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Valerij Bojinov

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Joined: 31-May-2005
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juventus.pngVALERIJ BOJINOV

bojinov.jpg

Nato a Gorna Oryahovitsa, in Bulgaria, il 15 febbraio 1986, arriva in Italia la sera del 16 ottobre 1999 grazie ad una felice intuizione di Pantaleo Corvino; l

Modificato da Socrates

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Peccato per questo giocatore...era una delle pi

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Joined: 04-Apr-2006
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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg    VALERI BOJINOV 

 

City move for Bojinov | Football News | Sky Sports

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Valeri_Božinov

 

 

Nazione: Bulgaria Bulgaria
Luogo di nascita: Gorna Orjahovica
Data di nascita: 15.02.1986
Ruolo: Attaccante
Altezza: 180 cm
Peso: 72 kg
Nazionale Bulgaro
Soprannome: Bojo - Toro Seduto - Piccolo Budda

 

 

Alla Juventus dal 2006 al 2007

Esordio: 19.08.2006 - Coppa Italia - Martina Franca-Juventus 0-3

Ultima partita: 10.06.2007 - Serie B - Juventus-Spezia 2-3

 

21 presenze - 7 reti

 

1 campionato di serie B

 

 

Valeri Emilov Bojinov (Gorna Orjahovica, 15 febbraio 1986) è un calciatore bulgaro, attaccante del Septemvri Sofia.

 

 

Valeri Bojinov
Valeri bozhinov in levski.jpg
Bojinov nel 2014
     
Nazionalità Bulgaria Bulgaria
Altezza 180 cm
Peso 72 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Attaccante
Squadra   Septemvri Sofia
Carriera
Giovanili
1998-2000   Pietà Hotspurs
2000-2004   Lecce
Squadre di club
2001-2005   Lecce 65 (16)
2005-2006   Fiorentina 36 (8)
2006-2007    Juventus 21 (7)
2007-2009   Manchester City 11 (1)
2009-2011   Parma 61 (11)
2011-2012   Sporting Lisbona 8 (2)
2012    Lecce 10 (1)
2012-2013    Verona 13 (1)
2013    Vicenza 18 (4)
2013   Sporting Lisbona 0 (0)
2014   Levski Sofia 19 (7)
2014-2015   Ternana 27 (6)
2015-2017   Partizan 51 (23)
2017   Meizhou Hakka 13 (3)
2017   Losanna 7 (0)
2018   Rijeka 1 (0)
2018-2019   Botev Vraca 11 (7)
2019   Levski Sofia 11 (4)
2019   Botev Vraca 9 (0)
2020   Pescara 3 (0)
2020-2021   Levski Sofia 9 (0)
2022-   Septemvri Sofia 3 (0)
Nazionale
2007-2009 Bulgaria Bulgaria U-21 3 (3)
2004-2015 Bulgaria Bulgaria 43 (6)

 

Caratteristiche tecniche

Attaccante talentuoso, dotato di un buon tiro e fiuto del gol, nasce come prima punta, anche se in passato è stato schierato come seconda punta oppure come attaccante esterno. Finalizzatore che dispone di grandi colpi, anche se poco continuo, è abile sia con il piede sinistro che con il destro; dispone inoltre di velocità nello stretto e di una discreta esplosività.

Carriera

Club

Inizi e Lecce

Arriva in Italia nel 2000 grazie a un'intuizione di Pantaleo Corvino, ai tempi direttore sportivo del Lecce, che lo scopre quando Valeri, quattordicenne, gioca un torneo a Malta con il Pietà Hotspurs, e lo porta nel Salento. A Lecce il ragazzo frequenta la scuola media Paolo Stomeo e continua gli studi secondari presso l'istituto tecnico industriale "Enrico Fermi" e poi l'istituto professionale "Antonietta De Pace", parallelamente alla militanza nelle formazioni giovanili del Lecce. Risiede presso la casa Pastor Bonus insieme agli altri ragazzi fuori sede dell'US Lecce, sotto la guida del sacerdote don Damiano Madaro.

Debutta in Serie A il 27 gennaio 2002, all'età di 15 anni, 11 mesi e 12 giorni, contro il Brescia, diventando così il più giovane calciatore straniero ad esordire in Serie A e il settimo giocatore più giovane di sempre a debuttare nella massima serie calcistica italiana. Realizza il primo gol nella massima divisione l'11 gennaio 2004, non ancora maggiorenne, in Lecce-Bologna 1-2. Resta in Puglia per tre anni. Si afferma nella stagione 2004-2005 grazie anche al gioco offensivo di Zdeněk Zeman: realizza infatti 4 reti nelle prime 3 giornate, reti salite a 11 nelle prime 20 giornate di campionato. Fino al 2019-2020, quando sarà eguagliato da Marco Mancosu, rimarrà l'unico giocatore del Lecce capace di segnare 4 gol nelle prime 5 giornate del campionato di Serie A.

Fiorentina

Nella sessione invernale di calciomercato, a gennaio 2005, passa alla Fiorentina, che lo acquista per 15 milioni di euro; il 26 febbraio 2005, contro l'Udinese, mette a segno la sua prima rete in maglia viola, ma subisce un infortunio che lo costringe allo stop per più di un mese. Si rivede in primavera, quando una sua rete al Bentegodi contro il Chievo aiuta la Fiorentina ad espugnare Verona con il risultato di 2-1 e ottenere 3 punti fondamentali per la salvezza a tre giornate dalla fine. I toscani si salveranno grazie a 8 punti ottenuti nelle ultime 4 partite, alla vittoria per 3-0 contro il Brescia all'ultima giornata e ad una miglior classifica avulsa nei confronti di Parma e Bologna. Nell'estate del 2005 la Fiorentina acquista Luca Toni, i cui gol nella stagione 2005-2006 fanno aumentare la concorrenza in attacco per il bulgaro, che trova meno spazio in squadra.

Il 16 gennaio 2006 è ufficialmente messo fuori rosa dalla Fiorentina per alcune dichiarazioni rilasciate a una radio bulgara contro l'allenatore e la dirigenza. È messo sul mercato, ma, conclusasi la sessione invernale del calciomercato, Božinov resta a Firenze ed è reintegrato nella rosa della prima squadra: chiude la stagione con 6 reti in campionato e 3 in Coppa Italia.

Juventus

Nel luglio 2006 passa alla Juventus, in Serie B per la prima volta per le vicende di Farsopoli, con la formula del prestito con diritto di riscatto per la metà del cartellino, come parziale contropartita tecnica nella trattativa conclusasi con la cessione dell'attaccante rumeno Adrian Mutu alla Fiorentina. Con i bianconeri trova, però, pochissimo spazio, e un anno più tardi torna alla Fiorentina. Dopo aver rifiutato la proposta di rinnovo per altri due anni, è nuovamente messo sul mercato e in attesa della cessione gli viene permesso di allenarsi.

Manchester City

Ad agosto 2007 diventa ufficiale la sua cessione per 8 milioni e mezzo di euro al Manchester City, che fa sottoscrivere al giocatore un contratto quadriennale. Durante il derby con il Manchester United del 19 agosto 2007, valido per la terza giornata di Premier League, si infortuna gravemente ad un ginocchio ed è costretto a restare inattivo per tutta la stagione. Rientrato nella stagione successiva dopo alcune amichevoli, il 17 agosto 2008, nel pre-partita del primo incontro di campionato con l'Aston Villa, subisce un altro grave infortunio al tendine d'Achille che lo tiene fermo per altri 6 mesi. Ritorna a giocare in prima squadra il 1º marzo 2009 contro il West Ham United. Torna a segnare il 16 maggio 2009, nella partita persa per 2-1 dal Manchester City sul campo del Tottenham, firmando il gol del momentaneo pareggio cinque minuti dopo il suo ingresso in campo.

Parma

Il 29 luglio 2009 il Parma raggiunge l'accordo con il Manchester City per il prestito di un anno. Torna a segnare in Serie A il 23 settembre 2009, contro la Lazio allo Stadio Olimpico di Roma nella partita vinta 1-2 dai ducali. Chiude la stagione con 30 presenze in campionato e 8 reti. Il 4 luglio 2010 il Parma riscatta ufficialmente il suo cartellino. La prima rete del campionato 2010-2011 arriva contro la neo-promossa Brescia. Conclude la stagione siglando altre due reti contro la Sampdoria e contro il Cagliari l'ultima giornata di campionato e collezionando ben 31 presenze.

Sporting Lisbona

Il 6 luglio 2011 è acquistato a titolo definitivo dallo Sporting Lisbona. Nell'ambito della stessa trattativa Jaime Valdés passa dai portoghesi al Parma. Con i lusitani tra campionato e varie coppe europee e nazionali totalizza 16 presenze e segna 3 reti.

Prestiti a Lecce, Hellas Verona e Vicenza

Dopo l'esperienza portoghese, il 30 gennaio 2012 torna dopo sette anni al Lecce in prestito con diritto di riscatto dopo una trattativa durata appena una settimana. Al termine della stagione il giocatore non viene riscattato dai salentini e fa così ritorno in Portogallo, congedandosi dal Lecce senza aver potuto evitare la retrocessione dei salentini, alla cui causa contribuisce con 10 presenze in massima serie e una rete, realizzata il 22 aprile 2012 all'Olimpico di Roma al 91º minuto di gioco contro la Lazio, gol che vale il pareggio per il club giallorosso.

Il 31 agosto seguente passa in prestito al Verona, in Serie B. Il 29 settembre sigla la sua prima rete in gialloblù nei minuti finali contro il Bari, rete che dà la vittoria alla sua squadra. Termina la prima parte di stagione mettendo insieme 14 presenze, anche grazie al recupero del 12 dicembre 2012, Cittadella-Hellas Verona (2-1), partita che era stata sospesa per nebbia all'83º minuto di gioco il 24 novembre.

Il 16 gennaio 2013 si trasferisce in prestito al L.R. Vicenza, con il Verona che mantiene il diritto di riscatto dallo Sporting Lisbona. Segna il primo gol con la nuova maglia nella partita d'esordio, persa per 2-1 contro la Juve Stabia, nella quale si guadagna e trasforma il rigore del momentaneo 1-1. Viene anche nominato capitano della compagine biancorossa.

A fine stagione ritorna allo Sporting Lisbona, ma il 6 settembre rescinde con 3 anni di anticipo il contratto con la società portoghese, rimanendo svincolato.

Levski Sofia

L'8 febbraio 2014 è ingaggiato dal Levski Sofia, con cui firma un contratto fino a fine stagione, facendo così ritorno in Bulgaria. Conclude la stagione con 19 presenze e 7 reti.

Ternana

Il 5 settembre 2014 firma un contratto annuale con opzione per il secondo con la Ternana in Serie B, tornando in Italia dopo un anno. Debutta alla quinta giornata da titolare contro il Bologna. Segna il primo gol con la casacca rossoverde all'ottava giornata nella sconfitta esterna subita contro la Virtus Entella. Si ripete nel derby contro il Perugia, andando poi a esultare sotto la curva dei tifosi rivali con il gesto delle orecchie. Il 17 gennaio 2015 realizza la prima doppietta, contro il Crotone (vittoria per 2-1). Il 22 maggio segna il gol del 2-0 contro il Varese, sancendo la definitiva salvezza della Ternana. Termina la sua esperienza a Terni con 27 presenze e 6 gol.

Partizan Belgrado

Il 15 giugno 2015 si trasferisce a parametro zero al Partizan Belgrado, firmando un contratto biennale. Il 14 luglio esordisce con la casacca bianconera nei preliminari di Champions League contro i georgiani del Dila Gori, uscendo dal campo al 77º minuto di gioco. Tre giorni dopo fa il suo esordio nella massima serie serba e va subito a segno contro il Metalac, realizzando il terzo dei quattro gol della partita e fornendo gli assist per i primi due gol. Si ripete nella seconda giornata di campionato segnando le prime due reti della partita casalinga contro lo Jagodina, vinta per 6-0. Intanto nei preliminari di UEFA Champions League gioca il terzo turno eliminatorio in casa della Steaua Bucarest (gara di andata finita 1-1), ma esce già al 19º di gioco per un piccolo infortunio, che gli farà saltare la partita contro il Novi Pazar di Superliga serba persa per 3-2. Il 13 dicembre si rende di nuovo protagonista di una doppietta entrando al 58º di gioco e ribaltando il risultato da 2-0 a 2-2 negli ultimi 18 minuti nella gara esterna contro il Rad Belgrado. La stagione 2015-2016, con 18 gol messi a segno in campionato, sarà la più prolifica sul piano realizzativo della sua carriera.

Il 21 febbraio 2017 rescinde il contratto che lo legava al Partizan.

Cina, Svizzera e Croazia

Il 22 febbraio firma per il Meizhou Kejia, squadra della serie B cinese dove vive una breve esperienza.

Nel luglio 2017 firma un biennale con il Losanna, con cui però rescinde il contratto già ad ottobre. Con i losannesi totalizza 9 presenze e un gol tra campionato e coppe.

Nel febbraio 2018 si accorda con il Rijeka fino al mese di giugno, con un'opzione di rinnovo biennale. Scende in campo una sola volta con la maglia del club croato.

Il ritorno in patria

Nell'agosto 2018 fa ritorno in patria, firmando per il Botev Vraca. Debutta con la nuova maglia il 14 settembre sul campo del Vitoša Bistrica, contro cui mette a segno il gol dell'1-0. Colleziona 11 presenze e 7 gol in campionato più un'apparizione nella coppa nazionale.

Il 7 febbraio 2019 torna al Levski Sofia firmando un contratto di un anno e mezzo. Da febbraio a maggio 2019 segna 4 reti in 11 partite tra campionato e play-off per l'Europa League, ma non è confermato in squadra dal nuovo tecnico Petăr Hubčev e a giugno si svincola.

Il 5 settembre 2019 firma nuovamente con il Botev Vraca. Si svincola il 14 dicembre, dopo 7 presenze in campionato senza reti.

Pescara e ritorno in patria

Il 13 febbraio 2020 fa ritorno dopo cinque anni in Italia, venendo ingaggiato fino a fine stagione dal Pescara. Il 23 febbraio viene convocato per la prima volta dalla nuova squadra per la sfida contro il Crotone: parte dalla panchina, ma viene espulso per proteste al 26º minuto del primo tempo, stabilendo così un singolare record negativo. Il 4 marzo debutta subentrando nel secondo tempo della partita persa per 2-0 sul campo dello Spezia. Con gli abruzzesi gioca soltanto 3 partite e il 7 agosto rescinde consensualmente il contratto, lasciando la squadra prima dei play-out di Serie B.

Il 15 settembre torna al Levski Sofia per la terza volta. Alla fine della stagione rinnova il proprio contratto con il Levski per un'altra annata, ma, dopo aver raccolto appena 2 presenze nel 2021-2022, a novembre raggiunge l'accordo per risolvere il contratto con il club, perché poco impiegato dall'allenatore. Il 10 gennaio 2022 firma per il Septemvri Sofia, club della seconda divisione bulgara.

Nazionale

Con la nazionale bulgara Under-21 conta 3 presenze e 3 gol. Con la nazionale maggiore prese parte al campionato d'Europa 2004, rassegna nel corso della quale debuttò in nazionale nella partita persa per 1-2 contro l'Italia il 22 giugno 2004 da subentrante. Il 19 agosto di quell'anno realizzò la sua prima marcatura con la maglia della rappresentativa bulgara, nella gara amichevole contro l'Irlanda (1-1). Il primo gol in competizioni ufficiali con la Bulgaria risale al 6 settembre 2006, quando andò in rete in casa contro la Slovenia (3-0) in un match di qualificazione al campionato d'Europa 2008.

Palmarès

Competizioni giovanili

Competizioni nazionali

 

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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg    VALERI BOJINOV 

 

Bojinov.jpg

 

 

 

UMBERTO ZOLA, “HURRÀ JUVENTUS” DELL’AGOSTO/SETTEMBRE 2006
Avere vent’anni ed essere già considerati giocatori esperti può sembrare un paradosso. Non per il neo-bianconero Valeri Bojinov, uno dei talenti più precoci del calcio europeo, che calca i campi della massima serie da quando, di anni, non ne aveva nemmeno sedici. La sua carriera è cominciata prestissimo: il calcio l’ha portato a lasciare la Bulgaria e trasferirsi in Italia, sponda Lecce, appena tredicenne, per poi bruciare le tappe e risalire lo Stivale, dalla Puglia alla Fiorentina fino ad approdare, quest’estate, alla Juventus. Una chiamata che Valeri ha accettato al volo, sicuro di trovarsi di fronte alla grande occasione della propria carriera, indipendentemente dal campionato in cui si sarebbe giocato. «Stiamo parlando della Juventus» – è stato il suo primo pensiero – «certo che voglio giocare con voi».
È un ragazzo simpatico, Bojinov, e se non ci credete chiedete conferma ai tanti tifosi che l’hanno incontrato dal vivo, ad Acqui Terme e a Pinzolo, durante il ritiro bianconero. Sul palco del Summer Village alessandrino, con fare da showman navigato, ha trascinato la folla invitandola a cantare l’inno della Juventus e il coro più famoso dedicato al suo capitano, Alessandro Del Piero, «un calciatore straordinario, non vedo l’ora di giocarci insieme». Una settimana dopo, nel fresco verde della Val Rendena, si è ripetuto, dialogando coi tifosi e concedendo loro una marea di autografi. Simpatia contagiosa, talento in abbondanza, passione per il calcio e tanta voglia di vincere sono le sue carte vincenti, un poker che sin dai primi giorni di ritiro l’ha fatto entrare nel cuore degli appassionati bianconeri. Guadagnata la stima dei tifosi, ora Valeri vuole a tutti i costi mantenerla, rafforzarla, farla crescere. Come? Segnando gol a raffica per tutta la stagione.
Giocatore potente, abilissimo in zona gol tanto da riuscire a superare, non ancora maggiorenne, la boa delle 10 reti in campionato (precisamente 13, ed eravamo nel 2004/05) Bojinov ha sempre amato stare all’attacco. Fin da quando era un bambino e giocava a pallone tra le strade di Goriahovitza, la sua città natale, a metà strada tra la capitale Sofia e il Mar Nero. «È lì che tutto è cominciato», ci ha raccontato dopo un’intensa giornata di test atletici, preludio agli ancor più faticosi allenamenti che contraddistinguono ogni ritiro precampionato. «Avevo sei, sette anni, e giocavo coi miei amici nei campi pubblici. Purtroppo, ai miei tempi, in Bulgaria non era come in Italia, dove ci sono le squadre giovanili, le scuole calcio che ti seguono passo passo sin da piccolo. Ora la situazione è migliorata, ma quindici anni fa era molto difficile emergere. Se avevi talento, eri molto bravo, allora potevi entrare a far parte di qualche squadra e giocare con ragazzi più grandi di te. Altrimenti non potevi farcela, e il calcio rimaneva soltanto un divertimento con gli amici».
Valeri ce l’ha fatta: grazie al suo talento naturale, al fisico potente e veloce ha impressionato Pantaleo Corvino, ex direttore sportivo del Lecce, che gli ha dato l’opportunità di fare un provino per la squadra pugliese. Superato a pieni voti. «È bastato un giorno di prova per convincere gli osservatori del Lecce, che subito hanno deciso di acquistarmi. Così, a 13 anni, è iniziata la mia avventura».
– È stato difficile lasciare così giovane la tua famiglia, il tuo Paese, per venire a giocare a calcio in Italia?
«Ricordo che i miei genitori hanno lasciato che facessi la mia scelta, senza condizionarmi in alcun modo. Mia madre, Pepa, è una sportiva, ha giocato nella serie A bulgara di basket. Però non mi ha detto di comportarmi nell’una o nell’altra maniera. Quando si ha un figlio o una figlia con una forte passione, un obiettivo preciso per il quale è disposto a fare sacrifici, ritengo che sia giusto lasciarlo provare. I bambini hanno bisogno di essere lasciati liberi, non bisogna viziarli, ma nemmeno opprimerli. Mia madre e mio padre mi hanno semplicemente detto: “L’opportunità è grande. Se te la senti, parti. Altrimenti, resta”. E, se fossi restato, cosa avrei potuto fare? Così ho scelto di partire e grazie all’aiuto di Dio ho avuto la fortuna di farcela. E pensate che, la sera del 6 ottobre 1999, giorno in cui sono arrivato a Lecce, è nata mia sorella, Michela».
– Quasi un segno del destino. Mentre a casa nasceva una bambina, a Lecce fioriva un campione. È stato un problema ambientarsi in Puglia?
«Per nulla. Da questo punto di vista, forse l’essere stato così giovane mi ha aiutato. Se fossi venuto in Italia a 17-18 anni, magari sarebbe stato più difficile. Sono stato seguito da persone molto brave, che mi hanno trattato benissimo, senza farmi mai mancare nulla. Se devo ringraziare qualcuno in particolare scelgo il mio procuratore Gennaro Palomba, con il quale ho un rapporto magnifico, da fratello. Mi è sempre stato vicino, aiutandomi quando ne avevo bisogno e “bastonandomi” quando meritavo una sgridata. E poi devo anche ringraziare gli italiani in generale, un popolo caloroso e aperto che mi ha sempre trattato bene».
– In Italia hai frequentato anche le scuole, per questo parli così bene la nostra lingua.
«Sì, ho studiato fino alla seconda superiore. Poi ho dovuto smettere, ero troppo impegnato con il calcio. Prima di andarmene, però, ho parlato con i professori e col preside. Mi hanno dato tutti il loro benestare, e poco tempo dopo ho debuttato in serie A».
– Al Lecce hai bruciato ogni tappa, dalle giovanili alla prima squadra fino a diventare, a 15 anni e 11 mesi, il più giovane straniero a esordire in Serie A.
«Ho incominciato subito a giocare coi ragazzi di un anno più grandi di me, poi mano a mano che crescevo passavo nelle rappresentative superiori e il divario di età aumentava, fino alla Primavera. Quindi, il 27 gennaio 2002, sono sceso per la prima volta in campo durante un match di Serie A. È stata un’emozione molto forte, purtroppo attenuata da una tragedia che aveva colpito proprio il Brescia, l’avversaria di giornata. Pochi giorni prima era infatti scomparso Vittorio Mero, difensore bresciano (vittima di un incidente stradale, n.d.r.). L’episodio mi aveva scosso profondamente, era un giovane come me, un compagno che avrebbe dovuto giocare quella domenica e che invece non c’era più. Non me la sono sentita di festeggiare, ero troppo triste per quel che era successo».
– Partita dopo partita hai iniziato a segnare sempre più spesso. Ora sono più le reti in Serie A dei tuoi anni: ben ventidue. Ne ricordi qualcuna in particolare?
«No, o meglio, le ricordo tutte benissimo. Non ce n’è una più bella e una meno, sono tutte stupende. Gonfiare la rete avversaria è la massima soddisfazione, la gioia più grande per un calciatore che ha sempre giocato in attacco. Fin da quando giocavo in Bulgaria il mio obiettivo è sempre stato quello di riuscire a segnare. Per questo ricordo e rispetto ogni mio gol».
– Dopo Lecce e Fiorentina, la Juventus. L’hai subito definita “l’occasione più importante della mia carriera”.
«E lo è. Ricordo che ero al mare, in Bulgaria. Il mio procuratore mi ha telefonato, dicendomi che la Juventus era interessata a me e chiedendomi se volevo venire a Torino. “Certo che voglio venire”, gli ho subito detto. È la più grande chance che io abbia mai avuto e non posso lasciarmela sfuggire. La Juventus è una grandissima squadra, conosciuta in tutto il mondo, e giocare con questa maglia, con le righe bianconere e la scritta Juventus, è il massimo per un calciatore giovane come me. È un’emozione, ma anche uno stimolo in più che mi sprona a impegnarmi e migliorare. Per questo ringrazio Dio, che mi ha dato queste opportunità, e il direttore sportivo Alessio Secco, che mi ha cercato».
– Si è parlato, in Bulgaria, del tuo passaggio alla Juventus?
«Se n’è parlato molto, anche perché sono il primo giocatore bulgaro che riesce a vestire la maglia della Juventus, una società molto famosa anche dalle mie parti. Ma sai, in verità non mi sono interessato molto a ciò che si è detto e scritto. Non sono uno che passa il suo tempo a leggere cosa i giornalisti pensano di lui. Preferisco i fatti: allenarmi bene, giocare e dare il mio contributo fino in fondo».
– In pochi giorni hai saputo ritagliarti uno spazio nel cuore dei tifosi. Merito della tua bravura, ma anche della tua simpatia. È importante l’affetto della gente quando ci si trova in campo?
«È molto importante. Per questo io dico sempre che “bisogna avere rispetto per ricevere rispetto”. Quando ne ho la possibilità, non mi faccio problemi a intrattenermi coi tifosi, a firmare gli autografi a chi me lo chiede, a esaudire le loro richieste. So che loro, in cambio, mi sosterranno dagli spalti durante le partite trasmettendomi il loro affetto, tifando per me. Come dite in Italia, il pubblico è il dodicesimo uomo in campo. Ti carica, ti dà quel qualcosa in più che è molto importante quando si gioca una partita».
– Cosa vorresti promettere loro?
«Le promesse a volte non si avverano. Io preferisco la concretezza. È sul campo che i calciatori devono dimostrare il loro valore. Se dai il massimo, se contribuisci al successo della squadra, tutti ti apprezzeranno. E questo vale più di ogni promessa».
– Cosa significa, per te, giocare spalla a spalla con grandi campioni?
«Avere nella propria squadra giocatori che, nella loro carriera, hanno vinto tutto, è una cosa fantastica. Penso a Del Piero, che ha vinto il Mondiale, la Champions League, gli scudetti. Un vero fuoriclasse che, per un giovane come me, è come uno scrittore, un artista, che può insegnarmi molto. Per questo mi impegnerò cercando di imparare il più possibile, da lui come anche da Pavel, un altro grandissimo».
– Ti trovi bene in Italia?
«Mi trovo benissimo. La gente è molto cordiale e poi, calcisticamente parlando, l’Italia è il massimo. Il campionato italiano è il più bello del mondo, il più seguito, il più difficile, il più stimolante. Il posto giusto per me».
– Che consiglio daresti a un ragazzo che si appresta a lasciare la sua famiglia per tentare l’avventura nel calcio italiano?
«Uno solo: usare sempre la testa e il cuore. Nient’altro. Certo, bisogna avere talento, ma non è tutto. Occorre impegnarsi rigorosamente e non smettere mai di provare passione per ciò che si fa. Testa e cuore, se si hanno queste due qualità, si può sfondare in ogni campo».
〰.〰.〰
La Juventus crede molto in Valeri, peccato che non sia dello stesso parere Deschamps con il quale Bojo entra presto in conflitto. Per tutta risposta, Didì lo lascia spesso in panchina, anche quando la Juventus è in difficoltà, a causa degli infortuni di Trézéguet e Del Piero.
Bojinov, comunque, comincia bene la stagione in bianconero: in Coppa Italia segna una rete al Martinafranca e una al Cesena. In campionato, titolare a Crotone alla terza giornata, realizza una doppietta, trascinando la Juventus alla vittoria. Dopo pochi spezzoni di partita, Valeri ritorna protagonista proprio contro il Lecce del suo mentore Zeman: dopo pochi minuti della ripresa, la Juventus passa sorprendentemente in svantaggio. Così, Deschamps è costretto a far entrare in campo il bulgaro, il quale realizza una doppietta; il primo gol è di rapina, sfruttando un errato disimpegno della difesa leccese, il secondo è con una perfetta punizione dalla destra.
Titolare anche la partita successiva, nell’insidiosissima trasferta di Genova, Bojo non riesce a mettersi in evidenza, nonostante la buona prova della compagine bianconera. Ritorna protagonista qualche mese dopo, nella trasferta di Modena: buttato nella mischia a pochi minuti dal termine, confeziona il perfetto cross che genera l’autogol del difensore emiliano e, di conseguenza, la vittoria della Juventus
L’avventura di Valeri alla Juventus termina qui: i tabellini parlano di 21 presenze, ma le partite intere saranno solamente 3. Inevitabile il ritorno alla Fiorentina, con tantissimi rimpianti di non aver potuto capire il reale valore del giovinotto bulgaro.
 

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