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Socrates

Stefano Angeleri

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1973142011_juventus1931.jpg.974bb7644ceede6383da8847ca9b6bed.jpg STEFANO ANGELERI  

 

Stefano Angeleri | Stelle juventine

 

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_Angeleri

 

 

Nazione: Italia Italia
Luogo di nascita: Castellazzo Bormida (Alessandria)
Data di nascita: 26.08.1926

Luogo di morte: Bergamo

Data di morte: 31.01.2012
Ruolo: Centrocampista
Altezza: 173 cm
Peso: 66 kg

Soprannome: Gabbiano

 

 

Alla Juventus dal 1947 al 1949

Esordio: 12.10.1947 - Serie A - Inter-Juventus 4-2

Ultima partita: 29.05.1949 - Serie A - Juventus-Novara 4-1

 

47 presenze - 2 reti

 

 

 

Stefano Angeleri (Castellazzo Bormida, 26 agosto 1926  Bergamo, 31 gennaio 2012) è stato un allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo centrocampista.

L'8 maggio 2012, alcuni mesi dopo la sua morte, lo stadio comunale di Castellazzo Bormida (suo paese natale) è stato intitolato a suo nome.

 

Stefano Angeleri
StefanoAngeleri.jpg
Angeleri con la maglia dell'Atalanta.
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 173 cm
Peso 66 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex centrocampista)
Termine carriera 1960 - giocatore
1986 - allenatore
Carriera
Giovanili
1939-1940 non conosciuta Oratorio Ovada
1940-1943   Acqui
Squadre di club
1943-1944 600px Vertical Red HEX-FB090B Black.svg V.I.S.A. Voghera ? (?)
1945-1947   Vogherese 53 (1)
1947-1949   Juventus 47 (2)
1949-1960   Atalanta 317 (2)
Carriera da allenatore
1960-1961 600px Bianco e Rosso Strisce.svg San Pellegrino  
1961-1965   Atalanta Giovanili
1965-1967   Atalanta  
1967-1968   Atalanta Giovanili
1968-1969   Atalanta  
1969-1972   Parma  
1973   Modena  
1973-1976   Seregno  
1976-1978   Cremonese  
1978-1979   Seregno  
1979-1980   Casale  
1980-1981   Pergocrema  
1982   Sant'Angelo  
1982-1983   Piacenza  
1983-1985   Seregno  
1985-1986   Lecco

 

Caratteristiche tecniche

Giocatore

Angeleri era un centrocampista, impiegato prevalentemente come mediano in marcatura sulle mezzeali avversarie; talvolta è stato schierato anche come ala destra. Di corporatura esile, era soprannominato Gabbiano per il modo di correre a braccia larghe.

Carriera

Giocatore

Stefano_Angeleri.jpg
 
Stefano Angeleri

 

Comincia la carriera di calciatore nelle serie minori dei campionati dilettantistici piemontesi, con Ovada e Acqui, prima di trasferirsi nella Vogherese con cui disputa i tornei di guerra e il campionato di Serie B-C Alta Italia 1945-1946. Nell'estate del 1947 approda in massima serie con la maglia della Juventus, presidente Gianni Agnelli: esordisce il 12 ottobre 1947, nella sconfitta per 4-2 sul campo dell'Inter. Nella formazione bianconera gioca per due stagioni, collezionando 47 presenze in Serie A. La Juventus in quel periodo viveva nell'ombra del Grande Torino di Ferruccio Novo e Valentino Mazzola che vinceva tutto.

Nell'estate del 1949 viene trasferito all'Atalanta, nell'affare che porta Giacomo Mari a Torino; la destinazione inizialmente non è gradita, tanto che si pensava che questa fosse una sistemazione provvisoria. Al contrario, a Bergamo, con la maglia neroazzurra dell’Atalanta, rifiorì, rimanendo nelle formazione nerazzurra per undici stagioni consecutive, diventandone il capitano, e fino alla stagione 2010-2011 è stato il giocatore con il maggior numero di presenze con l'Atalanta, superato poi da Gianpaolo Bellini. Vanta comunque il record di presenze in serie A con 281 partite di campionato disputate. Con la maglia nerazzurra ha vinto il campionato di Serie B 1958-1959; l'anno successivo, all'età di 34 anni, è costretto al ritiro a causa di problemi cardiaci.

In carriera ha totalizzato complessivamente 328 presenze e 4 reti in Serie A e 67 presenze in Serie B.

Allenatore

Al termine della sua carriera agonistica si dedica al ruolo di allenatore, dapprima nel San Pellegrino e poi nelle giovanili dell'Atalanta per quattro stagioni. Nel campionato 1965-1966 viene promosso in prima squadra, in sostituzione dell'esonerato Hector Puricelli, ottenendo la salvezza a fine stagione; viene poi riconfermato fino al termine della stagione 1966-1967, quando viene sostituito da Paolo Tabanelli. Viene tuttavia richiamato a tre giornate dal termine del campionato, ottenendo una nuova salvezza, prima di essere definitivamente esonerato alla ventesima giornata del campionato 1968-1969, quando viene sostituito da Silvano Moro.

Lasciata Bergamo, passa sulla panchina del Parma in Serie D, subentrando al dimissionario Giancarlo Vitali, e con i ducali ottiene la promozione in Serie C, grazie a 15 vittorie su 18 partite disputate. Rimane sulla panchina gialloblu fino alla stagione 1971-1972, quando viene esonerato mentre la squadra è in lotta per la promozione.

Dopo una breve esperienza sulla panchina del Modena (subentrato a Leonardo Costagliola, viene a sua volta sostituito da Armando Cavazzuti), guida per tre stagioni il Seregno e poi passa alla Cremonese, con cui ottiene la promozione in Serie B nel campionato 1976-1977. Riconfermato tra i cadetti, viene esonerato nel corso del girone di ritorno a causa della precaria posizione in classifica, che porterà poi alla retrocessione.

Nelle annate successive torna al Seregno, con cui sfiora la promozione in Serie C1, e poi allena il Casale, sostituendo in autunno l'esonerato Sandro Salvadore: con la formazione nerostellata ottiene la salvezza con alcune giornate di anticipo, tuttavia non viene riconfermato. Dopo una stagione al Pergocrema, nel corso del campionato di Serie C1 1981-1982 viene chiamato alla guida del Sant'Angelo, senza evitarne la retrocessione in Serie C2. L'anno successivo subentra a Pier Luigi Meciani sulla panchina del Piacenza; dopo un buon avvio, la formazione emiliana entra in crisi di risultati, e Angeleri viene esonerato a sei giornate dal termine. Conclude la propria carriera di allenatore sostituendo Agostino Alzani alla guida del Lecco, nel Campionato Interregionale 1985-1986.

Palmarès

Giocatore

Competizioni nazionali

Allenatore

Competizioni nazionali

 

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652993941_juventus1931.jpg.9157bffe33a17cad810b4be588a871dc.jpg STEFANO ANGELERI  

 

angeleri.jpg

 

 

 

Pesando poco e pensando molto – racconta Vladimiro Caminiti – usciva spesso dalla partita. Era cresciuto nell’Acqui, passando alla Vogherese nel 1945 e alla Juventus nel 1947, per giocarvi, con alterna fortuna, due campionati. Giocatore più fine che focoso cercava le soluzioni eleganti risultando qualche volta sopra la riga.Nella Juve ancora abitata da fenomenali pelandroni John Hansen, Giovanni Pløger, Piero Rava, Sentimenti IV, Carlo Parola, presidente Gianni Agnelli, allenatore il curioso scozzese William Chalmers, non si smarrì nemmeno come ala destra. Dava del lei ai fuoriclasse, ai quali cercò neppure di rubare qualche finezza.
La Juve viveva nell’ombra del Grande Torino che vinceva tutto ed egli ammirava moltissimo Valentino Mazzola. Essendo di poche parole e fidandosi del prossimo, arrivò tardi a qualche appuntamento e non seppe propagandare abbastanza le proprie giocate in punta di piedi. Le guance pallide e un’abboffata di capelli neri era un sensitivo e amava la solitudine.
A Bergamo, con la maglia nerazzurra dell’Atalanta, rifiorì, giostrando con acre continuità.
 
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