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Giovanni Vecchina

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Category:Giovanni Vecchina - Wikimedia Commons

 

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Vecchina

 

 

Nazione: Italia Italia
Luogo di nascita: Venezia
Data di nascita: 16.08.1902

Luogo di morte: Vicenza

Data di morte: 05.04.1973
Ruolo: Attaccante
Altezza: 181 cm
Peso: 80 kg

Nazionale Italiano
Soprannome: Nane

 

 

Alla Juventus dal 1930 al 1933

Esordio: 28.09.1930 - Serie A - Juventus-Pro Patria 4-1

Ultima partita: 18.06.1933 - Serie A - Genoa-Juventus 3-2

 

75 presenze - 33 reti

 

3 scudetti

 

 

Giovanni Vecchina (Venezia, 16 agosto 1902  Vicenza, 5 aprile 1973) è stato un allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo attaccante.

Era noto anche come "Nane".

 

Giovanni Vecchina
Giovanni Vecchina.jpg
Vecchina al Padova
     
Nazionalità   Italia
Altezza 181 cm
Peso 80 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex attaccante)
Termine carriera 1940 - giocatore
19?? - allenatore
Carriera
Giovanili
19??-19??   Aurora Venezia
19??-19??   Venezia
Squadre di club1
1919-1922   Venezia ? (?)
1922-1924   Petrarca ? (?)
1924-1930   Padova 117 (86)
1930-1933   Juventus 75 (33)
1933-1935   Torino 32 (3)
1935-1936   Servette ? (?)
1935-1937   Biellese 20+ (6+)
1937-1938   Venezia 3 (0)
1938-1939   Palmese ? (?)
1939-1940   Siracusa 14 (3)
Nazionale
1928-1931   Italia 2 (0)
Carriera da allenatore
1938-1939   Palmese  
1939-1940   Siracusa  
1940-1941   Napoli Riserve
1942-1943   Rovigo  
1946-1947   Vicenza  
1948   Vicenza  
1947-1948   Napoli  
1949-1950   Pistoiese  
1953-1954   Portogruaro  
1959-19?? Flag blue HEX-539ADE.svg Azzurra Sandrigo

 

Carriera

Giocatore

Club

Dopo gli esordi, a cavallo degli anni 10 e 20 del XX secolo, con le maglie di Venezia e Petrarca, legò il suo nome principalmente a quello del Padova, club con cui disputò sei campionati prima dell'istituzione del girone unico, figurando tra i migliori marcatori del tempo. Accasatosi ai biancoscudati nel 1924, lasciò la formazione veneta nel 1930 dopo la prima edizione nella neonata Serie A.

 

220px-FBC_Juventus_-_1932_-_Orsi%2C_Vecc
 
Vecchina alla Juve del Quinquennio nel 1932, tra Orsi (a sinistra) e Munerati (a destra).

 

Nello stesso anno approdò alla Juventus di Carlo Carcano, dove rimase per tre stagioni. Per l'iniziale biennio fu il centravanti titolare dei bianconeri, perdendo il posto solo nell'ultima annata causa l'esplosione del giovane Felice Borel, vincendo sotto la Mole tre scudetti — i primi del cosiddetto Quinquennio d'oro — prima di cambiare squadra ma non città, passando ai rivali del Torino con cui esordì in una partita interna contro la Lazio (1-1), rimanendo in granata per due stagioni.

Nel 1935 si trasferì al Servette di Ginevra. Tornato in Italia dopo una stagione, seguirono due anni nella Biellese, prima di far brevemente ritorno a Venezia e chiudere infine la carriera agonistica sul finire del periodo interbellico, con Palmese e Siracusa, club questi ultimi in cui si cimentò nel doppio ruolo di giocatore-allenatore.

Nazionale

Ha giocato anche due partite con la maglia azzurra dell'Italia, la prima il 2 dicembre 1928 a Milano, contro i Paesi Bassi (3-2), e la seconda il 12 aprile 1931 a Oporto, contro il Portogallo (0-2), senza collezionare reti.

Allenatore

La sua prima esperienza da allenatore è stata a Palmi, in Serie C nella stagione 1938-1939, quando divenne allenatore-giocatore della Palmese. Ha chiuso la carriera da giocatore fungendo anche da allenatore a Siracusa: in quella stessa annata ne fu anche il capitano.

Condusse quindi il Rovigo nella stagione 1942-1943, dopo essere subentrato a Renato Bottaccini, guidando poi blasionate squadre come il Vicenza, dove fu esonerato il 28 settembre 1947 per lasciare il posto a Emilio Berkessy, e il Napoli, subentrando nel corso della stagione 1947-1948 a Raffaele Sansone.

 

Palmarès

Giocatore

Club

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Juventus Logo 3D" Poster by StepupDesign | RedbubbleGIOVANNI VECCHINA

 

vecchina%2B%25282%2529.jpg

 

 

 

La notizia della scomparsa di Nane Vecchina – scrive Alberto Fasano su “Hurrà Juventus” del maggio 1973 – ha colto gli amici bianconeri tra un’edizione e l’altra del nostro giornale. Ma il personaggio ci è troppo caro per non tributargli, sia pure in ritardo, un doveroso omaggio. Lo sapevamo da tempo malato, ma speravamo che la sua fibra eccezionale gli facesse superare le crisi sempre più frequenti e violente. Lo scorso anno eravamo andati a trovarlo in clinica e avevamo provato un senso di inenarrabile tristezza. Chi lo aveva visto nei periodi del suo formidabile fulgore atletico, non lo avrebbe quasi riconosciuto.Giovanni Vecchina era nato a Venezia il 19 agosto 1902. Apparteneva anche lui, dunque, alle schiere del calcio veneto che ha sempre esercitato sensibile influsso nel gioco in Italia, in virtù della robustezza e della sanità della razza.
Da ragazzo aveva militato nelle squadre minori del Venezia, distinguendosi non solo per le spiccate attitudini di realizzatore, ma anche per una visione corale del gioco. Nel 1924 passò al Padova, la squadra veneta che in quel periodo si trovava all’apice del suo rendimento. Tra i biancorossi militavano atleti di straordinarie doti tecniche e fisiche, dal portiere Paglianti, ai terzini Danieli e Barzan; dalla famosa mediana Girani-Fagioli-Fayenz, alla strepitosa linea attaccante composta dai due Busini (il Duca e Toni), i due Monti (Bisa e Cice, rispettivamente contrassegnati con i numeri ordinali II e III), e poi lui, Nane Vecchina, nel ruolo di centrattacco. Questa formazione aveva concluso il campionato in seconda posizione alle spalle del Genoa; poi nei 1925 (Lega Nord, Girone B) il Padova si era classificato al quarto posto, dietro a Bologna, Pro Vercelli e Juventus.
Il gioco dei patavini era veloce, duro, spigoloso, all’inglese; e infatti trainer dei biancoscudati era proprio un inglese, l’indimenticabile Burgess il quale aveva di Vecchina una grande stima; stima meritata, perché Nane fu un grande centrattacco in un’epoca di grandi stoccatori, anni in cui giocavano Peppino Meazza, Angelo Schiavio e Giulio Libonatti. Nel campionato 1924-25 il Padova vinse le sue due partite con la Juventus: 2-1 a Padova e 2-0 a Torino; Vecchina fu sempre tra i migliori e una delle reti incassate da Combi a Torino portava la sua firma, un goal di strepitosa potenza.
Nella stagione successiva Vecchina realizzò ancora un goal alla Juve nella gara giocata a Padova e continuò praticamente a dare dispiaceri a Combi ogni qual volta i biancoscudati si trovavano di fronte ai bianconeri. L’ultima prodezza del centrattacco patavino porta la data del 26 gennaio 1930, giorno in cui il Padova sconfisse la Juventus e Nane mise a segno la stoccata del successo.
Un simile centrattacco era molto meglio averlo in squadra come compagno che come avversario: fu così che il giocatore venne acquistato dalla Juve (per la grossa cifra di 100.000 lire) e iniziò a giocare nella stagione 1930-31. La partita inaugurale del campionato era Juventus-Pro Patria: i bianconeri vinsero per 4-1, con tre reti di Vecchina e una di Cesarini. Altri tre goal (in quello stesso campionato) il centrattacco mise a segno contro la Pro Vercelli (risultato 5-1) e contro il Genoa (risultato 4-1). In quella sua prima stagione bianconera Vecchina realizzò sedici goal (senza mai tirare un calcio di rigore) e cucì sulla maglia il primo dei suoi tre scudetti.
Nella stagione 1931-32 le reti realizzate furono quindici (sempre senza l’aiuto dei rigori), mentre nel 1932-33 poté giocare solo nove partite a causa di un infortunio al ginocchio destro: mise a segno due reti. La Juventus, fortunatamente aveva già in squadra un altro sensazionale centrattacco, Felice Borel II, giocatore di luminosa classe, senz’altro superiore per doti tecniche a Vecchina. Anche Borel, tuttavia, alcuni anni più tardi ebbe la sua carriera stroncata da una grave lesione al ginocchio destro.
La carriera di Giovanni Vecchina può considerarsi conclusa alla fine del 1933. Giocò ancora con alterna fortuna un paio di stagioni nelle file del Torino, poi emigrò in Svizzera e disputò due campionati nel Servette; quindi decise di appendere le scarpe al chiodo.
In tempi in cui, come abbiamo ricordato, giostravano in Italia grandi condottieri d’attacco come Meazza, Schiavio e Libonatti, Vecchina venne convocato una decina di volte in Nazionale. In maglia azzurra disputò due partite in A e una in B. L’esordio avvenne a San Siro contro l’Olanda: giocò nel ruolo di mezzala sinistra, facendo coppia con Baloncieri e avendo a fianco il piccolo guizzante Libonatti. Come allenatore non ebbe mai fortuna: la sua migliore stagione rimane quella del 1946-47, alla guida del Lanerossi Vicenza. Proprio a Vicenza ai primi di aprile Giovanni Vecchina ha chiuso la sua carriera terrena.
Era stato un ottimo calciatore, ma tutti lo avevano sempre stimato per le sue straordinarie doti umane. Con lui se ne è andato un indimenticabile amico.

VLADIMIRO CAMINITI
Vecchina, un veneziano tosto dalle ginocchia un po’ delicate, arriva alla Juventus anche lui in età atletica avanzata, ventotto anni, la Juventus lo iscrive ai ruoli, e il falso conte Mazzonis non se ne pentirà mai. Va bene che all’apparire dell’astro Borel, Vecchina invecchierà precocemente, e verrà rifilato al cugino di casa, il Torino, con il quale i rapporti, nonostante tante chiacchiere, sono sempre stati storicamente più che buoni.
Su tre campionati nella Juventus, il veneziano ha fatto valere la discreta classe e vinto i primi tre scudetti dell’inobliabile serie.
Il campionato a diciotto 1930-31 è forse il migliore che Vecchina disputa dei tre. Carlo Carcano è un allenatore psicologo e un buon preparatore atletico (se ne avvantaggerà anche Vittorio Pozzo in Nazionale). Vecchina è all’apice del rendimento e il suo apporto è sempre positivo. In un campionato lungo e massacrante, la Juventus traversa periodi difficili, ma risale ogni volta con la classe delle sue individualità superiori; non è ancora squadra completa in difesa, Carcano deve spesso cambiare, ma il registro tattico è superbo dalla metà campo in poi con Ferrari regista, nonché goleador implacabile: segna sedici goal, quanti il nostro veneziano. L’asso pigliatutto è Mumo Orsi, venti goal che ne fanno brillare tutto il talento. Talento che possiede anche Vecchina, le cui giocate sono meno appariscenti, ma il cui senso del goal è provvidenziale in parecchie partite.
La classifica finale vedrà i bianconeri primi con cinquantacinque punti, a quattro lunghezze la Roma che il 15 marzo 1931, al Testaccio, infliggerà ai bianconeri un umiliante 0-5. In effetti, Vecchina fu tra i pochi a salvarsi; la difesa uscì umiliata, a partire dal trio Combi, Rosetta, Caligaris. Varglien I, schierato centromediano, lottò inutilmente come un leone. Fulvio Bernardini gran regista segnò due goal, Volk centrattacco di autentica classe, Lombardo e Fasanelli completarono l’opera disgregatrice. La Juventus uscì a testa bassa, e tra i fischi dei romanisti estasiati da quello stadio in legno.
Saprà subito rifarsi a Torino, nel campo in cemento di Corso Marsiglia sette giorni dopo, rifilando quattro reti al Genova 1893 e proprio Giovanni Vecchina sarà l’uomo della riscossa: irresistibilmente trascinerà l’attacco, segnando tre bellissimi goal.
 

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