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Alberto Bertuccelli

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Joined: 31-May-2005
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juventus.pngALBERTO BERTUCCELLI

bertuccelli.jpg

Nasce a Viareggio (Lucca) il 14 gennaio 1924. Terzino. Cresciuto nella Lucchese, nell'estate del 1949 sembra debba finire al Torino, che sta faticosamente ricostruendo la squadra scomparsa a Superga: un infortunio determina per

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591469563_juventus1931.jpg.9f3051cc6a7408c424d77d95f265a02f.jpg ALBERTO BERTUCCELLI 

 

Profilo Giocatore Alberto Bertuccelli

 

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Alberto_Bertuccelli

 

 

Nazione: Italia Italia
Luogo di nascita: Viareggio (Lucca)
Data di nascita: 14.01.1924

Luogo di morte: Viareggio (Lucca)

Data di morte: 15.08.2002
Ruolo: Difensore
Altezza: 174 cm
Peso: 72 kg

Nazionale Italiano
Soprannome: -

 

 

Alla Juventus dal 1949 al 1954

Esordio: 11.09.1949 - Serie A - Juventus-Fiorentina 5-2

Ultima partita: 30.05.1954 - Serie A - Juventus-Napoli 3-2

 

144 presenze - 2 reti

 

2 scudetti

 

 

«Tra quelli che mi marcavano, il più signore era Bertuccelli della Juventus.»

(Bruno Pesaola)

 

Alberto Bertuccelli (Viareggio, 14 gennaio 1924  Viareggio, 15 agosto 2002) è stato un calciatore italiano, di ruolo terzino.

 

Alberto Bertuccelli
Alberto Bertuccelli - Juventus FC.jpg
Bertuccelli in azione alla Juventus
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 174 cm
Peso 72 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Terzino
Termine carriera 1955
Carriera
Giovanili
19??-19??   Pontedera
Squadre di club
1942-1943   Pontedera ? (?)
1945-1946   Viareggio 21 (2)
1946-1949   Lucchese 93 (0)
1949-1954   Juventus 144 (2)
1954-1955   Roma 6 (0)
Nazionale
1949-1952 Italia Italia 6 (0)

 

Biografia

Scomparve a causa di problemi cardiocircolatori il 15 agosto 2002 nella natìa Viareggio, dove visse gli ultimi anni in condizioni economiche non agiate.

Caratteristiche tecniche

Fu un terzino che alla velocità, sia nello scatto sia nel sempre ineccepibile anticipo sull'avversario, univa un sofisticato tocco di palla, tutte caratteristiche esaltate dalla grinta che soleva mettere in campo. Tali peculiarità ne fecero un valido interprete per quel gioco sistemista che al tempo andava per la maggiore, mostrandosi avvezzo sia in fase d'interdizione sia di costruzione dell'azione. Di fatto, emerse come uno dei primi esempi di fluidificante ammirati nel calcio italiano.

Carriera

Club

Fu scoperto nel 1941 da un osservatore del Pontedera, durante un torneo amatoriale organizzato a Viareggio, sua città natale. Tesserato dalla società granata, non poté mai esordire in prima squadra a causa degli obblighi di leva.

 

220px-Juventus_Football_Club_1951-1952.j
 
Bertuccelli (accosciato, secondo da destra) nella Juventus campione d'Italia 1951-1952

 

Riprese l'attività calcistica nel secondo dopoguerra, col Viareggio di Aldo Olivieri, debuttando nella Serie C del 1945-1946 dove si mise in mostra per carattere e potenzialità; nella stagione successiva seguì il suo allenatore alla Lucchese, in Serie B. Vi rimase per tre annate, ottenendo una promozione in Serie A: in particolare, nel campionato 1948-1949 rese al meglio grazie agli insegnamenti di Giuseppe Viani, tecnico particolarmente attento alla fase difensiva e alle fasce laterali, tra i teorici del catenaccio.

Nell'estate 1949 sembrava destinato a vestire la maglia del Torino, in procinto di ricostruire la squadra dopo la tragedia di Superga; tuttavia un infortunio rallentò una trattativa nella quale s'inserirono i concittadini della Juventus, i quali, anche grazie alla volontà del giocatore nonché all'intermediazione di Virginio Rosetta, il 21 luglio riuscirono ad acquistarlo. Rimase in bianconero per cinque stagioni, totalizzando 144 presenze e 2 reti — di cui una proprio nel derby contro i granata — e vincendo due scudetti.

Nel 1954 fu ceduto alla Roma per 23 milioni di lire. In giallorosso trovò però difficoltà ad affermarsi titolare a causa di continui infortuni che gli permisero solo una manciata di presenze, decidendo pertanto di ritirarsi dall'attività agonistica al termine del campionato.

Nazionale

220px-Calcio_Italia_vs_Austria_22-5-1949
 
Bertuccelli (accosciato, primo da sinistra) al debutto con la maglia dell'Italia il 22 maggio 1949

 

Le buone prestazioni con la Lucchese gli valsero la chiamata in nazionale. Debuttò il 22 maggio 1949 a Firenze nel ruolo che fu di Aldo Ballarin, morto poche settimane prima nella tragedia di Superga: nell'occasione, si mise in luce, per «riflessi stilistici e rendimento effettivo».

Convocato per il campionato del mondo 1950 in Brasile, non poté partire a causa di un'appendicite che lo colpì durante il ritiro di Livorno. L'infortunio lo tenne lontano dai campi per diversi mesi.

 

Palmarès

Club

 

 

 

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bertuccelli%2B%25283%2529.jpg

 

 

 

Nasce a Viareggio (Lucca) il 14 gennaio 1924. Cresciuto nella Lucchese, nell’estate del 1949 sembra debba finire al Torino, che sta faticosamente ricostruendo la squadra scomparsa a Superga: un infortunio determina però un raffreddamento nelle trattative fra rossoneri e granata, e il forte difensore approda così alla squadra bianconera.
Bertuccelli è un terzino molto grintoso; la sua velocità e il suo scatto, uniti a un tocco di palla raffinato e a un impeccabile anticipo, lo fanno diventare un ottimo terzino “sistemista”, abile non solo nell’interdizione ma anche nella costruzione del gioco. Alberto è uno dei primi terzini fluidificanti del nostro calcio e le due reti segnate nella massima divisione, (una nel derby contro il Torino), in un’epoca dove i terzini difficilmente superavano la metà campo, ne sono la riprova.
Bertuccelli è stato ambasciatore dello sport Italiano all’estero, sia con la maglia della Nazionale Italiana che con i colori bianconeri della Juventus. Nel 1954, dopo cinque anni alla Juventus, nei quali totalizza 144 presenze, due goal, passa alla Roma dove, dopo un anno di continui infortuni, conclude la sua carriera calcistica.
«È morto, a Ferragosto, Alberto Bertuccelli, settantotto anni – scrive “La Stampa” del 17 agosto 2002 – ex difensore della Juventus e della Nazionale alla fine degli anni Quaranta. Da tempo soffriva di gravi disturbi cardiocircolatori. Viveva in situazioni economiche precarie con la moglie Valeria in un piccolo appartamento (proprietà di parenti) all’interno dello stabilimento balneare Dori, sulla passeggiata a mare. La comunità viareggina si era mobilitata affinché la Federcalcio assegnasse a Bertuccelli un vitalizio per meriti sportivi che, però, non gli fu mai riconosciuto».

GIANNI GIACONE, “HURRÀ JUVENTUS” DEL GENNAIO 1993
Alberto Bertuccelli eredita, a distanza di qualche stagione, la maglia numero due di Foni e se ne rende in tutto e per tutto degno. Il toscano approda alla Juve nell’estate del 1949, a venticinque anni, ed è uno dei protagonisti della scalata bianconera al primo scudetto dopo il mitico quinquennio. È la Juve di Parola e Boniperti, Martino e Muccinelli, John Hansen e Præst. Una Juve di campioni, in cui l’alacre impegno del terzino destro viareggino diventa il collante decisivo.
Bertuccelli è un marcatore implacabile, talvolta rude e altre volte delicato, a seconda della tempra dell’avversario di turno. Non si risparmia mai, e forma con Manente un’altra coppia invidiata e temuta da tutti. La sua ampia falcata e il suo senso dell’anticipo, lo impongono a un lotto pure qualificato di colleghi quando si tratta di conquistare, dopo la maglia bianconera, anche quella azzurra della Nazionale, in cui gioca una mezza dozzina di partite tutte di buon livello.
Problemi muscolari ne limitano a volte la continuità ma non l’ardore, lo slancio bellicoso. Il gran naso e i pochi capelli lo rendono facilmente individuabile dagli spalti: un gregario fondamentale in una Juve di campioni, capace di giocare 144 partite dal 1949 al 1954 e di firmare due scudetti tra i più belli della storia juventina, quelli del 1950 e del 1952. In quegli anni, infortuni a parte, nessuno in Italia lo vale, nel ruolo.
E poi, volete mettere la soddisfazione di far parte di quella che, secondo molti critici, è stata la Juve più bella e più forte di sempre: Viola, Bertuccelli, Manente, Mari, Parola, Piccinini, Muccinelli, Martino, Boniperti, John Hansen e Præst. Ai tifosi juventini con i capelli bianchi verranno sicuramente i brividi.

VLADIMIRO CAMINITI
Il viareggino Bertuccelli cominciava dal naso di uccellaccio, completato presto dalla pelata. Manente accettava tutte le esuberanze atletiche del velocista suo compagno di reparto, uno che viveva la giornata a seconda dell’ispirazione. Quando era in forma, con il lampo dello scatto recuperava sull’ala fuggita. Era un punto di forza della squadra.

 

https://ilpalloneracconta.blogspot.com/2008/01/alberto-bertuccelli.html

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