Vai al contenuto
Accedi per seguire   
Socrates

Nestor Combin

Recommended Posts

Joined: 04-Apr-2006
130799 messaggi
Inviato (modificato)
Nestor Combin - Wikipedia
Modificato da Socrates

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 04-Apr-2006
130799 messaggi
File:Juventus Football Club 1964-1965.jpg - Wikimedia Commons
Modificato da Socrates

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 07-Oct-2007
900 messaggi

peccato che folgore non sia esploso con i colori bianconeri

del resto arriv

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 04-Apr-2006
130799 messaggi
Inviato (modificato)

 1747730245_juventus1931.jpg.d065b0c9d20ddff3c57cc9016e401ab9.jpg NESTOR COMBIN  

 

File:1964–65 Juventus FC - Nestor Combin.jpg - Wikimedia Commons

 

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Nestor_Combin

 

 

Nazione: Francia Francia
Luogo di nascita: Las Rosas (Argentina)
Data di nascita: 29.12.1940

Ruolo: Attaccante
Altezza: 179 cm
Peso: -

Nazionale Francese
Soprannome: La Foudre (la folgore)

 

 

Alla Juventus dal 1964 al 1965

Esordio: 06.09.1964 - Coppa Italia - Alessandria-Juventus 1-2

Ultima partita: 23.06.1965 - Coppa delle fiere - Juventus-Ferencvaros 0-1

 

38 presenze - 9 reti

 

1 coppa Italia

 

 

Nestor Combin (Las Rosas, 29 dicembre 1940) è un ex calciatore argentino naturalizzato francese, di ruolo attaccante.

 

 

Nestor Combin
1960s Nestor Combin AC Milan.jpg
Combin alla Milan tra gli anni 1960 e 1970
     
Nazionalità Francia Francia
Altezza 179 cm
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Attaccante
Termine carriera 1977
Carriera
Giovanili
1950-1959   Olympique Lione
Squadre di club
1959-1964   Olympique Lione 131 (67)
1964-1965   Juventus 38 (9)
1965-1966   Varese 16 (2)
1966-1969   Torino 82 (27)
1969-1971   Milan 50 (11)
1971-1973   Metz 59 (34)
1973-1975   Red Star 64 (39)
1975-1977   Hyères ? (?)
Nazionale
1964-1968 Francia Francia 8 (4)

 

Carriera

220px-Combin1968_stagione.jpg
 
Combin al Torino nella stagione 1967-1968

 

Nella sua carriera ha militato in molte squadre, tra Francia, dove ha giocato per Olympique Lione, con cui vinse una Coppa di Francia, Metz e Red Star, e Italia, dove ha vestito le maglie di Juventus, Varese, Torino e Milan. Ha segnato 117 gol nella Ligue 1, di cui 68 con i rossoblù dell'OL.

In Italia vinse per due volte la Coppa Italia, rispettivamente con Juventus e Torino. In maglia bianconera giocò 38 partite nella stagione 1964-1965, segnando 9 reti, mentre con la casacca granata, indossata dal 1966 al 1969, tra campionato e coppa nazionale disputò 106 partite con 31 reti; in particolare, nel campionato 1967-1968 sfiorò il titolo di capocannoniere con 13 gol comprensivi della tripletta nel derby torinese di andata, vinto 4-0 dai suoi, pochi giorni dopo la scomparsa loro compagno di squadra Luigi Meroni. Si trasferì quindi al Milan con cui sollevò nel 1969 la Coppa Intercontinentale, segnando un gol all'Estudiantes nel successo 3-0 nella partita di andata a San Siro.

 

220px-Nestor_Combin_1969.jpeg
 
Combin a terra, sanguinante, nella finale di Coppa Intercontinentale 1969 contro l'Estudiantes

 

Proprio a questo trionfo rimase legato l'episodio a posteriori più famoso della propria carriera. Tutto nacque dal fatto che nel 1963 il giocatore era stato chiamato a svolgere il servizio di leva nella natia Argentina, ma non aveva risposto alla cartolina di precetto essendosi già trasferito in Francia, dove aveva anche ottenuto la cittadinanza; dunque qui aveva ottemperato agli obblighi militari, ma non c'era stato modo per i giornali argentini di saperlo, non essendo stata documentata la cosa.

Con la trasferta milanista a Buenos Aires per la gara di ritorno, quindi, i tifosi e soprattutto i giocatori argentini riaccoglievano — dal loro punto di vista — un "traditore" colpevole di renitenza alla leva, e non si risparmiarono dunque da numerosi falli: principali artefici furono il portiere Poletti, che gli diede un pugno in volto a gioco fermo, e il difensore Aguirre Suárez, che, mentre Combin era a terra, gli rifilò sempre in viso una ginocchiata, facendolo svenire. Aguirre Suárez venne espulso ma Combin non riuscì a continuare la partita, e il tecnico rossonero Rocco non poté neanche sostituirlo poiché aveva già terminato i cambi a disposizione.

Nazionale

Combin vanta 8 presenze e 4 reti nella nazionale francese, scendendo in campo anche in una partita del campionato del mondo 1966 in Inghilterra.

 

Palmarès

Club

Competizioni nazionali

Competizioni internazionali

Individuale

 

Modificato da Socrates

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Joined: 04-Apr-2006
130799 messaggi
Inviato (modificato)

 1747730245_juventus1931.jpg.d065b0c9d20ddff3c57cc9016e401ab9.jpg NESTOR COMBIN  

 

combin.jpg

 

 

 

La sua faccia da “indio” tristissima – scrive Lino Cascioli, su “Il calcio e il ciclismo illustrato” del 25 aprile 1965 – la sua pelle, i suoi capelli lisci, neri come la lava che da secoli s’è rappresa alle falde della catena andina. Quel suo fisico poderoso, che tradotto in termini concreti, col sostegno dello stile, gli avevano fruttato una non facile fama di goleador. Un giorno, in Francia, un giornale scrisse di lui: «È capace dei più brillanti exploits individuali. Fa pensare ad un puledro selvaggio lanciato in un rodeo, tanto è veemente la sua foga, la sua sete di spazio e di gol».
Nestor Combin, detto la Foudre, la folgore, arriva dalla Francia nell’estate del 1964 accompagnato da giudizi estremamente lusinghieri. Valanghe di goal portano la sua firma nel campionato dei Galletti, la sua forza fisica sembra fatta apposta per scardinare le difese catenacciare del nostro campionato.
I tifosi bianconeri cominciano a sperare. A Ferragosto, sul campetto di Villar, Nestor fa una grandissima impressione un po’ a tutti, si presenta con finte di corpo e fughe repentine sorrette da una potenza invidiabile.
I giornali commentano: «Combin ha un fisico che sa farsi rispettare in area avversaria, non teme la lotta e i contatti con l’avversario, va dentro senza esitazione ed è in continuo movimento, sempre alla ricerca dello smarcamento».
Sembra l’uomo goal ideale, è centravanti vero dopo una caterva di mezze punte schierate all’attacco per mancanza di meglio. Nestor comincia appena ad ambientarsi, che già tutti gli occhi sono puntati su di lui: a Messina, prima di campionato, caldo afoso e tifo come a Piedigrotta, la Juventus va a singhiozzo. Bene la difesa e il centrocampo, dove Del Sol corre per quattro. Maluccio l’attacco, che non segna e, ancor più grave, non lega con Combin. Il francese non gioca male, ma tanta era l’attesa, che il non vederlo subito protagonista basta per esser già delusi.
«In Italia – dice – si gioca mica per segnare. Si gioca per trovare gli spazi entro cui intrufolarsi per poi poter segnare. È tutto più difficile, ma io lo sapevo. Non credevo però che fosse così difficile. Non credevo che i difensori si preoccupassero tanto di rispettare certi schemi, certe consegne».
La verifica sette giorni dopo al Comunale non è più rassicurante; il Cagliari contiene con disinvoltura una Juventus che non punge. Nestor crea qualche occasione e poi si spegne, tagliandosi fuori dalla lotta. Il malumore comincia a serpeggiare e, per di più, il colosso di Ferragosto, che grande e grosso com’è lo diresti capace di spaccare tutto, si fa male alla prima entrata decisa del suo marcatore.
Sfortuna, naturalmente, e che per i bianconeri sia un anno disgraziato lo dimostra l’infortunio ancor più grave, che blocca capitan Sivori alla quarta giornata: Juventus-Mantova 1-0, Zoff entra su Omar che cade male, rompendosi una costola.
Combin si riprende abbastanza presto dall’infortunio e una bella domenica, alla folla che riempie Marassi, fa vedere che ci sa fare e che la Foudre non è un soprannome casuale; la Juventus batte il Genoa e le cose per lui e per la squadra vanno subito meglio.
Heriberto scopre che Nestor ha pure una discreta castagna dal dischetto e, da allora, i rigori sono tutti suoi; certo, non è come segnare su azione, ma bisogna accontentarsi e poi Combin i rigori li sa tirare davvero bene, altro che storie. Il goal dagli undici metri che chiude il conto con la Sampdoria, spegne i fischi dei tifosi all’indirizzo della squadra che gioca male.
In questo modo è difficile vincere lo scudetto, però di punti se ne fanno tanti, sicché quando al Comunale scende il Milan capolista, tutti guardano alla zebra che incalza e che potrebbe fare il miracolo. Grossa partita, la Juventus supera se stessa e Combin manda in estasi i 70.000 spettatori con un goal semplicemente favoloso. Ma il Milan è forte, perderà lo scudetto nel derby con l’Inter mondiale, ma non perde questa partita. Finisce 2-2; contenti tutti, contentissimo Combin che, finalmente, ha messo d’accordo sostenitori e denigratori con una prestazione maiuscola.
«Quello che mi preoccupava nei primi giorni era quello che la gente, che la stampa potesse dire di me. Ero costato un occhio. Venivo in una grande squadra. Soprattutto venivo nella squadra di Sivori, che dalle mie parti è qualcosa più di che un giocatore di calcio. Venivo in una squadra che aspettava il mio arrivo per iniziare una politica di rilancio. Io sapevo fare dei gol, ma poter segnare dei gol dipende da tante cose. Anche dagli avversari, ad esempio. Ed io sapevo di trovare in Italia difensori affinati, sapevo di venire nella terra del difensivismo dove chi vuole segnare dei gol viene guardato come una bestia rara».
E la Juventus continua per la sua strada, che è piena di problemi, ma anche di soddisfazioni; il girone di andata finisce alla grande, battuti Foggia e Varese con Nestor sempre primo attore. Proprio mentre la Juventus heribertiana cresce nel “movimiento”, Combin torna nell’ombra; a Cagliari l’argentino si fa di nuovo male e stavolta è un guaio serio: perone rotto, cioè mesi lontano dai terreni di gioco e un lungo inverno in solitudine. Al suo posto ecco il sorprendente Da Costa, che, ultratrentenne, sa ancora farsi valere nelle aree affollate.
Di Combin si torna a parlare in primavera: rientra un mercoledì pomeriggio, in Coppa Italia e ce la mette tutta, lottando più contro la sfortuna che contro il Lecco. Segna un goal bellissimo, che ripete la domenica successiva in campionato, all’Olimpico contro la Lazio: scarta anche il portiere, sta bene ed ha una terribile fretta di dimostrare quanto vale, ma la stagione volge al termine.
«Ora, a tanti mesi di distanza dal mio esordio tristissimo, sento già che sto cominciando a capire. Rompere il muro non si può, sbatterci la testa contro neppure. È il gioco di squadra che garantisce il successo. È necessario il sapersi creare spazi liberi, avere al fianco compagni capaci di crearteli. Contro la Lazio, ho segnato un gol come ai vecchi tempi, come quando giocavo nel Lione, ma solo perché la situazione era tale che m’ha consentito di tuffarmi in uno spazio vuoto. Nessuna difesa è insuperabile. In Italia i muscoli e lo stile non bastano, ci vuole anche il cervello, ci vuole anche il movimento. Se oggi, forte dell’esperienza italiana, tornassi in Francia, segnerei tre gol a partita, parola di Combin».
C’è un ultimo grande appuntamento internazionale, la Coppa delle Fiere; la Juventus è arrivata sino in semifinale, dove affronta l’Atletico Madrid. Sconfitta all’andata in terra spagnola e vittoria a Torino con lo stesse punteggio, 3-1. Combin gioca una grande partita al Comunale e dei tre goal il più bello è il suo. Vinceranno anche lo spareggio, i bianconeri, ma in finale si arrenderanno al Ferencváros di Albert e, stavolta, non c’è Combin che tenga.
Tra malanni e contrattempi di altro genere, Nestor chiude la stagione senza aver potuto dire quel che voleva e sapeva.
Il centravanti arrivato all’improvviso dalla Francia carico di onori e di responsabilità se ne riparte altrettanto all’improvviso, destinazione Varese, dove avrà il tempo e la calma necessaria per rinascere. E a Torino lo rivedremo solo come avversario.

VLADIMIRO CAMINITI
Un talento selvaggio e un destro belluino. Così ricordo Nestor Combin nella Juventus. Non aveva molto da dire, però lo diceva, soprattutto aspirava a libertà continue, sfrenate, assolute, questo irsuto compare cavallino che, da Las Rosas, Boniperti aveva fatto arrivare alla Juventus nell’estate 1964.
Giorni estremamente formativi del nuovo Boniperti, il manager che di lì a qualche anno sarebbe stato. Tuttavia, anche Combin avrebbe fallito alla Juventus, proprio in riferimento alla sua natura selvatica, per la scarsa aderenza al copione, l’incapacità a riflettere in campo, l’insofferenza negli allenamenti.
Selvaggio e orgoglioso, irriducibile a uno schema corale, meglio sarebbe andato al Torino, così da legare il suo nome a un derby di consacrazione e rimpianto (tre goal tuonati nel sacco di Colombo, in memoria dell’infelice beat Meroni), e poi nel Milan, così da laurearsi, anche lui, campione intercontinentale.
In linea tecnica, si può dire che poco gli facesse difetto per essere un centravanti dirompente; cioè un vero centrattacco; scatto, palleggio morbido e vivezza di stile in tutto, così da esprimere indimenticabili saggi di precisione e potenza. Però, discontinuo, mai votato al gioco di squadra e inquietamente egoista.
Insomma, un diavolo di zingaro peloso e smorfioso, mai troppo serio, mai troppo dentro la professione, aggirantesi nottetempo, perdigiorno.

 

https://ilpalloneracconta.blogspot.com/2007/12/nestor-combin.html

Modificato da Socrates

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un utente registrato per partecipare

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
Accedi per seguire   

  • Chi sta navigando   0 utenti

    Nessun utente registrato visualizza questa pagina.

×
×
  • Crea Nuovo...