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Socrates

Marco Marchionni

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Marchionni: «Juve senza leader? Fa fatica, serve il gruppo» | OneFootball
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Marchionni è sicuro: 'La Juve è ancora in corsa per lo scudetto' |  ilbianconero.com

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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg   MARCO MARCHIONNI  

 

Melo set for Juventus - Eurosport

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Marchionni

 

 

Nazione: Italia 20px-Flag_of_Italy.svg.png
Luogo di nascita: Monterotondo (Roma)
Data di nascita: 22.07.1980
Ruolo: Centrocampista/Ala
Altezza: 173 cm
Peso: 71 kg
Nazionale Italiano
Soprannome: Marchio

 

 

Alla Juventus dal 2006 al 2009

Esordio: 19.08.2006 - Coppa Italia - Martina Franca-Juventus 0-1

Ultima partita: 10.05.2009 - Serie A - Milan-Juventus 1-1

 

78 presenze - 7 reti

 

1 campionato di serie B

 

 

Marco Marchionni (Monterotondo, 22 luglio 1980) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista, tecnico del Novara FC.

 

 

Marco Marchionni
Marco Marchionni.jpg
Marchionni nel 2006
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 173 cm
Peso 71 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex centrocampista)
Squadra   Novara FC
Termine carriera 2018 (calciatore)
Carriera
Giovanili
1995-1997   Monterotondo
Squadre di club
1997-1998   Monterotondo 29 (4)
1998-2001   Empoli 55 (7)
2001-2003   Parma 25 (0)
2003    Piacenza 16 (1)
2003-2006   Parma 87 (13)
2006-2009   Juventus 78 (7)
2009-2012   Fiorentina 60 (7)
2012-2014   Parma 60 (2)
2014-2015   Sampdoria 1 (0)
2015-2017   Latina 6 (0)
2017-2018   Carrarese 6 (0)
Nazionale
2000-2002 Italia Italia U-21 18 (2)
2003-2009 Italia Italia 6 (0)
Carriera da allenatore
2018-2020   Carrarese Vice
2020-2021   Foggia  
2021-   Novara FC  
Palmarès
 
Transparent.png Europei di calcio Under-21
Bronzo Svizzera 2002

 

Caratteristiche tecniche

Giocatore

Giocava solitamente come esterno offensivo, ruolo in cui poteva sfruttare la sua abilità nel dribbling e nel cross. Nel finale di carriera viene anche impiegato come mezzala, regista o interno di centrocampo.

Carriera

Giocatore

Club

Gli inizi, Empoli
220px-Marco_Marchionni_-_Empoli_FC_2000-
 
Marchionni in azione all'Empoli nella stagione 2000-2001

 

All'età di 15 anni viene ingaggiato dal Monterotondo, con cui esordisce nel Campionato Nazionale Dilettanti 1997-1998, realizzando 4 reti in 29 presenze. Viene notato da un osservatore dell'Empoli, che lo acquista a giugno e lo fa debuttare in serie A nella stagione 1998-1999 in Roma-Empoli 1-1 il 31 gennaio 1999. Alla fine della stagione la squadra retrocede in Serie B.

Nelle stagioni successive trascorse nel campionato cadetto (1999-2000 e 2000-2001) l'allenatore Silvio Baldini lo trasforma da seconda punta a esterno d'attacco, e colleziona 54 presenze e 7 reti. Nel 2000 vince il Torneo di Viareggio con la formazione Primavera degli azzurri toscani.

Parma

Nella stagione 2001-2002 viene acquistato inizialmente dalla Fiorentina, per 10 miliardi di lire; tuttavia l'accordo viene annullato, a causa della crisi finanziaria dei viola. Passa quindi in comproprietà al Parma.

Nella prima annata con i ducali viene impiegato come rincalzo dall'allenatore Renzo Ulivieri, e a fine stagione conquista la Coppa Italia. Nella stagione 2002-2003, dopo un inizio ancora da riserva viene ceduto in prestito a gennaio al Piacenza: con la maglia biancorossa non incide, realizzando un unico gol in 16 partite, e a fine stagione la squadra retrocede.

Tornato al Parma in una situazione difficile, dovuta al fallimento della Parmalat, riesce a trovare un posto da titolare e dopo una stagione in cui totalizza 5 reti in 32 partite conquista il quinto posto e, nel novembre 2003, anche la prima convocazione in Nazionale.

Nella stagione 2004-2005 il nuovo allenatore è Silvio Baldini che lo aveva già allenato all'Empoli; il tecnico verrà poi esonerato. Marchionni è confermato titolare, tuttavia subisce un grave infortunio al menisco che lo ferma per alcuni mesi, tra la fine della stagione e l'inizio della successiva. Riconfermato per la stagione 2005-2006, contribuisce alla salvezza del Parma, ottenendo anche la pre-convocazione in Nazionale in vista del Mondiale 2006 in Germania.

Juventus

Nell'estate 2006 passa a parametro zero alla Juventus, a seguito della mancata richiesta di rinnovo durante l'infortunio da parte del Parma, accettando di giocare anche in Serie B. La sua prima rete in bianconero arriva il 14 aprile 2007 in Lecce-Juventus 1-3.

Tornato in Serie A con la Juventus nella stagione 2007-2008 subisce molti infortuni: il 2 agosto, durante la tournée in Inghilterra si procura una distorsione dell'avampiede sinistro che causa una frattura incompleta del 5º osso metatarsale. Lo stop è di tre mesi ed al suo rientro, il 25 novembre nella gara contro il Palermo vinta dai bianconeri per 5-0, entra in campo a metà ripresa e dopo pochi minuti segna il gol del provvisorio 4-0, il suo primo con la maglia della Juventus in Serie A. Un ulteriore infortunio, patito il 24 gennaio in Coppa Italia contro l'Inter, fa temere una nuova frattura allo stesso piede, che fortunatamente si rivela essere solo una distorsione al mesopiede con una prognosi di 25/30 giorni. Nella sua seconda stagione torinese gioca in totale 14 gare tra Campionato e Coppa Italia, realizzando due reti.

Nella stagione 2008-2009 ritorna in campo il 14 settembre nella partita con l'Udinese e diventa titolare in seguito all'infortunio di Camoranesi, sia in campionato, dove realizza un gol contro la Roma (2-0 per la Juve), sia nella doppia sfida di Champions League con il Real Madrid (esordendo inoltre in questa competizione).

Fiorentina, ritorno al Parma
220px-Marco_marchionni.JPG
 
Marchionni alla Fiorentina nel 2010

 

Il 15 luglio 2009 viene acquistato dalla Fiorentina, per 4,5 milioni di euro, nell'ambito dell'operazione che porta Felipe Melo alla Juventus.

Segna il suo primo gol con la maglia viola nella partita Genoa-Fiorentina del 28 ottobre 2009, terminata 2-1 in favore dei Grifoni. Il 4 novembre invece realizza la sua prima rete in Champions League nel successo per 5-2 contro il Debrecen. Va a segno anche contro la Juventus nella partita di ritorno disputata al Franchi terminata 2-1 per i bianconeri.

Nella stagione 2011-2012 viene messo ai margini della rosa dall'allenatore Siniša Mihajlović, sotto la cui conduzione colleziona una sola presenza. La sostituzione in panchina con Delio Rossi a campionato in corso riporta Marchionni nella lista dei giocatori utilizzati.

A fine stagione non gli viene rinnovato il contratto e rimane svincolato.

Il 14 settembre 2012 viene ingaggiato dal Parma. Ritorna a indossare la maglia crociata al Tardini dopo sei anni, esordendo dal primo minuto in occasione della vittoria del Parma ai danni della Sampdoria. Il 18 novembre 2012 realizza la prima rete del suo ritorno in maglia crociata in occasione di Udinese-Parma, terminata poi 2-2. Nella stagione 2013-2014 indossa anche la fascia di capitano in alcune occasioni.

Sampdoria, Latina e Carrarese

Il 27 agosto 2014 si trasferisce a titolo definitivo alla Sampdoria nell'affare che porta Andrea Costa in Emilia. Il 24 settembre esordisce in blucerchiato giocando dal primo minuto la gara Samp-Chievo 2-1. Questa è l'unica partita che gioca con la squadra ligure.

Il 31 agosto 2015 si trasferisce a titolo definitivo al Latina in Serie B.

Il 20 luglio 2017, dopo essere rimasto svincolato dalla società pontina a causa del fallimento di quest'ultima, viene ingaggiato dalla Carrarese, squadra militante in Serie C. A fine stagione annuncia il ritiro dal calcio giocato.

Nazionale

Ha giocato titolare nell'Under 21 nel biennio 2000-2002 sotto la guida di Claudio Gentile. Esordisce in Nazionale maggiore il 12 novembre 2003 nella gara persa contro la Polonia 3-1, sotto la guida di Giovanni Trapattoni. Da Marcello Lippi invece, viene convocato come riserva per il Mondiale 2006 in Germania, ma non ha preso successivamente parte al torneo. Il 30 agosto 2009 viene convocato nuovamente da Lippi dopo 3 anni, prendendo parte alle sfide contro Bulgaria e Georgia.

Allenatore

Dopo aver svolto il ruolo di vice allenatore di Silvio Baldini alla Carrarese per due stagioni e aver conseguito la licenza di allenatore UEFA A, il 10 ottobre 2020 viene nominato nuovo tecnico del Foggia. Chiude la stagione al nono posto in classifica qualificandosi per i play-off dove batte al primo turno il Catania per 3-1 per poi essere eliminato dal Bari al secondo turno con il medesimo punteggio.

Il 2 settembre 2021 viene nominato nuovo allenatore del Novara FC, in Serie D. Dopo una lunga cavalcata, vince il campionato con due giornate di anticipo e ottiene la promozione in Serie C.

Palmarès

Giocatore

Club

Competizioni giovanili
Competizioni nazionali

Allenatore

Club

 

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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg   MARCO MARCHIONNI  

 

Marchionni_gol.jpg

 

 

 

UMBERTO ZOLA, “HURRÀ JUVENTUS” DEL LUGLIO 2006
Riprendersi da un infortunio e tornare in campo più forti di prima. A parole sembra semplice, ma concretamente e ben altra cosa. Non e facile mantenere la serenità quando ci si trova faccia a faccia col primo, grave trauma di una felice carriera. Spesso sono le energie mentali, più di quelle fisiche, a venir meno. Sono tanti i cattivi pensieri che, inevitabilmente, colpiscono il morale di chi al calcio ha dedicato buona parte della propria vita e, improvvisamente, proprio dal calcio si trova tradito, abbandonato. Eppure e proprio in quei momenti che ci vogliono forza d’animo e ottimismo, perché impegnandosi un incoraggiamento sincero può trasformarsi nella storia della propria vita. Ne sa qualcosa Marco Marchionni, nuova importante pedina del centrocampo bianconero.
Nato a Monterotondo il 22 luglio di ventisei anni fa, l’ex parmense e un ragazzo tranquillo, educato, coi piedi ben piantati per terra. Marchionni e un calciatore vecchio stampo, una persona semplice che adora il suo paesino, Cretone, poco più di un migliaio di abitanti a una trentina di chilometri da Roma: «Ci torno appena ho un po’ di tempo libero, a trovare la famiglia e gli amici più cari. Mi piace un sacco l’atmosfera di pace che si respira lì. È una frazione piccola, ma accogliente: hai la tranquillità della campagna, con Roma a portata di mano».
Un ragazzo con la testa sulle spalle, insomma, che alla mondanità preferisce di gran lunga la tranquillità. E che ama Cretone anche per un altro motivo: «È lì che ho conosciuto mia moglie Claudia. Nonostante la giovinezza siamo una coppia più che consolidata. Siamo stati fidanzati sette anni, prima di sposarci due anni fa. Anche lei adora il suo paese natale, perciò a fine carriera andremo sicuramente a viverci».
La famiglia, gli amici e il pallone: tutto il mondo di Marco ruota attorno al suo paese natale: «Il calcio è la mia passione più grande sin da quando ero un bambino. Giocavo a pallone appena ne avevo l’opportunità, ovunque mi capitasse, anche per strada, con gli amici».
Ed è proprio su quelle strade che e iniziata l’avventura di Marchionni: «La mia prima squadra di calcio fu il Castelchiodato, dal momento che il mio paese non aveva una rappresentativa giovanile. Avevo otto anni e ricordo che giocavo già a centrocampo, ma a sinistra. A quindici anni sono passato nel Monterotondo, e lì ho fatto tutte le giovanili fino alla categoria dilettanti».
– Poi, a diciotto anni, il grande salto...
«Sì. Improvvisamente mi sono ritrovato dal campionato dilettanti alla Serie A, con la maglia dell’Empoli. Era un balzo di categoria notevole per un giovane, ma devo ammettere di non aver perso la testa. La società toscana mi ha lasciato maturare piano piano, alternando la prima squadra con la formazione Primavera. Ero arrivato come attaccante, poi Baldini mi ha trasformato in esterno di centrocampo ed è stata una scelta azzeccata. Per le mie caratteristiche fisiche in fascia rendo molto meglio che davanti».
– Tre anni con l’Empoli, poi sei passato al Parma e la tua carriera ha spiccato il volo fino alla Nazionale.
«La convocazione azzurra è stata un sogno che si avvera. Sono sceso in campo in due occasioni, nel 2003, con Trapattoni in panchina. Poi per colpa dell’infortunio ho temuto di essere uscito dal giro».
– Già, l’infortunio. Ti ha messo all’angolo ma ne sei uscito alla grande.
«È stato il momento più brutto della mia carriera. Lo scorso anno, a marzo, durante il match con l’Atalanta mi sono lesionato il menisco del ginocchio destro. Ero parecchio preoccupato e devo ringraziare in particolar modo il fisioterapista Fabio Paganelli, che mi ha fatto ritornare la fiducia e mi ha seguito nella lunga fase di riabilitazione. Al primo infortunio grave della carriera ci si fascia sempre la testa più del dovuto. Sono stato costretto a saltare il ritiro, ma impegnandomi con costanza e senza forzare i tempi sono riuscito a recuperare completamente, ritornando in campo a ottobre, sette mesi dopo quell’Atalanta-Parma. All’inizio non a stato facile, ma col passare del tempo sono ritornato ai livelli di prima ed ho disputato un buon campionato. Un mese fa è arrivata la chiamata di Lippi. Essere in ritiro con i ventisette migliori calciatori italiani è stata una soddisfazione enorme».
– In questa stagione hai brillato per i tanti assist forniti ai tuoi compagni. Ma ti sei fatto vedere anche davanti alla porta, con quattro gol segnati. Cosa ti dà maggior soddisfazione?
«Sono due emozioni diverse. Fare gol a una gioia personale, mentre con un assist hai la profonda riconoscenza dei compagni. Se devo scegliere, dico che preferisco fare gli assist, anche perché davanti alla porta non sono abbastanza freddo. E, prima di tirare, controllo sempre che non ci sia un compagno da servire».
– Dopo un grande campionato, una grande squadra: la Juventus. Cosa Si prova a essere un giocatore bianconero?
«Una grandissima soddisfazione. Faccio parte di una società dalla storia gloriosa, che fin dal primo istante mi ha colpito per quanto e ben organizzata. Da piccolo non ci avrei nemmeno creduto, invece ora eccomi qua. Nella stessa squadra in cui giocava il mio idolo quand’ero ragazzino: Roberto Baggio. È veramente un’emozione. Conosco Cannavaro dai tempi del Parma ed ho parlato con Del Piero durante il ritiro azzurro. Mi hanno detto tutti che in questa squadra mi troverò benissimo».
– E di Torino cosa ti hanno detto?
«Che è una città che si addice al mio carattere. Tranquilla come lo era Parma, pur essendo più grande. Ci ero già venuto l’anno scorso, a vedere Juve-Parma, e sono convinto che sia l’ambiente ideale per me».
– Una città incastonata tra le montagne olimpiche e il mare. Tu cosa preferisci?
«Adoro il mare, la spiaggia e quando sono in vacanza ci passo la maggior parte del mio tempo. Però mi piace anche la montagna, la neve, anche se per la mia professione preferisco le passeggiate agli sci».
– Quest’anno i tuoi progressi sono stati notevoli. Hai ritrovato la maglia azzurra e la prossima stagione giocherai nella Juventus. Pensi di avere ulteriori margini di miglioramento?
«Oh, certamente. Vorrei migliorare la mia capacità di gioco col piede sinistro, in modo da poter giocare bene anche sull’altra fascia. Sia con Prandelli che con Carmignani ho disputato qualche partita da quella parte, ma mi trovo meglio a destra, dove posso crossare col mio piede. E poi vorrei imparare a essere un po’ più freddo quando mi trovo davanti al portiere».
– Migliaia di giovani calciatori sognano di raggiungere la serie A. Quali sono i requisiti necessari a sfondare?
«Beh, innanzi tutto occorre essere dei bravi giocatori, diligenti e vogliosi di imparare. E poi sono convinto che ci voglia anche una buona dose di fortuna, perché il treno per la serie A non passa molte volte. Bisogna trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Il mondo è pieno di calciatori promettenti, che purtroppo rimangono tali perché non hanno l’occasione di mettersi in mostra. Succede in ogni sport. La mia fortuna è stata di incontrare Lonardi, che dal Monterotondo è passato all’Empoli e mi ha voluto con sé. Fino ad allora, il calcio per me era poco più che un divertimento».
– Per questo ti impegnavi anche negli studi.
«Ho sempre tenuto presente che approdare al professionismo e molto difficile. Il calcio può essere un obiettivo, ma non deve essere l’unico scopo della propria gioventù. Bisogna anche tenere aperte altre strade. Perciò non ho mai trascurato gli studi, fino a ottenere il diploma di ragioneria».
– E se non ce l’avessi fatta?
«Avrei continuato a studiare fino alla laurea e avrei cercato un lavoro come hanno fatto i miei fratelli».
– A proposito, quale ruolo ha avuto la tua famiglia nella tua carriera?
«È stata ed è fondamentale. Sono il più piccolo di quattro fratelli che mi hanno sempre seguito, così come mia madre. Purtroppo mio padre è mancato nel 1989, perciò mia mamma ha dovuto vestire i panni di entrambi i genitori. Non è stato facile. A volte mi soffermo a pensare ai tanti sacrifici che ha fatto quando ero bambino pur di farmi giocare a pallone, la mia passione. È sempre stata mia tifosa, così come sono sicuro che sarebbe stato anche mio papà. Se sono diventato un calciatore lo devo soprattutto a lei e per questo non posso far altro che ringraziarla. Anche i miei fratelli mi sono sempre stati vicini. Hanno fatto spesso più di 400 chilometri per venirmi a vedere a Parma, e ci sentiamo ogni giorno. Ora che sono a Torino siamo ancora più distanti, ma sono certo che riusciranno a venire ogni tanto. Ed io, come sempre, appena avrò qualche giorno libero andrò a trovarli».
Gentile, ottimista e mai sopra le righe. Marco lo stile Juve ce l’ha nel sangue.
〰.〰.〰
Buon protagonista del campionato cadetto con la Vecchia Signora si merita la conferma per il campionato successivo che, purtroppo, lo vedrà ancora falcidiato dagli infortuni: il 2 agosto, durante la tournèe inglese, si procura una distorsione dell’avampiede sinistro che causa una frattura incompleta del quinto osso metatarsiale. Lo stop è di tre mesi; il 25 novembre 2007, nella gara contro il Palermo vinta dai bianconeri per 5-0, entra in campo a metà ripresa e, dopo pochi minuti, segna il gol del provvisorio 4-0, il suo primo con la maglia della Juventus in Serie A. Un ulteriore infortunio, patito il 24 gennaio in Coppa Italia contro l’Inter, fa temere una nuova frattura allo stesso piede che, fortunatamente, si rivela essere solo una distorsione al piede con una prognosi di 25-30 giorni.
Nella stagione successiva, ritorna in campo il 14 settembre nella partita con l’Udinese e, in seguito all’infortunio di Camoranesi, diventa ben presto titolare, alternando ottime prestazioni (come quella contro la Roma all’Olimpico di Torino, nella quale realizza il gol del raddoppio juventino) a prove meno brillanti. Rimane nella mente dei tifosi bianconeri, la rete mancata contro l’Inter all’Olimpico quando, presentatosi solo di fronte all’estremo difensore nerazzurro, si fa respingere il tiro a causa dell’errato controllo di palla, uno dei suoi principali difetti.
Il sodalizio con la compagine juventina si interrompe nell’estate del 2009 quando, nell’ambito dell’operazione che porta il brasiliano Felipe Melo a vestire la maglia bianconera, è ceduto alla Fiorentina. In totale Marco scende in campo 78 volte e realizza 7 reti.
 

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