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Socrates

Francesco Capocasale

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Juventus 1942-1943 - Wikipedia
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339883352_juventus1931.jpg.767dbb7d9882cfe248575e7089575627.jpg FRANCESCO CAPOCASALE

 

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https://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_Capocasale

 

 

Nazione: Italia Italia
Luogo di nascita: Bari
Data di nascita: 25.08.1916

Luogo di morte: Bari

Data di morte: 06.08.1998
Ruolo: Centrocampista
Altezza: 172 cm
Peso: 70 kg

Soprannome: Franceschino - Paletta

 

 

Alla Juventus dal 1939 al 1941 e dal 1942 al 1943

Esordio: 17.09.1939 - Serie A - Inter-Juventus 4-0

Ultima partita: 25.04.1943 - Serie A - Juventus-Vicenza 2-6

 

64 presenze - 4 reti

 

 

Francesco Capocasale detto Franceschino (Bari, 25 agosto 1916  Bari, 6 agosto 1998) è stato un allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo centrocampista.

Come Raffaele Costantino (a lui contemporaneo), è un'indiscussa bandiera dei primi settant'anni del calcio barese. Si distinse sia come giocatore che come allenatore.

 

Francesco Capocasale
Fcapocasale.jpg
Capocasale da giovane
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 172 cm
Peso 70 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex centrocampista)
Termine carriera 1947 - giocatore
1971 - allenatore
Carriera
Giovanili
    Bari
Squadre di club
1936-1939   Bari 59 (8)
1939-1941   Juventus 61 (4)
1941-1942   Modena 8 (0)
1942-1943   Juventus 3 (0)
1943-1944    Rutigliano ? (?)
1944-1945    Audace Taranto 5+ (2+)
1945-1947   Bari 70 (1)
Carriera da allenatore
1948-1949   Bari  
1950 600px Bianco e Celeste2.svg AS Palo  
1951   Bari  
1951   Bari  
1953-1956   Bari  
1957   Sambenedettese  
1958   Catania  
1959-1960   Anconitana  
1960   Bari  
1961-1963   Taranto  
1964-1965   Bari  
1965-1966   Trani  
1969-1971   Pescara

 

Biografia

Nacque a Bari da padre calabrese e madre barese.

In gioventù si laureò in Economia e Commercio.

Caratteristiche tecniche

Era una mezzala, ma era in grado anche di ricoprire ruoli diversi come centromediano e laterale. Veniva chiamato "paletta" per la potenza dei tiri e per la lunghezza dei piedi.

Carriera

Giocatore

Cresciuto nel Bari, la squadra della sua città, esordì in Serie A all'età di 20 anni il 27 dicembre 1936 contro il Torino, segnando il suo primo gol nella giornata successiva, al debutto di fronte ai suoi tifosi contro l'Alessandria. Dopo tre anni di permanenza nei galletti venne ceduto alla Juventus per 210.000 £; disputò in bianconero tre stagioni, intervallate da un anno al Modena, per poi interrompere la carriera per via della guerra.

 

300px-Juventus_1940-1941.jpg
 
Capocasale (accosciato, terzo da sinistra) alla Juventus nel 1940-1941

 

Durante il conflitto mondiale partecipò con il Rutigliano al Campionato dell'Italia libera 1944 dove giunse in finale, e nel 1944-45 con l'Audace Taranto al girone pugliese del campionato misto nazionale.

Nel 1945, a guerra finita, venne messo in lista di trasferimento dalla Juventus, ancora proprietaria del cartellino, su sua diretta richiesta (anche per il suo matrimonio con la barese Marta Porta); tornò quindi nel Bari, con cui raggiunse il settimo posto in classifica nel campionato di Serie A 1946-1947, il miglior piazzamento conquistato dai pugliesi nella massima serie a girone unico. Si ritirò nello stesso 1947.

Allenatore

Allenò lo stesso Bari nel 1948-1949 e nel 1950-1951, per una stagione in A e una in B (eccetto una piccola parentesi, sempre nel '50, sulla panchina del Palo del Colle, in Prima Divisione). Tornò sulla panchina dei biancorossi nel 1953, riportandoli in due stagioni dalla IV Serie meridionale alla Serie B e ottenendo il pieno primato di categoria sia in IV Serie che nella Serie C. Dopo aver continuato ad allenare i galletti nella stagione "d'assestamento" '55-'56, avendo espresso all'A.S. Bari il desiderio d'essere esonerato dall'incarico tecnico, venne insignito dal Comune di Bari di medaglia d'oro per l'apprezzata collaborazione. Poi ebbe parentesi con la Sambenedettese nel campionato Serie B 1956-1957 (sostituì nel corso del girone di ritorno Bruno Biagini), col Catania nel successivo torneo cadetto e con l'Anconitana in terza Serie, nel 1959.

 

130px-Francesco_Capocasale_allenatore.jp
 
Capocasale al Catania nel 1958

 

A metà febbraio 1960, durante il trascorso nel capoluogo marchigiano, fu richiamato dal Bari per sostituire Paolo Tabanelli, con cui i biancorossi erano penultimi nella classifica di Serie A e rilanciando diversi giocatori (tra cui l'attaccante Paolo Erba, che mise a segno 9 reti in 15 incontri, a fronte dei 5 goal nelle prime 19 giornate) ottenne una netta inversione di tendenza della formazione pugliese (che batté in casa per 3-0 il Milan di Luigi Bonizzoni) e la salvezza alla penultima giornata. Esonerato nel novembre 1960 dopo che i biancorossi avevano raccolto due punti in sette partite, allenò per due stagioni il Taranto in Serie C, dal 1961 al 1963. Tornato ancora sulla panchina dei galletti nella stagione 1964-'65 in cadetteria, fu esonerato prima della fine del campionato. L'anno seguente allenò il Trani, sempre nella serie cadetta. Terminò la carriera d'allenatore con il Pescara nel campionato di Serie C 1970-1971.

Non essendo mai retrocesso da allenatore, venne soprannominato "l'invincibile". I tifosi del Bari lo chiamavano anche "l'uomo della provvidenza" per i vari campionati con lui terminati in salvezze e promozioni. Nel 1958 fu osservatore per la Nazionale azzurra. Giocò nella Nazionale di Calcio goliardica.

A Bari, negli anni duemiladieci, su iniziativa congiunta dell'Unione Nazionale Veterani dello Sport e del comune di Bari gli è stato intitolato il campo sportivo del quartiere San Girolamo e una delle salite dello Stadio San Nicola.

Palmarès

Allenatore

Competizioni nazionali

 

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339883352_juventus1931.jpg.767dbb7d9882cfe248575e7089575627.jpg FRANCESCO CAPOCASALE

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Giunto a Torino da Bari nell’estate del 1939, è una mezzala in grado anche di ricoprire ruoli diversi come centromediano e mediano laterale. È chiamato Paletta per la potenza dei tiri e per la lunghezza dei piedi. Rimane in bianconero per due stagioni, prima di essere prestato al Modena. Ritorna alla Juve l’anno successivo per poi trasferirsi, finita la guerra, nella squadra biancorossa pugliese dove diventerà una vera e propria bandiera. «Lavoratore puntiglioso si rese molto utile – ricorda Caminiti – fu ingaggiato dalla Juve che aveva presidente il conte Emilio de la Forest de Divonne, addensandosi nubi di guerra all’orizzonte, tutto oscillando anche le certezze tradizionali e avite».

 

https://ilpalloneracconta.blogspot.com/2016/05/francesco-capocasale.html

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