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Socrates

Michele Paolucci

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Che fine ha fatto Michele Paolucci - Per Sempre Calcio
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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg   MICHELE PAOLUCCI  

 

Da golden boy della Juventus a 'meteora': la parabola di Paolucci |  Goal.com Italia

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Michele_Paolucci

 

 

Nazione: Italia 20px-Flag_of_Italy.svg.png
Luogo di nascita: Recanati (Macerata)
Data di nascita: 06.02.1986
Ruolo: Attaccante
Altezza: 182 cm
Peso: 80 kg
Nazionale Italiano Under-21
Soprannome: Baby Batistuta

 

 

Alla Juventus dal 2004 al 2006 e dal 2009 al 2010

Esordio: 17.01.2010 - Serie A - Chievo-Juventus 1-0

Ultima partita: 28.02.2010 - Serie A - Juventus-Palermo 0-2

 

5 presenze - 0 reti

 

1 scudetto

 

 

Michele Paolucci (Recanati, 6 febbraio 1986è un calciatore italiano, attaccante della Civitanovese.

 

Michele Paolucci
235px-Michele_Paolucci.jpg

 

Paolucci ai tempi dell'Ascoli

     
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 182 cm
Peso 80 kg
Calcio 25px-Football_pictogram.svg.png
Ruolo Attaccante
Squadra   Civitanovese
Carriera
Giovanili
1996-2003 Bandiera non conosciuta Vis Civitanova
2003   Tolentino
2003-2006   Juventus
Squadre di club
2006-2007    Ascoli 32 (6)
2007-2008   Udinese 2 (0)
2008    Atalanta 9 (0)
2008-2009    Catania 26 (7)
2009-2010   Siena 10 (2)
2010    Juventus 5 (0)
2010-2011   Siena 1 (0)
2011    Palermo 2 (0)
2011-2012    Vicenza 39 (9)
2012-2014   Siena 28 (7)
2014-2015   Latina 30 (5)
2016   Petrolul Ploiești 3 (1)[2]
2016-2017   Catania 18 (3)
2017   Ancona 14 (4)
2017-2018   Monopoli 14 (3)
2018   Floriana 4 (1)
2018-2019   Tarxien Rainbows 20 (7)
2019   Valour 15 (3)
2020-2022   Manitoba 7+ (5+)
2022-   Civitanovese 0 (0)
Nazionale
2003 Bandiera dell'Italia Italia U-17 6 (1)
2004-2005 Bandiera dell'Italia Italia U-19 4 (1)
2005 Bandiera dell'Italia Italia U-20 2 (0)
2006 Bandiera dell'Italia Italia U-21 1 (0)
Carriera da allenatore
2020-2022   Manitoba Vice

 

Carriera

220px-Autografo_Paolucci.jpg
 
L'autografo di Paolucci

Club

Inizi e Ascoli

Finita la trafila nel settore giovanile della Vis Civitanova (Civitanova Marche), dopo mezza stagione nelle giovanili del Tolentino, viene acquistato dalla Juventus, di cui è il migliore marcatore di ogni tempo del settore giovanile con 184 reti. Con la formazione Berretti della Juventus vince il torneo Dante Berretti nel 2003-2004, poi con la massima formazione giovanile bianconera ha vinto il Campionato Primavera 2005-2006 e perso in finale il Torneo di Viareggio 2006.

 

Nell'estate del 2006 viene girato in prestito all'Ascoli, con cui esordisce in Serie A il 10 settembre 2006 in Atalanta-Ascoli (3-1). Al termine della stagione conta 6 reti in 32 presenze nella massima serie. Nedo Sonetti, allora tecnico dell'Ascoli, al termine della partita con il Messina dove Paolucci realizzò una doppietta, commentò: «Mi sembra van Basten questo ragazzo».

Udinese e Atalanta

Terminato il prestito, nell'estate 2007 ritorna ad Udine, stavolta in compartecipazione all'Udinese, dove viene scarsamente utilizzato e quindi, dopo 2 presenze in campionato, viene girato in prestito all'Atalanta il 25 gennaio 2008. Termina la stagione con 9 presenze in campionato e 4 con due reti in Coppa Italia.

 

Il 24 giugno 2008 prolunga il contratto con la Juventus fino al 2013 e viene rinnovato anche l'accordo per la compartecipazione con l'Udinese. Il giorno successivo viene ceduto in prestito con diritto di riscatto della metà del cartellino al Catania.

Catania

La prima gara ufficiale con il Catania è datata 23 agosto 2008 in Coppa Italia contro il Parma: non è tra i titolari ma, subentrato a partita in corso, sigla una doppietta nei tempi supplementari, regalando il passaggio del turno alla squadra rossazzurra. Segna il suo primo gol stagionale in Serie A nell'anticipo della terza giornata del 20 settembre 2008, in Catania-Atalanta (1-0), proprio contro la sua ex squadra. Il 1º marzo 2009, durante il derby di Sicilia contro il Palermo (0-4), realizza la quarta ed ultima rete dei rossazzurri. Nella stessa stagione, nella partita di ritorno tra Catania e Lazio giocatasi proprio a Catania, segnò il gol vittoria, raggiungendo il suo nuovo record di gol segnati in una stagione di Serie A.

Siena e Juventus

Il 26 giugno 2009 la Juventus riscatta il giocatore dall'Udinese per 3,3 milioni di euro, e l'8 luglio lo cede sempre in compartecipazione per la cifra di 3,5 milioni di euro al Siena. In Toscana gioca 10 partite segnando 2 reti in campionato fino a quando, il 15 gennaio, il Siena cede in prestito il giocatore, non ritenuto titolare, fino al termine della stagione alla Juventus, ancora proprietaria della metà del cartellino e interessata a rinforzare il reparto d'attacco decimato da una lunga serie di infortuni. Debutta due giorni dopo nella partita a Verona contro il ChievoVerona (1-0 per gli scaligeri) giocando titolare accanto ad Alessandro Del Piero: si è trattato dell'esordio in prima squadra per colui che era cresciuto nelle giovanili bianconere. Chiude l'esperienza juventina con 4 presenze in campionato ed una in Coppa Italia.

Ritorno al Siena e i prestiti a Palermo e Vicenza

Il 25 giugno 2010 viene rinnovata la compartecipazione tra le due società e il calciatore torna al Siena, nel frattempo retrocessa in Serie B. Dopo una sola partita di campionato, ovvero Siena-Atalanta (1-0) disputata il 18 settembre 2010 e valida per la quinta giornata, il 31 gennaio 2011, ultimo giorno della sessione invernale del calciomercato, Siena e Juventus prestano il giocatore al Palermo, compagine di Serie A in cerca di un attaccante per rinforzare il reparto decimato da una lunga serie di infortuni, fino al termine della stagione. Due giorni dopo esordisce con la maglia del Palermo in occasione della partita casalinga contro la Juventus vinta dai rosanero per 2-1 valevole per la 23ª giornata di campionato, subentrando all'86' a Fabrizio Miccoli. Pochi giorni dopo subisce un trauma contusivo distorsivo all'articolazione tibio-tarsica destra durante un allenamento. Chiude la stagione con un'ulteriore presenza, quella nella trasferta contro la Lazio persa per 2-0.

 

Il 24 giugno 2011 il Siena acquisisce dalla Juventus l'altra metà del cartellino: il giocatore così diventa interamente un giocatore della società toscana, nel frattempo promossa in Serie A.

Vicenza

Il 30 agosto 2011 l'attaccante, non rientrante nei piani tecnici del Siena, ritorna a giocare in serie cadetta, passando al L.R. Vicenza che acquisisce il cartellino in prestito con diritto di riscatto. Segna la prima rete con la nuova maglia in Vicenza-AlbinoLeffe (2-1) della 12ª giornata di campionato, nella stagione regolare segna 9 gol in 39 presenze, non sufficienti per permettere alla sua squadra la salvezza sul campo (in seguito è stata ripescata): nella gara di ritorno dei play-out contro l'Empoli una sua doppietta porta il Vicenza sul 2-0, salvo poi perdere per 3-2 dopo che sul 2-2 lo stesso Paolucci aveva sbagliato un calcio di rigore.

Di nuovo al Siena e il passaggio al Latina

Tornato nuovamente al Siena dove ritrova Serse Cosmi suo allenatore al Palermo, debutta nella stagione 2012-2013 il 19 agosto subentrando a Erjon Bogdani nella sfida di Coppa Italia vinta contro il L.R. Vicenza per 4-2. Nell'arco della stagione riesce a segnare 2 reti in 10 presenze rispettivamente contro Milan e Torino tuttavia senza riuscire a salvare la sua squadra che retrocede così in Serie B. La stagione successiva inizia col piede giusto segnando 2 reti in Coppa Italia e ben 5 in 18 presenze in campionato prima di lasciare il club nel mercato di riparazione.

 

Il 28 gennaio 2014 passa a titolo definitivo al Latina, firmando un contratto fino al 2018. L'8 marzo 2014 segna la sua prima rete con la maglia del Latina nella partita contro il Brescia. A giugno 2015 dopo 30 presenze e 5 reti lascia i pontini rimanendo svincolato.

Periodo da svincolato e l'esperienza in Romania

Nel periodo da svincolato il 26 ottobre sostiene un provino di 3 settimane con la squadra ungherese dell'Honved allenata da Marco Rossi giocando anche un'amichevole contro i pari categoria del Videoton terminata 0-0 non convincendo gli addetti ai lavori. Così il 9 novembre con una nota ufficiale apparsa sul sito del club comunica che lo scarso impegno e la distanza economica da entrambe le parti non faranno dello stesso Paolucci un giocatore del club di Budapest. Il 23 dicembre 2015 firma un contratto fino al termine della stagione con il Petrolul Ploiești, militante nella massima serie rumena. Fa il suo esordio il 14 febbraio 2016 nella sfida persa per 3-0 contro il CSU Craiova, segnando una settimana dopo il rigore che accorcia le distanze nella sfida persa per 2-1 contro il Viitorul Constanța. In tutto mette insieme 12 presenze e 1 gol.

Esperienze in giro per il mondo

Il 17 luglio 2016 ritorna al Catania, in Lega Pro. Negli anni seguenti milita ancora nelle serie minori italiane, con le maglie di Ancona e Monopoli, quindi inizia un lungo peregrinare all'estero, dapprima a Malta e poi in Canada. L'11 settembre 2020 firma per il Manitoba, franchigia canadese militante nella USL League Two, il quarto livello del sistema calcistico nordamericano; l'anno seguente diventa anche dirigente del club di Winnipeg.

 

Ritorno tra i dilettanti

 

Nella stagione 2022 - 2023 ritorna tra i dilettanti, accasandosi presso la Civitanovese, squadra della sua città. Esordisce il 19 Ottobre 2022 in Coppa Italia Promozione, contro la Cluentina e siglando una rete. Esordisce in campionato il 23 Ottobre 2023 contro il Matelica, mettendo a segno una doppietta.

Nazionale

Ha giocato nelle rappresentative giovanili italiane. Conta anche una presenza in Nazionale Under-21, con la quale ha esordito il 12 dicembre 2006 nella gara contro Lussemburgo.

Palmarès

Club

 

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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg   MICHELE PAOLUCCI  

 

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17 gennaio 2010, la Juventus è impegnata al Bentegodi, contro il Chievo Verona. La compagine bianconera naviga in brutte acque: eliminata dalla Champions League, viaggia molto distante dalla testa della classifica e con il poco prestigioso score di sei sconfitte nelle ultime nove gare. Ciro Ferrara, mister bianconero, è sulla graticola e già da qualche domenica gira voce sul suo imminente esonero. Juve contro il Chievo, dicevamo. Causa qualche assenza di troppo, la maglia numero nove è affidata a Michele Paolucci, proveniente dal Siena, ma cresciuto nelle giovanili bianconere nelle quali si è distinto a forza di goal. Il ragazzotto è schierato accanto al suo idolo Del Piero e, forse vinto dall’emozione, forse contagiato dalla pessima prova di tutta la squadra, non combina un granché. Il clivense Sardo perfora Buffon e la campagna veronese si conclude con l’ennesima sconfitta. Destino segnato per Ferrara e anche per Paolucci: scenderà in campo altre quattro volte (sempre partendo dalla panchina) per poi tornare nella città del Palio a fine stagione.

MAURIZIO TERNAVASIO, “HURRÀ JUVENTUS” FEBBRAIO 2004
Ottantacinque goal (nelle sole gare ufficiali) in tre stagioni: questo l’incredibile score di Michele Paolucci, l’attaccante della Berretti di Maurizio Schincaglia che, nel campionato in corso, si trova già a quota diciannove, primo tra i cannonieri della sua squadra. «Ho sempre giocato da prima punta, credo di aver sin qui messo a segno almeno 250 marcature. Anche se sono ancora all’inizio della mia avventura calcistica, spero che ciò faccia ben sperare per il futuro».
Paolucci, maggiorenne da pochi giorni, nasce a Recanati, in provincia di Macerata. Il padre è proprietario di una catena di negozi di abbigliamento, la madre è impiegata in banca, la sorella ventiseienne sta ultimando gli studi. Dopo i primi calci nel campetto di casa, a sette anni entra nella scuola calcio della Civitanovese, poi passa ai Giovanissimi Regionali del Tolentino. All’inizio del 2001 approda a Torino dove, nell’ordine, scende in campo con Giovanissimi Nazionali, Allievi Regionali, Allievi Nazionali e Berretti. «Il presidente del Tolentino mi ha segnalato a Pietro Leonardi, il responsabile del Settore Giovanile della Juventus. Nel primo provino ho fatto due goal, nel secondo quattro, e così mi sono ritrovato in maglia bianconera», con la quale ha recentemente esordito, per uno spezzone di incontro, con la Primavera.
Michele, fisico prestante e movenze eleganti, è perfettamente ambidestro e possiede un gran fiuto del goal, quella dote che consente ai suoi fortunati possessori di sbattere la palla dentro sempre e comunque. Poi è veloce nel gioco con o senza palla, abile nel dribbling e nei movimenti negli spazi stretti. Insomma, a parte il colpo di testa, dove ha ancora ampi margini di miglioramento, è quello che si dice un giocatore completo. «Ho un ottimo rapporto con mister Schincaglia, con il quale ho fatto un discreto salto di qualità e i cui insegnamenti mi ha permesso di colmare le lacune che mi portavo dietro, e con Pietro Leonardi, che ha creduto in me nonostante le non positivissime prime stagioni torinesi».
Paolucci, i cui idoli si chiamano Van Basten e Van Nistelrooij, è un ragazzo risoluto che sa il fatto suo. «Sin qui mi hanno aiutato la voglia di arrivare e l’ambizione: nonostante i comprensibili problemi di ambientamento, in allenamento cerco sempre di dare il massimo. Poi credo di sapere cosa sia lo spirito di sacrificio e l’umiltà nel carpire i segreti a chiunque mi bazzichi intorno».
Paolucci e la scuola. «Frequento regolarmente il quarto anno di ragioneria e me la cavo abbastanza bene com’è giusto, visto che la società e la famiglia su questo non transigono. Se è difficile conciliare il calcio con gli studi? Direi proprio di no, basta stare attenti durante le lezioni e applicarsi il minimo indispensabile, anche perché in genere i professori con noi sono piuttosto comprensivi».
Michele e gli amici, Michele e le ragazze. «Bisogna stare attenti, molti sono pseudo amici, ma io credo di saper distinguere quelli che mi vogliono bene davvero. Da circa un anno ho un rapporto con una ragazza che sta lontano da Torino, il che mi consente di sentirmi appagato sentimentalmente, ma di non distrarmi troppo».
Quali sono le tue impressioni sul mondo del calcio giovanile professionistico visto dal di dentro? «È certamente meglio di quanto si creda, anche perché quasi tutte le società vi fanno ricorso per necessità, vista la crisi che attanaglia il mondo del calcio, e mettono a disposizione le migliori risorse, sia dal punto di vista professionale, sia sotto il profilo umano. Nella Juve i metodi e gli obiettivi sono di grande spessore, perché la società cerca innanzitutto di far crescere gli uomini, poi i giocatori. L’educazione e il rispetto vengono prima di ogni cosa, vivere in questo ambiente è un piacere e costituisce un modo graduale per entrare a far parte del calcio che conta. E se ci sono degli stress, sono sempre costruttivi».
Il gioco della Berretti di quest’anno ci sembra particolarmente brillante: è anche merito dei tuoi goal? «Direi proprio di no, c’è lo zampino degli schemi di Schincaglia e del suo gioco fatto di tattica e di rapidità. Il mister è uno che dedica molto tempo a colmare le lacune dei singoli, non so quanti lo farebbero. Piccoli particolari, d’accordo, ma di grande importanza. Anche contro la Primavera e la Prima Squadra facciamo sempre la nostra figura, grazie a una condizione atletica, garantita dal preparatore Andrea Lemma, costantemente all’altezza della situazione. Insomma, abbiamo tutti i numeri per far bene sin da subito, i 1985 e 1986 della squadra mi sembrano davvero ben amalgamati per consentirci di vincere qualcosa di importante».
Di solito quando si arriva a certi livelli, anche se il futuro di Paolucci è ancora tutto da scrivere, non è soltanto merito di chi scende in campo. «Come ho detto, ho vissuto delle stagioni difficili, ma non mi sono perso d’animo grazie soprattutto all’aiuto della famiglia. Mi sono stati vicini e hanno creduto in me quando non andavo tanto bene ed ero giù di morale. Non so quanti si sarebbero comportati così, avendo un figlio lontano da casa».
 
 
DANIELE PERTICARI, “NERO SU BIANCO” MARZO 2007
È un gruppo di eletti, un gruppo di elementi sorteggiati dal “Dio del calcio” tra un insieme di aspiranti debordante per quantità. Quando ti accorgi di farne parte, ti rendi conto che sei particolare: non per la macchina sportiva dell’ultima generazione che (quasi di sicuro) potrai permetterti nella vita e nemmeno perché le ragazzine verranno da te a chiederti l’autografo perché “sei bono”. No. Quando ti accorgi di essere nato per far parte del gruppo dei bomber ti rendi conto di aver già realizzato una parte del sogno. Perché quando inizi a correre dietro ad un pallone che rotola, ai giardini vicino casa, al campetto improvvisato nel cortile della scuola, in camera da letto usando gli stipiti delle porte come pali, beh, inizi a pensare che essere bomber, fare goal, esultare, mettere “tacche” sul tuo curriculum sia davvero la cosa più bella del mondo. Ti accorgi di essere eletto e ti fermi a pensare se basterà per diventare un grande.
Michele Paolucci, ventuno anni compiuti proprio in questi giorni («E mi raccomando, scrivi che sono di Civitanova Marche pur se sono nato a Recanati, mi raccomando davvero, ci tengo») ha praticamente dimenticato l’accento marchigiano («Con i giornalisti, ma con gli amici assolutamente no»). Cinque anni nelle giovanili della Juventus dopo la trafila nella Vis Civitanova e nel Tolentino, la voglia di spaccare il mondo cosciente però che per farlo servono il lavoro e l’equilibrio. «Ho avuto fegato nel 2001 – dice il giovane attaccante dell’Ascoli di Sonetti – perché a quindici anni pensi alla discoteca con gli amici, al divertimento. Io invece scelsi di partire per Torino perché per me il calcio è una specie di missione. Il tutto senza poster in camera, senza miti particolari».
Un modo di vivere lo sport e il goal professionale ed emozionante al tempo stesso, un modo che Michele Paolucci ha saputo metabolizzare così bene da non risultare tramortito nel giorno della sua definitiva consacrazione. 28 gennaio e Ascoli (la squadra in cui ha deciso, con un biglietto andata-ritorno da Torino, di provare a vedere che sapore ha la Serie A) con un piede e mezzo in B al San Filippo di Messina. Novanta minuti di battaglia, sudore, delusione, fino al riscatto. Duecento secondi a cavallo del novantesimo, doppietta, flash, interviste (con complimentoni della D’Amico su SKY che non passano mai inosservati), sguardo da bomber sulle copertine dei giornali, equilibrio. «Non è che per una doppietta, ora, sia diventato un eroe. Anche perché la vittoria di Messina deve servire a tutti, perché è merito di tutti, per risalire la china e puntare alla salvezza».
Però Paolucci, dopo Messina, ha continuato a segnare ancora. Fa goal, il Michele da Civitanova, lo fa con una facilità impressionante sin da quando era piccino. Tutti si chiedevano: ce la farà anche in Serie A? Sembra proprio di sì, nonostante abbia dovuto aspettare qualche mese (e un problemino del panzer croato Bjelanović) per avere fiducia incondizionata dal tecnico piceno Sonetti. «Quando sono arrivato qualcuno mi guardava con diffidenza, quasi fossi un raccomandato. Dico io: aspettate un attimino, osservate prima di giudicare. Ora che succede? Nulla in particolare, gioco in Serie A a vent’anni, è il massimo per me, specie perché sono vicino a casa e posso raggiungere spesso i miei cari».
Adesso può farlo, anche se il suo sogno, ovviamente, è quello di farlo molto più di rado, perché vorrebbe dire essere tornati in maglia juventina, aver timbrato anche sulla faccia dove c’è scritto “ritorno” il biglietto datogli in mano dall’ex responsabile del settore giovanile Nello De Nicola quando l’ha mandato (o meglio, portato) ad Ascoli. «È normale che il mio sogno sia quello di tornare a giocare nella Juventus. Là c’è Alex Del Piero, un grande, ma non a livello tecnico, perché non servo io a testimoniare le sue capacità in campo. Alex è un grande a livello umano: un giorno, con mister Capello, mi ha fatto uno scherzo. Ero arrivato in ritardo a pranzo, ha fatto finta di fare la spia. Quante risate! Si è parlato del Manchester United nel mio futuro: è la Juventus che deve decidere, è solo lei che può farlo ed è la Juventus che aspetto. Anche se potrei liberarmi con due anni di anticipo e se, sono sincero, non ci penserei più di un minuto ad accettare».
Chi ha la fortuna di osservarlo da vicino si accorge che è educato (come tutti i giovani della Juve), che è misurato (come tutti i giovani della Juve), che è bravo in campo (come moltissimi dei giovani della Juve), ma che ha altre qualità: il dono di saper esprimere la propria opinione e quello dell’umiltà. Provate a intervistarlo o ad andare al centro sportivo di allenamento dell’Ascoli: Michele Paolucci vi guarderà in faccia se siete della carta stampata, guarderà fisso la telecamera se siete della TV, ma soprattutto, dopo aver fatto tiri, palleggi e punizioni, aspetterà il rientro negli spogliatoi di tutti i compagni e tornerà dopo aver raccolto tutti i palloni della squadra e riempito il sacco. Bravo, umile, ottimo davanti alle telecamere.
 

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