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bidescu

Massimo Carrera - Calciatore E Allenatore

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55062307_juve1989.png.0e751d8b023348d650bcfe17bd167d22.png MASSIMO CARRERA 

 

 

carrera+massimo.jpg

 

 

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Massimo_Carrera

 


Massimo Carrera nasce a Sesto S.Giovanni (MI), il 22 aprile 1964. Si mette in mostra con il Bari, tanto che nel 1991-92 viene acquistato dalla Juventus. La squadra bianconera ripresenta Trapattoni in panchina, dopo il disastroso campionato del duo Montezemolo/Maifredi.
«Ad un certo punto ho pensato che avrei concluso la carriera con la squadra barese. Sentivo parlare di possibili cessioni a grandi club, però alla fine non se ne faceva nulla. Credo che la Juventus abbia rappresentato davvero lultima chance, ma anche la migliore possibilità».
Carrera è schierato come terzino destro, ruolo che ricopriva anche al Bari ed offre sempre buone prestazioni, culminate anche con una convocazione nella Nazionale di Sacchi.
«Forse ho dato il meglio di me come libero, nel ruolo che continuo a preferire. Però, Trapattoni, mi ha quasi sempre impiegato in marcatura e mi sembra di essermela cavata. Non ho problemi neppure come terzino di fascia, posizione che tra laltro mi consente di realizzare qualche goal. E, se cè bisogno, non mi trovo male neanche a centrocampo».
Parole pronunciate senza presunzione, anche perché si tratta di rilievi quasi cronistici. La versatilità di Carrera è infatti fuori discussione e non si limita alle incombenze tattiche: perché questo difensore/camaleonte passa con facilità pure da uno schema di gioco allaltro. Efficacissimo nel modulo tradizionale del Trap, a proprio agio nella zona. Questione di gavetta.
«Il gioco a zona lo conosco bene, perché lho praticato per alcuni anni agli ordini di Catuzzi nel Pescara. Ritengo fondamentali quelle stagioni per la mia crescita professionale e umana, e pensare che gli inizi furono piuttosto difficili: restavo spesso in panchina e temevo di perdere la fiducia in me stesso. Invece, lallenatore mi ripeteva di non scoraggiarmi, così ho tenuto duro e sono diventato titolare».
Con larrivo di Lippi, Massimo viene schierato da libero anche se, inizialmente è la riserva di Fusi, il quale, però, denuncia molte incertezze e Lippi butta nella mischia il già esperto difensore lombardo. Carrera entra stabilmente in squadra e comanda la difesa da vero leader, contribuendo allesaltante stagione culminata nellaccoppiata Campionato/Coppa Italia, tanto da essere definito da Lippi un vero fuoriclasse.
Nelle stagioni successive, arrivano Vierchowod e Montero e Carrera parte quasi sempre dalla panchina ma, tutte le volte che è chiamato in causa, offre ottime prestazioni.
Nellestate del 1996, viene ceduto allAtalanta, dopo aver totalizzato 166 presenze con un goals ed un palmares di tutto rispetto: 1 scudetto, 1 Coppa Italia, 1 Champions League, 1 Coppa Uefa ed 1 Supercoppa Europea.
Diventa subito il capitano ed il leader della squadra orobica, che lascia nel 2003 per accasarsi al Napoli. Dopo aver militato nel Treviso, si trasferisce alla Pro Vercelli, dove, nonostante i quarantaquattro anni, è ancora protagonista.


INTERVISTATO DA HURRÀ JUVENTUS, NEL DICEMBRE 2009:

«Quando arrivavano i bianconeri a Bari, spuntavano un sacco di amici e conoscenti che mi chiedevano un biglietto per andare allo stadio, perché una partita come quella non potevi perderla. Lo stadio era sempre pieno allinverosimile e lattesa per la gara era sempre spasmodica. Mi sono reso conto dellamore per la Juventus a Bari anche quando giocavo a Torino. Fuori dallalbergo o mentre il pullman andava allo stadio era pieno di tifosi bianconeri. I miei ex compagni di squadra già giorni prima mi chiedevano maglie dei giocatori della Juventus. Anche se allepoca non cerano ancora scritti sopra i nomi, facevano a gara per avere quella di Baggio o Vialli. Questo a testimonianza della passione che cè per la Juventus anche in Puglia».

E per un giocatore del Bari cosa significa giocare contro la Juventus? «Significa molto. È una gara in cui hai modo di metterti in mostra: sai che spesso è unimpresa proibitiva per cui devi dare il massimo ed anche qualcosa di più, ma al contempo non hai molto da perdere e puoi fare bella figura. Partita delicata quindi ma che può offrirti anche delle sorprese».

Sorprese come quella della stagione 199/-91. La Juventus di Gigi Maifredi prende una sonora batosta dal Bari (2-0). Tu sei stato uno dei migliore in campo in quella partita. «Ricordo che la Juventus di Maifredi fino a quella gara stava disputando un buon campionato. Noi giocammo benissimo, aggredendo dal primo minuto i bianconeri non concedendo mai spazio. Fu una vittoria meritata».

Quello era una Bari grintoso ma anche molto tecnico. «Sì, cerano giocatori come Di Gennaro, Scarafoni, Monelli, Joào Paolo. Eppoi molti baresi, giocatori cresciuti nel vivaio del Bari ed arrivati poi in prima squadra. Sono stati cinque anni molto belli. Abbiamo spesso giocato al di sopra delle nostre possibilità per portare a casa buoni piazzamenti. Dopo il primo posto in B nel 1988/89, anche in A siamo riusciti a fare bene».

Nellestate del 1991, cioè lanno dopo, il passaggio alla Juventus. Sulla panchina siede Giovanni Trapattoni. «Era una squadra in costruzione. In quegli anni abbiamo posto le basi per i grandi risultati che avremmo poi ottenuto qualche anno dopo. Nel 1991, quando sono arrivato, la Juventus si era piazzata così male da non poter neanche partecipare alle Coppe, poi però, nel volgere di pochi anni, ancora con Trapattoni, abbiamo ottenuto buoni risultati. Secondi dietro al Milan in campionato il primo anno e, la stagione successiva, vittoria in coppa Uefa. Una squadra forte anche se le mancava qualcosa per arrivare a dominare».

Cosa ricordi della tua esperienza con il Trap? «Grandissimo allenatore e grandissimo uomo. Aveva una passione incredibile che sapeva trasmettere a tutti, in particolare ai giovani. Finiti gli allenamenti spesso rimaneva lì per spiegarti alcuni movimenti, per migliorarti tecnicamente, negli stop, nei tiri. Un personaggio veramente carismatico».

Larrivo di Lippi cosa cambiò? «Soprattutto la mentalità direi. È stato proprio quello, oltre allarrivo di qualche giocatore, a farci fare il vero e proprio salto di qualità. Si entrava sempre in campo per vincere. Si correva per novanta minuti e si aveva sempre fame di vittorie. Eravamo partiti con un modulo, poi dopo la sconfitta a Foggia per 2-0 siamo passati al 4-3-3, più spregiudicato ed aggressivo che ci ha permesso di vincere lo scudetto, la coppa Italia e lanno successivo la Champions League».

Dotato di una grande duttilità tattica, Massimo viene impiegato da Lippi in più occasioni per coprire ruoli diversi in difesa. «Nel Bari giocavo soprattutto come terzino destro. Anche Lippi in alcune occasioni, a seconda degli impegni o delle emergenze, mi ha impiegato in quel ruolo. Ma giocavo soprattutto come centrale. Con Ferrara o con Kohler».

Tifoso della Juventus sin da piccolo, cosa vuol dire poter indossare la maglia bianconera? «È il coronamento di un sogno. Sin da: primi calci che tiri al pallone sogni di diventare professionista e di indossare quella maglia. Un sogno difficile da realizzare, ma proprio per questa ragione, ancora più emozionante quando si avvera».


http://ilpalloneracconta.blogspot.com/2008/04/massimo-carrera.html

 

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Grandissimo Carrera...e Bidescu, consentimi di farti i complimenti per la tua "rubrica", purtroppo le visite e le risposte sono sempre pochissime, la Juventus che f

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grande carrera,uno dei difensori che mi son pi

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Footballer

 

 

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55062307_juve1989.png.0e751d8b023348d650bcfe17bd167d22.png   MASSIMO CARRERA

 

Massimo Carrera - Alchetron, The Free Social Encyclopedia

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Massimo_Carrera

 

 

Nazione: Italia 20px-Flag_of_Italy.svg.png
Luogo di nascita: Pozzuolo Martesana (Milano)
Data di nascita: 22.04.1964
Ruolo: Difensore
Altezza: 181 cm
Peso: 71 kg
Nazionale Italiano
Soprannome: -

 

 

 

Alla Juventus dal 1991 al 1996

Esordio: 28.08.1991 - Coppa Italia - Udinese-Juventus 0-0

Ultima partita: 20.04.1996 - Serie A - Inter-Juventus 1-2

 

166 presenze - 1 rete

 

1 scudetto

1 coppa Italia

1 supercoppa italiana

1 champions league

1 coppa Uefa

 

 

Allenatore giovanili della Juventus dal 2009 al 2011

Collaboratore tecnico dal 2011 al 2014

 

Allenatore prima squadra ad interim 2012

10 panchine - 7 vittorie

 

1 supercoppa italiana

 

 

 

Massimo Carrera (Pozzuolo Martesana, 22 aprile 1964) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore.

È salito alla ribalta da calciatore con la maglia del Bari, con cui ha vinto una Coppa Mitropa (1990). In seguito ha vissuto i suoi anni più gloriosi alla Juventus, con cui ha conquistato in Italia un campionato di Serie A (1994-95), una Coppa Italia (1994-95) e una Supercoppa italiana (1995), e in campo internazionale una Coppa UEFA (1992-93) e una UEFA Champions League (1995-96). Ha infine legato la seconda parte della carriera agonistica ai colori dell'Atalanta, divenendone bandiera a cavallo degli anni 1990 e 2000, e raggiungendo una promozione in Serie A (1999-00).

Da allenatore ha vinto un campionato di Prem'er-Liga (2016-17) e una Supercoppa russa (2017) sulla panchina dello Spartak Mosca, e, in qualità di collaboratore tecnico della Juventus, ha vinto la Supercoppa italiana (2012) sostituendo lo squalificato Antonio Conte in panchina.

 

Massimo Carrera
Zenspb-SM (1).jpg
Carrera allo Spartak Mosca nel 2018
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 181 cm
Peso 71 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex difensore)
Termine carriera 2008 - giocatore
Carriera
Giovanili
19??-19??   Pro Sesto
Squadre di club
1982-1983   Pro Sesto 30 (4)
1983-1984   Russi 28 (5)
1984-1985   Alessandria 31 (0)
1985-1986   Pescara 19 (1)
1986-1991   Bari 156 (4)
1991-1996   Juventus 166 (1)
1996-2003   Atalanta 207 (3)
2003-2004   Napoli 26 (0)
2004-2005   Treviso 12 (0)
2005-2008   Pro Vercelli 63 (1)
Nazionale
1992 Italia Italia 1 (0)
Carriera da allenatore
2009-2011   Juventus Giovanili
2011-2014   Juventus Coll. tecnico
2012   Juventus Interim
2014-2016 Italia Italia Coll. tecnico
2016   Spartak Mosca Vice
2016-2018   Spartak Mosca  
2019-2020   AEK Atene  
2021   Bari

 

Carriera

Giocatore

Club

Gli inizi, Bari
220px-Associazione_Sportiva_Bari_1989-90
 
Carrera (in piedi, terzo da sinistra) al Bari nell'annata 1989-1990

 

Cresciuto nella Pro Sesto, dopo alcuni anni di esperienza nelle serie minori esordisce in Serie B nel 1985 con la maglia del Pescara, allenato da Catuzzi, dove gioca in squadra con Luigi De Rosa e Gian Piero Gasperini. Successivamente si afferma nel Bari, dove resta cinque stagioni.

Juventus

Nell'estate del 1991 viene ingaggiato dalla Juventus. Nella squadra bianconera guidata da Giovanni Trapattoni viene schierato prettamente come terzino destro, ruolo che aveva già ricoperto anche a Bari, ma dimostra una grande versatilità. La sua prima stagione a Torino culmina con la convocazione nella nazionale di Arrigo Sacchi. Al termine dell'annata seguente solleva il primo trofeo internazionale, la Coppa UEFA.

Nell'estate del 1994, con l'arrivo sulla panchina bianconera di Marcello Lippi, viene schierato come libero al posto dell'incerto Fusi, e diventa un pilastro della squadra che al termine della stagione conquista il double Scudetto-Coppa Italia.

 

170px-Massimo_Carrera_-_Juventus_FC_1991
 
Carrera alla Juventus nella stagione 1991-1992

 

Nella stagione successiva, l'ultima trascorsa a Torino, perde il posto da titolare, subentrando spesso dalla panchina. Lascia la squadra dopo aver totalizzato 166 presenze e una rete in maglia juventina, vincendo Scudetto, Coppa Italia e Coppa UEFA, a cui si aggiungono la Supercoppa di Lega e la Champions League dell'ultima stagione.

Atalanta, ultimi anni

Nell'estate del 1996 viene ceduto all'Atalanta. Diventa subito capitano e leader della squadra nerazzurra, la cui maglia veste per otto stagioni sommando 207 gare e 3 reti. A Bergamo diviene una bandiera proprio per la grinta che mette in ogni partita, nonostante l'età ormai avanzata.

Nel settembre 2003 passa a parametro zero al Napoli, rimanendo con i campani per un'annata. Nell'estate 2004 si accorda con il Treviso, militando anche coi veneti per una sola stagione. Nell'ottobre 2005, quarantunenne, approda alla Pro Vercelli con cui lascia il calcio giocato, all'età di quarantaquattro anni, al termine del campionato di Serie C2 2007-2008.

Nazionale

Le prestazioni al primo anno nella Juventus gli valgono la convocazione in nazionale, con la quale scende in campo un'unica volta il 19 febbraio 1992 a Cesena in un'amichevole contro San Marino.

Allenatore

Juventus

Il 18 giugno 2009, Carrera diventa nuovo coordinatore tecnico del settore giovanile della Juventus, ruolo che mantiene fino all'estate del 2011 quando, con l'arrivo di Antonio Conte come allenatore, diventa coordinatore tecnico della prima squadra.

Sostituisce Conte nella direzione tecnica degli incontri della squadra durante la fase iniziale della stagione 2012-2013, a causa delle squalifiche inflitte a quest'ultimo e al suo vice Angelo Alessio a seguito delle sentenze sullo scandalo calcioscommesse. Esordisce sulla panchina della prima squadra il 4 agosto 2012 nell'amichevole di Salerno col Malaga, mentre Conte e Alessio sono in attesa di giudizio; in seguito alle sentenze di squalifica dei due, è confermato allenatore ad interim della prima squadra a partire dal primo incontro ufficiale della stagione, la finale di Supercoppa italiana disputata l'11 agosto 2012 a Pechino contro il Napoli: la squadra bianconera s'impone 4-2 ai tempi supplementari e Carrera conquista il suo primo trofeo da tecnico. Il 25 agosto successivo colleziona la prima panchina in Serie A, mentre il 17 settembre 2012, dopo che la squalifica di Conte è estesa anche alle competizioni internazionali, esordisce da allenatore in Champions League. Colleziona la sua ultima panchina bianconera il successivo 7 ottobre contro il Siena, lasciando il posto ad Alessio dopo 7 vittorie e 3 pareggi, chiudendo da imbattuto.

Nazionale italiana

A causa delle dimissioni di Conte dalla Juventus, il 16 luglio 2014 è esonerato dal club bianconero insieme al resto dello staff del tecnico salentino, e il successivo 19 agosto, con la firma di Conte come commissario tecnico della nazionale italiana, Carrera entra a far parte dello staff azzurro in qualità di assistente.

Nel 2014-2015 frequenta a Coverciano il corso di abilitazione per il master di allenatori professionisti Prima Categoria-UEFA Pro.

Spartak Mosca

Dopo il campionato d'Europa 2016 non segue Conte al Chelsea, e il 13 luglio Carrera entra nello staff dello Spartak Mosca in qualità di allenatore in seconda. L'8 agosto 2016, dopo la prima giornata di campionato, prende inizialmente ad interim la guida tecnica del club a seguito delle dimissioni di Dmitrij Aleničev, venendo poi definitivamente confermato sulla panchina dei russi il 18 dello stesso mese. Sovvertendo i pronostici di inizio stagione, il 7 maggio 2017 vince la Prem'er-Liga alla guida degli spartachi, riportandoli al titolo nazionale dopo 16 anni.

Nella stagione seguente vince la Supercoppa russa contro la Lokomotiv Mosca, battuta 2-1 ai tempi supplementari. Non riesce, però, a confermarsi in campionato, chiudendo al terzo posto della classifica, stesso piazzamento ottenuto nel girone di Champions League. Ripescato in Europa League, lo Spartak è eliminato ai sedicesimi di finale dall'Athletic Bilbao, mentre nella Coppa di Russia raggiunge le semifinali, dov'è estromesso dal Tosno. Il 22 ottobre 2018, all'indomani della sconfitta interna in campionato (2-3) contro l'Arsenal Tula, Carrera è esonerato, pagando un negativo avvio di stagione.

AEK e Bari

L'8 dicembre 2019 viene nominato allenatore dell'AEK Atene, subentrando a Marinos Ouzounidīs, dal quale eredita una squadra in terza posizione nel campionato greco. Conclude la stagione confermando la posizione in classifica, che vale la partecipazione ai preliminari di Europa League e guida gli ateniesi fino alla finale di coppa nazionale, persa contro l'Olympiakos. All'inizio della stagione seguente, dopo aver portato la squadra alla fase a gironi di Europa League, il 22 dicembre 2020 viene sollevato dall'incarico a causa degli scarsi risultati ottenuti in campionato.

Il 9 febbraio 2021 torna in Italia, ingaggiato dal Bari, squadra militante in Serie C di cui aveva già vestito la maglia da calciatore tra il 1986 e il 1991, subentrando a Gaetano Auteri. Esordisce sulla panchina biancorossa il 17 febbraio seguente, vincendo in casa contro il Monopoli per 1-0. Dopo un buon inizio con dieci punti in quattro giornate, la squadra accusa un calo di rendimento che la fa scivolare al quarto posto in classifica. A causa di questi risultati, la società decide di esonerarlo il 19 aprile seguente, con un bilancio di 5 vittorie, 3 pareggi e 4 sconfitte.

Controversie

La notte di capodanno del 2011 rimane coinvolto in un tamponamento a catena sull'autostrada A4, tra Dalmine e Bergamo, nel quale perdono la vita due ragazze. Tra i conducenti indagati per omicidio colposo, nel maggio 2013 viene condannato in primo grado, con rito abbreviato, a due anni e sei mesi di reclusione.

 

Palmarès

Giocatore

Club

Competizioni nazionali
220px-Juventus_FC_-_Scudetto_1994-95_-_M
 
Del Piero e Carrera festeggiano la vittoria della Juventus nella Serie A 1994-1995.
Competizioni internazionali
220px-Juventus_FC_-_Champions_League_199
 
Torricelli, Deschamps, Ravanelli, Sousa, Rampulla, Pessotto e Carrera festaggiano il trionfo juventino nella Champions League 1995-1996.

Allenatore

Club

Individuale

 

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55062307_juve1989.png.0e751d8b023348d650bcfe17bd167d22.png   MASSIMO CARRERA

 

carrera%2Bmassimo%2Bgenoa.JPG

 

 

 

Si mette in mostra con il Bari, tanto che nel 1991-92 è acquistato dalla Juventus. La squadra bianconera ripresenta Trapattoni in panchina, dopo il disastroso campionato del duo Montezemolo-Maifredi. «A un certo punto ho pensato che avrei concluso la carriera con la squadra barese. Sentivo parlare di possibili cessioni a grandi club, però alla fine non se ne faceva nulla. Credo che la Juventus abbia rappresentato davvero l’ultima chance, ma anche la migliore possibilità».
Carrera è schierato come terzino destro, ruolo che ricopriva anche al Bari e offre sempre buone prestazioni, culminate anche con una convocazione nella Nazionale di Sacchi. «Forse ho dato il meglio di me come libero, nel ruolo che continuo a preferire. Però, Trapattoni, mi ha quasi sempre impiegato in marcatura e mi sembra di essermela cavata. Non ho problemi neppure come terzino di fascia, posizione che tra l’altro mi consente di realizzare qualche goal. E, se c’è bisogno, non mi trovo male neanche a centrocampo».
Parole pronunciate senza presunzione, anche perché si tratta di rilievi quasi cronistici. La versatilità di Carrera è, infatti, fuori discussione e non si limita alle incombenze tattiche: perché questo difensore camaleonte passa con facilità pure da uno schema di gioco all’altro. Efficacissimo nel modulo tradizionale del Trap, a proprio agio nella zona. Questione di gavetta: «Il gioco a zona lo conosco bene, perché l’ho praticato per alcuni anni agli ordini di Catuzzi nel Pescara. Ritengo fondamentali quelle stagioni per la mia crescita professionale e umana, e pensare che gli inizi furono piuttosto difficili: restavo spesso in panchina e temevo di perdere la fiducia in me stesso. Invece, l’allenatore mi ripeteva di non scoraggiarmi, così ho tenuto duro e sono diventato titolare».
Con l’arrivo di Lippi, Massimo è schierato da libero, anche se, inizialmente è la riserva di Fusi, il quale, però, denuncia molte incertezze e Lippi butta nella mischia il già esperto difensore lombardo. Carrera entra stabilmente in squadra e comanda la difesa da vero leader, contribuendo all’esaltante stagione culminata nell’accoppiata campionato e Coppa Italia, tanto da essere definito da Lippi un vero fuoriclasse. Nelle stagioni successive, arrivano Vierchowod e Montero e Carrera parte quasi sempre dalla panchina ma, tutte le volte che è chiamato in causa, offre ottime prestazioni. Nell’estate del 1996, è ceduto all’Atalanta, dopo aver totalizzato 166 presenze con un goal e un palmarès di tutto rispetto: uno scudetto, una Coppa Italia, una Champions League, una Coppa Uefa e una Supercoppa Europea.
Ritorna alla Juve nel 2009, nelle vesti di coordinatore tecnico del Settore Giovanile. Ma nella stagione 2012-13 siede sulla panchina della Prima Squadra, a causa della squalifica di Conte e del suo vice Alessio. Ottiene ben sette vittorie (fra cui quella a Pechino contro il Napoli valevole per la Supercoppa Italiana) e tre pareggi (due dei quali a Londra contro il Chelsea e in casa contro lo Šachtar nel girone di Champions League).

“HURRÀ JUVENTUS” DEL DICEMBRE 2009
«Quando arrivavano i bianconeri a Bari, spuntavano un sacco dl amici e conoscenti che mi chiedevano un biglietto per andare allo stadio, perché una partita come quella non potevi perderla. Lo stadio era sempre pieno all’inverosimile e l’attesa per la gara era sempre spasmodica. Mi sono reso conto dell’amore per la Juventus a Bari anche quando giocavo a Torino. Fuori dall’albergo o mentre il pullman andava allo stadio era pieno di tifosi bianconeri. I miei ex compagni di squadra già giorni prima mi chiedevano maglie dei giocatori della Juventus. Anche se all’epoca non c’erano ancora scritti sopra i nomi, facevano a gara per avere quella di Baggio o Vialli. Questo a testimonianza della passione che c’è per la Juventus anche in Puglia».
E per un giocatore del Bari cosa significa giocare contro la Juventus? «Significa molto. È una gara in cui hai modo di metterti in mostra: sai che spesso è un’impresa proibitiva per cui devi dare il massimo ed anche qualcosa di più, ma al contempo non hai molto da perdere e puoi fare bella figura. Partita delicata quindi ma che può offrirti anche delle sorprese».
Sorprese come quella della stagione 1990-91. La Juventus di Gigi Maifredi prende una sonora batosta dal Bari. Tu sei stato uno dei migliori in campo in quella partita. «Ricordo che la Juventus di Maifredi fino a quella gara stava disputando un buon campionato. Noi giocammo benissimo, aggredendo dal primo minuto i bianconeri non concedendo mai spazio. Fu una vittoria meritata».
Quello era una Bari grintoso ma anche molto tecnico. «Sì, c’erano giocatori come Di Gennaro, Scarafoni, Monelli, João Paolo. E poi molti baresi, giocatori cresciuti nel vivaio del Bari e arrivati poi in prima squadra. Sono stati cinque anni molto belli. Abbiamo spesso giocato al di sopra delle nostre possibilità per portare a casa buoni piazzamenti. Dopo il primo posto in B nel 1988-89, anche in A siamo riusciti a fare bene».
Nell’estate del 1991, cioè l’anno dopo, il passaggio alla Juventus. Sulla panchina siede Giovanni Trapattoni. «Era una squadra in costruzione. In quegli anni abbiamo posto le basi per i grandi risultati che avremmo poi ottenuto qualche anno dopo. Nel 1991, quando sono arrivato, la Juventus si era piazzata così male da non poter neanche partecipare alle coppe, poi però, nel volgere di pochi anni, ancora con Trapattoni, abbiamo ottenuto buoni risultati. Secondi dietro al Milan in campionato il primo anno e, la stagione successiva, vittoria in Coppa Uefa. Una squadra forte anche se le mancava qualcosa per arrivare a dominare».
Cosa ricordi della tua esperienza con il Trap? «Grandissimo allenatore e grandissimo uomo. Aveva una passione incredibile che sapeva trasmettere a tutti, in particolare ai giovani. Finiti gli allenamenti spesso rimaneva lì per spiegarti alcuni movimenti, per migliorarti tecnicamente, negli stop, nei tiri. Un personaggio veramente carismatico».
L’arrivo di Lippi cosa cambiò? «Soprattutto la mentalità direi. È stato proprio quello, oltre all’arrivo di qualche giocatore, a farci fare il vero e proprio salto di qualità. Si entrava sempre in campo per vincere. Si correva per novanta minuti e si aveva sempre fame di vittorie. Eravamo partiti con un modulo, poi dopo la sconfitta a Foggia per 2-0 siamo passati al 4-3-3, più spregiudicato e aggressivo che ci ha permesso di vincere lo scudetto, la Coppa Italia e l’anno successivo la Champions League».
Dotato di una grande duttilità tattica, Massimo è impiegato da Lippi in più occasioni per coprire ruoli diversi in difesa. «Nel Bari giocavo soprattutto come terzino destro. Anche Lippi in alcune occasioni, a seconda degli impegni o delle emergenze, mi ha impiegato in quel ruolo. Ma giocavo soprattutto come centrale. Con Ferrara o con Kohler».
Tifoso della Juventus sin da piccolo, cosa vuol dire poter indossare la maglia bianconera? «È il coronamento di un sogno. Sin da: primi calci che tiri al pallone sogni di diventare professionista e di indossare quella maglia. Un sogno difficile da realizzare, ma proprio per questa ragione, ancora più emozionante quando si avvera».

 

https://ilpalloneracconta.blogspot.com/2008/04/massimo-carrera.html

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