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Socrates

Alessandro Dal Canto - Calciatore e Allenatore Primavera

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Thanks for everything, Mister Dal Canto! - Juventus
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Juventus, ufficiale: via Dal Canto, tecnico della Primavera
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55062307_juve1989.png.0e751d8b023348d650bcfe17bd167d22.png   ALESSANDRO DAL CANTO

 

Alessandro Dal Canto becomes new Primavera boss - Juventus

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Alessandro_Dal_Canto

 

 

Nazione: Italia 20px-Flag_of_Italy.svg.png
Luogo di nascita: Castelfranco Veneto (Treviso)
Data di nascita: 10.03.1975
Ruolo: Difensore
Altezza: 180 cm
Peso: 77 kg
Nazionale Italiano Under-23
Soprannome: -

 

 

Alla Juventus dal 1992 al 1994

Esordio: 27.01.1993 - Coppa Italia - Juventus-Parma 2-1

Ultima partita: 30.05.1993 - Serie A - Pescara-Juventus 5-1

 

4 presenze - 0 reti

 

1 coppa Uefa

 

 

Alessandro Dal Canto (Castelfranco Veneto, 10 marzo 1975) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore, tecnico della Viterbese.

 

 

Alessandro Dal Canto
Dal Canto.jpg
Dal Canto nel 2011
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 180 cm
Peso 77 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex difensore)
Squadra   Viterbese
Termine carriera 2009 - giocatore
Carriera
Giovanili
1991-1992   Juventus
Squadre di club
1992-1994   Juventus 4 (0)
1994-1995   Vicenza 35 (1)
1995-1996   Torino 16 (0)
1996   Vicenza 2 (0)
1996-2000   Venezia 96 (2)
2000   Bologna 18 (0)
2000-2003   Vicenza 50 (1)
2003    Uralan 21 (0)
2004   Vicenza 11 (0)
2004-2005   Catanzaro 26 (0)
2005-2006   Perugia 13 (0)
2006-2007   AlbinoLeffe 47 (0)
2007-2009   Treviso 27 (0)
Nazionale
1992-1993 Italia Italia U-18 5 (0)
1997 Italia Italia U-23 4 (0)
Carriera da allenatore
2009-2011   Padova Primavera
2011-2012   Padova  
2013   Vicenza  
2013-2014   Venezia  
2015-2016 Italia Italia U-17  
2016-2017   Empoli Primavera
2017-2018   Juventus Primavera
2018-2019   Arezzo  
2019-2020   Siena  
2020-2021   Livorno  
2021-   Viterbese  
Palmarès
 
Gold medal mediterranean.svg Giochi del Mediterraneo
Oro Bari 1997

 

Carriera

Giocatore

Club

La sua carriera iniziò nelle file della Juventus, con cui esordì da professionista il 27 gennaio 1993 in occasione della vittoriosa sfida di Coppa Italia (2-1) contro il Parma; tra le stagioni 1992-1993 e 1993-1994 disputò altre 3 partite in Serie A con la maglia bianconera, con l'esordio in campionato risalente al 14 marzo 1993 in Brescia-Juventus (2-0). In seguito passò per una prima volta al Vicenza, con cui, in Serie B, disputò 35 partite, realizzando anche il primo gol da professionista. Nel 1995-1996 fu al Torino, con il quale giocò 16 partite nella massima serie per poi ritornare, la stagione successiva, in cadetteria nelle file del Vicenza.

Nel dicembre 1996 passò al Venezia, dove rimase per quattro stagioni, scendendo in campo 96 volte tra Serie A e B e siglando 2 reti. Nel gennaio 2000 si trasferì Bologna, con cui disputò 18 partite prima di passare, nell'ottobre successivo, nuovamente al Vicenza, dove rimase tre stagioni, disputando 49 incontri e segnando una rete.

 

220px-Alessandro_Dal_Canto_-_Juventus_FC
 
Un giovane Dal Canto in azione alla Juventus nei primi anni 1990

 

Nel gennaio 2003 un nuovo trasferimento che lo fece diventare uno dei primi italiani a giocare nell'Est europeo, precisamente in Russia, con la maglia dell'Uralan, con la quale giocò 21 partite nella Premjer-Liga, divenendo il primo giocatore italiano di sempre a militarvi. Ritornò in Italia nel gennaio 2004 per vestire nuovamente la maglia del Vicenza, con cui giocò 11 partite, per un totale di 97 con la maglia biancorossa.

Nella stagione 2004-2005 giocò ancora in Serie B, ma con la maglia del Catanzaro (26 presenze), per poi passare, nella stagione successiva, in Serie C1, tra le file del Perugia (13 presenze). Trascorse in Umbria solo mezza stagione, dato che nel gennaio 2006 si trasferì all'AlbinoLeffe dove rimase due stagioni, collezionando 47 presenze totali. Nell'estate 2007, svincolato, venne ingaggiato dal Treviso, dove chiuse la carriera nel 2009.

Nazionale

Dal 1992 al 1993 ha giocato 5 partite con la nazionale Under-18, mentre nel 1997 ha giocato 4 partite con la nazionale Under-23. Ha partecipato nelle file della selezione padana all'edizione 2008 della Viva World Cup, campionato mondiale di calcio tra nazionali della NF-Board e non riconosciute dalla FIFA, edizione vinta dalla stessa Padania.

Allenatore

Il 16 luglio 2009 diviene l'allenatore della formazione Primavera del Padova. Il 15 marzo 2011, dopo l'esonero di Alessandro Calori, gli viene affidata la guida della prima squadra biancoscudata, in Serie B, con cui debutta il successivo 19 marzo nella vittoriosa sfida contro il Pescara (2-0). Con i patavini sfiora la promozione in Serie A, perdendo la finale play-off contro il Novara.

I buoni risultati ottenuti con i biancoscudati gli valgono la conferma alla guida della prima squadra. Alla fine della stagione 2011-2012, dopo aver mancato l'accesso alla zona play-off, non viene riconfermato sulla panchina della squadra. Frattanto il 5 luglio 2012 acquisisce a Coverciano con il massimo dei voti il titolo di allenatore di Prima Categoria UEFA Pro e quindi il diritto di ricoprire il ruolo di tecnico in una squadra della massima serie.

Il 28 gennaio 2013 viene chiamato alla guida del Vicenza, dopo l'esonero di Roberto Breda; a fine campionato non riesce a evitare la retrocessione della squadra berica in Lega Pro. Il successivo 3 luglio diventa l'allenatore del Venezia, venendo esonerato il 20 ottobre 2014, alla nona giornata del campionato di Lega Pro.

Il 13 luglio 2015 viene nominato selezionatore dell'Italia Under-17, con cui raggiunge la fase finale del campionato europeo di categoria in Azerbaigian, venendo eliminato dopo le tre partite del girone.

Il 17 giugno 2016 passa alla guida della formazione Primavera dell'Empoli, con cui raggiunge la finale del Torneo di Viareggio 2017 persa contro il Sassuolo. Il successivo 19 giugno viene nominato allenatore della formazione Primavera della Juventus. Con i bianconeri viene eliminato agli ottavi di Coppa Italia dal Torino e nella semifinale del Torneo di Viareggio e di campionato per mano di Fiorentina e Inter.

Il 13 giugno 2018 lascia il club piemontese e lo stesso giorno diventa il tecnico dell'Arezzo che guida ad un buon quarto posto nel girone e fino alla semifinale play-off.

La stagione successiva non rinnova e il 4 luglio 2019 firma un contratto con la Robur Siena. Arriva 6º nel girone A della Serie C e perde il secondo turno dei play-off.

Data la mancata iscrizione della formazione bianconera, il 16 settembre 2020 viene ufficializzato come nuovo allenatore del Livorno, sempre in Serie C. Il 1º marzo 2021, con la squadra penultima in classifica, viene sollevato dall'incarico.

Il 10 maggio 2021 viene annunciato come nuovo tecnico della Viterbese, militante nel Girone B della Serie C, per la stagione 2021-2022. Il 4 ottobre, dopo 7 giornate di campionato e solo 3 punti conquistati che inchiodano la squadra all'ultimo posto della classifica, viene esonerato. Il 6 marzo 2022 viene richiamato alla guida dei laziali, al posto dell'esonerato Francesco Punzi, con la squadra al penultimo posto, assieme all'Imolese. Raggiunge il sedicesimo posto e si salva ai play-out battendo la Fermana.

Palmarès

Giocatore

Club

Competizioni giovanili
Competizioni internazionali

Nazionale

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55062307_juve1989.png.0e751d8b023348d650bcfe17bd167d22.png   ALESSANDRO DAL CANTO

 

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La sua carriera professionistica inizia nelle file della Juventus dove, nelle stagioni 1992-93 e 1993-94, disputa tre partite in Serie A esordendo il 14 marzo 1993 in Brescia-Juventus 2-0. Le prospettive sembrano buone ma, nell’estate del 1994, la Juventus lo lascia partire. Inizia quindi un lungo peregrinare in lungo e in largo per la penisola.

MAURIZIO TARNAVASIO “HURRÀ JUVENTUS” DEL MAGGIO 1993
La prima volta che incontrammo Alessandro Dal Canto fu poco più di due anni fa, in occasione di un Piacenza-Juventus del campionato Allievi svoltosi in una fredda e nebbiosa domenica mattina tipicamente padana. A quell’epoca il non ancora sedicenne ragazzo della provincia di Treviso veniva schierato come terzino sinistro.
Nella stagione successiva Alex si mette in luce come ultimo uomo della difesa, ruolo ricoperto anche all’inizio di questa stagione, quella della promozione nella formazione Primavera guidata da Antonello Cuccureddu. Ebbene, dobbiamo dire che di Dal Canto colpiscono sin da subito le doti non facilmente reperibili in calciatori così giovani: la grande grinta e una serietà non comune lasciavano presagire già allora una più che promettente crescita globale, se solo il talento avesse potuto essere indirizzato verso i canoni di un calcio un po’ più maturo. E così puntualmente è stato: in soli otto mesi il riccioluto (e in apparenza ombroso) Alessandro ha compiuto quasi senza accorgersene un doppio salto in avanti. Non è, infatti, proprio da tutti ritrovarsi a giocare in Serie A dopo una così veloce trafila nelle giovanili. «In effetti, il salto è stato davvero improvviso, ma anche abbastanza indolore: la naturale soggezione che all’inizio avevo nei confronti dell’apparato della prima squadra è andata via via scomparendo. E se la scorsa estate mi dava da pensare persino il passaggio dagli Allievi alla Primavera per via dei diversi requisiti fisici e di esperienza richiesti nella categoria superiore, il fatto di ritrovarmi da novembre così in alto mi pare veramente fantastico: la mia grande fortuna è stata quella di essere visto bene da Trapattoni durante le partitelle del giovedì».
Racconta qualcosa di te, in modo che gli amici bianconeri possano cominciare a conoscerti. «Sono nato a Castelfranco Veneto il 10 marzo 1975 e ho iniziato a giocare seriamente a calcio a otto anni nel Giorgione. Verso i tredici sono passato al Montebelluna, dove per due stagioni consecutive sotto la guida di Cavasin, ora alla guida degli Allievi bianconeri, sono approdato alle finali nazionali della categoria Giovanissimi, e nella stagione 1990-91 finalmente l’arrivo in Juve. Riguardo alla scuola, sono iscritto come privatista al quarto anno di Ragioneria, e conto di diplomarmi in tempo; per quanto concerne invece il carattere dicono che sia piuttosto buono e altruista ma poco compagnone, tanto da sembrare a qualcuno un po’ chiuso».
E com’è l’Alessandro Dal Canto calciatore in ascesa? «Credo un buon apprendista, e non lo dico per falsa modestia. Se forse sono grintoso al punto giusto ed equilibrato tatticamente, devo ancora migliorare notevolmente il destro e giungere a una formazione calcistica il più completa possibile. In fin dei conti soltanto l’altro ieri giocavo con i ragazzi come me. Oltretutto so la mia situazione attuale è estremamente aleatoria: sono salito su un trampolino senza aver raggiunto ancora alcuna meta, nonostante qualche apparizione in Serie A. Le mie motivazioni a emergere sono assolutamente integre, se non addirittura aumentate rispetto a qualche mese fa, e mi dispiace vedere che qualche coetaneo di altri club si monti la testa per così poco».
In tema di sincerità: dopo tre anni di Juve quali sono le tue impressioni sulla società bianconera vista dal di dentro? E su Torino? «Mi sembra sinceramente davvero bene organizzata sotto ogni punto di vista, con un settore giovanile in fermento.  La città invece non mi fa impazzire, in quanto troppo fredda e impersonale per il mio carattere. Ma dal momento che sono da sempre un tifoso bianconero “doc” la scelta di venire qui si è dimostrata quanto mai felice».
Come ti è sembrato di primo acchito il professionismo visto dall’interno? «Sicuramente meglio di quanto immaginassi, soprattutto grazie all’estrema semplicità dei miei nuovi compagni di squadra. Però mi sono anche reso conto che l’obbligo di primeggiare spesso genera tensioni che alla lunga potrebbero portare a un inevitabile stress».
Quali sono le motivazioni prioritarie per le quali vorresti vivere il mondo del calcio dal di dentro? «Innanzitutto viene la passione per il gioco, smisurata e sincera, poi il piacere di avere una certa notorietà, quindi il denaro e infine la possibilità di conoscere il mondo da vicino».
I sacrifici sin qui fatti paiono al momento ripagati. Ma che effetto fa lasciare a quindici anni la casa, la famiglia e la propria città per inseguire altrove quella che per molti è purtroppo soltanto una chimera? «In effetti, al mio arrivo a Torino mi sono sentito parecchio spaesato, anche perché quell’avventura non coinvolgeva alcun altro compagno di squadra o compaesano. Ma per fortuna qui ho subito fraternizzato con Jonathan Binotto, che conoscevo solo di vista: ebbene, da tre anni in pensione viviamo nella stessa camera e siamo diventati inseparabili e non c’è problema o confidenza che non coinvolga entrambi. Devo dire che questo rapporto mi è servito tantissimo. Consentendomi di superare ogni impasse, per cui il mio augurio più sincero è che presto anche Jonathan possa dividere con me nuove gioie: le qualità certo non gli mancano, e di questo se ne sono già accorti sia Trapattoni che il selezionatore della Nazionale di categoria. Quindi basta aspettare: negli ultimi anni la mia Juve ha dimostrato a più riprese di voler contare su noi giovani. I vari Micillo, Giampaolo, Serena, Di Muri e Zanini non sono certo passati qui per caso».
 

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