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Socrates

Giuseppe Peruchetti

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1940-1971.png.47deadcb44ac4fdfa656b886a54394d9.png GIUSEPPE PERUCHETTI

 

Profilo Giocatore Giuseppe Peruchetti

 

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Peruchetti

 

 

 

Nazione: Italia Italia
Luogo di nascita: Gardone Val Trompia (Brescia)
Data di nascita: 30.10.1907

Luogo di morte: Gardone Val Trompia (Brescia)

Data di morte: 21.05.1995
Ruolo: Portiere
Altezza: -
Peso: -

Nazionale Italiano
Soprannome: Pantera Nera

 

 

Alla Juventus dal 1941 al 1944

Esordio: 12.10.1941 - Coppa Italia - Juventus-Pro Patria 5-0

Ultima partita: 25.06.1944 - Campionato di guerra - Juventus-Varese 6-1

 

39 presenze - 60 reti subite

 

1 coppa Italia

 

 

Giuseppe Peruchetti (Gardone Val Trompia, 30 ottobre 1907  Gardone Val Trompia, 21 maggio 1995) è stato un calciatore e allenatore di calcio italiano, di ruolo portiere.

 

 

Giuseppe Peruchetti

 

Giuseppe_Peruchetti.jpg

 
     
Nazionalità Italia Italia
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex portiere)
Carriera
Giovanili
1921-1926 non conosciuta G.Bernardelli
Squadre di club
1926-1927 non conosciuta Boifava ? (-?)
1927-1928 non conosciuta Villa Cogozzo ? (-?)
1928-1936   Brescia 196 (-267)
1936-1940   Ambrosiana-Inter 115 (-99)
1941-1944   Juventus 39 (-60)
Nazionale
1936 Italia Italia 2 (-3)
Carriera da allenatore
1940-1941   Ambrosiana-Inter
1948-1949   Reggina
1949-1950   Reggina
19??   Beretta Gardone

 

Biografia

Durante la guerra fece parte delle milizie partigiane nella "Seconda Divisione Langhe", ove fu compagno di lotta di Beppe Fenoglio, venne arrestato e condannato a morte, che evitò grazie anche agli avvocati della Juventus, subì una lunga prigionia nel carcere di Alba.

 

Il 25 giugno 1945 si sposò con Gloria Bruno.

 

Morì tragicamente nel maggio del 1995, cadendo dalla finestra di casa.

Carriera

Cresciuto nella "Giuseppe Bernardelli" di Gardone Val Trompia, dove giocò per 6 stagioni, partì per il servizio militare prestato a Bressanone nel 2º Reggimento Artiglieria da Montagna. Tornato a casa fu tesserato dalla "Boifava" di Brescia, società da dove erano usciti i fratelli Evaristo e Berardo Frisoni, Angelo Pasolini, Andrea Gadaldi, Luigi Giuseppe Giuliani e Mario Maffioli. Ma in breve tempo la Boifava fu sciolta.

 

Gioca le ultime partite del campionato 1927-28 nella squadra uliciana del Villa Cogozzo quando passa giovanissimo al Brescia, formandosi alla scuola di Giuseppe Trivellini, ex portiere della nazionale.

 

220px-Juventus_1942-10-25.webp.png
 
Peruchetti (in piedi, primo da destra) alla Juventus nella stagione 1942-1943

 

Molto bravo tra i pali, la sua specialità è la deviazione in angolo, di pugno. Nelle Rondinelle esordisce il 18 novembre 1928, 7ª giornata di andata del girone B del campionato di Divisione Nazionale: Brescia-Biellese 1-0.

 

A Brescia Peruchetti rimane sette stagioni e si mette a tal punto in evidenza da meritare la convocazione in Nazionale. L'esordio in maglia azzurra avviene il 17 maggio 1936 (Italia - Austria 2-2). Dieci giorni dopo, la sua prestazione a Budapest lo consacra definitivamente come uno dei migliori portieri italiani.

 

Nell'estate del 1936 si trasferisce all'Ambrosiana-Inter, chiamato a sostituire Carlo Ceresoli. In maglia neroazzurra rimane cinque stagioni, compresa una da allenatore. Con l'Ambrosiana-Inter, vinse da protagonista due scudetti e una Coppa Italia stregando tifosi e giornalisti milanesi, che gli appiccicarono addosso il soprannome di Pantera Nera, per via delle sue parate acrobatiche e del colore della divisa che era solito indossare.

 

Nella stagione 1940-1941, insieme a Italo Zamberletti, diventa allenatore dell'Inter, avallando tra l'altro la cessione di Meazza al Milan. La squadra nerazzura arriva seconda dietro al Bologna. L'anno seguente, caso unico nel calcio italiano, rimette i guantoni e difende la porta della Juventus, con cui concluse la sua carriera, vincendo la Coppa Italia nel 1942.

 

Ha detenuto per settantanove anni il record di imbattibilità come portiere del Brescia (750 minuti). Rimase imbattuto tra il 20 novembre 1932, quando subì due reti dal Novara, al 19 febbraio 1933 (quando subì una rete nella vittoria per 3-1 contro la Comense). Tale record fu scalzato nel 2012 da Michele Arcari.

 

Lasciato il calcio giocato fu tra i campionati di Serie C 1948-1959 e Serie C 1949-1950 allenatore della Reggina. Tornato Gardone Val Trompia fu allenatore e osservatore del Beretta Gardone.

 

Palmarès

Giocatore

Club

Competizioni nazionali

 

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1940-1971.png.47deadcb44ac4fdfa656b886a54394d9.png GIUSEPPE PERUCHETTI

 

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Nasce a Gardone Val Trompia, il 30 ottobre 1907. Cresciuto nella “Giuseppe Bernardelli” di Gardone Val Trompia, dove gioca per sei stagioni, parte per il servizio militare a Bressanone nel Secondo Reggimento Artiglieria da Montagna. Tornato a casa è tesserato dalla Boifava di Brescia, società da dove erano usciti i fratelli Evaristo e Berardo Frisoni, Pasolini, Gadaldi, Giuliani e Maffioli.
Dopo poco tempo la Boifava viene sciolta e Beppe gioca le ultime partite del campionato 1927-28 nella squadra uliciana del Villa Cogozzo. Nell’estate del 1928 passa giovanissimo al Brescia, formandosi alla scuola di Giuseppe Trivellini, ex portiere della Nazionale.Molto bravo tra i pali, la sua specialità è la deviazione in angolo di pugno. Nelle “Rondinelle” esordisce il 18 novembre 1928, settima giornata di andata del girone B del campionato di Divisione Nazionale: Brescia-Biellese 1-0. Rimane a Brescia sette stagioni e si mette a tal punto in evidenza da meritare la convocazione in Nazionale. L’esordio in maglia azzurra avviene il 17 maggio 1936 (Italia-Austria 2-2). Dieci giorni dopo, la sua prestazione a Budapest lo consacra definitivamente come uno dei migliori portieri italiani.
Nell’estate del 1936 si trasferisce all’Ambrosiana-Inter, chiamato a sostituire Carlo Ceresoli. In maglia neroazzurra rimane cinque stagioni, compresa una da allenatore, vincendo due scudetti e una Coppa Italia. Nella stagione 1940-41, insieme a Italo Zamberletti, diventa allenatore dell’Inter, avallando tra l’altro la cessione di Meazza al Milan. La squadra neroazzurra arriva seconda dietro al Bologna. L’anno seguente, caso unico nel calcio italiano, rimette i guantoni e difende la porta della Juventus, con cui conclude la sua carriera, vincendo la Coppa Italia nel 1942.
Si spegne a Gardone Val Trompia, il 21 maggio 1995.


CORRADO OLOCCO, DA “QUANDO LA JUVE SI ALLENAVA AL COPPINO (1942-43... STORIE DI CALCIO E AMICIZIA TRA LA JUVE SFOLLATA AD ALBA E GLI ALBESI)”
Andò peggio, invece, a Perucchetti, la cui vicenda partigiana è racchiusa in alcuni documenti custoditi dalla famiglia e in una scheda, conservata nell’archivio dell’Istituto storico della Resistenza di Torino. La scheda lo indica come residente ad Alba, in via Pertinace, nato a Gardone Val Trompia, di professione calciatore, nome di battaglia Beppe (uno pseudonimo molto meno altisonante del Pantera Nera che gli affibbiarono i giornalisti milanesi negli anni gloriosi dell’Inter), partigiano nella seconda Divisione Langhe dal 10 ottobre 1944.
Dai certificati di detenzione conservati dai famigliari, è possibile ricostruire con una certa precisione anche luoghi e tempi di prigionia di Perucchetti. Il calciatore fu arrestato assieme ad altre quattro persone dagli Arditi il 28 novembre del 1944 con l’accusa di “Falso in atto pubblico e favoreggiamento delle bande ribelli”. Dal 29 novembre 1944 al 2 gennaio 1945 Perucchetti fu rinchiuso nel carcere di Alba. Poi, fu trasferito alle “Nuove” di Torino, dalle quali uscirà il 26 aprile.
In un primo tempo, la sentenza emessa dal Tribunale speciale fu di condanna a morte, trasformata poi in pena detentiva (pare anche grazie all’interessamento della Juventus che mise a disposizione i propri avvocati). Furono mesi di carcere molto duro, che lasciarono il segno sul fisico dell’ex portiere. Dalla prigionia alle “Nuove” la famiglia di Perucchetti conserva un biglietto inviato il 17 marzo dal cappellano del carcere, padre Ruggero Cipolla, alla fidanzata del calciatore, nel quale si legge: «Ogni giorno vedo Beppe e sovente mi parla di lei. Oggi mi pregò di inviarle un saluto, il che faccio ben volentieri per assicurarle che sta bene e che presto spera di poterla rivedere».
Altre informazioni sull’attività partigiana di Perucchetti emergono dal certificato rilasciato dal comando militare regionale del CLN a fine guerra, nel quale si legge che l’ex calciatore ha fatto parte della seconda Divisione Langhe in qualità di partigiano e informatore. Qualunque sia stato il ruolo di Perucchetti durante la Resistenza, i famigliari custodiscono ancora il “Certificato al patriota” rilasciato alla fine del conflitto, firmato dal comandante supremo alleato delle forze del mediterraneo centrale Harold Alexander e controfirmato da Piero Balbo Poli, uno dei grandi protagonisti delle Resistenza nelle Langhe.
Esattamente a due mesi dalla fine della guerra, il 25 giugno del 1945, Perucchetti sposò nella chiesa di San Damiano, nella centralissima via Maestra, Gloria Bruno, la ragazza che aveva conosciuto al campo da tennis nel periodo dello sfollamento. Tra i biglietti d’auguri, oltre a quello dell’US Albese, ce ne sono due piuttosto interessanti. Uno è firmato da alcuni amici di Perucchetti, tra cui Beppe Fenoglio e Pinot Gallizio (personaggi che, a partire del decennio successivo e fino ai giorni nostri, lasceranno un segno importante nella cultura albese), il fotografo Aldo Agnelli (autore delle più note immagini di Beppe Fenoglio) e Nino Falciola, il figlio del Carlin Cignetti (nelle Langhe, i soprannomi passavano spesso di padre in figlio; così si spiega la firma “Nino Falciola” e non Nino Cignetti).
Un altro biglietto d’auguri per le nozze di Perucchetti è invece siglato, su carta intestata del Comando della XXI Brigata Matteotti, dal comandante partigiano Paolo Farinetti, altra figura importante della storia albese del Novecento, scomparso all’inizio del 2009. Sarà lui, ventidue anni dopo, il 28 luglio del 1967 a controfirmare come consigliere comunale anziano, la delibera di acquisto da parte del Comune della casa dei coniugi Perucchetti all’angolo tra via Pierino Belli e via Pertinace. Sindaco di Alba nel 1967 era l’avvocato Paganelli, quello che da ragazzino venticinque anni prima andava a vedere gli allenamenti dei bianconeri al Coppino e in bici quelli del Toro a Cinzano. «Negli anni Sessanta il piano regolatore prevedeva l’ampliamento della vicina via Pierino Belli e la casa era destinata a essere abbattuta. Poi, le esigenze cambiarono e la casa rimase al suo posto», ricorda Paganelli.
Oggi, in un piccolo centro di provincia, il matrimonio tra un calciatore di serie A e una ragazza dell’alta società cittadina farebbe gola agli esperti di gossip o di cronaca rosa. E, sia pure con la classica moderazione piemontese, nel loro piccolo, anche le nozze di Perucchetti fecero notizia, tanto da finire sulle pagine di giornalaccio rosa d’Alba, che scrisse: «Lunedì 25, nella parrocchia dei Santi Cosma e Damiano, in una suggestiva coreografia di fiori, luci e canti, il noto calciatore, tanto popolare nella nostra città signor Giuseppe Perucchetti si univa in matrimonio con la signorina Gloria Bruno, figlia dell’avvocato Bruno. Assisteva al matrimonio il parroco Can. Chiesa, che successivamente celebrava la Messa nuziale».

 

http://ilpalloneracconta.blogspot.com/2013/01/giuseppe-perucchetti.html

 

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