Socrates 8969 Joined: 04-Apr-2006 136760 messaggi Inviato May 27, 2011 (modificato) Modificato June 2, 2022 da Socrates Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
BillyThriller 1 Joined: 13-Feb-2009 838 messaggi Inviato May 27, 2011 Lo ricordo bene, speravo potesse esplodere perch Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Socrates 8969 Joined: 04-Apr-2006 136760 messaggi Inviato June 2, 2022 JUAN PABLO SORIN https://it.wikipedia.org/wiki/Juan_Pablo_Sorín Nazione: Argentina Luogo di nascita: Buenos Aires Data di nascita: 05.05.1976 Ruolo: Difensore Altezza: 173 cm Peso: 68 kg Nazionale Argentino Soprannome: Juanpi Alla Juventus dal 1995 al 1996 Esordio: 30.08.1995 - Coppa Italia- Avellino-Juventus 1-4 Ultima partita: 22.11.1995 - Champions League - Juventus-Borussia Dortmund 1-2 5 presenze - 1 rete 1 champions league Juan Pablo Sorín (Buenos Aires, 5 maggio 1976) è un dirigente sportivo ed ex calciatore argentino, di ruolo terzino o centrocampista, attuale direttore sportivo del Cruzeiro. È l'unico calciatore che può vantare la vittoria, nella medesima stagione, della principale coppa continentale per club con due diverse squadre: la UEFA Champions League con la Juventus (1995-1996) e la Coppa Libertadores con il River Plate (1996). Juan Pablo Sorín Sorín nell'Argentina nel 1995 Nazionalità Argentina Altezza 173 cm Peso 68 kg Calcio Ruolo Difensore Termine carriera 2009 - giocatore Carriera Giovanili 1985-1994 Argentinos Juniors Squadre di club 1994-1995 Argentinos Juniors 20 (1) 1995-1996 Juventus 5 (0) 1996-2000 River Plate 78 (11) 2000-2002 Cruzeiro 29 (3) 2002-2003 → Lazio 6 (0) 2003 → Barcellona 15 (1) 2003-2004 → Paris Saint-Germain 21 (1) 2004 Cruzeiro 6 (0) 2004-2006 Villarreal 40 (7) 2006-2008 Amburgo 24 (4) 2008-2009 Cruzeiro 6 (0) Nazionale 1995 Argentina U-20 6 (0) 1995-2006 Argentina 75 (11) Palmarès Mondiali di calcio Under-20 Oro Qatar 1995 Giochi panamericani Oro Mar del Plata 1995 Copa América Argento Perù 2004 Confederations Cup Argento Germania 2005 Biografia Ha scritto un libro, Grandes Chicos, per raccogliere fondi destinati alla costruzione di una scuola e di un ospedale per bambini in Argentina. Caratteristiche tecniche Sorín era un terzino sinistro versatile e laborioso, che poteva anche giocare dovunque sulla fascia sinistra, grazie alla sua abilità di passaggio. Aveva uno stile di gioco eccentrico e, nonostante abbia giocato prevalentemente in ruoli difensivi, spesso faceva discese in attacco, dove metteva a profitto la sua abilità tecnica. Carriera Club Inizia a giocare all'età di nove anni nelle giovanili dell'Argentinos Juniors, per poi debuttare in prima squadra nel 1994. Nella primavera del 1995 Omar Sívori, ambasciatore della Juventus in Sud America, segnala alla dirigenza bianconera il nome di Sorín allora capitano dell'Argentina Under-20 campione del mondo in Qatar. Acquistato per 1,6 miliardi di lire, colleziona 5 presenze complessive, senza mai giocare una partita intera. Sorín alla Juventus nel 1995 A fine stagione torna in Argentina per vestire la maglia del River Plate. Con la casacca bianco-rossa disputa tre stagioni vincendo una Coppa Libertadores, una Supercoppa Sudamericana, tre Tornei d'apertura e un Torneo di Clausura. Nel 2000 lascia l'Argentina e si trasferisce in Brasile, firmando un contratto con il Cruzeiro con il quale vincerà nello stesso anno la Coppa del Brasile. Il 7 febbraio 2002 viene annunciato il trasferimento, per la stagione 2002-2003, del giocatore alla Lazio di Sergio Cragnotti. Nel corso dell'estate 2002 il trasferimento di Sorín rischia però di saltare. La Lazio, a seguito del crack Cirio, è in grave crisi finanziaria e non riesce a pagare ai brasiliani la prima rata del trasferimento di circa 3,5 milioni di euro. Nel mentre il calciatore inizia ad allenarsi alle dipendenze del mister biancoceleste Roberto Mancini, in attesa del transfer della federazione brasiliana che, dopo aver rinegoziato l'accordo sulla base di un prestito, arriverà solo alla fine di agosto. Nel corso della stagione l'argentino non riesce a trovare spazio. Inoltre la crisi finanziaria che colpisce il club romano e il conseguente ritardo nel pagamento degli stipendi, spinge il giocatore a mettere in mora la società con conseguente richiesta di svincolo. Ma la richiesta viene respinta dal collegio arbitrale della Lega per un vizio di legittimità. Il 31 gennaio 2003 termina l'avventura laziale di Sorín che torna così al Cruzeiro per poi essere subito girato sempre in prestito, con diritto di riscatto, al Barça. Con la maglia blaugrana disputa 15 partite segnando una rete. Nell'estate del 2003, ancora in prestito, si trasferisce in Francia alle dipendenze del Paris Saint-Germain con il quale vincerà una Coppa di Francia. Nel 2004 si trasferisce al Villarreal dove diventa un elemento insostituibile del club spagnolo che riesce, alla sua prima storica partecipazione, a raggiungere la semifinale di Champions League. Ai quarti di finale di quella stessa edizione, Sorìn fu vittima di un violentissimo fallo di Marco Materazzi. In area di rigore il difensore dell'Inter colpì con una gomitata in pieno volto Sorìn, lasciandolo a terra sanguinante. Nell'agosto del 2006 viene acquistato dall'Amburgo per una cifra di 3 milioni di euro. Resta in Germania fino al 2008 per poi tornare al Cruzeiro. Il 28 luglio 2009, a causa dei numerosi infortuni che hanno accompagnato gli ultimi anni della sua carriera, si è ritirato dal calcio giocato. Nazionale Nel 1995 capitanò l'Argentina Under-20 vittoriosa nel campionato mondiale di categoria. Le sue prestazioni nella nazionale giovanile attirarono le attenzioni anche del selezionatore dell'albiceleste Daniel Passarella, che lo fece debuttare il 14 febbraio 1995 nell'amichevole vinta per 4-1 contro la Bulgaria. Diventa così un pilastro della Nazionale, restando per 7 anni il terzino sinistro titolare, a partire dal 1999. Ha disputato il mondiale del 2002 e quello del 2006 dove il commissario tecnico Pekerman gli affidò la fascia di capitano. In totale con la maglia dell'albiceleste ha disputato 75 partite segnando 11 gol. Viene ricordato anche per un curioso episodio avvenuto durante la partita tra Brasile e Argentina valida per le qualificazioni al mondiale: Sorìn tocca tre volte il pallone con il piede sinistro e con il destro fa passare la palla sotto le gambe di Ronaldinho (fantasista mondiale per eccellenza). Sorìn subito dopo riceve un buffetto al volto dal brasiliano, evidentemente stizzito per il tunnel subito. Palmarès Club Competizioni nazionali Campionato argentino: 4 - River Plate: Apertura 1996, Clausura 1997, Apertura 1997, Apertura 1999 Coppa del Brasile: 1 - Cruzeiro: 2000 Copa Sul-Minas: 2 - Cruzeiro: 1999, 2000 Coppa di Francia: 1 - Paris San-Germain: 2003-2004 Competizioni internazionali UEFA Champions League: 1 - Juventus: 1995-1996 Coppa Libertadores: 1 - River Plate: 1996 Supercoppa Sudamericana: 1 - River Plate: 1997 Nazionale Giochi panamericani: 1 - 1995 Campionato mondiale Under-20: 1 - 1995 Individuale Equipo Ideal de América: 3 - 1996, 2000, 2001 Bola de Prata: 1 - 2000 Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Socrates 8969 Joined: 04-Apr-2006 136760 messaggi Inviato June 2, 2022 JUAN PABLO SORIN C’è anche una faccia da bambino dentro la nuova Juventus – racconta Maurizio Crosetti sul “Guerin Sportivo” del 2-8 agosto 1995 –. E la faccia di Pablo Sorin, 19 anni, argentino, semi-sconosciuto ma non turista per caso nel nostro calcio. Faccia da bimbo, però il cuore è forte e lo sguardo pure: due occhi che puntano lontano. Se gli chiedete chi è l’italiano che preferisce non dirà Baggio, non dirà Signori, non dirà Baresi. Dirà Cesare Pavese («Le poesie più dei romanzi»), dirà Pier Paolo Pasolini. Se lo chiamate per un’intervista risponderà «Vengo subito», poi appoggerà sul comodino la storia della letteratura italiana che usa per allenarsi con la nostra lingua e magari col nostro modo di pensare. Il suo preparatore atletico non è Ventrone; è Moravia. Perché lui fa la ginnastica del cervello. Ragazzo di buona famiglia (padre architetto, madre assistente sociale, promessa sposa quasi laureata in educazione fisica), Pablo Sorin non appartiene alla categoria dei giovani calciatori doberman, disposti ad azzannare pur di arrivare. È un tipo tranquillo, e al tempo stesso deciso: «Sono qui per giocare, spero di diventare un titolare della Juventus, la maglia bianconera è un grande onore ma da sola non basta». Non è vero che a 19 anni è più facile sedersi in tribuna. Non è vero che ci si consola meglio. «Un anno fa non avevo neppure esordito nella Serie A argentina. In dieci mesi ho vinto un campionato e un Mondiale Under 20, sono stato convocato in Nazionale da Passarella e ora sono un giocatore della Juve. Incredibile. Però non mi fermo qui, non ho ancora combinato niente». Lo manda Sivori, ultimo argentino in bianconero prima di lui. Ci scommettono in tanti, perché Pablo Sorin è un calciatore moderno, un jolly difensivo eclettico. Impostato originariamente come terzino sinistro (guarda caso il ruolo ancora scoperto nella Juve), sa far bene anche il centrale. Nelle prime uscite bianconere ha impressionato per tempismo e senso della posizione, ma anche per disinvoltura e carattere. Ha pure segnato, perché è un difensore che ama spingersi in avanti, soprattutto sui calci piazzati. «Daniel Passarella mi ha regalato molti consigli per avere successo in Italia, nel campionato più difficile del mondo. Mi ha detto di dare sempre il massimo, anche in allenamento, anche nelle partitelle. E mi ha detto di spedire il pallone in tribuna, se mi sembra giusto». C’è grande sincerità nelle parole del giovane argentino, proposte in un italiano già ricco di sfumature. Il piccolo sconosciuto ha personalità, e pure qualche sponsor. Lippi e Ravanelli sono stati i primi a parlar bene di lui: «Sarà una delle sorprese di quest’anno» dice l’attaccante, che con Sorin divide la camera. «Fabrizio è un personaggio positivo, mi sta insegnando un sacco di cose»: un corso intensivo di calcio, anche se Sorin sembra uno di quelli che imparano anche da soli. La sua carriera è una freccia, un lampo. A nove anni portava già addosso la maglietta dell’Argentinos Juniors, che si è tolto solo per indossare quella della Juve. Ha esordito in prima squadra nel settembre del ‘94 poi è stata un’ascesa continua. Esperienze, vittorie, sogni: tutto condensato in una manciata di mesi. Ha un fisico robusto ma abbastanza minuto per un difensore, per uno specialista del calcio iper-atletico di oggi. I suoi 65 chili di peso, distribuiti in un metro e 73 di altezza, invitano alla cautela che occorre usare con ogni giocatore in fase di sviluppo. «Non bisogna esagerare con i carichi» dice Ventrone, «perché si possono provocare danni anche seri. È invece molto importante insegnare la corretta impostazione di ogni esercizio, con un programma di lavoro quanto mai personalizzato». Nella full metal Juve, c’è chi tratta con riguardo un patrimonio non solo tecnico, un investimento per il futuro. O per il presente? Perché, in teoria, Pablo Sorin è il quarto straniero della Juventus, ma in pratica potrebbe scalare presto qualche posizione. Di intoccabile c’è soltanto Sousa, forse Jugovic. Per gli altri ruoli la lotta è apertissima, e l’argentino con la faccia da bimbo potrebbe sfruttare la sua duttilità. C’è da occupare la fascia sinistra, per esempio, quella che avrebbe dovuto essere presidiata da Andrea Fortunato: «Conosco la sua terribile storia, e se davvero prenderò il suo posto cercherò di farlo in modo speciale. Perché quel numero è un peso, un dovere». Sa usare anche parole importanti, il ragazzo di Baires. Come quelle che dedica a Diego Maradona: «Secondo qualcuno, lui è stato un esempio sbagliato, un male per i giovani. Io penso invece che bisogna perdonare gli errori e capire. Maradona è stato un genio, ha dato felicità a un popolo. Ha sbagliato, credo abbia pagato: ora la speranza di ogni argentino è rivederlo in campo. Senza rancore». Faccia da bimbo ha ottima memoria: «Ricordo quando la Juventus affrontò l’Argentinos Juniors in Coppa Intercontinentale. Guardai quella magnifica partita insieme a mio padre, ricordo i colpi di Borghi e le invenzioni di Michel Platini. Avevo appena nove anni. Se qualcuno, quel giorno, mi avesse detto che avrei giocato in entrambe le squadre impegnate a Tokyo, gli avrei dato del matto». Invece è successo, tutto alla velocità della luce. Sarà per questo senso di fretta, sarà per questa frenesia che Pablo Sorin adesso chiede una tregua, un time-out della carriera. Dov’è arrivato, vuole restare. E poi raccontare: «Dopo il liceo mi sono iscritto alla facoltà di giornalismo. E qualcosa di simile alla letteratura. Per questo mi piace». Alla stampa italiana il compito di non fargli cambiare idea. 〰.〰.〰 Juanpi per gli amici, sa che l’occasione offertagli dalla Juventus è importantissima: «Questo treno passa soltanto una volta nella vita, se a 19 o 30 anni non conta: l’importante è non lasciarlo sfilare via senza agganciarsi a un vagone... Ho parlato con Vialli e Ferrara, so che loro mi daranno una mano. Così tutto sarà più facile». Ma la sua avventura in bianconero non sarà fortunata; Juanpi, infatti, scenderà in campo solamente per 4 volte, senza disputare mai una partita intera. Deluso, ritornerà in patria, vestendo la mitica casacca del River Plate. https://ilpalloneracconta.blogspot.com/2008/05/juan-pablo-sorin.html Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti