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Sergio Manente

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1627051484_Juventus1931.jpg.9413c623aee7137755b7574ad34845ee.jpg SERGIO MANENTE   

 

Carriera Manente, goal, presenze

 

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Sergio_Manente

 

 

Nazione: Italia Italia
Luogo di nascita: Udine
Data di nascita: 10.12.1924

Luogo di morte: Udine

Data di morte: 14.03.1993
Ruolo: Difensore
Altezza: -
Peso: -

Nazionale Italiano
Soprannome: -

 

 

Alla Juventus dal 1948 al 1955

Esordio: 19.09.1948 - Serie A - Lazio-Juventus 0-4

Ultima partita: 15.05.1955 - Serie A - Milan-Juventus 3-1

 

231 presenze - 15 reti

 

2 scudetti

 

 

Sergio Manente (Udine, 10 dicembre 1924  Udine, 14 marzo 1993) è stato un allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo terzino.

È scomparso nel 1993, all'età di 69 anni, per le conseguenze di un ictus che lo aveva colto otto anni prima.

 

Sergio Manente
1951–52 Juventus Football Club - Sergio Manente.jpg
Manente alla Juventus nel 1951
     
Nazionalità Italia Italia
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex terzino)
Termine carriera 1960 - giocatore
1978 - allenatore
Carriera
Squadre di club
1942-1946   Udinese 34 (4)
1946-1948   Atalanta 58 (4)
1948-1955   Juventus 231 (15)
1955-1957   Lanerossi Vicenza 51 (12)
1957-1960   Udinese 36 (3)
Nazionale
1952 Italia Italia 1 (0)
Carriera da allenatore
1961-1962   Udinese  
1962-1963   Vittorio Veneto  
1963-1964   Pordenone  
1963-1968   Treviso  
1968-1969   Marzotto Valdagno  
1969-1971   Alessandria  
1971-1972   Venezia  
1972-1973   San Donà  
1973-1975   Udinese  
1976-1978   Giulianova

 

Carriera

Crebbe nell'Udinese, con cui esordì in Serie B nell'ultimo campionato prima della sospensione in seguito all'armistizio dell'8 settembre.

 

Dopo il primo campionato del dopoguerra sempre in bianconero, passò nel 1946 all'Atalanta con cui esordì in Serie A il 22 settembre 1946 contro la Juventus. Rimase a Bergamo anche la stagione seguente imponendosi come titolare e mettendosi in luce, tanto da essere acquistato proprio dai bianconeri di Boniperti nel 1948.

 

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Manente (accosciato, secondo da destra) in nazionale nel 1952

 

Con i bianconeri rimase per sette stagioni, rappresentando la solidità della difesa juventina per tutta la prima metà degli anni 1950, con quella squadra che riuscì a riportare all'altra metà di Torino quel titolo che mancava da quindici anni. Vinse infatti gli scudetti del 1949-1950 e del 1951-1952, per passare poi al neopromosso Lanerossi Vicenza nel 1955. Con i berici rimase due stagioni dando un buon contributo per poi tornare a chiudere la carriera a Udine.

 

Ha vestito anche la maglia dell'Italia, il 18 maggio 1952, nel pareggio interno per 1-1 contro l'Inghilterra.

 

Ritiratosi dall'attività agonistica nel 1960, iniziò ad allenare; sedette fra le altre sulle panchine di Udinese, Treviso e Alessandria. Cessata anche questa attività nel 1977, aprì ad Udine un negozio di articoli sportivi in Borgo Grazzano.

 

Palmarès

Giocatore

Club

 

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1627051484_Juventus1931.jpg.9413c623aee7137755b7574ad34845ee.jpg SERGIO MANENTE   

 

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Nasce a Udine il 10 dicembre 1924 e nella squadra friulana gioca (in Serie B) fino al 1945-46. Come se fosse un predestinato, esordisce in A la stagione successiva nell’Atalanta, proprio contro la Juventus. È il 22 ottobre 1946, la gara finisce 3-1 per i torinesi, lui gioca all’ala destra. Allenatore neroazzurro è l’ex bianconero Monti, suo avversario diretto Varglien, di cui prenderà il posto alla Juventus. Ben presto Manente diventa terzino “sistemista”, ruolo che ricopre con classe sopraffina.
La Juventus lo chiama nel 1948-49 e gioca come terzino destro a fianco di Rava. Quindi, l’anno successivo, il passaggio a sinistra per far posto a Bertuccelli. L’allenatore Carver vede in lui un terzino all’inglese e dà fiducia a questo giovane che si compiace di giocare in avanti senza pensare troppo a marcare gli attaccanti rivali. «Un difensore all'inglese come lui, in Italia non l'avevo ancora visto», dice il mister juventino.
Diventa irresistibile fino a guadagnarsi la Nazionale, con la quale disputa solo un incontro: il 18 maggio 1952 a Firenze, amichevole con l’Inghilterra, risultato 1-1 con reti di Broadis e Amadei. Ha in consegna il biondo Finney, nel primo tempo si trova molto a disagio, nella ripresa stringe i denti e si dedica alla marcatura del veloce rivale riuscendo ad annullarlo.
È il primo terzino moderno, il pioniere in un ruolo che ha raggiunto il massimo rappresentante in Cabrini; ma non è ben visto dai tecnici italiani, che all’epoca volevano solamente dei terzini marcatori. Ed è proprio nella stagione 1954-55 che Manente si scatena: segna dieci reti, una in meno di Bronée, cannoniere juventino di quell’anno. Sei goal li sigla su rigore battendo portieri di valore come Lovati e Buffon.
Ha legato il suo nome a una delle più belle Juventus di sempre, quella dei danesi, dei due scudetti nel 1950 e nel 1952, dei due secondi posti; i suoi compagni sono Bertuccelli, Martino, Parola, Mari, Piccinini, Muccinelli e un trio d’attacco favoloso: Boniperti, Hansen, Præst. Roba da cento goal (come nel torneo 1949-50) in media a campionato.
«Mi piace giocare nella Juventus – dice sempre – non chiedetemi i motivi, mi piace e basta. Forse mi sono affezionato ai compagni, forse sento tutta l'importanza di vestire una maglia che per tradizione e per altri motivi, tanti altri, tutti, vorrebbero vestire».
Proprio con Boniperti, Sergio Manente è legato da un’amicizia sincera. Sempre insieme durante i ritiri, durante i quali, per anni dividono la stessa stanza. È un’amicizia tra due caratteri totalmente diversi: per quanto estroverso e cordiale è Giampiero, molto meno espansivo, perfino burbero appare Manente. «Un giocatore e un amico prezioso – racconta Boniperti – era stato mio compagno di camera, gli telefonavo spesso per ricordare quei tempi e lui si commuoveva. Era terzino ma talmente bravo che, nel prosieguo della sua carriera, diventò mezzala, regista, goleador. Una cosa riuscita a pochissimi difensori».
Nell’estate 1955 lascia la Juventus, che lo sostituisce con Garzena, dopo 231 gare e quindici goal, per accasarsi al Vicenza dove ritrova il portiere Sentimenti IV. In due stagioni segna ancora una decina di goal.
Se in Italia non è stato molto amato per l’eccessiva libertà che si prendeva in campo, senz’altro si ricordano di lui in Brasile, dove fu protagonista di una gara tra la Juventus e il São Paulo finita 2-2, al termine di un torneo estivo che aveva tutta l’aria di una mini Coppa Intercontinentale.
Ci lascia il 14 marzo 1993, nella sua Udine, dopo aver lungamente lottato contro un terribile male, che lo aveva colpito otto anni prima.

VLADIMIRO CAMINITI
Manente, normolineo e discreto, con i suoi occhi chiari pensosi, accettava tutte le esuberanze atletiche del velocista suo compagno di reparto Bertuccelli. Manente giocava all’altezza di esigenze futuristiche, da terzino smistatore, e il suo destino, come il suo piede molto mobile e costruttivo, lo portavano verso un futuro in cui avrebbe giocato, e a lungo, da mezzala di regia, segnando molti goal.

 

https://ilpalloneracconta.blogspot.com/2007/12/sergio-manente.html

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