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Socrates

Vincenzo Iaquinta

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Khaled Al Nouss on Twitter: "Happy birthday to former Juventus striker Vincenzo  Iaquinta, who turns 37 today. [108 Games, 40 Goals]  https://t.co/aZoctvtMDp" / Twitter
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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg   VINCENZO IAQUINTA     

 

Iaquinta signs new Juve deal | Football News | Sky Sports

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Vincenzo_Iaquinta

 

 

Nazione: Italia 20px-Flag_of_Italy.svg.png
Luogo di nascita: Crotone
Data di nascita: 21.11.1979
Ruolo: Attaccante
Altezza: 189 cm
Peso: 79 kg
Nazionale Italiano
Soprannome: Jack - Vincenzone

 

 

Alla Juventus dal 2007 al 2012

Esordio: 25.08.2007 - Serie A - Juventus-Livorno 5-1

Ultima partita: 12.03.2011 - Serie A - Cesena-Juventus 2-2

 

108 presenze - 40 reti

 

 

Campione del mondo 2006 con la nazionale italiana

 

 

Vincenzo Iaquinta (Crotone, 21 novembre 1979) è un ex calciatore italiano, di ruolo attaccante, campione del mondo con la nazionale italiana nel 2006.

 

Vincenzo Iaquinta
Vincenzo Iaquinta 2010.jpg
Iaquinta nel 2010
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 189 cm
Peso 79 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Attaccante
Termine carriera 1º luglio 2013
Carriera
Giovanili
19??-19??   Reggiolo
Squadre di club
1996-1998   Reggiolo 34 (6)
1998   Padova 14 (4)
1998-2000   Castel di Sangro 52 (8)
2000-2007   Udinese 176 (58)
2007-2012   Juventus 108 (40)
2012    Cesena 7 (1)
2012-2013   Juventus 0 (0)
Nazionale
1999-2000 Italia Italia U-20 5 (2)
2001-2002 Italia Italia U-21 10 (2)
2005-2010 Italia Italia 40 (6)
Palmarès
 
Transparent.png Europei di calcio Under-21
Bronzo Svizzera 2002
Coppa mondiale.svg Mondiali di calcio
Oro Germania 2006

 

Biografia

Originario di Cutro, negli anni '80 la sua famiglia emigra in provincia di Reggio Emilia per migliori opportunità di lavoro.

È sposato dal 2003 con Arianna; la coppia ha quattro figli, nati tra il 2002 e il 2015.

Nel 2018 suo padre Giuseppe è stato arrestato per associazione a delinquere di stampo mafioso nel processo Aemilia, mentre lui è stato condannato a 2 anni con la condizionale, per reati relativi al possesso di armi.

Caratteristiche tecniche

Attaccante versatile, forte fisicamente e abile nel gioco aereo, prediligeva il ruolo di prima punta. Abile nei movimenti smarcanti, in carriera è stato spesso bloccato da infortuni. Pur dotato di una stazza fisica da centravanti puro, aveva anche doti di velocità tali da permettergli di essere un ottimo contropiedista, specie se assistito da attaccanti veloci come accadde nell'Udinese a 3 punte con giocatori agili e tecnici come Di Natale e Di Michele.

Carriera

Club

Inizi

Cresce calcisticamente nel Reggiolo, dove resta due anni.

In seguito viene acquistato dal Padova, con cui esordisce in Serie B, ottenendo 13 presenze con 3 reti.

Al termine della stagione viene ceduto al Castel di Sangro, con cui passa due stagioni in Serie C1.

Udinese

Nell'estate 2000 viene acquistato da una società del massimo campionato, l'Udinese. Esordisce in Serie A il 1º ottobre, segnando una rete al Brescia (la gara finì 4-2). Il 3 maggio 2003, a quattro giornate dal termine del campionato, il suo gol al Torino fa retrocedere i granata in B.

Il 14 settembre 2005 debutta in Champions League realizzando una tripletta. Pochi giorni dopo, viene posto fuori rosa in via temporanea. Reintegrato in squadra, segna un gol alla Lazio nella partita del suo rientro. Con la squadra friulana ha segnato 69 reti in 205 presenze.

Juventus

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Iaquinta alla Juventus nel 2009

 

Il 19 giugno 2007 passa alla Juventus per 11,3 milioni di euro. Esordisce in campionato il 25 agosto in Juventus-Livorno (5-1), realizzando una doppietta. Il 15 aprile 2008 si procura una distrazione di primo grado del bicipite femorale della coscia sinistra, chiudendo in anticipo la stagione. Al termine della stagione, si laurea capocannoniere della Coppa Italia, a pari merito con Cruz e Balotelli.

La stagione successiva mette a segno 12 reti in campionato, di cui dieci nel girone di ritorno, inclusa la doppietta messa a segno all'ultima giornata contro la Lazio, che consente alla squadra di terminare la stagione al secondo posto.

Nell'annata 2009-2010 va a segno all'esordio in campionato contro il Chievo, con un colpo di testa su assist di Diego, ripetendosi in Champions League contro il Bordeaux. Il 27 ottobre 2009 viene operato al menisco esterno del ginocchio sinistro, rientrando in campo il 6 marzo 2010 in Fiorentina-Juventus (1-2), subentrando al 72' al posto di Trezeguet. Torna al goal il 25 aprile contro il Bari (3-0), mettendo a segno una doppietta. Chiude la stagione con 18 presenze e 7 reti.

Il 19 settembre 2010 in Udinese-Juventus (0-4), dopo aver realizzato la quarta rete dei piemontesi, si rende protagonista di un'esultanza provocatoria verso i suoi ex tifosi, che secondo il giocatore, avevano offeso sua madre; il giocatore in seguito chiederà scusa alla società e alla città. Il 18 marzo 2011 viene sottoposto a esami specifici che ne evidenziano una lesione ampia del muscolo retto femorale della coscia sinistra, che gli fa chiudere in anticipo la stagione, ottenendo 23 presenze e 6 reti complessive.

Cesena e ultimi anni

Nell'annata 2011-2012, nonostante la fiducia mostratagli dal nuovo tecnico juventino Antonio Conte, nuovi guai fisici lo relegano ai margini della rosa piemontese: «mi spiace non esser stato protagonista nella Juve di Conte. Una squadra con una mentalità straordinaria. Sono uscito di scena proprio sul più bello». Il 31 gennaio 2012 passa quindi in prestito al Cesena fino al termine della stagione. Esordisce in campionato il 9 febbraio in Lazio-Cesena (3-2), giocando titolare e andando a segno su calcio di rigore. Il 22 marzo 2012 riporta uno stiramento al bicipite femorale della coscia sinistra, rimanendo fermo per un mese. Rientra in campo il 22 aprile contro il Palermo (2-2), subentrando al 22' della ripresa al posto di Vincenzo Rennella. Chiude la stagione, terminata con la retrocessione in Serie B, con sette presenze e una rete.

Terminato il prestito al Cesena torna alla Juventus per la stagione 2012-2013, nella quale tuttavia non scende mai in campo e non viene mai neanche convocato. Nell'estate del 2014, a trentaquattro anni, dopo due anni di inattività annuncia il ritiro al calcio giocato con l'intenzione di dedicarsi alla carriera di allenatore, ottenendo il patentino due anni dopo.

Nazionale

220px-FIFA_World_Cup_2010_Italy_Paraguay
 
Iaquinta (primo da sinistra) schierato in campo con la nazionale per la gara d'esordio del campionato del mondo 2010

 

La prima maglia azzurra risale al 1999, quando viene convocato dalla nazionale Under-20, con cui disputa 5 incontri segnando una rete. Nel 2001 esordisce con la nazionale Under-21, con la quale realizza 1 gol in 10 presenze e partecipa all'Europeo Under-21 2002.

Il 30 marzo 2005, a 25 anni, esordisce in nazionale maggiore nella partita amichevole Italia-Islanda (0-0) disputata a Padova.

Viene poi incluso dal CT Marcello Lippi nella lista dei 23 giocatori convocati per il Mondiale 2006 in Germania. Segna il suo primo gol in nazionale il 12 giugno 2006 nel corso della partita di esordio al Mondiale vinta 2-0 contro il Ghana. Ottiene 5 presenze da subentrato durante il Mondiale, di cui una nella finale del 9 luglio 2006 all'Olympiastadion di Berlino contro la Francia, nella quale diventa campione del mondo. Con le sue prestazioni e il gol realizzato nella prima partita è uno dei protagonisti della conquista del titolo mondiale. Ha vinto il Mondiale da giocatore dell'Udinese, come fece Franco Causio nell'edizione di Spagna 1982, ed entrambi indossando la maglia numero 15. Per il merito sportivo acquisito con la conquista del campionato del mondo, il 12 dicembre 2006 è stato insignito, assieme agli altri membri della nazionale, del titolo di Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica dal presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano.

Vittima di un infortunio muscolare, non viene convocato da Roberto Donadoni per l'Europeo 2008.

Il 10 giugno 2009, a Pretoria, realizza la sua prima doppietta con gli Azzurri nell'amichevole vinta contro la Nuova Zelanda (4-3). Prende poi parte alla Confederations Cup 2009, dove l'Italia viene eliminata al primo turno.

Viene infine convocato per il Mondiale 2010 in Sudafrica, dove viene impiegato da titolare nelle tre partite disputate dalla Nazionale. Il 20 giugno 2010, nella seconda partita del girone, realizza su rigore il gol del pareggio contro la Nuova Zelanda (1-1). La Nazionale viene eliminata al primo turno dopo aver perso 3-2 contro la Slovacchia, nella terza e ultima partita della fase a gironi. Al termine del Mondiale scivola fuori dal giro della Nazionale.

Palmarès

Nazionale

Individuale

Controversie

Nel corso di un'indagine della direzione distrettuale antimafia di Bologna, il 4 febbraio 2015 vengono rinvenute delle armi da fuoco nell'abitazione di Giuseppe Iaquinta, padre di Vincenzo; le armi, di proprietà dell'ex calciatore, erano regolarmente denunciate, ma violando norme penali sulla loro custodia. Il successivo 21 dicembre 2015 Iaquinta viene rinviato a giudizio per possesso illegale di armi, aggravata dal favoreggiamento della 'ndrangheta, della cui affiliazione è accusato il padre.

Il 22 maggio 2018 i magistrati dell'antimafia bolognese, al termine della requisitoria del processo Aemilia, hanno chiesto per Iaquinta una pena di anni 6 per reati relativi alle armi, con l'aggravante dell'associazione mafiosa. Con sentenza del 31 ottobre seguente, l'ex calciatore viene inizialmente condannato in primo grado a 2 anni di reclusione, vedendo tuttavia cadere l'aggravante mafiosa; quest'ultima viene rimarcata nell'appello del 18 luglio 2019, in cui viene accertata la sua «estraneità» nei confronti di ambienti criminali.

Il 17 dicembre 2020 la sua condanna a 2 anni viene confermata nel processo d'appello; al padre Giuseppe Iaquinta vengono invece comminati 13 anni di reclusione, con una riduzione di 6 anni di pena rispetto alla condanna del primo grado.

Onorificenze

Collare d'oro al Merito Sportivo - nastrino per uniforme ordinaria Collare d'oro al Merito Sportivo
  — Roma, 23 ottobre 2006.
Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana
  — 12 dicembre 2006. Di iniziativa del Presidente della repubblica.

 

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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg   VINCENZO IAQUINTA     

 

roma_juve_iaquinta.jpg

 

 

 

Quaranta goal in 108 presenze nella Juventus – si legge su www.Juventusnewsradio.,it del 18 novembre 2012 – questa è la media di Vincenzo Iaquinta in quattro stagioni passate nella rosa juventina, all’ombra della Mole. Un’ottima media per una prima punta, specie trovandosi come terza scelta al fianco della storica coppia Del Piero-Trézéguet. Sebbene sia ancora membro dentro la società della Vecchia Signora, l’ex bomber bianconero di Crotone è già da considerarsi un ex, poiché non rientra minimamente nei progetti di Antonio Conte per la sua nuova Juventus, e già da oltre un anno non scende più in campo in partite ufficiali con la maglia bianconera, essendo utilizzato giusto in qualche amichevole interna a Vinovo e vivendo da separato in casa, quello che probabilmente è il suo ultimo anno nella squadra Campione d’Italia.
A oggi c’è chi paragona questa situazione a quella simile di Amauri, altro giocatore comperato negli anni della gestione Secco-Blanc. In realtà le circostanze sono analoghe solamente per quanto riguarda la situazione contrattuale e i mancati acquirenti. Per quanto riguarda il resto invece, Iaquinta pur giocando più o meno lo stesso numero di partite di Amauri con la maglia juventina, si è ritagliato un posto importante nella storia bianconera, venendo fermato soprattutto da una lunga serie di infortuni.
Infatti, l’ex numero nove della Juventus è stato forse l’acquisto migliore di quegli anni bui per la squadra distrutta da Calciopoli e dall’anno in Serie B. Soprattutto considerando i molti altri acquisti e le spese scellerate orchestrate dalla pessima dirigenza, che prese il posto del defunto avvocato e della fantomatica triade. 
Storia in bianconero: Arriva dall’Udinese per undici milioni di euro nell’estate del 2007. La Juventus è appena ritornata in serie A dopo Calciopoli e necessita di nuovi attaccanti di peso. Uno dei prescelti è proprio Iaquinta e nelle prime due stagioni, The Jack (così ribattezzato) dimostra tutto il suo valore in una Juventus parecchio indebolita dalle vendite coatte di vari titolari, ma che ottiene lo stesso il terzo posto la prima stagione e il secondo posto nella seconda stagione all’ombra della Mole.
È un rapace del goal, Vincenzo Iaquinta, un vero numero nove. Segna in tutti i modi, di opportunismo, sfruttando palloni sporchi giunti in area in qualche modo, con colpi di precisione oppure in acrobazia, abile anche nel gioco aereo sfruttando un’ottima stazza, è molto veloce e mobile in zona d’attacco, è insomma un attaccante completo, che con i suoi goal risolve diverse partite complicate per la sua squadra anche allo scadere del novantesimo. Più volte l’ex attaccante di Udine, salva la “Vecchia Signora” dalla sconfitta, riuscendo anche a strappare vittorie insperate grazie al suo istinto da rapace.
Ma le note dolenti sono i suoi cronici e continui problemi fisici che cominciano a palesarsi già nel primo anno alla Juventus e che continueranno limitandone di molto le ottime prestazioni già dal 2009. Nonostante i suoi guai fisici, lascia il segno sia in campionato sia in campo europeo ma questo non basta per tenere a galla una squadra molto indebolita che nelle due stagioni successive crolla per due volte al settimo posto mancando l’ingresso nell’Europa che conta e sfigurando pure in Europa League. Iaquinta segna il suo ultimo goal, il quarantesimo, con la maglia della Juventus nel Novembre del 2010 in una partita casalinga di campionato pareggiata contro la Roma 1-1 prima di fermarsi per un ennesimo problema fisico, stavolta uno strappo alla coscia sinistra che ne chiude anzitempo la quarta stagione bianconera.
Con l’arrivo di Antonio Conte nell’estate del 2011, Iaquinta non trova più spazio, complici soprattutto gli infortuni che dal 2009 non lo hanno più risparmiato limitandolo pesantemente. Nella seconda parte di stagione passa in prestito al Cesena dove sembra lasciarsi gli infortuni alle spalle e ritorna anche al goal, segnando alla Lazio e procurandosi pure un calcio di rigore trasformato poi da Mutu ma è solo un fuoco di paglia, l’infortunio è dietro l’angolo e lo colpisce nuovamente.
Ritorna alla Juventus, dove continua a percepire un importante contratto e non trova squadre disposte ad acquistarlo per la stagione successiva, ritrovandosi quindi ai margini della rosa bianconera senza più rientrare nei progetti di Conte e quindi rimanendo in attesa della scadenza del contratto con i Campioni d’Italia e la ricerca di una nuova squadra.
Non si può segnalare come bidone, un giocatore strappa punti come Iaquinta, capace di risolverti partite apparentemente chiuse anche all’ultimo secondo. Ma non si possono neanche ignorare tutti gli svariati problemi fisici avuti dal giocatore nel corso della sua carriera, problemi che lo hanno fortemente limitato negli ultimi anni e che probabilmente non avrebbero permesso a Conte di puntare su di lui neanche se lo avesse voluto.
Forse sfortuna, forse incapacità dello staff medico di curarlo a dovere, forse un fisico troppo fragile, fatto sta che Iaquinta non ha reso quanto avrebbe potuto alla Juventus, fermandosi a una media goal discreta, ma che, senza tutti quegli infortuni, sarebbe stata sicuramente molto più alta. La classe non è acqua e il senso del goal spesso lo hai o non lo hai. Iaquinta possedeva entrambe queste doti notevoli ma non ha avuto modo di mostrarle fino in fondo, anche a causa di varie formazioni della Juventus, non sempre all’altezza soprattutto sul piano difensivo.
 
“TUTTOSPORT”, DEL 10 OTTOBRE 2014
«Potevo giocare altri tre anni, invece mi sono dovuto ritirare. Quando ti fai sempre male, finisci per mollare un po’ mentalmente». Vincenzo Iaquinta ha detto basta ufficialmente nei mesi scorsi. A trentacinque anni, dopo un Mondiale vinto con l’Italia, quaranta goal in 108 partite con la Juventus e una serie di infortuni diventati insopportabili. C’è una cosa che non rifarebbe più? «Dal Reggiolo all’Udinese, dalla Nazionale alla Juve, della mia carriera ripeterei tutto».
Davvero nessun rimpianto. «In realtà uno ce l’ho: mi spiace non esser stato protagonista nella Juve di Conte. Una squadra con una mentalità straordinaria. Sono uscito di scena proprio sul più bello».
Conte, nel 2011-12, non l’ha utilizzata neanche un minuto.
«È vero, però stravedeva per me. Ricordo le parole che mi disse quell’estate: “Vincenzo, fammi vedere che sei quello che penso, poi convinco io la società a tenerti”. Purtroppo, però, mi infortunai».
Di nuovo fermo e di nuovo al centro di tante voci.
«Ne ho sentite di tutti i colori. Tutte falsità dette da gente invidiosa. Su Internet scrivevano addirittura che mi stessi disintossicando. Una cattiveria assurda e senza senso che qualcuno aveva tirato fuori già ai tempi di Udine. Pazzesco, io in quei periodi soffrivo da matto, perché ero infortunato».
Ma ha capito il motivo di così tanti guai fisici?
«Di sicuro, nel 2009, dopo l’operazione al ginocchio, si tentò di farmi rientrare troppo in fretta. Mi dissero di provarci troppo presto, avevo una gamba sottile come quella di mio figlio».
Che effetto le fa vedere Buffon e Pirlo, suoi compagni al Mondiale, ancora protagonisti assoluti?
«Parliamo di due fenomeni. Gigi è ancora il portiere più forte del mondo. Andrea è unico nel suo genere: ha talmente tanta classe che può continuare a giocare ancora per due o tre anni».
Con chi è rimasto in contatto del gruppo juventino?
«Marchisio è quello che sento più spesso».
Il compagno più estroso conosciuto in carriera?
«Forse Felipe Melo: un “matto”, buonissimo di animo».
Ha individuato un nuovo Iaquinta? «È dura, perché io ero un attaccante atipico. Giocavo anche sulla fascia, nonostante i miei 190 centimetri di altezza».
C’è una partita che le toglie ancora il sonno?
«Vorrei rigiocare la finale Mondiale».
Cioè?
«Sì, la vorrei rigiocare, perché è stata l’emozione più grande della mia vita. Una serata pazzesca, ancora adesso mi vengono i brividi a pensare alla Coppa e alla festa negli spogliatoi».
C’è dell’altro?
«Un’altra partita che vorrei rigiocare, ma per il motivo opposto, è Juve-Chelsea di Champions. È un’eliminazione che mi brucia ancora».
Allegri erede di Conte: se lo aspettava?
«Sinceramente, no. Però la scelta è stata giusta. Rispetto ai tre anni di Conte è cambiato poco, mi sembra la stessa Juve aggressiva. Il fatto che i giocatori non abbiano avuto un calo è una conferma delle qualità di Allegri. È un allenatore che si fa rispettare».
Anche lei sta studiando da tecnico. A chi si ispira?
«Voglio prendere il patentino e cominciare con i ragazzini. I miei modelli sono Spalletti, Lippi e Conte».
Un allenatore che avrebbe voluto avere?
«Mourinho, perché da fuori sembra un bel martello».
Scudetto: Juve o Roma?
«Difficile sbilanciarsi, ora. Sarà lotta a due fino alla fine».
I bianconeri dove possono arrivare in Champions?
«Spero il più lontano possibile. Nonostante la sconfitta contro l’Atlético Madrid, è tutto aperto».
 

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Iaquinta condannato: che fine hanno fatto gli altri campioni del mondo? |  Vanity Fair Italia

 

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