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Socrates

Pierluigi Casiraghi

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Juventus v Fiorentina: five memorable meetings | UEFA Europa League |  UEFA.com
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158294740_juve1989.png.42800fa7d31171c343725403ab83d426.png   PIERLUIGI CASIRAGHI 

 

Happy birthday, Pierluigi Casiraghi! - Juventus TV

 

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Pierluigi_Casiraghi

 

 

Nazione: Italia Italia
Luogo di nascita: Monza
Data di nascita: 04.03.1969

Ruolo: Attaccante
Altezza: 182 cm
Peso: 78 kg

Nazionale Italiano
Soprannome: Pigi

 

 

Alla Juventus dal 1989 al 1993

Esordio: 23.08.1989 - Coppa Italia - Cagliari-Juventus 0-1

Ultima partita: 25.04.1993 - Serie A - Juventus-Fiorentina 3-0

 

147 presenze - 37 reti

 

1 coppa Italia

2 coppe Uefa

 

 

Pierluigi Casiraghi (Monza, 4 marzo 1969) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo attaccante.

Nel 1994 è stato vicecampione del mondo con la nazionale italiana.

 

Pierluigi Casiraghi
Pierluigi Casiraghi Lazio.jpg
Casiraghi alla Lazio nel 1993
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 182 cm
Peso 78 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex attaccante)
Termine carriera 4 agosto 2000 - giocatore
Carriera
Giovanili
19??-1985   Monza
Squadre di club
1985-1989   Monza 94 (28)
1989-1993   Juventus 147 (37)
1993-1998   Lazio 140 (41)
1998-2000   Chelsea 10 (1)
Nazionale
1988-1990 Italia Italia U-21 7 (1)
1991-1998 Italia Italia 44 (13)
Carriera da allenatore
2001-2003   Monza Giovanili
2003-2004   Legnano  
2006-2010 Italia Italia U-21  
2006-2010 Italia Italia U-20  
2008 Italia Italia olimpica  
2014-2015   Cagliari Vice
2015-2016   Al-Arabi Vice
2016-2017   Birmingham City Vice
Palmarès
 
Coppa mondiale.svg Mondiali di calcio
Argento Stati Uniti 1994
Transparent.png Europei di calcio Under-21
Bronzo 1990
Bronzo Svezia 2009
Transparent.png Torneo di Tolone
Oro Tolone 2008

 

Caratteristiche tecniche

Giocatore

«Centravanti d'area di rigore», in giovane età si segnalò come uno dei pochi giocatori italiani con caratteristiche simili a quelle di Roberto Boninsegna, pur denotando qualche imprecisione sul piano realizzativo. Molto dotato sul piano fisico e atletico, compensava una tecnica poco raffinata con l'abilità nel gioco aereo, l'efficacia in acrobazia e la capacità di svariare sul fronte d'attacco, mettendosi a disposizione della squadra e risultando prezioso per la sua tendenza a creare spazi ai compagni.

Carriera

Giocatore

Club

Monza
220px-Monza_%2788-89%2C_Gianluca_Gaudenz
 
Casiraghi (a destra) al Monza, assieme a Gianluca Gaudenzi, nella stagione 1988-1989

 

Cresce nel settore giovanile del Monza, la squadra della sua città, e nella stagione 1985-1986 viene aggregato alla prima squadra. Esordisce il 21 agosto 1985, a soli 16 anni, nella gara di Coppa Italia Monza-Fiorentina (0-3), quando al 72' subentra a Roberto Antonelli. Due mesi dopo, il 20 ottobre 1985, fa il suo esordio in Serie B durante l'incontro Arezzo-Monza (1-0). Il 1º giugno 1986, a 17 anni, realizza il suo primo gol in carriera nella gara della 36ª giornata di campionato persa 3-1 in trasferta contro il Pescara. Casiraghi ottiene 14 presenze stagionali ma il Monza, arrivato ultimo, retrocede in Serie C1.

All'inizio della stagione successiva, 3 settembre 1986, realizza una doppietta decisiva nella gara di Coppa Italia vinta 2-0 contro la Sampdoria. Conclude la stagione 1986-1987 con 25 presenze e 6 reti in campionato.

Nella stagione 1987-1988, grazie alle sue 12 reti in campionato, è uno dei protagonisti della promozione in Serie B della squadra brianzola, che con l'allenatore Pierluigi Frosio vince anche la Coppa Italia Serie C nella quale Casiraghi realizza 2 gol. Nel campionato seguente, realizza 9 gol in Serie B e forma con Maurizio Ganz la coppia offensiva del Monza che centra l'obbiettivo della salvezza.

Juventus

Arriva alla Juventus nella stagione 1989-1990, per 6,4 miliardi di lire. Sotto la guida tecnica di Dino Zoff fa il suo esordio in Serie A il 27 agosto 1989, a 20 anni, in Juventus-Bologna (1-1) quando al 58' subentra a Salvatore Schillaci. Nella prima stagione torinese totalizza 23 presenze in campionato segnando 4 reti: la prima in A il 6 settembre 1989 in Juventus-Fiorentina 3-1. Risulta tra i maggiori protagonisti nei due percorsi, entrambi vittoriosi, di coppa: realizza la doppietta che fissa sul 2-0 il risultato dell'andata della semifinale di Coppa Italia disputata a Torino il 31 gennaio 1990, ai danni della Roma e una delle tre reti bianconere nell'andata della finale di Coppa UEFA Juventus-Fiorentina 3-1, svoltasi sempre a Torino il 2 maggio 1990.

La stagione seguente vede l'arrivo sulla panchina bianconera di Luigi Maifredi, scelta che rappresenta una rottura dal punto di vista sia tradizionale che tattico. Il giovane Casiraghi continua a segnare reti importanti come quella del vantaggio nell'andata della semifinale di Coppa delle Coppe disputata sul campo del Barcellona il 10 aprile 1991, persa poi per 3-1.

 

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Casiraghi in azione alla Juventus nel corso dell'annata 1990-1991

 

Al sostanziale fallimento dell'idea-Maifredi (la Juventus non raggiunge neanche un piazzamento utile per la Coppa UEFA) fa seguito il ritorno di Giovanni Trapattoni che riporta la squadra a livelli altamente competitivi: il secondo posto in campionato, al quale Casiraghi contribuisce con 7 reti, e la finale di Coppa Italia persa contro il Parma.

Nella stagione successiva l'organico d'attacco della Juventus si amplia notevolmente: arrivano infatti Gianluca Vialli dalla Sampdoria e Fabrizio Ravanelli dalla Reggiana. Inoltre la squadra bianconera dispone di centrocampisti offensivi quali Roberto Baggio e Andreas Möller, pertanto lo spazio disponibile per Casiraghi diminuisce progressivamente: spesso è in panchina e non entra neanche a partita in corso come, ad esempio, nella vittoriosa doppia finale di Coppa UEFA. Alla fine della stagione le presenze globali sono 29 e le reti solo 5: Casiraghi, già da oltre due anni nel giro della nazionale, ha bisogno di una squadra che punti esplicitamente anche su di lui.

Lazio

Il 6 agosto 1993 si accorda con la Lazio con la formula del prestito oneroso per 1.5 miliardi di lire più il diritto di riscatto a 10 miliardi di lire: a Roma sulla panchina biancoceleste c'è Dino Zoff, tecnico che già conosce l'attaccante brianzolo per averlo allenato a Torino nella stagione 1989-1990. Nella prima stagione fa coppia con Giuseppe Signori segnando solo 4 reti in 26 partite. Al passare dei mesi l'intesa con l'attaccante bergamasco migliora sempre più: Casiraghi riesce ad aprire ampi spazi per le incursioni di Signori che vince per la seconda volta consecutiva la classifica dei cannonieri. Nella stagione successiva la squadra viene affidata a Zdeněk Zeman, mentre l'attacco biancoceleste viene rinforzato con l'innesto di Alen Bokšić. In 34 partite di campionato Casiraghi mette a segno 12 reti tra le quali la quaterna, il 5 marzo 1995, nell'8-2 ai danni della Fiorentina e un memorabile goal in acrobazia il 23 aprile dello stesso anno nel derby di ritorno che fissa il risultato sul 2-0 in favore dei biancocelesti.

Nella terza stagione in biancoceleste - la migliore dal punto di vista realizzativo anche globalmente - in campionato sigla 14 reti in 28 presenze. Nella stagione 1996-1997 la Lazio di Zeman non convince nel girone di andata, infatti dalla 19ª giornata (il 2 febbraio 1997) sulla panchina torna Zoff. Casiraghi dà comunque il suo apporto e in 24 presenze realizza 8 reti. Nella stagione 1997-1998 sulla panchina laziale arriva Sven-Göran Eriksson assieme alla bandiera doriana Roberto Mancini: Casiraghi viene impiegato 28 volte ma molto spesso entra a partita in corso, realizzando solo 3 reti (di cui una nel 3-1 in occasione del derby del 2 novembre 1997) ma è protagonista, con 4 reti in 10 partite, nella cavalcata in Coppa UEFA che porta la Lazio a disputare la sua prima finale europea, persa a Parigi contro l'Inter. A fine stagione la Lazio e Casiraghi vincono comunque un trofeo: la Coppa Italia. Durante la permanenza in biancoceleste fa parte sia della spedizione italiana per il campionato del mondo 1994 e per il campionato d'Europa 1996.

Chelsea

Nell'estate del 1998, a 29 anni, approda al Chelsea, in Inghilterra, per la cifra di circa 5.5 milioni di sterline. In quel periodo i Blues sono una squadra a trazione italiana: oltre a Gianfranco Zola, Casiraghi ritrova i suoi ex compagni Gianluca Vialli (nella doppia veste di giocatore-allenatore) e Roberto Di Matteo con i quali aveva giocato rispettivamente nella Juventus e nella Lazio. Dopo poche settimane di permanenza a Londra arriva il primo trofeo: è la Supercoppa europea vinta il 28 agosto a Monte Carlo ai danni del Real Madrid.

L'8 novembre 1998 si frattura il ginocchio in più punti in seguito a uno scontro con Shaka Hislop, portiere del West Ham Utd: la violenza dell'impatto è tale che Casiraghi non riprende più a giocare a calcio a livello professionistico. Nonostante i numerosi interventi chirurgici, Casiraghi non riesce a recuperare dal grave infortunio ed è costretto ad abbandonare la carriera, in seguito al licenziamento da parte del Chelsea avvenuto il 4 agosto 2000, a soli 31 anni.

Nazionale

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Casiraghi in maglia azzurra nel 1996, alle prese con un avversario della Georgia nel corso delle qualificazioni al Mondiale 1998.

 

Convocato dal CT Azeglio Vicini, Casiraghi fa il suo esordio in nazionale il 13 febbraio 1991, ancora prima di compiere 22 anni, in occasione della partita amichevole Italia-Belgio (0-0) disputata a Terni. Realizza il suo primo gol in nazionale il 19 febbraio 1992, nella gara amichevole vinta per 4-0 contro San Marino a Cesena.

Fa parte dei 22 convocati per il campionato del mondo 1994, dove diviene vicecampione del Mondo scendendo in campo tre volte sempre da titolare: nelle gare della fase a gironi contro la Norvegia e il Messico, e nella semifinale vinta per 2-1 contro la Bulgaria.

Il CT Arrigo Sacchi lo convoca anche per il campionato d'Europa 1996, dove nella prima gara del girone realizza la doppietta decisiva nella vittoria per 2-1 contro la Russia. Tuttavia, Casiraghi ed altri giocatori vengono lasciati in panchina nella seconda gara, persa contro la Rep. Ceca, e la nazionale viene eliminata nella fase a gironi dopo il pareggio contro la Germania.

Il 15 novembre 1997 a Napoli realizza la rete decisiva contro la Russia (1-0) nella partita di ritorno degli spareggi per accedere al campionato del mondo 1998. La sua ultima partita in azzurro è l'amichevole del 22 aprile 1998 contro il Paraguay (3-1), nella quale subentra a Christian Vieri nella ripresa; a fine stagione non viene infatti convocato dal CT Cesare Maldini per la fase finale del Mondiale disputato in Francia.

In nazionale ha totalizzato 13 gol in 44 presenze.

Allenatore

Il 17 luglio 2001 comincia ad allenare nel Monza, occupandosi del settore giovanile. Il 20 maggio 2003 ottiene il primo incarico tra i professionisti, diventando allenatore del Legnano (Serie C2, girone A). Viene esonerato il 24 marzo 2004. Il 16 luglio 2006 torna al Monza quale coordinatore del settore giovanile, fino a quando, il 24 luglio, a soli 37 anni, viene scelto dai commissari della FIGC Guido Rossi e Demetrio Albertini per sostituire Claudio Gentile sulla panchina della nazionale Under-21, e avrà anche la responsabilità dell'Under-20.

Sotto la sua direzione l'Under-21 si qualifica all'Europeo 2007 nei Paesi Bassi, dove viene eliminata nel girone, ma riesce a ottenere comunque la qualificazione ai Giochi olimpici di Pechino 2008, superando il Portogallo in uno spareggio conclusosi ai tiri di rigore. In preparazione dei Giochi, guida la nazionale olimpica alla vittoria nel Torneo di Tolone 2008. Ai Giochi olimpici disputati in Cina la nazionale olimpica guidata da Casiraghi raggiunge i quarti di finale, dove viene eliminata dal Belgio. Si qualifica anche all'Europeo 2009 in Svezia, dove questa volta l'Under-21 supera la prima fase. Gli azzurrini vengono eliminati in semifinale perdendo per 1-0 con la Germania poi vincitrice del torneo.

Infine, a causa della mancata qualificazione all'Europeo 2011 e ai Giochi olimpici di Londra 2012 dopo l'eliminazione ai play-off contro la Bielorussia, il 20 ottobre 2010 lascia la guida tecnica della'Under-21.

Il 24 dicembre 2014 approda al Cagliari in qualità di vice di Gianfranco Zola, chiamato ad allenare la squadra sarda in sostituzione dell'esonerato Zdeněk Zeman. Il 9 marzo 2015, a seguito dell'esonero di Zola, viene licenziato insieme allo staff.

L'11 luglio assume il ruolo di vice di Zola all'Al-Arabi in Qatar. Il 27 giugno 2016 viene esonerato insieme al tecnico.

Il 14 dicembre segue l'ex attaccante del Chelsea anche al Birmingham City. Il 17 aprile 2017 entrambi si dimettono.

Palmarès

Giocatore

Club

Competizioni nazionali
Competizioni internazionali

Allenatore

Nazionale

Competizioni giovanili

 

 

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158294740_juve1989.png.42800fa7d31171c343725403ab83d426.png   PIERLUIGI CASIRAGHI 

 

Serie_A_1991-92_-_Juventus_vs_Milan_-_Mauro_Tassotti_e_Pierluigi_Casiraghi.jpg

 

 

 

FABIO VERGNANO, DA “STAMPA SERA” DEL 10 LUGLIO 1989
Pierluigi Casiraghi è nato a Monza il 4 marzo 1969 e vive con i genitori (il padre lavora al mercato ortofrutticolo di Milano) a Missaglia, in Brianza. Acquistato dal Monza all’età di 10 anni, a 16 venne promosso dalla formazione allievi alla prima squadra che militava in serie B. Il debutto tra i cadetti con la maglia monzese il 20 ottobre 1985 in Arezzo-Monza 1-0. Nella prima stagione di B ha giocato 12 partite segnando 1 gol. Nei due campionati successivi, col Monza in C1, ha segnato 18 gol in 55 partite, contribuendo alla promozione in B e alla vittoria nella Coppa Italia di C. Quest’anno ha segnato 8 gol, ma è stato bloccato per oltre due mesi da un serio infortunio a un ginocchio ed è rientrato in squadra solamente nel mese di maggio. Tra i suoi hobby la musica (Vasco Rossi il suo cantante preferito), le auto veloci e i romanzi di avventura. I suoi modelli nel calcio: Gianni Rivera e Mark Hateley.
A cinque giorni dalla chiusura del calcio-mercato Pierluigi Casiraghi è l’unico attaccante di ruolo su cui Zoff può contare. Il 22 luglio, quando la Juventus partirà per il ritiro di Buochs, qualcosa sarà cambiato, ma a meno di colpi di scena clamorosi, il giovane brianzolo riuscirà comunque a conquistare subito una maglia da titolare. E per uno che viene dalla B e che soprattutto ha solo vent’anni, non è cosa da poco. Ma sbaglia chi crede che la situazione lo preoccupi.
Stamane rientra dalla Sardegna e si prepara a spendere gli ultimi spiccioli di vacanza nella sua Missaglia. E intanto pensa alla Juve: «E come non potrei farlo. Fino a ieri per me la Juve era un sogno. Oggi potrebbe diventare il mio futuro». Ha sfiorato il Milan (Berlusconi gli ha preferito Simone), ma già a fine aprile aveva capito che Boniperti aveva deciso di investire su di lui, su questo attaccante che fin dalla fanciullezza si porta dietro la fama di primo della classe.
Adesso ha l’occasione di dimostrare davvero le sue capacità: «Ma non mi illudo – ammette – che sia semplice imporsi in A. Mi dicono che sia più facile della B per uno che sa giocare, ma è la prova del campo che conta. Le marcature tra i cadetti sono più aggressive, mentre in A conta soprattutto la tecnica. Il salto dalla C1 alla B non l’ho sofferto e mi auguro che succeda la stessa cosa ora».
Forse un debutto più soft gli avrebbe giovato, ma Casiraghi non teme di «bruciarsi» in una Juve che ancora una volta è entrata in bacino di carenaggio. Spiega: «Quello del centravanti è un ruolo ad alto rischio, non solo nella Juve. Avrò addosso gli occhi di tutti, ma sono abbastanza freddo da saper reggere questa responsabilità. E se sbaglierò qualche gol già fatto, non credo che i tifosi bianconeri mi mangeranno».
In questo momento la sua curiosità maggiore è sapere chi sarà il suo partner in attacco. Difficile rivelarglielo, ma si capisce che in fondo per lui un compagno vale l’altro. Quello che conta è riuscire a ottenere una maglia da titolare da Zoff, che lo conosce poco e dovrà scoprirne le caratteristiche in fretta. Casiraghi intanto lo aiuta presentandosi: «Ho una buona potenza e una discreta progressione. Alla Elkjaer, diciamo, senza esagerare. Non credo di avere piedi ruvidi e di testa mi difendo. Ho studiato a lungo Hateley, un vero idolo per me, e spero di essere riuscito a carpire i suoi segreti di uomo d’area. Difetti? Ne ho, senza dubbio. Per esempio devo migliorare la maniera di stare in campo e imparare a sfruttare meglio l’aiuto del mio compagno d’attacco. Prima ero punta unica e il mio gioco era caratterizzato dalla potenza. Ma a essere egoisti c’è tutto da perdere».
Insomma è sempre terribilmente sicuro di sé, anche quando il pensiero viaggia a una Juve un po’ in difficoltà e costretta a tentare di recuperare il terreno perduto. Ma per Casiraghi la Signora non ha perso fascino. Riconosce infatti: «La Juve sta attraversando un momento delicato, ma la voglia di vincere è sempre la stessa. I campioni di una volta se ne sono andati, ma è proprio pensando a gente come Cabrini che trovo la carica giusta per affrontare questa avventura. Peccato però che Antonio non sia più alla Juve. Per me sarebbe stato un modello cui ispirarmi giorno dopo giorno».
Ma i maestri non gli sono mai mancati e anche nella nuova Juve troverà qualcuno disposto a dargli una mano. La lezione però sembra averla già imparata a memoria: «Ho capito che bisogna fare grandi sacrifici per arrivare in alto e per restarci perché basta poco per ritrovarsi a terra. Nel calcio il passato non conta e so che a Torino quello che ho fatto nel Monza non avrà più alcun valore. Dovrò ricominciare, facendo tesoro di quello che ho appreso prima con Magni, poi con Pasinato e Frosio, senza mai perdere quella freddezza che mi ha sempre aiutato nei momenti più difficili».
Quindi niente promesse inutili: «Il presidente Boniperti la prima volta che mi ha incontrato non mi ha chiesto la luna, ma semplicemente di fare le cose per le quali anche lui mi apprezza. Se riuscissi ad accontentarlo, la mia prima stagione con la Juventus sarebbe in ogni caso più che positiva».
 
Insieme a lui, arriva un altro debuttante, Salvatore Schillaci, proveniente da Messina. I due, insieme a Rui Barros, portano la Juventus alla conquista della Coppa Italia e della Coppa Uefa. Pigi parte spesso dalla panchina, ma il suo contributo, soprattutto nella parte finale della stagione è determinante. «Cresciuto a Missaglia e abituato alla provincia, credevo di trovare difficoltà a inserirmi. Invece ho legato in un istante. Torino è fredda al punto giusto: lascia spazio alla vita privata, cosa che apprezzo molto, perché non amo il clamore. Per il mio carattere la Juve è il massimo. La filosofia della società bianconera, sempre misurata e schiva, si sposa meravigliosamente con il mio modo di vedere le cose. Nella Juventus di oggi regnano amicizia e armonia. Ci aiutiamo tutti. È un ambiente ideale per un giovane come me».
Nella stagione successiva Zoff è sostituito da Maifredi, arriva Roberto Baggio e Casiraghi diventa il centravanti titolare. La Juventus delude, ma Pigi colleziona 35 presenze e segna 14 gol. «Non è stato facile cambiare schemi e compagni: il problema è programmare vincendo subito. Forse sarebbe servito più tempo, però siamo rimasti fuori dall’Europa e non accadeva da trent’anni».
Ritorna il Trap e Casiraghi è felice. «Per me è una fortuna, una meraviglia far parte di questo gruppo: appartenere alla società più blasonata d’Italia. Il mio desiderio è quello di trascinare la Juve verso i più alti traguardi. Ne abbiamo tutte le possibilità: quest’anno ci vedrà competere al vertice».
Gioca tantissimo, le sue presenze salgono a 41, i suoi gol, però, sono solamente 8. Sta diventando un attaccante molto abile nel gioco aereo e nel creare spazi ai compagni, sfruttando la sua stazza fisica. Ma la rete avversaria la gonfia raramente e la compagine bianconera corre ai ripari, acquistando Vialli e Ravanelli. La conseguenza logica è che, per Pigi, gli spazi si riducono notevolmente: la stagione 1992-93 lo vede in campo solamente 29 volte, le realizzazioni sono una miseria: 5.
«Mi sono chiesto tante volte il motivo per cui non faccio tanti gol e ho capito che purtroppo non esiste una sola causa. Nella seconda metà della scorsa stagione mi ha frenato un vistoso calo fisico, unito alla flessione della Juventus. Per questo campionato il discorso è differente: non sono partito titolare, ho giocato meno, sono spesso entrato per sostituire qualcun altro e in queste condizioni è molto più difficile far  bene. Infine sono subentrati impercettibili blocchi psicologici e quando accade una cosa del genere viene anche a mancare la necessaria sicurezza.  Non sei più tranquillo. Se a tutto questo aggiungiamo un  po’ di sfortuna, ecco la risposta ai tanti mesi di astinenza, dalla quale vanno però esclusi i gol nelle Coppe. Non sono soddisfatto, però è esagerato considerare un fallimento la mia avventura in bianconero. Ho vinto due Coppe e ho vissuto momenti negativi profondi, personali e di squadra. Mi aspettavo di più, potevo fare di più, è vero. Ma sono stato bloccato dagli incidenti. E le vicende della Juve non mi hanno aiutato: se non si conquista lo scudetto da tanto tempo, vuol dire che qualche problema c’è. Io ho ancora tanto da migliorare e possibilmente da vincere. Devo aumentare il mio livello tecnico, devo essere più preciso e meno precipitoso, voglio diventare più efficace nel dribbling. Tuttavia non si vince e non si perde da soli, mai».
Terminata la stagione chiede di essere ceduto e si trasferisce alla Lazio.
 

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