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Socrates

Emanuele Giaccherini

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Juventus buy Giaccherini - Eurosport

 

 

 

 

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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg    EMANUELE GIACCHERINI 

 

Juve complete double swoop | Football News | Sky Sports

 

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Emanuele_Giaccherini

 

 

Nazione: Italia 20px-Flag_of_Italy.svg.png
Luogo di nascita: Talla (Arezzo)
Data di nascita: 05.05.1985
Ruolo: Centrocampista
Altezza: 167 cm
Peso: 60 kg
Nazionale Italiano
Soprannome: Giaccherinho - Zanzara Atomica - Folletto - Libellula - La Pulce di Talla

 

 

Alla Juventus dal 2011 al 2013

Esordio: 11.09.2011 - Serie A - Juventus-Parma 4-1

Ultima partita: 18.05.2013 - Serie A - Sampdoria-Juventus 3-2

 

52 presenze - 6 reti

 

2 scudetti

1 supercoppa italiana

 

 

Emanuele Giaccherini (Bibbiena, 5 maggio 1985) è un ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista. Con la nazionale italiana si è classificato secondo al campionato d'Europa del 2012 e terzo alla Confederations Cup 2013.

 

 

Emanuele Giaccherini
Emanuele Giaccherini BGR-ITA 2012.jpg
Giaccherini con la nazionale italiana nel 2012
     
Nazionalità Italia Italia
Altezza 167 cm
Peso 60 kg
Calcio Football pictogram.svg
Ruolo Centrocampista
Termine carriera 1º luglio 2021
Carriera
Giovanili
1995-1996 Verde e Bianco (Strisce).svg Rassina
1996-1997   Arezzo
1997-2001   Bibbiena
2001-2004   Cesena
Squadre di club
2004-2005    Forlì 22 (1)
2005-2007    Bellaria Igea Marina 37 (3)
2007-2008    Pavia 30 (10)
2008-2011   Cesena 97 (20)
2011-2013   Juventus 52 (6)
2013-2015   Sunderland 32 (4)
2015-2016    Bologna 28 (7)
2016-2018   Napoli 20 (1)
2018-2021   Chievo 74 (13)
Nazionale
2012-2016 Italia Italia 29 (4)
Palmarès
 
UEFA European Cup.svg Europei di calcio
Argento Polonia-Ucraina 2012
Transparent.png Confederations Cup
Bronzo Brasile 2013

 

Biografia

Cresciuto a Talla, nella provincia aretina, all'età di sedici anni si è trasferito a Cesena. A causa di uno scontro con un portiere avversario durante la militanza nel Bibbiena, ha subìto l'asportazione della milza. Sposato con Dania, la coppia ha due figlie.

Tra i vari soprannomi affibbiatigli nel corso della carriera, il più famoso è diventato Giaccherinho, nomignolo nato ai tempi di Cesena e divenuto popolare quando ripreso dall'allenatore Antonio Conte: «Giaccherini è l'esempio di come un giocatore che ha fatto la provincia può meritarsi la Juventus [...] Se si chiamasse Giaccherinho sarebbe molto più considerato».

Caratteristiche tecniche

Calciatore molto duttile, nel corso della sua carriera ha ricoperto diversi ruoli offensivi (seconda punta, esterno, rifinitore), ma può essere schierato con buoni risultati anche in mediana (come centrocampista centrale o mezzala).

Dotato di resistenza, tecnica e rapidità, con cui compensa un fisico minuto, è abile ad inserirsi negli spazi e vanta buone capacità realizzative.

Carriera

Giocatore

Club

Cesena e i periodi in prestito

Il Cesena preleva Giaccherini nel 2001 da una società affiliata, il Bibbiena. Nel 2004 viene mandato in prestito in Serie C2 al Forlì. Nei successivi due anni Giaccherini va in prestito nella medesima serie al Bellaria Igea Marina. Durante la seconda stagione di permanenza rimedia un infortunio che gli fa chiudere la stagione in anticipo; in quest'occasione Giaccherini medita anche il ritiro dall'attività agonistica per ritornare a casa e andare a lavorare come operaio.

L'anno dopo viene prestato nuovamente in C2, al Pavia. In quest'annata evita la retrocessione ai play-out con la squadra lombarda, segnando 10 reti. A fine stagione ritorna a Cesena, dov'è inizialmente messo fuori rosa, ma il nuovo allenatore Pierpaolo Bisoli decide di puntare su di lui; la stagione seguente ottiene un posto da titolare, contribuendo con 5 reti alla promozione della squadra in Serie B. Mantiene il ruolo da titolare anche la stagione successiva, segnando il suo primo gol in cadetteria il 29 agosto 2009 allo Stadio Via del Mare contro il Gallipoli. Termina la stagione raggiungendo la promozione in Serie A con i romagnoli e chiudendo con 9 centri personali, di cui 8 in campionato e 1 in Coppa Italia.

Esordisce nella massima serie il 28 agosto 2010, alla prima di campionato contro la Roma, nel pareggio per 0-0 allo Stadio Olimpico. La sua prima marcatura in A arriva l'11 settembre, alla seconda giornata, realizzando in contropiede la rete del 2-0 finale sul Milan. Il 6 marzo 2011 segna la sua prima doppietta in Serie A nella vittoria per 2-3 contro la Sampdoria, realizzando 2 gol in 2 minuti. Il 15 maggio timbra infine la rete-partita contro il Brescia, che sancisce l'aritmetica salvezza dei romagnoli; è questo il suo ultimo centro in maglia cesenate.

Juventus

Il 25 agosto 2011 il giocatore viene ceduto in comproprietà alla Juventus per 3 milioni di euro. L'11 settembre successivo fa il suo esordio ufficiale coi bianconeri, nella vittoria casalinga 4-1 sul Parma. Pur non facendo parte dell'undici titolare, Giaccherini ha modo di mettersi in luce durante la stagione, conquistandosi la fiducia dell'allenatore Conte e ritagliandosi un proprio spazio nell'organico juventino. L'8 dicembre sigla il suo primo gol in maglia bianconera nell'incontro di Coppa Italia contro il Bologna, poi finito 2-1 ai tempi supplementari a favore dei torinesi. All'inizio dell'anno successivo, il 21 gennaio mette invece a segno la sua prima rete in campionato con la formazione piemontese, quella del definitivo 2-0 all'Atalanta, che permette alla sua squadra di laurearsi simbolicamente campione d'inverno. Il 6 maggio 2012, dopo la vittoria della Juventus contro il Cagliari, vince il suo primo scudetto.

Il 19 giugno seguente viene riscattato dalla società bianconera per 4.250.000 euro. L'11 agosto 2012 gioca gli ultimi minuti della Supercoppa italiana vinta dalla Juventus per 4-2 ai supplementari contro il Napoli; il successivo 23 ottobre fa il suo esordio assoluto in Champions League, subentrando negli ultimi minuti della sfida di Copenaghen con il Nordsjælland, pareggiata 1-1. Il 5 maggio 2013, grazie alla vittoria interna allo Juventus Stadium sul Palermo per 1-0, vince con tre giornate d'anticipo il secondo tricolore consecutivo. Giaccherini chiude il suo ultimo campionato in bianconero con 17 presenze e 3 gol: decisiva si rivela la rete siglata il 10 marzo al Catania, al 1' di recupero, che permette ai piemontesi di vincere la partita e dare il via all'allungo decisivo per il titolo italiano.

Sunderland
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Giaccherini al Sunderland nel 2013.

 

Il 16 luglio 2013 viene ufficializzato il suo passaggio al club inglese del Sunderland per 7,5 milioni di euro. Esordisce in biancorosso il 17 agosto, nella prima giornata di Premier League, nella sconfitta casalinga per 0-1 contro il Fulham; la prima rete coi Black Cats arriva invece sette giorni dopo, aprendo le marcature nel pareggio per 1-1 sul campo del Southampton. Il 24 settembre successivo debutta in Football League Cup, siglando il primo gol del Sunderland nel 2-0 finale al Peterborough Utd, nel terzo turno della competizione; coi biancorossi raggiunge poi la finale della Coppa di Lega, la seconda nella storia dei gatti neri, tuttavia sconfitti a Wembley dal Manchester City. In campionato, con 24 presenze e 4 reti, contribuisce alla salvezza del club a fine stagione.

Alla positiva stagione d'esordio a Sunderland, ne segue tuttavia una seconda abbastanza deludente. Il 20 settembre 2014 rimedia un infortunio alla caviglia nella trasferta sul campo del Burnley, che lo tiene lontano dai campi per diversi mesi. Il 26 dicembre torna a giocare, subentrando a Jordi Gómez nel corso del secondo tempo del match di campionato contro l'Hull City. Tuttavia a febbraio 2015 un riacutizzarsi del problema alla caviglia lo costringe a saltare tutto il resto della stagione; i numerosi stop portano la società inglese a perdere fiducia nel giocatore, e lo stesso Giaccherini, demotivato anche dalla lontananza da casa, decide di tornare nel campionato italiano.

Bologna e Napoli

Nell'estate seguente, dopo due anni in Inghilterra, il 31 agosto il calciatore fa ritorno in Serie A, prelevato in prestito dal neopromosso Bologna. Il 1º novembre seguente trova la sua prima rete in maglia rossoblù, in campionato, aprendo le marcature nel 3-0 casalingo all'Atalanta. Dopo un avvio negativo sotto la guida di Delio Rossi, l'arrivo del tecnico Roberto Donadoni coincide con un cambio di marcia della squadra petroniana nonché di un ritrovato Giaccherini, il quale chiude la stagione con 7 reti in 28 presenze che contribuiscono alla salvezza anticipata dei felsinei.

Tornato a Sunderland dopo la fine del prestito bolognese, il 16 luglio 2016 viene acquistato dal Napoli. Esordisce con la maglia azzurra il successivo 28 settembre, subentrando a Dries Mertens nella partita di Champions League contro il Benfica vinta per 4-2; non trova tuttavia molto spazio nel suo primo semestre sotto al Vesuvio, siglando il primo gol napoletano solo con l'anno nuovo, il 10 gennaio 2017, nell'incontro valevole per gli ottavi di finale di Coppa Italia contro lo Spezia. La prima realizzazione in campionato in maglia azzurra arriva invece il successivo 10 febbraio, siglando il gol del definitivo 2-0 con cui il Napoli s'impone sul Genoa, unica gara di campionato (sulle 16 presenze complessive) che Giaccherini gioca da titolare. Rimane a Napoli per un anno e mezzo, senza riuscire a imporsi.

Chievo

Il 31 gennaio 2018 passa a stagione in corso al Chievo. Debutta in maglia clivense il successivo 4 febbraio, nella sconfitta esterna 0-1 contro l'Atalanta, mentre il 17 dello stesso mese trova il suo primo gol in gialloblù, trasformando un calcio di punizione in occasione della vittoria interna 2-1 sul Cagliari. Con 3 reti in 12 gare contribuisce alla salvezza del club veneto, venendo riscattato dallo stesso a fine stagione. Il campionato seguente, 2018-2019, si rivela tuttavia difficile per i clivensi, che retrocedono in Serie B; Giaccherini è comunque autore del gol che dà ai veneti la prima vittoria in stagione, contro il Frosinone (1-0), il 29 dicembre.

Al termine dell'annata, nonostante la caduta tra i cadetti, il giocatore decide di rimanere a Verona. Il 14 settembre 2019 apre le marcature nella vittoria clivense 2-0 sul campo del Venezia: per Giaccherini è un ritorno al gol in Serie B dopo nove anni, tuttavia nella stessa gara subisce una lesione al flessore sinistro che lo costringe a rimanere fuori per i successivi due mesi. Torna in campo il 29 ottobre, nella partita casalinga contro il Crotone vinta 2-1, subentrando nella ripresa, guadagnandosi e trasformando il calcio di rigore del momentaneo pareggio. L'estate seguente, stante le partenze di Cesar e e Meggiorini, viene nominato capitano della squadra.

Veste la maglia clivense per il successivo biennio, sempre in serie cadetta, fino alla scadenza del contratto nell'estate 2021 quando ufficializza l'addio al calcio giocato.

Nazionale

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Giaccherini all'esordio in nazionale, il 10 giugno 2012, all'Europeo 2012, nella prima sfida contro la Spagna.

 

Nel maggio 2012 viene chiamato per la prima volta nella nazionale maggiore dal commissario tecnico Cesare Prandelli, inserito nella rosa dei 23 convocati per il campionato d'Europa 2012 in Polonia e Ucraina. Il successivo 10 giugno, a 27 anni, esordisce in azzurro scendendo in campo da titolare nella partita d'esordio della competizione europea, pareggiata 1-1 contro la Spagna. Conquista con l'Italia la medaglia d'argento dell'Europeo, dopo la sconfitta 0-4 in finale ancora contro le Furie Rosse.

Utilizzato con regolarità nei mesi seguenti dal CT, viene inserito nella lista dei 23 convocati alla Confederations Cup 2013 in Brasile. L'11 giugno 2013, nella partita amichevole di Rio de Janeiro contro Haiti terminata 2-2, segna la sua prima rete in azzurro dopo 19 secondi di gioco, diventando il marcatore più veloce della storia della nazionale italiana (battendo di un secondo il precedente record del 1984 di Bagni). Il 22 dello stesso mese, realizza il suo primo gol azzurro in una sfida ufficiale, nella sconfitta 2-4 in Confederations Cup contro il Brasile, siglando il gol del momentaneo 1-1. A fine competizione vince con l'Italia la medaglia di bronzo, dopo il successo ai rigori contro l'Uruguay nella finale per il terzo posto; Giaccherini realizza uno dei tiri dal dischetto che valgono il podio agli Azzurri.

Non inserito da Prandelli nella lista dei convocati al campionato del mondo 2014, dopo la rassegna iridata viene richiamato in maglia azzurra dal nuovo commissario tecnico Antonio Conte, già suo allenatore alla Juventus, in occasione del debutto nelle qualificazioni a Euro 2016. Rimane tuttavia lontano dalla nazionale per il successivo anno e mezzo, prima di essere richiamato da Conte per le ultime amichevoli precedenti il campionato d'Europa 2016, e inserito poi il 31 maggio nella rosa dei 23 azzurri per la fase finale della manifestazione continentale.

Il 13 giugno 2016 è protagonista nel vittorioso esordio dell'Italia nel campionato europeo di Francia, aprendo le marcature nel 2-0 sul Belgio (tornando nell'occasione al gol in azzurro dopo quasi tre anni) e venendo nominato uomo-partita dall'UEFA. Il cammino azzurro nella competizione si conclude ai quarti di finale, contro la Germania ai rigori, durante i quali Giaccherini mette a segno il proprio tentativo. Al termine della stessa, con l'avvicendamento tecnico tra Conte e Gian Piero Ventura, Giaccherini non viene più convocato.

Dopo il ritiro

Nell'agosto 2021 diventa commentatore delle partite di Serie A per DAZN. Nell'estate 2022 viene ammesso al corso per l'abilitazione ad "Allenatore UEFA A", la cui qualifica consente di guidare tutte le squadre giovanili, tutte le formazioni femminili e le prime squadre maschili fino alla Serie C inclusa.

Palmarès

Club

 

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1675541255_Juventus2004-2017.jpg.83e3431016e175d8bac0dc7167a12c81.jpg    EMANUELE GIACCHERINI 

 

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«Giaccherini è l’esempio di come un giocatore che ha fatto la provincia, può meritarsi la Juventus. Se si chiamasse Giaccherinho sarebbe molto più considerato», sono parole di Antonio Conte. Alto 167 centimetri è un giocatore duttile, molto dotato nel dribbling e veloce sul breve, caratteristiche che gli permettono di saltare facilmente l’uomo. Ottimo negli assist, ha anche una buona capacità realizzativa grazie ai suoi inserimenti.
Giak esordisce con la maglia bianconera l’11 settembre contro il Parma, nella partita inaugurale della stagione, giocando tutti i 90 minuti. Titolare anche la domenica successiva a Siena, conquista piano piano i tifosi che vedono in lui la grande voglia di emergere. Conte lo utilizza per ben 27 volte, schierandolo in più ruoli e confermando la sua enorme duttilità e intelligenza tattica. Le reti sono tre, due in Coppa Italia e una in campionato. Lo scudetto è conquistato da protagonista. Nel frattempo, Giak trova anche il modo di essere chiamato in azzurro. Non solo, Prandelli lo include nei convocati per l’Europeo. Emanuele, insieme ai propri compagni, conquista la medaglia d’argento, battuto in finale da una Spagna chiaramente fuori portata.
La stagione 2012-13 ha tutti i crismi per essere quella della definitiva consacrazione. Invece, sarà utilizzato con il contagocce, anche se i momenti di gloria non mancheranno per Emanuele che, intanto, si intasca la Supercoppa Italiana conquistata a Pechino contro il Napoli.
Atto primo, 16 settembre: la Juve è di scena a Genova, sponda rossoblù, per la terza giornata di campionato. Il Genoa domina nettamente il primo tempo, andando in vantaggio con l’ex Immobile. La squadra bianconera rischia più volte di subire la rete del KO, quando un tiro irresistibile da fuori area del nostro regala il pareggio. Non c’è più storia: Vucinić su rigore e Asamoah fissano il punteggio sul 3-1 per la Vecchia Signora. 
 
LUCA MOMBLANO, DA “HURRÀ JUVENTUS” DEL DICEMBRE 2012
Dieci, cento, mille Emanuele Giaccherini. Una carriera esponenziale, un modello che può valere da esempio: il centrocampista originario di Talla, piccolo comune nella provincia di Arezzo, si apre al mondo nonostante quel «…carattere chiuso che all’inizio può anche rendere complicato l’inserimento in gruppo nuovo e già unito». Parole sue. Mai banali, decise, pronunciate con lo sguardo che salta qua e là a ritmi vertiginosi: gli occhi sono lo specchio dell’anima, come suggeriva in tempi non sospetti il pensatore greco Platone, ma nel caso di Giaccherini sono anche esattamente lo specchio del suo modo di essere calciatore. Ovvero vivace eppure concentrato, tagliente eppure intenso.
Classe 1985, 27 anni compiuti il 5 maggio scorso, Emanuele Giaccherini è ancora nel vivo della propria parabola professionale, sublimata da un anno e più di Juventus, di trofei e nuove responsabilità, di Nazionale e meritati attestati di stima sia da parte di Antonio Conte che di Cesare Prandelli. Dietro le conquiste di chi a 23 anni ha pensato davvero per un attimo di ritornare al proprio paese e lasciare praticamente tutto, c’è necessariamente un uomo: «Sì, dopo una splendida stagione in Serie C con il Pavia – ricorda il numero 24 della Juventus – mi ritrovai ancora a Cesena, dove mi misero fuori rosa. Mi chiesi se ne valesse ancora la pena, se i tanti sacrifici avessero ancora un senso. Ebbene, oggi posso rispondere che non bisogna davvero mai mollare. È un messaggio positivo per tutti i giovani calciatori che devono ancora scrivere la loro carriera: dare sempre il massimo, nel calcio non si sa mai».
Eccolo, quindi, il lato umano, quello extra-calcistico, cioè come Giaccherini racconta se stesso con la straordinaria semplicità che lo contraddistingue: «Un ragazzo normale che dedica alla famiglia tutto il tempo in cui non lavora. Quando però vado al campo, all’allenamento, tutto cambia: si viene proiettati in un’altra realtà, fatta di totale professionalità. Posso dirmi fortunato: faccio ciò che più amo. Dalla vita non potevo chiedere di più».
Dentro tutto questo, per l’ex cesenate e per l’intero popolo bianconero, ci sono stati 15 intensi mesi di successi. Giaccherini ne ha fatto pienamente parte e nel rinfrescare la memoria gongola sciorinando anche un interessante ricordo legato ai suoi gol: «I momenti di gioia sono stati davvero tanti. Quando sono arrivato a Torino avevo tanto entusiasmo e altrettanta voglia di dimostrare, ma forse non c’era la coscienza di arrivare fino a questo punto: ci ho messo anche del mio, in questo sono stato bravo. I gol? Beh, il primo, in casa contro il Bologna in Coppa Italia, per me ha significato tanto: da quel gol lì in avanti sono venuto fuori, mi ha dato ulteriore consapevolezza, e la cornice dello Juventus Stadium che esulta è davvero fantastica. Al secondo posto, appena sotto, metto la rete contro il Genoa quest’anno che ci ha permesso di riprendere in mano una partita in cui avevamo anche sofferto e andarla a vincere. Poi, a chiudere il podio, ci metto il sigillo di Bergamo che valse per noi il simbolico titolo di Campioni d’Inverno».
Saluta tutti con il sorriso anche durante l’intervista, Emanuele Giaccherini. Scritto e letto per esteso. Senza nomignoli o soprannomi. Non li ama e, salvo quello espresso scherzosamente da mister Conte, lasciano il tempo che trovano. Sarà perché l’ala toscana, trasformata anche tatticamente in centrocampista centrale di inserimento, ha calpestato i campi da gioco di tutte le categorie professionistiche. Tutte davvero. Per quella che può definirsi senza mezzi termini una vera e propria scalata che ha portato Giaccherini fino ai Campionati Europei di Polonia-Ucraina. «Ho una certezza – rileva – Conte è stata la persona più importante della mia carriera professionale. Sono suoi una grande parte dei meriti della Juve e miei anche il raggiungimento della maglia azzurra senza essere titolare in pianta stabile. Mi ha dato fiducia in una squadra piena di campioni. Il resto ce l’ha messo l’ambiente Juve, che ti permette di esprimerti sempre al meglio: non conta il numero delle partite che giochi ma la qualità di queste. È un concetto nuovo».
Infine, ma non certo per ultimo in ordine di importanza, c’è il discorso tattico. Rilevante, nel caso di un jolly come Giaccherini, il quale però tiene a precisare: «Ho fatto l’esterno offensivo per tutta la carriera precedente. Oggi posso però dire che nel ruolo di interno mi trovo davvero a mio agio: mi spingo oltre dicendo che per giocare in una grande squadra come la Juventus, le mie caratteristiche sono più adatte a fare la mezzala».
Una bella scoperta divenuta una garanzia. Una garanzia anche per il gruppo-squadra, a proposito della quale Emanuele esprime idee ben definite: «Il calcio europeo non è certo il calcio italiano, ma con il lavoro fatto in questo anno e mezzo sappiamo di poterci stare. Cercheremo la scalata anche lì, non ci precludiamo nulla: i tifosi lo devono sapere, questa Juve non lascia nulla di intentato e gioca per vincere in qualunque competizione. Il mister ha imposto una mentalità e un modo di giocare che è ai livelli di Barcellona, Borussia Dortmund e compagnia».
Una squadra che è anche uno spogliatoio unito, un monoblocco. Giaccherini non ha alcun problema ad ammetterlo: «Ho avuto bisogno del sostegno e dei consigli dei compagni. L’accoglienza è stata super, devo ringraziare Gigi (Buffon), Claudio (Marchisio) e Giorgio (Chiellini) solo per citarne alcuni. Sono persone fantastiche con le quali spero di giocare il più a lungo possibile. Anche Andrea (Pirlo) è una persona speciale oltre che un campionissimo. Calcisticamente parlando, credo che questa squadra abbia rivoluzionato il calcio in Italia: attacchiamo in tanti, è vero, ma attacchiamo con la testa e non abbiamo paura, perché sappiamo di avere sempre le coperture giuste da parte dei difensori. Finiamo un’azione, ci rimettiamo a posto e ripartiamo. Il nostro calcio non ti dà momenti di pausa».
Ecco, giusto, un grazie per averlo ricordato a tutti: avanti così. Anche per l’umile e scattante Giaccherini non è ancora venuto il momento di tirare il fiato, il meglio deve ancora venire anche per chi ha raggiunto i massimi obiettivi della propria vita professionale.
 
Atto secondo, 10 marzo, Juve-Catania: il Napoli, secondo in classifica, esce sconfitto dalla partita contro il Chievo e per la truppa bianconera, c’è la grande occasione per aumentare a 9 i punti di vantaggio sui partenopei e ipotecare seriamente lo scudetto. Ma la squadra siciliana è tosta e, pur non rendendosi mai pericolosa, non lascia il minimo spazio all’attacco juventino che, da par suo, appare lento e svogliato. A un quarto d’ora dalla fine, Conte cambia: dentro Giaccherini e fuori Asamoah. Giak ci mette l’anima, venendo pure ammonito per un plateale tuffo in area di rigore. Primo minuto di recupero: Emanuele è sull’estrema sinistra e crossa al centro area. Nessuno interviene e il pallone è intercettato da Pogba che, con uno stop suntuoso, lo addomestica e lo ributta in mezzo. Il portiere catanese smanaccia come può, la palla vaga a pochi metri dal gol quando si materializza improvvisamente Giak. Stop di petto e palla nell’angolino. Juventus 1 Catania 0: lo scudetto è molto più vicino. «È sicuramente questo è il gol più importante della mia vita e lo dedico a me stesso. Lavoro tanto per farmi trovare pronto e penso sia un premio giusto. Gol scudetto? Lo spero. Siamo a +9 sul Napoli e ora sta a noi: cercheremo di chiudere questo campionato. Conte stavolta mi ha chiesto di cercare l’uno contro uno, di puntare, di tagliare, di inserirmi e sicuramente mi ha dato meno compiti difensivi perché era una partita che dovevamo vincere, quindi abbiamo rischiato un po’ di più. L’ammonizione per la simulazione? Il tocco c’è stato ma io sono caduto dopo, l’arbitro ha fatto bene».
Emanuele realizza la sua terza rete stagionale nell’inutile ultima partita della stagione, a Genova contro la Sampdoria. Le sue presenze totali sono 25, ma soltanto 9 volte è schierato come titolare. Come consolazione, vola in Brasile per disputare la Confederation Cup. Gli azzurri si classificano al 3° posto e Giak è uno dei protagonisti della competizione. Assist e giocate a non finire e una meravigliosa rete contro i padroni di casa, poi vincitori del torneo. Nella partita amichevole di preparazione alla Confederation Cup contro Haiti, Giaccherini segna una rete dopo 19 secondi, diventando il marcatore più veloce nella storia della Nazionale italiana.
Il 15 giugno 2013, a sorpresa, passa agli inglesi del Sunderland. I tifosi bianconeri sono sgomenti, lo stesso Conte non si definisce contento. Ma la voglia di giocare titolare (per non rischiare di perdere il Mondiale) e l’enorme plusvalenza da mettere a bilancio, fanno sì che il giocatore abbandoni Torino e la Juventus.
Due stagioni piene, due scudetti e una Supercoppa Italiana da mettere in cornice. E l’essere entrato nel cuore dei tifosi fanno di Emanuele Giaccherini un giocatore da ricordare.
 

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