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Socrates

Zoran Mirković

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Zoran Mirković - Alchetron, The Free Social Encyclopedia
 
mirkovic.jpg
 
Gli eroi in bianconero: Zoran MIRKOVIC
 
 
 

 

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L'Atalanta, la Juve e la storia di Mirkovic
 
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55062307_juve1989.png.0e751d8b023348d650bcfe17bd167d22.png   ZORAN MIRKOVIC 

 

Juventus voli Srbe - B92

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Zoran_Mirković

 

 

Nazione: Serbia Serbia
Luogo di nascita: Belgrado
Data di nascita: 21.09.1971
Ruolo: Difensore
Altezza: 182 cm
Peso: 76 kg
Nazionale Jugoslavo e Serbo
Soprannome: -

 

 

Alla Juventus dal 1998 al 2000

Esordio: 10.09.1998 - Coppa Italia - Ravenna-Juventus 0-2

Ultima partita: 09.03.2000 - Coppa Uefa - Celta Vigo-Juventus 4-0

 

51 presenze - 0 reti

 

1 trofeo intertoto

 

 

Zoran Mirković (Belgrado, 21 settembre 1971) è un allenatore di calcio ed ex calciatore serbo, di ruolo difensore, tecnico del Partizan.

 

Zoran Mirković
Zoran Mirković - Atalanta BC 1996-97.jpg

Mirković in azione all'Atalanta nel 1996

     
Nazionalità Jugoslavia Jugoslavia
Jugoslavia Jugoslavia (dal 1992)
Serbia e Montenegro Serbia e Montenegro (dal 2003)
Serbia Serbia (dal 2006)
Altezza 182 cm
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex difensore)
Squadra   Partizan
Termine carriera 2006 - giocatore
Carriera
Squadre di club
1989-1990 non conosciuta Radnički Svilajnac 15 (0)
1990-1993   Rad Belgrado 62 (1)
1993-1996   Partizan 82 (1)
1996-1998   Atalanta 52 (0)
1998-2000   Juventus 27 (1)
2000-2003   Fenerbahçe 71 (3)
2004-2006   Partizan 46 (2)
Nazionale
1995-2002 Jugoslavia Jugoslavia 54 (0)
2003 Serbia e Montenegro Serbia e Montenegro 5 (0)
Carriera da allenatore
2015   Sinđelić Belgrado Vice
2015   Sinđelić Belgrado  
2016-2018 Montenegro Montenegro Vice
2018-   Partizan

 

Carriera

Giocatore

Club

Mirković iniziò la sua carriera professionistica con la prima squadra del FK Rad il 3 marzo 1991, in occasione della partita Proleter-Rad 2-1; ancor prima di quel debutto, aveva vinto con lo stesso club il titolo jugoslavo under-21. Mirković restò tre stagioni al Rad, dopodiché fu acquistato dal Partizan Belgrado.

Nella nuova squadra, il difensore non solo vinse due campionati jugoslavi (nelle stagioni 1993-1994 e 1995-1996) e una Coppa di Jugoslavia (nel 1994), ma ottenne anche la convocazione in nazionale. Inoltre, diventò un idolo per i tifosi del Partizan, sia per l'avversione agonistica nei confronti dei rivali cittadini della Stella Rossa, sia per aver onorato completamente il contratto di tre anni nonostante imperversasse la guerra dei Balcani in quel periodo.

 

220px-Juventus_Football_Club_1999-2000.j

 

Mirković (accosciato, primo da destra) alla Juventus nel 1999

 

Nel 1996, Mirković si trasferì in Italia, all'Atalanta. Nella sua prima partita in Serie A con il club bergamasco, però, subì un infortunio e fu costretto a restare a riposo per tre mesi. Essendo stato impiegato per due stagioni all'Atalanta come jolly (alternandosi tra il ruolo di difensore e quello di centrocampista) con buoni risultati, nel 1998 passò alla Juventus per espressa richiesta dell'allora allenatore dei bianconeri Marcello Lippi.

La carriera di Mirković alla Juventus può essere divisa in due periodi: la prima, in cui l'allenatore era Lippi e il difensore serbo era uno dei calciatori titolari della squadra, disputando partite sia in Serie A sia in Champions League; la seconda, sotto la guida di Carlo Ancelotti, in cui fu relegato come riserva, giocando perlopiù partite di Coppa UEFA e Coppa Italia.

Dato lo scarso feeling con la società torinese, nel 2000 Mirković fu ceduto ai turchi del Fenerbahçe. Nella prima stagione a Istanbul si laureò campione di Turchia e giunse come finalista nella Coppa di Turchia; nella seconda disputò la Champions League e finì secondo in campionato; nella terza, infine, per via dell'alternanza di tre allenatori, non andò al di là del sesto posto.

Finita l'esperienza in Turchia, Mirković ritornò al Partizan, giocando per altri due anni e mezzo, fino alla decisione di ritirarsi dal calcio giocato data il 6 marzo 2006, in seguito a un grave infortunio.

Nazionale

Mirković è stato uno dei titolari della nazionale jugoslava (poi divenuta della Serbia e Montenegro tra il 2003 e il 2006), ricoprendo il ruolo di difensore destro. In totale ha disputando 59 partite e preso parte al campionato del mondo 1998. A causa di una squalifica per 3 turni comminatagli dall'UEFA, non ha potuto disputare la fase finale del campionato d'Europa 2000.

Mai in gol in nazionale, durante la Carlsberg Cup 1997 segnò uno dei tiri di rigore contro la Russia, che vide comunque la Jugoslavia perdere la semifinale dal dischetto.

Palmarès

Giocatore

Club

Competizioni nazionali
Competizioni internazionali

 

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55062307_juve1989.png.0e751d8b023348d650bcfe17bd167d22.png   ZORAN MIRKOVIC 

 

zoran-mirkovic-juve_194tyyd629lqd1p8l54x3pq2sl.jpg

 

 

 

Atalanta e Juve sono state protagoniste di diverse operazioni di mercato nel corso degli anni – si legge su “Hurrà Juventus” del giugno 1998 –. Tanti giovani di talento cresciuti a Bergamo sono poi diventati campioni affermati in maglia bianconera. Due nomi su tutti: Gaetano Scirea e Antonio Cabrini, che a metà degli anni ‘70 lasciarono la maglia nerazzurra per venire a Torino dove conquistarono tutto in Italia, in Europa e nel mondo. Due stagioni fa, lo stesso percorso è stato fatto da Paolo Montero, l’uruguayano divenuto subito un pilastro della difesa bianconera. E se la storia si ripetesse anche con Zoran Mirkovic?
Il difensore serbo, nato a Belgrado nel settembre del 1971, è cresciuto nelle fila del Rad per poi passare al Partizan, con cui ha conquistato tre scudetti. Nel 1996 è sbarcato in Italia, alla corte di Emiliano Mondonico e dell’Atalanta, dove ha avuto modo di mettere in luce tutte le sue qualità. Difensore dotato di ottime qualità tecniche, Mirkovic sa cavarsela bene sia quando la retroguardia è disposta a uomo sia quando il reparto arretrato gioca la zona. Nell’Atalanta (in una annata travagliata per gli orobici) è stato, insieme al fantasista Sgrò, il migliore dei suoi, mantenendo una invidiabile continuità di rendimento per tutto il campionato.
E dopo due ottime stagioni a Bergamo, ecco l’approdo a Torino. «Fin da quando sono giunto in Italia il mio sogno è sempre stato quello di giocare in una grande squadra – dice Mirkovic durante la presentazione ufficiale – Nell’Atalanta mi sono trovato a meraviglia, ma la Juve è proprio un’altra cosa...».
Zoran è un difensore moderno ed eclettico, capace di giocare sia nel ruolo di centrale che in quello di esterno. «Mi ritengo un buon jolly. Essere in grado di ricoprire più ruoli è fondamentale nel calcio di oggi», dice ancora il neo bianconero. I giocatori della ex Jugoslavia, però, hanno la fama di essere tipi difficili, con un carattere spesso bizzoso. Mirkovic sgombra il campo da ogni genere di insinuazioni e ricorda: «In Italia giocano e hanno successo giocatori come Jugovic, Boksic e Boban, non è affatto vero che noi slavi siamo dei clienti difficili. Pensate un po’ che nazionale potremmo avere se fossimo ancora tutti uniti. Secondo me, non saremmo inferiori neppure al Brasile...».
Sicuro di sé, desideroso di far bene, Mirkovic non teme il grande salto nella Juve e dà appuntamento a Lippi e a tutti i tifosi bianconeri ai Mondiali, dove sarà protagonista con la sua Jugoslavia. Con l’obiettivo di dimostrare di esser degno della squadra campione d’Italia. «In Francia spero di andare bene anche per dimostrare che sono degno di giocare in una squadra come la Juve. So che troverò una concorrenza forte, perché qui giocano tantissimi campioni. Ma io farò di tutto per convincere Lippi», conclude il difensore serbo.
Per lui e per gli altri nuovi appuntamento a luglio, quando scatterà il ritiro precampionato della Juve edizione ‘98/99. Una Juve nella quale Mirkovic vuole ritagliarsi uno spazio importante. In bocca al lupo, Zoran!
〰.〰.〰
La sua prima stagione in bianconero è contraddistinta da buone prove, come quella all’Old Trafford contro il Manchester United, in Coppa dei Campioni, terminata 1-1. In totale, le partite disputate saranno 29; segna anche una rete, in collaborazione con il piacentino Manighetti, nella vittoriosa trasferta nel capoluogo emiliano che saluta anche l’esordio sulla panchina juventina di Carletto Ancelotti, subentrato al dimissionario Marcello Lippi.
Pochi giorni prima della trasferta di Manchester, Mirkovic, fu protagonista di un incredibile viaggio di ritorno a Belgrado. Erano giorni terribili per il popolo jugoslavo; la crisi del Kosovo costrinse la Nato a bombardare Belgrado per punire il dittatore Milosevic. I giocatori della Nazionale jugoslava, in ritiro per la sfida contro la Croazia, poi rinviata dall’Uefa, ripararono in gran fretta all’estero prima che si scatenassero i raid aerei sulla capitale serba. Mirkovic, invece, rimase in patria e si decise a partire solo quando gli fu possibile portare con sé la madre e i nipotini.
Ottenuti i documenti necessari per l’espatrio dei propri famigliari, il 27 marzo Mirkovic lasciò, con loro, una Belgrado avvolta dalle fiamme e affrontò un avventuroso viaggio verso l’Italia. Una vera e propria odissea durata 16 ore: in macchina fino a Budapest, dalla capitale magiara in aereo fino a Francoforte e da qui finalmente a Torino. «Quello che ho visto non lo potrò mai dimenticare», continua a ripetere Zoran, ripensando ai quei giorni terribili.
La stagione successiva, chiuso da una fortissima concorrenza, non riesce a trovare molto spazio, disputando solamente 22 partite. È il canto del cigno per il difensore serbo. Nell’estate del 2000 è ceduto al Fenerbahçe, in Turchia, terminando così la sua avventura juventina.
 

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