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Socrates

Giuliano Giannichedda

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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg   GIULIANO GIANNICHEDDA   

 

KhaledAlnouss on Twitter: "Happy birthday to former Juventus midfielder Giuliano  Giannichedda, who turns 45 today. Games: 46 🏆: 1 https://t.co/in6kY3FxVi"  / Twitter

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Giuliano_Giannichedda

 

 

Nazione: Italia 20px-Flag_of_Italy.svg.png
Luogo di nascita: Pontecorvo (Frosinone)
Data di nascita: 21.09.1974
Ruolo: Centrocampista
Altezza: 179 cm
Peso: 77 kg
Nazionale Italiano
Soprannome: -

 

 

Alla Juventus dal 2005 al 2007

Esordio: 14.09.2005 - Champions League - Bruges-Juventus 1-2

Ultima partita: 10.06.2007 - Serie B - Juventus-Spezia 2-3

 

46 presenze - 0 reti

 

1 scudetto

1 campionato di serie B

 

 

Giuliano Giannichedda (Pontecorvo, 21 settembre 1974) è un allenatore di calcio, dirigente sportivo ed ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista. Attualmente è il tecnico della Rappresentativa Nazionale Serie D Under-18 e Under-19 della Lega Nazionale Dilettanti.

 

 

Giuliano Giannichedda
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 179 cm
Peso 77 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex centrocampista)
Squadra Italia Italia LND (Under-18)
Italia Italia LND (Under-19)
Termine carriera 2008 - giocatore
Carriera
Giovanili
  600px Bianco e Rosso.svg Sporting Pontecorvo
Squadre di club
1991-1992 600px Bianco e Rosso.svg Sporting Pontecorvo ? (?)
1992-1995   Sora 64 (2)
1995-2001   Udinese 151 (2)
2001-2005   Lazio 107 (1)
2005-2007   Juventus 46 (0)
2007-2008   Livorno 8 (0)
Nazionale
1997 Italia Italia U-23 4 (0)
1999 Italia Italia 3 (0)
Carriera da allenatore
2013-2014 Italia Italia U-20 Vice
2014-2016 Italia Italia U-17 Vice
2016-2017   Racing Roma  
2018   Viterbese Castrense  
2018   Pro Piacenza  
2019   Aprilia  
2019- Italia Italia LND Under-18
2019- Italia Italia LND Under-19
Palmarès
 
Gold medal mediterranean.svg Giochi del Mediterraneo
Oro Bari 1997

 

Biografia

Cresciuto a Castrocielo (Frosinone) da padre sardo, Giannichedda è marito della showgirl romana Federica Ridolfi, dalla quale ha avuto due figli. Si sono sposati il 10 settembre 2011 a Roma con cerimonia pubblica.

Caratteristiche tecniche

È stato un centrocampista di grande temperamento. Ha passato gran parte della sua carriera come mediano.

Carriera

Giocatore

Club

Inizia la sua carriera nel Sora e nel 1995 approda in Serie A nell'Udinese collezionando 8 presenze. Nel 1996-1997 inizia a giocare da titolare per alcune partite con l'Udinese. La sua carriera continua negli anni successivi sempre con la squadra di Udine, dove nel 1997-1998 segna il suo primo gol in Serie A. Suo, infatti il gol del 6-0 contro il Lecce alla 19ª giornata del campionato. Nel 2000 con i friuliani vince la Coppa Intertoto, battendo in una delle tre finali il Sigma Olomouc. Nella stagione 2001-2002 passa alla Lazio, insieme al compagno di squadra Stefano Fiore per un'operazione da 88 miliardi di lire complessivi già conclusa l'annata precedente. Con i biancocelesti giocherà fino al 2005, anno in cui viene ingaggiato dalla Juventus.

A questo proposito è coinvolto nello scandalo del calcio italiano del 2006: Giannichedda, prossimo a passare all'Inter con un contratto di un milione e mezzo di euro, viene convinto a firmare per la squadra torinese con un ingaggio più basso. A Torino trovò poco spazio e il 21 luglio 2007 rescinde il contratto con la società bianconera e lascia il ritiro estivo di Pinzolo firmando il contratto con il Livorno dove inizia una nuova avventura, conclusa con pochi gettoni in campionato. Il 1º luglio 2008 si è svincolato dal neoretrocesso Livorno ed il 10 novembre 2008 ha iniziato ad allenarsi con il Pisa, per un periodo di prova, conclusosi con un nulla di fatto.

Nazionale

Ha ricevuto 8 convocazioni in nazionale, scendendo in campo in 3 occasioni. Ha esordito contro la Bielorussia, in una partita valida per la qualificazione agli Europei 2000, subentrando a Luigi Di Biagio all'inizio del secondo tempo. Nella sua terza ed ultima gara in azzurro, viene espulso all'88º minuto contro la Danimarca nella sconfitta di Napoli per 2-3.

Ha vinto, inoltre, i Giochi del Mediterraneo 1997 a Bari con la selezione Under-23, allenata da Marco Tardelli.

Dirigente sportivo

Il 2 maggio 2011 ha ottenuto la qualifica di direttore sportivo. Il 5 luglio viene chiamato dal Comitato Regionale Lazio (LND) per ricoprire il ruolo di Commissario Tecnico della Rappresentativa Allievi, con la quale il 9 aprile 2012 vince il Torneo delle Regioni, nella finale di categoria, battendo per 2-1 la Toscana di Bartalucci.

Allenatore

Il 20 luglio 2010 consegue l'abilitazione ad allenatore professionista di seconda categoria-UEFA A, per ottenere poi la qualifica di prima categoria-UEFA Pro nel 2014. Dal 1º luglio 2013 è vice allenatore di Alberigo Evani alla guida dell'Italia Under-20. Successivamente passa con il medesimo ruolo alla formazione Italia Under-17. Terminato il suo impegno nelle nazionali giovanili, nell'estate del 2016 viene nominato allenatore del Racing Roma. Si dimette dall'incarico il 1º aprile 2017, dopo aver conquistato 25 punti in 32 partite, con la squadra ultima in classifica.

Il 26 marzo 2018 viene annunciato come nuovo tecnico della Viterbese al posto dell'esonerato Stefano Sottili. Il 4 aprile, dopo un pareggio conquistato in due partite, risolve il contratto con il club laziale.

Nel luglio 2018 viene ingaggiato sulla panchina della Pro Piacenza del nuovo patron Pannella. Il 12 novembre 2018 viene esonerato dopo la sconfitta nel derby col Piacenza, nonostante la posizione di classifica in zona salvezza pur in un momento difficile sul fronte societario.

Il 29 maggio 2019 viene annunciato come prossimo allenatore dell'Aprilia Racing, dove ritrova il patron Pezone. La sua avventura con i laziali però non inizia nemmeno, poiché prima della partenza per il ritiro estivo la società opta per affidare la guida della prima squadra al tecnico dell'Under 19 Giovanni Greco.

Il 16 ottobre 2019 diventa il selezionatore della Rappresentativa Nazionale Serie D Under-18 e Under-19 della Lega Nazionale Dilettanti.

Palmarès

Club

Competizioni nazionali

Competizioni internazionali

Altre competizioni

Nazionale

 

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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg   GIULIANO GIANNICHEDDA   

 

giannichedda%2B1.jpg

 

 

 

Spiega che a Castrocielo, provincia di Frosinone, sono tutti felici – scrive Matteo Marani, sul “Guerin Sportivo” del 19-25 luglio 2005 –. Antonio e Nicola, gli amici di sempre che per mesi gli hanno chiesto della Juve. E poi mamma Aurora, che colleziona ogni articolo dedicato a Giuliano e che dunque ritaglierà anche questo. «Mi hanno detto che sono il primo ciociaro che gioca nella Juve» commenta Giannichedda, «e mi fa piacere perché la mia terra è bellissima e ha una grande qualità di vita. Ogni estate partecipo agli eventi che servono a promozionarla e a far conoscere i suoi prodotti».
Liberi di pizzicarvi se pensate che state sognando. Il primo acquisto della Juve 2005-06 interessa ricordare la sua Ciociaria mentre migliaia di tifosi gli chiedono autografi, le tv lo riprendono, l’universo bianconero gli si schiude davanti nella sua vastità. Altri, al suo posto, sbandiererebbero pure il fidanzamento con Federica Ridolfi, la stupenda schedina di Quelli che il calcio... Lui no: «Non voglio confondere pubblico e privato, dico solo che mi sento una persona bilanciata e in questo conta un quadro sentimentale appagante». Stop. Semmai un rapido pensiero va al fratello Gianluca: «Prometteva come calciatore, ma ha deciso di prendere la strada dei libri e oggi è avvocato. E curioso: quando avrò finito la mia carriera, tra quattro o cinque anni, lui sarà all’inizio della sua».
Da ragazzino, quando il cuore gli batteva non per Federica ma per il Milan, lo chiamavano il Mastino, perché in campo non mollava l’osso. Ma al di fuori Giannichedda assomiglia al classico figlio che sognerebbe qualunque madre italiana. Educato, discreto, disponibile. «Ripeto, tra qualche anno avrò chiuso la carriera di giocatore, tanto vale rimanere con i piedi per terra».
– Ti preoccupa passare da Roma a Torino, dal clima mite alle nebbie invernali?
«Ho vissuto sei anni a Udine, città stupenda, persone eccezionali. Il nord mi piace perché esiste un grande rispetto degli altri, specie di chi lavora. Si sgobba in silenzio».
– Pare il tuo identikit.
«Sono un tipo che scende in campo per vincere. È vero. La tenacia è l’80% del giocatore che sono. E mi fa piacere chela Juve abbia visto questo in me».
– Come fai a saperlo?
«La Juve guarda l’uomo prima del calciatore, a meno che non si tratti di un fuoriclasse e non è il mio caso. Il fatto che mi abbiano preso è motivo di orgoglio. Sarà noioso, ma voglio essere considerato come persona».
– Giuliano, che cosa vuol dire davvero giocare nella Juve?
«E una domanda centrata, perché adesso capisco davvero come mai qui abbiano vinto tanto, tutto. Nasce dalla cultura del lavoro».
– Lo si ripete spesso.
«Ma non è solamente un modo di dire, è proprio vero. Tutti quanti, a cominciare dai campioni, si comportano in una certa maniera. Per i nuovi esiste subito un modello da seguire. E c’è una grande organizzazione».
– Anche questa si è sentita.
«Ti faccio un esempio concreto. Nella prima partita con il Voghera, mi sono insaccato il pollice. In due ore è stato pianificato tutto: la decisione di fare le lastre, l’appuntamento in ospedale, l’autista pronto a portarmi. Hai capito?».
– La diversità sta anche nel lavoro svolto in ritiro?
«Rispetto all’ultimo anno con la Lazio sto faticando di più, anche perché la scorsa estate eravamo in una situazione transitoria, un po’ caotica. Con Neri (preparatore atletico della Juve, ndr) mi sto trovando bene, mi stanco e va bene così. Qua è una preparazione più dura perché ci sono subito molte partite».
– Parliamo di Capello?
«Ci siamo presentati al raduno e mi ha fatto l’in bocca al lupo per la stagione».
– Andiamo più a fondo.
«Mi ha colpito la sua professionalità. In quelle due ore di allenamento richiede una concentrazione assoluta».
– Un sergente di ferro?
«Non proprio, una volta concluso il lavoro è uno tranquillo, che lascia in pace i giocatori. Anche le regole non sono diverse da altri posti: innanzitutto il rispetto da dare e da ricevere».
– Vale anche per le stelle come Del Piero?
«Mi ha impressionato la serietà che mette in allenamento. Vedendolo capisci che dovrai lavorare ancora di più, dato che non hai certi numeri. Mi ha colpito pure Nedved, gli ho anche chiesto di farmi vedere il Pallone d’oro. Quando rientriamo a Torino mi invita a casa sua».
– Altri appunti di viaggio?
«Prendi Buffon, il migliore portiere al mondo. O prendi tutti i nazionali che ci sono. Insomma, si è avverato un sogno».
– L’avevi già detto il 13 giugno al Corriere dello sport: «La Juve è il sogno che si realizza».
«L’importante è viverlo nel modo giusto, con tranquillità, ma anche con la consapevolezza di essere in una realtà che punta a vincere ogni cosa».
– Hai fatto un conto di quante partite giocherai?
«Ho calcolato che se arriviamo in fondo a tutto saranno circa 70 match, dunque ci sarà spazio. Venendo qua, rinunciando alla Lazio, sapevo di dovermela giocare nuovamente».
– Una salita con pochi “regali”. Hai cominciato con Pontecorvo e Sora.
«Sono abituato a tentare, tentare sempre. Me l’ha insegnato Zaccheroni. Mi diceva: “Se ci credi potrai fare carriera”. Aveva ragione».
– Hai lasciato la fascia di capitano della Lazio, non poco.
«Non c’erano i presupposti per proseguire. Un nuovo ciclo richiede 4 o 5 stagioni e a 31 anni non potevo più aspettare. Avevo un’occasione ottima. Anche se resta il dispiacere di lasciare una città meravigliosa dopo quattro anni bellissimi».
– Lotito è stato meno soft.
«Ha detto delle cose in pubblico diverse da quelle dette a me in privato il giorno prima. Ma non voglio fare polemica».
– L’Olimpico come ti accoglierà?
«Spero bene, perché i tifosi mi hanno capito».
– Ci pensi alla Nazionale?
«Sinora ci sono stato soltanto con Zoff, ma giocare nella Juve offre una vetrina diversa, sotto tutti gli aspetti. L’occasione è buona ed è quel qualcosa in più che mi ha convinto ad accettare il trasferimento. Partecipare a un Mondiale è il sogno di ogni calciatore».
– Se fai bene qui...
«D’accordo, ma la concorrenza è elevata: ci metto Gattuso, il più bravo di tutti a fare pressing. E con lui Blasi, De Rossi, senza dimenticare gli altri».
– Nella Juve rischi di rimanere chiuso da Vieira. Sei spaventato?
«Il francese è un campione, è uno che dà un valore aggiunto alla squadra e che oltretutto gioca esattamente nel mio ruolo. Ma io farò la mia parte».
– Vieira-Juve, Gilardino-Milan, Pizarro-Inter: chi può fare il colpo dell’estate?
«Vieira ha fatto vedere cose eccellenti in Inghilterra».
– La Juve è la squadra da battere?
«È una rosa competitiva, che per di più è al secondo anno di Capello. Voglio dire che si conoscono meglio e che possono correggere certi errori. A questo si aggiungono Vieira, Mutu, che può essere la sorpresa dell’anno, e il sottoscritto».
– Qual è l’avversaria da battere?
«Il Milan ha qualcosa in più dell’Inter».
– Da quanto tempo manchi dalla Champions?
«Da due anni ed è un altro motivo, assieme alla Nazionale, per venire alla Juve. Sentire la musica della manifestazione in mezzo al campo ti fa salire l’adrenalina».
– Capello ha fatto capire di preferire il successo in Europa al campionato.
«Non ho vinto né l’uno né l’altro. Non è una domanda da fare a me». 
〰.〰.〰
Cresce nel Sora, paese vicino a casa, riuscendo a disputare due campionati in Serie C2 e uno in Serie C1. Nell’estate del 1995 approda all’Udinese e comincia ad assaporare il profumo di Serie A; la prima stagione totalizza solamente 8 presenze ma, ben presto, diventa una colonna del centrocampo friulano. Il cognome particolare è spesso causa di confusione; sono tante, infatti, le occasioni in cui è battezzato Gianni Chedda. Dopo sei stagioni nell’Udinese, è ceduto alla Lazio. Giocatore molto grintoso, dotato di una buona tecnica, si rivela spesso molto irruente e non sono pochi i cartellini gialli che rimedia nella sua carriera. Nella Capitale resta per quattro stagioni, tutte giocate da titolare; nell’estate del 2005 è ceduto alla Juventus.
In riva al Po, com’è prevedibile, non ha vita facile, trovandosi la strada sbarrata da due fuoriclasse come Emerson e Vieira; nonostante questo, riesce a totalizzare 24 presenze, vincendo la concorrenza di prima riserva di centrocampo con Blasi.
La stagione successiva la Juventus la disputa in Serie B e Gianni decide di rimanere. Non è un campionato fortunato: Giuliano è spesso vittima di problemi fisici e non riesce a esprimersi secondo le proprie possibilità. L’esplosione di Marchisio e i problemi difensivi che lo portano a essere schierato al centro della difesa, non consentono a Giuliano di contribuire in modo decisivo alla promozione della squadra bianconera. Proprio per un problema fisico, Giannichedda non riesce a scendere in campo alle due partite contro il Frosinone, sia in quella disputata a Torino, sia in quella giocata nella sua Ciociaria.
Nell’estate del 2007 decide, insieme alla società bianconera, di rescindere il contratto che lo lega alla Vecchia Signora.
 

 

 

 

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