Vai al contenuto
Accedi per seguire   
bidescu

Teobaldo Depetrini - Calciatore E Allenatore

Recommended Posts

Joined: 04-Apr-2006
130799 messaggi

1602052481_juventus1931.jpg.d026a6bfe52b40ba8e5aaeb3eed9befc.jpg TEOBALDO DEPETRINI 

 

 

Carriera Depetrini, goal, presenze

 

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Teobaldo_Depetrini

 

 

Nazione: Italia Italia
Luogo di nascita: Vercelli
Data di nascita: 12.03.1913

Luogo di morte: Torino

Data di morte: 08.01.1996
Ruolo: Centrocampista
Altezza: 171 cm
Peso: 68 kg

Nazionale Italiano
Soprannome: Baldo - Baldino

 

 

Alla Juventus dal 1933 al 1949

Esordio: 21.01.1934 - Serie A - Juventus-Alessandria 3-1

Ultima partita: 05.06.1949 - Serie A - Padova-Juventus 3-0

 

388 presenze - 10 reti

 

2 scudetti

2 coppe Italia

 

Allenatore della Juventus 1956-1957 e 1958-1959

34 panchine - 18 vittorie - 9 pareggi - 7 sconfitte

 

 

Teobaldo Depetrini (Vercelli, 12 marzo 1913  Torino, 8 gennaio 1996) è stato un calciatore e allenatore di calcio italiano, di ruolo mediano.

 

 

Teobaldo Depetrini
Juventus 1940-1941 - Teobaldo Depetrini.jpg
Depetrini alla Juventus nella stagione 1940-1941
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 171 cm
Peso 68 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex centrocampista)
Termine carriera 1951 - giocatore
1969 - allenatore
Carriera
Giovanili
192?-1930   Pro Vercelli
Squadre di club
1930-1933   Pro Vercelli 66 (1)
1933-1949   Juventus 388 (10)
1949-1951   Torino 30 (0)
Nazionale
1936-1946 Italia Italia 12 (0)
Carriera da allenatore
1951-1952   Siena
1952-1954   Pro Vercelli
1954-1957   Cenisia
1957   Juventus
1958-1959   Juventus
1959-1960   Biellese
1960   Sarom Ravenna
1961-1962   Pro Vercelli
1965-1969   Ciriè

 

Carriera

Giocatore

Cresciuto calcisticamente nella Pro Vercelli, esordì in Serie A con i bianchi il 31 maggio 1931, giocando per tre stagioni insieme a Silvio Piola e compagni. Nel frattempo la Juventus aveva messo gli occhi su di lui, facendolo arrivare a Torino nel 1933, nel pieno dell'epoca del Quinquennio d'oro.

 

220px-Juventus_-_Anni_1940.jpg
 
Depetrini (primo da sinistra) con alcuni compagni in bianconero all'inizio degli anni 1940

 

Nelle stagioni successive diventerà un punto fondamentale della linea mediana bianconera, collezionando 388 presenze di cui 359 in campionato (304 in Serie A, 23 nel campionato di guerra e 32 nella transitoria Divisione Nazionale del secondo dopoguerra), 23 in Coppa Italia e 6 in Coppa dell'Europa Centrale, conquistando due scudetti e due coppe nazionali. Anche l'esperienza azzurra è tutta legata al periodo nella Juventus: Depetrini debuttò nell'Italia di Vittorio Pozzo nel 1936, chiudendo con la nazionale nel 1946 con un attivo di 12 presenze.

All'età di trentasei anni lasciò la maglia bianconera per andare a vestire quella granata dei concittadini del Torino, nell'immediato dopo-Superga, con cui militò per due stagioni prima di chiudere la carriera agonistica nel 1951.

Allenatore

Alla Juventus ritornerà da tecnico, sedendo in panchina dapprima nelle ultime gare della tribolata stagione 1956-1957, subentrando all'esonerato Sandro Puppo, e poi come sostituto di Ljubiša Broćić per la gran parte dell'annata 1958-1959.

Fu allenatore anche del Siena, del Cenisia, della Biellese, della Sarom Ravenna, della Pro Vercelli e del Ciriè, attività parallela al lavoro di rappresentante di caffè e altri prodotti alimentari.

 

Palmarès

Giocatore

Club

Modificato da Socrates

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 04-Apr-2006
130799 messaggi

1602052481_juventus1931.jpg.d026a6bfe52b40ba8e5aaeb3eed9befc.jpg TEOBALDO DEPETRINI 

 

depetrini%2Blazio.jpg

 

 

 

Una volta nelle squadre di calcio il lavoro non si distribuiva – racconta Vladimiro Caminiti – non lavoravano tutti. Di undici c’era il portiere comandato di parare anche spezzandosi le nocche delle dita; e c’era il centravanti assegnato alle illusioni del gol, a ingrandirsi con quelle, ad appartarsi con quelle.
I terzini facevano i terzini e basta, i mediani si occupavano di marcare e basta, le mezzeali concertavano l’azione del gol uno generalmente con più foga dell’altro che non si affrettava. Una volta, le squadre di calcio avevano i padroni del vapore che erano gli oriundi, e poi furono i nordici, pelandroni con lentiggini e alterigia. Una volta, nelle squadre di calcio dovevano correre in pochi, perché mediocri, perché comandati di correre e basta. Dovevano rompersi le ossa, potevano lamentarsi solo a letto, erano pagati poco e peggio. Rava si ribellò in nome di tutti quelli che non erano attaccanti e famosi.
«Mi sono sempre chiamato Baldo, precisi per favore – mi disse Depetrini, una mattina, a casa mia, era in pastrano nordamericano dal nome del famoso generale, vendeva scatolette, era un muro cadente, non aveva più niente del suo passato di calciatore e i suoi occhi verdi erano gonfi di tutto ma non di speranza.
«Questa di Teobaldo è inventata, mi sono sempre chiamato Baldo. E non staccato, De e poi Petrini, unito, sono stato sempre unito io, ho sempre corso per quattro, dovevo aiutarmi da solo. La Juventus mi aveva preso dalla Pro Vercelli, ero cresciuto nella stessa squadra dove si erano formati Piola e Ferraris II, cioè la Veloce. Cominciai a giocare proprio piccolo, a dodici anni ero qualcuno. I miei lavoravano sul riso, anche mio nonno. Vercelli vive comunque sul riso, lei lo sa?!››
Infatti lo sapevo. Il riso, le discussioni, le contrattazioni, le cancellate alte a proteggere la gente del riso, con le rughe del lavoro duro, la speranza, il guadagno duro, stampate in viso. Vercellesi, col rispetto del centesimo o della lira. Non sprecano, non sprecheranno mai. Risparmiano. Si accontentano di poco. Sono umili e sgobboni. Come Depetrini nel calcio.
«Avevo giocato in serie A con la Pro Vercelli i campionati dal ‘11 al ‘33. Mi facevano marcare Orsi ed io gli rendeva la vita difficile. Non mi incantava quello, non mi ha mai incantato. Non abboccavo alle sue finte. Lui si innervosiva. Bertolini era anziano e mi hanno chiamato a Torino. Nel ‘33-‘34 ho cominciato a giocare per la Juve. Ho giocato diverse volte. Poi ho letto che sono state dieci le partite che ho giocato quel primo anno. Ho esordito come ala destra a Casale. Si vince tre a zero e mi danno a bere un bicchiere di champagne. Ala destra. Ho fatto un gol. Ho sostituito Sernagiotto».
Rivangando il passato, si rallegra, diventa eloquente.
«Una vita ho giocato poi con la Juve, sedici anni consecutivi, dal 1933 al 1950, ne ho passate di tutte, ci sono stati i momenti bui, io ho rischiato pure di retrocedere con la Juve, dovettimo andare con Rosetta allenatore in ritiro a Torre Pellice. Però non ho guadagnato molto, era diverso ai miei tempi... E con la guerra di mezzo...».
Il calcio dava a pochi, togliendolo anche a quelli come Depetrini. Orsi lo pagava anche Mussolini, Depetrini no.

ALBERTO FASANO, “HURRÀ JUVENTUS” DEL FEBBRAIO 1982
Il nome di «Baldin» (così lo chiamano affettuosamente gli amici, i vecchi compagni di squadra) compare per la prima volta il 21 gennaio del 1934, in occasione di una partita del girone di ritorno del campionato 1933-34. La Juve, naturalmente, era campione d’Italia e immagino con quanto orgoglio il piccolo vercellese indossò la sua maglia bianconera con lo scudetto tricolore sul petto. La Juve era chiamata ad affrontare l’Alessandria allo Stadio Comunale; i «grigi» a quei tempi conoscevano ancora i fasti della serie A e ricordo che in quella stagione, oltre alla formazione «mandrogna», anche la Pro Vercelli e il Casale militavano nella massima divisione.
Ecco, abbiamo citato il nome della Pro Vercelli. E non l’ho fatto a caso, perché per comprendere alla perfezione lo stile e la personalità del nostro amico Depetrini, non si può fare a meno di parlare della famosa «scuola» vercellese. Si può dire che la grande squadra di Milano-Ara-Leone rappresentò una sorta di ateneo calcistico e che quasi tutti i giocatori che poi ebbero a indossare la bianca casacca attinsero a piene mani dallo stile e dal temperamento di quei formidabili giocatori: citiamo Rosetta, Ardissone, Piola, Ferraris II°, Baiardi e, naturalmente, Baldo Depetrini.
Lo stile calcistico della vecchia «Pro» era caratteristico: sbrigativo, veloce, pieno d’estro e di iniziative. Si basava moltissimo sul fiato e sulla solidità degli atleti. Uno dei più noti rappresentanti di quella scuola, Guido Ara, ebbe a riassumere la sua «estetica» nel motto: il calcio non a sport da signorine! Piaceva motto, a quell’epoca, l’indimenticabile Ettore Berra: osservò che tali caratteristiche si dovevano probabilmente spiegare con l’origine della società, che «veniva dalla ginnastica», aveva dunque imparato a giocare quasi da sola, senza un vero e proprio tecnico della palla. Sarebbe però erroneo e ingiusto identificare la tendenza sostanziale della scuola vercellese con un elogio della violenza come tale. Per quanto i giocatori in casacca bianca si meritassero le prime definizioni iperboliche del linguaggio sportivo per il fatto che si avventavano contro l’avversario con leonina irruenza e con l’«accompagnamento di secchi scatti della voce», nel gioco vercellese c’era più razionalità di quanto si potesse immaginare. In tempi in cui si giocava in undici, ma l’individualità regnava sempre sovrana, la Pro Vercelli seppe dimostrare che si poteva vincere e divertire anche con il gioco di squadra, e fornì anche uno dei primi esempi di razionale allenamento atletico e tecnico.
Baldo Depetrini apparteneva indubbiamente a quella scuola. Se lo si dovesse paragonare a uno dei grandi vercellesi del passato, lo accosterei a Leone, che, come lui, giocava nel ruolo di mediano laterale. Leone era un uomo rude, leale ma rude. Le finte e i ricami di Ara non lo interessavano; per lui il gioco era lotta, fatica, sacrificio. Affrontava l’avversario con l’impeto dello schermidore che non conosce che la botta dritta; scavalcato, ritornava sui suoi passi, risoluto, caparbio, mai vinto.
Sono proprio le doti che, poco tempo fa, decantava Ugo Locatelli parlando dell’amico Depetrini con il quale ha giocato in maglia bianconera per dieci campionati consecutivi. Diceva Locatelli: «Avete mai visto Depetrini cadere in terra? Quasi mai! Il giocatore che cade rimane estromesso dall’azione; tagliato fuori dal gioco. Questo a Depetrini non succedeva mai: era sempre in piedi, magari superato, ma ugualmente in grado di recuperare, di essere d’aiuto ai compagni, con quella sua chiarissima visione di gioco, con quell’intuito che lo portava ad anticipare le mosse dell’avversario, con quella sua potenza e rudezza che, in fase difensiva, lo rendevano praticamente insuperabile!»
Ci pare che il giudizio di Locatelli, grande calciatore e acutissimo osservatore, sia fondamentale per presentare ai lettori il piccolo grande Depetrini.
I tecnici della Juventus lo avevano visto giocare nelle file della Pro Vercelli e ne erano rimasti entusiasti. Conferme non necessarie erano poi venute nelle partite di campionato delle stagioni 1931-32 e 1932-33, quattro gare in cui il mediano della Pro Vercelli aveva avuto il non facile compito di controllare un uomo della classe di Raimundo Orsi; quattro partite tutte concluse con il successo della Juventus, ma nelle quali il «grande» Orsi non riuscì mai a segnare un gol, se non su calcio di rigore nella gara del 19 marzo 1933.
L’acquisto di Depetrini, marcatore inesorabile, venne deciso all’unanimità.
Come abbiamo già detto, l’esordio in prima squadra della Juve avvenne a Torino in un incontro con l’Alessandria; in quella occasione alla formazione bianconera mancava un’ala destra, e venne scelto Depetrini il quale, non solo se la cavò con grande onore, ma riuscì addirittura a mettere a segno la terza rete bianconera. Ancora come ala destra «Baldin» giocò le successive partite contro il Casale e la Roma; poi, essendo venuto a mancare Orsi, ecco che venne deciso di schierare il vercellese come ala sinistra: altre tre partite, contro Torino, Palermo e Triestina. Ancora ala destra contro il Genoa a Marassi e poi, finalmente, le ultime tre partite di campionato nel suo ruolo di mediano destro, contro Milan (4-0), Pro Vercelli (2-0) e Lazio (2-0). Ho citato i risultati delle tre gare per metter in rilievo il fatto del nessun gol incassato, segno di un perfetto equilibrio nella difesa della squadra.
Nella stagione successiva (1934-35) le presenze di Depetrini furono 14; nel 1935-36 ne contiamo 24 su 30 gare; e così via di seguito, con un crescendo di rendimento eccezionale, con una continuità di presenze che collocano il nome di Depetrini al 6° posto assoluto nella graduatoria della Juventus: 336 partite di campionato con la maglia bianconera e 9 reti segnate.
Un atleta di tanta classe e rendimento non poteva certo sfuggire all’occhio attento di Vittorio Pozzo che, nel quadro di un rinnovamento della squadra nazionale che aveva vinto i «mondiali» del 1934 a Roma, convocò ben presto il mediano juventino, destinato a dividersi con Serantoni la responsabilità di sostituire il classico Pizziolo della Fiorentina.
Baldo Depetrini fece dunque il suo esordio in azzurro a Roma il 17 maggio del ‘36, in un incontro piuttosto difficile, contro un avversario tradizionalmente ostico, l’Austria, dove giocavano campioni di fama internazionale, come il portiere Platzer, il terzino Schmaus, il mediano Urbanek e gli attaccanti Sindelar e Jerusalem. L’incontro si chiuse in pareggio, 2-2, dopo che gli austriaci avevano chiuso in vantaggio per 1 a 0 il primo tempo. Naturalmente Depetrini venne confermato per la successiva partita con l’Ungheria, a Budapest, del 31 maggio. Altri campioni in Campo, da Polgar a Dudas, da Turay a Sarosi, da Toldi a Tiktos, quest’ultimo avversario diretto del piccolo vercellese. L’Italia disputò una bella partita, grande fu Depetrini e meritatissimo il successo per 2 a 1 sulla formazione magiara.
Per un certo periodo Depetrini, sempre in gran forma e in perfette condizioni fisiche, venne messo da parte; ma nel maggio del 1939, in occasione della grande sfida di San Siro tra il calcio italiano e i «maestri» inglesi, ecco che Depetrini venne richiamato in servizio, previo spostamento di Serantoni nel ruolo di interno destro. Risultato: 2 a 2, con il famoso gol di Piola con la «manina». E «Baldin»? Un autentico leone, come dimostrò ancora di esser anche nelle partite della tournee balcanica, contro Jugoslavia, Ungheria e Romania, tre terribili battaglie. Anche a Helsinki una splendida partita e una convincente vittoria. In totale: 12 partite in azzurro e una sola sconfitta quella di Zurigo nel novembre del ‘39 contro una sorprendente formazione elvetica.
Sia nelle file della Juventus (e prima ancora nella Pro Vercelli), sia in quelle della nazionale, Baldo Depetrini confermò, al di là delle riconosciute doti tecniche, di essere plasmato con l’acciaio; la sua solidità atletica, infatti, è stata la nota spiccante della taglia di giocatore chiave per la squadra nella quale militava, qualsiasi squadra ne avesse bisogno per coordinare i congegni, irrobustire il telaio, possedere una lancia e uno scudo da utilizzare via via, a seconda delle esigenze e degli sviluppi della partita.
A Depetrini hanno sempre guardato i tecnici che avevano bisogno di un giocatore a un tempo provetto, esperto e gagliardo, che deve dare ordine ed equilibrio al gioco.
È stato sempre difficile misurare e precisare la somma di benessere tecnico che un solo giocatore può apportare al complesso d’una squadra, ma sarebbe davvero difficile negare quanto sia stato utile, dal 1933 al 1949, un giocatore del calibro di Depetrini. Nitidissimo a stato sempre il senso architettonico del gioco e della partita giocata da «Baldin». Nel corso delle battaglie più accese, si è avuta la sensazione che il mediano vercellese recasse stampate sulle membrane del cervello le linee geometriche che la palla componeva e scomponeva nell’aria e sul terreno. Depetrini non è mai stato un solista, ma un lavoratore-tecnico per conto della collettività.
Il meglio del giocatore si è sempre rispecchiato nel meticoloso lavoro di tamponamento e di sostegno, con una cifra elevatissima di rendimento. Disciplinato (non solo in senso tattico), attaccatissimo ai colori sociali, pronto a qualsiasi sacrificio, con un fisico che per vent’anni ha resistito a ogni sforzo. Un esempio stupendo da indicare ai giovani di oggi.

 

https://ilpalloneracconta.blogspot.com/2008/03/baldo-depetrini.html

Modificato da Socrates

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un utente registrato per partecipare

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
Accedi per seguire   

  • Chi sta navigando   0 utenti

    Nessun utente registrato visualizza questa pagina.

×
×
  • Crea Nuovo...