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Socrates

Christian Abbiati

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Arrivato alla Juventus come risarcimento allo Scudetto da protagonista:  compie oggi 43 anni Christian Abbiati
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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg    CHRISTIAN ABBIATI  

 

Le stelle bianconere - Christian Abbiati, da rivale a titolare in una sera  | ilbianconero.com

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Christian_Abbiati

 

 

Nazione: Italia 20px-Flag_of_Italy.svg.png
Luogo di nascita: Abbiategrasso (Milano)
Data di nascita: 08.07.1977
Ruolo:Portiere
Altezza: 191 cm
Peso: 92 kg
Nazionale Italiano
Soprannome: -

 

 

Alla Juventus dal 2005 al 2006

Esordio: 28.08.2005 - Serie A - Juventus-Chievo 1-0

Ultima partita: 14.05.2006 - Serie A - Reggina-Juventus 0-2

 

27 presenze - 17 reti subite

 

1 scudetto

 

 

Christian Abbiati (Abbiategrasso, 8 luglio 1977) è un dirigente sportivo ed ex calciatore italiano, di ruolo portiere.

 

Durante la sua militanza nel Milan ha conquistato tre scudetti (1998-1999, 2003-2004, 2010-2011), una Coppa Italia (2002-2003), due Supercoppe italiane (2004, 2011), una Champions League (2002-2003) e una Supercoppa europea (2003). Con la Juventus ha vinto lo scudetto 2005-2006.

Portiere titolare dell'Italia Under-21 campione d'Europa nel 2000, nello stesso anno ha disputato i Giochi olimpici di Sydney. Conta inoltre 4 presenze nella nazionale maggiore, con cui ha preso parte, da riserva, al campionato d'Europa 2000 – concluso al secondo posto –e al campionato del mondo 2002. È il portiere con più presenze nella storia del Milan.

 

Christian Abbiati
Christian Abbiati 2008.jpg
Abbiati al Milan nel 2008
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 191 cm
Peso 92 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Portiere
Termine carriera 1º luglio 2016
Carriera
Giovanili
1988-1990 600px Amaranto.svg Aurora OSGB
1991-1992 600px vertical Blue HEX-120059 Red HEX-F4001C.svg Atletic Trezzano
1992-1993   Assago
1993-1994   Corsico
Squadre di club
1994-1995   Monza 1 (-1)
1995-1996    Borgosesia 29 (-27)
1996-1998   Monza 51 (-58)
1998-2005   Milan 110 (-124)
2005-2006    Juventus 27 (-17)
2006-2007    Torino 36 (-42)
2007-2008    Atlético Madrid 21 (-28)
2008-2016   Milan 171 (-138)
Nazionale
1998-2000 Italia Italia U-21 16 (-12)
2000 Italia Italia olimpica 4 (-3)
2000-2007 Italia Italia 4 (-3)
UEFA European Cup.svg Europei di calcio
Argento Belgio-Paesi Bassi 2000
Transparent.png Europei di calcio Under-21
Oro Slovacchia 2000

 

Caratteristiche tecniche

Molto dotato sul piano fisico, Abbiati è stato un portiere affidabile, sicuro nelle uscite e longevo.

Carriera

Club

Gli inizi

Abbiati ha iniziato a giocare nel 1988 all'età di 11 anni nell'Aurora OSGB, formazione parrocchiale della città di Abbiategrasso, per poi passare all'Atletic Trezzano, all'Assago e dopo due anni al Corsico.

Prelevato dal Monza nel 1994, ha disputato una sola partita in campionato, il 30 dicembre 1994 (Modena-Monza 1-0), prima di essere mandato a giocare nel Borgosesia. Dopo un avvio incerto è riuscito a conquistare anche la maglia della nazionale Dilettanti, della nazionale militare e dell'Under-20 di Serie C. Nel febbraio del 1996 è stato prestato per alcuni giorni al Torino per disputare con la squadra Primavera il Torneo di Viareggio, dove Abbiati ha disputato la seconda gara della fase a gironi contro il Cagliari (2-2).

Nel 1996 è ritornato al Monza, allenato da Giorgio Rumignani prima e Gigi Radice poi. Nella stagione 1996-1997 è partito come riserva di Giuseppe Gatta, per poi diventare titolare dall'11ª giornata. Nel corso del campionato, concluso con la promozione in Serie B dopo la vittoria dei play-off, ha disputato 25 partite nelle quali ha subito 17 gol, risultando il portiere meno battuto della Serie C1 1996-1997. Nella stagione seguente ha esordito in Coppa Italia il 18 agosto 1997 in Monza-Genoa 1-1 e in Serie B il 31 agosto 1997 contro il Pescara (1-1), dove ha disputato 26 partite subendo 41 reti.

Milan

170px-Christian_Abbiati_-_Milan_AC_1998-
 
Un giovane Abbiati agli esordi con il Milan nella stagione 1998-1999

 

Passato al Milan nel 1998, ha debuttato in Serie A il 17 gennaio 1999, all'età di 21 anni, nella partita Milan-Perugia 2-1, al 92º minuto, a seguito dell'espulsione del portiere titolare Sebastiano Rossi, che aveva sferrato un pugno all'avversario Cristian Bucchi. Nelle successive partite ha continuato a venire schierato come titolare dall'allenatore dei rossoneri Alberto Zaccheroni e si è reso protagonista di buone prestazioni, contribuendo, con una parata decisiva all'ultima giornata, ancora contro il Perugia, alla conquista dello scudetto 1998-1999.

Con il Milan ha esordito in Champions League il 15 settembre 1999 in Chelsea-Milan 0-0 e in Coppa UEFA il 20 settembre 2001 in BATE Borisov-Milan 0-2.

Nella stagione 2002-2003 ha perso il posto da titolare per l'exploit del portiere brasiliano Dida, ma è riuscito comunque a dare un importante contributo alla conquista della Champions League 2002-2003, rispondendo con una buona prestazione quando è stato chiamato in causa nella semifinale di ritorno contro l'Inter (famoso il salvataggio con il ginocchio sul tiro di Mohamed Kallon nei minuti finali).

Nell'estate del 2005 era stato inizialmente ceduto al Genoa, appena tornato in Serie A, con la formula del prestito con diritto di riscatto. Tuttavia, dopo un mese e mezzo di ritiro precampionato e 3 amichevoli disputate con la maglia rossoblù, è ritornato al Milan a causa della retrocessione a tavolino in Serie C1 della squadra ligure a seguito di una combine — il cosiddetto caso Genoa — con il Venezia.

Juventus, Torino e Atlético Madrid

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Abbiati nel 2005

 

Il 17 agosto 2005 il Milan ha ceduto Abbiati in prestito gratuito alla Juventus per sostituire Gianluigi Buffon, infortunatosi alla spalla dopo uno scontro con Kaká nel Trofeo Luigi Berlusconi di pochi giorni prima. Il suo apporto nella Juventus, in cui è stato titolare per i primi sei mesi, con 9 reti subite in 19 partite, è stato importante per la vittoria (sub judice) della Serie A 2005-2006, titolo poi assegnato all'Inter a seguito delle vicende di Farsopoli.

Dopo essere rientrato al Milan, il 18 luglio 2006 è stato ceduto in prestito al Torino, dove ha ricoperto il ruolo di titolare nella squadra granata che ha ottenuto la salvezza.

Il 26 giugno 2007 il Milan lo ha nuovamente ceduto in prestito per un anno, questa volta agli spagnoli dell'Atlético Madrid, dove ha iniziato il campionato come riserva di Leo Franco per diventare poi titolare verso metà della stagione, conquistando il 4º posto e la qualificazione alla Champions League 2008-2009. In totale con la squadra spagnola ha disputato 30 partite (21 in campionato e 9 in Coppa UEFA) e subito 34 gol (28 nella Liga e 6 in Coppa UEFA).

Il ritorno al Milan

Nel maggio 2008, al termine del prestito all'Atlético Madrid, è ritornato a essere un giocatore del Milan, dove ha trascorso la restante parte della sua carriera.

Dopo aver rifiutato la cessione al Palermo, Abbiati ha disputato come titolare tutte le 27 partite di campionato fino al 15 marzo 2009, quando si è infortunato al ginocchio destro subendo una distorsione con interessamento dei legamenti a causa di uno scontro fortuito con il compagno Giuseppe Favalli durante Siena-Milan, venendo quindi sostituito da Dida. L'infortunio, il più grave subito in carriera, l'ha costretto a chiudere anticipatamente la stagione 2008-2009. È stato operato per la ricostruzione del legamento crociato anteriore il 30 marzo 2009 ad Anversa dal professor Martens.

 

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Abbiati mentre effettua un calcio di rinvio durante la sfida tra Milan e Arsenal nella Emirates Cup 2010

 

È ritornato in campo 10 mesi più tardi, in occasione di Milan-Udinese del 28 gennaio 2010, gara valida per i quarti di finale della Coppa Italia 2009-2010 vinta per 1-0 dai friulani. Dopo aver disputato la successiva partita di campionato contro il Livorno per l'assenza di Dida, è tornato titolare il 21 febbraio 2010 contro il Bari, parando anche un calcio di rigore a Barreto nei minuti finali dell'incontro.

Il 19 luglio 2010 Abbiati ha prolungato il contratto con il Milan fino al 30 giugno 2013. Nella stagione stagione 2010-2011 è stato confermato come portiere titolare dal nuovo allenatore Massimiliano Allegri e, con diverse parate decisive, è stato uno dei protagonisti della vittoria del campionato, quarto personale, conquistato il 7 maggio 2011 a due giornate dal termine del campionato grazie allo 0-0 contro la Roma.

Il 6 agosto 2011 ha vinto la Supercoppa italiana con il Milan battendo l'Inter a Pechino per 2-1. Il 15 ottobre 2011, in occasione della gara casalinga di campionato vinta per 3-0 contro il Palermo, ha indossato per la prima volta la fascia di capitano del Milan.

 

220px-Nocerino_defends.jpg
 
Abbiati mentre difende la porta del Milan nel corso dell'amichevole dell'estate 2012 contro il Real Madrid

 

Scendendo in campo in Milan-Sampdoria del 28 settembre 2013 ha raggiunto le 331 partite ufficiali in rossonero, diventando così il portiere con più presenze nella storia del Milan e superando Sebastiano Rossi, che aveva totalizzato 330 presenze in rossonero. Al termine della stagione 2013-2014 ha rinnovato il contratto con il club rossonero per un ulteriore anno.

Nell'estate 2014 il Milan rileva a parametro zero dal Real Madrid il portiere spagnolo Diego López, che sostituisce nel ruolo di titolare Abbiati, il quale, a 37 anni, viene relegato al ruolo di secondo portiere, ma ottiene comunque 11 presenze in campionato.

Nella stagione 2015-2016 parte ancora come secondo dietro il portiere spagnolo, fino a quando a metà del girone di andata il sedicenne Gianluigi Donnarumma ribalta le gerarchie e si impone come titolare. Abbiati, tuttavia, trova spazio in Coppa Italia dove ottiene 5 presenze. La sua unica presenza in campionato è quella del 13 marzo 2016, alla 29ª giornata, quando entra al posto di Donnarumma nel primo tempo della partita pareggiata 0-0 contro il Chievo al Bentegodi. Alla fine della stagione, il 13 maggio 2016, annuncia il ritiro dal calcio giocato.

Con la maglia del Milan ha disputato 15 stagioni, nelle quali ha collezionato 380 presenze e ha vinto 8 trofei. Complessivamente in carriera ha giocato 584 partite tra club e nazionale.

Nazionale

Abbiati, dopo essere stato convocato nella nazionale Dilettanti, Militare e Under-20 di C, ha esordito nell'Italia Under-21 allenata da Marco Tardelli il 25 marzo 1998 contro i pari età maltesi (1-0 per l'Italia); con gli Azzurrini ha disputato e vinto l'Europeo di categoria del 2000.

Nel giugno del 2000, pochi giorni dopo la vittoria del titolo Under-21, è stato convocato in nazionale maggiore dal commissario tecnico Dino Zoff per prendere parte al campionato d'Europa 2000, in sostituzione dell'infortunato Gianluigi Buffon, designato come titolare. Abbiati è stato quindi uno dei tre portieri del gruppo, insieme a Francesco Toldo e Francesco Antonioli, senza disputare nessuna partita; l'Italia ha ottenuto il secondo posto dopo la sconfitta in finale contro la Francia. In seguito, sempre nel 2000, con l'Italia olimpica ha partecipato ai Giochi di Sydney.

Durante la gestione di Giovanni Trapattoni ha partecipato al campionato del mondo 2002 come terzo portiere, e il 30 aprile 2003 ha esordito in nazionale, nella partita amichevole Svizzera-Italia (1-2) disputata a Ginevra.

Convocato anche dai successivi CT Marcello Lippi e Roberto Donadoni, in totale ha disputato 4 partite nella nazionale maggiore, rimanendo nel giro degli Azzurri fino al 2007.

Dopo il ritiro

Il 14 giugno 2017 torna al Milan come team manager, ma il 10 luglio 2018 lascia l'incarico dopo una sola stagione.

Record

  • Portiere col maggior numero di presenze con la maglia del Milan (380).

Palmarès

Club

Competizioni nazionali

Competizioni internazionali

Nazionale

Onorificenze

Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana
  — Roma, 12 luglio 2000. Di iniziativa del Presidente della Repubblica Italiana.

 

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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg    CHRISTIAN ABBIATI  

 

Abbiati-Juventus.jpg

 

 

 

Ha la miglior media di goal subiti tra tutti i portieri – scrive Mario Bruno su “Hurrà Juventus” del marzo 2006 – di Serie A (nello specifico, sette reti incassate nell’arco di sedici partite, media 0,437). Christian Abbiati, il portiere che il Milan ha prestato con gesto “caspita, complimenti” alla Juventus a causa del maxi guaio nato dallo scontro tra Kaká e Buffon, storia del Trofeo Berlusconi di fine agosto 2005. Super Gigi se ne uscì con la spalla lussata, da operare ad ogni costo, con una prognosi per il recupero di un centinaio di giorni e con tutte le pacchetto-complicazioni del caso (perché un portiere lo si ritrova non soltanto quando è OK dal punto di vista fisico ma anche e soprattutto quando sente di nuovo dentro di sé il ruggito del leone.E ci vuole tempo per ridare al felino tutta la sua famelica attitudine) e alla Juve giunse così quest’omone dal viso proprio buono, 191 centimetri compatti e compassati, che aveva, se vogliamo, le stesse problematiche che ha dovuto metabolizzare Super Gigi al momento del suo ritorno da leader: ritrovare cioè la certezza del ruolo (visto che al Milan era il numero due da quasi tre anni) e non solo la sicurezza, sostenuta dal ruggito del leone al quale facevamo riferimento prima.
Ma Abbiati è, diamine, un felino vero, e applicandosi con umiltà e dedizione, ha ritrovato rapidamente se stesso, arrivando a un traguardo di numeri e di qualità ben superiori a ogni previsione, ciò che porta il mister Capello ad applaudirne l’efficienza: «Christian finora ha fatto cose superlative, è stato bravissimo».
Tutto vero, come ha dimostrato proprio qualche giorno prima di essere intervistato, a Roma in Coppa Italia, quando ha preso una palla impossibile che il mezzo televisivo ha documentato in modo esemplare nella sua incredibile difficoltà, vale a dire, calcio di punizione sul vertice sinistro, fuori area e strepitosa battuta di Totti che di esterno sinistro riesce ad aggirare la barriera, ciò che si tramuta in un missile terra-aria stracoperto ma Christian ha capito tutto e volando sulla propria destra, in volo cieco, riesce a deviare la sfera con la mano destra, a un palmo dal palo, mettendo clamorosamente in calcio d’angolo: semplicemente incredibile.
Dopo aver giocato ininterrottamente, e con ottimi risultati, da settembre a gennaio, ora Buffon si è ristabilito. Come vivi questa nuova situazione? «Ma va bene così – spiega – a me piace tanto giocare, fare il mio mestiere in modo continuo, essere lì confrontarmi con le mie cose, a ragionare su quanto sono stato in grado di dare, a studiare cosa posso avere sbagliato, i particolari che potrei ancora migliorare. Io ho investito da sempre su di me, con la coscienza di essere una persona che sa stare al proprio posto, che sa attendere la propria occasione e che ha la coscienza di quanto deve fare, per cui, avere trovato questa Juve e questo gruppo fantastico lo considero un’esperienza veramente probante, indipendentemente dai numeri e dalle partite giocate. Con Gigi ci frequentavamo, così, da persone che si stimano ancor prima di indossare la stessa maglia, e ora più che mai ci capiamo e ci apprezziamo, perché sappiamo entrambi quale ruolo dobbiamo sostenere e tra di noi c’è soltanto lealtà e coerenza».
Abbiati è bello carico della sua esperienza in bianconero. «Vivere in questa Juve mi ha ridato spinta, mi sento rigenerato: ho ritrovato la miglior parte di me, ed ho pure ritrovato la maglia della Nazionale. Ci terrei moltissimo a vincere qualcosa con questi ragazzi, perché penso che tutti noi abbiamo scritto una storia che merita di essere ricordata, anche con il mio nome».
Abbiati a Torino vive sostenuto dalla sobrietà che gli appartiene da sempre. La sua è, infatti, una vita misurata. È nato ad Abbiategrasso, la sua città è Milano, calcisticamente la squadra più lontana da casa nella quale aveva militato era sino a ieri il Borgosesia e ora è la Juventus, ma sotto la Mole Christian sta a modo suo, in un alloggio ammobiliato, ma sempre con il piede pronto a schiacciare l’acceleratore per tornare a casa, dove lo attendono Stefania e Giulia. «Non è stato possibile trasferirsi a Torino con la famiglia – spiega – perché Giulia è iscritta alla scuola americana. Allora viaggio un po’, vado e torno. E quando sono a casa, il mio piacere più profondo è quello di andare a recuperare Giulia quando esce da scuola. Al mattino, invece, preferisco dormire».
Giulia è il sogno nel cassetto del gigante buono. «Una bella principessa – e per Giulia, Christian si comporta come tutti i padri del mondo, devoto al punto tale – da andare in montagna con lei e con la mamma. Siamo stati in Austria ma, giuro, non mi sono divertito, perché non amo la neve, io sono un tipo da mare».
Forse anche per questo, se non ci fosse stato il gran pasticcio di Genova retrocesso in Serie C, lui sarebbe stato il portierone del “Grifone”? «Direi che il mare, in quel tipo di scelta, non c’entrava: Genova l’avevo scelta perché la consideravo una situazione ideale per ripartire, una squadra cioè capace di restituirmi serenità. Saremmo cresciuti insieme senza particolari pressioni: l’obiettivo era quello di ritrovare l’urlo del leone a piccoli passi. E invece è venuta fuori questa storia tutta diversa, dove la pressione è un elemento fondamentale di ogni giornata, perché quando giochi in queste grandi squadre hai l’obbligo di non sbagliare, mai».
E tu non hai sbagliato praticamente nulla. C’è qualcosa che ti rimproveri? «Il goal subito a Monaco contro il Bayern, in Champions League: una rete che non potrò mai dimenticare e che ho rivisto decine di volte a casa, con le cassette. Io faccio sempre così, dopo ogni partita mi studio da cima a fondo per capire meglio il mio operato, per rendermi conto dove devo migliorare, per scoprire a freddo qual è stato il pensiero dominante che mi ha portato a scegliere questa anziché quella situazione. Ebbene, quella rete di Monaco la mando negli archivi personali senza averci capito un granché, perché era evidente che lui avrebbe tirato su questo benedetto palo di sinistra, lo avevo fotografato in un amen, ma nel momento del tiro sono rimasto imbambolato ed ho solo deviato goffamente la palla in rete, con una gamba. Per quale motivo non ho reagito? Per quale motivo non sono stato in grado di respingere quel tiro fragile? Non lo saprò mai, perché non sono riuscito a ritrovare dentro di me la chiave di quell’errore».
Un trofeo con la Juventus e magari anche la convocazione in Nazionale? «Su questo concetto ho due ragionamenti dominanti. Il primo è che Lippi ha sempre scelto altri atleti e che è solito confermare le proprie scelte. La seconda rispecchia invece la mia prestazione nel ritorno in azzurro: ho giocato due partite, buone. E considerando anche la mia forma attuale, che posso dire? Spero proprio di trovare uno spazio nella squadra che punterà ai Campionati del Mondo».
Non siamo certo noi che possiamo dire come finirà questa storia, ma se le storie frequentate dai personaggi buoni hanno pieno diritto di finire bene, non si capisce per quale motivo questo gigante buono non dovrebbe raccogliere buone cose dopo aver seminato bene: dunque, Christian Abbiati vincitore con la Juventus e in azzurro, compagno di venture di Super Gigi: diteci voi, per quale motivo non dovrebbe finire così questa storia?

Nonostante l’ottimismo di Christian e del giornalista della testata ufficiale juventina, Abbiati non parteciperà ai vittoriosi Mondiali tedeschi, nonostante con ventisette presenze e con grandi prestazioni, sia un sicuro protagonista dello scudetto bianconero.
Al termine della stagione, il portierone ritorna al Milan con qualche rimpianto di troppo: «L’anno alla Juventus ha sancito la mia rinascita come portiere; avevo chiuso a Milanello con un disastro, mi allenavo poco e male, con Capello sono risorto. Mi sono guadagnato sul campo lo scudetto che poi, quelli dell’Inter, mi hanno tolto. Capello impone regole ferree, disciplina da caserma e non guarda in faccia nessuno. Fa giocare chi merita».

 

http://ilpalloneracconta.blogspot.com/2007/07/christian-abbiati.html

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