y qualsiasi nasconda qualcosa di controverso nella propria sfera privata, ma un conto è venirlo a sapere per coincidenza o perché tizio ce l'ha detto in via del tutto confidenziale, un altro è reperire tali informazioni per avergli messo gli 007 alle costole, cose che tuttalpiù può decidere un magistrato su indicazione di una procura, non un "tizio qualunque" (semicit. Moratti, ovviamente).Il pedinamento su De Santis e soci non ha cagionato risultati, ma se avesse invece fornito le prove della sua ipotetica corruzione con Moggi, come avrebbe proceduto Moratti? Sarebbe rimasto indifferente a rivelazioni esplosive sui suoi nemici? Denunciare fuori dalle sedi calcistiche avrebbe messo in pericolo l'Inter (vedremo perché).E far saltare il banco direttamente in FIGC, ribaltando tutto il Palazzo? Teoricamente trattasi della soluzione più regolare, peccato che Tavaroli ha detto che Moratti non se l'è sentita di inguaiare le istituzioni preferendo agire di nascosto, forse per non mettersi contro tutto il mondo calcistico, mentre per Gianfelice Facchetti, chiamato anche lui come teste a Napoli (e infatti avrà anche lui la sua importanza nel nostro racconto), il padre Giacinto non si fidava della FIGC (pag. 15 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf, ma allora, aggiungo io, l'Inter non avrebbe dovuto ratificare i trattati FIGC) e quindi anche lui avrebbe così rinunciato a scoperchiare il pentolone.Se da un lato l'atteggiamento remissivo dell'Inter è comprensibile, dall'altro, essendo venuta a conoscenza di sospetti comportamenti illeciti, aveva in ogni caso il dovere di riferirli alla Procura federale della FIGC secondo l'articolo 30 comma 7 per far aprire un'inchiesta, invece ha preferito tacere, commettendo così un'inadempienza del regolamento riguardante l'obbligo di denuncia (pagg. 30-31 https://www.figc.it/media/95475/codice- ... -figc_.pdf), che prevede squalifiche e multe, perché non era compito suo svolgere indagini su nessuno, lo era solo riferire alle istituzioni calcistiche di quanto fosse a conoscenza. Regolamento alla mano, non vale nulla la giustificazione di Moratti, sebbene umanamente apprezzabile, secondo la quale scelse il silenzio per timore che succedesse qualcosa di spiacevole a Facchetti, che potesse cadere in trappola (pag. 12 http://download.ju29ro.com/files/ricors ... -inter.pdf), probabilmente sottintendendo che non era sicuro della buona fede di Nucini come già accennato, e se avrete la pazienza di continuare la lettura quest'ultimo aspetto troverà finalmente la degna spiegazione.LA SCHEDA DELLA DISCORDIA.Torniamo al 25 settembre 2003, giorno dell'incontro tra Moggi e Nucini al Concord Hotel di Torino.Episodio cardinale che racconta com'è avvenuta la sua iniziazione nel Sistema, introdotto da Fabiani e portato innanzi al direttore juventino.Intanto si chiarisce la storia del regalo di Moggi a Nucini accennato nella cronistoria: una TIM. Italiana, italianissima. E sì perché, ammettendo che sia esistita davvero (e vedrete che tanti dubbi sono rimasti), in tribunale è passata agli atti come scheda telefonica italiana (pag. 46 https://www.coni.it/images/pdf/arbitrati2009/298_A.pdf), perciò se qualcuno avesse mai scritto svizzera (tipo qui https://www.repubblica.it/2007/12/sezio ... i-uno.html), allora saremmo di fronte a un "refuso" di qualche giornalista-tifoso, più tifoso che giornalista. Era giusto precisare.Nazionalità a parte, quest'inafferrabile utenza ha vissuto diverse peripezie.La prima volta che se ne fa menzione è grazie a Luca Fazzo, La Repubblica, il giornalista che più di tutti è apparso informato sull'argomento, e poi vi svelerò il motivo. Per ora fatevi un'idea con il suo resoconto dell'11 maggio 2006, uscito in contemporanea, e non per combinazione, con l'intervista che abbiamo già letto di Mensurati a Nucini (https://www.repubblica.it/2006/05/sezio ... ucini.html).Invece le autorità competenti non ne sanno nulla fino al 23 settembre 2007, quando in caserma dei carabinieri a Milano, durante delle SIT (Sommarie Informazioni Testimoniali), Nucini dichiara di averla ricevuta imballata per poi buttarla subito via.Nel 2009 la cosa irrompe al processo di Calciopoli e tutto si complica. Rivela i dettagli del suo approdo al cospetto di Moggi, al Concord di Torino, con una versione in stile KGB, comprendente appuntamenti autostradali, cambi auto, soste tattiche e telefoni spenti per non venire identificati (pagg. 16-17 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 5-2009.pdf). Vi invito a leggere le due pagine di verbale perché c'è qualche stranezza logistica che poi verrà esaminata nel controesame del 2011.Intanto, alla domanda del pubblico ministero Giuseppe Narducci su che fine abbia fatto la scheda, Nucini inizia a barcollare: inizialmente risponde che l'ha eliminata subito, come alle SIT del 2007, poi però aggiunge che forse Fabiani l'ha chiamato un paio di volte (pag.17 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 5-2009.pdf), dopo che l'ha utilizzata anche lui per qualche chiamata per poi annotare il numero e darlo a Facchetti durante la cena di inizio ottobre 2003 (pag. 34 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 5-2009.pdf). Si chiude così la prima testimonianza napoletana, ma questo è ancora niente.L'1 dicembre 2010, in occasione di altre SIT milanesi, rivela agli inquirenti il numero della TIM, cosa che non fece nell'occasione precedente dai carabinieri. Infatti entrambe le sue apparizioni alle SIT, divergenti tra di loro, gli vengono rinfacciate dall'avvocato di Moggi, Maurilio Prioreschi (pagg. 22-23 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf) nel controesame del 2011, ed è proprio qui che Nucini fa saltare in aria il tribunale con una deposizione tesa e spettacolare da far impallidire l'Alida Valli de Il caso Paradine: a un certo punto, trovandosi di nuovo in netta difficoltà, soprattutto per le ficcanti domande dell'avvocato Silvia Morescanti con la quale aveva già battibeccato nel 2009, forse impazzisce e sfiora la follia urlando una battuta "storica" rimasta negli annali del processo di Calciopoli: "Allora, facciamo così! La scheda me l'ha data Guglielmo Marconi, va bene? E a Torino c'era Giuseppe Garibaldi!" (https://youtu.be/nWIML99j1S8 da 3:33 a 3:43).Buon per lui che il presidente (al maschile, così è) di seggio Teresa Casoria, arrabbiatissima, l'abbia soltanto richiamato e non condannato per violazione all'articolo 343 c.p., anche detto Oltraggio a un magistrato in udienza.Poi, con più calma, si cerca di dare un senso a quelle stranezze logistiche citate nel 2009 (pagg. 16-17 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 5-2009.pdf): secondo Nucini la riunione al Concord si è svolta in tarda mattinata, in ora di punta (pag. 70 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf) in quello che è l'albergo sede del ritiro dei calciatori della Juventus, quindi solitamente frequentato dai tifosi che sperano di vedere i propri beniamini. Possibile che lo scaltro Moggi abbia optato per un sito così visibile, di giorno e in pieno centro, rischiando di essere notato da mezza Torino mentre è in compagnia di un arbitro? Lo stesso Moggi fornisce una risposta tecnicamente ineccepibile (pagg. 70-71 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf) che pare smontare la versione di Nucini. Probabile però che, come altre cose dette da quest'ultimo, sia stata enfatizzata ma, in fondo in fondo, "quasi" vera, tanto che il Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport, rispondendo alla richiesta di revoca dell'inibizione presentata da Fabiani, considera plausibile la sua ricostruzione (pag. 44 https://www.coni.it/images/pdf/arbitrati2009/298_A.pdf).Insomma, la scheda l'ha gettata e poi tenuta e poi cestinata di nuovo innumerevoli volte, quindi è impossibile anche solo intuire la verità.Comunque sia, con quanto presuntivamente accaduto a Torino, egli considera completa la propria attività investigativa, avendo raggiunto lo scopo, cioè far parte del Sistema. A che pro ancora non si è capito, dato che non ha salvato nessuna prova utile da usare.Di questo pastrocchio ha parlato anche Tavaroli, confermandolo nella sostanza ma collocandolo l'anno precedente rispetto a quanto detto dall'arbitro, cioè a fine 2002, avendolo appreso proprio da Facchetti in occasione del loro primo incontro alla Saras di Moratti (6:22 https://youtu.be/FwH-zH8DQT0).Se così fosse, Nucini avrebbe raccontato a Facchetti prima della fine del 2002 di essere riuscito ad avvicinare Moggi e non nel 2003.Secondo Tavaroli, previa confidenza di Facchetti, già nel luglio 2001 Nucini catturò le simpatie di De Santis in un raduno a Sportilia per tentare un primo abbordaggio con la cricca (pag. 5 http://download.ju29ro.com/files/ricors ... -inter.pdf) e tutto ciò l'avrebbe quindi appreso anche Moratti, alla fine del 2002 e non nel settembre 2003. Questo purché Tavaroli sia stato sincero, il che è tutt'altro che certo. Però l'inattendibilità di Nucini sembra confermata (la prima volta qui, poi ce ne sarà una peggiore dopo) anche dalle parole di Gianfelice Facchetti, figlio di Giacinto, chiamato a testimoniare a Napoli il 15 marzo 2011: suo padre gli avrebbe detto, essendone venuto a conoscenza proprio da Nucini, che all'incontro del 25 settembre 2003 al Concord c'erano, oltre a Moggi e Fabiani, anche Pairetto (che invece nella versione nuciniana non era presente e Moggi gli aveva telefonato davanti a lui) e De Santis (pag. 2 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf). A meno che non sia Gianfelice a ricordare male, ma in ogni caso il romanzo diventa sempre più arzigogolato. L'ha presa davvero questa scheda o no? Nel 2002 o 2003? Perché Moggi si sarebbe adoperato per assoldare un modesto arbitro a fine carriera che tra l'altro sapeva essere in pessimi rapporti con lui per via di quel Juventus-Bologna del 2001? Che motivi poteva avere Tavaroli per mentire sull'anno? E Nucini?Ognuno si farà la propria idea, anche tenendo conto che siamo di fronte a diverse testimonianze de relato, cioè quando l'interrogato riferisce di fatti sentiti da altre persone, dallo scarso valore dibattimentale. Come sempre penso che, facendo la tara di tutto, un 50% potrebbe essere vero, anche se non si sa quale, ma di certo Fabiani non era estraneo ai giochi di potere, dato che la pur farraginosa inchiesta sulle schede svizzere di Calciopoli della stagione seguente (approfondiremo nell'ultimo capitolo) l'ha posto in un'importante posizione nella mappa dei contatti tra il suo riferimento Moggi e gli arbitri, tanto da indicarlo come accompagnatore del direttore juventino (pag. 416 http://media2.giornalaccio rosa.it/giornalaccio rosa/cont ... li_new.pdf). Quindi o Nucini si è inventato a posteriori la storia di Fabiani avendo letto dopo il 2006 che era intimo di Moggi oppure forse è, almeno parzialmente, andata proprio così.Io propendo per la spiegazione di Nucini del 2003, è più coerente cronologicamente con gli abboccamenti tra lui e Fabiani avvenuti nel semestre precedente a fare da preambolo al vertice finale al Concord, altrimenti o con Moggi si è imbattuto quasi per caso, oppure anche le sue visite con Fabiani sono di inizio 2002, quando però ancora non aveva avviato la sua personale indagine.Colpo di scena: il numero esiste davvero, nei verbali è censurato ma nell'audio su Radio Radicale si sente, lo pronuncia il PM Narducci quando interroga Nucini nel 2011. Allora ho provato a contattarlo e ha risposto una signora dal marcato accento campano. Ovviamente non le ho narrato la storia, ho finto di cercare una persona di mia conoscenza scusandomi quindi per aver sbagliato. Chissà se era davvero la leggendaria TIM di Moggi del Concord dell'anno 2003? No, quasi impossibile, ma il recapito è il medesimo.NUCINI ARBITRO PENTITO?Nella cronistoria abbiamo abbozzato al disastro di Avellino-Messina del 12 ottobre 2003, la pietra tombale di Nucini.Una gara grottesca per sua stessa ammissione (pag. 10 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf), terminata 0-1 (non 0-2 come riportato in udienza), con due irpini espulsi, due rigori sbagliati dagli ospiti e il mancato rosso al portiere avellinese, che Nucini descrive come un errore, forse voluto per compensare quello che altrimenti sarebbe sembrato uno sbilanciamento troppo smaccato a favore del Messina, che comunque non pensa sia stato aiutato dal suo arbitraggio (pag. 10 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf).Se i 90 minuti sono andati male, il dopogara è persino peggio: a fine partita, mentre sta tornando a casa, lo chiama Fabiani sul cellulare e gli intima di ricordarsi chi sono gli amici (pag. 10 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf), probabilmente per non aver espulso il portiere avellinese, cosa che tra l'altro gli costa la reprimenda anche dell'osservatore arbitrale Gennaro Marino (pagg. 10-11 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf).Il giorno dopo, 13 ottobre 2003, La giornalaccio rosa dello Sport ne parla in un pezzo di Alessio D'Urso (http://archiviostorico.giornalaccio rosa.it/2003 ... 5379.shtml) secondo cui l'allenatore dell'Avellino, Zdeněk Zeman, sarebbe stato avvertito prima dell'incontro che l'avrebbe perso a causa dell'arbitro (pag. 11 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf). Effettivamente i campani si mostrano sdegnati per la direzione di gara. Forse nell'ambiente circolava la voce che Nucini era ormai passato dall'altra parte della barricata?Il sospetto è forte, e a rinfocolarlo provvede nuovamente Gianfelice Facchetti a Napoli nell'udienza del 2011: secondo una confidenza riferitagli dal padre, a sua volta appresa da Nucini in tempo reale, Avellino-Messina sarebbe stata condotta dal Nostro con palese malafede; essendo il Messina la società del potente Fabiani, pare che l'arbitro abbia inteso dimostrare di essere uomo fidato nei loro confronti alla sua prima esperienza da membro della Combriccola.A domanda di Maurilio Prioreschi, avvocato di Moggi, cioè se Facchetti fosse a conoscenza della slealtà dell'amico nell'arbitraggio della gara, Gianfelice risponde: "Mio padre mi disse che Nucini gli disse di guardare quella partita, perché in quella partita aveva fatto qualcosa comunque non del tutto regolare. In quella partita vennero fischiati due rigori a favore del Messina." (pag. 12 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf). Poi, ribadendo a Mauro Messeri, avvocato dell'arbitro Paolo Bertini: "(...) In quella partita c’era, come dire, un, per come ricordo io, un'intenzione di danneggiare l’Avellino." (pag. 29 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf).Due siluri, più che dichiarazioni, respinti con imbarazzo dall'interessato in tribunale dopo la sfuriata dell'ormai imbufalita presidente Casoria (pag. 29 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf e da 19:05 a 19:58 https://youtu.be/7IsodFQOwyU). Sembra che alla fine Nucini si sia comportato come i "colleghi servi di Moggi" che lui biasimava, assoggettandosi al potere per avere un proprio tornaconto, qualunque esso sia, quindi, secondo Gianfelice, facendo parte egli stesso dell'organizzazione (pag. 2 e 11 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf). Siccome lo sbalorditivo controesame del figlio d'arte avviene nei minuti precedenti quello di Nucini, per quest'ultimo si paventa persino la possibilità di non essere più ascoltato come semplice testimone puro ma di aver bisogno a sua volta di un avvocato alla stregua di un imputato qualsiasi, eventualità poi respinta dal presidente Casoria (pag. 1 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf). Comunque un'improvvisata per tutti: Gianfelice, convocato come teste d'accusa per dare manforte ai PM contro Moggi, si scaglia invece addosso all'altro accusatore, quello principale, demolendone la già traballante reputazione. La sua e di chi l'ha improvvidamente trascinato a Napoli senza nulla di concreto in mano.Anzi, improvvisata a metà: in realtà tutto questo Gianfelice l'aveva già anticipato il 26 aprile 2010 al pubblico ministero Stefano Capuano quando ivi si recò per consegnare il Memoriale Facchetti, gli appunti di suo padre sul calcio, poi non ammesso in tribunale dal presidente Teresa Casoria, e in quell'occasione, oltre ad Avellino-Messina, raccontò anche di un Ascoli-Fiorentina del 7 dicembre 2003 per la quale Fabiani gli avrebbe impartito l'ordine di fischiare contro i toscani (pag. 5 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf) e, a sentire Gianfelice, sarebbe questa del 7 dicembre l'ultima collaborazione tra Fabiani e Nucini e non, come detto da quest'ultimo, Avellino-Messina.Ma che sia ottobre o dicembre è comunque strano che egli abbandoni così in fretta il gruppo, una volta conquistata la fiducia di Moggi dopo tanta gavetta, abdicando dal suo sogno di poterlo smascherare. Forse aveva già raccolto abbastanza prove e non serviva proseguire, come sostiene lui (pag. 13 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf)? Oppure lascia adesso in conseguenza della rottura con Facchetti di pochi giorni prima, ricordate quando ospite dell'amico a Cassano d'Adda non si intesero sul da farsi? Elementi indiziari importanti fanno propendere per la seconda ipotesi, che anatomizzeremo successivamente.Infatti da qui in poi non ci saranno più tracce di interazione tra loro fino a un SMS inviato dal già malato presidente il 21 maggio 2006 all'ormai ex fischietto (ed ex amico?) esortandolo a parlare di tutto quanto non ha mai reso pubblico negli anni anteriori, confermando il sospetto del giudice Casoria che sia stato reticente (pag. 49 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf).CHI HA CHIAMATO ILDA BOCCASSINI?Paradossalmente la risposta alla domanda sarebbe facile: l'Inter di Massimo Moratti. A dirlo è lui stesso a Sabelli Fioretti (ripropongo l'articolo https://www.affaritaliani.it/sport/mora ... fresh_cens). Però, essendo così troppo sbrigativo e parzialmente contrastante con quanto abbiamo già letto aver affermato Moratti sulla questione (pag. 13 http://download.ju29ro.com/files/ricors ... -inter.pdf) e trattandosi dell'aspetto più fosco della storia, meglio procedere per gradi, psicanalizzando le due versioni nuciniane, 2009 e 2011.Noi sappiamo che Facchetti e Nucini pensarono di sporgere denuncia di quanto scoperto alla magistratura, ma durante la discussione a inizio ottobre 2003 a casa di Facchetti su come agire concretamente, non trovarono la quadra e la cosa finì momentaneamente nel dimenticatoio dato che Facchetti si fece da parte per evitare guai ai nerazzurri a causa del vincolo di giustizia che vedremo dopo, così l'amico, che era pronto a far scoppiare l'ordigno nucleare contro Moggi si ritrovò di fatto disinnescato.Però poi accade che il 10 febbraio 2004 Paolo Casarin, opinionista televisivo ed ex grande arbitro, ospite dell'emittente televisiva Telelombardia, accusa i designatori Bergamo e Pairetto di aver pilotato delle ammonizioni in partite di Serie A. L'edizione de La giornalaccio rosa dello Sport del 13 febbraio, a cura di Antonello Capone, approfondisce la controversia (http://archiviostorico.giornalaccio rosa.it//200 ... 1341.shtml). A questo punto, ed entriamo nella versione 2009, Nucini riceve la convocazione del Maresciallo Capo della Procura di Milano a comparire davanti al giudice Ilda Boccassini. Siccome è convinto che sia stato chiamato per parlare delle ammonizioni denunciate da Casarin, su spinta di qualcuno dell'Inter, si presenta a Palazzo di Giustizia con sottobraccio la copia de La giornalaccio rosa dello Sport con l'articolo di Capone (pagg. 18-19 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 5-2009.pdf). Invece il giudice gli chiede conto proprio delle confidenze raccolte e condivise con Facchetti sui mali del calcio (pag. 19 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 5-2009.pdf). Visto però che non vuole tradirne la fiducia (pag. 19 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 5-2009.pdf, ma in che modo l'avrebbe tradita?) va via quasi subito, limitandosi a chiacchierare genericamente di pallone (pag. 43 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 5-2009.pdf).Lui colloca la cosa a fine 2003 ma la vicenda Casarin è del febbraio 2004, quindi deve essere non prima di metà febbraio 2004. Purtroppo l'udienza si è svolta senza verbale e questo non ci aiuta a saperne di più (pag. 47 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf).Trascurando questa minuzia, e pure l'ilarità che suscita il pensare che la Procura di Milano abbia chiamato proprio lui per indagare su quelle ammonizioni sospette, a che titolo davvero non si capisce dato che non erano sue partite, è interessante notare come egli, dopo non averle rivelato nulla, definisce Boccassini "(...) una delle donne più intelligenti che ho trovato sulla mia strada, che probabilmente aveva capito tutto, però non ha insistito ed io sono uscito dalla Procura e la cosa è finita lì." (pag. 19 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 5-2009.pdf).Aveva capito tutto cosa? Che era solo aria fritta e quindi non servivano approfondimenti o che c'era sotto del malaffare? E se fosse la seconda opzione, perché mai avrebbe lasciato perdere se sospettava qualcosa di illegale? Abbiamo visto che nel novembre 2004 Boccassini pretese dalla Telecom i dati sui tabulati telefonici legati al calcio, qualche mese dopo aver parlato con Nucini, come se le due cose fossero unite.E dunque, forse non fu una conversazione salottiera (pagg. 461-462 http://media2.giornalaccio rosa.it/giornalaccio rosa/cont ... li_new.pdf ) e qualcosa di piccante venne rivelato dall'arbitro-talpa? Però o la pista Telecom a Boccassini è stata suggerita da Nucini, il quale non avrebbe dovuto neanche saperlo perché se, come capiremo, Facchetti lo registrava di nascosto significa che non si fidava di lui e dunque sarebbe strano se l'avesse reso partecipe di tali segreti, oppure da Facchetti stesso, ma non credo che abbia svelato le oscure manovre della Telecom con la quale collaborava, e quindi di riflesso anche le proprie, sapendo che l'azienda telefonica stava agendo per conto dell'Inter un pelo oltre i confini della liceità.Allora può essere stata una geniale intuizione di "Ilda la Rossa" l'aver associato i fatti, d'altra parte "aveva capito tutto".Questo è quanto si deduce dalle sue risposte al PM Giuseppe Narducci ma poi, interpellato dall'avvocato Prioreschi, lo fa arrabbiare dicendogli che a lui non intende spifferare nulla (pag. 43 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 5-2009.pdf) e la cosa resta nel limbo, almeno per il momento.Ora passiamo al 2011, quando si torna sull'argomento e cade in palese contraddizione, come per la TIM di Moggi.Incalzato da uno spazientito Paolo Gallinelli, avvocato di De Santis, conferma che nel 2004 si recò da Boccassini perché convocato per via della denuncia di Casarin, ma a differenza del 2009 questa volta nega che il magistrato gli chiese lumi sulla sua indagine in coppia con Facchetti, asserendo che in realtà chiacchierarono letteralmente "del più e del meno" (pagg. 46 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf), facendo così innervosire tutti i difensori degli imputati. Suffraga la bizzarria della Rosea sottobraccio che però non gli servì a nulla. Per finire giustifica la scena muta fatta con l'imbarazzo di non voler parlare di situazioni vissute con l'ormai defunto amico Giacinto (pag. 48 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf), mentre nel 2009 la scusa fu il non volerne tradire la fiducia (pag. 19 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 5-2009.pdf).Forse è più credibile la versione 2009, perché Facchetti si ammalò a maggio 2006 e spirò il 4 settembre 2006, mentre, come fa notare in aula l'avvocato Morescanti: "Ma la Boccassini è 2003, Presidente." (pag. 48 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf).E chi era Facchetti, L'uomo che visse due volte, discepolo maschile della grande Kim Novak?E così la questione viene derubricata a fatto inconsistente, che è anche l'aggettivo che il giudice Casoria gli affibbia nella relazione finale (pag. 461 http://media2.giornalaccio rosa.it/giornalaccio rosa/cont ... li_new.pdf).Riassumendo: Ilda Boccassini, dopo una vita a combattere la criminalità organizzata, viene informata da un collaboratore dell'intervista a Telelombardia di Casarin nella quale si parla di ammonizioni pilotate in Serie A, e lei cosa fa? Convoca non Casarin stesso o qualche alto papavero del calcio, ma il semisconosciuto Danilo Nucini, che quell'anno non dirige nemmeno una gara in A, per poi farlo parlare di tutt'altro? Può avere senso?Sì, ma a condizione che dietro al semisconosciuto vi fosse una regia abbastanza importante da convincere la Procura a raccogliere la sua deposizione. Di certo i togati milanesi non avrebbero potuto sapere dei suoi incontri con Fabiani in albergo o che faceva comunella con De Santis in auto. È lui stesso che si è proposto? Fantasie. E infatti...In realtà la storia esordisce pubblicamente grazie a Tavaroli che il 26 settembre 2006 nel carcere di Voghera, tre giorni prima di chiamare in causa Moratti sull'Operazione Ladroni, lo scomoda sul caso Boccassini, sostenendo che fu il presidente a rivolgersi al magistrato. Dello stesso avviso anche Marco Tronchetti Provera il 9 marzo 2010, Emanuele Cipriani il 26 settembre 2012 (pagg. da 3 a 10 http://download.ju29ro.com/files/ricors ... AfUm1uCSMk e pag. 2 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... assini.pdf) e, tornando all'articolo di Sabelli Fioretti, lo ammette Moratti stesso il 31 agosto 2006, il primissimo in assoluto a dirlo.E qui c'è da esplicare la faccenda del vincolo di giustizia: esso, regolamentato all'articolo 30 comma 2 dello Statuto federale (https://www.figc.it/media/98278/60-stat ... o-2019.pdf), vieta ai tesserati calcistici di rivolgersi alla giustizia ordinaria per qualsiasi controversia riguardante l'attività sportiva, intimando loro di recarsi agli organi competenti: Lega Calcio, FIGC e CONI. Dato che l'Inter è accorsa a istituzioni non sportive per denunziare supposte attività illecite ha violato tale norma. Ed è successo, se a dirlo è il capo in persona. Le sanzioni previste variano a seconda dei casi e prevedono multe, squalifiche e punti di penalizzazione (pag. 38 https://www.figc.it/media/95475/codice- ... -figc_.pdf).Resta il dubbio sulle tempistiche, perché Moratti, secondo Tavaroli, Cipriani e Provera, ha allertato Palazzo di Giustizia a fine 2002, quindi come mai poi il fatto avviene soltanto a inizio 2004? Al netto della burocrazia c'è troppo tempo vuoto in mezzo. La cosa più probabile è che la cronologia corretta sia ancora quella di Nucini, altrimenti non collimerebbe più nulla. Oppure Moratti potrebbe aver sentito il giudice a fine 2002 per preavvisarla della situazione, con la promessa che avrebbe in seguito convocato l'uomo da lui annunciatole, quindi a inizio 2004, ma come ipotesi sembra molto forzata.Fate attenzione alle date: Telecom e Polis chiudono le rispettive indagini a luglio 2003 senza aver cavato un ragno dal buco, e solo successivamente avviene il passaggio giudiziario a Milano, come se spedire il poveretto in Procura fosse stata una conseguenza da parte del mandante dell'Operazione Ladroni (cioè Moratti se prendiamo per buona la sintesi di pag. 13 punto 10 https://archiviodpc.dirittopenaleuomo.o ... elecom.pdf, altrimenti la Pirelli) per non essere riuscito a ottenere niente dalle indagini. Una sorta di ultima spiaggia. E, dato che i colloqui bancari mai negati da nessuno che Nucini dice di aver ottenuto da Facchetti nel 2003 si sarebbero svolti in cambio della sua testimonianza al giudice, come già era noto, ora sì che possiamo anche collocarli in un periodo più preciso, tra fine settembre (almeno dopo il Concord del 25) e dicembre 2003.Va poi segnalato che nel 2005 (a giugno subito dopo l'archiviazione del modello 45) Facchetti fu avvicinato da due cronisti di giudiziaria (Giuseppe D'Avanzo e Carlo Bonini de La Repubblica) che gli domandarono informazioni sia sulle voci riguardanti un fantomatico CD-ROM con cui avrebbe registrato i suoi colloqui privati con Nucini (dopo si chiarirà questa cosa) sia su Ilda Boccassini, ma l'allora presidente dell'Inter (lo divenne il 19 gennaio 2004) non aprì bocca. Tutto ciò è riassunto nello stesso articolo di Fazzo, quello in cui parlava della scheda di Moggi a Nucini (https://www.repubblica.it/2006/05/sezio ... ucini.html). Quindi privatamente D'Avanzo e Bonini lo sapevano già da un anno.Da escludere che sia tutta un'invenzione: intanto l'hanno confermato Provera e Moratti, e poi un conto è mentire sull'aver visto o no un Fabiani qualsiasi, un altro è farlo con un notissimo pubblico ufficiale. Troppo assurdo persino per Nucini, anche perché, quando i legali degli imputati di Calciopoli chiesero a Boccassini di poter visionare l'incartamento archiviato a modello 45 (quello delle notizie non penalmente rilevanti), cosa in loro diritto, lei non li accontentò, ma nemmeno negò la veridicità dell'episodio. Quindi possiamo essere convinti che sia accaduto davvero, il giorno X o Y di questo confuso cronotopo, ma esattamente in via Carlo Freguglia 1 a Milano, nello stesso edificio e nello stesso periodo, guarda i casi della vita, dove il Sismi (Servizio per le informazioni e la sicurezza militare) nel 2004 piazzò delle talpe e, tramite la Telecom, svolse attività di intercettazioni abusive sulla Procura per tenere sotto controllo alcune indagini su certi appalti pubblici all'ombra della Madunina. Da queste attività si sviluppa lo scandalo Telecom-Sismi esploso nel 2006 (https://ricerca.repubblica.it/repubblic ... 026le.html) che ha svelato, parzialmente, anche ciò che interessa a noi.IL FASCICOLO FANTASMA.Qualsiasi cosa abbia detto Nucini a Boccassini, che fosse una disamina tattica sull'evoluzione del ruolo del leggendario centrocampista metodista ("abbiamo parlato di calcio", ipse dixit) o una denuncia di presunti reati da lui visti, è stata trascritta e archiviata nel modello 45 a fine maggio 2005 dal Tribunale di Milano e mai reso pubblico. Tra 2011 e 2012 gli avvocati Paolo Gallinelli, Maurilio Prioreschi e Silvia Morescanti tentarono ogni azione possibile per averne una copia (http://download.ju29ro.com/processo_cal ... assini.pdf e, da leggere in sequenza: https://live.staticflickr.com/65535/519 ... 60a1_c.jpg , https://live.staticflickr.com/65535/519 ... 289b_c.jpg, https://live.staticflickr.com/65535/519 ... 7aaf_c.jpg, https://live.staticflickr.com/65535/519 ... 87c6_z.jpg), anche cercando la sponda del giudice Teresa Casoria a Napoli, ma Ilda Boccassini non ha mai ottemperato a queste richieste. Sarebbe stimolante leggerlo perché potrebbe dare nuova luce sull'origine di Calciopoli, l'inchiesta a guida napoletana delegata ai carabinieri romani iniziata nel luglio 2004 (sul Messina e poi propagatasi a macchia d'olio) e quindi seguente ma con punti in comune con il Dossier Ladroni, come vedremo all'ultimo paragrafo.Potrebbero esserci le informazioni per confermare che i germogli di Calciopoli furono piantati a Milano due anni prima dall'Inter come hanno sempre sostenuto (ma senza prove) gli juventini?Su questo aspetto resta il punto di domanda dato che il misterioso plico è finito nel dimenticatoio (per ora, ma tireremo le somme nel capitolo conclusivo). E ne rimane uno bello grosso anche sul "metodo Boccassini": fare quattro chiacchiere con un cittadino su semplici sospetti, in mancanza di un processo penale in corso, e in assenza sia di un legale a supporto del teste sia di un verbale firmato (pag. 47 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf) è un'azione giuridica non conforme alla legge, come mi hanno confermato personalmente due avvocati. Magari non voleva lasciare tracce di quello che pare soltanto come un atto dovuto verso qualcuno? Però quel qualcuno si aspettava che poi Boccassini, zitta zitta, avrebbe scavato fino a risalire alla Telecom? Se è andata davvero così, io credo di no.Ecco perché averne potuto prendere visione nel corso del processo di Calciopoli avrebbe costituto un possibile elemento integrativo per i legali degli accusati, soprattutto Moggi, un potenziale appiglio in più su cui costruire una tesi difensiva. Siccome l'ex direttore juventino ha sempre detto di aver comprato le schede svizzere per proteggere i segreti industriali della Juventus dalle spiate Telecom (seppur un po' campata per aria, altrimenti avrebbe sicuramente chiamato a testimoniare a proprio favore un collega o un procuratore calcistico, visto che possesso e utilizzo delle SIM svizzere non erano illegali a prescindere fino all'entrata in vigore del Decreto Pisanu del 31 luglio 2005), se fosse emersa oltre ogni ragionevole dubbio la mano dell'Inter dietro tutto questo, allora sì che la sua versione sarebbe diventata decisamente più credibile. Sfortunatamente, come mi ha confermato l'avvocato che ha seguito il caso, alla sua richiesta di ottenerlo, Ilda Boccassini le ha testualmente risposto "quel fascicolo non glielo darò mai." Anche il giudice civile della causa De Santis-Inter, Loretta Dorigo, rigettò la richiesta in quanto, considerata l'alta probabilità che l'esposto di Nucini fosse stato redatto dai legali dell'Inter, era ragionevolmente da escludere che gli stessi possano averlo scritto utilizzando dati acquisiti illegalmente. Egli ritiene, pertanto, che quel fascicolo non esista più.Tanto rumore per nulla: ormai, a livello di giustizia sportiva, qualunque cosa contesse quel faldone e qualsiasi potesse essere il suo collegamento con l'Operazione Ladroni, è già bella che andata da anni, dal giugno 2007, quando Stefano Palazzi chiuse la pratica con questa criptica formula di rito: «Il Procuratore federale, esaminata la relazione dell'ufficio Indagini sugli accertamenti richiesti dalla Procura federale in ordine a numerosi articoli di stampa riguardanti il comportamento di dirigenti della società Internazionale nei confronti dell'arbitro Massimo De Santis, dei calciatori Christian Vieri, Adrian Mutu, Luis Ronaldo Da Lima Nazario, Vladimir Jugovic e del tesserato Mariano Fabiani, ha disposto l'archiviazione del procedimento, non essendo emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili ovvero non prescritte.»Terra terra, essendo "ovvero" nel linguaggio giuridico equivalente a "oppure", Palazzi scrisse che la questione va considerata estinta non essendoci più l'indiziato Facchetti da citare in giudizio, e se anche ci fosse non sarebbe comunque processabile per sopraggiunta prescrizione (https://www.giornalaccio rosa.it/Calcio/SerieA/S ... 2206.shtml). Infatti non ha mai neanche richiesto alla Procura di Milano l'acquisizione del fascicolo.In ultimo, si può ritenere che nel 45 vi fossero, oltre alle vane parole di Nucini (pag. 426 http://media2.giornalaccio rosa.it/giornalaccio rosa/cont ... li_new.pdf), anche le risultanze della ricerca effettuata dal giudice Boccassini sulla Telecom, a meno che si voglia pensare che l'aver contattato Fabio Ghioni nel novembre 2004 per farsi spedire i tabulati sul calcio sia stata una cosa casuale del tutto scollegata alla visita di Nucini. Però, non essendo nati ieri, a questa eventualità non crediamo proprio.Piuttosto, Ilda Boccassini, indagando fino alla Telecom, a un certo punto si è fermata lì, alle risultanze dei tabulati avuti dall'azienda. Una delle tante domande che mi sono rimaste sullo stomaco è: non ha proseguito perché non c'era più niente o perché temeva la Telecom, che infatti, come emerso da inchieste giornalistiche riportate poc'anzi, spiava, tra gli altri, lei e il suo ufficio?NUCINI NELLA MORSA DELLA TELECOM.Tra gli altri, appunto, e questo che vi racconto ora credo sia il frangente più inquietante di tutti.Il 26 settembre 2006 l'ex fischietto ravennate è ospite ad Antenna 3, emittente televisiva lombarda con la quale firmò un contratto da opinionista. A un certo punto, parlando proprio delle sue frequentazioni con Facchetti, gli animi si surriscaldarono ed ebbe una furiosa litigata con il giornalista Gino Bacci che lo accusò di essere un delatore. Nucini esplose nel turpiloquio, anche contro il direttore Fabio Ravezzani e l'ex portiere Mario Ielpo, minacciando querele a tutti (https://youtu.be/RoU-WJJAIm8 da 2:20 a 4:50). Sfortunatamente nel video mancano le parti dove si inalbera sul serio, urlando contro Moggi amico di Ravezzani che "ogni dieci minuti va al cesso porca #@*§!" (Sic), ma rende lo stesso l'idea. Ancora non era stato ascoltato da nessun organo inquirente, ma sappiamo che 65 giorni prima Adamo Bove venne trovato cadavere a Napoli, dopo mesi di angherie subite dal Tiger Team di Fabio Ghioni. Anche Nucini, la sera della sfuriata ad Antenna 3, parlò del timore che potesse accadere qualcosa di brutto ai propri familiari in quel convulso periodo. Avendo visto quella diretta mi colpì una sua frase: "Io non sono uno spione, capitemi, ho una moglie e figli a casa, non posso essere uno spione! Se passa il messaggio che sono uno spione, i tifosi non sono tutti regolari, fanno delle #@*§ per molto meno!”Vien da pensare che la sua furibonda reazione sia collegata alla morte di Bove, nel senso che forse comprese di aver rischiato di finire anche lui nel tritacarne della Telecom. Ed è vero: non è più occulto il fatto che il 3 ottobre 2006 Moratti ne rese conto a Borrelli, capo dell'Ufficio Indagini della FIGC, spiegando sia che sapeva della collaborazione Facchetti-Nucini sia negando che l'Inter avesse commissionato alcun fascicolo segreto su De Santis, ma pure che chiese a Tavaroli un rapporto dettagliato proprio su Nucini per capire quanto fosse affidabile, prima di autorizzare Facchetti a interagire con lui (pagg. da 11 a 14 http://download.ju29ro.com/files/ricors ... AfUm1uCSMk).Di conseguenza si presume che Tavaroli, seguendo la consolidata prassi aziendale (pag. 4 https://archiviodpc.dirittopenaleuomo.o ... nasiti.pdf), abbia poi incaricato Cipriani di marcarlo stretto con i pedinamenti invasivi su famiglia e conti correnti, giusto per escludere che intascasse denaro dal nemico. Più sopra abbiamo riferito che i file di logs Telecom del maggio 2005 visionati da Ilda Boccassini non mostrarono la sua utenza telefonica. Forse per un inconveniente tecnico, o Tavaroli ha finto di metterlo sotto controllo ingannando Moratti, oppure ha passato direttamente la pratica a Cipriani per un'analisi patrimoniale tralasciando i tabulati. Questo dettaglio non è a nostra portata.Tuttavia, per stessa confessione di Moratti (forse rilasciata prima che ne parlasse qualcun altro), possiamo almeno mettere come punto fermo il fatto che l'Inter, nella persona del suo presidente e proprietario, ha sollecitato la Telecom a controllare segretamente un arbitro in attività. E qui ci riallacciamo al controsenso del paragrafo iniziale: siccome io sospetto che il mio concorrente stia infrangendo la legge, per dimostrarlo la infrango anch'io facendo altre cose vietate, commettendo un illecito iniziale (far spiare un cittadino) per poi compierne altri due (le indagini sul calcio e il ricorso alla giustizia ordinaria), quindi una triplice trasgressione. Un ragionamento sicuramente criticabile.Magari si eccepirà sul fatto che l'aver domandato a Tavaroli notizie riservate su Nucini non costituisse reato, almeno non da parte di Moratti. Un po' come quando Giulio Andreotti si arrabbiò con i propri luogotenenti degli sferzanti articoli scritti su di lui dal giornalista Carmine Pecorelli per poi un giorno scoprire, senza troppo dispiacere, che qualcuno più realista del re gliel'aveva levato di mezzo. D'altronde lo riteneva soltanto fastidioso, mica ordinò di ammazzarlo... Può darsi che il Massimo, col suo tipico accento da cummenda, gli abbia solo detto "ué Giuliano, c'è il Giacinto che dovrebbe fare un qualcosa che non ho capito bene, ma insomma, un lavoro con un arbitro, mi pare il Nucini, sì no simpatico, però mi piacerebbe capire chi è...." e a quel punto il buon Giuliano si è annotato quel nome per una breve ricerca in via del tutto amicale. Così, senza malizia, tanto per accontentarlo. Già, può darsi.Però è pur vero che se convochi nel tuo ufficio il potente e temuto spione d'Italia per una tua esigenza personale, già sai che stai per mettere in moto un meccanismo irregolare che senz'altro sfocerà nel reato (altrui), e infatti Tavaroli è stato condannato anche per queste attività (pag. 295 https://archiviodpc.dirittopenaleuomo.o ... nasiti.pdf). Io sfido chiunque di voi a recarsi in Telecom perché avete bisogno di mettere sotto controllo il telefono del vostro vicino di casa...Sottigliezze che ognuno vedrà a proprio modo, come sempre. Umanamente posso capire Moratti, ma la legge è legge.Comunque tutto è ben descritto da Marco Mensurati, La Repubblica (https://www.repubblica.it/2007/12/sezio ... i-due.html), che ci rammenta il mai chiarito dilemma della cronologia per il caso Boccassini che vale anche qui: se l'illegale raccolta tabulati è iniziata a gennaio e finita a luglio 2003 e Moratti ha richiesto la pratica su Nucini dopo aver saputo da Facchetti del suo ammiccamento con Moggi al Concord per timore di un'imboscata all'amico Giacinto (cioè dopo il 25 settembre 2003), allora Tavaroli ha ragione nel posizionare il fatto a fine 2002 perché nel settembre 2003 il dossieraggio era già concluso, a meno che l'attività desiderata da Moratti sia postuma a luglio 2003, quindi come appendice finale della Pratica CoMo, diciamo una cosa a parte, e forse è per questo che Tavaroli potrebbe aver solo finto di intercettare Nucini, cioè perché ormai la grande macchina delle intercettazioni era già stata fermata. Oppure è stato giustificato così dal presidente interista per motivare la gravità della situazione tale da averlo indotto a delegare alla Telecom le spiate su un arbitro (nonché privato cittadino), mettendo insieme fatti e date alla rinfusa con una ricostruzione romanzesca anni dopo il reale svolgimento dell'episodio, considerando inoltre che Nucini smette di fare l'infiltrato prima di metà ottobre 2003, pochissimo dopo aver ricevuto la famosa SIM di Moggi, quindi l'interessamento di Moratti, anche se non per colpa sua, sarebbe stato tardivo e inutile. Entrambe le teorie sono plausibili alla pari, non avremo mai la risposta risolutrice, tanto è spessa la cortina fumogena che ha avvolto la storia. Come già spiegato, io personalmente propendo più per la cronologia portata in tribunale, quella del 25 settembre 2003.Tornando invece al putiferio ad Antenna 3, è come se in quei 65 giorni tra la morte di Bove e l'ospitata televisiva, Nucini abbia fiutato odore di morte attorno a sé. Non voglio fare il paragone con i 57 giorni occorsi tra la morte di Giovanni Falcone e quella di Paolo Borsellino, quando in quel lasso di tempo quest'ultimo intuì l'esistenza delle famigerate menti raffinatissime, non c'è Domenico Sica e nessuno ha tentato di sopprimerlo, ma se in tribunale è stato disposto a rischiare una volta l'oltraggio alla corte (per la battuta su Marconi e Garibaldi) e più volte l'accusa di reticenza, evidentemente non l'ha fatto per ubriachezza molesta o smemoratezza ma perché il suo stato d'animo l'ha indotto a quel comportamento controverso.Non gli avrà nemmeno fatto piacere il solito trafiletto di Fazzo (https://www.repubblica.it/2006/05/sezio ... ucini.html), citato anche in aula nel 2011 dall'avvocato Gallinelli al diretto interessato (pag. 43 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf) sulle presunte registrazioni di sue conversazioni private per conservarne l'audio, tesi ripresa il giorno dopo da Fiorenza Sarzanini de Il Corriere della Sera (https://www.corriere.it/Primo_Piano/Cro ... nato.shtml). Si tratta di audio di telefonate tra Facchetti e Nucini che il vicepresidente avrebbe salvato su un CD-ROM utilizzando un registratore, per cautelarsi nei confronti dell'amico, forse nell'ipotesi che quest'ultimo potesse un giorno non confermare quanto detto a lui, e che secondo Tavaroli è ancora conservato presso lo Studio Legale Associato Mucciarelli di Milano, che è anche avvocato della Telecom (pag. 175 https://archiviodpc.dirittopenaleuomo.o ... nasiti.pdf) tramite cui Moratti avrebbe presentato l'esposto alla Procura nel 2004.Né Gianfelice né Nucini sanno nulla di quel CD, e il figlio dello storico capitano non ha mai voluto sporgere querela contro quei giornalisti che ne scrissero senza risultanze certe in mano, perché quando vennero pubblicati gli articoli, a maggio 2006, Facchetti stava ancora bene e quindi, dice il figlio, se avesse voluto avrebbe smentito lui (pag. 23 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 3-2011.pdf). E allora perché non l'ha fatto?Per inciso, quando Fazzo rese nota la questione, l'11 maggio 2006, era appena il giorno precedente a quello in cui Facchetti scoprì di avere il tumore che nel giro di quattro mesi l'avrebbe ucciso, e certamente da quel momento purtroppo ha avuto ben altro a cui pensare che un dischetto. Ma non è che forse Gianfelice, nei mesi successivi, fermo restando anche per lui il diritto di avere in testa più il dolore per la malattia e seguente morte del padre che qualsiasi altra cosa, ha temuto che quel CD-ROM esistesse davvero, magari proprio sotto forma di denuncia scritta nel modello 45, e quindi è per questo se nemmeno lui ha mai querelato i giornalisti? Noi sappiamo che già nel 2005 i cronisti de La Repubblica Bonini e D'Avanzo se ne interessarono, e poi la vicenda tornò a galla l'11 maggio 2006. Tavaroli dice di esserne stato informato direttamente da Facchetti, tra 2002 e 2003 (pag. 6 http://download.ju29ro.com/files/ricors ... -inter.pdf). Quindi poi forse nel 2005 il capo della sicurezza Telecom, in concomitanza con l'archiviazione del fascicolo Nucini, ha girato l'informazione del CD al giornalista Fazzo, il quale fece prima sondare il terreno a Bonini e D'Avanzo in attesa di eventuali riscontri, per poi occuparsene personalmente nel 2006 allo scoppio del disastro Telecom. Oppure se ne sono semplicemente accorti Bonini e D'Avanzo scartabellando tra le pratiche pubblicamente accessibili al Tribunale di Milano. Io dico la prima, anche se voi vi chiederete come mai Tavaroli avrebbe dovuto spifferare certi segreti a Luca Fazzo. Semplice: non solo i due erano amici, ma l'allora cronista de La Repubblica, oggi a Il Giornale, vantava amicizie molto influenti anche nel Sismi (https://www.affaritaliani.it/cronache/g ... refresh_ce). Ecco perché lui e i suoi segugi hanno recepito quelle informazioni abbondantemente prima degli altri.Per chiarezza: registrare una telefonata con un'altra persona a sua insaputa non è illegale, se attuato con modalità casalinghe, quindi se Facchetti l'avesse fatto davvero non avrebbe infranto nessuna legge, ma, al posto del figlio, avrei almeno preteso chiarezza da quei cronisti chiedendo le prove di quanto riportato per confermarmi che non si trattasse di loro invenzioni, a meno che avessi saputo anch'io che fosse la verità e allora avrei fatto finta di nulla. E, nei panni di Nucini, ci sarei rimasto male.E infine non scordiamoci di quando nel 2011 Gianfelice, informato al tempo da suo padre, lo definì "arbitro pentito" per l'equivoco Avellino-Messina del 12 ottobre 2003 che causò una delle tante arrabbiature del giudice Casoria nei suoi confronti, come abbiamo visto nel video precedente.Tutto questo potrebbe spiegare la sua riluttanza al processo penale (e anche il suo tono secco e nervoso nel 2011 a ogni domanda su Ilda Boccassini, sembrava quasi tremare), con la volontà di non voler più dare una mano a coloro i quali l'avrebbero abiurato, controllato, sbirciato nell'intimità sua e di moglie e figlie minorenni, proprio come avvenuto con De Santis. In effetti, se lo scoppiettante controesame del 2011 fosse durato ancora un po', oltre a far sprofondare dalla vergogna i PM Giuseppe Narducci, Filippo Beatrice e Stefano Capuano ancora più di quanto avvenuto (pag. 9 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 4-2011.pdf) date le molte speranze che riponevano in lui, sarebbe riuscito a mettere davvero nei guai l'Inter. Forse volontariamente?Oggi vive in riservatezza gestendo la propria piccola attività commerciale nella Bergamasca. "Chi gliel'ha aperta?", gli chiese provocatoriamente la coriacea ma graziosa Silvia Morescanti nel 2011 alludendo a Moratti. Meno male che non ribatté all'attuale compagna di Fabiani e legale della Salernitana con una battuta facile da immaginare....Comunque meglio per lui se si è lasciato tutto alle spalle. Purtroppo si è lasciato dietro anche una scia di misteri, e chissà se mai sapremo davvero cosa rivelò a Ilda Boccassini e perché a Napoli si auto-contraddisse.Provera, Cipriani e Tavaroli hanno chiamato in causa Moratti e Nucini, Moratti ha incolpato Tavaroli, Facchetti e Nucini, e quest'ultimo ha dato di matto in tribunale, comprensibilmente incapace di reggere la pressione psicologica per essersi trovato invischiato in solitaria in qualcosa che pensava restasse in privato tra lui e l'amico concittadino e che invece coinvolse i servizi segreti di mezza Italia.L'ANELLO DI CONGIUNZIONE.Non è assurdo ritenere che le vicissitudini dell'Operazione Ladroni e di Calciopoli, a tratti parallele e rese pubbliche entrambe a maggio 2006, a un certo punto si siano intersecate e che la seconda abbia preso spunto dalla prima. Tra il materiale archiviato da Tavaroli e sequestrato il 3 maggio 2005 dovrebbero esserci anche le utenze telefoniche ottenute dalle intercettazioni telematiche della Telecom nel 2003 e che poi, una volta finite in mano al gendarme di Calciopoli, Attilio Auricchio, potrebbero essere state girate al maresciallo Michele Di Laroni, titolare del filone sulle SIM svizzere, e da quest'ultimo usate come base per produrre il relativo capo d'imputazione. Alcune convergenze portano a questa elucubrazione. Vediamole una per una.Partiamo dalle schede svizzere, identificate la prima volta il 9 febbraio 2005, con le intercettazioni di Calciopoli. La loro assegnazione agli intestatari è stata oggetto di molte controversie al processo napoletano, tanto che nella sentenza Casoria, pur riconoscendone la validità giuridica (pagg.104-105-106 e 543 http://media2.giornalaccio rosa.it/giornalaccio rosa/cont ... li_new.pdf), si fa riferimento a una sproporzione di connessioni tra utenze e utenti dovuta a varie problematiche tecnico-logistiche inspiegabili anche dallo stesso maresciallo Di Laroni (pagg. 64-67 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 1-2009.pdf e pag. 2 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 1-2009.pdf).Se il sospetto fosse giusto, allora queste anomalie potrebbero esplicarsi con l'utilizzo, da parte di Auricchio e Di Laroni, dei tabulati Telecom del 2003 sequestrati a Tavaroli nel 2005 e riciclati come base per costruirci sopra quelli di Calciopoli immettendo utenze in sovrannumero creando connessioni fittizie. D'altra parte, se neanche Di Laroni è riuscito a decifrare del tutto il proprio lavoro, la congettura è legittima.Tanto più che agli avvocati di Calciopoli è sembrato strano che Auricchio e Di Laroni siano riusciti a produrre e a mostrare in tribunale le liste delle chiamate senza risposta sulle SIM svizzere, cioè con i tentativi non andati a buon fine (pag. 10 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 1-2009.pdf), perché fino al 2009 i tabulati per le indagini messi a disposizione dai gestori telefonici ai magistrati contenevano solo le chiamate andate a compimento, escludendo i tentativi a vuoto. Fu il Decreto Frattini del 2008 (D.Lgs. 109/2008) a modificare la normativa obbligando le compagnie a inoltrare alle procure i dati delle chiamate perse: «In ottemperanza alle previsioni di Legge, le società telefoniche si sono prontamente fatte parte attiva per raccogliere anche le informazioni relative alle chiamate non risposte successivamente al 31 Dicembre 2009.».Quindi si sono domandati: come mai nell'inchiesta costruita anteriormente al 31 dicembre 2009 c'erano già queste informazioni? Forse erano dati inseriti a mano copiati su carta carbone dai tabulati del Dossier Ladroni? In effetti è Di Laroni al processo a dire di aver usato "olio di gomito" per ricostruire lo schema delle celle (pag. 13 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 1-2009.pdf) in base alla "schifezza" che gli davano i gestori (parole sue, pag. 56 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 1-2009.pdf). Per olio di gomito intendeva prendere carta e penna e manipolare in modo credibile quelle schifezze disegnando schemi di inesistenti telefonate? Quasi sicuro: persino Fabio Ghioni, l'ex capo del Tiger Team, incalzato dal giudice Mariolina Panasiti a Milano il 26 marzo 2010 con il famoso esempio della suocera, ammette che sì, con il Radar era possibile far comparire chiamate effettuate verso un'utenza al posto di un'altra (pag. 125 https://web.archive.org/web/20160413095 ... elecom.pdf.). E noi sappiamo, da testimonianza di Caterina Agata Plateo (https://live.staticflickr.com/65535/517 ... 6d10_c.jpg), che per la lavorazione della Pratica CoMo venne usato il Radar, quindi è possibile (o probabile?) che a Di Laroni e Auricchio arrivò materiale già inquinato, pronto per il passaggio finale, quello che poi verrà tramutato in atti processuali.Invece a fornire i codici di accesso del computer ai carabinieri avrebbe potuto provvedere l'imputato Cipriani, il titolare della Polis D'Istinto, in cambio di uno sconto di pena nel suo processo. Si può dedurre perché è quello che ha fatto davvero con altri terminali Telecom, coi quali aveva lavorato, finiti in mano ai CC e decrittati da lui in piena collaborazione con le forze dell'ordine (https://ricerca.repubblica.it/repubblic ... pioni.html).E poi c'è un'ombra di illegittimità su entrambe le operazioni. Detto che lo spionaggio Telecom è andato oltre i canoni giuridici previsti dalle normative, anche le intercettazioni di Calciopoli lasciano a desiderare da questo punto di vista: infatti riferisce Maurilio Prioreschi, all'epoca avvocato di Moggi, del modo in cui le intercettazioni vennero dapprima autorizzate dalla Procura di Napoli a favore di quella di Roma, per poi essere deviate direttamente al Nucleo investigativo di via In Selci, quello del colonnello Auricchio, in contrasto con quanto disposto dalla legge (qui i dettagli spiegati bene http://www.ju29ro.com/dossier/cantanapo ... arita.html).Pur ricordando che la Corte Suprema di Cassazione, espressasi nel 2015 con le motivazioni di Calciopoli, ha ribadito la legalità delle intercettazioni giustificando il trasferimento da una procura a una caserma (pagg. da 31 a 35 https://www.giurisprudenzapenale.com/wp ... -36350.pdf), resta il fatto che alcune modalità con cui è stato eseguito lo spostamento delle telefonate (ben descritte nell'articolo riportato due righe sopra) lasciano qualche dubbio circa la totale trasparenza procedurale in questione.Un'altra concomitanza è che il teorema Moggi-De Santis più Combriccola Romana enunciato da Nucini nel 2002 a Facchetti per convincerlo ad aiutarlo è lo stesso su cui si baserà quattro anni dopo Calciopoli, compreso il ruolo del dimenticato guardalinee Enrico Ceniccola, estrosamente tirato in ballo nel 2006, e poi assolto, per aver avuto delle magliette in regalo dalla Juventus, che compare già tra gli spiati da Tavaroli e Cipriani nel 2003, in quanto amico di De Santis. Stessa cosa per la Gea World del figlio di Moggi, presente in entrambi i casi e così via a oltranza.Anche la spiegazione di Nucini sull'aggancio delle celle telefoniche con Fabiani (che lui chiama cellule, pag. 17 http://download.ju29ro.com/processo_cal ... 5-2009.pdf) pare un riferimento alla ricostruzione delle celle telefoniche di Moggi, come se i suoi racconti sul 2003, esposti tra 2009 e 2011, fossero stati suggestionati dagli arcinoti fatti del 2006. In ogni caso la sua testimonianza sull'Operazione Ladroni, che se vi ricordate abbiamo già visto venire bollata con termini sferzanti dal giudice Casoria, ha senz'altro contribuito a rendere agli occhi della corte napoletana l'imputato Moggi meno colpevole per i fatti di Calciopoli, essendo stato invocato dai pubblici ministeri come principale accusatore del processo.È altresì curioso che gli avvocati di Moratti, nella memoria difensiva opposta alla causa di risarcimento economico chiesta da De Santis, tentando una minimizzazione circa i danni morali subiti dall'arbitro per lo spionaggio, citino la sua condanna in primo grado del processo Calciopoli (riportata nella sentenza che assolve l'Inter, https://live.staticflickr.com/65535/519 ... a2fe_c.jpg) come a dimostrare che siccome era un personaggio poco raccomandabile, allora l'averlo pedinato è stato in qualche modo giustificato dalla sua (futura) immoralità. Sì, perché l'attività sul suo conto del 2003 è precedente a Calciopoli. Se avessero dunque inteso in questo una sorta di giustizia morale retroattiva, allora avrebbero cozzato, anche solo simbolicamente, con la Costituzione italiana che la vieta espressamente in ogni forma.Va infine considerato il ruolo di Tavaroli come responsabile del CNAG, il Centro Nazionale Autorità Giudiziaria, l'ufficio centrale con sede in Porta Ticinese a Milano che fa capo direttamente alla Telecom, creato a fine 2003 e in grado di gestire tutte le richieste di intercettazioni telefoniche e telematiche delle procure italiane. L'ambiguità sta nel fatto che tale ufficio ha sovrinteso le indagini telefoniche di Calciopoli, quindi il capo della sicurezza Telecom potrebbe essere stato il collegamento tra quell'inchiesta e l'azienda, data la sua posizione apicale in essa. Posto che le telefonate captate nel 2004/2005 e poi inviate ai carabinieri romani non sono state manipolate, resta il dubbio su chi effettivamente fosse a conoscenza di quanto stava avvenendo tra la Procura di Napoli e il nucleo investigativo di Via In Selci di Auricchio, perché Tavaroli, per altre vicende di spionaggio, ha tirato in causa Carlo Buora, potente colletto bianco della galassia Telecom-Pirelli-Inter, e quindi non è così improbabile ritenere che entrambi fossero al corrente di cosa stesse accadendo in tempo reale sul fronte Calciopoli, e che magari di riflesso lo possa aver saputo anche la società di Moratti. Però c'è da dire che se fosse così allora si sarebbero comportati onestamente non avvisando l'Inter, altrimenti si suppone che Facchetti tra il 2004 e 2005 non avrebbe partecipato nemmeno a una di quelle telefonate relazionate come condizionanti del settore arbitrale dal pubblico ministero Stefano Palazzi nel 2011 (pag. 57 http://download.ju29ro.com/files/palazz ... lecito.pdf). Senza urlare agli arbitri come faceva Lucky Luciano, ma effettivamente lo stesso evitabili, ad averlo saputo.Detto tutto questo, se il computer di Tavaroli avesse contenuto il Dossier Ladroni (e secondo Cipriani c'era, pag. 55 https://www.tuttosport.com/files/Documento2.pdf), allora sarebbe finito in mano a chi poi ha prodotto l'accusa contro Moggi, e dunque potrebbe rappresentare l'anello di congiunzione tra le due inchieste, rammentando che Calciopoli termina ufficialmente il 12 aprile 2007 (http://download.ju29ro.com/atti_procure ... prile_2007).pdf), quindi potenzialmente ci sono stati quasi due anni di tempo per la manipolazione dei dati Telecom catturati il 3 maggio 2005, quando già da tre mesi si sapeva dell'esistenza delle schede svizzere.Anche perché l'assalto al computer di Tavaroli è stato coordinato dalla Procura di Milano, la stessa dell'interrogatorio a Nucini del 2004, ed eseguito dal Nucleo Informativo dei Carabinieri, il cui capo era Andrea Chittaro (ricordate a pag. 6 http://download.ju29ro.com/files/ricors ... -inter.pdf?), il maggiore suggerito da Tavaroli a Moratti e Facchetti come confidente per le indagini sul calcio, quando nel 2002 propose loro questa strada prima di inaugurare l'Operazione Ladroni. Che Chittaro (in realtà nel 2005 era tenente colonnello) sapesse tutto da tre anni, allertato da Tavaroli, e dunque fosse anche a conoscenza dell'esistenza del suo portatile con conservata la documentazione sulle indagini private condotte dalla Telecom, comprese quelle calcistiche, che difatti è finito in mano ad Auricchio e Di Laroni con il suo prezioso contenuto? Giunti fin qui, vi meravigliereste?Per precisare: il discorso non è se l'Inter abbia creato o no Calciopoli (per me assolutamente no), ma solo che probabilmente la branca di Calciopoli sulle schede elvetiche è stata, diciamo arricchita, dai tabulati Telecom con artifizi mai chiariti. E non necessariamente per colpa dell'Inter.TRISTE EPILOGO.Alla fine cosa ci resta? Di concreto ormai nulla, solo alcuni nomi che si ritrovano protagonisti nelle due vicende: Inter, Telecom, Nucini, De Santis, Fabiani, Moggi, via In Selci....Magari accidentalmente, oppure no, ma troppe cose si sono incastrate l'una con l'altra. Peccato che l'omertà abbia regnato incontrastata dal Duomo al Golfo. Il grande letterato Luigi Necco diceva: "Milano chiama, Napoli risponde". Il problema è che a parti invertite non ha risposto Milano: malgrado i ripetuti appelli degli avvocati di Calciopoli dal tribunale partenopeo a quello meneghino e nonostante che la legge non prevede la distruzione dopo un tot di anni dei modelli 45 e quindi è possibile che giaccia ancora a Palazzo di Giustizia, è però passato troppo tempo per sperare, davvero realisticamente, che quello di Nucini non sia stato mandato al macero anni fa, complice anche la sonnolenza dei vertici FIGC, che come già sappiamo dallo scandalo passaporti del 2001, quando si tratta di interessarsi a una milanese o una romana non è che si dimostrino particolarmente solerti.Riportarlo alla luce del sole è ormai utopia. Se però un dì lontano incredibilmente accadesse, questa storia verrebbe riscritta da capo, allora sì, possedendo la verità.Con buona pace generale, che tanto per allora i protagonisti saranno tutti morti. Almeno però si spera per cause naturali, a differenza del povero Adamo Bove, sbranato dalle sanguinarie Tigri di Telecom in quella torrida estate dello scandalo di Calciopoli. E di Telecom-Sismi, naturalmente.
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