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Socrates

Daniel Fonseca

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Joined: 04-Apr-2006
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Una carriera da bambino prodigio, nel Cagliari, nel Napoli e nella Roma. Daniel Fonseca, da Montevideo, classe 1969, alla Juventus dal 1997, assolve al meglio al compito di prima riserva degli attaccanti titolari, mettendo al servizio del collettivo il suo scatto proditorio ed il suo tiro tagliente, micidiale addirittura sui calci piazzati.

Davanti, la coppia Inzaghi-Del Piero è quanto di meglio il nostro calcio sappia esprimere, ma la Juventus ha spesso bisogno del suo estro e della sua rapidità sotto porta. La stagione, che con la Champions da onorare al meglio si annuncia fitta di impegni, si mette presto bene anche per lui. Ed il 9 novembre 1997, proprio un suo guizzo nel finale permette alla Juventus di superare di stretta misura un Napoli orgoglioso e per nulla arrendevole.

Rotto il ghiaccio, comincia il momento buono di Fonseca: ancora in goal a dicembre contro il Piacenza, poi anche la Sampdoria conosce la voglia di goal di questo attaccante non convenzionale, che trova il modo di metterla dentro proprio quando meno te lo aspetti. Non è un caso che proprio il goal che sigilla matematicamente lo scudetto, il 16 maggio 1998, porti ancora la sua firma. 15 presenze e 4 goals, la conferma è scontata.

Fonseca mette il suo sigillo nei momenti critici della travagliata stagione successiva. Daniel comincia col piede giusto segnando a Perugia ed, il 6 gennaio 1999, confeziona al Milan, nel match di San Siro, un goal di rapinosa bellezza che permette ai bianconeri di lasciare imbattuti lo stadio milanese. Nella delicatissima fase centrale della stagione, sono ancora le sue reti a tenere la barca bianconera sulla linea di galleggiamento: uno al Venezia, uno al Perugia, ed ancora al Parma e allUdinese. Per Fonseca è un anno di assoluto rilievo, con 25 partite e 6 reti.

Giocherà ancora frammenti di partita nel 2001, dopo altri gravi infortuni che ne abbreviano oltremodo la carriera. Con 70 partite e 18 reti, un posto nel ricordo dei tifosi bianconeri se lo è, comunque, meritato.

 

 

 

 

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Joined: 04-Apr-2006
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Daniel Fonseca, 'El Tigre': l'esplosione con il Cagliari, la 'manita' col  Napoli, il tandem con Balbo alla Roma, trofei e infortuni alla Juventus |  Goal.com Italia

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Joined: 01-Dec-2006
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Dentone Fonseca.........a me era simpatico :sisi: ...e comunque la sua parte l' ha fatta!!!

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Joined: 04-Apr-2006
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55062307_juve1989.png.0e751d8b023348d650bcfe17bd167d22.png   DANIEL FONSECA

 

Gli eroi in bianconero: Daniel FONSECA

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Daniel_Fonseca

 

 

Nazione: Uruguay Uruguay
Luogo di nascita: Montevideo
Data di nascita: 13.09.1969
Ruolo: Attaccante
Altezza: 183 cm
Peso: 77 kg
Nazionale Uruguaiano
Soprannome: El Tigre - Bugs Bunny

 

 

Alla Juventus dal 1997 al 2001

Esordio: 04.09.1997 - Coppa Italia - Brescello-Juventus 1-1

Ultima partita: 22.04.2001- Serie A - Parma-Juventus 0-0

 

70 presenze - 17 reti

 

1 scudetto

1 supercoppa italiana

1 trofeo intertoto

 

 

Daniel Fonseca Garis (Montevideo, 13 settembre 1969) è un procuratore sportivo ed ex calciatore uruguaiano, di ruolo attaccante.

 

 

Daniel Fonseca
Daniel Fonseca - Cagliari Calcio.jpg
Fonseca al Cagliari nei primi anni 1990
     
Nazionalità Uruguay Uruguay
Altezza 183 cm
Peso 77 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Attaccante
Termine carriera 2003
Carriera
Giovanili
1984-1988   Nacional
Squadre di club
1985-1990   Nacional 41 (13)
1990-1992   Cagliari 50 (17)
1992-1994   Napoli 58 (31)
1994-1997   Roma 65 (20)
1997-2001   Juventus 70 (17)
2002   River Plate 2 (0)
2002   Nacional 5 (2)
2002-2003   Como 2 (0)
Nazionale
1990-1997 Uruguay Uruguay 30 (10)
Palmarès
 
Transparent.png Copa América
Oro Uruguay 1995

 

Biografia

Nel periodo in cui militava nella Roma venne imitato da Teo Teocoli nella trasmissione Mai dire Gol.

Ha due figli: Nicolas, nato nel 1998 e di ruolo centrocampista, e Matias, nato nel 2001 e che gioca come attaccante.

Carriera

Giocatore

Club

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Fonseca al Napoli nell'annata 1992-1993

 

Iniziò la sua carriera agonistica con il Nacional Montevideo, con cui giocò da professionista due stagioni (dal 1988 al 1990) scendendo in campo complessivamente 14 volte, segnando tre reti e vincendo quattro trofei.

Nell'estate del 1990 Fonseca fu ingaggiato dal Cagliari e si trasferì in Italia, paese di cui i suoi nonni erano originari ma, nonostante questo non riuscì a ottenere il passaporto italiano. Con i sardi rimase fino al 1992: impegnato principalmente come mezzapunta di sinistra, l'uruguaiano segnò 8 reti in 27 gare disputate nella prima stagione e 9 nella seconda disputando 23 gare.

Nell'estate del 1992 venne acquistato dal Napoli per 15 miliardi di lire più il cartellino di Vittorio Pusceddu. Con i partenopei segnò tutte e 5 le reti azzurre in una partita di Coppa UEFA (Valencia-Napoli 1-5) e in campionato realizzò 16 reti. Si mise in luce anche per un gesto poco elegante rivolto alla curva dei tifosi del Cagliari, che lo fischiavano perché era andato via contrariamente alle sue dichiarazioni.

Dopo un'altra stagione con 15 reti in 27 presenze passò alla Roma per 17,5 miliardi di lire più il cartellino di Benito Carbone valutato 7,5 miliardi di lire: dopo averlo ingaggiato, il presidente dei giallorossi dichiarò: «Ho dato a Mazzone una Ferrari». Militò con i capitolini per tre stagioni (dal 1994 al 1997), realizzando 8 centri sia il primo anno che il secondo, mentre il terzo anno, in cui face reparto con Abel Balbo, si fermò a 4 gol nonostante il grande affiatamento con il compagno di reparto.

 

170px-Daniel_Fonseca_-_AS_Roma_1994-95.j
 
Fonseca alla Roma nella stagione 1994-1995

 

Nella stagione 1997-1998 passò alla Juventus per 9 miliardi di lire, con cui disputò 15 partite (con 4 gol). Con la Vecchia Signora Fonseca rimase altri tre anni, di cui uno solo da titolare (25 partite e 6 gol). Nella stagione 1999-2000, a causa di numerosi e ripetuti infortuni, non scese mai in campo in campionato (disputò soltanto una gara di Coppa UEFA contro il Levski Sofia il 4 novembre 1999 e un incontro di Coppa Italia contro il Napoli il 16 dicembre 1999). Nella stagione 2000-2001 collezionò 2 presenze in Serie A e 1 in Coppa Italia; nel corso della stagione successiva rescisse coi bianconeri per accasarsi al River Plate. La sua avventura con i torinesi si concluse con la vittoria di uno scudetto e una Supercoppa italiana.

Con gli argentini del River ebbe poco spazio e dopo due mesi decise di tornare prima al Nacional Montevideo (5 presenze e 2 gol), dove vinse uno scudetto, e poi di nuovo in Italia, al Como. Nel corso della stagione, visto lo scarso utilizzo (2 presenze), decise di dare l'addio al calcio giocato.

Nazionale

Con la Nazionale uruguaiana, nelle cui file vanta 30 presenze e 11 gol, vinse la Copa América nel 1995.

Dopo il ritiro

Lasciato il calcio giocato, decide di dedicarsi all'attività di procuratore di calciatori. Tra i suoi assistiti troviamo il portiere Fernando Muslera, il difensore Martín Cáceres e l'attaccante Luis Suárez.

 

Palmarès

Club

Competizioni nazionali

Competizioni Internazionali

Nazionale

 

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55062307_juve1989.png.0e751d8b023348d650bcfe17bd167d22.png   DANIEL FONSECA

 

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Daniel Fonseca è nostro! – sentenzia Marco Monassero su “Hurrà Juventus” del luglio 1997 – Daniel scende nella fossa dei leoni, pardon… dei campioni. L’uruguayano dal sinistro magico sostituisce Christian Vieri nell’organico delle punte bianconere.
Marcello Lippi è soddisfatto. Il nostro fortissimo allenatore è convinto di ripetere, con Pecchia e Fonseca, l’operazione già vincente che gli è riuscita con Ferrara e Montero, suoi giocatori al Napoli e all’Atalanta e poi colonne portanti della Juventus mondiale. Pecchia e Fonseca, infatti, sono stati alle sue dipendenze nel bellissimo Napoli della stagione 1993-94, giunto a qualificarsi per la Coppa Uefa grazie appunto al lucido lavoro del giovane centrocampista e ai gol dell’uruguayano, il quale, al termine di quel campionato, ebbe una valutazione allora da capogiro: 16 miliardi. Tanto infatti lo pagò la Roma che poi non ha saputo sfruttare in pieno le grandi qualità balistiche del ragazzo di Montevideo, specialmente con Carlitos Bianchi che forse ha pagato con l’allontanamento dall’Italia anche il fatto di non aver creduto nell’attaccante uruguayano e di avergli creato nella capitale una situazione di assoluto disagio tecnico.
«Per rendere al massimo – dice adesso Fonseca – io ho bisogno, come tutti del resto, di avere un allenatore che crede in me. Quando trovo il mister giusto, sono pronto a buttarmi nel fuoco e le cose anche più difficili mi diventano naturali».
– Lippi, dunque, è il mister che fa per lei.
«Appunto. Nessuno è bravo come Lippi che ti tratta da giocatore, ma soprattutto da uomo. Con lui non puoi sbagliare davvero perché è anche capace di difenderti in tutte le circostanze».
– Alla Juve, però, non è detto che lei parta da titolare.
«Lo so bene. La Juventus è la squadra più forte del mondo e ha giocatori straordinari. Ma ha anche un calendario fittissimo e quindi ha bisogno di una rosa molto vasta. Alla fine, vedrete, ci sarà spazio per tutti. L’importante, comunque, è sentirsi “titolare” anche se vai in panchina. Con Lippi sono certo che sarà così e quindi sono felice».
– Felice anche di ritrovare Montero.
«Certo, Paolo è un leader, un gran amico e un grande giocatore. A Montevideo sono fieri di lui che è diventato campione del mondo. Spero, un giorno abbastanza vicino, di ottenere i medesimi risultati. Sia chiaro, comunque, che ricorderò sempre gli amici di Roma».
– Le dispiace così tanto lasciarli?
«Io quando lascio una squadra e una città mi porto sempre dietro tutti gli affetti che ho maturato in campo e fuori. I miei distacchi non sono mai traumatici. Se non fosse intervenuta la Juventus mai e poi mai avrei accettato di fare trasloco. Al presidente Sensi, che ringrazio, avevo detto: “O la Juve o niente”. Adesso sono pronto a ripagare la fiducia che Lippi e i dirigenti bianconeri hanno avuto in me. Tra non molto, vedrete, farò grande amicizia anche coi tifosi».
– A suon di gol?
«Con i gol e con un comportamento esemplare».
– Quanti gol?
«Spero tantissimi».
Daniel Fonseca, facendo questa promessa, non bara di certo. Nel nostro campionato ha finora totalizzato 173 presenze e 69 reti, un bottino che lo colloca al settimo posto nella classifica generale dei bomber stranieri arrivati in Italia dopo l’ultima riapertura delle frontiere (1980). Meglio di lui hanno fatto soltanto Balbo, Van Basten, Batistuta, Maradona, Sousa e Careca.
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Daniel assolve al meglio il compito di prima riserva degli attaccanti titolari, mettendo al servizio del collettivo il suo scatto proditorio e il suo tiro tagliente, micidiale sui calci piazzati.
Davanti, la coppia Inzaghi-Del Piero è quanto di meglio il nostro calcio sappia esprimere, ma la Juventus ha spesso bisogno del suo estro e della sua rapidità sotto porta. La stagione che si annuncia fitta di impegni, si mette presto bene anche per lui. E il 9 novembre 1997, proprio un suo guizzo nel finale permette alla Juventus di superare di stretta misura un Napoli orgoglioso e per nulla arrendevole.
Rotto il ghiaccio, comincia il suo momento buono: a bersaglio in dicembre contro il Piacenza, anche la Sampdoria è costretta a scontrarsi contro la voglia di gol di questo attaccante non convenzionale, che trova il modo di metterla dentro proprio quando meno te lo aspetti. Non è un caso che proprio la rete che sigilla matematicamente lo scudetto, il 16 maggio 1998, porti ancora la sua firma. 15 presenze e 4 gol: la conferma è scontata.
Fonseca mette il suo sigillo nei momenti critici della travagliata stagione successiva. Comincia col piede giusto segnando a Perugia e, il 6 gennaio 1999, confeziona al Milan, nel match di San Siro, un gol di rapinosa bellezza che permette ai bianconeri di lasciare imbattuti lo stadio milanese. Nella delicatissima fase centrale della stagione, sono ancora le sue reti a tenere la barca bianconera sulla linea di galleggiamento: uno al Venezia, uno al Perugia, e ancora al Parma e all’Udinese. Per Fonseca è un anno di assoluto rilievo, con 25 partite e 6 reti.
Giocherà ancora frammenti di partita nel 2001, dopo altri gravi infortuni che ne abbreviano oltremodo la carriera. Con 70 partite e 17 reti, un posto nel ricordo dei tifosi bianconeri se lo è, comunque, meritato.
 

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