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Socrates

Frederik Sörensen

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Frederik Sørensen får fire år i Juventus | Italiensk fodbold | DR

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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg   FREDERIK SÖRENSEN       

 

Report: Juventus defender Frederik Sorensen set to join Hellas Verona on  loan - Black & White & Read All Over

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Frederik_Sørensen

 

 

Nazione: Danimarca Danimarca
Luogo di nascita: Roskilde
Data di nascita: 14.04.1992
Ruolo: Difensore
Altezza: 194 cm
Peso: 88 kg
Nazionale Danese
Soprannome: Lago - Ice-Man

 

 

Alla Juventus dal 2010 al 2012

Esordio: 07.11.2010 - Serie A - Juventus-Cesena 3-1

Ultima partita: 08.12.2011 - Coppa Italia - Juventus-Bologna 2-1

 

19 presenze - 0 reti

 

1 scudetto

 

 

Frederik Hillesborg Sørensen (Roskilde, 14 aprile 1992) è un calciatore danese, difensore della Ternana.

 

È soprannominato Ice-Man e Lago (quest'ultimo è la traduzione letterale dell'abbreviazione del suo cognome ).

 

Frederik Sørensen
Frederik Hillesborg Sørensen.JPG
Sørensen ai tempi del Bologna
     
Nazionalità Danimarca Danimarca
Altezza 194 cm
Peso 88 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Difensore
Squadra   Ternana
Carriera
Giovanili
2001-2003 600px HEX-1372AC White.svg Roskilde KFUM
2003-2004 600px horizontal HEX-09872C White.svg Himmelev-Veddelev
2004-2007   Roskilde
2007-2010   Lyngby
2010-2011   Juventus
Squadre di club
2010-2012   Juventus 19 (0)
2012-2014    Bologna 42 (2)
2014-2015    Verona 10 (0)
2015-2019   Colonia 86 (2)
2019-2020    Young Boys 16 (0)
2020-2021   Colonia 3 (0)
2021   Pescara 11 (0)
2021-   Ternana 27 (2)
Nazionale
2008 Danimarca Danimarca U-17 4 (0)
2011 Danimarca Danimarca U-20 1 (0)
2011-2015 Danimarca Danimarca U-21 15 (0)
2015-2017 Danimarca Danimarca 1 (0)
Palmarès
 
Transparent.png Europei di calcio Under-21
Bronzo Repubblica Ceca 2015

 

Caratteristiche tecniche

Difensore centrale dal fisico longilineo, all'occorrenza è stato anche schierato come terzino destro da Luigi Delneri.

Carriera

Club

Juventus

«Cosa ricordo? Le parole di Del Piero: mi disse che se ero lì, alla Juve, un motivo c'era.»

(Frederik Sørensen)

 

Cresciuto in patria nel Roskilde KFUM, nel Himmelev-Veddelev BK (poi divenuto Roskilde) e nel Lyngby, nell'estate del 2010 viene prelevato mediante la formula del prestito oneroso di 20 000 euro con diritto di riscatto fissato a 130 000 euro dalla compagine italiana della Juventus. Esordisce in Serie A, da titolare, in Juventus-Cesena (3-1) valida per la decima giornata di campionato. Gioca titolare anche nella dodicesima giornata in Juventus-Roma (1-1), impiegato da Luigi Delneri come terzino destro. A livello tattico è utilizzato come terzino "bloccato", visto che l'ala Miloš Krasić ha caratteristiche offensive e l'interditore Felipe Melo, il quale copre il centro-destra del centrocampo, tende ad accentrarsi. Grazie a buone prestazioni entra a far parte stabilmente della prima squadra, lui che pensava di farsi un anno nella formazione Primavera, venendo schierato come terzino destro. Il 13 febbraio, in Juventus-Inter (1-0) valida per la 25ª giornata di campionato, fornisce ad Alessandro Matri il suo primo assist in bianconero. Nonostante la giovane età ha dimostrato una grande personalità. Conclude la sua prima stagione con 18 presenze, di cui 17 in campionato e una in Coppa Italia; viene riscattato alla fine della stessa.

Bologna

Il 17 gennaio 2012, dopo una presenza in Coppa Italia con la Juventus, passa in compartecipazione al Bologna per 2,5 milioni di euro.

Il 1º aprile 2012, all'esordio con la maglia del Bologna, segna il suo primo gol in Serie A nella partita casalinga persa per 3-1 contro il Palermo. In stagione gioca un'altra partita, ovvero Bologna-Cagliari (1-0) di due giornate dopo.

Il 13 giugno 2012 la compartecipazione viene rinnovata. Al termine della stagione 2012-2013 viene nuovamente rinnovata la comproprietà tra Bologna e Juventus.

Il 19 giugno 2014 la compartecipazione viene risolta a favore della Juventus per 800 000 euro.

Verona

Il 29 agosto 2014 viene prelevato dal Verona con la formula del prestito oneroso (per 300 000 euro) con diritto di riscatto fissato a quattro milioni di euro. A fine stagione dopo aver raccolto solo 10 presenze molte da subentrato per via di un infortunio al ginocchio, fa ritorno alla Juventus non venendo riscattato.

Colonia e Young Boys

L'11 luglio 2015 viene acquistato per 2,5 milioni di euro dai tedeschi del Colonia, con cui firma un contratto quadriennale. In breve tempo diventa titolare inamovibile della difesa del club tedesco fornendo buone prestazioni.

Il 18 agosto 2019 viene ceduto in prestito agli svizzeri dello Young Boys. Dopo aver segnato anche un gol in Coppa Svizzera nella vittoria per 4-0 contro lo Zurigo, gioca titolare fino a gennaio quando un nuovo infortunio al ginocchio, patito già la stagione precedente lo limita a ruolo di subentrante.

Terminato il prestito fa ritorno al Colonia dove trova poco spazio; questo fa sì che il 16 gennaio 2021 lui rescinda il suo contratto coi tedeschi.

Pescara e Ternana

Il 20 gennaio 2021 viene acquistato dal Pescara. Con gli abruzzesi esordisce tre giorni dopo nella partita persa per 2-0 in casa della Salernitana: in totale mette insieme 11 presenze, ma a fine stagione non riesce ad evitare la retrocessione in serie C del Pescara. Il 4 agosto 2021 viene ceduto alla Ternana. Con gli umbri, dopo una sfortunata autorete nella partita interna col Pisa, segna il primo gol il 22 settembre, in occasione del successo sul Parma per 3-1.

Nazionale

Dopo 4 presenze con la nazionale danese Under-17, due volte contro il Portogallo e due volte contro la Grecia, ha fatto parte della nazionale Under-18.

Il 14 marzo 2011 è stato convocato per due amichevoli della nazionale Under-21 contro Inghilterra e Ucraina, venendo successivamente incluso nella rosa per partecipare agli Europei. Il 10 agosto esordisce contro la Polonia, nella partita persa per 1-0.

Le buone prestazioni convincono il ct Åge Hareide a convocarlo in nazionale maggiore nel maggio 2015 per la gara amichevole contro il Montenegro, non riuscendo ad esordire rimanendo per tutti i 90 minuti in panchina. A distanza di due anni nel maggio 2017 torna di nuovo nel giro della nazionale, riuscendo a disputare una partita amichevole contro la Germania terminata 1-1 dove entra in campo al 66' minuto rilevando Riza Durmisi.

Palmarès

Club

Competizioni nazionali

Scudetto.svg Campionato italiano: 1 - Juventus: 2011-2012

 

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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg   FREDERIK SÖRENSEN    

 

sorensen%2B1.jpg

 

 

 

GIUSEPPE GATTINO, DA “HURRÀ JUVENTUS” DEL MARZO 2011
Nel 1998 Frederik aveva solo 6 anni e difficilmente sarà andato a vedere il film “Sliding doors”. Eppure, la storia di questo ragazzo, che fino a pochi mesi fa calcava i campi della Serie B danese, ci ricorda l’importanza del caso, delle “porte scorrevoli” che possono aprirsi o chiudersi improvvisamente, determinando esiti anche imprevedibili.
Perché se è vero che nello sport, come nella vita, il destino si costruisce con l’impegno, con il sacrificio e con il talento, è altrettanto vero che se Sørensen oggi è un giocatore della Juventus si deve anche a un insieme di casualità e che, davvero, le cose per lui sarebbero potute andare in modo assai diverso. «Sapevo dal mio agente – racconta – che Paratici mi stava seguendo già quando era alla Sampdoria. Poi è venuto alla Juventus ed eccomi qui».
Era il 31 agosto, giorno di chiusura del mercato. Distratti dagli ultimi arrivi e dai titoli di coda dell’esperienza juventina di un altro danese, Christian Poulsen, i tifosi e i giornalisti non diedero molto peso all’arrivo dal Lyngby, in prestito, di questo ragazzone di 18 anni. «Era previsto che andassi a giocare con la Primavera, dove al primo allenamento a Chiusa Pesio mi ruppi il naso. Poi in tutto ho fatto 5 partite perché Del Neri mi ha voluto con i “grandi”».
Ed ecco l’altra “porta scorrevole”: la sfortuna che si accanisce a inizio stagione sulla difesa della Juve diventa un’opportunità: il 7 novembre 2010 Sørensen viene schierato titolare contro il Cesena e dopo le prime comprensibili emozioni si dimostra degno della fiducia del Mister. Da quel giorno si sono susseguite le presenze, fino alla partita contro l’Inter, nel corso della quale ha servito l’assist vincente a Matri: «Per me è stata un’esperienza incredibile. Mi sono trovato di fronte Eto’o, che con Menez della Roma è l’avversario più difficile che abbia mai incontrato. Ce l’ho fatta, però, perché non ho pensato a lui ma non ho mai smesso di guardare la palla. E alla fine è andata bene».
Per non venir meno ai luoghi comuni sul temperamento degli scandinavi, Sørensen parla poco e si racconta – in un ottimo inglese e in un italiano sempre migliore – con l’esitazione di chi non può fare a meno di sorprendersi per l’attenzione che lo circonda da quando veste il bianconero.
IL CALCIO. «Ho cominciato a giocare grazie a mio padre che allenava i Pulcini della squadra della mia città, Roskilde, 30 chilometri da Copenaghen. Poi sono andato nell’altra squadra della città, l’Himmelev. Da lì, a 15 anni, mi sono spostato al Lyngby. Ho sempre giocato in difesa e i miei idoli sono Rio Ferdinand e Vidić. Il primo mi piace perché gioca di più la palla, il secondo ha una straordinaria fisicità. Sono due modelli, anche perché nonostante finora abbia giocato sulla fascia, io mi considero un centrale. La Nazionale? Sono stato convocato nell’Under 19 ma ho preferito non accettare e concentrarmi sulla Juve, perché è qui che devo dare il massimo. D’altronde rispetto alla Danimarca la differenza è enorme: qui c’è una professionalità e un’intensità che non avevo mai vissuto. È un altro mondo».
LA JUVE. «Ovviamente conoscevo questo club e guardavo in tv i suoi campioni, come Del Piero e Buffon. Giocare qui è incredibile: i miei amici mi chiedono di raccontargli i segreti di questi campioni. Al momento vivo nell’albergo che ospita i ragazzi della Primavera. Divido la camera con Camilleri, mentre in trasferta sto con Chiellini: parla inglese e quando non capisco mi aiuta, ma soprattutto mi aiuta con consigli utili per crescere come giocatore. La Juve, poi, è stata la squadra del più grande giocatore danese di tutti i tempi, Michael Laudrup, che per noi è una leggenda».
LA FAMIGLIA. «Mio padre Peter fa il carpentiere: è appassionato di calcio, ma non mi ha mai messo pressione per diventare calciatore. Con lui continuo a confrontarmi sul mio modo di giocare, oltre che su tanti altri temi. Mia madre Lone viene a trovarmi almeno una volta al mese: ci piace passeggiare per la città e scoprire Torino, che è bellissima. In particolare mi piacciono i portici e il fiume. Ho anche un fratello, Andreas: ha 15 anni e gioca anche lui a calcio. Mentre sono qui sto finendo gli studi superiori in economia, mi manca un anno».
L’ITALIA. «La cosa più incredibile è il calore della gente, la passione che si respira intorno al calcio. Entri in uno stadio e senti un frastuono che in Danimarca è impossibile trovare, malgrado il calcio sia lo sport più popolare. In questi mesi non ho ancora avuto tempo di visitare il vostro paese, mi sono limitato a una puntata a Milano con i miei. Mi piace la pizza, soprattutto, e studio italiano 3 volte alla settimana con Giada, l’insegnante che segue me e tutti gli stranieri della squadra».
TEMPO LIBERO. «Studio, parlo con i miei amici su Skype, gioco alla Playstation (soprattutto a calcio), guardo qualche serie tv (in italiano per impararlo) e poi ascolto musica: Guetta, Rihanna, Eminem, oltre che i danesi Nik & Jay e Alphabeat. Ho la patente da pochi mesi e la macchina – un’Alfa Romeo Mito – da pochi giorni. Adesso posso anche muovermi meglio e andare più spesso in città, visto che l’albergo dove stiamo è a Moncalieri, più vicino a Vinovo che al centro di Torino».
 
Spesso il calcio ci regala vere e proprie favole, da raccontare ai nipoti davanti al cammino acceso. Ma una storia come quella di Frederik Sørensen ha veramente dell’incredibile. Senza aver mai giocato una partita tra i professionisti, questo lungagnone biondo nato in Danimarca si trova catapultato, a soli 18 anni, in quel di Torino. Un vero colpo di genio di Fabio Paratici (coordinatore dell’aria tecnica juventina e braccio destro del direttore generale Marotta), che lo prende in prestito per soli 20.000 euro (nemmeno fosse un’utilitaria), con diritto di riscatto fissato a 130.000 euro.
La società del Lyngby, Seconda Serie danese ma fresca di promozione, è ben lieta di farlo partire per l’Italia, come conferma l’allenatore Christian Nielsen: «Questo trasferimento è perfetto per Frederik, gli dà la possibilità di provare il suo talento ai massimi livelli in uno dei club migliori in assoluto in Europa. Avrà l’opportunità di sperimentare la vita da professionista in un top club. Frederik ha l’esperienza e le competenze necessarie per far bene con la Juventus. Sono contento che il Lyngby sia riuscito a sfornare un altro talento che si trasferisce in un grande club europeo. Ciò sottolinea ancora una volta il buon lavoro svolto dalla società, poiché ben 16 ex nostri giocatori oggi giocano in squadre d’élite».
Lago, questo è il suo soprannome, è aggregato alla Primavera. È un difensore centrale: bravo con entrambi i piedi, forte fisicamente, non teme gli attaccanti piccoli e svelti, potendo contare su una discreta velocità. Fornisce ottime prove con i suoi coetanei, ma niente fa presagire a quanto sta per accadere.
Domenica 7 novembre 2010, la Juve è di scena all’Olimpico contro il Cesena. La compagine bianconera è incerottata: Bonucci a parte non ha un solo difensore arruolabile. Non sono disponibili nemmeno Ferrero e Camilleri compagni di squadra di Lago nella Primavera. Delneri si vede così “costretto” a chiamare Sørensen e ad affiancarlo all’ex barese. All’inizio le gambe tremano, i romagnoli vanno in vantaggio, i compagni di reparto gli passano la palla col contagocce e lui cerca di fare le cose più semplici: «Ho pensato che era la cosa peggiore che potesse capitare, il gol di Jimenez, ma poi ho cercato di pensare alla partita. E mi sono detto: stai concentrato e arriva in fondo».
Partita da ampia sufficienza ed esame superato. Passano sei giorni ed ecco la Roma, dopo il turno infrasettimanale a Brescia. Delneri non ha Motta, squalificato dopo il giallo rimediato al Rigamonti, tocca ancora a Sørensen, questa volta da terzino destro. Si disimpegna benissimo, fa i movimenti giusti, è più sicuro rispetto al match precedente. Si va a Marassi contro il Genoa, Motta si riprende la fascia destra, ma dopo 50 minuti lascia il campo a Lago, presenza numero tre con la Juve a 18 anni e 7 mesi. Nei 40 minuti è assoluto protagonista: per la prima volta mostra a tutti che è in grado di usare benissimo il proprio fisico, che ha tempi di anticipo eccellenti, lanci in profondità (l’assist per Iaquinta, che spreca una facile occasione, nasce proprio da un’intuizione del danese) e cambi di gioco.
Non si ferma più: Catania, Lazio, Chievo, Parma, ancora Catania in Coppa Italia, Bari, Cagliari, sempre da terzino destro. Poi, arriva il 13 febbraio: si gioca Juve-Inter e non è una partita ma la partita. C’è equilibrio in campo, la truppa bianconera tiene testa allo squadrone nerazzurro. Poi, alla mezz’ora, solita sgroppata di Sørensen sulla fascia e perfetto cross a centro area. Irrompe Matri e Julio Cesar non ha scampo: Juventus 1, Inter 0. Il risultato non cambierà più, fra il tripudio del mondo juventino e la felicità di Frederik: «È un sogno. Certe cose fino a poco tempo fa le facevo solo con la Playstation! Il periodo peggiore della squadra è passato, ne sono sicuro. Continuando così possiamo arrivare a conquistarci un posto nella prossima Champions League. Mi piacerebbe affrontare il Manchester United perché è la squadra del mio idolo Vidić. Uno dei difensori più forti del mondo insieme a Piqué del Barcellona e a Chiellini, naturalmente».
Non sarà così per la Vecchia Signora che terminerà con un deludentissimo 7° posto. Per Lago, invece, una grandissima stagione con ben 18 presenze e la conferma per l’anno successivo. Ma, a volte, anche le favole non hanno un lieto fine. Arriva Conte sulla panchina bianconera e per il danesino non c’è più spazio. Una presenza in Coppa Italia e il trasferimento a Bologna, alla ricerca della gloria sotto le Due Torri.
 

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Gli eroi in bianconero: Frederik SORENSEN

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