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Socrates

Rino Marchesi - Allenatore

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1123573793_juve1982.png.6858e4da9cda948e976569b1e6e07910.png   RINO MARCHESI 

 

Contraste de ícones: Rino Marchesi viu Maradona surgir e Platini esmorecer  na Itália - Calciopédia

 

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Rino_Marchesi

 

 

Nazione: Italia Italia
Luogo di nascita: San Giuliano Milanese (Milano)
Data di nascita: 11.06.1937

Ruolo: Allenatore
Altezza: 177 cm
Peso: 74 kg

Soprannome: -

 

 

Allenatore della Juventus dal 1986 al 1988

 

89 panchine - 42 vittorie - 27 pareggi - 20 sconfitte

 

 

Rino Marchesi (San Giuliano Milanese, 11 giugno 1937) è un ex allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista o difensore.

 

 

Rino Marchesi
Marchesi, Rino (1982).jpg
Marchesi nel 1982
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 177 cm
Peso 74 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Allenatore (ex centrocampista, difensore)
Termine carriera 1973 - giocatore
1994 - allenatore
Carriera
Giovanili
19??-1956   Atalanta
Squadre di club
1956-1957   Fanfulla ? (?)
1957-1960   Atalanta 87 (12)
1960-1966   Fiorentina 121 (9)
1966-1971   Lazio 125 (4)
1971-1973   Prato 61 (2)
Nazionale
1961-1962 Italia Italia 2 (0)
Carriera da allenatore
1973-1974   Montevarchi
1974-1976   Mantova
1977-1978   Ternana
1978-1980   Avellino
1980-1982   Napoli
1982-1983   Inter
1984-1985   Napoli
1985-1986   Como
1986-1988   Juventus
1988-1989   Como
1989-1990   Udinese
1992   Venezia
1992-1993   SPAL
1993-1994   Lecce

 

Carriera

Giocatore

Club

Iniziò la sua carriera a Lodi, per poi approdare all'Atalanta dove disputò tre stagioni, dal campionato 1957-1958 al 1959-1960 (il primo e il terzo in Serie A, mentre il secondo in Serie B). Passò quindi alla Fiorentina dove rimase per sei stagioni, tutte giocate da titolare tranne l'ultima, quella del 1965-1966, in cui collezionò soltanto 2 presenze. Nell'annata 1960-1961 prese parte a Firenze al double formato dalla Coppa Italia e dalla Coppa delle Coppe, facendo registrare rispettivamente due presenze (con un gol) e una presenza; nella stagione 1965-1966 vinse con i gigliati una seconda Coppa Italia (manifestazione nella quale, tuttavia, non scese mai in campo), abbinandola alla Coppa Mitropa.

 

Nel 1966 si trasferì alla Lazio, insieme ai compagni viola Morrone e Castelletti. Con i biancocelesti disputò cinque campionati, collezionando 144 presenze in partite ufficiali (125 in campionato, 10 in Coppa Italia, 9 in Coppa delle Alpi) e 4 reti (tutte in campionato nonché su calcio di rigore), e vincendo nell'ultima stagione a Roma una Coppa delle Alpi. Fu inoltre il primo calciatore di movimento nella storia laziale a effettuare una sostituzione in campionato: in Lazio-Catanzaro (1-1) del 29 settembre 1969 prese il posto, all'inizio del secondo tempo, di Governato. Approdò quindi nel 1971 al Prato, in Serie C, dove due anni dopo chiuse la carriera agonistica.

Nazionale

Vanta 2 presenze con la maglia azzurra della Nazionale Italiana, con cui debuttò a Firenze il 15 giugno 1961, nella partita amichevole vinta per 4-1 contro l'Argentina.

Allenatore

Esordì nel 1973 alla guida del Montevarchi, per poi sedere sulle panchine di provinciali quali Mantova, Ternana, Avellino, Como, Udinese, Venezia, SPAL e Lecce, nonché di blasonati club quali Napoli, Inter e Juventus.

 

Ottenne le maggiori soddisfazioni professionali quando nel 1981 portò il Napoli a sfiorare la conquista del suo primo scudetto, giungendo terzo in classifica al termine del campionato. Sempre alla guida della squadra partenopea, fu il primo allenatore italiano di Diego Armando Maradona.

 

Personaggio schivo e mai polemico, non riuscì a ottenere alla guida della Juventus risultati degni di nota, anche perché la formazione che gli venne affidata era ormai al termine del ciclo legato a Michel Platini. La disastrosa retrocessione in Serie B con il Lecce, nel 1994, pose di fatto fine alla sua carriera da allenatore.

 

Palmarès

Giocatore

Competizioni nazionali

Competizioni internazionali

 

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1123573793_juve1982.png.6858e4da9cda948e976569b1e6e07910.png   RINO MARCHESI 

 

marchesi%2B%25281%2529.jpg

 

 

 

Rino Marchesi è arrivato a Torino nell’estate dell’86 – si legge su “La storia della Juventus” di Perucca, Romeo e Colombero – dopo aver salvato il Como con un girone di ritorno in crescendo. Non era propriamente un uomo vincente, ma un tecnico serio, di poche parole (sin troppo poche diranno i giocatori bianconeri), e aveva soprattutto un padrino, che alla Juve conta ancora, tanto che Gianni Agnelli ogni tanto continua a chiamarlo al telefono: Giovanni Trapattoni.
La prima stagione (1986-87) per Marchesi è stata un calvario per la dipendenza da un Platini ormai alla frutta (più psicologicamente, nausea da pallone, che fisicamente). La gente bianconera non si convinceva facilmente che il francese non era più lui: sprazzi di gioco al livello della sua classe, ma anche partite più «passeggiate» che lottate.
La stagione ‘86-87 di Marchesi vede comunque la Juventus finire il campionato al secondo posto: 39 punti contro i 42 del Napoli campione (la prima volta). La squadra non offre un grande calcio: è concreta, ma ricalca in linea di massima gli schemi di Trapattoni. Comincia ad accusare il peso degli anni Gaetano Scirea, Caricola si rivela un rincalzo modesto, Cabrini accusa i malanni al ginocchio e gioca solo 17 partite di campionato. Il blocco si sfalda, il secondo posto è il risultato di un correre a ruota libera sugli schemi del passato. Si propone il rinnovamento, che si rivela una trappola anche (se non soprattutto) per Rino Marchesi.
Non si saprà mai a chi attribuire le colpe della campagna acquisti-cessioni dell’estate ‘87. Marchesi prepara i programmi, la versione ufficiale dice «in sintonia col presidente». La Juve perde Platini, che ne ha abbastanza del pallone e delle interviste italiane, perde il cardine Manfredonia perché vuole un contratto di tre anni e tanti soldi, perde lo «zingaro», Serena reclamato dall’Inter.
Arrivano De Agostini, Bruno, Alessio, Tricella, Magrin, Napoli. E, ciliegina sulla torta, Ian Rush prenotato da due anni col Liverpool, Troppa gente, tanti gregari e pochi leaders. Rino Marchesi si rivela un barman senza la mano felice, soprattutto senza la mano ferma. Ogni settimana un cocktail.
Impossibile parlare di gioco alla Juve, per tre quarti di stagione. Ogni domenica una squadra diversa, polemiche in spogliatoio. Il presidente, in prima linea nel difendere lo stile del club, non nega mai fiducia al tecnico pur nutrendo forti dubbi. I giocatori dicono (sottovoce) di allenarsi poco. Sarà per via di questa preparazione leggera, ma dall’aprile ’88 la Juve comincia a correre. Va in gol Rush, si sgancia Tricella dopo un campionato dei più anonimi, fatica meno Cabrini spostato a centrocampo dopo aver lasciato la fascia sinistra a De Agostini che torna al suo ruolo veronese. Sale di tono Laudrup, Bonini e Mauro scendono dall’altalena e tornano titolari.
Una Juve più logica, alla fine di due stagioni drammatiche. Se l’avversario è debole, fuori un marcatore e dentro una seconda punta (il giovane Buso) o un altro esterno (Alessio). Per la Juve di Marchesi due stagioni senza una identità. Ma alla base di tutto una colpa precisa: il pensare di poter sostituire un asso come Platini comprando un po’ di gregari. Due carciofi, un sedano, due carote per rimpiazzare un tartufo. In cucina non è mai riuscito, in campo (e lo si è visto) neppure.
 

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