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Socrates

Ernesto Tomasi

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Juventus_1937-1938.jpg
 
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Juventus 1939-1940 - Wikipedia
 
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1931-1940.png.3cc94d9b30f61ef9f1eedd020a28e226.png ERNESTO TOMASI 

 

Pes Miti del Calcio - View topic - Ernesto TOMASI 1933-1940

 

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Ernesto_Tomasi

 

 

Nazione: Italia Italia
Luogo di nascita: Ventimiglia (Imperia)
Data di nascita: 30.10.1906

Luogo di morte: Vallecrosia (Imperia)

Data di morte: 06.04.1997
Ruolo: Centrocampista
Altezza: -
Peso: -

Soprannome: Totó

 

 

Alla Juventus dal 1937 al 1940

Esordio: 12.09.1937 - Serie A - Juventus-Livorno 2-0

Ultima partita: 09.06.1940 - Coppa Italia - Fiorentina-Juventus 3-0

 

86 presenze - 15 reti

 

1 coppa Italia

 

 

Ernesto Tomasi (Ventimiglia, 30 ottobre 1906  Vallecrosia, 6 aprile 1997) è stato un calciatore e allenatore di calcio italiano, di ruolo centrocampista.

 

Ernesto Tomasi
250px-Ernesto_Tomasi_1931.jpg
   
Nazionalità Italia (bandiera) Italia
Calcio 40px-Football_pictogram.svg.png
Ruolo Allenatore (ex centrocampista)
Termine carriera 1947 - giocatore
1952 - allenatore
Carriera
Giovanili
     
    Ventimigliese
Squadre di club
     
192?-1927   Ventimigliese ? (?)
1927-1930   Savona 65 (29)
1931-1933   Nizza 41 (22)
1933-1937   Roma 106 (16)
1937-1940   Juventus 86 (15)
1940-1943   Savona 70 (16)
1945   Sanremese ? (?)
1946   Vogherese ? (?)
1946-1947   Cannes 6 (2)
Carriera da allenatore
     
1942-1945   Savona
1945-1946   Sanremese
1950-1952   Sanremese

 

Carriera

Calciatore

"Totò" Tomasi, fratello di Arturo (1908-2012), anch'egli cresce calcisticamente nella Ventimigliese, per poi trasferirsi a vent'anni al Savona. Va quindi a giocare per due anni in Francia, prima con il Nizza e successivamente con l’Olympique Marsiglia. Nel ’33 torna in Italia per accasarsi alla Roma, dove in 4 stagioni supera le 100 presenze. Giunge infine alla Juventus nel 1937. Gioca interno di regia, abile costruttore di gioco e uomo assist. La prima volta che scende in campo con i colori bian-coneri è il 12 settembre ’37, la Juve batte il Livorno per 2-0 in una partita valida per il campionato di Serie A. Si aggiudica con la Juve la coppa Italia del 1938, quindi lascia Torino nel 1940 per accasarsi nuovamente a Savona, dove si ferma 3 anni prima del conflitto bellico.

 

Ha detenuto il record di 3 marcature in una singola partita nel derby di Roma per quasi 70 anni, dal 1933 al 2002, quando Vincenzo Montella lo superò con 4 goal in un derby.

Allenatore

Fu allenatore della Sanremese e del Savona.

 

Palmarès

Giocatore

Competizioni regionali

Competizioni nazionali

 

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1931-1940.png.3cc94d9b30f61ef9f1eedd020a28e226.png ERNESTO TOMASI 

 

tomasi%2Bliguria%2B-%2BCopia.jpg

 

 

 

Giocatore juventino per tre stagioni, dal 1937 al 1940, fu un interno di regia molto abile nella costruzione del gioco e nell’ultimo passaggio. Militò in bianconero negli anni successivi al quinquennio aureo e si fece apprezzare non solo per le sue doti tecniche, ma anche per la squisita bontà del suo tratto umano. Quella dell’epoca di Tomasi era una Juventus decisamente forte, contando su una formazione tipo comprendente: Bodoira; Foni e Rava; Varglien I, Monti e Varglien II; Bellini, Borel II, Gabetto, Tomasi e Defilippis, con Depetrini, Borel I Amoretti, Santià e Bergonzini come validi rincalzi.Il biondo scarsocrinito Tomasi giocò 86 partite in maglia bianconera, realizzando 15 goal, contribuendo alla vittoria della Coppa Italia del 1938.

DA “IL CALCIO ILLUSTRATO” DEL 27 OTTOBRE 1937
Nell’estate del 1933 la Roma si attrezzò per formare uno squadrone. Fece giungere dall’Argentina autentici fuori classe quali Guaita, Scopelli e Stagnaro ed acquistò, quale centrattacco in sostituzione di Banchero che non aveva mai soddisfatto, il ligure Tomasi. Quest’ultimo ingaggio non mancò di mettere in curiosità il pubblico italiano che non conosceva affatto Tomasi, il quale, d’altronde, non poteva essere conosciuto, avendo giocato molto tempo a Nizza, nell’Olimpique, in compagnia del famoso ungherese Ljka. Appunto a Nizza l’avevano visto giocare i giallo-rossi, in occasione di una di quelle non infrequenti calate delle nostre squadre in Costa Azzurra. Per l’appunto la Roma aveva incontrato una mista Nizza-Cannes e Tomasi, giocando centro-avanti, aveva fatto una splendida figura. L’accompagnatore romano Biancone s’interessò di questo giocatore italiano e la Roma ne trattò l’acquisto. Ecco dunque Tomasi in giallo-rosso, ed ecco l’immaginifico tifo romano che battezza la prima linea della nuova Roma come la... « linea delle meraviglie », poiché era stato deciso che la Roma avrebbe schierato i suoi avanti così: Costantino - Scopelli - Tomasi - Bernardini - Guaita. Vedremo poi come la « linea delle meraviglie » non riuscisse a giocare nella formazione ideale.
Occupiamoci del nostro, per così dire, ab ovo. Ernesto Tomasi è nato a Ventimiglia il 30 ottobre 1906 (a giorni compirà perciò il trentunesimo anno) e, contrariamente a quanto succede agli altri giocatori in erba, non ha mai fatto parte di squadre cosiddette uliciane. Ha cominciato a giocare nella squadra ragazzi del Ventimiglia nell’immediato dopoguerra ed all’età di quindici anni – vale a dire nel 1922 – s’è trovato... scaraventato in prima squadra. Il Ventimiglia non aveva eccessive pretese: partecipava ai campionati di terza divisione e doveva disputare le finali.
Per l’appunto nella prima di queste finali (e Tomasi ricorda anche la partita: Ventimiglia-Mulassano) eccolo in linea come mezz’ala sinistra. Va bene. Resta in prima squadra e ci rimane per quattro anni filati. Una specie di... Olimpiade Ventimigliese. Bisogna dunque arrivare al 1926 per constatarne il primo trasferimento.
Il quale lo porta al Savona, squadra di seconda divisione. C’è dunque un graduale progresso in questo ragazzo che gioca in tutti i posti della prima e della seconda linea. Il Savona, per esempio, lo acquista come mezz’ala, ma poi lo fa giocare centro sostegno, ed infine centrattacco.
Saltiamo altri quattro anni. Un’altra... Olimpiade. A furia di olimpiadi andrà a finire olimpionico sul serio. Ed eccolo infatti, nel 1930, a Nizza, centravanti definitivo dell’Olimpique. Qui comincia la notorietà del calciatore.
A Nizza s’impone, per cui, per ben dieci volte è chiamato a far parte della Rappresentativa Sud-Est, Due volte come centravanti, poi due volte mezz’ala destra, infine sei volte mezz’ala sinistra. Rimane fuori rappresentativa in tre occasioni: per le partite in cui la Francia Sud-Est doveva essere opposta alla Nazionale B d’Italia ed alla Rappresentativa Piemontese. Sapete già come la Roma, nel maggio 1933, lo vedesse all’opera e lo ammettesse nelle proprie file. L’unica stranezza di questo trasferimento è che a Nizza non c’è rimasto per quattro anni, ma per tre. (Poco male; il quadriennio doveva ricomparire nella permanenza a Roma).
Grande attesa a Roma per vedere all’opera la... prima linea delle meraviglie. Ma l’attesa prima linea non può giocare subito nella formazione voluta dai dirigenti e dal pubblico perché Bernardini, che avrebbe dovuto allinearsi come mezz’ala sinistra, deve rimanere a letto per la febbre. Tomasi, non nuovo al ruolo, lo sostituisce e come centravanti si ripresenta Banchero. La Roma va a Nizza, proprio contro 1’Olimpique. Debutto clamoroso: la Roma vince per 8 a 3 ma Tomasi, all’inizio della ripresa, si frattura il perone. Addio, linea delle meraviglie!
Mentre la Roma cerca una soluzione (ed al centro della prima linea si avvicendano Belladonna, Banchero e Guaita), Tomasi in un mese e mezzo si rimette a posto. Il medico lo dà per perfetto guarito al 15 ottobre, ma già 1’8 dello stesso mese Barbesino è costretto a lasciar fuori squadra Costantino, in cattiva forma, e innestare all’ala destra Tomasi. Il quale gioca così a Casale: la Roma vince per 2 a 0 e Tomasi segna il primo goal. Rimane ala destra contro la Pro Vercelli, nella partita successiva, ma alla terza esibizione cambia ruolo: rientra Costantino e Tomasi gioca mezz’ala destra: partita sfortunata poiché il Bologna vince con una rete di Schiavio al penultimo minuto! È solamente la domenica seguente che Barbesino riesce a presentare Tomasi centrattacco, con Scopelli e Bernardini ai fianchi, La Roma deve incontrare la Lazio, eterna rivale, e vince. Vince grosso: cinque a zero. Tomasi e Bernardini si dividono il lauto bottino: anzi, Tomasi segna ben tre volte. E dunque fisso al centro della prima linea? Pare di sì. Ma ecco che Barbesino, alla XII giornata, nella partita Genova-Roma, sperimenta Guaita mandando Tomasi mezzo sinistro. La Roma perde, ma Barbesino insiste. La Roma, perde ancora (ed è l’Ambrosiana che a Testaccio vince per un goal di Demaria ancora all’ultimo minuto). Comunque Tomasi non tornerà più centrattacco, salvo a cambiare idea la partita successiva. E così, con Tomasi che gironzola da un posto all’altro della prima linea, ha termine la stagione sportiva 1933-34.
Poi la Roma scoprirà le doti di Tomasi quale centro sostegno e sostegno laterale. Ormai l’ometto è il « buono a tutto fare », è un giocatore jolly, come il collega Buscaglia del Napoli, come Prato del Torino, come Varglien II della Juventus. Giocatore apprezzato e per il suo valore e per la sua serietà.
Avrebbe dovuto rimanere a Roma sino al termine della sua carriera. Ma invece... ecco che sta per scadere il quadriennio, ed ecco che Tomasi incappa in un gravissimo infortunio nella partita Juventus-Roma del 22 novembre 1936. Deve rimanere qualche mese a riposo. Rientra, ma poi il ginocchio gli dà fastidio, e deve rimanere ancora a riposo. Le diagnosi dei medici sono catastrofiche. Sembra che non potrà più giocare, o almeno, che non potrà più giocare in una grande squadra. La Roma si decide a metterlo in libertà. Tomasi va alla Juventus che lo accoglie nelle proprie file... sotto riserva e con speciale contratto. Solo se farà un certo numero di partite gli verrà corrisposta una cifra tot. Tomasi, che si sente sicuro del fatto suo, accetta. La prima partita –amichevole – contro il Torino non va eccessivamente bene. Gli juventini scuotono il capo. Tomasi invece continua ad allenarsi. Segue la Juventus nel giro in Jugoslavia, poi va in vacanza. Rientra a settembre in splendide condizioni dì forma. Gioca mezz’ala: destra finché Borel II non rientra in isquadra. Alla terza giornata già è il miglior uomo della prima linea, tanto che Rosetta stesso si meraviglia come la Roma abbia « messo in libertà un giocatore così formidabile ».
Nella partita Torino-Juventus rientra Borel II e Tomasi si sposta mezz’ala sinistra, ruolo che mantiene tutt’ora con rara ed invidiata efficacia.


https://ilpalloneracconta.blogspot.com/2007/11/ernesto-tomasi.html

 

 

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