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Socrates

Angelo Colombo

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Angelo Martino Colombo | Stelle juventine
 
File:Juventus 1966-1967.jpg - Wikimedia Commons
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929224598_juventus1931.jpg.c6a12f0185b2a07992acf9d1ef4e5848.jpg ANGELO COLOMBO

 

Addio ad Angelo Martino Colombo, ex portiere del Messina

 

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Angelo_Colombo_(calciatore_1935)

 

 

Nazione: Italia Italia
Luogo di nascita: Gattinara (Vercelli)
Data di nascita: 13.05.1935

Luogo di morte: Vercelli

Data di morte: 13.03.2014
Ruolo: Portiere
Altezza: 173 cm
Peso: -

Soprannome: -

 

 

Alla Juventus dal 1965 al 1968

Esordio: 24.09.1967 - Serie A - Juventus-Mantova 3-1

Ultima partita: 22.10.1967 - Serie A - Juventus-Torino 0-4

 

6 presenze - 5 reti subite

 

1 scudetto

 

 

Angelo Martino Colombo (Gattinara, 13 maggio 1935  Vercelli, 13 marzo 2014) è stato un calciatore italiano, di ruolo portiere.

Malato da tempo, è morto nel 2014 all'età di settantotto anni.

 

Angelo Colombo
Angelo Martino Colombo - US Cagliari.jpg
Colombo al Cagliari nei primi anni 1960
     
Nazionalità Italia Italia
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Portiere
Termine carriera 1975
Carriera
Giovanili
    Gattinara
    Pro Vercelli
Squadre di club
1954-1959   Pro Vercelli 169 (-?)
1959-1960   Messina 27 (-31)
1960-1965   Cagliari 165 (-127)
1965-1968   Juventus 6 (-5)
1968-1973   Verona 46 (-54)
1973-1975   Omegna ? (-?)

 

Carriera

220px-Juventus_FC_1967-68_-_Roberto_Anzo
 
Roberto Anzolin e Colombo alla Juventus nella stagione 1967-1968

 

Iniziò la sua carriera nella Pro Vercelli, nelle cui file disputò cinque campionati tra Serie D e C.

 

Seguì un anno al Messina e poi, nel 1960, il passaggio al Cagliari. Con lui in porta la squadra sarda compì il salto dalla Serie C fino alla massima categoria.

 

La Juventus lo acquistò nella stagione 1965-1966 per affidargli il ruolo di riserva di Roberto Anzolin. In tre anni di militanza bianconera vinse lo scudetto del 1966-1967, collezionando complessivamente 5 presenze in campionato, tutte concentrate nell'edizione del 1967-1968, tra cui il derby disputatosi pochi giorni dopo la morte di Gigi Meroni e conclusosi 4-0 per il Torino; in quello stesso anno scese in campo anche in un incontro di Coppa dei Campioni contro i greci dell'Olympiakos.

 

Venne quindi ceduto al Verona nel novembre del 1968. In riva all'Adige ricominciò a giocare con più continuità alternandosi tra i pali con Giovanni De Min, Mario Giacomi e Pierluigi Pizzaballa.

 

Al termine della stagione 1972-1973, all'età di trentotto anni, abbandonò la Serie A per scendere tra i dilettanti, giocando altri due anni nell'Omegna prima dello stop definitivo.

Palmarès

Club

Competizioni nazionali

 

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929224598_juventus1931.jpg.c6a12f0185b2a07992acf9d1ef4e5848.jpg ANGELO COLOMBO

 

colombo%2Bangelo%2B025.jpg

 

 

 

“HURRÀ JUVENTUS” DELL’AGOSTO1965
Per un Carlo Mattrel che va un Colombo portiere che viene: così va definito lo scambio dei due giocatori effettuato tra Juventus e Cagliari. Tutti si chiedono: chi ci ha guadagnato? La Juventus si è sistemata, ecco tutto. Un dualismo (Anzolin-Mattrel) che covava da tempo sotto il moggio, proprio come la fiaccola, e stato eliminato. E scusate se è poco. Ben venga, perciò, questo Colombo con in bocca il ramo di ulivo, simbolo di pace fraterna fra colleghi. Bando ai sofismi, inoltre: Angelo Colombo, all’atto di trasferimento, già era conscio che alla Juve gli sarebbe toccato il ruolo di riserva.
Un Colombo con le carte in regola, dunque, meno quella... d’identità. Egli infatti è Angelo da poco tempo. Quale l’arcano? Semplice. Passando le carte federali, o meglio i cartellini societari di Colombo, abbiamo scoperto che il suo primo nome era Martino. Come Mimì, in Bohème, che si chiamava Lucia! Sotto questa veste, meno... angelica, abbiamo preso atto del suo passaggio dalla Pro Vercelli al Messina nel 1960 e poi ancora dalla società sicula al Cagliari. Dopo due anni di permanenza fra i rossoblu sardi (in serie C), Martino perse la cappa e la spada e, ad avvenuta promozione in B, sempre con il Cagliari, lo troviamo trasfigurato sotto nuove mortali spoglie. Colombo, evidentemente, si era promosso Angelo da solo. Un peccato di presunzione, il suo? Forse. Ma Colombo, protagonista numero uno con il Cagliari, ben si era meritato una promozione... sua sponte!
Sullo slancio del successo, sempre fra i pali del Cagliari, Colombo doveva finalmente guadagnarsi la serie A a suon di tuffi magici. Un vero trionfo per il bravo Vercellese (è nato a Gattinara il 16 maggio 1935) giunto ormai sulla soglia dei trent’anni! E l’anno magico si doveva ripetere: sotto la guida di Silvestri, «serninatore d’oro», nella decorsa stagione Colombo poteva fugare ogni dubbio al cospetto dei tiratori scelti sulle sue reali qualità. Il sesto posto del Cagliari porta, fra le altre, anche la sua firma. 
Padre felice da un anno, Angelo Colombo guarda al suo avvenire bianconero con sicurezza. I figli portano fortuna. Sarà chiamato a sostituire Anzolin, oppure no? Poco importa. La Juventus può contare sulla sua serietà professionale a ogni evenienza. E non è un luogo comune: come il vino delle terre natali, Colombo, invecchiando (si fa per dire), ha trovato la giusta stagionatura. I precedenti poi farebbero propendere a una sua sicura partecipazione al ruolo di titolare (e Anzolin tocca ferro). Al Messina, infatti, vi andò come sostituto di Salerno e un anno dopo al Cagliari gli toccò ancora prendere il posto allo stesso portiere. Colombo perciò non teme la rincorsa anche se di dualismo (con Anzolin) non è il caso di parlarne.
Quali le doti di Angelo? Tutti dicono che se fosse stato solo due dita più alto sarebbe finito in nazionale. Vox populi, vox Dei. Proprio così. Coordinato nelle movenze e perfetto in quanto a proporzioni morfologiche (alto m. 1,73) eccelle nelle parate a mezza altezza e a terra in cui si appallottola come un gatto soriano. Ma il meglio di sé, Colombo lo porta nel temperamento irriducibile, che fa di lui un portiere mai domo. A chi gli chiedeva, tempo fa, un episodio saliente della sua carriera, Colombo si rifece a un lontano incontro Pro Vercelli-Ivrea del lontano 1956. «In quell’occasione», così raccontò Angelo, «sul campo del “Robbíano” incombeva una nebbia fittissima tant’è che anch’io non potevo distinguere i miei compagni dagli avversari. Figurarsi poi il pallone! All’improvviso sentii un boato del pubblico e trasalii. Ero stato battuto da un pallone inviatomi alle spalle dal compagno Boglietti. Per fortuna che quell’autorete non ebbe conseguenze perché la gara fu poi sospesa!».
〰.〰.〰
«Un falco tra i pali, dotato di una presa di acciaio. Un portiere di altri tempi», così lo descrive Vladimiro Caminiti.
Colombo non riesce a sfondare; troppo forte è Anzolin per poter prendere il suo posto fra i pali della porta bianconera. Angelo, che come Bettega e Ravanelli, ha i capelli completamente bianchi, rimane a Torino fino al 1968, totalizzando solamente 6 presenze, tutte nel campionato dell’addio.
Angelo non fu particolarmente fortunato, durante la sua permanenza in bianconero; basti pensare che una delle sue rare presenze, corrispose al derby giocato pochi giorni dopo la tragica morte di Meroni. Una partita dominata dalla commozione e il buon Colombo dovette raccogliere per ben 4 volte il pallone nella sua rete. «Ricordo con tanta malinconia quel derby disputato pochi giorni dopo la morte di Meroni. Quell’incontro fu condizionato da quella terribile tragedia! Ricordo, invece, con piacere la partita di Bologna, dove parai tutto e, in particolare, quella contro l’Olympiakos di Atene, in Coppa dei Campioni, dove vincemmo per 2-0. Giocare la massima competizione europea resta una grande soddisfazione».
È ceduto al Verona nel novembre del 1968 e, in riva all’Adige, ricomincia a giocare con più continuità, alternandosi tra i pali con Giovanni De Min, Mario Giacomi e Pierluigi Pizzaballa. È tra i pochi portieri che possono vantare di aver parato un rigore a Gigi Riva. Al termine della stagione 1972-73, all’età di 38 anni, gioca altri due anni nell’Omegna, prima di appendere gli scarpini al chiodo.
 
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