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Socrates

Carlo Ceresoli

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1941–42 Coppa Italia - Wikipedia
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1422125503_juventus1931.jpg.91b11aaeae170a8e186b475fd08a908b.jpg CARLO CERESOLI 

 

Carlo Ceresoli | Human Design, Foundation & Astrology Chart | Sports-Soccer

 

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Ceresoli

 

 

Nazione: Italia Italia
Luogo di nascita: Bergamo
Data di nascita: 14.06.1910

Luogo di morte: Bergamo

Data di morte: 22.04.1995
Ruolo: Portiere
Altezza: 178 cm
Peso: 72 kg

Nazionale Italiano
Soprannome: Carletto

 

 

Alla Juventus dal 1941 al 1942

Esordio: 15.03.1942 - Serie A - Juventus-Atalanta 1-1

Ultima partita: 22.03.1942 - Serie A - Venezia-Juventus 2-0

 

2 presenze - 3 reti subite

 

1 coppa Italia

 

Campione del mondo 1938 con la nazionale italiana

 

 

Carlo Ceresoli (Bergamo, 14 giugno 1910  Bergamo, 22 aprile 1995) è stato un calciatore e allenatore di calcio italiano, di ruolo portiere, Campione del Mondo con la Nazionale Italiana nel 1938.

 

 

Carlo Ceresoli
Carlo Ceresoli nel 1937.jpg
Ceresoli nel 1937
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 178 cm
Peso 72 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex portiere)
Termine carriera 1942 - giocatore
1969 - allenatore
Carriera
Giovanili
1923-1927   Ardens
Squadre di club
1927-1928   Alzano ? (-?)
1928-1932   Atalanta 102 (-?)
1932-1936   Ambrosiana-Inter 119 (-122)
1936-1939   Bologna 72 (-71)
1939-1941   Genova 1893 23 (-33)
1941-1942   Juventus 2 (-3)
Nazionale
1934-1938 Italia Italia 8 (-10)
Carriera da allenatore
1949-1951   Marzoli Palazzolo
1951-1952   Atalanta
1952-1953   Salernitana
1963-1964   Atalanta
1968-1969   Atalanta
Palmarès
 
Julesrimet.gif Mondiali di calcio
Oro Francia 1938
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate

 

Carriera

Giocatore

Club

Cresciuto nell'Ardens di Bergamo, arrivò all'Atalanta nel 1928 con cui esordì in Divisione Nazionale il 13 gennaio 1929 a 18 anni in una stagione culminata con la retrocessione della squadra (i bergamaschi sarebbero poi arrivati quarti in Serie B alla sua ultima stagione), passò all'Inter, con cui nelle stagioni 1932-1933 (in cui la squadra fu finalista di Coppa dell'Europa Centrale con l'Austria Vienna), 1933-34 e 1934-35 giunse secondo in Serie A. Fu quindi ceduto al Bologna (con cui vinse anche il Torneo dell'Esposizione di Parigi e di cui, dopo l'introduzione della numerazione sulle maglie nel campionato 1938-1939, divenne il primo "numero 1") con cui si laureò due volte campione d'Italia, nel 1936-1937 e nel 1938-1939 (in cui però nel 1938 si procurò un'incrinatura ossea al braccio), per trasferirsi poi al Genova 1893, che nella stagione 1939-1940 giunse quinta; terminò la sua carriera ad alto livello nella Juventus, con cui vinse la Coppa Italia.

Nazionale

Giocò in Nazionale ai tempi del commissario tecnico Pozzo, debuttando il 25 marzo 1934 a Milano nella partita di qualificazione per il campionato mondiale contro la Grecia. Designato come portiere titolare per i mondiali del 1934 che si sarebbero disputati in Italia, s'infortunò al braccio durante la preparazione colpito da un tiro di Pietro Arcari, che lo costrinse a saltare il mondiale.

Riprese il suo posto tra i pali il 14 novembre 1934 in Inghilterra-Italia 3-2 — che passò alla storia del calcio come la Battaglia di Highbury — gara in cui parò un rigore a Eric Brook: Brook, specialista nei calci di rigore, fece partire dal dischetto un tiro angolato e potente che il portiere italiano riuscì a deviare in angolo. Questa è considerata una delle parate più famose della storia del calcio.

Successivamente vinse la Coppa del Mondo del 1938, da riserva di Aldo Olivieri. In totale ha disputato 8 partite subendo 10 reti.

Allenatore

La sua prima panchina importante fu quella dell'Atalanta; l'inizio del campionato non fu comunque dei più felici; arrivò quindi a far pressioni sulla società perché fornissero rinforzi per l'attacco dell'Atalanta, che portarono la dirigenza ad acquistare il capitano della nazionale svedese Hasse Jeppson: la squadra passò dal terzultimo posto al dodicesimo al termine del campionato e il giocatore fu ceduto per l'allora notevole somma di 105 milioni al Napoli; l'anno successivo passò alla Salernitana che giunse 11ª in Serie B ma in seguito ritornò ad allenare la società bergamasca, 11ª in Serie A nel campionato 1963-1964 con lui alla guida.

 

Palmarès

Giocatore

Club

Competizioni nazionali
Competizioni internazionali

Nazionale

 

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1422125503_juventus1931.jpg.91b11aaeae170a8e186b475fd08a908b.jpg CARLO CERESOLI 

 

ceresoli%2B1942%2Bvenezia%2B0-2.jpg

 

 

 

Solamente due presenze nella stagione 1941-42 per Carlo Ceresoli, ottimo portiere diventato famoso per essere stato uno degli undici “Leoni di Highbury”.

ROMANO DA PRATO, “IL CALCIO E IL CICLISMO ILLUSTRATO” DEL 16 AGOSTO 1964
La lancetta dei secondi non aveva compiuto ancora il suo primo giro, che l’arbitro svedese Olsson decretò il calcio di rigore a favore degli albionici, per un fallo di Allemandi su Drake. Incaricato del tiro, l’ala sinistra Brooke, un mancino dalla «sventola» veramente irresistibile. A guardia della rete italiana, cera Carlo Ceresoli, l’indomita portiere dell’«Ambrosiana-Inter».
Brooke prese una breve e rincorsa, effettuò un tiro a mezza altezza che «Carlo» deviò, con la punta delle dita in calcio d’angolo, salvando così la rete italiana da una immediata capitolazione.
Ci riferiamo al mirabile ed indimenticabile incontro di «Highbury» del 14 novembre 1934. Al termine del confronto, perso dai nostri per 3 a 2, a causa di un infortunio toccato a «Luisito» Monti, al 2’ minuto di gioco, colpito, proditoriamente, da un calcione affibbiatogli da Drake, divenuto poi manager del «Chelsea», Guglielmo Marconi, il celebre scienziato si complimentò nonostante l’insuccesso, con Ceresoli che, con Peppino Meazza, era stato il prim’attore, il protagonista di quella incandescente partita.
All’indomani, i giornali londinesi elogiarono moltissimo, la bella prova dell’estremo difensore «azzurro». Il famoso tecnico Ivan Sharpe ala sinistra dell’Inghilterra alle Olimpiadi di Stoccolma del 1912, in seguito presidente dei giornalisti sportivi del Regno Unito, disse di lui: «L’Italia ha giocato una partita gagliarda: Ceresoli si è dimostrato un autentico “eroe”». L’incontro di Londra è il pezzo più pregiato nel mosaico calcistico di Ceresoli.
Ricostruiremo, ora, brevemente, il suo «itinerario», andremo alla ricerca degli aneddoti, degli episodi più esaltanti, delle perle più preziose che si aggiunsero alla brillante collana dell’ex «n. 1» della nazionale italiana.
Bergamo, la civettuola città lombarda, gli diede i natali il 1° giugno 1910. Come tutti i ragazzi, all’inizio della loro carriera, Ceresoli tirò i primi calci su alcuni campetti periferici.
Il suo sogno era quello di militare nella locale squadra dell’Atalanta. Ed infatti, a diciotto anni Ceresoli esordì nelle file degli orobici il I novembre 1928, disputando una grande partita contro la Triestina, sconfitta per 4 a 2. L’avvenimento sportivo coincise con l’inaugurazione dello stadio.
Le sue prodigiose prestazioni costituirono il trampolino di lancio per il passaggio ad un’altra forte squadra, una compagine che si aggiudicherà il primo campionato a girone unico: l’Ambrosiana-Inter di Meazza. Ma, nell’«undici» meneghino, Ceresoli dovette, inizialmente, fare anticamera a Degani e a Smerzi. Ma il suo valore venne alla luce, dopo due stagioni. L’allenatore ungherese Weisz, vistolo più volte all’opera lo mise direttamente in prima squadra. Fu un trionfo.
«Carletto» conquistò subito la difficile ed esigente platea milanese, con slancio, con ardore, con combattività. La sua rete parve stregata, gli attaccanti di maggior grido, come Piola, stentarono a superare Ceresoli, ardimentoso nelle uscite, spericolato negli interventi volanti.
Pozzo si accorse di lui, ed in occasione dei campionati mondiali romani del 1934, gli affidò la guardia della rete, nell’incontro eliminatorio contro la Grecia, a Milano, il 25 marzo 1934. Gli «azzurri» vinsero per 4 a 0 e Ceresoli giocò da par suo. Fu, questo, il primo degli otto incontri che il «bergamasco» disputò in nazionale (aveva giocato la prima partita tra i cadetti, il 3 dicembre del 1933, contro la Svizzera a Lugano, incontro terminato con lo straripante successo dei nostri per 7 a 0).
Nel 1935, Ceresoli lasciò l’Inter, per militare nei ranghi del Bologna, dove formò dapprima con Fiorini e Gasperi, poi con Pagotto e Ricci un trio difensivo d’eccezione, laureandosi tre volte campione d’Italia, in maglia rossoblù.
Passò quindi al Genova dove restò per due annate. Indi, un salto tra le file degli «Zebroni» juventini.
Poi, la lunga esperienza di allenatore nel dopoguerra, Dal 1946 al 1950 al «Palazzolo»; successivamente, all’Atalanta, alla Salernitana, nuovamente al «Palazzolo» con il definitivo ritorno al suo «Primo amore» (l’Atalanta) come istruttore ai giovani e come «vice».
Ceresoli ha lasciato un’impronta ben tangibile nel turbinoso mondo del football italiano. Lo rammenteremo sempre come un portiere completo, un difensore che dava tutto se stesso per il buon esito della contesa, ma soprattutto, lo ricorderemo, come «l’eroe di Londra».
 
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