Socrates 8717 Joined: 04-Apr-2006 135478 messaggi Inviato July 2, 2011 (modificato) Modificato October 12, 2023 da Socrates Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Socrates 8717 Joined: 04-Apr-2006 135478 messaggi Inviato March 4, 2022 (modificato) ANTONIO MONTICO https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Montico Nazione: Italia Luogo di nascita: Valvasone Arzene (Pordenone) Data di nascita: 30.12.1932 Luogo di morte: San Maurizio Canavese (Torino) Data di morte: 27.05.2013 Ruolo: Centrocampista Altezza: 183 cm Peso: 78 kg Nazionale Italiano Soprannome: - Alla Juventus dal 1953 al 1960 e 1961-1962 Esordio: 01.04.1953 - Serie A - Juventus-Triestina 3-1 Ultima partita: 01.04.1962 - Serie A - Vicenza-Juventus 1-0 115 presenze - 27 reti 2 scudetti 2 coppe Italia Antonio Montico (Valvasone, 30 dicembre 1932 – 27 maggio 2013) è stato un allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo centrocampista. Antonio Montico Montico alla Juventus nella stagione 1957-1958 Nazionalità Italia Altezza 183 cm Peso 78 kg Calcio Ruolo Centrocampista Termine carriera 1966 - giocatore 1979 - allenatore Carriera Giovanili 194?-1950 Pro Gorizia Squadre di club 1950-1951 Pro Gorizia ? (?) 1951-1953 Udinese 9 (3) 1953-1960 Juventus 113 (27) 1960-1961 Bari 9 (1) 1961-1962 Juventus 2 (0) 1962 Toronto Italia ? (?) 1962-1966 Anconitana 89 (0) Nazionale 1955 Italia 2 (0) Carriera da allenatore 1965-1966 Anconitana 1967-1968 Aosta 1970-1971 Aosta 1976-1977 Pro Vercelli 1978-1979 Pro Vercelli Carriera Giocatore Club Cresciuto nella Pro Gorizia, nel 1951 passa all'Udinese, con cui esordisce in Serie A in occasione del pareggio interno contro la Triestina del 30 novembre 1952, concludendo l'annata 1952-1953 con all'attivo 9 presenze e 3 reti, fra cui una doppietta alla SPAL. A fine stagione si trasferisce alla Juventus dove, dopo un primo anno di ambientamento (14 presenze), conquista il posto da titolare a partire dalla stagione 1954-1955, mantenendolo per tre stagioni, riuscendo anche ad andare a segno con una certa continuità (27 reti complessivamente in bianconero). La sua migliore stagione, pur in un'annata infelice per la Juventus che chiude al nono posto, è il 1956-1957, in cui totalizza 30 presenze in campionato e con 10 reti (di cui 6 su calcio di rigore) risulta essere il miglior marcatore dei bianconeri, alla pari con Giorgio Stivanello. A partire dalla stagione 1957-1958 le presenze diminuiscono progressivamente (14 in quell'annata, 3 e una nelle due successive), ma in quelle stagioni Montico conquista, sia pur da rincalzo, due scudetti e due edizioni della Coppa Italia. Nella sessione autunnale del calciomercato del 1960 viene ceduto al Bari, in una stagione chiusa dai pugliesi con la retrocessione in Serie B dopo spareggio con Lecco ed Udinese, per poi rientrare alla Juventus a fine stagione. Disputa con i bianconeri nella stagione 1961-1962 i suoi ultimi due incontri in massima serie. Nel 1962 viene ingaggiato dai canadesi del Toronto Italia, squadra della Eastern Canada Professional Soccer League. Con il club dell'Ontario vince la ECPSL 1962, per poi scendere in Serie C a chiudere la carriera con la maglia dell'Anconitana. In carriera ha totalizzato complessivamente 125 presenze e 29 reti in Serie A. Nazionale Nel 1955 ha collezionato due presenze nella Nazionale maggiore, in occasione di un incontro di Coppa Internazionale contro l'Ungheria e di un'amichevole contro la Germania Ovest. Palmarès Giocatore Campionato italiano: 2 - Juventus: 1957-1958, 1959-1960 Coppa Italia: 2 - Juventus: 1958-1959, 1959-1960 Eastern Canada Professional Soccer League: 1 - Toronto Italia: 1962 Modificato October 12, 2023 da Socrates Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti
Socrates 8717 Joined: 04-Apr-2006 135478 messaggi Inviato March 4, 2022 (modificato) ANTONIO MONTICO Il suo nome – si legge sulla pagina Facebook de La Maglia della Juve del 13 dicembre 2019 – è noto ai tifosi juventini meno giovani e a quelli che amano scandagliare con grande solerzia la storia della società sabauda: quasi fosse una meteora. Eppure ha militato all’ombra della Mole per otto stagioni, inanellando 115 presenze e 27 reti e un palmarès di tutto rispetto (due scudetti e due Coppe Italia).Quando era al massimo del proprio fulgore agonistico, la Juventus navigava in acque procellose, quando perse smalto e finì sistematicamente fra i rincalzi la Signora riprese a dominare il nostro calcio.La carriera di Antonio Montico è una sorta di inno al principio della compensazione: fu uno dei punti di riferimento della Juve dei “puppanti’, quando la classifica dei bianconeri languiva senza soluzione di continuità, apparve sporadicamente in campo quando Madama rinacque e tornò a dettar legge sul calcio italiano, anche grazie all’arruolamento di Omar e Big John. Antonio Montico, a soli 20 anni esordiva in Serie A con la maglia bianconera, essendo nato il 30 dicembre 1932. Si giocava la prima di campionato, era il 13 settembre 1953, la Juve faceva strame della Triestina: 4-1. Il poderoso pordenonese debuttava con i nostri colori nella massima divisione inserito, con la maglia numero 8, in un attacco stellare, animato da Muccinelli, Boniperti, John Hansen e Praest. Cresciuto nella Pro Gorizia e segnalatosi nell’Udinese, la Vecchia lo aveva fatto suo nell’estate appena terminata. L’avventura sabauda di Montico proseguì spedita, impreziosita anche da due presenze azzurre: nel 1955 Foni lo mandò in campo contro l’Ungheria di Puskas e la Germania Ovest di Fritz Walter.Fisico aitante (183 cm x 78 kg), abile a disimpegnarsi da interno o da mediano, era un destro naturale che nel propria valigia da calciatore conteneva sia la vigoria fisica sia una disinvolta tecnica di base, rendendolo eclettico e in grado di rendersi utile nelle varie fasi di una partita. Non era uno che parlava molto, nemmeno quando il suo nome era sulla bocca di tutti e veniva considerato fra i giocatori italiani più bravi e promettenti e le ragazze spasimavano per lui.Nell’estate del 1955 all’ombra della Mole approdò in qualità di tecnico Sandro Puppo, proveniente dal Barcellona. Avesse allenato oggi, lo avrebbero definito “un maestro di calcio”. Puppo lanciava giovani come coriandoli e nutriva un amore particolare per la tattica, della quale era considerato un grande conoscitore: conosceva la difesa a zona, aveva maturato esperienza in tanti club, aveva persino guidato contemporaneamente il Besiktas al successo in campionato e la Turchia ai mondiali svizzeri del 1954. La sua Juve dovette ingoiare anche un nono posto, peggior piazzamento di sempre dei piemontesi nella storia dei tornei a girone unico: i giovani, da soli, non potevano bastare; specie se accostati a stranieri estremamente deludenti. Ma in quegli anni dimessi, cominciarono a farsi luce Mattrel e Stacchini e altri protagonisti del favoloso ciclo bianconero che si dipanò a cavallo degli anni cinquanta e sessanta. Fra i ragazzi non più ragazzini c’erano Emoli e Colombo, c’era anche Montico. Era la prima annata con Umberto Agnelli presidente a tutti gli effetti.La Vecchia, a un certo punto, rimase persino impantanata nella lotta per non retrocedere: Puppo venne accompagnato alla porta il 5 maggio 1957 e rilevato da Baldo Depetrini, juventino buono per tutte le stagioni. Proprio in quell’annata di sofferenze per i sostenitori della Zebra, Montico si illustrava alla grande, facendo anche tuonare il cannone su rigore, spesso e volentieri: a fine campionato, metterà insieme 30 partite contraddistinte da 10 reti, 6 delle quali realizzate dal dischetto, 7 decisive.Nei consuntivi, poteva contare anche la pubblicità delle mutande “Enea”, dove lo si poteva ammirare in coppia con Capitan Boniperti: il binomio juventino si esibiva in giacca e cravatta ma non riuscì, malgrado la notorietà di cui godeva, a far impennare le quotazioni dello sponsor. Non era ancora tempo per prestazioni più ardite del consueto fuori dal campo. I due si tiravano l’elastico dell’indumento intimo saggiandone la consistenza dell’elastico.Nell’estate del 1957 il nostro ha, sulla carta, tutto dalla sua per emergere definitivamente: è ancora nel pieno delle forze, ha la congrua esperienza, è stimolato dal ritorno al proprio miglior standard. Invece, il 1957-58 non si rivelerà come il torneo della sua consacrazione, bensì l’inizio di una rapidissima parabola discendente che lo relegherà ai margini per il resto della carriera. Ai tanti assi assoldati da Umberto, si aggiunge anche un nuovo tecnico, Brocic: lo slavo ha la brillante idea di arretrare Colombo da interno a mediano, dando così vita una coppia di mediani eccezionale, atta a coprire le spalle ai grandissimi della prima linea. Montico, che al suo primo anno torinese dovette subire la concorrenza di Ricagni, questa volta si trovò un concorrente di alto profilo anche nel ruolo di laterale: fra l’altro, uno juventino DOC. Antonio si ritrovò fra i rincalzi in un amen e finì vieppiù nel dimenticatoio soprattutto quando sulla panchina di Madama subentrarono altri trainer.Per l’introverso centrocampista fu dura: era uno che tendeva ad esaltarsi col vento a favore, ma anche a intristirsi di fronte a un’inattesa piega negativa degli eventi. In occasione della vittoriosa campagna che regalò ai bianconeri la prima stella riuscii a raccogliere 14 presenze, ma negli ultimi tre campionati con la maglia della Juve racimolò, complici guai fisici, appena 8 presenze e 1 gol.Nel 1960-61, quando lo Zebrone fece completamente suo il primato nazionale, con noi giocò solo qualche amichevole; era sceso a Bari, in B. La sua stella ormai aveva cessato di brillare, i galletti retrocedettero e lui non riuscì a fornire un apporto decisivo onde evitare ai pugliesi una grande delusione.Rientrò nel capoluogo piemontese per le ultime apparizioni in bianconero, quindi, a soli 30 anni, si ritrovò ad aver chiuso con il calcio ai massimi livelli: spese le ultime energie nell’Anconitana, in Serie C.Antonio Montico, perdente di successo, vincente di riflesso. https://ilpalloneracconta.blogspot.com/2015/10/antonio-montico.html Modificato October 12, 2023 da Socrates Condividi questo messaggio Link di questo messaggio Condividi su altri siti