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Socrates

Claudio Ranieri - Allenatore

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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg    CLAUDIO RANIERI    

 

Ranieri wants Juve back at the top | UEFA Champions League | UEFA.com

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Claudio_Ranieri

 

 

Nazione: Italia 20px-Flag_of_Italy.svg.png
Luogo di nascita: Roma
Data di nascita: 20.10.1951
Ruolo: Allenatore
Altezza: 182 cm
Peso: 78 kg
Soprannome: The Tinkerman - Sir Claudio - King Claudio

 

 

Alla Juventus dal 2007 al 2009

 

93 panchine - 46 vittorie - 30 pareggi - 17 sconfitte

 

 

Claudio Ranieri (Roma, 20 ottobre 1951) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore, tecnico del Cagliari.

 

Come calciatore esordisce nella Roma, ma lega il proprio nome soprattutto al Catanzaro, di cui, tra il 1974 e il 1982, diventa il giocatore con più presenze in Serie A.

 

Si fa notare come allenatore ottenendo due promozioni (dalla Serie C1 alla Serie A) con il Cagliari tra il 1988 e il 1991 e vincendo la Coppa Italia di Serie C; passa quindi al Napoli, dove ottiene una qualificazione alla Coppa UEFA nel 1992. Tra il 1993 e il 1997 allena la Fiorentina, con cui si aggiudica una promozione in Serie A, una Coppa Italia e una Supercoppa italiana. Nel 1997 si trasferisce in Spagna, dove rimane fino al 2000, allenando il Valencia (con cui vince una Coppa del Re) e l'Atlético Madrid, prima di passare al Chelsea, dove rimane per quattro stagioni ottenendo un secondo posto in campionato, una finale di FA Cup e una semifinale di UEFA Champions League. Tra il 2004 e il 2005 ha un'altra breve esperienza sulla panchina del Valencia.

 

Nel 2007 rientra in Italia, dove allena il Parma, la Juventus, la Roma e l'Inter, ottenendo un secondo posto con la Roma ed una salvezza in Serie A con il Parma. Dal 2012 al 2014 allena il Monaco, in Francia, dove vince la Ligue 2 e si piazza poi secondo nella Ligue 1. Dopo un periodo come allenatore della nazionale greca, torna in Inghilterra, al Leicester City, neopromossa nella massima serie, con cui vince la Premier League nel 2016. Questo straordinario successo gli vale il premio come allenatore dell'anno da parte della FIFA, la Palma d’oro al merito tecnico, l’onorificenza di Grande Ufficiale della Repubblica Italia, oltre all'inserimento nella Hall of fame del calcio italiano. Dopo il successo con le Foxes gli vengono affibiati diversi soprannomi, in particolare Sir Claudio, con cui viene chiamato ancora oggi. In seguito all'esperienza con il Leicester ha allenato Nantes e Fulham, per poi fare ritorno in patria alla guida di Roma e Sampdoria. Nel 2021 è tornato in Inghilterra, dove ha allenato il Watford. Nel dicembre 2022 torna in Italia, al Cagliari, riportandolo in Serie A dopo la vittoria dei play-off.

 

Ranieri detiene il record di essere l'unico allenatore ad avere disputato i 4 principali derby italiani, grazie alle sue militanze con Roma, Juventus, Inter e Sampdoria.

 

Claudio Ranieri

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Ranieri nel 2011

     
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 182 cm
Peso 78 kg
Calcio 25px-Football_pictogram.svg.png
Ruolo Allenatore (ex difensore)
Squadra   Cagliari
Termine carriera 1986 - giocatore
Carriera
Giovanili
1971-1973   Roma
Squadre di club
1973-1974   Roma 6 (0)
1974-1982   Catanzaro 225 (6)
1982-1984   Catania 62 (1)
1984-1986   Palermo 40 (0)
Carriera da allenatore
1986-1987   Vigor Lamezia
1987-1988   Campania Puteolana
1988-1991   Cagliari
1991-1992   Napoli
1993-1997   Fiorentina
1997-1999   Valencia
1999-2000   Atlético Madrid
2000-2004   Chelsea
2004-2005   Valencia
2007   Parma
2007-2009   Juventus
2009-2011   Roma
2011-2012   Inter
2012-2014   Monaco
2014 Bandiera della Grecia Grecia
2015-2017   Leicester City
2017-2018   Nantes
2018-2019   Fulham
2019   Roma
2019-2021   Sampdoria
2021-2022   Watford
2023-   Cagliari

 

Caratteristiche tecniche

È un tecnico che predilige il modulo 4-4-2 ed imprime alle sue squadre un gioco basato su solidità difensiva, pressione ed efficaci manovre di contropiede.

Carriera

Giocatore

170px-Claudio_Ranieri_1973.jpg
 
Ranieri con la maglia della Roma nel 1973, all'esordio come calciatore professionista

 

Di fede romanista, da calciatore ha vestito le maglie di Roma, Catanzaro, Catania e Palermo. Cominciò a giocare giovanissimo nell'oratorio di piazza San Saba a Roma. Come attaccante a sedici anni fu arruolato nel Dodicesimo Giallorosso. Pochi anni dopo lo notò Helenio Herrera e fu tesserato per la Roma. A 17 anni l'allenatore della Primavera, Antonio Trebiciani, decise di cambiargli ruolo, trasformandolo in terzino.

 

Esordì in Serie A il 4 novembre 1973 in Genoa-Roma (2-1); a lanciarlo fu Manlio Scopigno. Disputò 6 partite e poi passò al Catanzaro dove si impose come punto fermo della difesa, diventando il giocatore del Catanzaro ad aver disputato più partite in Serie A: 128 tra il 1976 e il 1982.

 

Nel 1982 passò al Catania in Serie B contribuendo alla promozione in Serie A dei rossazzurri di Gianni Di Marzio. Giocò con gli etnei anche la successiva sfortunata stagione in Serie A, schierato per lo più da libero per l'infortunio del titolare Giorgio Mastropasqua. Chiuse la carriera nel Palermo.

Allenatore

«La mia vita è tutta un derby. Il derby, sotto certi aspetti, è la partita più facile perché è talmente vissuto dalla città e dalle tifoserie che un allenatore deve semplicemente controllare le emozioni: calmare l'ambiente, se c'è troppa euforia; tirarlo su quando è depresso.»

(Claudio Ranieri sul tema del derby)

 

Da allenatore, Ranieri è rimasto a lungo imbattuto nei derby italiani: la sua prima sconfitta in tal senso è avvenuta il 22 luglio 2020, quando alla guida della Sampdoria è stato battuto per 2-1 dal Genoa. In precedenza, era riuscito a vincere ognuna delle quattro principali stracittadine italiane (alla guida di Inter, Juventus, Roma e Sampdoria) senza essere mai sconfitto, collezionando 9 vittorie e un pareggio.

Gli inizi, Cagliari e Napoli

170px-Claudio_Ranieri_-_Cagliari_Calcio_
 
Ranieri alla guida del Cagliari nella stagione 1989-1990

 

Da allenatore iniziò nella categoria interregionale, guidando la Vigor Lamezia nel 1986 per poi allenare il Campania Puteolana in Serie C1. Iniziò a mettersi in luce alla guida del Cagliari, dove approdò nel 1988, conquistando la Coppa Italia di serie C e portando in due anni i sardi dalla Serie C alla Serie A. La stagione d'esordio nel massimo campionato si concluse con la salvezza degli isolani, riusciti ad agguantare la permanenza con un turno di anticipo.

 

questa foto è di Fabio Capello
 
Ranieri nei primi anni 1990 sulla panchina del Napoli

 

Nel 1991 viene ingaggiato dal Napoli, ottenendo la qualificazione in Coppa UEFA grazie al quarto posto in campionato. Verrà poi esonerato nel novembre 1992, in seguito all'eliminazione dalla coppa (per mano del Paris Saint-Germain) e al 5-1 subìto dal Milan in campionato.

Fiorentina

Nell'estate 1993, diviene l'allenatore dell'appena retrocessa Fiorentina. Centrata l'immediata risalita in A, ottiene un decimo posto nel 1994-95.

 

Durante la stagione 1995-96, oltre a conseguire il quarto posto in Serie A, guida i toscani alla vittoria della Coppa Italia: i gigliati si impongono in tutte le 8 gare disputate, sconfiggendo l'Atalanta in finale. Il trionfo vale l'ingresso in Coppa delle Coppe, nonché la partecipazione alla Supercoppa italiana: quest'ultimo trofeo viene vinto contro i campioni d'Italia del Milan, messi al tappeto da una doppietta di Batistuta. In Europa i viola raggiungono le semifinali, arrendendosi al Barcellona; in campionato si classificano invece in nona posizione.

Valencia e Atlético Madrid

Il 19 settembre 1997 decide di accettare la proposta della società spagnola del Valencia, che aveva appena esonerato Jorge Valdano dopo tre sconfitte nelle prime tre partite della Liga e l'ultimo posto in classifica. Conclude la prima stagione garantendo al Valencia il nono posto in classifica, che varrà alla sua squadra la partecipazione alla Coppa Intertoto 1998, che il Valencia vincerà in finale battendo in doppia sfida l'Austria Salisburgo e garantendosi così la partecipazione alla Coppa UEFA.

 

Nella stagione 1998-1999 il Valencia si classifica quarto qualificandosi per la Champions League della stagione successiva. In Coppa UEFA il cammino si interrompe ai sedicesimi dove il Valencia viene eliminato dal Liverpool. Sempre in questa stagione riesce a vincere il suo primo trofeo estero conquistando la Coppa del Re (la coppa nazionale spagnola) battendo in finale l'Atlético Madrid per 3-0.

 

Nel 1999-2000 allena l'Atlético Madrid, dal quale si separa otto mesi dopo l'inizio dell'avventura, in seguito alla sconfitta nei quarti di finale di Coppa UEFA contro i francesi del Lens per 2-1, alla quale va aggiunta la precaria posizione di classifica della squadra madrilena, che nella Liga spagnola si trova al quint'ultimo posto in classifica. In conseguenza di ciò, il 3 marzo 2000 l'amministratore fallimentare dei colchoneros, subentrato al presidente Jesús Gil in dicembre per i presunti illeciti fiscali di quest'ultimo, accetta le dimissioni del tecnico italiano.

Chelsea e ritorno a Valencia

Il 16 settembre 2000 si trasferisce in Inghilterra per guidare il Chelsea. Nel 2001-2002 guida i suoi fino alla finale di Coppa d'Inghilterra, mentre nel 2002-2003, dopo due sesti posti, chiude al quarto posto, qualificando la squadra alla UEFA Champions League. Dopo aver diretto i Blues per 199 partite ufficiali, riuscendo ad ottenere 107 vittorie, il 31 maggio 2004 viene sollevato dall'incarico dalla nuova proprietà guidata da Roman Abramovič e sostituito da José Mourinho, pur avendo raggiunto la semifinale della UEFA Champions League 2003-2004 (eliminato dal Monaco) e il secondo posto nella Premier League della stessa stagione. Durante l'esperienza nel club londinese, la stampa inglese gli attribuisce il nomignolo Tinkerman (o Tinkerer).

 

L'8 giugno 2004 firma con il Valencia, fresco vincitore della Coppa UEFA, in sostituzione di Rafael Benítez; dopo la vittoria della Supercoppa europea, viene esonerato il 25 febbraio 2005, in seguito all'eliminazione dalla Coppa UEFA da parte della Steaua Bucarest.

Parma

170px-Claudio_Ranieri.jpg
 
Ranieri al Parma nel 2007

 

Nel febbraio 2007 viene chiamato alla guida del Parma per sostituire l'esonerato Stefano Pioli, facendo così ritorno in Italia dopo 10 anni. Pur non riuscendo ad evitare l'eliminazione in Coppa UEFA (contro i portoghesi dello Sporting Braga nei sedicesimi di finale), in campionato totalizza 27 punti in 16 partite portando i ducali a salvarsi all'ultima giornata. È decisiva la vittoria per 3-1 contro l'Empoli, con cui gli emiliani chiudono il torneo al dodicesimo posto (42 punti in classifica).

Juventus

Lasciato il Parma subito dopo aver compiuto l'impresa sportiva, a giugno si accorda con la Juventus. In bianconero prende il posto del francese Deschamps. Nel campionato 2007-08 i piemontesi conquistano il terzo posto alle spalle di Inter e Roma, battendole entrambe nel girone di ritorno e rientrando immediatamente in Champions League.

 

In autunno, porta i sabaudi a vincere il girone europeo davanti al Real Madrid che viene sconfitto per 2-1 in casa e 2-0 in trasferta. Negli ottavi è però eliminato da una sua ex squadra, il Chelsea.

 

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Ranieri (di spalle) alla Juventus nel 2009, mentre dà istruzioni al suo attaccante David Trezeguet

 

In campionato, dopo un inizio difficoltoso che vede la squadra al dodicesimo posto, la Juventus ottiene dieci vittorie nelle successive 12 partite che la fa salire al secondo posto a soli 3 punti dall'Inter. In primavera, dopo la vittoria all'Olimpico contro la Roma per 4-1, una crisi di risultati culminati con soli 6 punti ottenuti nelle successive sette partite spinge la società a rivedere la sua posizione: a due giornate dal termine, con la Vecchia Signora al terzo posto ma con un solo punto di vantaggio sulla Fiorentina quarta, posizione che fa disputare i preliminari di Champions invece dell'accesso diretto, viene esonerato a favore di Ciro Ferrara, che chiuderà in seconda posizione.

Roma

Il 2 settembre 2009 diventa l'allenatore della Roma, subentrando a Luciano Spalletti, dimessosi dopo le sconfitte con Genoa e Juventus nelle prime due giornate di campionato. Il tecnico, dopo una lunga carriera, ritorna così nella sua città natale, nella stessa società in cui era cresciuto e dove aveva mosso i primi passi da giocatore. Il 6 dicembre 2009 vince per 1-0 il suo primo derby di Roma da allenatore.

 

L'11 aprile 2010 porta la Roma a superare la capolista Inter di un punto, battendo l'Atalanta per 2-1. Il 18 aprile 2010 vince il secondo derby, battendo la Lazio per 2-1, correggendo in corsa l'impostazione tattica ed escludendo dalla gara due giocatori-simbolo come Francesco Totti e Daniele De Rossi. La mossa gli vale l'apprezzamento di gran parte della stampa sportiva e dei suoi colleghi allenatori. Il 21 aprile 2010, nonostante la sconfitta per 1-0 ad Udine nella semifinale di ritorno, ma grazie alla vittoria 2-0 nella partita di andata, conduce la Roma alla sedicesima finale di Coppa Italia, disputata contro l'Inter e persa per 1-0.

 

Il 16 maggio 2010 chiude il campionato al secondo posto con 80 punti (con la più alta media punti del campionato, avendo preso la squadra dopo le prime due partite di campionato) due in meno dell'Inter, dopo che per 37 minuti la squadra era stata virtualmente campione d'Italia. La stagione 2010-2011 non inizia in modo particolarmente positivo; il 20 febbraio 2011, dopo la sconfitta per 4-3 con il Genoa, che la Roma rimedia dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio per 0-3, rassegna le dimissioni da allenatore della Roma e viene sostituito, il giorno seguente, da Vincenzo Montella, già allenatore della sezione Giovanissimi della società.

Inter

Il 22 settembre 2011 viene ingaggiato dall'Inter, per sostituire Gian Piero Gasperini, esonerato il giorno precedente. Esordisce contro il Bologna, trovando la prima vittoria dei nerazzurri in questa stagione. Supera poi il girone di Champions League con una giornata di anticipo, terminando il raggruppamento al comando. Con una striscia positiva di 8 vittorie consecutive, tra cui quella nel derby meneghino del 15 gennaio 2012, porta la squadra a risollevarsi in campionato dopo un avvio stentato. Il tutto viene però vanificato, nelle settimane successive, da una serie di 9 partite senza alcun trionfo. Pur interrompendo il periodo negativo, i nerazzurri vengono eliminati negli ottavi di Champions League dall'Olympique Marsiglia. All'indomani della sconfitta subita nel derby d'Italia, l'allenatore è sollevato dall'incarico tramite la risoluzione consensuale del contratto e sostituito da Andrea Stramaccioni, fino a quel momento allenatore della Primavera nerazzurra.

Monaco

Il 29 maggio 2012 firma con i francesi del Monaco, squadra militante in Ligue 2 (seconda divisione francese). L'11 maggio 2013 riporta il club monegasco in Ligue 1 con due giornate d'anticipo, al termine di una stagione dominata. Nell'annata successiva la squadra ottiene un buon secondo posto in campionato, alle spalle del Paris Saint-Germain, tuttavia a fine stagione Ranieri viene esonerato e sostituito dal portoghese Leonardo Jardim.

Grecia

Il 25 luglio 2014 firma con la nazionale greca, con l'obiettivo di portare gli ellenici agli europei del 2016. Il 15 novembre seguente, a causa della clamorosa sconfitta casalinga per 0-1 rimediata contro le Fær Øer, viene sollevato dall'incarico. Nelle precedenti tre partite aveva raccolto un solo punto, pareggiando per 1-1 contro la Finlandia e perdendo contro la Romania (0-1) e l'Irlanda del Nord (0-2).

Leicester City

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Ranieri (a sinistra) sulla panchina del Leicester City nel 2016, accanto al tecnico del Chelsea Guus Hiddink

 

Il 13 luglio 2015 ritorna ad allenare in Inghilterra, venendo annunciato come nuovo tecnico del Leicester City, con l'impegno di raggiungere una salvezza tranquilla per la stagione 2015-2016 di Premier League, competizione nella quale il Leicester aveva trascorso la stagione precedente come neopromossa. La sua accoglienza è alquanto scettica, anche a causa della recente e fallimentare esperienza con la Grecia, con il suo nome considerato uno dei più papabili per l'esonero a breve termine e la vittoria della Premier quotata dai bookmakers come 5000:1 (addirittura meno probabile della scoperta del mostro di Loch Ness, dello sbarco sulla Terra degli alieni e dei fatti che Elvis Presley sia ancora vivo, che Kim Kardashian sia eletta presidente degli Stati Uniti o che Bono degli U2 sia nominato papa).

 

L'8 agosto, all'esordio sulla panchina dei Foxes, ottiene subito una vittoria, grazie al 4-2 casalingo inflitto al Sunderland. Dopo una serie di ottimi risultati, che alle prime giornate lo portano a sorpresa nella parte alta della classifica, alla tredicesima giornata si trova al primo posto in solitaria. Persa e recuperata la vetta in due giornate, la mantiene fino alla fine (escludendo una giornata, la ventesima, di supremazia dell'Arsenal, con cui il Leicester si trova a pari punti, scivolando al secondo posto solo in virtù delle statistiche peggiori). Il 10 aprile 2016 ottiene la matematica qualificazione alla Champions League dell'anno seguente, la prima della storia del club. Il 2 maggio, in virtù del pareggio per 2-2 fra Chelsea e Tottenham, diventata nel frattempo la principale concorrente per il titolo, il Leicester vince per la prima, storica volta il campionato inglese, dopo 132 anni di storia, e Ranieri ottiene la prima vittoria di un campionato nazionale di massima serie della sua carriera. È il terzo allenatore italiano a vincere la Premier League, dopo Carlo Ancelotti e Roberto Mancini. Riceve le lodi unanimi della stampa internazionale e inglese, che muta il poco pregevole soprannome di Tinkerman, con cui era stato chiamato ai tempi del Chelsea, in Thinkerman, cioè "pensatore", per aver raramente sbagliato decisioni tecniche. Un altro soprannome che riceve dopo il grande successo è King Claudio. Viene anche apprezzato dalla stampa inglese ed internazionale a causa del suo brio e della sua allegria sia durante le interviste che con la squadra.

 

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La premiazione dei Foxes di Ranieri vincitori della Premier League 2015-2016 ed autentica rivelazione del calcio inglese ed internazionale di tale stagione

 

L'inaspettato trionfo in Premier è definito una vera e propria "favola" e addirittura "la più grande impresa sportiva di sempre"; alcuni accostano la vicenda del Leicester di Ranieri a quelle di altre squadre che si sono avvicinate al calcio ad alti livelli conseguendo storici trionfi negli anni settanta e ottanta, come il Cagliari di Manlio Scopigno, il Nottingham Forest di Brian Clough oppure l'Hellas Verona di Osvaldo Bagnoli. Per questo successo riceve il Premio Bearzot e soprattutto il 2016 Best FIFA Men's Coach, il premio attribuito dalla FIFA al miglior allenatore del mondo. Proprio per l'eccezionalità dell'evento, il CONI gli ha assegnato la Palma al merito tecnico d'oro, la massima onorificenza prevista per gli allenatori sportivi, usualmente riservata ai tecnici di squadre vincitrici di Olimpiadi e Mondiali. Prima di Ranieri, dalla sua istituzione in poi, la Palma d'Oro era stata assegnata soltanto ad un altro allenatore di calcio, cioè a Marcello Lippi in occasione della vittoria azzurra ai mondiali tedeschi del 2006. Il 20 maggio viene insignito dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dell'onorificenza di Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana, quinto sportivo dopo Sara Simeoni, Gino Bartali, Silvio Piola e Reinhold Messner.

 

Inizia la nuova stagione con una sconfitta per 2-1 in Community Shield, per mano del Manchester Utd. Il 23 febbraio 2017, dopo la sconfitta per 2-1 con il Siviglia nell'andata degli ottavi di finale di UEFA Champions League e una stagione di campionato trascorsa appena sopra la zona retrocessione, viene sollevato dall'incarico.

Nantes

Il 15 giugno seguente, dopo un'iniziale fase di stallo dovuta al veto posto dal presidente dell'UNECATEF (il sindacato dei tecnici francesi), l'ex CT della nazionale francese Raymond Domenech, a causa del fatto che in Francia gli allenatori non possono esercitare la professione una volta superati i 65 anni di età, viene nominato nuovo allenatore del Nantes, con cui firma un biennale. In campionato si piazza al nono posto a soli tre punti dalla qualificazione per l’Europa League mentre dalla Coupe de la Ligue viene eliminato al terzo turno e dalla Coppa di Francia ai sedicesimi. Il 17 maggio 2018 lascia il club giallo-verde dopo una sola stagione alla guida.

Fulham

Il 14 novembre 2018 ritorna in Premier League per la sua terza esperienza in terra inglese, venendo ingaggiato dal Fulham, in sostituzione dell'esonerato Slaviša Jokanović, prendendo la squadra all’ultimo posto con 5 punti. Il 24 novembre al debutto vince per 3-2 contro il Southampton; i londinesi non vincevano dal 26 agosto e venivano da 7 sconfitte consecutive. Tuttavia, il 6 gennaio 2019, il Fulham viene battuto per 2-1 dall'Oldham, squadra di 4ª divisione, nel terzo turno di FA Cup: si tratta di un risultato clamoroso in quanto l’Oldham, senza allenatore ormai da giorni, aveva “assunto” sulla panchina Pete Wild, uno dei tifosi più accaniti del club senza nessun tipo di esperienza in ambito manageriale. Il 28 febbraio 2019, dopo una serie di risultati negativi, la società lo esonera ingaggiando Scott Parker come suo sostituto.

Ritorno in Italia: Roma e Sampdoria

L'8 marzo 2019 viene ufficializzato il suo ritorno, a 8 anni dalla precedente esperienza, sulla panchina della Roma in sostituzione dell'esonerato Eusebio Di Francesco, tornando ad allenare in Italia dopo 7 anni. Tre giorni dopo, al debutto e con una squadra rimaneggiata per numerosi infortuni e squalifiche, vince per 2-1 contro l'Empoli. Il 10 maggio annuncia che il suo lavoro alla Roma terminerà a fine campionato. Termina la stagione sesto con 66 punti, a soli tre punti dalla qualificazione in Champions.

 

Il 12 ottobre 2019 firma un contratto biennale con la Sampdoria, subentrando ancora una volta a Di Francesco dopo la sua risoluzione consensuale del contratto che lo legava alla squadra genovese. Debutta con i blucerchiati 8 giorni più tardi proprio contro la Roma pareggiando 0-0. Il primo successo arriva 3 partite dopo, in trasferta contro la SPAL (0-1). L'8 dicembre raggiunge quota 1000 panchine nei vari campionati in occasione della sconfitta per 0-1 contro il Parma. Il 14 dicembre vince (col medesimo risultato di Ferrara) anche il derby con il Genoa; con quest'incontro diventa il primo allenatore a disputare tutte le stracittadine italiane (Torino, Roma, Milano, Genova) restando imbattuto (nove vittorie ed un pareggio). Il 19 luglio, dopo la vittoria contro il Parma per 3-2 (con una rimonta rocambolesca) e la concomitante sconfitta del Lecce, riesce a salvare la Sampdoria matematicamente con 4 giornate d'anticipo con 41 punti, dopo che era arrivato con la squadra all'ultimo posto con soli 3 punti collezionati nelle prime 7 giornate (peggior avvio del club in Serie A); conclude poi il campionato al 15º posto con 42 punti. Nella stagione successiva conduce la squadra genovese a un tranquillo 9º posto con 52 punti, che era l’obiettivo prefissato da tempo. Il 21 maggio 2021, non avendo trovato l’accordo per il rinnovo con la società, annuncia la sua decisione di lasciare la panchina della Sampdoria al termine della stagione.

Watford, ritorno a Cagliari

170px-Ranieri2023.png

 

Ranieri, allenatore del Cagliari, in conferenza stampa nel 2023

 

Il 4 ottobre dello stesso anno viene ingaggiato dal Watford, 15º in Premier League con 7 punti collezionati nelle prime 7 partite, sostituendo l'esonerato Francisco Javier Muñoz e tornando così ad allenare in Inghilterra per la quarta volta. Dopo la sconfitta interna per 0-5 contro il Liverpool al debutto, la prima vittoria arriva la settimana seguente contro l’Everton per 2-5. Il 24 gennaio 2022, dopo aver raccolto 7 punti in 13 gare e con la squadra al 19º posto, viene esonerato.

 

Il 23 dicembre 2022 viene reso ufficiale il suo ritorno sulla panchina del Cagliari, squadra che 35 anni prima lo aveva lanciato nel calcio professionistico, subentrando all'esonerato Fabio Liverani con la squadra rossoblù ferma al 14º posto in Serie B con 22 punti guadagnati in 18 partite. Grazie ad un bottino di 35 punti in 19 partite, la squadra conclude la stagione regolare al 5º posto, valido per la qualificazione ai play-off. Dopo aver eliminato il Venezia nel turno preliminare e il Parma in semifinale, Ranieri riporta il Cagliari in Serie A con la vittoria nella finale di ritorno per 0-1 allo Stadio San Nicola contro il Bari dopo che l'andata si era conclusa con il punteggio finita 1-1, ottenendo una nuova promozione a 33 anni di distanza dalla prima, ottenuta col Cagliari nella stagione 1989-1990.

Commentatore

Il 10 agosto 2011, in occasione della partita amichevole tra Italia e Spagna, ha esordito come commentatore e opinionista televisivo su Rai Sport. Nel 2021 invece è stato opinionista dell’Europeo per La giornalaccio rosa dello Sport.

Riconoscimenti

Palmarès

Allenatore

Club

 

Competizioni interregionali

Competizioni nazionali
Competizioni internazionali

Individuale

  • Inserito tra le "Leggende del calcio" del Golden Foot - 2016

Onorificenze

Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
  — 20 maggio 2016
Palma d'oro al merito tecnico - nastrino per uniforme ordinaria Palma d'oro al merito tecnico
  — 9 maggio 2016
Cittadinanza onoraria della città di Catanzaro - nastrino per uniforme ordinaria Cittadinanza onoraria della città di Catanzaro — Catanzaro, 30 giugno 2016
 
Cittadinanza onoraria della città di Cagliari - nastrino per uniforme ordinaria Cittadinanza onoraria della città di Cagliari — Cagliari, 12 settembre 2023
Laurea honoris causa Scienze e Tecniche dello Sport e delle Attività Motorie Preventive e Adattate - nastrino per uniforme ordinaria Laurea honoris causa Scienze e Tecniche dello Sport e delle Attività Motorie Preventive e Adattate
 

 

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Ranieri proud of resurrected Juventus | UEFA Champions League | UEFA.com

 

JuveFC on Twitter: "📊 #juvestats #SampJuve Pre Match Current Sampdoria  coach Claudio Ranieri was in charge of Juventus for close on two seasons  between 2007-09, he won 39 of his 74 Serie

 

Claudio Ranieri to remain as Juventus manager next season

 

 

 

 

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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg    CLAUDIO RANIERI    

 

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Per Jean-Claude Blanc è l’uomo del futuro – scrive Federica Furino su “Hurrà Juventus” del luglio 2007 –. Per Buffon e Del Piero, la persona adatta a riportare in alto la Juventus. I tifosi lo vedono come il nuovo Lippi mentre i giornali lo hanno apostrofato come la soluzione più adatta al momento storico dei bianconeri. Claudio Ranieri, invece, venti giorni dopo aver accettato di passare le prossime tre stagioni sulla panchina più pesante d’Italia, di sé pensa essenzialmente una cosa: di essere un uomo fortunato e molto, molto orgoglioso.
Orgoglioso di diventare l’allenatore della Juventus, orgoglioso di essere stato scelto da un club tanto prestigioso, orgoglioso di far fruttare gli anni passati in giro per gli stadi di mezza Europa e tutte le fatiche di “self-made man” del calcio italiano. Lo aveva detto già nella sua prima uscita in bianconero, a Vinovo. Ma l’orgoglio, nei discorsi ufficiali, ha sempre un sapore anonimo di circostanza. Quando ti stai godendo l’ultima vacanza prima dell’anno più intenso della vita, invece, la retorica va a farsi benedire.
Mister, da giocatore ha vestito la maglia della Roma, poi ha allenato Fiorentina e Napoli. Insomma ha avuto a che fare quasi con tutte le rivali storiche della Juventus. Che effetto le fa, ora, ritrovarsi in bianconero?
«La Juventus è la Juventus. Per la gente della mia generazione rappresenta comunque uno stile difficile da superare: è un’idea che ci siamo portati dietro dall’infanzia, quando Charles era il gigante buono e la Juve un simbolo di sportività. Lo era per tutti anche per chi, come me, non era bianconero. Che effetto mi fa ora? Sono orgoglioso e molto felice».
L’avrebbe mai detto?
«No, ma non per particolari preconcetti. Semplicemente sono uno che pensa a lavorare, non mi sono mai chiesto dove mi avrebbero portato i miei sforzi. Sono fatto così, mi accontento di fare bene. Questa volta sono stato fortunato, ma chi crede che io veda questa panchina come un punto di arrivo si sbaglia: la Juventus è un punto di partenza».
Un anno fa la bufera di Calciopoli era nel caos più totale: intercettazioni, processi, retrocessioni. Che cosa ha pensato?
«Essere un allenatore italiano all’estero in quei giorni non è stato facile: ero subissato dalle domande dei giornalisti. Meno male che c’è stata subito la Nazionale che ci ha permesso di ridare credibilità al nostro calcio».
Intanto la Juventus finiva, unica, in Serie B. Lei era tra quelli che davano per scontata la promozione?
«Sapevo che per i ragazzi della Juventus sarebbe stata molto dura, tanto più visti i punti di penalizzazione con cui sono partiti. Sapevo che avrebbero dovuto sudarsi la promozione su tutti i campi: quando presi la Fiorentina in Serie B fu lo stesso. Quando sei una squadra importante e giochi nella serie cadetta, nessuno ti regala nulla. Sei quello da battere a ogni costo. Quindi no, non davo per scontata la promozione: questi ragazzi hanno compiuto un’impresa».
Mister, lei arriva a Torino in un momento di certo non facile per la storia della Juventus. I tifosi si aspettano di vincere. Ci sono stati investimenti e rinnovi importanti, ma la squadra non è quella dell’ultima partita giocata in Serie A. Qualche ansia da prestazione?
«Sì certo che ce l’ho l’ansia da risultati. Ma aggiungo: ce la dobbiamo avere tutti. Perché siamo la Juventus e la Juventus deve vincere. Il pubblico, invece, non deve avere ansie. Questo è l’anno zero, non ci sono termini di paragone. Non possiamo dire l’anno scorso siamo arrivati terzi, quarti, quinti o secondi e ora dobbiamo migliorare. No, l’anno scorso eravamo in Serie B. Vediamo dove arriveremo: cercheremo di andare il più in alto possibile e poi, eventualmente, di migliorare. Questo è il nostro obiettivo».
Nel suo primo giorno da allenatore della Juventus non ha parlato di risultati. Non ha mai pronunciato la parola scudetto. Questo vuol dire che lo ritiene un risultato al di là delle possibilità della squadra?
«Non ho detto questo. Non abbiamo fatto proclami, ma ci vogliamo essere. La Juventus deve vincere e i tifosi devono sapere che torneremo a farlo. Però bisogna sapere che non è possibile riformare da un giorno all’altro la squadra di un tempo. Questo non significa che non andremo su tutti i campi d’Italia e poi d’Europa a giocare per portare a casa i tre punti: lo faremo perché questa è la mentalità della Juventus, dei suoi giocatori ma anche del suo allenatore. Con tutte le mie squadre, prima di ogni partita ho sempre detto: non mi interessa chi ho di fronte, io voglio vincere. Se poi gli altri sono più bravi, vinceranno loro».
Come sarà la Juventus di Ranieri?
«Una squadra in cui prevale lo spirito di gruppo. Alla Juventus non è mai mancato ed è da qui che bisogna ripartire: voglio vedere i giocatori che si sostengono uno con l’altro per raggiungere insieme gli obiettivi. E poi ci deve essere l’entusiasmo, la voglia di dimostrare: “ecco siamo tornati, i tifosi possono essere orgogliosi di noi”».
Mister, vuole dire che il gruppo conta più dei singoli?
«Il calcio è uno sport di squadra. Ben vengano i singoli, i campioni che sanno imporsi al di sopra degli altri. Ma i singoli devono mettersi al servizio del gruppo, altrimenti non si va da nessuna parte».
Lei arriva da una lunga esperienza all’estero. In Inghilterra, in particolare, c’è la tendenza a valorizzare i giovani. La Juventus, lo scorso anno, ha cercato di investire sui ragazzi del vivaio e ha avuto successo. Palladino, Paro, Marchisio, Giovinco sono ormai talenti riconosciuti. L’anno prossimo pensa di continuare su questa strada?
«In Inghilterra chi ha scelto di puntare sui giovani ha avuto successo. L’Arsenal con grandi giocatori di esperienza non era riuscita ad andare oltre i quarti di finale di Champions League. Nel momento in cui ha messo dentro i ragazzini è arrivata in finale con il Barcellona. Lo stesso ha fatto il Manchester quando ha rinunciato a Beckham e Van Nistelrooy, conquistando comunque la finale di Champions. Io credo che i giovani debbano uscire fuori, soprattutto quelli che valgono. La Juventus ha grandi campioni: Buffon, Del Piero, Nedved, e tutti gli altri. Ma anche ottimi giovani: tocca a noi farli diventare campioni».
La nuova Juventus guarda con attenzione al modello delle società inglesi. Arrivando a Torino ha riconosciuto qualche affinità con le squadre d’oltremanica?
«Devo ammettere che l’organizzazione della società mi ha colpito. Ho sentito entusiasmo, voglia di fare, di lasciarsi il passato alle spalle e aprire un ciclo. Il progetto che sostiene la Juventus è ambizioso e concreto».
Lei crede che la Juventus potrà rappresentare un modello di rinnovamento per il calcio italiano?
«Si seguono i modelli solo se sono vincenti: noi stiamo cercando di incamminarci su una strada nuova ma per indurre gli altri a seguirci dobbiamo vincere».
 
La prima stagione con Ranieri in panchina si conclude al terzo posto. Un buon piazzamento se si considerano due fattori importanti. In primis la pessima campagna acquisti: i “gioielli” Marchisio, Giovinco e De Ceglie ceduti in prestito e gli arrivi non all’altezza delle ambizioni juventine. Aveva forse ragione Deschamps nel dire che erano meglio due acquisti di grande spessore che cinque o sei modesti? Il solo Iaquinta rappresenterà un valore aggiunto alla rosa bianconera. Grygera, Brazzo Salihamidžić, Criscito, Tiago, Almirón, Molinaro, Nocerino si riveleranno ben poca cosa. Discorso diverso per il brasiliano Andrade: arrivato mezzo rotto, si infortuna alla quarta giornata, uscendo definitivamente di scena.
Questa grave assenza e l’inadeguatezza di Criscito, porta Ranieri a spostare Chiellini al centro della difesa, affiancandolo a un sempre più convincente Legrottaglie. Ci penseranno poi i “senatori” a fare il resto: Del Piero vince la classifica cannonieri con 21 reti, Trézéguet lo segue a ruota con 20, Nedved la solita “furia”, Buffon sempre più sicuro e Camoranesi segna due reti all’Inter, una nel pareggio di Torino e una nella vittoria di San Siro.
Il secondo fattore, non meno importante, che determinerà la stagione, saranno le molteplici “sviste” arbitrali, alcune clamorose. Ricordiamo Bergonzi a Napoli, quando concede ai partenopei due rigori inesistenti. O Dondarini a Reggio Calabria, capace di negare un rigore netto alla Juventus e “regalarne” uno ai calabresi. Oppure il gol misteriosamente annullato a Iaquinta a Parma, rete decisiva per la vittoria bianconera. Insomma, una specie di “sudditanza psicologica” già notata nel recente campionato di serie B.
Ma tant’è, ci si qualifica per la Coppa dei Campioni, e c’è la convinzione che con qualche giusto acquisto si possa spezzare l’egemonia dell’Inter.
E gli arrivi sono di spessore: il roccioso difensore svedese Mellberg e, soprattutto, Amauri, autore di una grande stagione a Palermo. Rientrano alla base Giovinco, De Ceglie e Marchisio. Approda a Torino anche Christian Poulsen, famoso per i suoi litigi con Gattuso e per lo sputo ricevuto da Totti. E proprio il danese è il primo punto di rottura fra Ranieri e la società e i tifosi. Infatti, l’obiettivo primario era lo spagnolo Xabi Alonso che avrebbe fatto fare un enorme salto di qualità al centrocampo bianconero. Ma il tecnico romano è irremovibile: Xabi non serve, troppo lezioso, molto meglio le randellate del danese.
I primi mesi sembrano dar ragione a Ranieri. La squadra gioca bene, soprattutto in Europa. Clamorose le due vittorie contro il Real con Del Piero protagonista assoluto: un gol meraviglioso all’Olimpico e una doppietta da favola al Bérnabeu, con tanto di standing ovation del pubblico delle Merengues e relativo inchino di ringraziamento di Ale.
L’avventura in coppa si conclude agli ottavi contro il Chelsea: sconfitta 0-1 a Stamford Bridge e pareggio 2-2 a Torino. La Juve, in pratica, si spegne con questa eliminazione. Ben sette partite senza vittorie la portano a un passo dal non qualificarsi per l’Europa. Cosicché la società corre ai ripari e, a due giornate dalla fine, Ranieri viene esonerato e sostituito da Ciro Ferrara.
Ciro vince le due seguenti partite e Pavel Nedved appende la sua mitica maglietta numero 11 al chiodo. Claudio Ranieri lascia a Torino un buon ricordo e conquisterà altrove meritati successi.
 

 

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